Opinione scritta da phoebe1976

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    04 Ottobre, 2016
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Promesse non mantenute

Il libro parte col botto, niente da dire. Cattura, si fa sempre più interessante, intrigante, ho divorato 150 pagine in un giorno.E poi? Ecco, e poi... diventa surreale. Ecco, l'unica parola che mi viene in mente per descrivere la trama di questo libro è questa: surreale. Così surreale da divenire comica, equiparabile alle avventure dell'ormai comico James Bond di Daniel Craig.
La trama si sfilaccia, perde consistenza, non trova più un filo logico. Alla protagonista tutto è concesso, anche delle iperboli senza fine, persino di uscire fuori a testa altissima da situazioni talmente paradossali che a confronto un Harmony è Tolstoj.
Da intrigante a banale nel giro di cento pagine: ci vuol talento per fare anche questo, eh.

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50 sfumature di grigio e l'ha trovato bellissimissimo
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    09 Aprile, 2015
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Inaspettatamente divertente ed edificante

n genere ho un problema con i famosi che scrivono anche libri: non li leggo. Sarà che mi sale subito l'effetto Fabio Volo, sarà che mi immaino di ritrovarmi con in mano un libro di Barbara D'Urso o dell'ultimo calciatore che ha scoperto la verità in fondo ai fondi di caffè e si è dato al cattolicesimo spinto abbandonando il velinesimo, ma io no.

L'unica rilevante ecccezione che mi viene in mente l'ho fatta di recente per Marco Presta. Sarà perchè ho sempre trovato la sua ironia favolosamente sagace, delicata e tagliente allo stesso tempo, sarà perché spara certi titoli che di fantasia ne richiedono diversa, fattostà che mi sono lasciata convincere ed ho letto la sua ultima fatica, "L'allegria degli angoli".
A volerlo vedere così, da lontano, è un libro sulla crisi e sulla disoccupazione, sui geometri che non trovano uno straccio di lavoro e sulle storture dell'Italia.
E non è che non sia giusto così, il libro parla davvero di un geometra che si ritrova disoccupato in una Italia dove non si costruisce più o lo si fa senza le regole giuste, ma non è solo questo.
Lorenzo è un trentenne che si ritrova senza lavoro e senza amore, ma scopre di saper fare la statua vivente. Ecco, magari per il resto non è un granché, vive con la madre, ha amici scombinati, frequenta ancora il suo anziano professore delle medie in cerca di consigli esistenziali che non lo portano a nulla: ma come Faraone ballerino è imbattibile, il migliore di tutti.
La verità è che Lorenzo è il ritratto di una generazione che non riesce a fare quello che hanno fatto i genitori, e cioè cercare di costruire qualcosa che credevano gli sarebbe spettato di diritto. E invece no, invece le cose stanno andando diversamente e non è indolenza tipica dell'italico bamboccione: è la vita.
E per Lorenzo, inchiodato al cuore dagi occhi della signora Michelina che lo vedono ancora come il figlio promettente, non c'è peggior dolore che il sapere di non rendere fiera la madre.
Molto italico, no?
Non è un libro sulla crisi, è un libro sul maschio italiano.
Che alla fine però, c'è da dirlo, ce la fa a cambiare se stesso.
Forse.
O forse sono io che c'ho letto l'ottimismo, non lo so.
So solo che il libro si legge con la semplicità con cui si beve un bicchiere d'acqua fresca.
Provatelo.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    09 Aprile, 2015
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Di tutti i difetti, il mio è il peggiore. Ovvero,

Succede che ho poco tempo per le attività materiali e che quindi mi ritrovi con il nuovo lettore ebook regalatomi per Natale dall'Amoremio vuoto. Lo so, sembra impossibile, ma avevo appena finito il libro di Marco Presta che zac... non c'era più nulla nel lettore. Sono drammi, soprattutto alle undici di sera e con una insonnia che non ne vuol sapere di andarsene.
Oddio, vuoto vuoto non era il lettore. Un libro, finito lì chissà come, c'era: "Tutti i difetti che amo di te" di Anna Premoli.
Ora, come ci sia finito non saprei, visti anche i miei trascorsi con l'autrice. Forse l'avevo scaricato per mia sorella, o forse è solo il mio karma, ma messa alle strette l'ho iniziato. E come ben sapete, la mia religione vuole che se iniziato un libro, qualunque libro, poi vada finito.
Ecco, certe volte dovrei essere meno talebana.
Il libro inizia liscio liscio inserendo i due protagonisti che, già si sa, si innamoreranno drammaticamente con un gran polverone che li porterà poi all'happy end.
Lei, Sara, avvocato rampante e di retti principi, ma in privato pudica e timida; lui, Ethan, sfaticato fancazzista tormentato da vattelapesca quali demoni, erede di una grossa fortuna di cui non sa che fare, manco fosse la versione maschile di Paris Hilton.
A pagina 12 avevo già intuito la storia, ma in un lampo di ottimismo mi son detta che certamente non poteva essere così scontata. In fondo c'è un limite a tutto, persino al romanzetto rosa.
Che poi, il romanzetto rosa ha la sua dignità, specie se declinato in romanzetto rosa stracciamutande. Ma qui di sesso manco l'ombra, anzi: il pudore mormone della Meyer a confronto è un film di Rocco Siffredi, per capirsi.
Insomma, vado avanti e il libro si incammina diritto nella direzione che immaginavo. Ma non può essere, mi dicevo, non può, via. Siamo seri, non può un libro seppur edito dalla Newton Compton essere così banale! Che arrivino gli zombie sul finale a sbranare i due piccioncini? Che Sara si scopra lesbica? Che una tempesta solare distrugga Manhattan? NO.
Noia, noia, noia.
Secondo me se cercate sul vocabolario, sotto NOIA appare proprio la sinossi di questo libro. Sara è bacchettona e fastidiosa, non sa suscitare un briciolo di empatia. Ethan in compenso è patetico, sexy ma patetico e questa non è MAI una combinazione vincente.
Per tutto il tempo mi sono chiesta: ma perchè lo faccio? Ho i minuti di svago contati, non potrei applicarmi meglio?
Una vocina dentro di me mi ripeteva: "Magari migliora e se lo abbandoni non lo saprai mai!" Maledetto senso del dovere, mi freghi sempre! E va bene, l'ho finito... volete sapere che ne penso? Senza fare spoiler (buahahahahhahah! Divertente questa!) alcune piccole osservazioni:
1) La storia non è banale, è molto più che banale. E' tremendamente banale, così scontato che sembra compilato da un programma automatico di scrittura. I personaggi sono così mal descritti nei loro stati d'animo che non solo non si riesce a provare empatia nei loro confronti, ma nemmeno odio. Tipo che lei si meriterebbe di essere scaraventata dalle scale, ma non ho voglia manco di immaginarlo. Noia noia noia.
2) Io non mi stancherò mai di dirlo, mai. Vuoi fare il pizzicagnolo? Impara ad affettare i salumi. Vuoi fare il ragioniere? Devi studiare la contabilità. Vuoi fare lo scrittore? Cazzo, devi sapere l'italiano! Esistono altri modi verbali oltre l'indicativo, ne sei a conoscenza? Se non tu, cara Anna, almeno il tuo editor ne è conscio? Solo perché si scrive letteratura rosa, non è che per forza si debba immaginare il proprio pubblico come un'orda di minus habens e anche se fosse pure le scimmie possono evolversi se aiutate, non è così?
3) La simpatica protagonista fa la sua dichiarazione d'amore al riccone biondastro utilizzando spezzoni melensi di film da donna. Ora, già questa divisione di genere mi fa orrore ("Harry ti presento Sally" è un film da donna secondo voi? Intendendo da donna come dispregiativo, intendo), se poi considerate che l'apice del romanticismo qui si ottiene citando Meet Joe Black credo di essere autorizzata senza meno a vomitare in un angolo.
4) Mi sono capitate alcune recensioni e molte lettrici trovano il libro divertente. Non passabile, proprio molto divertente. Ora, donne, uscite subito di casa e fatevi una vita. Ve lo ordino. In alternativa, leggete Sophie Kinsella ed imparate.
Ora, a margine di tutto ciò una mia semplice considerazione su me stessa. La devo smettere di voler finire a tuttti i costi un libro ancorché immondamente noioso o semplicemente brutto. Non ho il tempo sufficiente a leggere tutto quel che mi capita a tiro, ma nemmeno tutto ciò che voglio. Mi devo accontentare dei ritagli, ma che almeno questi scampoli siano di mio gusto.
Detto ciò, mi addentro a Westeros per l'ultimo capitolo della saga di Martin edito in Italia, La danza dei draghi, che in genere non delude mai.
Sarà vero?

