Dettagli Recensione
Ancora una volta, per il pubblico
Visto lo strepitoso successo riscosso dopo l'adattamento cinematografico, mi sono deciso a leggere questo Hunger Games, partendo dal sadico e gustoso proposito di stroncarlo... ma mi sono dovuto ricredere, almeno in parte.
Sono troppe ormai le saghe pseudo-fantasy adolescenziali da cui poi vengono tratti dei film. Amori impossibili, sdolcinati e mal realizzati. Racconti che non fanno altro che entusiasmare una mandria di ragazzine (e mi dispiace, ma purtroppo è il sesso femminile a risentirne di più) e che caratterizzano gli adolescenti come bamboccioni dal cuore palpitante.
Hunger Games è tutto questo ma fatto in maniera decorosa. Gli elementi per il successo ci sono tutti; non possiamo parlare di "alta letteratura" ma la morale finale è importante: un prodotto commerciale non deve per forza essere brutto.
Inoltre va sottolineato che questo è un libro per ragazzi, e che finalmente vengono poste delle tematiche e delle morali che possono soltanto fare bene ai lettori: il capitalismo cannibale, la povertà, il mondo materialista in genere.
Sono rimasto colpito dalla storia d'amore, indispensabile solo per portare questa tipologia di romanzi nelle librerie. Non è per nulla banale, e se lo sembra il tutto viene giustificato dall'obbligo impellente di dare al pubblico di Capitol City quello che vuole vedere... un po' come gli scrittori di questi generi fanno per i lettori.
I sentimenti di Katniss si fanno sempre più confusi; innamorata in realtà dell'amico d'infanzia, si trova a dover fingere una relazione con il compagno di gioco, ma quanto potrà durare questa finzione? Cosa succederà una volta che i giochi saranno finiti e lei si troverà immischiata in un ménage à trois? E' una love story per nulla banale, soprattutto se proposta a un pubblico di ragazzi.
Per il resto, il libro è fluido, si legge velocemente, il gioco mortale è edulcorato apposta per il target mirato ma le riflessioni sulla sopravvivenza e le sue difficoltà non mancano.
Non possiamo parlare di un prodotto originale; al di là del più-che-citato Battle Royale, L'Uomo in Fuga di Stephen King analizzava praticamente le stesse cose di Hunger Games.
Il risultato finale è un buon libro che invoglia a proseguire la storia.
E soprattutto, se un'opera nata per fare soldi riesce nel suo intento mettendo in piedi qualcosa di godibile, con dei valori che possono insegnare qualcosa ai giovani, ben venga.