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Il tutù di Pavlova
È il 2003 e siamo a Baghdad, la guerra è vicina, troppo vicina e la piccola Erfan, come la grande Pavlova, interpreta il balletto de “Il lago dei cigni”.
Ben presto però la sua vita, quella dei suoi genitori e della piccola sorellina verrà completamente stravolta.
Da un giorno all’altro sono passati dalla dittatura di Saddam al caos dell’occupazione ed a pagarne le spese erano soprattutto le donne ed i bambini.
Per Erfan la porta della fanciullezza si chiuderà di colpo, sbattendo violentemente e lasciando spazio solo a: orrore, morte, sangue, grida, bombe, missili e grandi perdite.
Lei e la sua famiglia cercheranno sempre di andare avanti anche quando tutto sembra andare per il verso sbagliato.
Si ritroveranno nelle peggiori situazioni, senza: cibo, acqua e luce.
Il libro narra la storia di una famiglia benestante che si ritroverà in poco tempo in una situazione disagiata e piena di orrori.
Una storia che fa riflettere sia i grandi che i piccoli.
Un libro che tutti gli adolescenti dovrebbero leggere per capire l’importanza delle cose che hanno nelle loro case. L’importanza di tutto quello che possiedono, dei vantaggi che abbiamo.
Mentre leggevo provavo ad immedesimarmi nella piccola protagonista. Cercavo di capire come riuscirei io a reagire nella situazione in cui lei si è trovata. L’unica cosa che mi sono augurata è stata quella di non trovarmi mai nei suoi panni.
Questo romanzo è per ragazzi, ma credo che tutti noi dovremmo leggerlo perché ci fa riflettere sui valori e sull’inutilità delle guerre che ogni giorno vengono combattute e che fanno morire un sacco di persone innocenti.
“Tutto d’un tratto le luci si spengono e la musica di Tchaikovsky riempie tutta la sala. Suonava così forte che attutiva i tamburi di guerra che ci minacciavano. Venti bambine dai sei ai tredici anni danzavano per spaventare le nuvole nere che intimorivano Baghdad.”
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