Opinione scritta da katia 73
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La famiglia karnowski
Avevo grandi aspettative per questo libro e devo dire che non sono state affatto deluse.
Leggendolo mi sono resa conto immediatamente di essermi immersa in un capolavoro della letteratura, la piacevolezza è direi immediata.
Subito si entra nella storia ,nella vita della famiglia Karnowski , un libro che ha più di settant’anni ma di certo non li dimostra. La lettura e davvero scorrevole, un lessico moderno e coinvolgente, abbastanza essenziale a mio avviso, Singer non si perde in inutili descrizioni , non sono i luoghi che esplora con grande abilità, ma sono invece la storia di questa terra ferita e l’animo di tutti i suoi protagonisti.
Una saga famigliare che si dipana nel corso di tre generazioni. Apre le danze David, il capostipite , si sposa con la giovane Lea e subito si trasferisce dalla Polonia a Berlino, lì, dove l’ambiente culturale è più raffinato per un erudito come lui , dove si parla una lingua più pura e dove è molto stimato nella sua sinagoga.
Nasce George, molto diverso da suo padre, e crescendo questa diversità sarà sempre più netta, tanto che , dopo una delusione d’amore sposa una ragazza cattolica. La sua carriera decolla, dopo la laurea in medicina e la specializzazione in ginecologia diventa uno stimato dottore . Nasce Jegor, ma la guerra e le persecuzioni razziali incombono sui numerosi ebrei e sulla stessa famiglia Karnowski, tutti gli ebrei che occupavano un posto rilevante nella società e avevano acquisito una buon livello economico avevano sottovalutato l’incombere del nuovo potere fascista, pensavano che la loro posizione sociale li tenesse al sicuro da rappresaglie ma presto scoprono che non è così , si parte quindi verso l’America, la terra della libertà e delle grandi occasioni.
E’ proprio in America che il testimone passa a Jegor, e che l’autore ci narra della difficoltà di adattarsi a un luogo così profondamente diverso, al difficile inserimento nella nuova terra che li ha accolti ma che comunque non regala nulla, bisogna ricominciare da zero .
Il libro si divide in tre parti ma c’è sempre un senso di continuità i personaggi non scompaiono, sono sempre li, è solo il protagonista che cambia.
Davvero bello, non perdetevi questo libro se amate la storia e le saghe famigliari
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Il mio sole è nero
Ho preso questo libro così, un po’ a scatola chiusa consigliata dalla solita bravissima commessa ,ma non avendo trovato recensioni sul sito ero leggermente dubbiosa, ebbene come sempre Stefania ha fatto centro .
Davvero bello e intrigante questo romanzo un po’ noir ambientato in Spagna in due fasce temporali differenti , i capitoli si alternano tra glia anni quaranta e fine anni settanta .
Che cosa avranno mai in comune la bella Isabelle che cerca di fuggire dal marito nel 1941 e Maria giovane avvocatessa che fa la sua comparsa trent’anni dopo ?
Ricco di colpi di scena è una lettura che non abbandoneresti mai , quando pensi di aver chiuso il cerchio ecco che arriva l’ennesima novità che s’incastra alla perfezione nella trama che non è mai forzata, al contrario io l’ho trovato davvero scorrevole .
Un libro che tocca diversi argomenti molto attuali : l’amore tra genitori e figli , l’omosessualità , la violenza sulle donne, la corruzione e la mafia all’interno della politica, se non è attualità questa !!
I molteplici personaggi sono tutti davvero interessanti, ognuno con il proprio scheletro nell’armadio pronto a essere svelato, l’autore ha dato ad ognuno il giusto spazio e ha saputo umanizzarli e dargli vita , non sono perfetti e a volte in loro il male e il bene si confondono.
Lettura davvero consigliata .
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In viaggio con Amara
Secondo libro di Dacia Maraini e per quel che mi riguarda seconda lettura davvero piacevole, scrive indiscutibilmente bene credo che ne prenderò altri .
Amara, giovane donna separata fa la giornalista, un giorno decide di partire dalla sua città ,Firenze ,diretta verso l’Austria sulle tracce del suo amico d’infanzia Emanuele che si era trasferito a Vienna.
Emanuele apparteneva a una ricca famiglia ebrea che con l’inizio delle persecuzioni razziali decide di tornare in patria a Vienna con la convinzione di essere più protetti. La decisione non si rivelerà delle migliori.
Amara riceve alcune lettere da lui e poi più nulla, lettere che sono sempre meno ottimiste e sempre più piene di disperazione, Emanuele sarà costretto a crescere in fretta.
Il lettore viene letteralmente trasportato sul treno con Amara, percorre con lei tutti i luoghi , impara a conoscere ed apprezzare tutti i personaggi che lei incontra in questo viaggio, ad assaporare tutte le sue emozioni e vivere le sue paure , in questo secondo me sta il grande pregio di questo romanzo, ti rapisce tra le sue pagine e ti senti parte della storia.
Il suo viaggio la porterà tra l’Austria la Polonia e l’Ungheria nel bel mezzo della guerra fredda, Amara incontrerà persone meravigliose, disposte ad aiutarla come l’uomo delle gazzelle, personaggio davvero memorabile . Il ricordo del suo infantile amore per Emanuele e la voglia di ritrovarlo la porterà a superare molte difficoltà.
Libro davvero bello, scorrevole e la curiosità di sapere che fine ha fatto questo ragazzo spinge davvero a non smettere di leggere, tanto che alcune divagazioni mi hanno infastidito . Ottima la ricostruzione storica, davvero documentata e interessante .
Consigliatissimo.
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L'ipotesi del male
Dopo aver letto “il suggeritore” non potevo proprio perdermi l’ultimo romanzo di Carrisi, e ancora pregna del personaggio di Mila sono corsa a comprarlo .
Confronto al precedente romanzo questo l’ho apprezzato maggiormente perché meno crudo, non ci sono le scene particolarmente macabre che un po’ mi avevano disturbato anche perché io non sono un’amante dei thriller , quindi doppi complimenti all’autore che ha conquistato anche lettori come me lontani da questo genere.
Il ritmo è adrenalinico , quando lo inizi non puoi più mollarlo, lo leggevo anche alla sera nonostante certi passaggi mi facessero un po’ paura, ma la curiosità che s’insinua nel lettore è tantissima , perché tutte queste persone scomparse da anni stanno tornando ? Chi li guida ? Quale è il filo conduttore che li collega ? Toccherà a Mila e ai suoi colleghi trovare le risposte a queste domande .
Lo stile è quindi davvero ottimo, libro scorrevole grazie anche ai brevi capitoli con annessi colpi di scena finali , i personaggi sono credibili e ben caratterizzati, non solo Mila ma anche tutta la nuova squadra a cui lei si unisce . Interessanti i cambi di direzioni delle indagini che spiazzano il lettore e insinuano seri dubbi sulle sue certezze, quando pensi di aver capito è tutto da rifare.
Il finale ci lascia la speranza di un seguito che sicuramente non perderò.
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La verità sul caso Harry Quebert
Vi è mai capitato di leggere un libro e giunti alla fine non sapere con certezza se vi è piaciuto davvero o no ? Ecco a me è successo proprio con questo romanzo .
Per recensirlo quindi dividerò ciò che ho apprezzato da ciò che invece mi ha infastidito.
Tanto per cominciare dalle pecche penso che sia un romanzo inutilmente troppo lungo, l’avrei apprezzato maggiormente con almeno un centinaio di pagine in meno .
Alcuni personaggi sono davvero stereotipati : la sig,ra Quenn donna sciocca e vuota , il marito Robert sottomesso dalla moglie, la figlia Jenny debole e capricciosa , insomma li ho trovati davvero insopportabili , come del resto le telefonate con la madre che ho imparato a scorrere velocemente senza leggere .
Veniamo ora a ciò che ho apprezzato e che mi ha fatto continuare con entusiasmo la lettura.
La trama è incalzante, piena di colpi di scena , quando tutto sembra quasi risolto ecco servito un bel ribaltone che catapulta il lettore al punto di partenza, insomma tutto da rifare, quindi incuriosisce sempre di più.
Il libro è strutturato interamente su vari salti temporali, prima dell’omicidio, dopo l’omicidio, ai giorno nostri, ai tempi in cui Marcus ha conosciuto Harry, insomma è tutto un susseguirsi di cambi di tempo e luoghi ma la grande capacità dell’autore sta proprio nel fatto che il lettore non si perde mai, basta una riga del paragrafo e ci si ritrova subito. Questo a mio avviso è un grande merito per uno scrittore, soprattutto se alle prime armi .
Ricordate come Nobokov scriveva il nome della sua protagonista ? LO LI TA, diviso in sillabe e maiuscolo, quasi come come fa Harry nei biglietti che lascia per la sua amata N-O-L-A . Ho trovato interessante questa attinenza tra i due romanzi anche perché questi due personaggi femminili un po’ si somigliano, insomma Nola non è proprio una santa e per arrivare a ciò che vuole sa essere un po’ LO LI TA .
Dai ,tutto sommato lo consiglio, non è uno di quei libri indimenticabili, secondo me non è il caso editoriale dell’anno ma merita di essere letto, il panorama letterario è ricco di cose peggiori.
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Un attimo un mattino
Ho preso questo libro in biblioteca quest’estate, ho pensato “ma si una lettura leggera sotto l’ombrellone va benissimo” quindi non avevo grandi aspettative e sono rimasta piacevolmente sorpresa invece di leggere un bel romanzo, delicato, scorrevole e commovente .
Luo, Anna e karen sono tutte e tre sul treno del mattino per Londra, le prime due sono dirette al lavoro mentre karen, in compagnia del marito, sta andando a Londra per l’acquisto di una nuova casa, più spaziosa per loro e i bambini , momenti di gioia , di positivi cambiamenti . All’improvviso però il marito di Karen ha un malore, lui un uomo così forte e sano s’accascia su se stesso, mostrando tutta la fragilità degli uomini e la precarietà delle cose e delle persone che contornano la vita e si danno per scontate .
E’ così che le vite di queste tre donne s’incrociano e dalla tragicità dell’evento nascerà qualcosa di positivo : una solida amicizia che ognuna di loro saprà arricchire giorno per giorno.
La caratterizzazione dei personaggi è davvero buona e traspaiono appieno le loro emozioni e i loro sentimenti , davvero un ottimo stile di scrittura, sensibile , diretto e non stucchevole.
Decisamente consigliato, non un capolavoro ma un libro che resta comunque nel cuore regala emozioni e ottimi momenti d’evasione.
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E l'eco rispose
Sarà dura ma ho deciso di scrivere una recensione al netto delle mie precedenti esperienze con l’autore, non voglio farmi influenzare dalle soddisfazioni passate.
L’inizio devo dire che promette davvero bene con la fiaba del Div che arriva in un villaggio e porta via un bambino da una famiglia a caso e i genitori non hanno modo di opporsi . Ben presto, proseguendo con la lettura si capisce che il senso della fiaba sarà il filo conduttore del romanzo.
Ecco, proseguendo con la lettura a mio avviso arrivano le prime pecche , la trama pare a volte un po’ forzata, senza un filo logico e si fa fatica a seguirla con fluidità, i personaggi sono davvero troppi e appena mi affezionavo a uno di loro e alla loro storia subito dovevo abbandonarli per passare ad altre storie, altri luoghi , c’era spesso un taglio netto, non so come spiegarmi ma alcuni passaggi mi sembravano un po’ sospesi . Avrei letto la storia di Nila per sempre !!!
Ho trovato le ambientazioni e le descrizioni dei luoghi davvero buone, lo stile di Hosseini non mi ha r deluso, sicuramente con meno carne al fuoco sarebbe stato più piacevole e scorrevole ma anche così è stata per me una lettura interessante , un po’ impegnativa per i vari flashback ma credo che tutto sommato sia un libro che merita di essere letto senza però aspettarsi un capolavoro.
