Opinione scritta da Minny
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Un bellissimo libro ...senza una ruga anche dopo
Ricordo con grandissima gioia questo libro che mi fu regalato alla fine della prima elementare. Lo lessi e rilessi in un baleno, naturalmente. L'ho letto questa estate alle mie nipotine, anche loro entusiaste: sono passati un sacco di anni, ma alle sorelle March , beate loro, non è venuta nemmeno una ruga ( a me si...).
Anche allora mi colpì la diversa psicologia di ognuna delle sorelle March. La mia preferita era Jo,la più moderna,decisa a diventare scrittrice,il "ragazzaccio" di famiglia. Ma piansi tutte le mie lacrime alla morte della dolcissima Beth.
Credo che l'elisir di giovinezza delle sorelle March risieda nella straordinaria capacità della Alcott di fornire quattro diversi tipi psicologici,- diversi ma armoniosamente complementari-scelti con gusto perfetto, e descritti con misura e sobrietà esemplari.
Nel narrarci la storia di una famiglia che affronta unita anche le più gravi difficoltà, mai , ma proprio mai,la Alcott cade nel tranello della retorica o del patetico
: la narrazione è sempre asciutta ed essenziale. Davvero un pregio fondamentale.Insomma, un libro bellissimo, anche per le lettrici più giovani.
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Un classico incantevole
E' stato uno dei primi libri che ho letto, o, più precisamente, che mi ha letto mia madre: ed io stavo ad occhi aperti ad ascoltarla.Poi la sera ... guardavo le stelle, chiedendomi in quale abitasse il piccolo principe.
Ho riletto negli anni questo prezioso volumetto : ogni volta è stato come leggerlo per la prima volta e , anche di recente, l'incanto è restato intatto, anzi si è accresciuto.
Quando un testo nell'arco di molti anni mantiene intatto il suo fascino- e questo è successo non solo a me , ma anche a tanti altri lettori di diverse generazioni- significa che è un classico, un testo fuori del tempo, capace di parlare al cuore ed alla mente dei più disparati lettori. Il piccolo principe è un testo scritto con immensa eleganza e con mano leggera: un disegno in punta di penna, ma colmo di significati.
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Un bel libro triste più per grandi che per ragazz
Ho letto le avventure di Pinocchio da piccola ed anche di recente (in edizione integrale).L'impressione è sempre stata la stessa : non mi è mai sembrato un libro per ragazzi, ma per adulti.Mi ha dato allora e mi da anche oggi una grande tristezza. Il burattino è circondato, meglio sarebbe dire oppresso, dal mondo degli adulti, un mondo ostile , pieno di costrizioni, nonché di trabocchetti e di insidie: diventato un bambino in carne ed ossa non avrà, credo, una vita felice.
Ne vidi molti anni fa una bellissima trasposizione scenica ad opera di Carmelo Bene, l'attore dalle mille voci. Mi colpì molto il modo con cui Bene, secondo me, cogliendo alla perfezione lo spirito del libro, attribuiva alla Fata Turchina, in genere interpretata come una stucchevole figurina zuccherosa, una voce imperiosa e secca, da severissima governante.
Anche il celebre film che ne trasse a suo tempo Walt Disney, oltre a ridurre all'osso la storia (molto , troppo ,lunga nell'originale e sovraccarica di simboli) la addomesticò ,coprendola di montagne di zucchero ( e dandone una immagine molto diversa dal libro).
Ricordo anche una buona edizione televisiva , molto sobria, con Nino Manfredi.
Senza dubbio , se si considera l'epoca in cui il libro è stato scritto e il tipo di società in esso rispecchiato, si tratta di un bel libro, ma per adulti.
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Il tesoro di Giacobbo
Con l'intervista a Barbara Frale e la Postfazione di Roberto Cardini, due studiosi autorevoli e di fama internazionale, Roberto Giacobbo ha conferito un notevole salto di qualità alla sua indagine.
I Templari sono uno dei temi ricorrenti e preferiti della trasmissione Voyager. Naturalmente in queste pagine, di carattere divulgativo,ci sono ulteriori approfondimenti, ad esempio sul piano bibliografico, ma lo scrigno cui Giacobbo attinge è Voyager, che, a mio avviso, è il vero tesoro di Giacobbo. Comunque, anche se la meta resta lontana, siamo sulla via auspicata da Cardini, ossia quella dell'alta divulgazione.
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Ma non è una cosa seria parlare di capolavoro
Quando sento parlare di capolavoro divento sempre diffidente e , purtroppo, come in questo caso,a ragione, almeno secondo me.
Storia tirata in lungo e alquanto prolissa . Su questo argomento ci sono tanti altri testi meritevoli di attenzione,ma la Mazzantini è una cocca dei media e dei suoi lettori.Io rispetto l aloro opinione, ma dissento caldamente.