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Fabio Volo
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    25 Febbraio, 2014
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Le sorprese non finiscono mai

Ho letto questo libro attirata dalla copertina e anche, si ancora, dal titolo. Lo sapete che mi frega sempre, no? Sono schiava del marketing editoriale, che volete farci?
Insomma, mi aspettavo un libro leggermente new age, magari romantico, un po' stile Musso. E le mie aspettative, fino a due terzi del libro, sembravano ben riposte. Poi, all'improvviso, il libro via verso la cattiveria umana, il mondo vero, la crudeltà dell'uomo.
Cacchio, ho pensato, vuoi vedere che ho trovato per caso un gran libro? E invece no, a poche pagine dalla fine, quando oramai ero abbastanza sicura di aver capito il trend del libro, la storia sterza di nuovo verso il buonismo esasperato regalando un happy end senza infamia e senza lode, con l'aggravante dell'intenzione.
Mi aspettavo un libro buonista, è vero, ma all'improvviso questi cambi di rotta hanno reso il finale del libro un dolce stucchevole, di quelli che lasciano un cattivo sapore in bocca.
Peccato.

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I libri con l'happy end a tutti i costi
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    30 Ottobre, 2013
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Argento vivo addosso

L'ho conosciuto per caso qualche anno fa, perchè su Anobi tutti ne parlavano. All'inizio ero scettica, perché Sellerio ha quel formato di libri che mi manda in panico la disposizione della libreria, mi infastidisce e mi fa pensare di aver investito male i miei soldi a prescindere, anche se non è vero.
Poi giunse l'ebook, che tutte le divinità delle principali religioni riunite a convegno l'abbiano in gloria.
E così ho conosciuto Marco Malvaldi, ex ricercatore passato alla scrittura, e la sua quadrilogia del BarLume, imperdibili gialli trasportati da una scrittura leggera e mai banale e sostenuti da personaggi che non si possono non amare, dove l'omicidio o il crimine di turno è solo un pretesto per raccontare una storia ed un pezzetto d'Italia.
Chi non ama nonno Ampelio, per dire?
O il Del Tacca?
Ma Marco Malvaldi è molto di più di questo, che tuttavia già sarebbe abbastanza per qualunque scrittore del panorama italiano, di per sé sconsolato e sconsolante per i cosiddetti bestseller che ci vengono scodellati senza soluzione di continuità.
Bisogno di esempi?
Malvaldi, dicevo, è capace di uscire dal clichè della lunga serialità (sempre che quattro libri possano essere definiti come tale), esplorando nuovi sentieri: dalla storia su Pellegrino Artusi, passando per l'immaginario paesino di Montesodi bloccato dalla neve di Milioni di Milioni, fino a giungere al suo ultimo libro, uscito da pochissimo e già in vetta alle classifiche di vendita, Argento vivo.
Ecco, anche per questo l'Italia è un paese strano: Malvaldi è in cima alle classifiche di vendita, eppure se lo si nomina fuori dall'ambito dei lettori onnivori o della libreria cade il silenzio. E chi è? Nessuno lo conosce o quasi, al massimo i più lo hanno sentito nominare da qualche amico, ma rimane nel limbo. Perchè?
Forse perché il nostro Marco non va in televisione, non frequenta i salotti buoni, non bacia pile e soprattutto perché l'italiano medio legge e conosce di narrrativa quanto io di fisica quantistica.
Venendo a parlare della sua ultima fatica letteraria, Argento vivo non delude le aspettative dei fan e si rende fruibile anche da chi si avvicina allo scrittore pisano per la prima volta.
Malvaldi conferma di avere il dono della scrittura, creativa ma senza troppi fronzoli, allegra e disincantata come solo un toscano può essere.
Divertente nell'intreccio leggermente surreale, il libro gioca tra le pieghe della commedia italiana, mescolando personaggi e situazioni fino al finale scontato ma sempre divertente.
Un libro da leggere per divertirsi senza cadere nella banalità o nel triviale.

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a chi ama la letteratura non solo impegnata, ma in ogni caso ben scritta.
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    18 Ottobre, 2013
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Mai scegliere i libri dal titolo

Ci sono libri che perfettamente disegnano un’idea con il loro titolo, creando aspettative, aspirazioni e legittimi desideri. Rendendosi perciò, perché no, anche appetibili al mercato.
Ed è questo il caso di questo libro: “Tentativi di botanica degli affetti”. Non è bellissimo?
Sottende una ricerca, un tormento, una lotta in sé che avevo voglia di leggere e divorare.
In più è stato anche candidato al Premio Campiello, mi sono incuriosita.

Così eccoci qui, nel mondo ottocentesco di Bianca Pietra, ragazza di origini borghesi con madre inglese e padre italiano, cresciuta all’estero e che, una volta rimasta orfana, decide di usare il suo talento per la pittura e lavorare invece di maritarsi e trovar pace, cosa estremamente scandalosa per l’epoca. Così, grazie ai buoni uffici del suo mecenate, trova accoglienza e lavoro di illustratrice botanica a Brusuglio, nella residenza estiva di colui che chiamano Il Poeta, uomo ombroso con una colorita e scapestrata tribù fatta di madre, moglie, figli, istitutori, nutrici, giovanotti senza arte né parte, servette misteriose e vicini strambi.
Immediato il parallelismo tra Il Poeta e Alessandro Manzoni, che proprio a Brusuglio aveva la sua residenza estiva ed era noto all’epoca per le sue stravaganze.
Buone premesse, mi pare.
Peccato che il libro, molto accurato nella ricostruzione storica ed attento fino al parossismo ai dettagli, navighi nel mare della noia, le pagine come macigni, lasciando al lettore la sensazione che non si riesca ad avanzare mai. Perché se è vero che la Masini tratteggia bene i suoi personaggi e ne descrive i caratteri in un guizzo, tutto intorno a loro è immoto, fino al finale troppo veloce ed incomprensibile, almeno per me.
Bianca, la protagonista, mi ha dato l’idea sin da subito di una sorta di eroina di Jane Austen venuta male; per questo non ho potuto far a meno di ridere al suo stesso definirsi una sorta di Emma Woodhouse mal riuscita. Che sia voluta dalla scrittrice questa mia sensazione? Ad ogni modo, è tutt’altro che piacevole. Non si riesce ad amare Bianca, ad avere empatia con lei. Al massimo si ha a cuore Pia, con il suo candore infantile, ma anche lei è distante.
Ed è un peccato perché le premesse per intrigare erano molte, tutte interessanti e piene di fascino. Ma la scrittrice ha scelto di velare il tutto con l’ombra del non detto, molto opportuna per l’epoca ma difficile da gestire in un romanzo rendendo tutto confuso e lento.

Insomma, poteva andar meglio, decisamente.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Settembre, 2013
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Secondo tentativo: fallito!

