Dettagli Recensione
Nulla di negativo
Insurgent non mi è piaciuto. O meglio. In realtà non c’è stato nulla che non abbia gradito, ma non mi ha colpito granché.
Rispetto a Divergent c’è sicuramente un maggior senso logico nel susseguirsi delle vicende e questo è un punto positivo. Per quanto riguarda le scene di violenza ed i combattimenti sono ancora molto presenti, ma per fortuna vengono giustificate, a differenza, invece, di quanto avveniva nel volume precedente. Presenti vari colpi di scena, molti scontanti a mio parere, ma un paio davvero inaspettati. Il libro si conclude proprio con uno di questi e sinceramente ora non so proprio cosa aspettarmi dall’ultimo capitolo della saga.
Nel descrivere le fughe di Tris l’autrice presenta i quartier generali di tutte le fazioni e le abitudini di quelle che non avevamo ancora conosciuto bene e questo solletica la curiosità del lettore.
Il rapporto tra la protagonista e Tobias si incrina, come c’era da aspettarsi, ma ho apprezzato come è stato descritto dalla Roth.
La scrittrice è molto brava a delineare i personaggi secondari e soprattutto a farli guardare con simpatia dal lettore ed è proprio per questo che mi è dispiaciuto per la perdita di alcuni di loro. A dir la verità, di molti, e per questo la mia prima reazione è stata la rabbia, tuttavia, la città è in guerra e in guerra la gente muore come le foglie in autunno cadono, quindi ci sta. Tra tutti mi ha affascinato (oltre ovviamente a Quattro) la figura di Jeanine ed incuriosito quella di Peter.
Il modo di scrivere è lo stesso del libro precedente, non ci sono stati né miglioramenti né peggioramenti, perciò non mi è piaciuto.