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Giacobbo il furbacchione
Con la consueta astuzia quel furbacchione di Sandro Giacobbo ha raccolto in questo volume quanto asserito in varie puntate di "Voyager" ed anche molte cose in più. Non credo molto a questa profezia, ma riconosco che Giacobbo sa vender bene la sua merce e che scrive in modo piacevole e scorrevole. Non so cosa succederà dopo il fatidico 2012, mi piacerebbe che non avvenisse la fine del mondo, ma di Voyager. Sono comunque certa che Giacobbo riapparirebbe poco dopo in qualche altra trasmissione di misteri (veri o presunti) più vispo che mai.
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Deludente
So bene che questo romanzo di Margaret Mazzantiniha ricevuto premi lusinghieri e che è stato rapidamente tradotto in film da suo marito Sergio Castellitto: un film non certo memorabile.
Ho ripreso il volume tra le mani e debbo dire che mi è sembrato ancora una volta uno di quei libri fortemente sponsorizzati dai media e indipendentemente dal loro valore nonché già pronti ad essere trasformati senza troppi problemi in sceneggiature di film.
Dietro a questo libro si possono riconoscere da un lato l'influenza di G.Simenon, non il Simenon del commissario Maigret, ma dei forse meno noti romanzi con protagonisti di mezza età scontenti della loro vita e in crisi esistenziale , dall'altro il filone dei romazi rosa (Peverelli, Gasperini) con personaggi patetici.
Rispetto l'opinione di chi trova interessante questo romanzo ed ama la scrittura della Mazzantini, ma, onestamente debbo dissentire.
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Un romanzo divertente, ma
Come al solito Camilleri mette in scena una sorta di divertente balletto che coinvolge in questo caso i tic ed i ridicoli luoghi comuni del "pensiero" - si fa per dire- e del regime fascista ,mettendone impietosamente - e giustamente- in mostra ed in ridicolo le molte magagne,con particolare riguardo al basso servilismo verso le autorità costituite.
Lo stile dei cosiddetti documenti burocratici è veramente da apprezzare e da gustare.
La struttura ricorda però molto da vicino "La concessioine del telefono", ma non ne possiede l'immediatezza o il ritmo travolgente.
Si tratta comunque di un romanzo piacevole e che fa anche pemsare .
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Un difficile e affascinante capolavoro
So bene che si tratta di un romanzo di più di mille pagine, cui vanno aggiunte le foltissime note, che , a loro volta, costituiscono un secondo romanzo. La lettura di "Infinite jest" si prospetta dunque come una impresa veramente impegnativa , destinata a durare per un lungo lasso di tempo, ma ne vale assolutamente la pena: è un tempo che non potrebbe essere speso meglio, perché i veri capolavori sono quanto mai rari.
Con autentica amarezza e pungente ironia Wallace traccia un ritratto veritiero quanto impietoso della crisi che ha investito la società contemporanea in ogni suo aspetto.All'inizio le varie storie paiono legate da un filo sottile o irrelate, poi, col prosieguo della narrazione risulta evidente che Wallace , padrone assoluto dei molteplici e proteiformi contenuti e delle tante vicende narrate , traccia, con mano sicura e geniale, un lucido e amplissimo disegno in cui ogni pezzo del complesso mosaico narrativo, trova la sua perfetta collocazione .
Dalla metà circa del romanzo avviene una vera e propria coazione a continuare nella lettura. E a questo risultato porta non solo il magnifico dominio della macchina narrativa , ma anche lo stile personalissimo di Wallace: uno stile capace di svariare dal gergo alle parole più rare e difficili, ma sempre con un tono di assoluta sincerità: la sincerità di chi ha percorso sulla sua pelle tutti i sentieri del dolore psichico e cerca nella scrittura la sua liberazione dalla sofferenbza , che , nel caso di Walace non è purtroppo avvenuta , come tutti sappiamo.
Consiglio quindi la lettura di questo romanzo: una esperienza che per me è stata veramente coinvolgente.
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Un interessante ritrovamento
Indubbiamente la storia del ritrovamento di questo antico vangelo gnostico è appassionante , ben documentata e scritta in sctile scorrevole e accattivante .Dall'Egitto all'America, all'Europa, il manoscritto antichissimo passa di mano in mano e si deteriora sino a sfiorare la distruzione.Risulta quindi di grande interesse la accurata e vivace descrizione dei vari passaggi di mano, da loschi avventurieri ad intermediari che non comprendono la portata dell'antichissimo manoscritto sino ad antiquari più o meno esperti e infine ad un ente ed a persone capaci di capire il valore di questo testo e di restaurarlo con infinita dedizione e decifrarlo con altrettanta pazienza .Un percorso ricostruito alla luce di una esaustiva documentazione. Del vangelo di Giuda vengono offerti i brani più significativi alla fine del libro.Giuda non è il traditore di Cristo, ma il discepolo più amato che compie la volontà del maestro.Sono del tutto assenti in questo testo i cenni alla sua terribile fine riportati dai vangeli canonici.E dei vangeli canonici il vangelo ritrovato non ha la limpidezza e il mirabile e scarno stile: è un testo gnostico con una complessa cosmologia e appare di non facile comprensione in varie sezioni, data anche le irreparabili lacune , dovute alla tempestosa storia deòl codice.