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Il suggeritore
Non è il mio genere il thriller ma sotto l’ombrellone ho pensato va bene tutto , le recensioni erano positive e mi sono buttata a capofitto in questo romanzo.
Non mi soffermo sulla trama ci sono già più di novanta recensioni quindi direi che è superfluo.
Ho iniziato a leggerlo e non sono più riuscita a staccarmene, l’ho scaricato per meno di due euro e nonostante in spiaggia non legga mai sul Kobo per questo ho fatto un eccezione.
Lo stile mi ha davvero convinta, i capitoli brevi con colpo di scena finale ad ognuno di essi invogliano ad andare avanti , diciamo che Carrisi sa come conquistare il lettore , anche quelli come me che non amano particolarmente questo genere. Ho trovato ottima la caratterizzazione dei personaggi, non solo Mila ma anche tutti quelli che gravitano intorno a questo mistero da risolvere. Solo leggendo le vostre recensioni mi sono resa conto oggi che è vero non si sa dove sia ambientato, strano non l’avevo proprio notato talmente ero preso dal romanzo.
Veniamo alle pecche : c’è un po’ troppa carne al fuoco e in alcuni passaggi è decisamente troppo macabro , il finale è affrettato , mi aspettavo qualcosa da più dopo averlo divorato rimani lì un po’ di stucco.
Per me non è di certo un capolavoro ma è sicuramente un bel libro che merita, Carrisi mi ha convinta infatti ho appena finito anche l’ipotesi del male .
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La baracca dei tristi piaceri
Ho scaricato questo romanzo perché in super offerta, era da molto che volevo leggerlo, ho da un po’ abbandonato questi generi di libri sull’argomento olocausto ne ho letti molti ma questo tratta un argomento che non conoscevo approfonditamente quindi ci sono “ricascata”.
Frau Kiesel racconta la sua storia a una scrittrice Sveva per darle la possibilità di scrivere un romanzo su un argomento ancora tabu nella Germania moderna che ha preso decisamente le distanze dalla strage compiuta dai nazisti. E’ una giovane ragazza quando s’innamora di Uwe, giovane ebreo, sarà proprio questo amore a portarla in campo di concentramento dove si offre volontaria per “scontare la sua pena” in un bordello per prigionieri e giovani nazisti annoiati . Gli uomini arrivavano, denutriti, esausti per il lavoro forzato ma pronti a spendere i loro 2 marchi per un quarto d’ora di sesso, per le SS invece i servizi erano gratuiti . Un’esperienza che cambierà la vita di frau Kiesel per sempre, impedendole di vivere la sua femminilità e i suoi sentimenti anche una volta libera adulta e sposata ad un uomo amorevole.
Devo essere sincera questo libro ha solo sfiorato il mio cuore, non è riuscito a commuovermi o ad emozionarmi particolarmente, sarà lo stile delicato che poco si addice a questo argomento o non so, forse sono davvero satura di questi romanzi sta di fatto che non mi ha convinta del tutto. Molti personaggi sono solo abbozzati, compaiono , sembrano importanti al fine del romanzo ma poi se ne perdono subito le tracce. Mi aspettavo di più, non voglio pensare che il mio cuore si sia indurito così tanto preferisco credere che Helga Schneider non sia stata abbastanza brava a farvi breccia.
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- no
una stanza piena di sogni
Appena finito questa piacevole lettura , sicuramente non ha nulla a che fare con il suo romanzo d’esordio, ma lo stile resta buono e il libro secondo me merita.
La piccola Jo è davvero sfortunata, sua madre fa la prostituta in un bordello, suo padre non l’ha mai conosciuto, e proprio per questo ama fantasticare sulla sua identità e sulle sue caratteristiche, insomma se sua madre è la persona che è almeno lui non può che essere meglio.
Vive a New Orleans negli anni 50, la città della perdizione ma lei mantiene i piedi ben saldi a terra e il suo animo pulito, non i abbandona mai le sue speranze di un futuro migliore. E’ amata, non da sua madre donna egoista e troppo presa da se stesa , ma altri strani personaggi che contornano la sua vita .
Ecco ,secondo me il punto forte del romanzo non è la trama ma sono l’ambientazione e i personaggi, davvero ben caratterizzati , fantastica Willie la maitresse del bordello dove sua madre lavora e dove lei fa le pulizie al mattino , con i suoi modi rozzi e aggressivi riesce però a farsi amare dal lettore e a strappargli un sorriso, probabilmente perché è chiaro che lei ama Jo e a modo suo se ne prende cura , personaggio davvero interessante, pur chiusa dentro il suo bordello non ignora nulla di ciò che accade fuori, e soprattutto di ciò che accade alla sua pupilla.
Nell’insieme mi è piaciuto e lo consiglio , lo stile è davvero buono , la lettura è scorrevole , solo in alcuni passaggi è un po’ lento ma comunque piacevole, non un capolavoro ma sicuramente alcuni personaggi resteranno nel cuore del lettore e poi non si può non affezionarsi a una ragazzina che condivide la nostra stessa passione : i libri.
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L'amore è un difetto meraviglioso
Ho comprato questo libro come sempre consigliata dalla commessa della libreria dove mi servo, quando non ho un idea precisa lei ha sempre un’ottima soluzione per me.
Personaggio davvero strano questo Don, ha deciso di sposarsi, ormai a 39 anni è arrivato il momento, non resta che trovare una buona candidata. Parte così il progetto moglie sulla base di un questionario molto dettagliato , con tre risposte sbagliate sei già fuori dal gioco , le domande base sono : fumi ? Sei vegana ? bevi ? …. E poi ci vuole una buona cultura, in fondo lui è un docente universitario altrimenti su cosa si confronterebbero ? La sua candidata deve avere una buona base culturale.
Con l’aiuto del suo migliore amico e della moglie Claudia prende il via il progetto.
Ma si sa spesso i progetti non vanno in porto, le donne che incontra sono frivole, fumano bevano non mangiano carne, insomma sembra impossibile trovare una buona moglie .
Fa capolino nella sua programmata vita Rosie, di certo non corrisponde ai suoi parametri , anzi ,Rosie è tutto l’opposto di quello che lui cerca , e in più per aiutarla nella ricerca del padre sconvolge anche tutta la sua routine. Ma tutti i mali non vengon per nuocere e forse a Don un po’ di quel bellissimo disordine non può far altro che bene per entrare finalmente in un mondo che lui non conosce : quello reale !!
Il libro è scritto bene, tenendo conto che è un'opera prima in alcuni passaggi , soprattutto all’inizio ho fatto fatica a calarmi nel personaggio ma poi via via che la lettura proseguiva diventava sempre più scorrevole e ci sono dei momenti davvero esilaranti, come la scena dello scheletro , ho riso tantissimo.
Lo stile è molto visivo, mentre leggi riesci ad immaginarti benissimo quello che accade, riesci a vedere i personaggi e l’ambiente in cui si svolge la scena e questo particolare mi ha particolarmente colpito.
Di certo non lo reputo un caso editoriale ma la lettura la consiglio, così per distrarsi un po’ e farsi due risate che non fanno mai male !
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La voliera dei pappagalli
Secondo romanzo della nostra qamica Anna Maria e per quello che mi riguarda secondo successo, l’ho letto in un pomeriggio come era del resto successo per l’altro e poi ho seguito il consiglio della recensione di Riccardo Rossello che si trova all’inizio “il mio consiglio è di farvi trasportare dal racconto e di non uscirne per tutto il tempo della lettura . E’ questo il modo più giusto perché un libro non perda nulla della sua efficacia” e così è stato anche per me, agevolata dal fatto che sono solo 140 pagine.
Il libro è breve ma sicuramente la trama non è scarna, anzi in poche pagine l’autrice ha saputo raccontare davvero bene uno spaccato della società moderna , approfondendo temi come il tradimento, la rincorsa al successo e al denaro e ultimo ma non meno importante l’amore.
Matilde ha aperto la voliera dei pappagalli, per ridargli quella libertà che gli era stata negata e a cui credeva essi anelassero , ma il mattino dopo erano ancora lì, probabilmente ormai si erano abituati a quelle sbarre che gli davano sicurezze e certezze esattamente come i personaggi del romanzo, imprigionati volontariamente nelle loro vite , chi per necessità chi per opportunismo e chi per mancanza di coraggio .
Tutti sono delineati in maniera ottima , il giusto spazio ad ognuno di loro, un lungo viaggio nella loro psiche e nei loro sentimenti che ci consente di affezionarci o detestarli, sta al lettore scegliere.
Bellissimo il personaggio di Maria, una donna buona che ha saputo mettere da parte i propri sentimenti per il bene delle persone a lei più care, talmente perfetto da sembrare quasi irreale eppure chi di noi almeno una volta non è stato così ? Solo che poi la vita ti travolge e cambia in parte le nostre prospettive , lei è riuscita a non farsi travolgere ed ha accettato il suo destino con pacata rassegnazione, rendendosi conto che quello che aveva tutto sommato era quello che desiderava e soffrendo in silenzio per quel figlio così desiderato e mai arrivato.
Lo stile è davvero buono, intimo ed essenziale, il ritmo e la curiosità ti spingono a non staccarti dal libro , grazie Anna Maria di avermi regalato qualche ora in piacevole compagnia .
Davvero consigliato .
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La via di Emilia
Non saprei se definire questo un breve romanzo o un lungo racconto, di sicuro so che è stata per me una lettura davvero piacevole, l’ho iniziato e non l’ho più lasciato finché non ho girato l’ultima pagina .
Emilia fa un viaggio a ritroso nel tempo e ci trasporta nella sua vita di certo non facile , tra i suoi affetti più cari ma anche tra le persone che hanno invece avuto su di lei un effetto negativo.
E’ ancora una bambina quando suo padre muore improvvisamente portandosi via per sempre la sua serenità , nulla sarà più come prima tranne l’immutato affetto per la nonna Elisa. Anna, sua madre prende in mano le redini dell’azienda , si dedica al lavoro e la trascura, forse perché incapace di affrontare tutto il dolore di questa piccola creatura, forse per la voglia e il bisogno di distrarsi e guardare avanti.
Emilia trova in Giulia, figlia di un loro dipendente, una grande amica , con lei si confida e passa molto tempo, la loro amicizia colma in parte il vuoto che Anna ha lasciato ma la differenza sulla loro situazione sociale ed economica che da bambine non ha peso con il tempo invece le dividerà.
Un romanzo davvero breve ma ricco di contenuti, i temi trattati sono tanti e tanti sono gli spunti per riflettere : i rapporti tra genitori e figli, l’influenza che hanno su di noi le scelte sbagliate di chi dovrebbe saper proteggerci anteponendo sempre il nostro benessere al loro , la forza del desiderio di essere amati, la capacità di guardare oltre l’apparenza delle persone che ci circondano.
I personaggi non sono di certo studiati per essere amati dal lettore, non sono perfetti o stereotipati, sono esattamente come siamo tutti noi. Emilia è un po’ snob e tutto quello che ha passato di certo non lo giustifica, bisogna credere e abbandonarsi nell’amicizia vera. Anna è una donna fragile e la sua insicurezza e il bisogno di riscoprirsi donna la porterà tra le braccia di chi non ha nulla di buono da offrirle .
Brava Anna Maria, hai scritto davvero un bel libro, con uno stile ottimo ,essenziale , a volte ricercato nell’uso delle parole hai saputo davvero catturare il lettore, mi sono un po’ arrabbiata con te perché avrei voluto leggerlo ancora , non avrei voluto uscire dalla vita di Emilia in un solo pomeriggio ma ti ho perdonato perché oggi ho letto l’ultima tua fatica e mi è piaciuta ancora di più.
Devo ora ricordarmi di girare la recensione via mail al direttore editoriale della casa editrice, è stato così gentile al salone a regalarmi i tuoi libri.
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Le scelte
Il primo libro della Rattaro l’ho letto in un giorno, per questo ne ho impiegati due, un libro davvero bello che ti tiene incollata dalla prima all’ultima pagina .