Quest'autrice mi è stata caldamente consigliata da più parti, persino da amici lettori che conoscono bene i miei gusti. Eppure tra di noi non è scattata la scintilla, nemmeno con questo secondo tentativo.
Anzi, se in "Non volare via" la narrazione si era dimostrata interessante e ben strutturata, in questo libro, prevedibile e alquanto stucchevole, non c'è nulla da salvare. I personaggi non hanno sfaccettature, la storia è assurda e il melenso pervade ogni cosa. Quale esempio dovremmo evincerne? Quale morale? Quale messaggio sotteso?
Un libro che lascia un brutto sapore in bocca

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Famiglia Cristiana
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Settembre, 2013
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Il ritorno di Sophie

Ci sono scrittrici che possono tirare fuori le storie più assurde, con gli intrecci più inverosimili ed i personaggi più strampalati, risultando però tremendamente divertenti e credibili.
Sophie Kinsella appartiene con leggerezza ed ironia a questa categoria e pure questo romanzo, seppure non sia uno dei suoi migliori, non fa differenza.
Con le sue pagine riesce sempre nella leggera magia di farci innamorare dell'eroina, per quanto strampalata possa essere ed alla fine lasciarla andare dispiace sempre un po'.

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Tutti i libri di Sophie e non ne ha mai abbastanza
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Settembre, 2013
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Non poi così irresistibile, a dire il vero...

E' il primo romanzo di Cappelli che leggo e forse mi aspettavo troppo, i fuochi d'artificio o qualche invenzione particolare. E invece ho trovato un buon autore, con una buona scrittura, divertente e graffiante, con alcuni espedienti narrativi divertenti ed un buon tratto dei personaggi, tutto qui.
Ma alcune parti sono slegate, poco fluide, poco divertenti.
Insomma, poteva esser meglio.
Riproverò, magari con un altro libro suo che vorrete suggerirmi!

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    11 Settembre, 2013
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Ti prego lasciati odiare. Ok, fatto. Ed ora?

Ci sono libri che in genere non leggo, non perché io sia snob ma solo perché ho la certezza che non abbiano la possibilità di piacermi. Questi sono quelli cosiddetti smielati o con titoli che richiamino una impennata improvvisa della glicemia: non fanno per me, gli Harmony e tutti i loro derivati non fanno per me. Sia chiaro, massimo rispetto per chi li legge, ma soprattutto li scrive, ma io anche no.

E lo dico da fervente ammiratrice di Sophie Kinsella, che ritengo una grande ed ironica scrittrice: divertente, mai banale, con una scrittura fluente e amabile, la Kinsella dà lustro ad un genere, la letteratura d’evasione rosa, ingiustamente bistrattato e relegato a letteratura da donnicciole.

Ora, nonostante la mia avversione non ho potuto non seguire la vicenda letteraria dell’estate: la vittoria di Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli del Premio Bancarella. Ora, quando l’ho sentito ho pensato due cose:
- Forse il titolo e la copertina sono ingannevoli, un po’ come per The eternal sunshine of the spotless mind, tramutato nell’orribile Se mi lasci ti cancello da un titolista ubriaco e spacciato per una storiella romantica quando invece era ben altro.
- Forse con Premio Bancarella si intende il best seller delle bancarelle “Tutto a 2 euro” che vendono libri di seconda mano. Che poi non ci trovo mai niente, l’ultimo acquisto che c’ho fatto è stata “La signora delle camelie” quando avevo 12 anni (e non c’erano gli euro, come sono anziana…)

Fattostà che la mia perplessità non ha trovato accoliti, e sfogliando l’albo d’oro del Premio Bancarella c’è da chiedersi come mai. O forse no, visto che vi figurano (per dire) Marcello Simoni e Bruno Vespa, seppur accanto a Elisabeth Strout e Donato Carrisi. Per citarne alcuni recenti, chiaramente. A caso. altrimenti ci troverete pure Hemingway, tanto per scomodare un signor Nessuno.
L’unica stroncatura che ho trovato è stata quella di Pippo Russo, capitatami per sbaglio tra le notifiche di Facebook e, ho scoperto poi essere diventata quasi virale.

Ma prima di criticare un libro, specialmente di una autrice che non conosco, occorre sempre documentarsi e buttarsi nell’opera incriminata. Potrà mai essere così orribile? Così indecoroso?
E così l’ho letto.
Tutto.
Giuro.
Anche se il finale proprio no.
Ma già a metà rimpiangevo ardentemente gli Harmony che a dodici anni rubavo dalla libreria della zia, dove insopportabili colleghi di lavoro bonazzi convertivano con il calore del proprio corpo animale (per non dire del proprio membro vibrante) la più riottosa delle colleghe zitelle, trasformandola in un agnellino adorante ed implorante.
E invece noia. Moltissima noia. Sembra che un bacio possa scatenare nella protagonista una tempesta ormonale capace di farle uscire un gigantesco brufolo sul naso. Che poi può anche essere, ma lo devi sapere descrivere; non è che tutti nasciamo Jane Austen. Insomma, per essere un romanzo rosa senza la benché minima ironia è decisamente troppo casto per me.
E non è l’unico problema:
1.La grammatica. Ragazzi, la grammatica è importante. Non me ne frega nulla se per molti l’italiano è una lingua in evoluzione, se sta involvendo nella mitica forma codificata dagli sms o se il congiuntivo è noioso. Se tu vuoi fare lo scrittore DEVI padroneggiare la lingua italiana e non scrivere “c’è” al posto di “ce”. E la concordanza dei tempi non può essere una mera opinione, caro mio. Finché si tratta di un libro straniero, si può sempre prendere a male parole il traduttore (molte volte a ragione), ma io che leggo certi strafalcioni in un libro italiano me la devo prendere con la scrittrice o con l’editor?
2.La storia è davvero senza senso. Non surreale, altrimenti mi sarebbe anche potuta piacere: proprio senza senso. La protagonista dice e fa cose totalmente irragionevoli, incomprensibili ai lettori dotati di intelligenza media e anche a quelli sotto la media. Che poi, la storia è così scema che non ti viene nemmeno voglia di prendere la protagonista a martellate sulla testa quando fa una cavolata. Per non parlare della psicologia dei personaggi, proprio non pervenuta. Specialmente quelli di contorno son tagliati col coltello, senza sfaccettature, senza un briciolo di lavoro sul personaggio
3.Lo stile: NON CI SIAMO. A volte ho avuto la sensazione di leggere un romanzo scritto da una ragazzina venuta su tra Harmony e chick-lit scadente. Va bene utilizzare uno stile fluido e scorrevole, però un minimo di originalità, un guizzo nella trama, un punto di svolta, una descrizione esaltante… no, niente. Noia. Buio. Si legge in un giorno, sono d’accordo. Perfetto per l’ombrellone, è vero. Ma non è che questi siano complimenti, eh.

Non vorrei essere fraintesa: io Anna Premoli non la conosco, è il suo primo libro che leggo e rischio di diventare come uno di quegli avventori di bar che si sentono tutti allenatori della Nazionale senza aver mai tirato un calcio al pallone. In fondo leggendo la sua storia mi sta anche simpatica, si è autoprodotta il libro in ebook e per questo la stimo; solo dopo è arrivata la Newton e il Premio Bancarella.
Non è certo la classica raccomandata in stile Moccia, né la ragazzina torbida che pubblica romanzetti scollacciati.
Però il Premio Bancarella è ridotto davvero male, poraccio…

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gli Harmony, e li trova un filino complicati
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Agosto, 2013
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Il nostro Caro Leader (che assomiglia non dico a

Se questo fosse un libro di fantascienza, sarebbe uno di quei romanzi distopici così di moda che ti lasciano in bocca il gusto del "poteva essere, ma per fortuna no".
Invece non lo è, è realtà. E' la Corea del Nord, realtà dimenticata se non fosse per qualche sparata atomica di suoi leader e nei confronti del quale lo scrittore ha condotto, anche d persona, indagini approfondite.
Il romanzo, premio Pulitzer 2013, è alienante, appassionante e vivo. Il suo protagonista, uomo del regime, orfano e militare, indottrinato dalla nascita dall'unica radio di stato, non si arrende, cerca la libertà a livello epidermico pur senza conoscerne l'effettivo significato.
Bello, intenso, disturbante. Da leggere.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    14 Agosto, 2013
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Se te lo consigliano in tanti, non ti fidare.