L'unico grosso difetto compiuto da Krosney consiste , a mio avviso,nella continua inistenza sull'eccezionalità di questo vangelo ritrovato, di cui viene svelato , sia pure a maglie larghissime, il contenuto. Di conseguenza , quando ne vengono tracciate le linee portanti , la sorpresa risulta assai ridotta.
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Dan Brown alle corde
Secondo me ,già il Dasn Brown del Codice da Vinci non era entusiasmante. Con questo suo ultimo libro lo scrittore mostra poi chiaramente la corda. Ad eccezione della interessante descrizione della Washington sotterranea, il resto è di una noia mortale: più soporifero di un potente sonnifero.La trama , inutilmente complicata, si conclude con una rivelazione finale che è un vero flop.I personaggi sono o prevedibili o sopra le righe.I colpi di scena , si fa per dire, sono a ripetizione, tutti dello stesso tipo, in una parola anch'essi prevedibili e , i conseguenza,a lungo andare , noiosi.
Se qualcuno ama la numerologia qui ha pane per i suoi denti, anche se questa disciplina può avere implicazioni molto più profonde rispetto a quella che occhieggia in queste pagine. Quanto al simbolo perduto : molto rumore per nulla.Poteva restare occultato com'era e dov'era, se è tutto lì.
Si spera che a Dan Brown ,che probabilmete ha scritto questo testo su categorico ordine dei suoi editori, torni l'ispirazione e che scriva un altro romanzo , se non altro senza gli svarioni Kolossal del Codice da Vinci,e più avvincente di questo. La stoffa ci sarebbe.E ' magari uno scrittore della mano sinistra , ma un certo talentaccio ce l'ha.Speriamo che non lo butti via definitivamente.
Ovviamente ,queste sono le mie personali impressioni. Il fatto che in pochi giorni questo sponsorizzatissimo romanzo abbia venduto più di un milione di copie mi fa tristezza.Chi, come me, ama soffermarsi a giornate intere in libreria, sa e vede bene che tanti libri veramente interessanti rimangono invenduti o quasi.
Con tutto ciò, rispetto chi ama questo tipo di letture : legge, e attualmente in Italia i lettori sono davvero molto pochi: un peccato.
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Tanto rumore per quasi nulla
Questo libro mi fu regalato tempo fa, quando l'irritante cancan mediatico era al massimo. Seccata,lo misi da parte , lo ripresi tempo dopo.
Quando l'impudente sponsorizzazione è ormai finita da tempo l'ho letto. Mi sembra prima di tutto scritto male e ripetitivo: senza l'aura scandalistica si rivela una vera cosuccia .
Hanno voluto montare ad arte il caso Melissa P , molti ci sono cascati ed hanno comprato il libro. Se ve lo regalano, riciclatelo.
La cosa triste su cui riflettere è che ci sono purtroppo tanti bravi scrittori o poeti giovani o no, capaci di produrre testi davvero buoni, che non riescono a trovare un editore. Questa cosuccia non solo l'ha trovato, ma ha goduto di una fama veramente usurpata. Pensiamo a unoe scrittore di valore come Morselli che ha avuto editore e fama solo dopo la sua morte.
Bisognerebbe ignorare i tanti casi sponsorizzati dai media.
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Soffocare : l'originalità a tutti i costi
E' il primo romanzo di Palahniuk che ho letto : mi ha lsciato piuttosto insodisfatta. Senza dubbio è scritto benissimo , ma la ricerca ostentata e continua dell'originalità ad ogni costo finisce con l'annoiare il lettore: come pure l'insistere sempre sugli stessi temi volutamente bizzarri e fuori della norma. Inoltre, come è stato giustamente osservato, la storia non decolla: il finale poi è deludente.
C'era un tema che poteva essere approfondito e che sarebbe stato veramente originale ( in senso positivo): il protagonista lascia morire la madre , in stadio terminale, senza prendere una decisione circa una terapia azzardatissima che forse avrebbe potuto salvarla. La cura estrema si rivela poi una illusione menzognera , frutto della mente alterata di una dottoressa folle , ma il protagonista non fa niente per dare il via a questo postremo tentativo di strappare la madre alla morte: sostanzialmente la questione non gli interessa, preferisce scandalizzare con le sue frasi il personale della clinica.
