Dettagli Recensione
Un libro che dà assuefazione
Con occhio critico e forse un po scettico mi cimento nel primo libro della saga di Hunger games, Premetto che non ho visto nessuno dei due film, proprio perché volevo prima leggere i libri.
Il libro ci catapulta in un paesaggio che sembra essere uscito da 1984 di George Orwell, in un nord america post-apocalittico, tra misera e povertà, gli abitanti dei 12 distretti sono costretti a subire giorno dopo giorno i morsi della fame. Katniss Everdeen, l'eroina ce fa da protagonista al romanzo si ritrova a vivere da sola con la madre e la sorella minore, Prim, in seguito alla scomparsa del padre morto in miniera. E' lei che deve provvedere al sostentamento della famiglia, è lei che deve guadagnarsi il pane e portarlo a casa. Lo fa andando a caccia nei boschi (anche se vietato) e barattando le prede con altri cibi. Così la famiglia Everdeen tira avanti, finché arriva il cosiddetto"giorno della mietitura" dove vengono pescati a sorte un ragazzo e una ragazza per ciascun distretto per partecipare agi Hunger games. Gioco alquanto macabro, che consiste nel chiudere i 24 ragazzi in un arena, con l'unico scopo di uccidersi a vicenda. soltanto uno, secondo le regole, riuscirà a vincere e tornare a casa...
Questo libro ha avuto su di me, lo stesso effetto che altri provano con alcol e tabacco, si ne sono uscito completamente dipendente. Ho finito il libro in 2 giorni, non riuscivo a staccarmi dalle sue pagine ed ogni momento era buono per sapere come andava a finire, merito dell'autrice, che utilizzando uno stile adatto soprattutto ai ragazzi, tiene alta la suspense e alla fine di ogni capitolo c'è un colpo di scena o un evento che ti costringe (letteralmente) a continuare la lettura (per certi versi mi ricorda i libri di "piccoli brividi" che leggevo da bambino).
I contenuti del libro sono piacevoli ma non eccelsi, scene di lotta e di azione, intervallati da una storia d'amore sullo sfondo, dettagli abbastanza cruenti che fanno continuamente crescere la suspense della narrazione. Discutibile sono alcune scelte stilistiche per quanto riguarda la trama, a volte banale ,scontata, prevedibile, ma mai noiosa.
Il libro ricorda, per quanto riguarda l'ambientazione e il genere (direi distopico), 1984 di Orwell, ma anche Fahrenheit 451 di Bradbury, il signore delle mosche di Golding... libri su cui la Collins si sarà sicuramente ispirata.
Finale, a mio parere poco chiaro, lascia un po quel senso " e adesso ???" o "ma che finisce così" ? probabilmente uno stimolo proseguire la lettura con il secondo libro.