Ho letto questo libro in pochissimo tempo, divorandolo con voracità e con emozioni contrastanti. Mi piace? Non mi piace? E' appassionante, vivo o noioso e puerile?
Ho atteso un colpo di scena definitivo, o almeno un finale che desse senso ad un libro che mi era stato così tanto raccomandato. Invece nulla. Il libro, alla fine, mi è sembrato ipocrita e puerile. Una vera delusione, nel complesso, anche se la Rattaro scrive bene e ha secondo me grandi potenzialità.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    23 Luglio, 2013
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Non fidatevi dei best-seller

Quando ti scrivono che un libro è "Il giallo dell'estate", i lettori attenti e razionali dovrebebro fare solo una cosa: starne alla larga.
Ecco, io per mia stessa definizione sono tutto meno che razionale, e quindi mi sono fatta comprare da una copertina accattivante e dal ciangottio generale che definiva questo libro innovativo, entusiasmante e da non perdere.
Mai fidarsi.
Il libro adotta la formula (innovativa?) del libro nel libro. Il protagonista, definito con toni macchiettistici sin dall'inizio con l'epiteto adolescenziale de "Il Formidabile" è uno scrittore in cerca dell'ispirazione perduta che si ritrova a dover cercare di scagionare il suo mentore, a sua volta scrittore celeberrimo, da un'infamante accusa di omicidio. Omicidio odioso, perchè trattasi di una adolescente scomparsa più di trent'anni prima.
La storia racconta appunto quest'indagine, la storia d'amore proibito tra Harry (il mentore) e Nora (la scomparsa quindicenne), ed il persorso del protagonista verso l'ispirazione e la scrittura.
Se alcune cose sono meritevoli, altre proprio sembrano pescate dal cesto delle assurdità. Seguendo la regola del prima il peggio, poi il meglio passerò a stilare la lista di cosa non mi è piaciuto nel romanzo:
- i personaggi hanno lo spessore picologico dei pupazzetti rticolare le figure di contorno, come la madre del protagonista, il bibliotecario, la signora Quinn, sono tagliati con l'accetta, macchiettistici e assolutamente poco credibili anche in un telefilm amaericano. Figuratevi in un libro.
- In alcuni punti il libro si perde. Non divaga: deriva.
- il finale è in assoluto il più grande pasticcio narrativo che mi sia mai capitato di incontrare. Ci credete se vi dico che c'ho capito poco??
- Ho indovinato l'assassino a pagine 120.

Ed ora le cose positive, perché se questo libro è stato ed è un piccolo fenomeno editoriale c'avrà anche i suoi motivi. Spero. Insomma, almeno credo:
- E' avvincente, ti "obbliga" a continuare la lettura ad oltranza anche se con un sopracciglio alzato con scetticismo e poca convinzione. Eppure si fa leggere, inutile negarlo.
- I consigli di scrittura di Harry ed il parallelo con la boxe mi è piaciuto.
- La copertina è bella.
- Molto bella. Già l'ho detto?

Insomma, come al solito il mio consiglio è: aspettate l'edizione economica. Anzi, meglio: cercate l'ebok che vi conviene, è pure gratis.
Ops, non dovevo scriverlo.
Vabbè, ormai è andata.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    21 Giugno, 2013
Top 100 Opinionisti  -  

La bigamia è un reato da poco, in fondo.

Ennesimo libro pre-Kinsella per Madeleine Wickham, che riesce a rendere divertente una storia di per sé surreale, ma al tempo stesso prevedibile. La storia segue i canoni non scritti della chick-lit d'annata, tra equivoci, drammi a fin di bene e amori che non si arrendono all'orgoglio.
Leggero, poco impegnativo, ma già vivo della scrittura della futura Kinsella.
Estivo.

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Sophie Kinsella e vuole scoprire come è diventata ciò che è.
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Romanzi storici
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    19 Giugno, 2013
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Evelina, la Scépa e la Nera

L'orrore e la miseria della guerra visti con la leggerezza e la magia di cui può essere capace solo una bambina di cinque anni. Ricordi, realtà e sogni si fondono in un bel racconto, che odoroa di storie raccontate dai nonni intorno al fuoco.
Evelina è un personaggio da amare, forte e temeraria, piccola ed incosciente.
Un unico appunto: ho trovato sgradevole l'uso del dialetto fonetico nelle frasi, pur se simile al mio. L'ho trovato di difficile lettura e non intuitivo, come può essere invece l'uso del siciliano in Camilleri.
Ma si tratta di un peccato veniale, il libro è comunque molto interessante e merita di essere letto.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    10 Giugno, 2013
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Io, Salvo ed il giallo italiano

Prima di tutto, voglio fare una doverosa premessa: io Salvo Montalbano lo amo. Lo amo da sempre, e specialmente per i primi capitoli della serie, in cui humor e giallo non mancavano mai.
Ma come nelle migliori serie televisive, a cui Camilleri deve tanto anche a livello di caratterizzazioni attoriali, alla lunga tutto stufa. E' un processo naturale, le storie si sfilacciano, i protagonisti perdono smalto, gli intrighi vengono indovinati a metà libro.
Succede. Ed allora? Allora in genere è il segno che basta.
Basta con masnade donne bellissime e sempre appetibili, con uomini laidi e senza morale, con il sesso che domina la scena, manco fossero le storie del PM Tommaseo.
Per lo meno, a magra consolazione, in questo libro (datato 2008 ma pubblicato solo ora), Salvo evita di piangersi addosso tutto il dolore per la sua vecchiaia, e di questo lo ringrazio.
Si potrebbe riavere indietro lo humor e il giallo "vero"?
No?
Allora forse è il caso di fermarsi qui.

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...tutte le storie di Salvo Montalbano e come me deve vedere come va a finire.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    21 Marzo, 2013
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Scoperte tardive

Ho scoperto solo oggi Alicia Gimenez-Bartlett e, me ne rendo conto adesso, con un colpevole ritardo. Poco attratta dai Sellerio in generale per via della loro dimensionalità spiccia e poco impilabile nella mia libreria, mi sono dovuta tuttavia ricredere. Le avventure del viceispettore Petra Delicado e di Fermin Garzon sono divertenti, mai banali e, per quanto l'assassino alla fine sia prevedibile e scontato, fanno passare allegre giornate disimpegnate e di buona lettura.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    13 Marzo, 2013
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Delusione, cocente delusione

Adoro Guillame Musso, ho letto tutti i suoi libri ed attendo sempre con ansia le nuove uscite con la devozione tipica del tossico. non è che non mi renda conto dei suoi limiti letterari: ne sono semplicemente dipendente.
Eppure questo libro, che mi sono fatta comperare in formato cartaceo dal mio compagno, mi ha deluso sin da subito.
Prima di tutto dalla copertina: chi l'ha disegnata? Un ragazzino di seconda media all'ora di educazione tecnica? Diciamo che non ha... respiro internazionale, via.
Poi la storia. Per tutte le pagine del libro ho atteso un palpito, un colpo di scena, un qualcosa di metafisico, di alienante. Un colpo di scena alla Musso, per intenderci. E invece nulla, mi sembrava di leggere la sceneggiatura di quei film thriller tedeschi che una volta Raidue mandava il sabato sera: tremendo.
I personaggi poi? Surreali in senso negativo, però.
Caro Guillame, hai fatto un buco nell'acqua.
Ma io ti amo lo stesso, però.

