Dettagli Recensione
Speravo meglio
Ho letto questo libro perché, nonostante il primo presentasse una serie quasi infinita di difetti, mi era piaciuto molto. Anche il secondo volume della saga inizialmente mi ha rapito, ma poi si è perso per strada. Innanzitutto, ho riscontrato gli stessi errori di punteggiatura, le stesse ripetizioni e gli “sbalzi” nelle azioni dei personaggi. Addirittura un paio di volte il nome del protagonista maschile si è trasformato in Jack o Luke, che è un personaggio completamente diverso. Di nuovo, ho avuto l’impressione che la Clare avesse tratto scene da altri libri. Ad esempio quella del bacio tra Clary e Simon interrotto dalla chiamata di Jace, o, peggio ancora, il personaggio dell’Inquisitrice che mi ha ricordato in modo assurdo la Umbridge di Harry Potter. Per quanto riguarda la storia in sé, ha smesso di entusiasmarmi più o meno da quando il migliore amico della protagonista è stato trasformato in vampiro. Un aspetto che avevo apprezzato di questa saga era il fatto che non si soffermava su nessuna creatura soprannaturale in particolare e invece… ecco che tornano i vampiri…che barba!In più, la trasformazione di Simon è assolutamente grottesca e stereotipata. La storia d’amore tra Clary e Jace mi è piaciuta abbastanza -anche se non mi va tanto giù che questi loro sentimenti irrefrenabili siano nati in un paio di settimane appena- ma alla fine mi ha deluso parecchio. La Clare è ricorsa al solito cliché: uno è pronto a dichiararsi mentre l’altro fa un passo indietro. Rispetto al volume precedente, la storia è narrata da vari personaggi (e questo non aiuta di certo a decifrare meglio la prosa dell’autrice)e troviamo anche una new entry. Nulla da ridire su Maia come personaggio, tuttavia, a meno che nel prossimo libro la Clare non voglia approfondire la sua figura, trovo che raccontare tutta la sua vita e assumere il suo punto di vista di tanto in tanto, servano solo ad allungare il brodo. In più, come fa Maia ad innamorarsi di Simon se scambiano appena un paio di battute??Ancora una volta ho trovato difficile mettermi nei panni dei personaggi a causa della ridotta introspezione psicologica. Esattamente come nel precedente capitolo, il punto di maggiore forza è costituito dai dialoghi divertenti dei personaggi ma, a differenza di “Città di Ossa”, qui i colpi di scena non mi hanno entusiasmato gran ché, così come tutto il resto.
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E anche tutta la storia con Simon, che esplode nel giro di un giorno, mi sembra una cosa messa lì solo per separare ulteriormente Clary e Jace e fare pensare che il loro amore sia sempre più impossibile. Un giorno si mettono insieme e il giorno dopo sono già in procinto di fare sesso. Anche qui non avrebbe guastato indagare un pochino i sentimenti dei personaggi.
I dialoghi spesso sono carini e divertenti, però a volte c'è una tendenza ad esagerare con le battute, che vengono tirate fuori anche nei momenti più drammatici. Sembra spesso che i personaggi siano consapevoli di vivere una finzione e ci scherzino su con disinvoltura perchè non temono davvero di finire uccisi da un demone. Questo non accresce certo il realismo dei libri.