Dettagli Recensione
Capolavoro mancato
Partiamo dalla cover: l’ho trovata bella, certo l’idea quello dei due ragazzi che si guardano non è originale, anzi, è un po’ un cliché ma a me piacciono sempre, in più i colori usati per lo spazio e le stelle sono bellissimi, l’unica pecca della copertina è il tipo di scrittura utilizzato per il titolo, quello non mi è piaciuto molto, ma passiamo alla storia. A mio parere è molto originale ma forse la penso così perché è il primo libro fantascientifico che leggo. La narrazione è al presente, in prima persona. I capitoli si alternano in modo simmetrico: una volta racconta Elder ed una volta Amy. Solitamente l’uso della prima persona permette all’autore di indagare a fondo l’animo dei personaggi ma, purtroppo, in questo libro i sentimenti sono appena accennati eccetto nei capitoli dove si descrive l’ibernazione della ragazza, quelli sono fatti piuttosto bene. Anche le descrizioni sono piuttosto sommarie ed è un vero peccato perché l’idea era buona e la narrazione è un susseguirsi di colpi di scena (alcuni ce li si aspetta ma altri sono una vera sorpresa!). Vengono inoltre, affrontate tematiche importanti come il razzismo, l’eticamente giusto o sbagliato, la solitudine, i limiti che la scienza non deve oltrepassare, l’idea di prigione, il tutto in modo leggero così che il libro non ne esce appesantito. Il mondo ideato sulla nave è davvero formidabile, affascinante in ogni sfaccettatura. Mi è piaciuto molto anche il “rapporto con le stelle”, l’unica cosa del mondo di fuori che gli abitanti della nave (e nemmeno tutti) possono vedere. Se l’autrice avesse dato più spazio agli stati d’animo dei personaggi questo libro sarebbe potuto essere davvero un capolavoro ma non l’ha fatto, perciò mi ha dato l’impressione di un libro a metà. Ad ogni modo, è sicuramente un ottimo passatempo.