Ogni capitolo porta il titolo di una regola per un buon scacchista perché spesso la vita è proprio come una partita di scacchi : “proteggi il tuo re” “mai attaccare se non si è completamente difesi “ “chi domina il centro domina l’intera scacchiera “……. Ma quella che più si addice a questo romanzo è la sesta regola “ a volte è meglio scarificare un pezzo per non compromettere l’intera partita “
Alberto è un marito e un buon padre per i suoi figli Alice e Matteo , quest’ultimo nato con un grave handicap, è audioleso. Quando in una famiglia arriva un bambino con problemi di salute tutto cambia e bisogna cercare di lottare per superare questo handicap nel migliore dei modi cercando di offrire al proprio figlio comunque una buona qualità di vita. Ed è proprio quello che Alberto e Sandra fanno da anni.
Come dicevo Alberto è un ottimo capo famiglia fino a quando nella sua vita non riappare Camilla, un vecchio amore mai dimenticato , e questo incontro lo stravolge completamente cambiando in lui la prospettiva di tutto , tutto ciò che prima era una certezza improvvisamente vacilla e il ritorno a una giovinezza mai vissuta pienamente prende in sopravvento.
“mi sentivo vero in una vita inesistente e falso nella vita reale” .
Lo stile della Rattaro è davvero ottimo, incisivo, scorrevolissimo, brevi frasi ad effetto , mi ricorda un po’ la mia autrice preferita la Mazzantini, direi che è sulla buona strada e con questo libro una volta di più mi ha convinta , bellissima la caratterizzazione dei personaggi, tutti non solo i due “protagonisti” .
Ho trovato interessante soprattutto il fatto che la voce narrante fosse quella di Alberto, l’autrice si è davvero calata perfettamente nel mondo maschile , ci ha descritto le emozioni e le paure di un uomo nel momento in cui mette in discussione la sua vita e tutto quello che ha faticosamente costruito.
“per quanto la passione bruci, la nostra ragione si sia persa in un luogo oscuro, l’amore è sempre una scelta . A volte quella sbagliata “
“ la fiducia è qualcosa di fragile, ha sempre i minuti contati e raramente accetta scuse”.
Davvero consigliato .
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Ti parlo da una vita
Stefania Rossotti con questo libro ci apre le porte verso un mondo in cui si fa fatica e a volte paura a credere , ci porta nel cuore di mamme che hanno perso il bene più prezioso, i loro figli, ma che sentono comunque la loro presenza, nove testimonianze più la sua che fa da filo conduttore .
Non vuole imporre il suo pensiero, vuole solo raccontare queste storie, e lo fa benissimo, ha raccolto queste testimonianze e le ha racchiuse in questo commovente romanzo da leggere sicuramente con una confezione di fazzolettini in mano.
Carla ha perso la figlia nel terremoto dell’Aquila , di Laura è stato solo trovato un orologio privo di cinturino che lei ora porta sempre al polso , la medium, che le parla al telefono e lei non ha mai visto personalmente le dice che a Laura piace il nuovo cinturino, e anche il golfini con i bottoni di madreperla che indossa, di certo non poteva vederlo o saperlo . “ Io non so perché succedono queste cose. Non so se che cosa siano: Possono essere illusioni, non importa, mi fanno stare meglio. Mi fanno vivere come se Laura fosse soltanto imprendibile, ma vicina a me . Il dolore non evolve mai . Io sono comunque inchiodata senza via di scampo “ . Il giorno del suo compleanno il tuo telefono ha squillato due volte ,sul display è apparsa la scritta LAURA.
Monica ha perso un bambino di quattro anni, Giacomo, ma lei lo vede, lo sente, avverte la sua presenza, le luci in casa a volte si accendono e si spengono, lui appare per brevi attimi sul videogioco di suo fratello , e la candelina sonora del suo ultimo compleanno a volte si accende da sola.
Ci si può credere o no, ognuno è libero di pensarla come vuole, ma a me è sempre piaciuto molto pensare che le persone che abbiamo amato e ci hanno lasciato sono sempre qua con noi, quindi ho apprezzato tantissimo questo libro, emotivamente non facile da affrontare.
Non avrei mai comprato un libro di un qualunque medium scritto per fare soldi e speculare sul dolore della gente, ma queste sono solo testimonianze raccolte da una giornalista che scrive per un noto settimanale , testimonianze raccolte nel corso degli anni ( in cui ha tenuto una rubrica) che queste madri sono state felici di rendere per farci entrare nel loro mondo e donare una piccola speranza , sono donne che non vivono nel passato, convivono con un dolore sempre forte ma hanno trovato la forza per guardare al futuro perché sanno di non essere sole.
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Vite che non sono la mia
Da tempo avevo curiosità di leggere questo libro e quando l’ho trovato in offerta a meno di cinque euro l’ho scaricato al volo , stavolta devo dire grazie alla tecnologia, probabilmente a prezzo pieno non l’avrei acquistato, e mi sarei persa un bellissimo e commovente romanzo, uno di quelle letture che lascia il segno e difficilmente si dimentica .
Emmanuel Carrere, scrittore francese, ha sentito quasi l’esigenza di raccontarci la storia di queste persone , così sfortunate incontrate nella sua vita nell’arco di brevissimo tempo.
Nel Natale del 2004 si trovava in vacanza con la compagna e i figli in Sri Lanka ed ha assistito a una delle più grandi tragedie naturali dei nostri tempi : lo tsunami . Qua incontrano una coppia che ha perso la figlioletta di 4 anni, portata via dall’onda mentre giocava sulla spiaggia, ricostruisce quei giorni , lo strazio di chi ha perso un famigliare, la disperata ricerca di chi vuole portare a casa almeno un corpo da seppellire e anche la gioia di chi si ritrova inaspettatamente.
Al ritorno a casa dopo pochi mesi la morte si riaffaccia nella sua vita : Juliette la sorella della sua compagna si riammala di tumore, dopo averlo sconfitto da ragazzina questa volta Juliette non può far altro che arrendersi al proprio destino con grande coraggio e una forza inarrestabile che contraddistingue una mamma che sa che sta per lasciare le sue tre bambine.
Devo dire che nella prima parte ho trovato lo stile un po’ più giornalistico e meno personale ma nella seconda parte l’autore si è decisamente rifatto e ci ha messo molto più sentimento , riuscendo a commuovermi parecchio.
Un libro non di facile lettura, non per lo stile decisamente fluido, ma per i contenuti , a tratti si arranca un po’, quando si perde nei discorsi sulla legge e la giustizia con il collega di Juliette ma nell’insieme è davvero una lettura che merita .
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Consigliato
Dacia Maraini in questo breve libro ci racconta davvero l’amore rubato, diviso in 8 racconti tristi commoventi e purtroppo veri, sono fatti di cronaca realmente accaduti.
Quante donne sono già state uccise per “amore” o gelosia dall’inizio dell’anno ? Sicuramente troppe, uccise da persone che hanno amato, di cui sono fidate e con cui spesso hanno costruito una famiglia o magari hanno pensato di farlo.
Marina è un po’ distratta, cade sempre dalle scale e finisce al pronto soccorso , Venezia ha pagato il troppo amore del padre, Giorgia Francesca e Alessandra sono state stuprate, Angela si è salvata grazie a un momento di lucidità in cui ha capito che Gesuino poteva essere pericoloso, Anna purtroppo è morta lasciando a piangerla un padre che non riesce a darsi pace per non aver protetto abbastanza la sua bambina. Sono storie comuni ormai, storie che siamo abituati a sentire al telegiornale ma che spesso non riusciamo a capire, difficile spiegarsi come si possa vivere con un mostro che ti picchia e continuare a proteggerlo, sono cose che si capiscono solo vivendole, cose che da fuori non si possono giudicare .
Non avevo mai letto nulla di quest’autrice e devo dire che questo libro l’ho trovato davvero interessante, un tema attuale e delicato trattato con grande maestria e uno stile quasi giornalistico,non ci impone le sue emozioni, lascia che il lettore s’indigni o si commuova e viva liberamente le proprie. L’ho letto in un pomeriggio un po’ per la brevità e un po’ per la curiosità di leggere una nuova storia sperando nel lieto fine.
Lo consiglio a tutti ma soprattutto a chi pensa che la violenza sulle donne esista perché esse stesse lo permettono, per chi pensa che sono colpevoli di non riuscire a salvarsi , per chi giudica senza conoscere e con questi pensieri le uccide, le picchia e le stupra una volta di più.
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Una lettura non per tutti
Difficile recensire un libro così, un libro così si deve leggerlo per viverlo , sicuramente è complicato trasmettere le emozioni che scatena anche perché in alcuni casi dipendono dal nostro vissuto.
L’ho letto in due sere, forse tre , è stata una delle poche volte che mi sono imposta di lasciare le ultime pagine per il giorno dopo per avere ancora un giorno con lui, con Luce e Pietro, con il loro dolore e con le loro piccole speranze di riuscire a superare questo lutto .
Luce è ormai verso il tragurdo, a un passo dal sogno che rincorre da tanto tempo , dopo anni di sesso programmato , di delusioni cocenti finalmente sta per diventare mamma , il piccolo Lorenzo tra poco nascerà e occuperà quella graziosa cameretta preparata con cura , ma non sempre le favole finiscono con “ e vissero felici e contenti”, a volte finiscono con “displasia scheletrica”, una prognosi che non lascia speranze.
Pietro è fantastico, cerca di seppellire il suo dolore e trovare la forza per aiutare Luce , ci prova in tutti i modi ma è difficile, noi ci sentiamo mamme anche quando il nostro bambino è lungo pochi centimetri , lo portiamo dentro di noi e questa è una cosa che un uomo per quanto sensibile sia non potrà mai capire fino in fondo.
Simona Sparaco, con grande mestria ci conduce in questa storia, nel cuore infranto di Luce , ci fa vivere quel dolore sordo, ma che rimbomba in ogni angolo della sua mente e del suo cuore . Lo fa con uno stile crudo, senza indorare la pillola, esattamente come deve essere fatto per un argomento così forte e importante.
Trovo che la scelta di Luce e Pietro di non far nascere Lorenzo sia una atto d’amore e non di egoismo , le coppie che si trovano in questa triste situazione e decidono per l’aborto terapeutico non lo fanno per sostituirsi a Dio, lo fanno per risparmiare del dolore alla persona che più amano: il proprio figlio, facendosene carico loro , questa è la mia sincera opinione.
Una lettura difficile, sicuramente non per tutti , per me è stato per certi versi come fare un viaggio nel mio passato, e a tratti ho rivissuto quel senso di vuoto e impotenza provato nei momenti bui, per chi come me ha lottato e sofferto per realizzare il sogno di diventare madre vi avverto non è una passeggiata inoltrarsi in questo labirinto di dolore ma ne vale veramente la pena .
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Il cacciatore di occhi
Lettura decisamente fuori dai miei schemi , l’ho scaricato perché era gratis e già che c’ero perché non leggerlo ? Così mi sono avventurata in questo territorio a me sconosciuto del thriller psicologico e devo dire che non è andata malissimo.
La trama è incalzante e l’ho finito in pochissimi giorni anche se a metà libro chissà perché mi è venuto il sospetto di chi fosse uno dei due criminali ricercati (già perché gli assassini sono due) ma questo non ha rovinato la lettura era solo un sospetto che poi si è rivelato essere vero.
L’alternanza della voce narrante tra i vari capitoli all’inizio mi ha messo un po’ in difficoltà ma presto sono riuscita a entrare nel meccanismo del libro e ci ho fatto l’abitudine .
Alcune scene descritte per me sono state un po’ raccapriccianti, e in alcuni passaggi l’ho trovato un po’ esagerato, mi sembrava un po’ troppo costruito , a volte inverosimile e la caratterizzazione dei personaggi non la definirei ottima.
