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Serie "Hunger Games" vol. 2
***** avverto che in questa recensione ci sono dei piccoli spoiler, niente di molto compromettente, niente spoiler sul finale, ma per non rovinarvi la sorpresa consiglierei comunque di leggerla solo se avete già letto il libro *****
Mi era piaciuto moltissimo il libro precedente, ma questo secondo volume della trilogia di Hunger Games risente fortemente del calo qualitativo che subiscono le saghe dopo uno sfavillante primo libro. La parte iniziale (quella ambientata nel distretto 12) è la parte che mi è piaciuta di più, e inizialmente infatti mi ero illusa che l'autrice avesse in serbo per i lettori qualcosa di nuovo e originale. Ho trovato i primi undici capitoli assolutamente elettrizzanti e carichi di tensione. L'incertezza di quello che avverrà, la crescente oppressione governativa, la minaccia incombente e le condizioni ancora più precarie in cui versano i distretti riescono a trasmettere al lettore un forte impatto emotivo, un vero esempio di letteratura distopica. Ero già quasi certa che avrei dato al romanzo nuovamente il massimo dei voti se solo la storia avesse seguito quelle premesse.
Purtroppo però la mia delusione è stata cocente non appena ho appreso le vere intenzioni dell'autrice: ripetere gli Hunger Games rimandando Katniss e Peeta nell'arena. Da questo momento in poi tutto ciò che fino ad ora era stato interessante e originale è diventato solo molto scontato e monotono. La Collins ha dimostrato di non avere più idee e la storia perde mordente, trasformando un personaggio forte e carismatico come Katniss (o forse sarebbe meglio dire: come ERA), nella solita ragazzina melensa e lamentosa, con l'unico chiodo fisso nella testa di salvare il suo amato. Già nel primo libro avevo trovato che tutta la preparazione agli Hunger Games fosse un po' troppo prolissa e particolareggiata, ma trattandosi appunto della prima volta che la leggevo c'era da considerare il fattore novità. Doversi invece rileggere la preparazione agli Hunger Games per la seconda volta (e quindi dover rivivere nuovamente le preparazioni, le vestizioni, la comparsa tv, gli allenamenti, l'esame finale con gli strateghi) è stato pesante, non riuscivo a credere che l'autrice non fosse stata in grado di pensare a qualcosa di diverso, avrei preferito mille volte che Katniss e Peeta fossero stati mentori e seguire gli Hunger Games secondo un'altro punto di vista, giusto per variare un po'. Anche la fase finale in cui i personaggi entrano nell'arena non mi ha entusiasmata. Prendo atto che c'è stato un tentativo di rendere questa puntata degli Hunger Games molto diversa da quella precedente con un estremo cambio di ambientazione, ma il nuovo scenario è stato a mio avviso fin troppo complicato, le descrizioni delle scene (forse anche perché condensate in pochissimi capitoli) appaiono confuse, non mi hanno coinvolta. Tutta la mia attenzione è stata spesa nel cercare di capire quello che accadeva, con blandi risultati.
"La ragazza di fuoco" è stata purtroppo una lettura inferiore alle aspettative, speravo di assistere ad una storia originale come la precedente, ma invece a livello di idee è scarso, mentre a livello sentimentale ricalca i soliti cliché degli Young Adults ormai troppo vicini ad una telenovela per poter davvero appassionare. Nel mio voto complessivo sono stata leggermente generosa, perché tengo conto che la prima parte del libro mi è piaciuta e che il potenziale distopico era ottimo. Leggerò il terzo libro ma non nutro speranze di miglioramento.
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Commenti
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i primi due si equivalgono abbastanza...
il terzo è pirotecnico!!!
:P
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il terzo è decisamente il migliore alla fine!!!!
:))