Il tema è appena abozzato e naufraga nella prolissa descrizione delle stranezze sessuali del protagonista , un sessodipendente , che vive circondato da altri sessodipendenti: a lungo andare anche questa umanità , le cui bizzarrie vengono minutamente e reiteratamente descritte , finisce con l'essere sempre uguale a se stessa, in una parola,noiosa.
Sinceramente mi aspettavo di più.
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I soliti misteri leonardeschi
Il genio leonardesco maltrattato nel Codice da Vinci è qui oggetto di un trattazione documentata, ma , a mio avviso , fine a se stessa.
L'autrice non ha capito che a dare valore alla Sindone è solo la fede dei credenti.Per chi ha la fede non ha importanza l'età del lenzuolo. Onestamente, sarebbe augurabile approfondire altri aspetti ed altri capolavori di Leonardo. A proposito siamo proprio sicuri che sia nato a Vinci? O nel Dubai?
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Un testo veramente coraggioso
Un testo importante e che fa molto pensare.Saviano dimostra non solo di essere un ottimo scrittore, ma anche una persona dotata di grande coraggio civile, che persegue la verità, sulla sua pelle,costi quello che costi. C'è da augurarsi che le sue parole riescano a scuotere il potere che si arrocca sulla controinformazione e sul taroccamento della realta.
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Un romanzo sopravvalutato
Capisco di essere una delle pochissime voci stonate e fuori dal coro quasi del tutto unanime di lodi.
Ho letto due volte , e con attenzione il "Cacciatore di aquiloni": onestamente il mio giudizio, negativo, è restato lo stesso.
Messe da parte le belle descrizioni di una ambientazione assolutamente interessante e poco nota , ho avuto l'impressione di un testo studiato completamente a tavolino e a freddo , per cosìdire, a partire dalla trama , il cui finale è più che prevedibile e che è già pronta per essere tradotta in un film di cassetta.La tematica - amicizia, libertà, perdono- è indubbiamente nobile, ma anch'essa , secondo me, è stata attentamente scelta e programmata. La psicologia dei personaggi è poi elementare ed al tempo stesso sopra le righe, melodrammatica : i buoni sono ottimi, i cattivi pessimi. Insomma , mi sembra un libro in gran parte scritto col bilancino, ossia tenendo conto delle tematiche che avrebbero riscosso sicuramente consenso e successo presso i lettori.
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Quo vadis, Baricco?
Si tratta di un testo intelligente , come tutte le cose di Baricco.
Misurarsi col classico di Melville rivela un peccatuccio di orgoglio da parte di questo autore tanto coccolato da parte della critica. "L'universo " di questo romanzo, non è più quello di Melville: ci credo.
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Gli ultimi racconti di un genio
Non è facile che io mi entusiasmi per uno scrittore contemporaneo, anche a causa del battage rumoroso e indisponente delle case editrici e dei media, spesso fuor di luogo. Ho conosciuto i testi di Wallace da pochissimo tempo, ma già dalle prime pagine che ho letto ho avuto la precisa sensazione di trovarmi dinanzi ad un vero genio. Anche in questi ultimi racconti c'è tutta l'ironia amarissima e tutta la tragedia del mondo attuale e dell'uomo moderno. Non sono pagine facili, ma è tanto difficile trovare uno scrittore geniale... Quello che mi ha colpito anche in questi ultimi racconti è la radiografia spietata ed insieme tragicamente ironica che Wallace fa del mondo e dell'umanità di oggi. Ma quello che mi ha colpito ancora più profondamente è stata la precisa sensazione che l'autore conosca per diretta esperienza tutti i sentieri della sofferenza psichica. Come ho già detto fino a poco tempo fa ignoravo chi fosse Wallace e mentre leggevo "Infinite gest" ho pensato che una persona con questo incredibile talento e questa inaudita sensibilità era destinata al suicidio. Come tutti i depressi inguaribili Wallace pretendeva da se stesso la perfezione e temeva di essere sopravvalutato e di deludere le aspettative dei suoi lettori. Penso in particolare all'ultimo racconto.
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Magnifico esordio
E' il magnifico esordio di un genio: Non uso a caso questa parola: ne sono profondamente convinta.Ho scoperto Wallace da poco ed è stato emozionante.
Questo romanzo non giunge alla dimensione di capolavoro assoluto qual'è "Infinite gest", ma è , lo rieoto il magnifico esordio di uno scrittore geniale.
Ci sono già la capacità di gestire vicende di ampio respiro e una folla di personaggi , come in una perfetta partita di scacchi , l'ironia corrosiva, uno stile che sembra naturalissimo ed è invece studiato e soppesato in ogni dettaglio, la invincibile trisetzza l'anima tragica dello scrittore che, come tutti sanno , si è suicidato a 46 annni : imperdibile.
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Siamo in alto mare...