Nell’insieme è un libro che mi sento di consigliare, sicuramente questo genere letterario sa offrire di meglio ma tutto sommato non è niente male e il finale è davvero mozzafiato.
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L'ultima fuggitiva
La Chevalier come al solito non mi ha deluso, il suo romanzo migliore per me resta sempre “la vergine azzurra” ma anche questo è davvero bello e piacevole.
L’autrice ci trasporta nell’America del 1850, quando la schiavitù non era ancora stata abolita, le donne vestivano stretti corsetti e stravaganti cappelli, e durante questo “viaggio” ci fa conoscere personaggi davvero interessanti, gettando luce su una comunità a me sconosciuta : i quaccheri .
Honor è una giovane ragazza inglese che parte alla volta dell’America con la sorella Grace, quest’ultima in procinto di sposarsi con un suo connazionale trasferitosi oltre oceano , il viaggio in nave è lungo e purtroppo giunte a destinazione nulla va come dovrebbe e la povera Grace muore. Honor si ritrova così sola, in una terra straniera a fare i conti con un’accoglienza da parte del mancato cognato tutt’altro che calorosa, da qua dovrà cercare di rimettere insieme i pezzi della sua vita e cercare d’integrarsi nella nuova comunità di quaccheri del paese.
Qua scopre questo strano mercato di schiavi di cui aveva solo sentito parlare nella sua terra d’origine , c’è chi gli da la caccia impietosamente e chi organizza il modo di farli arrivare sani e salvi in Canada verso la libertà , insomma le due facce dell’America che s’incontrano ed entrambe per motivi diversi l’attraggono.
La ricostruzione storica è davvero buona come per tutti i suoi precedenti romanzi, leggendolo ci si rende conto che prima della stesura c’è stato un profondo studio dei luoghi e del tempo storico, direi che nulla è lasciato al caso ed è forse quello che più apprezzo nella Chevalier. Non trascura però la caratterizzazione dei personaggi, davvero ottima a mio avviso, io ho amato moltissimo Belle, la stravagante modista che accoglie Honor al suo arrivo in America .
Lo stile è semplice e scorrevole , l’ho finito in poche sere, a volte ho trovato un po’ noiosette le descrizioni delle trapunte e dei vari metodi per cucirle , probabilmente perché io fatico anche solo a cucire un bottone , a parte questo piccolo particolare consiglio la lettura di questo romanzo.
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Spaccato di vita
Mi è stato regalato per Natale, dopo una prima occhiata ho deciso che non faceva per me , la trama non m’incuriosiva tanto , la copertina non mi piaceva quindi sono andata in libreria per cambiarlo ma la mia commessa preferita ha detto che l’aveva consigliato lei alla mia amica quindi niente da fare non discuto mai se la Stefania mi consiglia un libro , e anche questa volta ha fatto centro .
Scritto davvero bene, una lettura scorrevole che sa tenere buona compagnia e invoglia a proseguire per scoprire i segreti della famiglia Arcuri , custoditi sulla loro collina il Rossacro . Non è certo un libro d’azione, anzi il ritmo narrativo è lento , questo a volte mi ha un po’ infastidito certo è che arrivata alla fine l’ho chiuso a malincuore, mi dispiaceva dire addio a questa saga famigliare .
Abate ci apre le porte della famiglia Arcuri, ci racconta la loro storia attraverso un secolo d’Italia, partendo dalla prima guerra mondiale fino ad arrivare ai giorni nostri con il giovane Rino che raccoglie il racconto del padre Michelangelo, custode di ogni segreto.
Molto bella l’ambientazione, in una Calabria colorata e fertile , abitata purtroppo da mafiosi , ma, soprattutto da gente che si spacca la schiena per mantenere quel poco che ha e vivere con dignità e non si piega al volere della malavita , ignorando anche un tornaconto economico .
Davvero un bello spaccato di vita, lo consiglio vivamente per una lettura, almeno per me, un po’ diversa dai soliti schemi ma ricca di contenuti.
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Un seguito da non perdere
Dopo aver recensito il libro della Bignardi che non mi aveva emozionato molto eccomi ora alle prese con questo romanzo che ha saputo toccare tutte le corde del mio cuore. Ma quanto è bravo Sendker a “parlare” d’amore ? La risposta è: tantissimo, se già con il precedente “l’arte si ascoltare il battiti del cuore” mi aveva catturato devo dire che con questo seguito si è davvero superato, un libro quasi perfetto, ricco di tutto ciò che si cerca quando si vuole passare qualche ora piacevole leggendo.
In questo romanzo ritroviamo Julia e suo fratello U Ba , così incredibilmente diversi nello stile di vita e nei pensieri che sembra molto strano che a un certo punto le loro diversità collimino fino a creare una grande alchimia tra loro. Dopo dieci anni dall’ultimo viaggio Julia decide di ripartire per la Birmania , perché è convinta che li si trovi la soluzione al problema che non la lascia più vivere, questa voce che sente, che le parla per tutto il giorno , che la costringe a chiudersi in se stessa e condiziona la sua vita e la sue scelte.
Arrivata a kalaw Julia va a vivere nella capanna di suo fratello, per un birmano l’ospitalità e d’obbligo e U Ba non fa eccezione, quindi dalla trafficata Manhattan si ritrova in un’isolata capanna con la corrette ballerina e la doccia fuori di casa con l’acqua fredda, insomma un difficile passaggio , ma essenziale per la sua serenità.
Come nel precedente romanzo U Ba ha la chiave per aiutare Julia, la chiave che congiunge il passato con il presente e la guida nella ricerca delle sue risposte, di chi è quella voce che la tormenta ? Cosa vuole da lei ? E perché è così amareggiata e spaventata? Sarà un percorso duro per lei, ma vi assicuro piacevole per il lettore.
Il personaggio di U Ba è davvero fantastico, uomo semplice e generoso , sa stare in disparte essendo comunque sempre presente, nel precedente romanzo era offuscato dalla storia d’amore dei suoi genitori, qua lo è dalla spaventata Julia, ma nonostante ciò chi legge il libro scopre che lui è un grande protagonista, che non ha bisogno di spintonare per essere notato.
Davvero bello questo libro, l’ho letto in tre sere, quando lo incominci non puoi farne a meno, e non solo per il ritmo incalzante, ma anche per lo stile semplice e ottimo di Sendker, racconta l’amore senza essere melenso , l’amore tra un uomo e una donna, tra una madre e i suoi figli, insomma l’amore in tutte le sue forme ,trovo sia perfetto anche per un pubblico maschile. Leggetelo !!
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Discreto
Avevo molta curiosità di leggere un libro della Bignardi perché quando compravo Vanity fair mi precipitavo a leggere la sua rubrica sempre molto interessante e scritta bene.
Sulla trama non mi soffermo anche perché è molto scarna : Arno si alza una mattina come tante e scopre che sua moglie Sara è già uscita, l’aspetta per tutto il giorno, le telefona ma niente, Sara è proprio sparita.
Dopo un primo periodo di smarrimento prende in mano le redini della famiglia organizzandosi tra lavoro e figli e comincia l’estenuante ricerca di sua moglie cercandola tra le pieghe del suo oscuro passato .
Arno è convinto che proprio li si trovi il motivo che l’ha spinta a questo folle gesto dato che lui non manca di nulla, questo pensa: di essere un padre e un marito modello.
Così si svolge il romanzo, tra il presente ,flashback della loro storia e testimonianze dirette di chi ha conosciuto Sara, devo ammettere che a volte mi sono un po’ persa nella lettura non è facile tenere le redini di un libro strutturato così, Arno era in Sardegna ? A volte non capivo subito se era il presente o il ricordo dei loro viaggi, ma questa probabilmente è una mia pecca che non ho riscontrato in altre recensioni.
La voce narrante è quella di Arno ma si sente che i pensieri sono femminili quindi l’ho trovato un po’ poco credibile in alcuni passaggi , avrei preferito una narrazione in terza persona e tutto sommato ho trovato la storia nel complesso un po’ inverosimile, quale donna parte all’improvviso e sparisce per lungo tempo abbandonando i figli ? Va bene il marito ma i figli mi suona male.
Ci sono frasi molto belle che ho letto e riletto con piacere, se lo scopo della Bignardi era intrattenere il lettore con un libro godibile c’è riuscita ma se lo scopo era quello di scrivere qualcosa che restasse indelebile nel cuore del lettore e che emozionasse per quanto mi riguarda la sua missione è fallita.
Consigliato ma senza aspettarsi troppo.
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Léonie
Questo libro mi è capitato tra le mani per puro caso , non avevo mai letto nulla di questa autrice , avevo la possibilità di scaricare alcuni libri gratis ma dei titoli che mi proponevo non c’era nulla che mi attirasse quindi ho scelto questo proprio per caso senza nemmeno leggere la trama ed è andata bene, è stata una scelta fortunata .
Una lettura davvero piacevole, l’ho divorato in poche sere, una volta iniziato non riuscivo più a mollarlo.
Con uno stile scorrevolissimo e un ritmo incalzante l’autrice ci trasporta in questa saga famigliare tra i suoi numerosi personaggi .
I capitoli si alternano per presentarci tutti i componenti della famiglia : la nonna Bianca donna dal carattere forte, il nonno Amilcare che riesce ad amarla e ad accettarla con tutte le sue durezze, i figlio Renzo con la moglie Celine e la nuova generazione Guido e Léonie, protagonista indiscussa del romanzo.
Léonie è una giovane ragazza quando sposa il rampollo Guido, si inserisce benissimo in questa famiglia che poco ha da spartire con le sue origini, è una donna tenace e riesce a guadagnarsi prestigio anche all’interno dell’azienda portando freschezza e innovazione, trovando anche il tempo di accudire i cinque figli amorevolmente .
Ogni personaggio ha una storia e dei segreti che man mano che la trama si dipana vengono a galla regalando al lettore piacevoli emozioni. Bellissima la caratterizzazione dei personaggi , davvero perfetta .
Direi proprio che per la piacevolezza si merita 5 stelline questo romanzo,. Non avevo mai letto nulla di Sveva Casati Modigliani e alcune recensioni non lo definivano il suo miglior romanzo, quindi se sono partita dal “peggiore” non vedo l’ora di leggere gli altri.
Sicuramente consigliato per passare qualche ora in compagnia di questa famiglia dove ognuno ha qualcosa da nascondere e tutti hanno molto da raccontare .
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Espiazione
Leggendo ho pensato “probabilmente ho anche io delle colpe da espiare se mi è capitato questo libro tra le mani . L’ho finito, difficilmente lascio un libro a metà, ma che faticaccia è stata. Leggendo le altre recensioni , quasi tutte positive, su vari siti ho avuto il dubbio non si trattasse dello stesso romanzo , poi sono giunta alla conclusione che non sono proprio riuscita ad “entrare” nel testo.
L’episodio che segnerà la vita di Briony e le consegnerà la sua colpa da espiare avviene circa a pag 160, ora tenendo conto che il libro conta solo 380 pagine sono giunta alla conclusione che quasi la metà del libro è andata sprecata, 160 pagine di niente, scritto bene ma non abbastanza da farmi dimenticare che sempre niente è.
Le descrizioni dei luoghi e degli arredi sono lunghe e tediose, salvo solo la caratterizzazione dei personaggi, davvero buona.
La seconda parte inizia bene, si cambia decisamente scenario, finalmente abbandonata la ricca dimora della famiglia Tallis si entra nel cuore del libo con la guerra e le descrizioni della distruzione che essa porta. Vengono anche analizzate le conseguenze del gesto della piccola Briony, bambina che risulta davvero odiosa e impertinente.
La seconda e la terza parte sono più scorrevoli e interessanti ma non bastano a riscattare il libro dalla noia della prima metà.
Mi dispiace sconsigliarlo quindi a voi la scelta, io la penso così e sono stata sincera nello scriverlo ma sono sicuramente una mosca bianca perché questo romanzo ha avuto un grande successo.
“il miglior libro che McEwan abbia mai scritto” “Observer” .
