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I luoghi comuni
Luis Sepulveda afferma a proposito di quest’opera: “Ho cercato di raccontare il grande valore dell’amicizia, e di concentrarmi di nuovo sulla diversità, ma in particolare sulla possibilità anche per chi ha una disabilità di vivere una vita pienamente normale.”
L’amore per i gatti viene dichiarato esplicitamente dallo scrittore cileno nel saggio “Un’idea di felicità” e si connette anche a un curioso episodio biografico. Ad Amburgo un astrologo cinese gli confidò: “Molte vite fa, sei stato un gatto, e un gatto felice, perché eri il gatto prediletto di un mandarino… l’idea mi piacque… l’astrologo cinese, lui mi consegnò tre piccoli gatti di porcellana… Fai in modo che abbiano sempre da mangiare, ma senza esagerare.”
La storia della fiaba è semplice: Mix è un gatto bianco e nero dal profilo greco (“che metteva in risalto i suoi grandi occhi gialli”), ama esplorare il tetto del palazzo ove vive, guardare il mondo dietro ai vetri e tener compagnia all’amico Max. Quando diventa cieco, la sua vita cambia, ma il topolino Mex (“«Va bene, sentiamo un po’, che strano essere sei, tu?» domandò nella lingua dei gatti, dei topi e di altri abitanti dei tetti”) saprà svolgere una funzione vitale: diventare gli occhi di Mix e restituirgli la possibilità di vivere (“Per tutto il tempo – lungo o breve, non importa, perché la vita si misura dall'intensità con cui si vive – che il gatto e il topo trascorsero assieme, Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande”).
Dal testo si ricava un decalogo sull’amicizia:
1) “Un amico si prende cura di ciò che piace all'altro.”
2) “Un amico si prende sempre cura della libertà dell’altro.”
3) “Un amico capisce i limiti dell’altro e lo aiuta.”
4) “I veri amici condividono anche il silenzio.”
5) “I veri amici si prendono sempre cura uno dell’altro.”
6) “I veri amici condividono i sogni e le speranze.”
7) “Fra amici bisogna dire sempre la verità.” (“Mix pensò che a modo suo, senza parole, aveva detto la verità, poi però si sentì triste perché quella verità nascondeva un inganno e gli amici non si ingannano mai e poi mai.”)
8) “I veri amici condividono anche le piccole cose che allietano la vita.”
9) “Quando gli amici sono uniti, non possono essere sconfitti.”
10) “I veri amici si aiutano a superare qualsiasi difficoltà”.
In fondo sono dieci “luoghi comuni” cuciti insieme con la trama della favola… Ma il “luogo comune” ha una sua realtà oggettiva autonoma rispetto a chi lo interpreta e a chi lo recepisce?
Bruno Elpis
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Commenti
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Io ritengo che un luogo comune cessi di essere tale quando viene interpretato nella propria esperienza ed esistenza. Allora una frase ripetuta mille volte si carica di significato personale e assume l'originalità e l'unicità della vita vissuta: quando si fa quest'esperienza, si colgono le sfumature e le vibrazioni che altri immettono in un "luogo comune" e nulla è più scontato...
Certamente, in questo senso, le frasi di Sepulveda non sono "luoghi comuni"... :-)
Ciao cara, ricordati che mi devi ancora spiegare il 72 del nick!
Se no visto che sei sull'onda e' d'obbligo.
Questo non mi ispira molto ma quello della lumaca lo voglio senz'altro, sono in attesa di deflazione.
E il lupo di Pennac me lo segno, altro che se me lo segno... :-)
Ciao!
Leggendo la tua recensione mi è stato spontaneo fare un abbinamento al libro L'arte di ascoltare i battiti del cuore...
Grazie caro Bruno,
Pia
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