Dettagli Recensione
La verità è una bugia
Questo era il libro della resa dei conti e, infatti, si scopre finalmente la verità sulla città e sui suoi abitanti. Sì, perché ciò che era stato rivelato a fine Insurgent si scopre essere falso, almeno in parte.
In questo volume troviamo ancora una volta una buona dose di azione, con meno sparatorie però e forse questo ha contribuito a farla pesare di meno. La storia, a differenza di come mi aspettavo, si svolge quasi tutta al di fuori della città dove sembra di scoprire subito la verità, anche se è solo apparenza. La motivazione che la Roth pone dietro a tutti gli avvenimenti è sicuramente una sorpresa ma non mi ha entusiasmato molto. Tragico il finale (forse per questo un po’ insoddisfacente) e sicuramente inaspettato.
Facciamo la conoscenza di nuovi personaggi, ognuno con un passato dal quale è stato segnato, e ritroviamo i vecchi. Ancora una volta però, gli amici di Tris restano a far da sfondo e l’autrice si limita a tirarli fuori quando ne ha necessità, per il resto poi, scompaiono bellamente. Per quanto riguarda i vecchi personaggi, Peter è stato di nuovo quello che mi ha incuriosito maggiormente, soprattutto con la sua scelta finale.
Ho accolto con piacere l’inserimento dei POV di Quattro che aiutano a capire i suoi pensieri, i sentimenti, le motivazioni che sono dietro le sue azioni, il rapporto con i genitori dai quali è stato tragicamente segnato. Tris, invece, mi ha un po’ irritato perché troppo presa da se stessa, si scopre avere sempre ragione e non fa il minimo sforzo per mettersi nei panni di Tobias.
Come nei libri precedenti le descrizioni non sono il massimo, soprattutto per quanto riguarda i personaggi: vengono presentati una sola volta e si corre il rischio di dimenticare il loro aspetto!
Bello, invece, il modo in cui la Roth ha cercato (quando lo fa) di far capire al lettore la “differenza” tra Chicago e il mondo di fuori, anche se poteva essere approfondito e sfruttato meglio.