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Gli amici diversi
Poche parole, poche pagine, frasi semplici accompagnate da illustrazioni altrettanto belle ma essenziali; il tutto intriso di contenuti intensi e profondi.
Così si potrebbe riassumere sinteticamente questo grazioso romanzo breve (anzi, brevissimo) di Luis Sépulveda, nonché sua ultima fatica e mia introduzione nel mondo letterario di quest’autore.
Il tema trattato (l’amicizia col diverso) è ivi affrontato dalla relazione che nasce tra “un gatto cieco dal profilo greco” di nome Mix, un topo (Mex) e, in secondo piano, abbiamo anche un uomo (Max), il padrone del felino.
Mex sarà gli occhi di Mix, e quest’ultimo la fonte di coraggio e di vita del topolino e la storia si dipana per tutto il tempo in tal modo: narrando delle gesta apparentemente banali e quotidiane, oserei dire “umane”, ma così toccanti nella loro scontatezza, di questi due amici diversi e uniti.
Eppure, per quanto un’immensa dolcezza emerga da questo libretto, non sono riuscita ad apprezzarlo fino in fondo.
Prima di tutto perché ho fatto confusione: con tutte queste similitudini fra i nomi dei tre protagonisti, più di una volta ho confuso gatto con topo, gatto con umano, topo con gatto, umano con gatto, topo con umano… Mix, Max, Mex, Mix, Max, Mex…. Aiuto! Posso capire che la somiglianza delle denominazioni voglia evidenziare e rafforzare il legame del trio, ma un po’di fantasia nominale non sarebbe stata male.
E poi, diciamocela tutta, il topo (che mi sembra di ricordare sia Mex) è abbastanza insopportabile e irritante: oltre ad essere uno snervante chiacchierone, continua perennemente a ripetere le stesse identiche cose (che, più che altro, sono capricci personali, piagnistei, attacchi di fame e aggettivi superlativi dati a qualunque cosa gli capiti sotto tiro)!
Niente a che vedere con il saggio, pacato e affettuoso Mix (che è il gatto, vero? Cappero, sono ancora confusa)!
Poi, forse è una mia impressione, ma questo libro a volte è eccessivamente buonista: ogni tre per due, infatti, spuntano fuori frasi fatte come “Gli amici si vedono sempre nel momento del bisogno”, “Gli amici non dicono mai bugie fra di loro”, “Gli amici condividono sempre tutto: sia le cose belle che quelle brutte”, “Gli amici sanno sempre ascoltare”… Ma basta! Ancora un po’ e ci facciamo la pubblicità del “Mulino Bianco” o i bigliettini dei “Baci Perugina”!
Dopotutto, cosa c’è di più bello di una morale implicita che il lettore scopre con il proprio cuore, leggendo il libro e divorando storia, parole e pagine? Trovo che sia molto brutto farsele “sbattere” così evidentemente in faccia, negli occhi, come un francobollo su una cartolina.
Infine, avrei voluto che fosse più lungo: ci sono troppe poche pagine, troppi pochi dettagli. E’vero che ci si può tranquillamente affidare alle illustrazioni presenti, all’immaginazione personale e alle sintetiche descrizioni, ma le emozioni provate dai singoli personaggi sono appena abbozzate, e l’arricchimento di qualche evento narrativo avrebbe reso il tutto perfetto e ancora più profondo.
A parte ciò, devo ammettere che sono entusiasta di aver conosciuto Sèpulveda con questo piccolo gioiellino e sicuramente leggerò altro di lui.
Consigliato e adattissimo sia per piccini che per adulti.
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Commenti
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Max-Mex-Mix: ci hai visto bene sulla confusione: qui, per definire una situazione confusa, ingarbugliata o di-tutto-un-pò, si dice Misch-Masch, HAHAHAH!!
E Mix Mex Max sono sistemati.... :-P
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Simpaticissimo il tuo commento!