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Il libro degli esclusi
Questo commento non vuole essere una recensione dell'ultimo libro di Harry Potter. Vorrei semplicemente mettere in evidenza, senza troppi fronzoli e eccessi di retorica un po' furbacchioni uno dei motivi per cui andrebbe letto e ciò che a mio avviso lo rende speciale.
Quella di Harry Potter è una saga che se ci si apre con la necessaria semplicità e purezza può accogliere uomini e donne di ogni età. Già il fatto che la Rowling riesca a fare arrivare contenuti di indiscutibile spessore, come la dualità tra il bene e il male e la nebbia che separa e confonde i loro confini, l'amore come elemento che conserva l'ordine delle cose, l'instabilità morale del sistema politico di ogni realtà, già questo conferisce ai libri del maghetto notevole valore. Ma questo probabilmente è già noto.
Vorrei soffermarmi su un altro punto.
Se mi chiedessero di definire la saga di Harry Potter con poche parole risponderei che è il libro degli esclusi: Harry ha trascorso un'infanzia tormentata da emarginazione e solitudine; Ron è membro di una famiglia povera in cui il padre svolge un lavoro di bassa considerazione al ministero; Hermione è una mezzo sangue, Lupin un reietto, Sirius un uomo calpestato e dimenticato dalla legge. Gli esempi potrebbero essere tanti altri.
Quello che colpisce è questo: gli eroi della Rowling non sono convenzionali. Come accade nella società reale subiscono le etichette che la gente ti appiccica,ed è attraverso quest'etichetta che manifestano la loro vera forza: non si fanno sporcare dalla cattiveria del mondo e dalla sua ipocrisia, la loro purezza anno dopo anno rimane immutata; allo stesso modo persistono le loro fragilità e le loro contraddizioni, che li rendono personaggi da poter ammirare senza che siano troppo lontani da noi.
I lettori di Harry Potter sono tanti, di ogni età, estrazione, nazionalità. Ma il lettore che mi immagino io ha dodici-tredici anni e per la prima volta si sta affacciando al mondo, si sta scontrando con le prime maschere e falsità, e sta conoscendo i primissimi dolori. Il lettore che immagino nella mia mente sta subendo anche le prime emarginazioni. Ma ha Harry Potter sotto braccio e legge i suoi libri tutti d'un fiato, uno dopo l'altro. Non sa perché gli piace così tanto, e non può capire, nella sua tenera età, che in quell'oceano di ipocrisia il libro è uno strumento semplice ma di grande potere, a cui si può aggrappare per conservare la sua purezza. Perché si, qui è tutto sbagliato, ma Harry, Ron e Hermione non hanno mollato, e se ce la possono fare loro ce la può fare anche lui.
E' il potere dei libri ed è il potere di Harry Potter: un messaggio positivo che rifulge di luce in mezzo al buio e può essere di grande aiuto, soprattutto per i più piccoli e per i più fragili.
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Commenti
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Un abbraccio
Brava!
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Ora c'è mio figlio, lo stiamo leggendo insieme e sono in un'altra dimensione, apprezzo di più le avventure del maghetto, lo amo perchè lo ama mio figlio. Vedere questo libro con i miei occhi e contemporaneamente con gli occhi puri di un bambino è meraviglioso.
Tornando alla tua analisi, l'emarginato che ho amato tanto è stato Paciock. Quanti ragazzini goffi ho conosciuto, lui sarà un eroe esattamente come lo saranno Harry, Hermione e Ron e, mentre io lo volevo stringere come farebbe una mamma, mio figlio (vedendo il primo film) si arrabbiava e mi chiedeva "perchè Malfoi lo prende in giro?". Il bullismo e l'emarginazione sono concetti ben radicati nel romanzo e che tu lo voglia o meno, che tu sia aduto o bambino, sei costretto a rifletterci.
Ancora complimenti