Se questo è il suo miglio libro io credo proprio che qui si chiuda la mia esperienza con il sig McEwan.
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- sì
- no
La mano che teneva la mia
Dopo la fatica di “lolita” avevo proprio bisogno di un libro appassionante e scorrevole e devo dire che questo romanzo non ha deluso le mie aspettative.
Lexie è una giovane donna in cerca di un futuro migliore, interrotta l’università si trasferisce a Londra, affitta una camera e qua rincontra Innes, un uomo più vecchio di lei , un collezionista d’arte che cerca di avviare una rivista. Inizia a lavorare alle sue dipendenze e subito tra loro nasce un profondo sentimento, che va oltre alla differenza d’età, oltre al fatto che lui sia sposato ( e separato) con una donna molto ingombrante e impicciona, il loro è un sentimento puro che si nutre del loro amore per l’arte ed è sorretto da una forte alchimia, un amore quasi palpabile, che traspare dalle pagine del libro.
Nella stessa Londra, cinquant’anni dopo, Elina è una giovane donna, un’artista, che ha appena partorito e cerca di fare i conti con questa nuova vita, priva di sonno e carica di responsabilità, per lei è un inizio decisamente in salita anche se suo marito Ted fa del suo meglio per aiutarla.
Mi piacciono i libri con questa struttura capitoli che si alternano tra un’epoca e l’altra, tra una donna e l’altra , Elina e Lexie; tengono davvero vivo il mio interesse nell’attesa di capire quale sottile filo lega queste donne, i loro figli , le loro famiglie, mi piace fare le mie supposizioni prima di scoprire il finale, prima di arrivare al punto esatto in cui i pezzi s’incastrano alla perfezione come un puzzle.
Una lettura davvero scorrevole e appagante, bellissima e dettagliata la caratterizzazione dei personaggi , tutti non solo le due donne. L’autrice concede ampio spazio anche a chi occupa il loro cuore, bello ed interessante Innes un uomo davvero tenace, capace di vivere ogni cosa con intensità e passione , ho preferito lui al moderno Ted, mi ha intrigato molto di più.
Lettura davvero consigliata, la bellezza della copertina rispetta quella del libro.
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Lolita
Lettura davvero ostica Lolita , Nobokov mi ha messo davvero a dura prova ma io non ho mollato, non ci riuscivo proprio, a volte provavo a saltare qualche pagina , soprattutto nella parte centrale ma poi non c’era nulla da fare dovevo tornare indietro e leggerle, mi sentivo in colpa e avevo la sensazione di essermi persa qualcosa d’importante , ogni singola parola di questo libro ha un forte peso.
Ci sono stati passaggi in cui non capivo chi era la vittima e chi il carnefice , quello che un minuto prima mi sembrava un chiaro punto di vista all’improvviso sfumava in una forte incertezza, comunque nessuno dei due protagonisti ha suscitato, nemmeno per un attimo, la mia simpatia, chi per un verso chi per l’altro.
Lolita è una ragazzina spavalda e consapevole di possedere una forte carica sensuale , nonostante la giovane età. Ammicca al malato Humbert appena si accorge del suo interesse per lei, per poi, dopo essersi concessa a lui provare ad essere o ad apparire al lettore come una vera vittima, cede a lui per disperazione (è tutto ciò che le resta dopo la morte della madre) ma chiede in cambio regali , nulla è concesso gratis , e qua esce fuori la grande malizia della piccola Lo.
Humbert dal canto suo è un essere spregevole, ma quello che mi è piaciuto nella narrazione è che lui è consapevole di esserlo, non cerca di nascondere la testa sotto la sabbia. Sono interessanti i passaggi in cui lui, nel suo libro-diario incalza il lettore a continuare la lettura di certi avvenimenti e dei suoi pensieri al riguardo pur ammettendo anticipatamente che sono ripugnanti.
Sicuramente a mio avviso non è un libro in cui si parla d’amore, a meno che uno non consideri amore anche quello profondamente malato , è comunque un libro sincero che certamente non vuole essere simpatico al lettore, pare dirci : sono così se ti va continua altrimenti chiudi e dedicati ad altro.
Ma come si fa a dedicarsi ad altro? La penna di Nobokov è strabiliante , vale tutta l’indignazione che si prova durante la lettura. Un teso difficile, per me che non sono molto abituata ai classici è stata davvero dura tenere la concentrazione alta come si richiede per un testo così , mi sento però di consigliarlo, un gran bel libro !
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Il gusto proibito dello zenzero
Ho appena terminato la lettura di questo bel romanzo e l’aggettivo più adatto che mi viene in mente per descriverlo è : delicato.
Uno stile molto semplice e diretto, l’inizio l’ho trovato un po’ lento ma poi il ritmo è diventato davvero incalzante e facevo fatica a staccarmene; la struttura del romanzo poi, con i capitoli che si alternano tra il presente e i ricordi di Henry, lo rende ancora più interessante.
Henry è un bambino cinese che vive in America, per volontà del padre frequenta una scuola per soli bianchi dove fatica non poco a socializzare, i bambini sanno essere spietati e razzisti . Tutto però migliora con l’arrivo di Keiko, una sua coetanea giapponese ma nata e crescita anche lei in America. Nasce tra loro una bella amicizia che presto si trasforma in qualcosa di molto profondo se pur adolescenziale.
Quando il padre di Henry lo scopre disconosce il figlio e smette di parlargli, lui è un uomo che ha vissuto tutta una vita odiando i giapponesi, da sempre in guerra con la Cina, responsabili dello sterminio della sua famiglia d’origine .
Intanto la guerra incalza anche in Europa e gli americani occupati sul fronte per liberarci dai nazisti costruiscono nella loro terra “campi di ricollocamento” per i giapponesi, tutti vengono portati via dalle loro case e dai loro lavori per essere condotti nel bel mezzo del nulla in questi campi. Questa è la sorte che tocca anche alla piccola Keiko e alla sua famiglia , costretti a vivere in strutture fatiscenti , circondati da filo spinato e guardie armate, a cercare di coltivare barbabietole in una terra grezza e dura che poco ha da offrire. Evidentemente ogni paese ha dei punti bui nella propria storia e l’America non fa eccezione.
Bello il personaggio di Henry, bello nella sua coerenza e nella sua fedeltà alle promesse fatte.
Un libro in cui c’è tutto : l’amore, la guerra, l’amicizia e i difficili rapporti tra figli e genitori, un divario generazionale a volte incolmabile.
Consiglio davvero la lettura di questo romanzo, bello, commovente e ben scritto ed è davvero interessante leggere tutto ciò che riguarda il periodo storico del momento , per me è stata una scoperta, ammetto che non conoscevo questo triste episodio della storia americana.
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Finché le stelle saranno in cielo
Ho preso questo libro convinta di fare una lettura piacevole e così è stato , l’ho finito in poche sere è davvero scorrevole, un linguaggio semplice e poco impegnativo ,il ritmo è incalzante dalle prime pagine, insomma un ottimo passatempo, ma il giudizio su questo romanzo per me non è entusiastico come altre recensioni lette su questo e su altri siti.
Il libro ha molte analogie con “la chiave di sarah” secondo me, leggendolo mi è sembrato un po’ come vedere un film già visto , anche qui la protagonista è una giovane donna dalla vita sentimentale un po’ disastrata con una figlia adolescente che scava nel passato (in questo caso della nonna) e s’imbatte nell’olocausto , partendo dal rastrellamento degli ebrei avvenuto a Parigi, e la successiva deportazione ad Auschwitz .
Sicuramente il tema è molto interessante, io ho letto molti libri sull’argomento ma ultimamente ho come la sensazione che le case editrici lo“sfruttino” un po’ strizzando l’occhio al lettore, è giusto che se ne parli per non dimenticare mai ma non sono d’accordo con chi pensa che sia un romanzo che dovrebbero leggere i ragazzi , credo invece che per capire a fondo l’argomento sia più giusto affrontare le testimonianze di Alberto Sed con “sono stato un numero” o, per gli stomaci un po’ più duri, Shlomo Venezia (recentemente scomparso) con “sonderkommando” e non questi libri piacevoli si ma che sono un po’ dei minestroni in cui si mescola l’olocausto i rapporti difficili tra genitori e figli, la paura di lasciarsi andare sentimentalmente, insomma per me troppa carne al fuoco .
Quindi le cose sono due o io sono satura di questi generi letterari , o sto diventando insensibile perché alla fine questo romanzo non mi ha emozionato tanto , l’ho letto con piacere ma ho trovato la trama un po’ scontata, s’incastrava tutto perfettamente come un puzzle, forse troppo perfettamente. Ho trovato interessante la parte in cui spiega come molti musulmani abbiano aiutato gli ebrei a nascondersi, ecco questo è un aspetto che proprio non conoscevo.
Mi sento sicuramente di consigliarlo, i libri brutti sono ben altra cosa ma non sono sicurissima meriti il successo che sta ottenendo.
Ecco adesso “uccidetemi” pure , però posso dire in mia difesa di essere stata sincera come sempre.
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Per comprendere
Questa è stata una lettura decisamente fuori dai miei schemi che però devo dire mi ha dato soddisfazione, e una volta di più mi ha fatto apprezzare questo sito che riesce ad allargare i miei orizzonti letterari.
Dovrei dividere in due il voto a essere sincera trovo che sia un ottimo romanzo ma come thriller non gli darei più di un discreto.
Leo è un funzionario della polizia segreta , ligio al suo dovere e soprattutto fedelissimo alla sua grande patria la Russia, non c’è nulla di immorale o sbagliato se fatto in nome della sua patria, nemmeno gli arresti nel cuore della notte, i pestaggi delle sospette spie, tutti devono essere puniti se accusati o sospettati di tradimento.
La Russia del pieno comunismo è uno stato che mira alla perfezione, impossibile che ci siano in giro dei veri criminali, quindi ,quando questo accade i casi vengono sotterrati o liquidati accusando il primo mal capitato a caso, le prove vengono abilmente costruite e nessuno può osare dire la verità o quella che crede tale, i treni che viaggiano per l’inferno dei gulag sono sempre pieni e nessuno ci tiene a salirci .
Il figlio di un membro della polizia viene trovato morto , sui binari dei treni, strani questi ragazzini che giocano nudi sui binari del treno in pieno inverno non trovate ? Il caso viene archiviato come incidente, chi ha detto poi che il bambino era nudo ? Questo testimone è scomparso nel nulla, anzi sono voci di corridoio, il testimone non esiste nemmeno sui verbali quindi caso chiuso . Leo, a capo delle indagini lo deve chiudere o si guadagnerà un bel biglietto per quel famoso treno….
Ha inizio quindi praticamente da questo punto un bel romanzo , ma come ho scritto sopra più che il thriller è il romanzo che mi ha appassionato, l’ambientazione storica la struttura dei personaggi tutti ottimamente caratterizzati mi hanno tenuta incollata al libro, più della ricerca dell’assassino in se ,che comunque si intuisce appena dopo la metà del libro quando compare il suo nome e molti tasselli ritrovano il proprio posto.
Un po’ lenta la prima parte, bisogna tenere duro le prime 100 pagine circa per scoprire poi un bravissimo autore, questo è stato il suo libro d’esordio, complimenti .
Lo consiglio vivamente per aprire gli occhi su quella che è stata la realtà della Russia del comunismo dove ogni individuo era completamente privo di libertà e viveva nel terrore .
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Il velo dipinto
Come al solito consigliata da Stefania ho preso questo libro, comprato letto e piaciuto !!
Al primo capitolo ho avuto la strana sensazione di averlo già letto, poi scavando nella mia memoria, ancora fortunatamente sana ,mi sono ricordata di aver visto l’inizio del film, ricordavo benissimo la scena.
Kitty è una giovane ragazza frivola viziata e molto bella, dopo aver scartato parecchi pretendenti a favore del divertimento e della vita spensierata decide all’improvviso di sposare Walter un batteriologo, ma solo perché sua sorella Doroty sta per sposarsi e lei non vuole essere da meno, in fondo le aspettative della madre erano tutte puntate su di lei, la sua bellezza l’avrebbe portata lontano credeva.
