Dettagli Recensione
"Okay? Okay." Spontaneità e semplicità.
Spinta dalla curiosità che mi aveva infuso il trailer del film in uscita a settembre, chiesi ad una mia amica di prestarmi il libro di "Colpa delle stelle", essendo oltretutto attirata da un argomento per me molto toccante.
Sfortunatamente, credo che le altissime aspettative, date dalle più che positive recensioni che avevo letto sulla profonda e quasi crudele tristezza (che si diceva pervadesse "ogni angolo del libro"), mi abbiano inevitabilmente portato a concludere la lettura con la sensazione di non essere pienamente soddisfatta, sebbene l'avessi divorato in pochi giorni.
Senza ombra di dubbio, il contenuto a mio parere è uno dei migliori che si possa leggere in un libro - la malattia, la convivenza con essa, i profondi cambiamenti che provoca nella famiglia, le sue derivazioni, il tentativo di rinascita, la speranza, la morte -, ma a mio parere credo che, ad un certo punto, non conti più tanto cosa si stia leggendo, quanto piuttosto come ce lo stiano raccontando; mi spiego meglio: ciò che spesso mi è capitato, ultimamente, è proprio il trovarmi in disaccordo con lo scrittore per quanto riguarda le modalità con cui ha deciso di proporre la sua storia, e questo è uno dei casi. "Colpa delle stelle", infatti, sebbene sia un libro molto scorrevole, risulta fin troppo spesso "arido" nello stile, quasi apatico e poco approfondito, soprattutto nell'analisi dei personaggi di Hazel e Augustus, i protagonisti.
La sensazione che si prova è quella di avere per le mani troppi argomenti esageratamente importanti e complessi, i quali non è possibile raccontare tutti quanti con la precisione che ognuno di questi meriterebbe: parliamo naturalmente di cancro ma, piano piano, fanno capolino l'amore e il matrimonio fragile, insieme a tutte le devastanti conseguenze di una storia così pesante da gestire. Credo dunque che lo scrittore avrebbe dovuto fare uno sforzo, cercando di "setacciare" in qualche modo gli argomenti trattati, rendendo in questo modo ai lettori più semplice la schematizzazione e la comprensione totale dei personaggi che ha creato, non attraverso una banalizzazione degli eventi, ma piuttosto attraverso dei piccoli inserti introspettivi che favorissero un accompagnamento del lettore nei meandri della mente di Hazel e di Augustus, la cui storia d'amore è a mio parere una delle più tenere e vere tra quelle raccontate negli ultimi anni.
A questo proposito, mi sento comunque in dovere di consigliare il libro: la storia d'amore dei protagonisti, il rapporto con la cecità da parte del personaggio di Isaac, così come la complessa reazione alla vita - o morte? - dello scrittore Peter Van Houten, forniscono al lettore diversi spunti di riflessione che vale sicuramente la pena intraprendere.
Mi permetto in conclusione di consigliare, a chi ha intenzione di leggerlo, di porre attenzione alla parte centrale del libro, la quale è densa di elementi che forniscono un'ottima opportunità al lettore di estraniarsi per un momento del contesto americano.