Lessi questo romanzo anni fa.Avevo dinanzi un lungo viaggio e il libro era uscito nei "Miti" a prezzo più che accessibile.
Ne avevo sentito dire o meraviglie o peste. Lo lessi con cura , l'ho riletto ultimamente. Come allora sono rimasta in una sorta di via di mezzo: brillante lo stile, deboli le storie.
Non ha niente a che vedere ad es. con le pagine "marinare" di Conrad, tanto per fare un esempio maiuscolo: ne esce malconcio.
Nuoce anche, secondo me, a Baricco l'eccessivo battage in suo favore da parte di un certo settore della critica e dei lettori.
Se si sono letti altri grandi romanzi o classici del filone "marinaro" - ed è il mio caso- si resta delusi, ferma restando l'innegabile abilità stilistica di Baricco.
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Un testo sopravvalutato
Lessi questo romanzo molti anni fa ed ero quasi l'unica a trovarlo complessivamente mediocre e molto sopravvalutato. L'ho riletto in questi ultimi tempi : il mio giudizio è rimasto lo stesso.
Se uno ama i testi filosofici , sa chi e cosa leggere nel settore specifico. In queste pagine ho trovato una filosofia di ispirazione orientaleggiante, che non mi ha persuaso come tutte le cose copiate o , di fatto,spiritualmente lontane dagli originali. Hesse ha ben altri testi di altissima levatura.Chiedo scusa a chi ha amato ed ama questo romanzo, che, lo so bene, ha moltissimi estimatori, ma ad una attenta rilettura ho ritrovato tutte le pecche individuate un tempo, come ad esempio la storia-parabola stessa di Siddharta. Bello ,invece, mi sembrò il film.
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- sì
- no
Un autentico capolavoro
E' un libro fondamentale nella storia della letteratura mondiale. Proust segna uno spartiacque: c'è un prima e c'è un dopo Proust.
Meraviglioso lo stile : anche se è stato tradotto benissimo , se sapete il francese, vi consiglio l'edizione francese. Lo stile unico , personalissimo,limpido e avvolgente ,di questo capolavoro risalta ancora più nettamente in lingua originale.
Sul filo dela memoria Proust ci ha donato un ritratto completo , nel bene e nel male , nella sua grandezza e enella sua negatività,della natura umana: è la "Divina commedia " del Novecento: imperdibile.
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Un classico
Non si tratta di una lettura facile o cursoria : ma ne vale la pena.
A scuola ne avevo letto qualche brano e senza entusiamarmi: la sorte di tante letture scolastiche.
Anni dopo il volume mi è ricapitato tra le mani e ... me lo sono letto dalla prima all'ultima pagina con vero piacere.
I dialoghi sono capolavori di ironia:dopo aver letto le "Operette morali" , che pure hanno un grande valore specifico e autonomo ,si torna a leggere le poesie di Leopardi con una nuova consapevolezza : l'incanto si accresce.
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Un classico
Ho letto per la prima volta questa grande storia romantica quando ero molto giovane. Allora proiettavano alla TV il magnifico film " Cime tempestose" , interpretato da un giovane e bellissimo Laurence Olivier e dall'intensa e ugualmente bella Merle Oberon: una ottima trasposizione.
Se riuscite a trovarne una copia in DVD , guardatela: qualche rughetta, ma il meccanismo è perfettamente oliato e tutto funziona ancora molto bene .
Ho ripreso a leggere negli anni - e varie volte- "Cime tempestose" e mi sono sempre appassionata a queste grandi pagine.
E' vero che i due protagonisti principali hanno personalità fortissime,dercisamente sopra le righe nel bene come nel male , ma, grazie ad una scrittura sapiente, riescono ad essere credibili nel loro essere dominati dalle loro passioni.
E' straordinario come l'autrice riesca a comunicare perfettamente il senso di vite inesorabilmente determinate e sconfitte da un destino invincibile, ora impersonato dalle convenienze sociali ora dai loro stessi sentimenti.
Insomma il libro non ha rughe e si legge d'un fiato.
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Un classico attualissimo
Storia attualissima, la storia narrata in queste pagine .
Nel mondo d'oggi dominato dal consumismo, desiderare ogni giorno qualcosa di più è diventato un ièperativo xcategorico. Come un serpente che si morde la coda , il soggetto desiderante è destinato a restare fatalmente inappagato perchè la meta si sposterà sempre in avanti, sino all'annullamento di ogni gioia di vivere , fio alla morte.
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Un incantevole "divertissement",
In questo agile volumetto non c'è Montalbano : pazienza!
Un libro incantevole, dal ritmo travolgente e scritto da una penna sapientissima. Sotto l'esteriore e spumeggiante ironia si nasconde , ma non troppo, una mente critica spietata e acuta ,che lancia le sue frecce avvelenate non solo sulla società , ma ancor più sulle umane debolezze, radiografate con un sorriso sardonico e disincantato.