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tuti i libri di Musso e li adora. Perchè solo con tanto amore si può superare questo libro...
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    13 Marzo, 2013
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Londra, Istanbul, Kurdistan

Elif Shafak è, dopo Jane Austen, forse la mia scrittrice preferita, sia per potere evocativo che per le sue storie. E poi è turca, con me ci parte avvantaggiata: io adoro Istanbul e la Turchia, quindi.
In questo suo ultimo libro Elif mette in piazza temi molto cari all'attualità: la coesistenza di culture diverse, la famiglia, la rottura con le tradizioni, il passato che ciclicamente torna a bussare.
Londra, Istanbul, lo stato curdo che nemmeno esiste: in nessun luogo i protagonisti riescono ad essere felici perchè sono tutti irrisolti, legati a doppio nodo gli uni agli altri tra passato e futuro.
Andare oltre, reclamare una felicità che alle donne sembra vietata e velata all'estero più che in patria è impossibile e le due protagoniste non sapranno farlo mai, fino al tragico epilogo. Luce della speranza è lasciata in mano alle nuove generazioni, non più straniere ma non ancora londinesi, ibridi di una società fatta di ibridi.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    07 Febbraio, 2013
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Donne vs Uomini

Questo è il mio primo libro di Federica Bosco ed ero molto curiosa. Ne avevo letto come di una aspirante Kinsella italiana, ma sono rimasta parzialmente delusa.
Il libro è frizzante e d allegro, specie nella prima parte esilarante, per poi piombare nel buonismo e nell'happy end più esasperato e gratuito, con punte alla Fabio Volo.
Nonostante l'idea molto carina, la divertente caratterizzazione dei personaggi e l'innegabile buonumore che è in grado di scatenare questo libro (almeno per un paio d'ore di lettura), diciamo che mi aspettavo di più.
Insomma, la Kinsella è molto molto molto lontana.

PS: Immaginare Francesco Mandelli nella parte del protagonista NON ha aiutato il libro, assolutamente.

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la chick lit spicciola e vuole passare un paio d'ore staccando il cervello
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Fantasy
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    07 Febbraio, 2013
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Ma anche no

Sono una grande consumatrice di fantasy ed in genere non vado molto per il sottile.
Ho letto un po' di tutto, da opere molto blasonate e strettamente fantasy come mastro Tolkien, alla Rowling e Terry Pratchett, proseguendo poi con Neil Gaiman e l'onorevole e prolisso Mr. Martin.
Ho letto anche Licia Troisi con un certo godimento, non vado per il sottile io.
E poi ci sono le nuove leve, ma per il momento sorvoliamo.

Son abbastanza di bocca buona quando si tratta di questo genere letterario, che coccola il bambino che vive in me e mi aiuta ad affrontare meglio le giornate di pioggia.
Capirete quindi che non potevo lasciarmi scappare Wildwood, opera prima di un giovane scrittore Meloy Colin, primo di quello che si preannuncia essere una saga e campione d'incassi.
Ne ero molto curiosa per diversi motivi, prima fra tutte l'idea romantica e un po' vintage delle illustrazioni, opera della moglie dello scrittore, Carson Ellis.
In seconda battuta, mi attirava l'idea di una nuova saga che andasse a prendere nel mio cuore il posto di Harry Potter. Le cronache del ghiaccio e del fuoco sono belle, sì, ma diciamocelo: non sono affatto confortanti, ma anzi assomigliano ai telegiornali attuali in versione medievale e io necessito di svago.
Per migliorare il tutto, le recensioni che lo definivano un libro fantasy, dal sapore ecologista, per i bambini di tutte le età. Edito da Salani, per di più, una casa editrice di cui sono feticista.
E poi le vendite strabilianti: possono tutti questi lettori sbagliarsi?
A quanto pare sì.

Perché io, proprio io, che sono in grado di divorare qualunque porcheria fantasy mi sono arresa davanti ad un libro noioso e, sinceramente, anche adeguatamente sciocco, di cui trovate il riassunto qui.

Prima di tutto la protagonista, Prue. Alcuni l'hanno accostata a Coraline, ma evidentemente erano ubriachi. Prue è odiosa e fastidiosa come un protagonista di Masterchef Junior e interessante ancor di meno. Per tutto il libro speri sempre che un'aquila gigante se la porti via per nutrire i cuccioli.
E poi, gli animali parlanti della foresta. Ve lo immaginate voi il re degli uccelli? No, non è un libro porno. No, è un gufo. Gigante. Facile da immaginare, vero?
Facile come immagnare Antonio Banderas disquisire con una gallina.

Insomma, il libro mi è sembrato un frullato di molti libri già letti. Un po' di Gaiman, un pizzico abbondante di Tolkien, e (perché no?) una spruzzatina di Road Dahl per renderlo più ironico.
Peccato che i copia ed incolla non vengano mai bene.
Leggerlo? Insomma, anche no.
Un bel prodotto, con una bella confezione, ma con poca sostanza.
Oppure sono io che sono invecchiata, o che ho perso di vista il fanciullino che vive in me. Può essere, eh.

Attendo altre opinioni...

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no
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il fantasy ed è di bocca buona.
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Narrativa per ragazzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Novembre, 2012
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Ciao Katniss, ragazza di fuoco!

Capita di rado che una saga appassioni in maniera continuativa e senza cali dall'inizio alla fine, tanto più se si tratta di quello che viene sbrigativamente e con un po' di spocchia archiviato come young adult.
Eppure, nonostante la nomea, non ho potuto non appassionarmi alle vicende di Katniss e del distretto 12. Katniss col suo carattere autonomo e complicato, con la sua difficoltà a lasciarsi andare, con una storia d'amore mai banale.
E poco contano le lacune narrative, la poca rispondenza della trama sul finale, la scrittura non sempre eprfetta e brillante della Collins: questo libro mi ha tenuta incollata alle sue pagine come carta moschicida.
Si può chiedere di più ad un libro?

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I primi due capitoli della saga
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Novembre, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Il sapore della noia trasferito in una ciambella a

Vorrei fosse possibile dare un voto separato alle due parti di questo romanzo di Aimee Bender. Assolutamente cinque stelle per la prima parte, feroce satira della famiglia borghese americana media, con la sognante ed interessante metafora della protagonista bambina che riesce a sentire l'umore e lo stato d'animo delle persone trasportato nel cibo che preparano. delicato, interessante, affascinante e graffiante.
La seconda parte del libro, invece, merita a stento una stella: la Bender si perde completamente in un punto indefinito tra il surreale e il noioso, in un labirinto di sottesi complicati che culmina nella trasformazione del fratello della protagonista in una sedia. In una sedia. S-e-d-i-a. Mmm...
Ecco, forse non sarò abbastanz aintelligente o colta, ma io questa cara Aimee non l'ho proprio capita. non solo, non mi è piaciuto nemmeno il senso di irrisolto che pervade il finale.
Il tutto mi ha dato l'idea di un'ottima idea che finisce sprecata in un mare di noia.
Peccato.

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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    13 Novembre, 2012
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Le origini di Alice Allevi

I libri di Alessia Gazzola sono per me ormai un appuntamento imperdibile, un lieto passatempo e un ritorno a casa: come si può non affezionarsi ad Alice?
Per non parlare di tutti gli altri personaggi: Yukino, Arthur, Marco, Silvia, Lara... e perché no, anche Ambra, il Boss, la Wally e persino Claudio Conforti!
Ecco perché ero entusiasta all'idea di una nuova uscita, entusiasmo subito smorzato dalla scoperta inquietante: non si tratta del nuovo capitolo, che ci svela dove è finita Ambra, ma un prequel che ci spiega perché la nostra eroina è finita a medicina legale.
Ben scritto, eh, divertente in alcuni tratti (specie quando "sfiora" Arthur ad una festa), ma francamente aspettavo altro...

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le (dis)avventure di Alice e se ne è innamorato
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Gialli, Thriller, Horror
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    13 Novembre, 2012
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La voce della coscienza

Montalbano ha appena compiuto 58 anni e non è che le cose gli vadano proprio bene: sente di stare invecchiando, l'immaginazione gli si accanisce contro e anche l'arroganza di giovanotti in macchina non lo lascia tranquillo.
Ma come sempre riuscirà a ritrovare la serenità e la lucidità necessaria per sbrogliare una matassa che si preannuncia particolarmente imbrogliata, anche a causa della famiglia Cuffaro.

Camilleri tira fuori dal cappello magico questo libro, scritto almeno 5 anni fa e mai pubblicato. Come un prestigiatore ci regala un altro libro con il vecchio Salvo, auto-ironico, intento alle azzuffatine con Livia e non ancora schiavo del languore e del fascino femminile, ma tutt'al più della propria coscienza.
Un Montalbano che, seppur lontano dal bel tempo che fu, si fa leggere con disincanto ed allegria.

