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Odore di cambiamenti ad Hogwarts
Un Harry Potter dalle tinte giallognole, quello della Camera dei Segreti. Pardon, forse non mi sono spiegato bene: il maghetto, nel secondo capitolo della saga a lui dedicata, mantiene la consueta freschezza e lucidità, ma assume tinte gialle, quasi thrilleriste. E aggiungerei che vi è anche uno spruzzo di placido horror.
Harry torna ad Hogwarts dopo un estate passata in compagnia dei tirannici zii. Prima di partire fa la conoscenza di Dobby, elfo domestico che vorrebbe impedirgli di tornare a scuola. Il perchè è presto detto: Harry è in pericolo e l'apertura della Camera dei Segreti, famigerata stanza in cui è rinchiuso un mostro terribile, non fa che aumentare i rischi. L'enigma sovviene durante l'anno scolastico: chi è l'erede di Serpeverde che sta pietrificando gli studenti(e i gatti ...) di Hogwarts?
La Rowling diventa "prepotente" e cambia le carte in tavola. Vi è maggior violenza in questo secondo capitolo(per quanto una scritta col sangue e una pugnalata sul diario possano significare violenza), vi è maggior credibilità del lato oscuro tanto millantato nel primo capitolo e vi è anche una sorta di presagio che chiariremo nelle recensioni dedicate ai capitoli successivi: un riferimento temporale importantissimo che viene però velato sotto le mentite spoglie di maghi purosangue e maghi mezzosangue/sanguesporco. Il secondo capitolo è una prospettiva dark del primo; una sorta di rielaborazione del primo libro in tinte dark: c'è ancora presente un alone fiabesco, una sorta di desiderio di stupire con un mondo che il lettore non finirà mai di conoscere, ma poi queste cose vengono quasi ... accantonate per far spazio ad una storia molto buona, ad un giallo per ragazzini in cui il colpevole appare quasi fin dalla prima pagina.
Bello davvero, anche perchè da qui in poi le cose cominceranno davvero a cambiare ...