Walter l’ama pazzamente e ha mille premure per la giovane moglie che però non ricambia in alcun modo i suoi sentimenti. Kitty infatti mal sopporta il carattere chiuso del marito, non prova la minima attrazione per lui, intraprende così una relazione con un uomo del governo, bello e affascinante e viene travolta da questi sentimenti .
Ma Walter non è proprio così scemo come sembra e presto scopre la tresca, messa alle strette kitty confessa , la reazione di lui è fin troppo ragionevole promette di divorziare da lei se anche il suo amante divorzierà dalla moglie e la sposerà entro pochi giorni, diversamente Kitty ,per mantenere intatto il suo onore, dovrà partire con il marito per una zona impervia della Cina Mei Tan Fu devastata da un epidemia di colera. Probabilmente il buon vecchio Walter conosceva l’amante più della sprovveduta e illusa Kitty.
La penna di Maugham è davvero magnifica e raffinata, riesce a farci entrare dapprima in punta di piedi e poi con impeto dentro il libro, una scrittura delicata e scorrevole, non fa uso di un lessico articolato e difficile, anzi, è davvero semplice e diretto.
Dà poco spazio, giusto il necessario, alle ambientazioni e scava invece con grande profondità dentro l’animo dei protagonisti entra nella loro testa e nel loro cuore con grande intensità scoprendo le loro debolezze, tutte. Nessuno di noi può dipingersi un velo e fare finta di essere ciò che non è, la nostra vera indole prima o poi verrà fuori, anche kitty per un momento illude il lettore ma …….
Davvero un bel libro, una di quelle letture indelebili che restano dentro e arricchiscono il lettore.
Leggetelo davvero consigliato.
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Piacevole
Non avevo mai letto nulla di Malvaldi e devo dire che questo libro è stata una piacevole scoperta, preso quasi per caso, attratta dal titolo di cui avevo letto parecchie recensioni .
Il giallo è ambientato in un castello della Toscana , tra nobili viziati e strani ospiti si svolge la trama che tratta di un omicidio (del maggiordomo) e di un tentato omicidio del padrone di casa.
Il maggiordomo viene trovato morto in cantina e il giorno dopo qualcuno tenta di uccidere il barone, sarà la stessa persona o la casa è popolata da più di un assassino ?
Il giallo in sé non è nulla di ché , carino ma niente di particolare, il bello del libro è la narrazione, lasciata a una terza persona che fa alcune digressioni esilaranti mischiando un linguaggio moderno a quello dell’epoca del racconto (siamo alla fine del 1800) , si “permette” di fare commenti sui personaggi e sugli avvenimenti , insomma l’ho trovato davvero divertente e piacevole.
Bella anche la caratterizzazione di tutti i personaggi di cui l’autore è riuscito a mettere in risalto soprattutto i difetti , senza però renderli antipatici ai lettori, anzi , io ad esempio li ho trovati quasi tutti molto buffi.
Che altro dire leggetelo è un libro piacevole che sa tenere buona compagnia, con lo stampo di un classico giallo e un tocco di modernità.
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Scomparsa
La mia vicina d’ombrellone stufa di vedermi leggere libri tristi e poco adatti alla spiaggia ha deciso di prestarmi questo, “tanto per cambiare un po’” ha detto ed è stata un’ottima idea.
L’ho divorato in due giorni, prende già dalle primissime pagine e una volta incominciato non sono più riuscita a mollarlo.
Annie è una giovane agente immobiliare, una donna normale , un fidanzato, un rapporto un po’ burrascoso con l’ingombrante madre e il fardello di una gioventù al suo fianco non proprio spensierata a causa di un grave lutto che le colpisce. Un giorno viene rapita da uno sconosciuto che la tiene prigioniera la tortura e la violenta per mesi , isolati in uno chalet sulle montagne lui ha il pieno potere su di lei.
Ogni capitolo corrisponde ad un appuntamento con la sua terapista, sono lunghi monologhi perché il patto che ha fatto con lei è chiaro “nessuna domanda, parlo solo io “.
In ogni incontro Annie parla con lei del suo passato prima del rapimento, dei mesi di prigionia e del presente in cui ha tantissime difficoltà a vivere e relazionarsi con chiunque, purtroppo la ragazza che è tornata non corrisponde più a quella che era prima, la vecchia Annie è morta ora c’è tutto da ricostruire e tanta paura da affrontare.
Uno stile davvero semplice e godibilissimo, il pregio dell’autrice è quello di fare entrare davvero il lettore nel personaggio, impossibile non soffrire con la dolce Annie o non godere delle sue gioie, nulla lascia indifferenti in questi lettura e io ammetto di avere anche pianto in alcuni passaggi veramente toccanti.
Bellissima la descrizione del suo rapporto con la madre, interessanti le sue divagazioni sul passato che ci fanno capire maggiormente l’animo e i sentimenti della protagonista .
Che altro dire, leggetelo merita veramente , a tratti un po’ forte certo ma molto bello e il finale poi è la ciliegina sulla torta .
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La masseria delle allodole
Leggere questi libri per me ha un po’ il sapore del ritorno a casa dopo un lungo viaggio, c’è poco da fare queste letture mi appassionano sempre, la vita vera per crudele che sia è per me un’attrazione irresistibile, è giusto intervallarli con letture più leggere ma alla fine ci ricado sempre.
L’autrice ci racconta la storia della sua famiglia armena e del genocidio del suo popolo da parte dei turchi nel 1915. Gli armeni erano grandi lavoratori, gente semplice , la sua famiglia in particolare era ricca e illustre, suo zio era l’unico farmacista al villaggio, nel giro di poche ore accade l’impensabile e la situazione si ribalta ,perdono tutto, le case il denaro la dignità e purtroppo la vita . Gli uomini vengono assassinati subito e le donne deportate , caricate su carri e poi in seguito a piedi sono costrette a percorrere un lungo cammino prive di acqua di cibo sotto il tiro dei fucili e le torture delle guardie che le accompagnano .
Sono donne molto combattive che lottano fino in fondo e si sacrificano per la salvezza dei propri figli e dei propri cari , davvero belli questi personaggi così forti e coriacei e la caratterizzazione di alcune di loro le ha reso davvero giustizia.
Devo essere sincera lo stile narrativo non mi è piaciuto granché , mi sono un po’ persa nei troppi nomi stranieri, gli eventi narrati a volte si accavallavano un po’ facendo perdere fluidità nella lettura e spesso non erano ben approfonditi ma solo abbozzati . Insomma una lettura non semplicissima , sono tornata a volte indietro perché non avevo capito bene alcuni passaggi , avrei preferito uno stile più diretto, e magari una presentazione dei protagonisti più graduale e quindi più chiara al lettore, ci sono pagine e pagine con davvero troppa carne al fuoco.
Un libro davvero commovente , che non risparmia al lettore neanche i particolari più crudi e forti di questi avvenimenti ,di cui io personalmente sapevo molto poco, lo consiglio, sempre per lo stesso motivo, per non dimenticare .
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Il cuore cucito
Libro davvero scorrevole e scritto magnificamente, uno stile davvero apprezzabile, non ampolloso, mai noioso , un testo che invita davvero alla lettura. Mi ha ricordato molto lo stile e le storie della Allende , storie di grandi donne, padrone del loro destino.
Frasquita è una giovane donna che possiede un dono, quello di saper cucire e dare vita alle sue creazioni, così magicamente ad esempio un fiore di stoffa cucito sull’abito da sposa si trasforma in un fiore vivo e freschissimo .
Vive in uno sperduto villaggio dell’Andalusia, sposata con un fabbro , uomo strano e taciturno che un giorno si gioca la moglie in una battaglia tra galli, convinto che il suo gallo rosso fosse invincibile.
Frasquita allora fugge di casa mettendo le sue poche cose sopra un carretto e con i suoi cinque figli comincia la sua nuova vita , con la speranza di trovare la serenità per le sue figlie,cercando di salvarle dal destino della sua famiglia di streghe.
Veniamo ora alle note dolenti, ho dato voto piacevolezza 2 perché ho davvero faticato a finirlo non per colpa del libro ma per colpa mia, essendo una persona sempre piantata con i piedi per terra non posso certo apprezzare un romanzo così, già nel primo capitolo quando il cuore che lei cuce per la Madonna prende magicamente vita ho capito che non era una lettura per me, avrei voluto mollarlo ma ho comunque continuato per dargli un'altra possibilità e per onorare uno stile così piacevole, ma adesso, giunta alla fine , posso serenamente dire che non mi è piaciuto.
Lo consiglio vivamente a chi ama le storie un po’ magiche , sicuramente lo saprà apprezzare come merita.
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Una ragazza da Tiffany
Dopo la delusione di “ritratti d’artista” ho finalmente ritrovato in questo libro la Susan Vreeland che tanto avevo amato in “la ragazza in blu” e soprattutto “la passione di Artemisia” , che reputo ancora la sua opera migliore.
Un’altra bellissima storia al femminile ambientata tra la fine del 1800 e l’inizio del ventesimo secolo , in una New York che sa offrire grandi speranze e opportunità a tutti, compresi le migliaia di emigranti dall’Europa.
Clara Driscoll rimasta vedova da poco torna a bussare , in cerca di lavoro, alla porta della Tiffany Glass & Decorating da cui era andata via pochi mesi prima poiché la politica aziendale proibiva alle ragazze sposate di lavorarci , ma ora non è più sposata , vuole riavere il suo posto e il signor Louis Tiffany è felice di ridarglielo perché conosce il suo talento e ha grande stima di lei.
Clara si rimette alla guida del laboratorio , la sezione femminile popolata da ragazze dotate di grande abilità nell’arte, molte di loro sono emigrate e il loro lavoro è l’unico mezzo di sostentamento per l’intera famiglia , ognuna ha la propria specialità c’è chi è abile a scegliere il vetro, chi a tagliarlo, chi è portata per il disegno , le loro creazioni sono vere opere d’arte di cui vanno fiere, i paralumi e le vetrate di Tiffany hanno grande successo , rappresentano la bellezza della natura e la cura per i dettagli.
L’autrice ha saputo dare grande risalto, non solo al personaggio principale ma anche alle molte ragazze che lavorano con lei, cogliendo i dettagli della loro vita, dei loro caratteri, dando ampio spazio alle loro storie senza mai oscurare la protagonista . Bellissimo ed emozionante anche il rapporto di Clara con il Signor Tiffany, fatto di stima reciproca, solidarietà, affetto , onestà e grande collaborazione.
La lettura scorre decisamente veloce, io l’ho letto in quattro giorni nonostante la mole (circa 500 pagine) perché lo stile è davvero ottimo e il ritmo incalzante, tranne alcune parti che a volte ho trovato un po’ prolisse in cui si descrive davvero minuziosamente la lavorazione di un determinato oggetto, però bisogna darle atto di grande preparazione in questo campo, non credo che la stesura di questo romanzo sia stata molto veloce dato l’approfondimento su questo lavoro molto complicato .
Insomma una Vreeland in splendida forma vi consiglio di leggerlo perché non è solo un libro che parla d’arte, è un libro in cui si trova tutto, l’amore, l’amicizia,la povertà, la lotta delle donne per i loro diritti sul lavoro e tanto altro. Leggetelo vi terrà buona compagnia.
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Stoner
Finito di leggere in pochissimi giorni , quando conosci Stoner non vuoi più mollarlo, devi a tutti i costi andare avanti e scoprire cosa succederà ,devi sapere se puoi perdonarlo, o se devi smettere di provare pena per lui , perché questo personaggio ha suscitato in me sentimenti sempre molto contrastanti .