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tutte le avventure di Salvo
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Romanzi storici
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    12 Ottobre, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Persino per imitare Dan Brown ci vuol mestiere

Prendete Dan Brown in ottima forma, con storie di angeli e massoni varie che gli frullano nella testa. Aggiungete un pizzico de "La cattedrale del mare" e due pugni abbondanti di pathos à la Ken Follett. Fatto?
Bene, ora mettete tutta la narrazione in bocca a Giacobbo un venerdì sera su Raidue.
Shakerate con forza ed otterrete questo libercolo, che a tratti sembra addirittura giocare a "Il nome della rosa" senza ovviamente avvicinarcisi nemmeno epr errore.
Anche no.

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...Dan Brown, e gli è anche parso un po' difficile da capire
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    11 Ottobre, 2012
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Un amore della vita o per la vita?


Ci sono romanzi che vanno letti al momento giusto, altrimenti non possono essere mai apprezzati davvero, a prescindere dalla loro valenza letteraria.
E questo è uno di quei libri, che si possono apprezzare per la cifra stilistica dell'autore, per la capacità di raccontare, per la sapidità delle storie. Oppure si può innamorarsene, di quell'amore piccolo, dedicato alle cose. Proprio come è successo a me, che mi sono lasciata trascinare dal pappagallo fatto con l'ombra sul muro in un mondo vivo, triste sì, ma pieno di amore spesso infelice e frustrato.
Come la vita.
Bellissimo.

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..a chi ha voglia di leggere un bel libro
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Romanzi
 
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2.0
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    11 Ottobre, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

C'era una volta, in cima a un monte...

Piccolo racconto "morale" di Mauro Corona (perlomeno venduto a € 7,50 e questo è cosa rara...) incentrato sul rapporto figlio/genitori e che ha come sfondo la natura dell'Abetone.
Non so, c'è sempre qualcosa che non mi convince in Mauro Corona, sebbene non mi dispiaccia.
Forse è l'uso dei modi e dei tempi verbali che non mi convince, la sensazione che lo scritto assomigli troppo al parlato.
Oppure è l'idea, lo stereotipo che sembre la gente di campagna sia per bene, in contrapposizione con la cattiveria e l'accidia di città.
Non so cos'è, ma non mi convince nemmeno stavolta, nonostante personalmente mi stia simpaticissimo.
Riproviamo?

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..gli altri di Mauro Corona, e forse l'ama più di me
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    11 Ottobre, 2012
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Parigi, l'Africa nera e l'autodeterminazione

Tre generazioni di donne: la fredda matriarca, le sue nipoti e in mezzo, allo stesso tempo figlie e madri, Iris e Joséphine, sorelle dal carattere diversissimo. La prima è bella, ricca, ammirata e frivola, vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è stata abbandonata dal marito inetto e fedigrafo, e deve fare i conti con due figlie da crescere e una serie infinita di difficoltà finanziarie.
Una storia tutta al femminile, quindi, ma non solo. Il libro viaggia sul filo dell'assurdo per tutto il tempo, diverte e conquista, fa ridere e sorridere delle disgrazie e delle piccole gioie dei protagonisti.
Il tutto immerso in una Parigi radiosa e sempre presente sullo sfondo, che fa desiderare di trasferirsi in un appartamento con finestra su un bouleverd e andare a comprare una baguette ogni mattina.
Divertente con brio.

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a chi ama la Kinsella e il "rosa" intelligente
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Fantasy
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    17 Settembre, 2012
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Jon Snow, tu non sai niente

Prima parte del libro "A dance with dragons", ingiustamente (ma ahimè, ormai ci siamo abituati) spezzettato in tre libri per gli abietti fini degli editori italiani.
Il libro riprende l'ultima parta de "Il Banchetto dei Corvi" dando il punto di vista dei personaggi dimenticati e intrecciando le loro storie con gli altri. Ritroviamo quindi Jon Snow, di cui si svela il mistero della nascita bastarda, Daenerys e i suoi draghi inchiodati a Sud dagli eventi, Tyrion in fuga e Stannis alla ricerca del titolo di re, Brandon alla ricerca del corvo con tre occhi.
Avvincente e intricato come sempre, in questo ultimo libro Martin mostra un po' di stanchezza nella gestione dell'intreccio e racconta meno di quel che dovrebbe, lasciandosi andare a descrizioni troppo dettagliate per i miei gusti ed a un ritmo lento e pigro.
Ma forse sono solo io che voglio sapere e andare avanti.
E in ogni caso, Jon Snow resta sempre il mio preferito.
Chi vincerà il gioco del trono?

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Solo agli appassionati della saga, assolutamente impossibile
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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.0
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3.0
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    03 Settembre, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Si può fare di più (se vuoi essere la Kinsella de'

Secondo romanzo di quella che si avvia essere una collana di romanzi (anche grazie al finale aperto di quest'ultimo), il libro di Alessia Gazzola come al solito si lascia leggere, guidato più dai personaggi secondari che dalla protagonista, Alice Allevi.
Come non amare Yukino o Cordelia? Ed il cane Ichi? Per non parlare poi di Arthur.
Alice invece galleggia sempre, è u personaggio che vorrei veder maturare, anche nel suo essere ingenua e pasticciona. Vorrei di più da lei, e anche dalla Gazzola che in alcune parti di questo libro è riuscita ad annoiarmi.
Resta comunque sempre un divertente libro da leggere, piacevole e non banale, che consiglio assolutamente.

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L'Allieva, of course, ma anche la Kinsella
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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.5
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Agosto, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

A' Libbano, ma che stai addì?

In questo piccolo romanzo, che definirei meglio un racconto lungo, scopriamo la giovinezza del Libanese alle prese con il suo primo tentativo di diventare Re di Roma.
Tentativo che fallirà miseramente, ovvio, perché è ancora un pischello e non ha ancora incontrato il Freddo, sua nemesi naturale.
Ho molto amato Romanzo Criminale, ma questo libercolo si può definire solo in un modo: inutile.
Non approfondisce la psicologia dei personaggi, non illumina zone oscure, non aggiunge nulla. Nulla.
Romanzo Criminale e il suo indotto fa gola, io lo capisco. Ma di questo prequel proprio non avevamo bisogno.

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no
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Gialli, Thriller, Horror
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    30 Luglio, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Se Becky Bloomwood diventa medico legale

Prendete un personaggio di un libro di Sophioe Kinsella e trasportatela a Roma a fare la specializzanda in Medica Legale. Aggiungete guai sentimentali, scarsa fiducia in sè stessa e superiori infimi e burocrati, shakerate con un omicidio che tocca i quartieri alti romani e... TADAAAN! Ecco a voi il romanzo d'esordio di Alessia Gazzola, piccolo caso comemrciale divenuto famoso col passaparola.
Ed il successo, non posso negarlo, è meritato. Illibro si fa leggere, è divertente, non banale ed è facile immaginarsi nei panni di Alice, specializzanda in Medicina Legale svanita e con la fobia delle autopsie.
Carina anche l'idea di inserire strofe di canzoni nella narrazione, ben delineati i personaggi anche se (sono cinica, lo so) ho riscontrato un eccesso di bontà: cara Alice, la vita evra è molto più cattiva!
L'unica cosa che mi ha infastidita un po' (e per cui non ho dato quattro stelle) è il finale: buonista e "aperto" con il termine di un pilot di un telefilm. Va bene lasciarsi la strada aperta per un seguito (che poi c'è stato), ma ci sono dei limiti!!!!

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I thriller in genere, e sogna che a sgominare i cattivi sia Becky di "I love shopping"
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Fantascienza
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    19 Luglio, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

A chi è che hai detto zombie???

Ho comprato questo libro al mio ragazzo dietro suggerimento radiofonico di Luciana Littizzetto, visto che sembrava una storia diversa e dopo la fine di The Walking Dead lui si sentiva orfano di zombie.
Lui ne è stato conquistato e ha insistito per farmelo leggere. "Non è che mi fa paura? Lo sai che odio gli zombie?!" ho protestato.
Ma dietro le sue insistenze, alla fine, l'ho cominciato e divorato in poco tempo.
Un romanzo sull'uomo, sorprendente e scioccante a tratti.
Leggetelo.
E tranquilli, non fa paura.
Quasi mai.

