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IL GIOCO PIU' BELLO? LA GUERRA ???????
"Ci sono libri per maschi e libri per femmine".
Questo il mio pensiero da piccola.
E questa è stata la motivazione per cui non ho mai letto "I ragazzi della Via Pal".
Sapevo che parlava di bande di ragazzi che giocavano alla guerra e per questo non poteva assolutamente rientrare nei miei interessi e giungevo persino ad allargare questa mia concezione al resto del mondo femminile; tra l'altro non ho memoria di amiche che l'avessero letto.
Ho faticato a capire la valenza di questa narrazione, che vede dei ragazzi "vivere la guerra" in un gioco.
Ciascun ragazzo assume un ruolo ben preciso, seguendo i gradi dati ai vari componenti di un vero e proprio esercito: soldato semplice, tenente, comandante...
C'è chi comanda e sembra nato per esserlo, c'è chi vorrebbe esserlo ma non lo è e perciò prova invidia e si muove di conseguenza, c'è chi tenta di avanzare di grado, ma pur di esserci ,rimane in silenzio o quasi e..e accetta tristemente.
Due sono le bande di ragazzini che si contendono un semplice campo, che è il simbolo di tutti i loro sogni.
Rappresenta tutto per loro: a momenti è una prateria, in altri una distesa pianura ,o il mare, il polo nord....qualsiasi posto dove vorrebbero andare.
E con la capacità di fantasticare tipica dei ragazzi sognano il proprio futuro e Boka, uno dei ragazzini protagonista principale ne rappresenta la maggior rappresentazione.
Una guerra si scatena tra due bande che ambiscono a questo "magico" e pezzo nudo di terra.
Una guerra che li porta a imporre delle regole e a non ripettarle nel momento dell'azione.
La gran saggezza di Boka, è ciò che ho apprezzato di più.
La sorte invece del piccolo Nemeksec mi ha provocato diversi sentimenti, primo fra tutti la rabbia.
Lui che più di tutti si è speso per la loro causa, lasciandosi trascinare in giochi pericolosi che mancavano in assoluto di un minimo di precauzione e di lungimiranza...Una sorte la sua che fa riflettere che un atto eroico sia pur vissuto intensamente, se poi si rivela essere stato vacuo...lascia molto amaro in bocca...
Certo vengono lanciati anche dei buoni messaggi, come la capacità di perdonare, di sapersi rivedere, dell'importanza di credere nei sogni e nel futuro...
Fatto sta che trovo questo racconto profondo e molto delicato al tempo stesso...
L'indole alla guerra c'è nella maggior parte dei ragazzi...Solo una lettura attenta se non addirittura guidata potrebbe essere la miglior soluzione per questo libro.
Si, sono contenta d'averlo letto, ma trovo di non aver perso nulla , nella mia scelta di non averlo letta da piccola.
Già la vita ti porta ad affrontare guerre quotidiane, e che non vorrei vivere...No, la guerra anche scritta non fa per me!...
Buona lettura a chi invece si appassiona a questa tematica.
"I ragazzi della Via Pal" è un classico...me ne rendo benissimo conto... termino con dei quesiti ai quali non ho per ora risposta precisa: "Un libro perché classico, deve ritenersi sempre valido? Siamo sicuri che i contenuti siano sempre proponibili?...e per ultimo: se siamo nella condizione in cui siamo...e mi riferisco a livello generale...non è anche colpa di qualcosa che andrebbe riveduto?...
Sarà che ho sempre pensato che "Guerra porta altra guerra"...
Mentre lo leggevo e ne davo un'anticipazione ai miei alunni, vedevo particolarmente presi ragazzini che più facilmente degli altri ricorrono alle mani e ad atti non sempre adeguati nei confronti dei compagni.
A questo punto mi chiedo: E' pur vero che anche io nella mia semplicissima vita ho dovuto rapportarmi con ( pochissime per fortuna) persone che in qualche modo mi hanno fronteggiato e contraddetto...Forse l'avessi letto, mi sarei ricordata che vale più l'astuzia della forza...che quando il gioco si fa duro, i duri si fanno vedere...e altri accorgimenti che ...magari mi sarebbero stati utili... e che invece ho scoperto vivendo...
Spero vivamente in un confronto, in pace pero' ;)...magari con Daniela e Dean Lucas, visto che è stato il loro libro preferito...
Grazie,
Pia
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Commenti
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Pia
Grazie Pia :-)
Grazie Marcella, gentilissima!
Pia
Pia
Ricordo bene però che da piccolino - il libro campeggia ancora nella mia libreria - mi era piaciuto moltissimo... probabilmente perché era un libro da "maschietti", almeno così era a quell'età.
ma c'è molto di più.
Oggi, I Ragazzi della Via Paal, è il più celebre romanzo ungherese.
I protagonisti, dall'eroe debole al capo saggio, avevano uno spessore psicologico incredibile per l'inizio novecento, trattandosi di letteratura per ragazzi. L'intero romanzo, è la denuncia fredda, a volte persino crudele, dell'impatto della guerra nel mondo dei ragazzini e di come questi ultimi, in ultima analisi, ne sono le vittime innocenti, non solo fisiche ma soprattutto psicologiche, nella loro "ingenua" ricerca di emulare il mondo spietato degli adulti.
Mi viene in mente come una storia del genere oggi non sia magari ripetibile in Ungheria, ma nel medio oriente? Come vivono gli adolescenti nelle regioni segnate dalla guerra quotidiana? Oggi sono loro i ragazzi della via Paal.
L'autore, ben lontano da esaltare gli ideali della guerra nel mondo dei ragazzi, in realtà la condanna nel modo più sottile e creativo: mostrandone la crudeltà, fosse anche solo un piccolo tradimento o un infantile gesto eroico che condurrà alla morte.
:)
Proprio ieri tra l'altro ho scoperto che un mio alunno che non aveva letto quasi nulla finora, ha iniziato proprio con I ragazzi della Via Pal il suo interesse verso la lettura; sua mamma mi ha detto che se lo porta anche in camera per leggerlo prima di dormire.
Comunque concordo sul fatto che tale libro sarebbe ben inserito in un contesto in cui si vive la guerra quotidianamente come in medio oriente...e anche che attecchisce molto più facolmente nel mondo dei maschietti...
A me non è piaciuto il fatto che in qualche modo si sottintenda che in guerra, una volta che uno sgarra...sembra che tutto sia lecito per tutti...
E poi resta il fatto che si è giocato "giocando e scherzando" con una vita e questo non va bene...ma lo può diventare se si accompagna il tutto con una buona e intelligente opera di comprensione e critica adeguata, al fine di non ripetersi negli stessi sbagli
Grazie davvero per il tuo graditissimo intervento!
A presto, Pia.
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