E’ la storia di un uomo qualunque, che si laurea, trova lavoro come insegnante, si sposa e diventa padre, si, all’apparenza poterebbe sembrare una banalissima storia priva di colpi di scena , ma questo libro invece racchiude un fiume di emozioni e sentimenti, scritto con uno stile elegante e coinvolgente , quasi perfetto ci trasporta in un mondo dove nulla forse è come sembra e ogni lettore si sente libero di farsi un’idea di Stoner, di sua moglie, della loro vita fuori e dentro le mura domestiche.
William Stoner è uno di quei mariti perfetti, quelli che quando vediamo sposati con altre pensiamo “che donna fortunata, lui è bravo, le permette tutto, l’aiuta in casa, con la figlia, lavora sodo , non alza mai la voce….. “ ma nella realtà noi donne in generale poi non sapremmo cosa farcene di un uomo così , senza spina dorsale, che accetta di essere umiliato dalla moglie che non è in grado di imporsi nelle decisioni comuni , perché un uomo così è davvero poco stimolante adatto solo a donne come Edith un poco cattivelle e con l’indole al comando.
Nemmeno quando intraprende una relazione clandestina riesci a pensare “ ma allora è lupo travestito da agnello !” perché lui cerca veramente l’amore la pace, il conforto, cerca tutta la serenità che non è stato in grado di trovare con la sua famiglia, e una parte di lui sente di non tradirla realmente ma di arricchirla . Non ha cercato questa relazione (non è nella sua indole), gli è capitata e ci è finito dentro con tutte e due le scarpe.
Ci sono cose che sono riuscita a perdonargli, altre no, ma ho comunque infinitamente amato questo personaggio, direi unico indiscusso protagonista di questo romanzo.
Decisamente da leggere anche la postfazione di Peter Cameron che fa luce su avvenimenti e particolari che magari alla prima lettura possono sfuggire.
Un libro da leggere e gustare.
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Vita
Come al solito libro consigliato dalla Stefania, commessa che non sbaglia un colpo con me !! Questa volta poco convinta l’ho preso in biblioteca, non ero sicurissima che mi sarebbe piaciuto non avevo mai letto nulla della Mazzucco, ottima scrittrice.
E’ principalmente la storia di Vita e Diamante, due bambini che nel 1902 attraversano l’oceano, con 12 dollari cuciti nelle mutande, per arrivare in America, un grande sacrificio per i loro genitori lasciarli andare ma la speranza di una vita migliore per questi due ragazzini, e molti che come loro sono emigrati, era davvero grande.
All’arrivo li aspetta Agnello il padre di Vita che vive li con il figlio più grande già da molti anni , ma li aspettano anche il duro lavoro per guadagnarsi quel poco che riescono a mangiare e tanta, tanta miseria, l’America regala un sogno ma mette fine alla loro infanzia .
La Mazzucco ci regala questo splendido libro mettendo insieme foto, ricordi di suo padre e altre testimonianze , vecchi documenti ritrovati per caso perché questa è la storia della sua famiglia che si incrocia con altre famiglie di emigranti in un’epoca in cui il sogno americano era veramente un sogno per migliaia di persone .
Bellissime le ambientazioni, le descrizioni dei luoghi sono molto accurate e raramente risultano noiose, davvero ben approfonditi i personaggi, non solo i due protagonisti ma anche tutti gli altri che conosciamo durante la lettura , certo la mia eroina è stata Vita, all’inizio è una bambina forte , testarda , che sa quello che vuole e poi diventerà una donna sicura di sé , sempre un po’ distante però dalla vita reale, sempre un po’ nel suo mondo, immersa nel sogno americano Vita riesce a fare dell’America la sua terra.
Veniamo ora alle note dolenti, il libro è molto lento, l’inizio poi lentissimo, non sono riuscita ad amarlo subito , inoltre certi salti temporali e alcuni capitoli in cui lei descrive le sue ricerche (nel bel mezzo della narrazione) hanno disturbato un po’ la mia lettura, insomma a volte mi sono un po’ persa. Credo che sia un libro che si apprezza del tutto solo una volta finito, lascia grandi emozioni e la certezza di aver incontrato comunque un’ottima scrittrice .
Lo consiglio perché narra una pagina dolorosa della nostra storia ma molto interessante, direi che merita il nostro tempo .
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Il confidente
Un’altra di quelle letture piacevoli, che sanno tenere ottima compagnia , non troppo impegnativo, ideale sotto l’ombrellone, l’ho letto in pochissimi giorni perché il ritmo è veramente incalzate già dalle prime pagine, non vedi l’ora di scoprire il mistero che si cela dietro questa trama ben architettata.
Camille è una giovane donna, fa l’editrice ed è single, alla morte della madre trova tra i bigliettini di condoglianze una lettera di un certo Louis che racconta la storia di Annie, una giovane ragazza che nel 1939 fa amicizia con una nobile donna, Madame M di pochi anni più grande di lei venuta ad abitare nel suo paese .
Annie si offre di esaudire il sogno di questa donna, decide di fare un figlio per lei , per poterla vedere finalmente felice accetta di passare una notte con suo marito , in procinto di partire per la guerra, e s’impegna poi a cederle il bambino che verrà.
Quando il bambino nasce Madame M se ne impadronisce subito, ma l’istinto materno non è cosa che si placa facilmente , e tutte e due a modo loro sanno che sarà dura sopportare questo segreto.
Camille non capisce il significato di queste lettere che arrivano puntualmente ogni martedì, nessun nome, nessuna data collima con la sua vita, perché quest’uomo le spedisce proprio a lei ? Sarà magari qualcuno che ha escogitato questo folle stratagemma per attirare la sua attenzione e vedere così poi pubblicato il proprio libro ? Per Camille adesso è importante scoprire la verità, ora che anche lei aspetta un figlio.
Un libro davvero piacevole, lo stile di scrittura è molto semplice e scorrevole, una lettura che sa accompagnare il lettore dolcemente verso un finale del tutto inaspettato, bella l'ambientazione e i personaggi sono davvero ben caratterizzati , Annie, forse la vera protaonista , all'apparenza così fragile sarà poi veramente così come ci appare ? madame M è una donna così cinica ed opportunista ?
Prima opera per Hélèene Grémillon, decisamente promossa, speriamo ci regali altri libri , per ora godetevi questo, lettura che sicuramente consiglio.
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C'era una volta un fiume
Ho comprato questo libro al salone a Torino, così per caso, entrata nello stand della Neri Pozza decisa a non uscire a mani vuote sono stata attratta dalla copertina (le copertine di questa casa editrice sono le più belle per me )ho letto sommariamente la trama e l’ho comprato decisamente alla cieca , ma Neri Pozza mi ha deluso raramente, e anche questo romanzo è stato un buon acquisto.
Margo vive con il padre sulle sponde del fiume Stark, e le sue passioni sono decisamente bizzarre per una ragazza di quell’età, è una tiratrice perfetta e caccia soprattutto cervi , li uccide con un solo colpo ed è capace poi a macellare la carne da sola, per lei la caccia è un istinto primordiale a cui non riesce a resistere, spara a lepri scoiattoli e raramente sbaglia un colpo.
Quando Margo resta sola decide di partire con la barca che suo nonno le ha lasciato in eredità alla ricerca della madre che non vede anni, carica sulla River Rose le poche cose che pensa possano servirle e inizia la sua avventura, la sua nuova vita.
Per una ragazza così giovane non è però facile la vita lungo le sponde del fiume che tanto ama , non tutti gli uomini sono buoni e la sua straordinaria bellezza di certo non le è d’aiuto, anzi.
Margò pero vive esattamente come vuole, accettando le brutture che il viaggio in un territorio così ostile le impone , senza arrendersi, con grande forza difende quello che è riuscita a conquistarsi : la libertà.
Un romanzo che prende già dalle prime pagine anche se in certe parti è un po’ lento, a volte sono un po’ lunghe e ripetitive le descrizioni della caccia , pagine intere a descrivere come prende la mira, le emozioni prima dello sparo, ecco quelle mi hanno un po’ annoiato ma per fortuna sono poche.
Bella l’ambientazione ma soprattutto i personaggi sono davvero ben strutturati , Margo è la protagonista ufficiale, ma ogni persona che incontra nel suo viaggio riesce per alcune pagine a rubarle molto bene la scena, complimenti all’autrice che è stata definita una cantastorie dalla voce potente.
Per me questo libro è stato una piacevole scoperta, comprato a scatola chiusa mi ha dato grande soddisfazione e mi sento di consigliarlo.
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La luce sugli oceani
Ero troppo incuriosita delle recensioni lette e così dato che avevo anche una settimana di ferie per godermelo l’ho comprato, non è durato però l’intera settimana l’ho divorato in tre giorni, un po’ sotto l’ombrellone un po’ la sera a casa, un libro che si legge tutto d’un fiato.
E’ sottile, molto sottile il filo che divide quello che è giusto e quello che è sbagliato in questo romanzo, ognuno di noi ,a seconda del proprio vissuto, darà un significato diverso alle azioni che compiono i protagonisti, ma qualsiasi lettore non potrà non commuoversi o emozionarsi durante questa lettura .
Per una donna il desiderio di un figlio che non arriva è un pensiero che riempie la giornata, ti addormenti la sera con quel pensiero e quando apri gli occhi al mattino è di nuovo lì, pronto a non abbandonarti qualsiasi cosa tu faccia, ed è proprio quello che capita ad Isabel, per chi forse ci è passato è facile capirla, la bambina era lì, sola , arrivata sull’isola su una barca con un uomo ormai morto, cosa ci può essere di più semplice e naturale che prenderla e tenerla con se per crescerla ed amarla ? Probabilmente sua mamma è morta, affogata, è questa l’idea che si è fatta, l’idea a cui vuole fortemente credere, l’unica con cui si può pulire la coscienza e godersi finalmente questo dono inaspettato.
L’iniziale riluttanza di Tom, suo marito , si placa quando vede la moglie così serena e appagata, lui, che ha conosciuto l’orrore della guerra, la morte dei suoi compagni, un soldato, un uomo ligio al dovere e rispettoso delle regole piano piano cede le armi e prova a credere in questo sogno, senza mai però abbandonare totalmente il pensiero che quello che stanno facendo avrà delle conseguenze, il coraggio di un uomo sta nel convivere con i propri errori, è questo quello che pensa la mamma di Isabel.
Ma sulla terra ferma qualcuno sta forse ancora aspettando questa bambina ? Questa piccola creatura ha una madre e una famiglia che l’attende ?
Avete mai provato a perdere di vista anche solo per pochi minuti i vostri figli ? A chi è successo sa che sono attimi che sembrano ore, che il respiro si affanna, le gambe a volte fanno fatica a reggerci che non si connette veramente più, panico totale, se questa bambina ritrovata avesse una mamma come starebbe ? Perché un genitore non perde mai la speranza, non si può arrendere mai.
Bellissimo romanzo, personaggi veri, approfonditi in maniera meravigliosa, ognuno con le proprie caratteristiche , e anche l’ambientazione, il faro l’oceano il suo odore il suo rumore, ha un ruolo fondamentale nel testo. Scritto davvero bene, un libro per riflettere, che sa tenere ottima compagnia e lascia intense emozioni. Leggetelo.
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Chiusura della triologia
Ho aspettato più di un anno per leggere questo romanzo, mi era stato regalato, l’ho messo nella libreria e non avevo mai il coraggio di iniziarlo perché sapevo che con questo si sarebbe chiusa la storia di questa famiglia, la storia di Harry Bernstein,che tanto avevo amato.
Avevo imparato a conoscerlo bambino in Inghilterra con “il muro invisibile” per ritrovarlo poi adolescente in un’ America all’epoca della grande depressione , e in questa ultima sua opera ci racconta invece la sua vita con Ruby, la moglie tanto amata, morta anche lei ultranovantenne.
Il libro alterna il racconto degli ultimi anni di vita con la storia del loro grande matrimonio , le difficoltà economiche, l’arrivo dei figli, i viaggi per fare conoscere questa immensa nazione ai loro ragazzi, e l’amarezza per non essere mai riuscito a pubblicare uno dei suoi manoscritti.