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Fantasy, horor, ma anche filosofia.
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Letteratura rosa
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    19 Luglio, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

In verità era meglio tacere

Nutrivo grandi aspettative su questo romanzo, visto che la trilogia fantasy della Gier mi è molto piaciuta.
Mi ero dimenticata, però, che come per Sophie Kinsella / Madeleine Wickham, il provenire dalla stessa autrice ma anche da momenti diversi della sua carriera non deve essere sottovalutato.
Questo libro è infatti precedente alla sua trilogia e riedito per l'occasione: ne avevamo bisogno?
Direi di no, anzi ne sono certa.
La Gier crea una storia anche interessante a tratti, divertente in alcuni personaggi, ma manca qualcosa.
In questo romanzo Kerstin wannabe la Sophie Kinsella germanica, ma non ne ha né il graffio né l'ironia. Manca qualcosa che renda la storia, seppur scorrevole, più interessante. Manca l'identificazione, la voglia di innamorarsi dei personaggi, di vedere come va a finire. Mancano anche un paio di risate, che non ci sarebbero state male.
Insomma, si poteva anche evitare.

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La chick-lit e non si aspetta che una giornata rilassata sotto l'ombrellone
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Narrativa per ragazzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Giugno, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

L'occhio del grande fratello (dittatore)

Da molto questo romanzo vegetava nel mio lettore, ma troppo presa dalle Cronache del ghiaccio e del fuoco non gli avevo dato rilevanza.
Poi, in vacanza a Parigi, non ho potuto non notare le gallerie della metro tappezzate con l'immagine di Katniss e il battage pubblicitario allegato all'uscita del film.
E poi ci si è messo pure un mio amico col dire leggilo, leggilo!.
E insomma, per farla breve ci sono arrivata con un certo scetticismo: sarà uno young adult come un altro, no?
E invece no.
Ambientato in un futuro post-apocalittico in cui il Nord America si chiama Panem. Diviso in dodici distretti (più uno, devastato e stroncato per la sua ribellione) ogni anni deve sottostare agli Hunger Games con due tributi sorteggiati tra i ragazzi dai 12 ai 18 anni. Ventiquattro ragazzi che dovranno lottare uccidendosi l'un l'altro in una arena finché ne rimarrà solo uno in una sorta di reality show violento e sadico.
Se l'occhio orwelliano delle telecamere è ovunque, impudico e violento, la cosa che appare più vivida è l'oppressione e la paura.
Katniss e Peeta, i due ragazzi del Distretto 12, il più povero, sopravviveranno?
Catalogato sotto la pomposa etichetta di romanzo "distopico", questo libro diverte e fa riflettere su talmente tante cose che ogni ragazzo dovrebbe leggerlo: l'uso dei media, il totalitarismo, l'autodeterminazione, l'amore.
Beninteso, non è una pietra miliare della letteratura, non cambierà la vita della gente, ma è ben scritto, originale e scorrevole.

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Bradbury, Ira Levin e la "fantascienza de'na volta"
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Giugno, 2012
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Di Guillame Musso, personaggi di carta

L'ho detto e non mi stanco mai di ripeterlo: ognuno ha le sue debolezze letterarie e la mia è Guillame Musso.
Sì, è un romanzo romantico, quasi new age.
Sì, si sa che alla fine va sempre (quasi) tutto bene e questo rincuora.
No, non mi sono ancora stufata di lui.
Musso è semplicemente innamorato dei suoi personaggi, e per questo non riesce ad essere cattivo fino in fondo con loro. Specialmente quando escono dai libri e diventano di carne e sangue.
Insomma, io lo consiglio vivamente, ma sono troppo di parte.
Vedete voi...

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Guillame Musso, e non se ne stanca mai
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Narrativa per ragazzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Giugno, 2012
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Nè vampiri, nè licantropi, e nemmeno elfi o follet

Questo libro in ebook mi è capitato tra le pupille per caso, in una domenicad'estate dedicata al relax e alla "Tempesta di spade" di Martin. E in mezzo a quella devastazione e alle morti violente della Guerra dei 5 Re mi son detta: una storia d'amore? E perchè no? Non sarà mai peggio di Twilight in fondo, no?
E infattiho trovato quel che mi aspettavo: un Harmony gotico.
Non particolarmente avvincente, nè mal scritto, un divertissement pomeridiano, perfetto se fuori piove e non si ha voglia di fare una mazza. O anche sotto l'ombrellone.
Midicono che sia una saga anche discretamente lunga, e che Luce e Daniel siano molto amati.
Oh, magari migliora col prossimo, se mi verrà voglia di scoprirlo vi terrò informati. Magari.
Stay tuned...

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Twilight e ama i vampiri, gli amori senza confini e le ragazzine un po' antipatiche
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Fantasy
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Aprile, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Peccato siano solo tre colori!

Ecco, finendo il libro ho pensato proprio questo: peccato!
Perché? Che cosa ci ho trovato? In fondo, sono abituata a leggere libri di ben altro spessore, direte voi.
Se io ora mi mettessi qui a scrivere dettagliatamente la trama della trilogia di Kerstin Gier ed a elogiarne le qualità penso mi prendereste per matta.
Quindi, mi limiterò a confermare il mio giudizio: favolosa.
Ma come, non sono di quel sottogenere che va tanto di moda oggi, l’orripilante young adult?
Sissignore, lo so. E lo sono con tanto di impianto classico protagonista adolescente-cattivi-magia- amoreamoreamore. Eppure la Gier racconta tutto con freschezza, proprietà ed intelligenza, creando un piacevole intrattenimento che bilancia commozione, azione e sorrisi. Alcuni personaggi, tra cui i fantasmi James e Xemerius, sono perfetti vividi e spassosi.
Anche l’eroina è il giusto mix di fascino e imbranataggine, come in un libro della Kinsella sposato col fantasy.
Insomma, mi sono divertita, commossa, innamorata.
Cosa si può volere di più?
Non fate gli spocchiosi e leggetelo!

PS. Se siete dei cuoricini di zucchero come me, attenti al finale!

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Red e Blue, ovviamente. Ma anche a chi vuole un fantasy divertente e mai banale.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Aprile, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

A volte per sapere è meglio non sapere

Malvaldi l’ho scoperto per caso e, devo dirlo, grazie al passaparola.
La sua serie sul Bar Lume è oramai così mitica che già si parla di trasposizione televisiva, con tanto di Valerio Mastrandrea nei panni del barrista Massimo. E perché non dovrebbe essere così? I soi libri sono una boccata d’ossigeno in un mondo tetro. Divertenti, leggeri, intelligenti e mai banali, accompagnano il lettore in un piacevole viaggio nel quotidiano che, a volte, può diventare straordinario.
Anche questo quarto appuntamento non fa differenza, dove la noia di una estate senza omicidi e la riapertura ad opera dei quattro vecchietti di un caso di venti anni prima sono solo il pretesto per narrare.
Certo, se una critica si può fare, a parte quella del formato dei libri Sellerio che io trovo da sempre antipaticissimo, è quella della poca evoluzione. In quattro libri, tranne il viavai di Tiziana, poco è cambiato al BarLume. Squadra che vince non si cambia, si diceva un tempo, ed è ancora vero. Ma Malvaldi qualcosa se lo dovrà pure inventare nel prossimo libro…

Per concludere, volevo ricordarvi i quattro vecchietti del bar, che sono così mitici che da causarmi risate così sonore, tali da svegliare il mio compagno mentre leggevo a letto.
Ditemi voi se è poco, deh!

