Dettagli Recensione
Un libro a metà
Mi avevano parlato tutti benissimo di questo libro, anche le recensioni sul web erano per la stragrande maggioranza positive, eppure, io non l’ho trovato poi così incantevole. Nel complesso non è certo un brutto libro, anzi, ma non lo definirei “magnifico”.
Ho trovato aspetti che non mi convincevano già a partire dall’ambientazione. Si definisce distopia, un’utopia negativa, per cui, una società che per seguire principi giusti arrivi a degenerare. Ci siamo per quanto riguarda gli ideali delle fazioni e per il loro stile di vita, ma la cosa finisce lì, nel senso che mi aspettavo una maggiore interazione tra i gruppi, un maggior bisogno l’uno dell’altro; invece, queste sono piuttosto indipendenti.
In secondo luogo, ho trovato la trama decisamente esile. Credevo che si sarebbe incentrata molto di più sulla ribellione e la divergenza; invece, rimangono sullo sfondo fino alla fine. Soprattutto la prima parte del volume penso che si basi troppo sull’iniziazione di Tris e sulle cose assurde che fanno gli Intrepidi. Nei primi capitoli mi sono sembrati soltanto degli squinternati che si divertivano nel fare cose stupide e pericolose: c’è una linea sottile tra il coraggio e l’idiozia e loro decisamente l’hanno superata: che diavolo di senso salire e scendere dai treni in corsa saltando, magari a decine di metri d’altezza?Aspettare che si fermi un attimo no, eh?
I colpi di scena sono presenti, ma non mi hanno trasmesso nulla: o li avevo previsti (ad esempio l’identità di Quattro), oppure non mi hanno sorpreso granché.
Per quanto riguarda i personaggi sono creati abbastanza bene, ma nessuno ha riscosso particolarmente la mia simpatia, ad eccezione di Quattro (un nome più assurdo non lo potevano scegliere). La protagonista ad inizio libro mi stava decisamente antipatica: troppo egoista e calcolatrice; per fortuna è andata migliorando insieme alla storia.
Ho apprezzato moltissimo il fatto che i ragazzi non siano stati i soliti “bellissimi e perfettissimi”, inclusa Tris; la relazione tra la protagonista e Quattro, che i loro sentimenti si siano creati poco per volta, e che non si sia vista neanche l’ombra del solito triangolo amoroso. Era ora!
Infine, la scrittura, che è stata proprio una nota dolente. Non mi è piaciuta per niente. Un susseguirsi di frasi scarne e paratattiche che non avevano assolutamente nessun motivo di essere. La paratassi si usa quando si vogliono mettere in risalto i sentimenti in modo forte, netto e deciso, ma in questo frangente non ce n’era alcun bisogno. Posso capire in libri come “Bianca come il latte rossa come il sangue”, dove ogni frase incide un solco profondo nel lettore, dove ogni parola deve trasmettere qualcosa, ma lo stesso non valeva qui. I sentimenti, -paura, altruismo, coraggio, rabbia- per carità, c’erano e non voglio sminuirli, ma non si trattava di emozioni dallo spessore tale da giustificare questo tipo di scrittura,almeno, non per tutto il romanzo.
Indicazioni utili
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