Insomma , un divertissement che fa sorridere , ridere nonché riflettere i suoi lettori: una chicca da non perdere.
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Un buon libro, ma non un capolavoro.
Sono convinta che Callettino abbia perfettamente ragione.
"Il nome della rosa " è un libro che è stato sopravvalutato e non è certo un capolavoro. Quando osai affermare questa mia opinione , anni fa , fui tacciata di eresia o di crassa ignoranza. Il libro, diventato subito un "must",sostenuto anche da una ininterrotta quanto azzeccata campagna pubblicitaria su tutti i media, è stato scritto astutamente al momento giusto , ha astutamente toccato l' argomento giusto, ha sfruttato e ampliato la celebrità del Prof. Umberto Eco.
Intanto è troppo lungo: avrebbe avuto bisogno di una rigorosa potatura. Inoltre , mescola insieme due filoni non omogenei ( il romanzo storico ambientato nel Medioevo e il meccanismo ad orologeria del filone thryller). E ancora,i personaggi sono solo dei polverosi clichés senza lo spessore di un minimo scandaglio psicologico, come pure lo è la trita e ritrita polemica anticlericale: nella tradizione medioevale ci sarebbero dei signori testi sull'argomento. Il plot ,infine, è desunto sin troppo scopertamente, per chi ha letto i modelli di Eco, da Conan Doyle e dai suoi Sherlock Holmes e dottor Watson. Certamente l'ambientazione è stata egregiamente curata : Eco è un medievista di rango, e , ad esempio , il capitolo dedicato alla scoperta dell'amore da parte del giovane Adso è un gran bel capitolo. Non a caso è tradotto pari pari , ma senza le debite vigolette ,dal "De diligendo Deo", di San Bernardo di Chiaravalle , che era un signor scrittore.
il mio giudizio potrà sembrare eccessivamente severo. ,ma dinanzi ad osanna e peana innalzati in gloria e in lode di un capolavoro della Letteratura mondiale, chi conosce un po' il medioevo , fa bene mettere i puntini sulla "i".
Mi ripeto : "Il bnome della rosa" è un buon libro ,ma , per favore,non parliamo di un capolavoro del Novecento.
Un capolavoro è stata invece la campagna pubblicitaria del romanzo, che ha portato alla fama planetaria di Eco, studioso di grande valore, ma romanziere così così, anche se capace di scrivere davvero bene.Tale battage dovrebbe essre studiato a fondo e nei minimi particolari nelle università e nei master dedicati alla pubblicità. Che l'abbia suggerito Umberto Eco?
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Un capolavoro di Kafka
Ho sempre amato questo racconto che, ad ogni nuova lettura, mi ha offerto sempre nuovi temi su cui riflettere.
L'inizio è straordinario: nessun antefatto , Gregor Samsa si sveglia trasformato in un ributtante insetto, e questa metamorfosi lo rende totalmente diverso dalla sua famiglia e dai suoi simili, che non lo accettano, lo allontanano , lo costringono alla morte.
Penso che vi sia molto di autobiografico in queste pagine, sia pure trasfigurato entro la trama del racconto.Bisognerebbe far ricorso ai Diari o alla lettera al padre, mai a lui inviata .
Franz Kafka si sentiva un diverso soprattutto a causa dei rapporti tormentati col padre. Questi era di corporatura atletica , orgoglioso della propria prestanza fisica , dedito con successo al commercio, ostile alla vocazione letteraria del figlio, sempre pronto a rinfacciargli i sacrifici fatti per lui e per la famiglia , un uomo senza alcuna finezza psicologica ,anzi dotato di un carattere dispotico con cui rendeva succubi i suoi familiari. Franz , invece, era molto delicato di salute,spesso malato,altissimo, molto magro, di aspetto gracile, timido,ipersensibile, afflitto da molti complessi , costretto dal padre ad una professione che odiava, dedito alla scrittura con assoluta dedizione, nei momenti strappati al lavoro, ed insieme con una sorta di reticenza. In una parola, Kafka è Gregor Samsa e si comprende che si è sempre sentito come l'insetto della Metamorfosi nei suoi rapporti con la famiglia di origine e con il padre in particolare.
Ho voluto mettere in luce questi dati realativi alla tormentata biografia di Kafka, perché li ho ritenuti utili alla comprensione di questo angoscioso capolavoro.
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Nove racconti perfetti
Apparentemente minimalisti questi piccoli capolavori hanno come comune denominatore la solitudine di una vita senza affetti e senza significato: il male di vivere.
Apparentemente in stile dimesso possiedono invece la severa e nitida bellezza di un naratore che sa decantare il proprio stile sino a giungere ad uno stile raffinatissimo.
Si aprono col rumore di un colpo di pistola e si chiudono col grido lacerante di una bimba pccola che è caduta o è stata fatta cadere in una piscina vuota.
