Dettagli Recensione
la realtà è peggio del peggiore degli incubi
La parola "proibito" è spesso associata nella letteratura a libretti di genere rosa-pseudo-erotici-pseudo-scandalosi che vorrebbero auspicare a chissà cosa per attirare attenzione dagli scaffali. Bene, scordatevi tutti i cliché associati ad essa, perché in questo libro non vi saranno specchietti per allodole e il "proibito" sarà veramente tale. Leggendo dal dizionario: PROIBITO= non consentito dalla legge. Quando mi sono apprestata a leggere il romanzo questo concetto nella mia mente era ancora abbastanza sfocato, non avevo capito in pieno quello in cui mi sarei imbattuta, la consapevolezza è arrivata solo alla fine. Ma partiamo per gradi.
Fin dall'inizio era chiaro che questa storia mi sarebbe piaciuta, lo stile di scrittura dell'autrice risulta scorrevole e avvincente, i protagonisti sono due (Lochan e Maya, fratello e sorella) che espongono i fatti narrati in prima persona alternandosi di capitolo in capitolo, e, anche se la partenza è in po' in sordina e l'attenzione viene rivolta principalmente alla loro vita scolastica, alle dinamiche della loro famiglia e alla loro routine quotidiana, si capisce subito che non è il solito libro adolescenziale banale, ma che al contrario vi saranno in serbo molte sorprese, solo che davvero... mai mi sarei aspettata un tale coinvolgimento. Non sono una lettrice che si spertica in lodi facilmente, che si lascia coinvolgere dai risvolti emotivi dei romanzi, o dalla lacrima dirompente, ma "Proibito" è davvero un romanzo che lascia il segno e nonostante la tematiche che affronta siano talmente particolari che dubito vi siano molte persone che abbiano vissuto qualcosa di simile, al tempo stesso è impossibile non immedesimarsi in Lochan e Maya ed essere d'accordo in tutto e per tutto con il loro amore sbagliato. E qui l'autrice fa davvero riflettere sul concetto di sbagliato, perché è palese agli occhi di chiunque abbia letto il libro che nulla dei comportamenti dei due protagonisti sia sbagliato sul serio, ma... ironia della sorte... lo è per la legge. Durante la lettura si prende quasi alla leggera questo rovescio della medaglia, ci si lascia prendere così tanto dall'evolversi dei fatti che quasi ci si scorda, o quantomeno si tende a disinteressarsi e a minimizzare, di ciò che è proibito non per etica ma per regolamentazione scritta dal codice penale.
Il mio pensiero era: "Ma sì... cosa importa di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato... non sarà poi così grave se i protagonisti non fanno del male a nessuno e sono entrambi consenzienti..."
E' per questo che poi, quando il mondo reale inizia a prendere il sopravvento, ci si rende davvero conto di quanto la realtà sia il peggiore degli incubi. Sinceramente sono rimasta abbastanza traumatizzata dall'epilogo di questo libro, non me lo aspettavo. Ma ciò non toglie che è stata (al momento) la lettura migliore del 2013.