Dettagli Recensione
Fast food reading
Dopo aver sentito parlare fino alla nausea di Hunger Games, mi sono deciso a comprare anche io questo romanzo, rigorosamente in versione ebook Amazon.
Devo confessare che i primi capitoli mi avevano molto illuso sulla qualità del libro. Lo stile veloce mi piaceva, l'ambientazione distopica e maledetta mi coinvolgeva. Poi con lo scorrere delle pagine mi sono reso conto che al di là delle apparenze, Hunger Games non è nient'altro che un mediocre prodotto commerciale, trainato soprattutto dal battage pubblicitario e dal film. Entriamo nello specifico.
STILE: Lo stile è scarno e appare rapido e abbastanza mostrato, inizialmente. Siamo nei pensieri della protagonista e per fortuna ci si resta solidamente per tutto il romanzo. Dallo scarno mostrato però si passa ad uno stile praticamente elementare nel giro di cinque capitoli. In bocca e in testa alla ragazza guerriera Katniss l'autrice piazza pensieri e parole detti con tono da liceale dei nostri giorni. Non mi si dica che la motivazione per una scrittura così banale è la giovane età della protagonista, perché parliamo di una ragazza cresciuta in un ambiente ostile, non di una liceale americana. A causa di ciò al capitolo 17-18 si arriva ad una noia mortale. Le scene di combattimento non sono "rocambolesche" ma "descritte da cani". Ogni scontro si risolve invariabilmente nel giro di tre righe nel quale non ci viene fatto "vedere" nulla.
CONTENUTO: Piuttosto banale. L'idea dei 12 giovanetti e 12 giovanette consegnate periodicamente al massacro dagli sconfitti ad una potenza dominatrice e crudele non è affatto originale, ma viene dalla mitologia greca (i sette fanciulli e fanciulle inviate da Atene a Creta nel labirinto del Minotauro), salvo essere un po' più elaborata e trasposta nel futuro. L'ambientazione è scarsissima. La vita nei distretti si esaurisce in quattro capitoli, mentre alcune scene su Capitol City e sulla vita che vi si svolge sono interessanti, ma il tutto si svolge talmente in fretta che si ha la sensazione di essere appena usciti da un fast food: un sacco di colore, confezioni scintillanti, luci e rumori ma dopo cinque minuti hai fame di nuovo. Alcune azioni compiute dalla protagonista nell'Arena degli Hunger Games vanno dall'ingenuo al ridicolo: centrare un coniglio in un occhio con una freccia, se non addirittura uno scoiattolo (!), tirare con l'arco in corsa o dopo una capriola, dormire in DUE sulla biforcazione di un ramo.
Il deus ex machina si spreca: praticamente Katniss si salva ad ogni piè sospinto grazie a miracolosi interventi dal cielo (per quanto siano giustificati dalle regole del reality) o a intuizioni che sfiorano la chiaroveggenza. Gli avversari nell'arena sono praticamente una banda di idioti, persino il più forte e cattivo dei concorrenti, atteso per pagine e pagine viene liquidato in poche righe come il principe dei cretini e con l'intervento di un ulteriore deus ex machina che nell'intenzione dell'autrice probabilmente doveva essere un colpo di scena.
Le cure operate dalla protagonista scadono nel ridicolo più volte. Passino le erbe ad effetto istantaneo (non ne esistono, le cure erboristiche richiedono spesso giorni se non settimane) trattate come normalissime pillole, ma non si può sorvolare su impacchi fatti a caso che funzionano per ferite di natura completamente diversa (non scendo in dettaglio per non rovinare la lettura).
Alcuni passaggi sono incoerenti o inverosimili: in particolare il dimagrimento/ingrassamento di Katniss che si svolge nello spazio di due settimane, nelle quali comunque la protagonista mangia regolarmente tutti i giorni.
PIACEVOLEZZA: Si potrebbe passare sopra a tante cose, ma appena a metà Hunger Games diventa fastidioso e pesante. La maggior parte delle scene è raccontata in modo stucchevole. L'evoluzione del personaggio è scontata, il finale complessivamente di una banalità e prevedibilità da lacrime.
GIUDIZIO COMPLESSIVO: Da leggere se non si ha proprio niente da fare. 7 euro gettati.