E' necessario leggere queste pagine straordinarie con calma e concentrazione, onde coglierne la bellezza e la profondità.
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Un libro bellissimo
Non vi narro in dettaglio la trama per non togliervi il piacere della lettura, che, in questo caso, è veramente grande. Con sottigliezza e senza indulgere in descrizioni particolareggiate di eventi atroci, l'autore traccia il profilo di Dave, segnato per sempre dal ricordo indelebile delle violenze subite, come pure di Jimmy e di Sean. Questo libro, scritto benissimo, è un esempio di come si possano trattare anche i temi più scottanti senza mai andare sopra le righe. Lo scrittore ha capito che il non detto ha maggiore "force de frappe" dell'accumulo di fatti sanguinosi, riportati con gratuita ricchezza di particolari.
Colpisce il perfetto ritratto psicologico di persone segnate per sempre.
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IL sempre giovane holden
Mi meraviglia che alcuni considerino questo grandissimo libro adatto solo a lettori adolescenti.
Io l'ho letto qualche anno dopo la pubblicazione ed ero sui venti anni e l'ho riletto ora che sono vicina ai 70.
Il male di vivere , la solitudine affettiva ed il sentirsi diversi avvelenano e portano all'autodistruzione certamente con maggiore facilità i giovani , ma non solo i giovani .
Indubbiamente William Caufield è un adolescente , ma la sua parabola esistenziale vale da paradigma per ogni momento negativo della nostra vita.
Non è solo da giovani che si risponde al dolore di vivere lasciandosi andare.
Salinger ha conferito al protagonista del suo capolavoro un profondissimo significato che va al di là del tempo.
Ed ha dato una voce potentissima alla speranza di risalire la china e di trovare una persona che ci voglia bene così come siamo, così come William Caufield trova un valido aiuto nell'affetto disinteressato della sorellina.
Aggiungo che capolavori sono anche i "Nove racconti", ripubblicati da pochi giorni da Einaudi ,ma non trovano udienza in questa sede.
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Un classico affascinante
Ho visto da piccola in un cineclub il film capolavoro "Anna Karenina "interpretato dalla divina Greta Garbo : il volto più etereo e bello del cinema di tutti i tempi.
Ho letto poco dopo, ossia molti anni fa ,il capolavoro di Tolstoi : descrizioni vivide ed efficacissime, analisi psicologiche raffinate e veritiere, pittura dell'ambiente dell'epoca
semplicemente perfetta.
Come avviene a tutti i vewri classici , il tempo ha solo aggiunto fascino a queste pagine memorabili.
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Un capolavoro ritrovato
L'ho odiato di cuore per molti anni.
Sì, alle medie me ne dovetti leggere e tradurre un bel po':"Gallia omnis divisa est in partes tres , quarum unam incolunt ..." . Allora, che tedio! ( per non dire peggio, ossia che p....)
La professoressa ,implacabile, ci infliggeva un commento pedestre e lungo come la fame. La stessa sorte è toccata all'Eneidee alle Metamorfosi . Persino con Catullo al liceo, fummo torturati con un conteggio catastale dei "basia mille deinde centum " , a partire dall'Antologia Palatina.
A dire il vero Catullo, sublime poeta d'amore _ un must per ua diciottenne alle prese col primo amore- sfuggì all'ecatombe, ma gli sbadigli , almeno a lezione,furono proprio tanti.
Non sentivo per nulla il bisogno di rileggere il barboso "De bello gallico", ma ho cominciato a leggere la più che esaustiva introduzione , la bella traduzione ... e me lo sono letto d'un fiato.
Indubbiamente la scuola , almeno quella dei miei tempi, faceva odiare di cuore i classici, noiosi e pesanti come mattoni.
Ora invece mi sono completamente ricreduta .
La narrazione corre come un treno , lo stile è essenziale , scarno: lo ripeto , un testo che mi conciliava il sonno o mi faceva diventare rossa di rabbia ,ora l'ho letto d'un fiato.
Mi sono ricreduta da molti anni sull'Eneide, umiliata da un commento di una noia mortale. Ricordo una serie di lezioni sulla descrizione dello scudo di Enea con dettagliatissime note di commento. Che noia , che barba , che barba , che noia!
Ora sul "De bello Gallico ", una lettura che consiglio a tutti, soprattutto a chi , come me, è stao vessato a scuola da commenti soporiferi.
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Isabel Allende sulle orrme di Jorge Amado.
So di essere una nota stonata nel coro unanime delle lodi.Scusatemi, rispetto il vostro pensiero , ma non lo condivido.
Certamente siamo in presenza di un bel libro,ben scritto, come tutte le precedenti opere di I. Allende.
Calca però molto da vicino i libri di Jorge Amado, senza avere il carisma del formidabile stile, dell'incanto e della strepitosa capacità di narrare del modello.
