Dettagli Recensione
Serie "Hunger Games" vol. 3
Non so se ridere o se piangere. Questa trilogia è stata, per me, la più deludente di tutti i tempi. Iniziata alla grande con il primo libro che ho adorato dandogli ben 5 stelle, è proseguita con un secondo libro molto sottotono e con idee riciclate che per me è valso solo 3,5 stelline, finendo infine con un terzo libro che... stendiamo un velo pietoso... peggio di così non poteva essere. Faccio veramente fatica riordinare le idee per scrivere questa recensione, le cose che non mi sono piaciute sono talmente tante che non so da dove iniziare. La mia rabbia è talmente accesa che sto per trasformarmi io nella "ragazza di fuoco", altroché Katniss.
Dato che l'ho nominata partiamo da lei, Katniss, un personaggio che avrebbe dovuto essere carismatico, che avevo amato alla follia nel primo libro. Su di lei mi ero detta: "Finalmente una protagonista con le palle!". Illusa. Katniss, già dal secondo libro perde la verve che l'aveva resa tanto speciale e interessante. In questo terzo libro è praticamente un'ameba, non fa altro che trascinarsi da uno stato d'incoscienza ad un altro, si autocommisera, si piange addosso, medita il suicidio. Ma quale ghiandaia imitatrice, ma quale ragazza di fuoco, ma quale simbolo della rivolta. In questo terzo libro appare finalmente evidente che Katniss si è ritrovata in questa situazione privilegiata per puro caso, non ha la stoffa da leader, è troppo debole per essere una ribelle, è troppo debole per praticamente qualsiasi cosa. Il suo unico pensiero, la sua unica ossessione, è Peeta. Stop. L'autrice deve avere proprio un debole per questo personaggio (che a me personalmente non è mai andato a genio più di tanto) perché già a partire dal secondo libro fa ruotare sempre tutto intorno a lui. Peeta diventa così l'elemento di disturbo di una trilogia che potenzialmente avrebbe potuto dare molto. Un potenziale sprecato. Si potrebbe rinominare la serie con il suo nome: Peeta Games. L'influenza di questo personaggio all'interno della storia è così forte che anche quando fisicamente non è presente è come se lo fosse. Inutile dire che non ho per niente apprezzato come l'autrice ha deciso di gestire gli avvenimenti del romanzo, l'ha trasformato in un prodotto mediocre con stampo marcatamente adolescenziale, con il solito messaggio di fondo per indottrinare le masse, dove l'amore alla fine trionfa in un tripudio di procreazione, perché è così che dev'essere, e tutte le storie devono avere il solito scontato epilogo (perché è cosa buona e giusta).
Gli spunti per rendere "Il canto della rivolta" un libro incisivo e unico ci sarebbero stati, una rivolta ad un regime distopico è un passaggio importante, epocale, andava descritto meglio, andava rivolta maggiormente l'attenzione alle conseguenze di questo scontro, Katniss avrebbe dovuto essere al centro del tutto, attivamente, lucidamente, non accantonata in un angolo a recitare per delle telecamere (di nuovo!) e troppo impegnata nel suo personalissimo scontro amore-odio per avere davvero voce in capitolo su cosa stava accadendo. L'autrice si sofferma troppo a descrivere scrupolosamente e giorno per giorno i mille passaggi dell'involuzione mentale dei personaggi chiave, mentre la parte del libro veramente importante viene liquidata frettolosamente, in poche righe ci fa un sommario riassunto di quello che è accaduto non soffermandocisi affatto. Certo, ci sono parecchie scene drammatiche, molto sangue, morte e devastazione, ma non basta per scuotermi e stupirmi, non bastano scene violente per far diventare uno YA di successo commerciale come tanti, ad uno YA di qualità superiore.
E' un peccato, un vero spreco di materia prima. Se l'idea geniale degli Hunger Games fosse venuta a qualche altro autore (o autrice) più capace e talentuoso avremmo avuto per le mani una vera perla della narrativa moderna, un classico del domani. Invece la Collins non si è dimostrata all'altezza della situazione, accecata dal successo si è lasciata andare banalizzando il tutto. Avrebbe dovuto limitarsi ad un unico romanzo autoconclusivo.
Indicazioni utili
Essendo questo il terzo ed ultimo libro di una trilogia chiunque abbia apprezzato almeno il primo libro deve leggerlo. Personalmente io mi sono sentita tradita, è la prima volta che una saga che amavo fa una così rapida dipartita verso il basso. Mi è già capitato di non amare i sequel come i primi libri, ma mai c'è stato un divario così grande da un libro all'altro.