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JKR mescola tanti ingredienti nel suo calice
Ecco, qui secondo me tocchiamo livelli altissimi di fantasy e di letteratura moderna in generale. Credo che questo sia forse il miglior romanzo della saga di Harry Potter, un capolavoro che spazza via una volta per tutte gli stereotipi(tali perchè la gente ormai ci si è abituata, non certo per la scarsa fantasia dello scrittore, anzi. Tolkien fa letteralmente paura nella caratterizzazione dell'ambiente) del Lord of Rings. Harry Potter cresce non solo fisicamente, non solo biologicamente, non solo come personaggio, ma anche come saga vera e propria. E cresce, inevitabilmente, anche JKR.
Hogwarts è sede del Torneo Tremaghi, importante manifestazione del mondo magico a cui partecipano gli studenti provenienti dalle scuole di magia più prestigiose al mondo. Harry partecipa contro la sua volontà e scopre segreti al limite dell'immaginazione ...
Straordinario, davvero. Un libro che finalmente si è evoluto nella forma che poi darà vita alla sua conclusione, un'opera maestosa del fantasy con la Rowling che padroneggia facilmente(e fa quasi paura) una storia che non si limita al semplice svolgimento del torneo, ma che rilascia storie su storie come proiettili che uno ad uno colpiranno il lettore. In un solo libro la Rowling riesce a :
1)Descrivere la storia come se l'era immaginata, quindi c'è la narrazione impeccabile del Torneo, le tre prove, tutti i vari studenti, le loro caratteristiche salienti.
2)Nelle recensioni precedenti l'ho dato per scontato, ma adesso ne parliamo apertamente: vogliamo spendere due paroline per il personaggio di Piton? Da lettore non posso non constatare che si tratta del personaggio migliore dell'intera saga, un antieroe oscuro che sorprenderà tutti. E forse la Rowling qui fa trasparire qualche indizio a proposito della reale personalità del mago in forza ad Hogwarts. Un personaggio, quello portato da Alan Rickman sul grande schermo, davvero difficoltoso, intricato in una selva oscura di segreti, doppisensi, comportamenti equivoci(e univoci, oserei dire).
3)La Rowling descrive benissimo le prime palpitazioni ormonali dei ragazzi. Ormai si tratta di adolescenti ben più che formati, non di bambini, dunque è giusto che comincino a nascere le prime attrazioni, le prime antipatie. C'è la costruzione oculata del rapporto Ron/Hermione, c'è l'approccio di Harry al sesso opposto(non fatevi venire strane idee, questo non è un libro della E.L. James e l'adolescenza è trattata con i guanti bianchi, nel senso che vi è purezza illimitata).
4)Torna in pianta stabile Voldemort, ma non posso dirvi di più, altro significherebbe spoilerarvi il finale.
5)C'è la tematica della morte che entra prepotente nella saga e va subito a colpire nell'intimo il protagonista. Se nei precedenti libri abbiamo avuto un accenno, qui preparatevi ... niente sarà più come prima.
Per questi motivi, secondo me, Harry Potter e Il calice di fuoco è forse il migliore libro della saga. E soprattutto è un libro fondamentale per capire i successivi.