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La trilogia del Bar Lume, ma anche Montalbano "de'na volta" e ha nostalgia di gialli all'italiana leggerie piacevoli
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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    13 Aprile, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Il valzer delle occasioni sprecate

Questo libro è un chiaro e lampante esempio di occasione sprecata: la storia era interessante, prometteva bene, i personaggi potevano essere intriganti, l'ambientazione anche.
Ma invece no.
Riccarelli è un bravo scrittore, non posso affermare il contrario, mi piace soprattutto il suo modo di disegnare gli stati d'animo, di dipingerli come fossero quadri.
Però, alla fine, non basta.
la storia deve lasciarti dentro qualcosa, non può essere sono un vacuo esercizio di stile.

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Romanzi
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    28 Marzo, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Se i gerani non vengon su bene, concimali

In genere sono restia a leggere libri messi al mondo da personaggi dello spettacolo. Ma, mi son detta, con la Marchesini sarà diverso!
Io, bambina degli anni ’80, adoravo il Trio e lei è rimasto sempre un ideale di donna ironico, intelligente e mai banale. E umbra di natali, per di più!
Che bello, mi son detta, un libro scritto da lei!
Non che mi aspettassi un libro comico, ci mancherebbe.
Però ironico, cavoli, sì!
E invece questo libro odora di minestrina, è pesante e poco ammaliante.
Anna ripercorre la sua infanzia ad Orvieto, i suoi rapporti coi genitori, le sue paure di bambina e le ansie della crescita. L’inadeguatezza di esser troppo intelligente per i compagni, l’oratorio,. La Prima Comunione.
Poteva essere un bel libro, un canto alla leggerezza e all’infanzia.
Magari anche un libro serio.
E invece no, invece è solo noioso e prolisso.

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Romanzi
 
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2.5
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Marzo, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Avvocato Malinconico, dove sei?

Il primo libro di Da Silvia che ho letto, "Non avevo capito niente" mi era piaciuto in un modo totalizante. Mi ero ritrovata a ridere e arrabbiarmi vistosamente contro e con l'avvocato Malinconico, e me ne ero perdutamente innamorata.
Ma se il nostro idillio già era andato scemando con "Mia suocera beve" con quest'ultimo tomo posso dire senza dubbi che la fiamma della nostra passione s'è estinta.
Peccato.

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...le precedenti avventure di Malinconico, ma anche no.
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Racconti
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    26 Marzo, 2012
Top 100 Opinionisti  -  

Quel che resta di Vigàta

Dopo Gran Circo Taddei (e altre storie di Vigàta), il proficuo Camilleri torna a raccontarci la Vigàta che fu, a cavallo tra le due guerre e anche più indietro nel tempo.
I suoi racconti, brevi ma non troppo, sono divertenti e capaci di strappare un sorriso. Hanno il sapore dei racconti dei nonni allungati e dilatati dai pomeriggi davanti alla stufa, coi nipoti imprigionati dal freddo e costretti a sentirsi ripetere aneddoti di un mondo che non c'è più.
Ben scritto, per carità, Camilleri è sempre lui. Ma Montalbano è (era?) un'altra cosa...

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...tutto del buon Don Andrea
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Letteratura rosa
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    30 Novembre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

Certezze impagabili

Leggere un libro di Sophie KInsella questo mi regala: l'assoluta consapevolezza di trovarci dentro delle certezze impagabili. Quali?
Proverò ad elencarvele:
1) una scrittura mai didascalica, ma sempre frizzante e ricca di humor
2) personaggi che portano il lettore sempre al limite tra odio inverecondo e personificazione sfrenata
3) storie che sanno già da sole come andranno a finire, ma non per questo sono noiose
4) un pizzico di magia à la Kinsella .

Insomma, come sempre un suo libro si fa leggere con gusto, a gambe distese sul divano e con la consapevolezza che la vita è anche sana ironia.

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tutti i libri della Kinsella
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Fantasy
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    22 Novembre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

E' ora di trovare altre parole inesplorate

Se raccontassi per sommi capi la storia dei lupi di Mercy Falls sembrerebbe poco più di una favoletta per bambini, o un Twilight di ancor più infima categoria: uomini che dopo esser stati morsi diventano lupi, ritrasformandosi poi con l’arrivo del caldo per periodi sempre più brevi. Finché restano lupi. E si innamorano. E soffrono. E sono felici. E amano la musica, e Rilke.
E sono buoni, cattivi, umani. Anche da lupi. Anzi, da lupi no, ma è troppo lungo da spiegare.
Eppure questa saga ha un dono: coinvolge, è deliziosamente romantica è vera, nonostante il tema trattato spinga a considerarla solo un’astrazione. E’ una storia vivida, di amore ed amicizia. Di riscatto, di lotta per crescere nonostante tutto.
Sì, ci sono i licantropi, ma i libri della Meyer, nonostante l’eco altisonante delle copie vendute, non possono essere paragonati a Sam e Grace.
Mi spiace solo sia tutto finito.

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I due precedenti capitoli della serie (Shiver e Deeper) ma anche a chi trova idiota Twilight e pensa possa esistere di meglio
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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.5
Stile 
 
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    16 Novembre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

I segreti di Roma

Ci sono legami strani che si creano a prescindere dalle nostre intenzioni. Legami mentali, fantasie, immagini. E per me Marcus, il penitenziere, ha la faccia storta di Forest Withaker e la psicologia intuitiva del suo Sam Cooper. Ed allora non ho potuto non affezionarmi a questa storia, non sono riuscita a non divorare le pagine una a una con la fretta di arrivare alla fine che è tipica dei grandi thriller.
Ma questo non è un grande thriller, è solo buono. Buono come una puntata (o forse due) di Criminal Minds.
E’ un ottimo libro, ma di mestiere, che non aggiunge né toglie nulla alla letteratura di genere. non per questo è meno godibile, sia chiaro. Anzi, è un divertissement assolutamente godibile, che fa incamminare Carrisi verso i grandi.
Piacevole e divertente.

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...Il Suggeritore, ma anche a chi ama Criminal Minds o il nuovissimo The killing
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Romanzi
 
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2.0
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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    18 Ottobre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

L'acrilico mi fa allergia

Ci sono libri fastidiosi, ingombranti, che ti scavano nell'anima e fanno uscire mostri che credevi risolti. Libri importanti, dolorosi, intensi.
Poi ci sono quelli fastidiosi e basta, prolissi, così tronfi e pieni di sé da pensare di essere autorizzati a reinventare l'italiano. Quest'opera prima di Viole di Grado appartiene ahimè a quest'ultima categoria.
Sopravvalutato, assolutamente.
E molto moltissimo moltissimissimo fastidioso.

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Fantasy
 
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4.5
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4.0
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4.0
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5.0
phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    28 Settembre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

Il fantasy è ancora vivo, grazie a Dio!!!

Ci si è messa tutta la buona volontà del mondo per ucciderlo: vampiri, storie melense, l'invenzione dei libri young adult. Eppure il fantasy è ancora vivo e lotta con noi!
Ce lo dimostra Kerstin Gier con il secondo volume della sua Trilogia delle gemme. Un libro che con ironia, fantasia ed originalità intrattiene e diverte senza essere sciocco o melenso.
Chi non si sente come Gwen, sballottata contro la sua volontà tra mille imprevisti che portano all'età adulta?
Chi non si è mai innamorata di un Gideon qualunque?
Chi non adorerebbe l'aver intorno un gargoyle fantasma che canta i Queen?
Assolutamente da leggere.

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Consigliato a chi ha letto...
...Red, ovviamente, ma a tutte le donne che vogliono avvicinarsi al fantasy ed hanno paura dei vampiri
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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
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3.0
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3.0
phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    23 Settembre, 2011
Top 100 Opinionisti  -  

Ma quando avete detto che riapre il BarLume?

Lo so, è brutto associare uno scrittore sempre e solo alle sue opere più famose. Sarebbe come a dire che Camilleri è solo Montalbano, il ché non è nemmeno sbagliato, a dire il vero.
Malvaldi in questo onesto libricciolo non è malvagio, no. Ma non è nemmeno scintillante e divertente, non è sagace, non intrattiene. Mi sembra uno studente precisino intento a fare i compiti, strappando un bel nove dalla professoressa di italiano.
Posso dirlo che è un po' noioso?

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