La storia di Tetè ha vari punti di contatto - forse mi sbaglio- con quella della schiava negra amata dal Presidente Jefferson. Che figuraccia sto facendo !Infatti, non ricordo bene né il titolo , né l'autore di questo romanzo che ho letto molti anni fa: scusatemi ancora .
Faccio una osservazione molto impopolare : se Isabel Allende avesse avuto un diverso cognome, magari Alvarez o Rossi , avrebbe avuto lo stesso successo?
Sbaglierò ,ma quel glorioso cognome mi è sempre sembrato uno straordinario passaporto per una popolarità planetaria.
Comunque, è una brava scrittrice,che non raggiunge le vette di Amado o di Marquez, o del sublime Borges ,solo per fare i primi grandi nomi che ami affiorano alla mente.
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beppe Grillo si ripete
Mi piaceva il primo Beppe Grillo, comico intelligente e per questo bandito dalla TV di stato per lesa maestà dei sempiterni boss politici di turno, ossia sempre degli stessi pesonaggi , con gli stessi vizi, le stesse quasi insistenti virtù, ma sempre rieletti, fino alla loro (tardiva ) morte.
Poi Grillo ha indossato gli abiti del moralista , dell'ecologista , del fustigatore di costumi .
Ed ha cominciato a ripetersi.
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Libro bellissimo
Ho visto prima il film, molto bello, ma il libro ha una marcia in più ed una sua intensa magia particolare, perché lascia libera la nostra fantasia : inoltre ,se si hanno presenti alla nostra mente le pitture di Vermeer il piacere è raddoppiato.
Come tutti sanno su Vermeer ci sono rimasti pochissimi documenti , nonché pochi quadri sicuramente ascrivibili alla sua mano.
Ignota è la fanciulla che ha posato per uno dei più bei ritratti di tutti i tempi.
Il volume dà corpo ed anima agli enigmi Vermeer e la sua bellissima e ignota modella , come pure a tutti gli altri personaggi che ruotano loro attorno. .
La scrittura è essenziale e cristallina ed insieme fortemente evocativa.
Insomma è un gran bel libro che consiglio di legere a tutti.
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Il miglior libro di Coetzee
Siamo in presenza di un grande libro, il migliore di J.M.Coetzee.
La crisi del protagonista- un magistrato di mezza età, che alla fine giunge a riscattare una vita senza significato- la psicologia degli altri personaggi, l'angosciosa paura dell'ignoto- che accieca la razionalità- e l'ambiente sono narrati con grande maestria.
Coetzee si è ispirato largamente- e si sente - a Kafka ( Nella colonia penale) a Pirandello e a Buzzati ( il deserto dei Tartari).
Non raggiunge però , secondo me, il livello assoluto dei suoi modelli, anche si ci ha donato un libro durissimo e notevole.
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Un gran bel libro
Hio letto, non sempre con grandissimo piacere e principalmente su pressante richiesta dei piccoli di casa, tutti i libri della Rowling (Ed ho visto, per il medesimo motivo, anche i relativi film).
Mi erano piaciuti solo il primo e "Il principe mezzosangue".
Questo libro segna una fase particolare - e molto interessante- della saga.
Mette a fuoco con grande intelligenza ed acume i tanti e tanto difficili problemi degli adolescenti,l'età ingrata per antonomasia, ed è scritto molto bene . Bisogna però conoscere tutti i volumi antecedenti per gustare pienamente questa ultima fatica della Rowling - ultima sul piano della cronologia della pubblicazione- una vera scrittrice di valore.
Insomma un libro da non perdere, anche per gli adulti che desiderano entrare nel complesso mondo dell'adolescenza.
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UNO SCRITTORE SOPRAVVALUTATO-
Sì, Coetzee è un buono scrittore ed è stato premiato col premio Nobel, ma questa non è una ragione valida per pubblicare a spron battuto tutto quello che lui ha nel cassetto.Anche questo libro rientra nella categoria degli scritti minori. In linea generale, Coetzee è uno scrittore molto colto, che ha letto e che tiene ben presenti i grandissimi della letteratura, ma resta idi gran lunga inferiore ai suoi modelli.
Scusatemi se la mia opinione si legge male , ma una fascia grigia mi impedisce di controllare quello che scrivo.
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ARCHEOLOGIA FRUTTUOSA
Scritto bene e molto informato,come una buona tesi di laurea da 110 e lode : hai ragione Sean !
Renderà molti soldi - meritatissimi, lo riconosco- all'autore.
Spero che le spedizioni all'opera in Egitto , con il capo supremo , Faraone attuale Zahi Hawas ,ritrovino al più presto la tomba di Alessandro . O ci toccherà di sorbirci l'annesimo Sandro Giacobbo a Voyager.
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