Quando Ruby si ammala e muore per Harry è terribile, loro sono stati per più di sessant’anni un’unica cosa e lui si sente perso senza la sua metà, ed è proprio in questo triste periodo che scrive “il muro invisibile”, non ha più nulla da perdere, nessuno da deludere se il libro non viene pubblicato, per lui è solo un antidoto al dolore che lo attanaglia, ma finalmente il manoscritto trova il suo consenso presso una casa editrice Inglese e comincia per lui una nuova vita, finalmente a 94 anni dopo aver passato la vita a scrivere il suo sogno prende forma.
La lettura è veramente piacevole, lo stile semplicissimo, come per i romanzi precedenti, un vero toccasana per l’anima questo libro, sono contenta di averlo letto, e sono contentissima di aver apprezzato anche le precedenti opere, ora che so quanta importanza hanno avuto per lui acquisiscono un valore maggiore.
Leggetelo, per commuovervi un po’, per scoprire che esistono coppie che sono esattamente l’altra metà della mela, Harry Bernstein è morto ormai ma ci ha lasciato tre bellissimi romanzi per ricordarci che l’amore eterno esiste e che con la tenacia e il coraggio si può arrivare dove si vuole, si può vivere una vita felice, amando quello che si ha, quello che ci occorre per essere felici spesso è li vicino a noi ma non sempre lo riusciamo a vedere.
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Port Mungo
Dopo aver letto “follia” ho deciso di leggere altri romanzi di Mc Grath e adesso non riesco più ad abbandonarlo, devo dire che è un autore che crea dipendenza .
Ho dovuto lasciarlo un po’ li in disparte prima di scrivere la recensione, così a caldo non mi veniva niente, è strano ma non ero nemmeno sicura che il libro mi fosse piaciuto, non mi era mai capitato, ma questo genio riesce a smuovere strane sensazioni nel lettore
.
Sicuramente non ha toccato le vette di “follia”, ma oggi posso dire che è appena appena sotto, questo romanzo mi è piaciuto e io , è ufficiale, da oggi adoro Mc Grath.
La vicenda si svolge in Inghilterra, New York, ma soprattutto a Port Mungo, una cittadina dei Caraibi dove Jack pare trovare finalmente la sua casa e la sua dimensione di artista , come nel precedente libro però le descrizioni delle ambientazioni sono veramente ridotte all’osso , sono altre le cose più importanti per quest’autore, il contorno è proprio solo un contorno per lui, mentre quello che più gli interessa è viaggiare nella mente dei personaggi e condurci il lettore piano piano , fino ad inchiodarlo al libro .
La voce narrante è quella Gin, sorella di Jack, devota al fratello che lo asseconda in tutte le sue stranezze da artista, anche quando lui sposa Vera, pittrice anche lei, di qualche anno più vecchia , una donna incapace di mettere radici nella vita, ingovernabile, inesorabilmente libera .
Gin è sempre lì per lui, a raccogliere i cocci di una vita vissuta in maniera dissoluta, priva di regole , ed è sempre lei che lo accoglie nella sua casa a New York dopo la morte di sua figlia Peg , appena quindicenne, e cerca di restituirgli fiducia in se stesso e nel suo lavoro.
Ma la causa della morte di Peg è davvero quella che ha raccontato Jack? Vera è davvero una donna ingestibile e priva di senso materno ? Le persone che conosciamo sono davvero come le vediamo ?
Solo alla fine, nelle ultimissime pagine si svelerà il mistero di questi strani personaggi che popolano questo romanzo, personaggi veri, Mc grath ce li fa conoscere talmente da vicino che quasi pari di toccarli, di vederli, di percepire le loro emozioni .
A volte mi sono un po’ “persa” nella lettura perché non è di certo un libro leggero e ho fatto fatica in alcuni passaggi in cui i salti temporali erano addirittura tra una riga e l’altra, un attimo prima Gin era a Port Mungo e poche frasi dopo era tornata con la narrazione al presente , nella sua casa di New York.
Leggetelo, mi sento davvero di consigliarlo, una lettura un po’ particolare che merita .
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La chiave di sarah
Questo è un altro libro che appartiene molto al genere che io prediligo, quindi l’ho letto, anzi divorato in poche sere , veramente una buona compagnia.
Julia è una donna americana che vive ormai a Parigi da molti anni, spostata con una figlia fa la giornalista per una rivista letta per di più da americani trapiantati come lei. Le viene assegnato un articolo sul rastrellamento degli ebrei nel 1942 a Parigi, migliaia di famiglie prelevate da casa dalla polizia francese per orine dei nazisti vengono prima condotti e richiusi nel Vélodrome d’Hiver per poi essere deportate nei campi di concentramento.
Julia scopre così la storia di Sarah, allora era solo una bambina di 10 anni, che all’arrivo della polizia nasconde il fratellino in un armadio a muro nella loro cameretta, sicura di poterlo poi venire a liberare, Sarah non sa ancora che il suo viaggio non durerà purtroppo solo poche ore e crede sia la cosa giusta da fare.
Per Julia si aprirà un nuovo mondo, e la sua missione sarà ritrovare questa bambina o parte della sua famiglia per dirle che nessuno ha dimenticato questo bruttissimo episodio della storia, di cui gli stessi francesi non vogliono parlare, come un’onta, una grande vergogna.
Il libro è veramente scorrevole, certo tratta un argomento molto duro ma è alternato con la vita di julia, e questo lo rende meno “pesante”, come se la storia del rastrellamento facesse da fondo alla storia di Julia e questo aspetto del libro mi è molto piaciuto.
Certo non è uno di quei romanzi che lascia un segno indelebile nel lettore ma sicuramente ne consiglio la lettura.
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L'amante di Lady Chatterley
Ho preso questo libro perché ero veramente molto curiosa di leggerlo e poi ogni tanto un classico fa bene all’animo, io ultimamente ho imparato ad apprezzarli.
Sulla trama non mi soffermo credo sia nota a tutti, è la storia di Conni, nobil donna sposata con un uomo ricco ma invalido costretto su una sedia a rotelle , che intreccia una relazione con il guardiacaccia della loro tenuta.
Una relazione fatta di incontri furtivi ma di grande passione e attrazione sessuale.
Conni pensava di aver ormai sepolto i propri istinti sessuali, molto accesi quando era una ragazza, ma quando conosce Mellors viene veramente risucchiata dal vortice della passione.
Le scene esplicitamente erotiche sono presenti nel testo ma io non le ho trovate volgari, anzi a mio parere molto vere, sicuramente per l’epoca un romanzo innovativo, anche il solo pensiero che due amanti possano dare dei nomignoli ai propri organi sessuali. Sono andata invece a vedere l’anno della pubblicazione (1928) perché mi ha colpito molto di più il linguaggio che ho trovato estremamente moderno.
I personaggi sono molto ben delineati è solo che, nonostante il libro mi sia piaciuto, non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di loro, il guardiacaccia troppo serio musone un uomo molto chiuso e lei non so mi ha fatto quasi tristezza immaginarmi questa donna , vivere in questa grande tenuta con un marito invalido, probabilmente li ho sentiti molto distanti da me e non sono entrata in sintonia con nessuno di loro, la più “simpatica” è forse l’infermiera del marito .
Un libro che vale la pena leggere e mi sento di consigliare
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Un uso qualunque di te
Era un po’ di tempo che avevo voglia di un libro così . Comprato ieri al salone del libro mi sono letta le prime cento pagine in treno e le ultime cento una volta arrivata a casa, non riuscivo più a mollarlo .
Viola è una moglie e una mamma che potrebbe essere felice, ha un marito che l’adora una figlia, ha realizzato i suoi sogni anche in campo lavorativo ma non è soddisfatta, e cerca di colmare queste sue insoddisfazioni con i tradimenti, alla ricerca di quell’ adrenalina che ti danno le cose proibite, quei segreti che ti offrono le emozioni che la quotidianità non può darti. Una notte però riceve una telefonata dal marito che con la voce strozzata le lascia un messaggio in segreteria “vieni subito all’ospedale “. Viola corre via da quell’uomo e da quel letto che non le appartengono e si precipita in ospedale dove scopre che Luce , sua figlia , è in fin di vita.
Ed è qua, in un corridoio della rianimazione che cadono tutte le maschere, che si svelano tutti i segreti, è qua che ha fine la finta illusione di una famiglia perfetta, ed è sempre qua che si rende conto di quello che nella vita, nella sua vita vale veramente tutto.
Un libro che ti strazia il cuore, che ti entra dentro e ti divora ogni altro pensiero, perché l’unico desiderio che hai è quello di finirlo, di leggere quello che succederà.
Complimenti all’autrice che riesce a fare vivere dentro il lettore i personaggi , ti sembra di vederla Viola, lì nel cuore della notte, spettinata, con un tubino nero e i tacchi a spillo, e Carlo, padre e marito perfetto isolato nel suo dolore e sommerso dal rancore verso sua moglie. Il libro è a mio parere scritto veramente bene, a tratti ho ritrovato lo stile della mia autrice preferita la Mazzantini, asciutto, sincero, crudo che arriva dritto al cuore senza scorciatoie e quella grande capacità di umanizzare i protagonisti e di farceli sentire così simili a noi soprattutto nei loro difetti.
Davvero brava! Non so se si e capito ma consiglio veramente la lettura, soprattutto a chi ha voglia di emozionarsi un po’ leggendo un libro.
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Come scalare una montagna
Ci sono riuscita, sono arrivata alla fine anche se è stato un po’ come scalare una montagna.
Il libro è davvero interessante, sullo stile poi non si discute non avevo mai letto niente di Eco, davvero eccezionale, ma non è per tutti, sicuramente non è per me. Credo che per affrontare un testo così serva una cultura di base superiore alla mia, oppure si debba amare talmente tanto Eco da riuscire ad apprezzarlo e in parte anche questo non è stato il mio caso. Le citazioni in latino e il lessico decisamente forbito hanno rallentato molto la mia lettura , a tratti l’hanno resa davvero pesante, le prime settanta/ottanta pagine poi non scorrevano proprio, un inno alla sua cultura che hanno messo a dura prova la mia costanza di lettrice , so che non si fa ma ho praticamente saltato tutto un capitolo in cui descriveva un portale e la sua storia , poi fortunatamente il libro ha incominciato a “decollare”.
Bellissima l’ambientazione , l’approfondimento sui personaggi che popolano il convento , intrigante la trama in sé ma purtroppo piena di evasioni,che ho trovato a volte piacevoli e a volte noiose.
Sono contenta di averlo letto, è stata una grande soddisfazione per me ma devo dire che sono dispiaciuta per non essere riuscita ad amare questo libro come forse si merita , non avevo quella smania di leggerlo e andare avanti come mi capita con altri testi, troppo lontano dal genere di letture che amo fare, se non fosse stato quello che molti indicano come il capolavoro di Eco l’avrei mollato , ma ha vinto la curiosità e la voglia di mettermi alla prova.
Probabilmente molti non saranno d’accordo con la mia recensione ma non importa questo è esattamente quello che penso su questo romanzo e mi piace essere sincera su un argomento così importante come i nostri amati libri.
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Pappagalli verdi
“cambiano i paesi, i nomi, il colore della pelle, ma la storia di questi sventurati è tragicamente simile. C’è chi sta camminando in un prato , chi gioca nel cortile di casa o sta seguendo le capre al pascolo , chi zappa la terra o ne raccoglie i frutti. Poi lo scoppio”
E’ un viaggio intorno al mondo questo libro Afganistan Iran Iraq Perù Somalia Ruanda Angola Sarajevo cambiano gli scenari ma la tragedia è sempre la stessa : la guerra e le macerie che crea . Leggere “pappagalli verdi” è come entrare dentro un film dell’orrore, peccato che non sia finzione, è tutto vero, queste sono le situazioni che trovano i volontari di emergency, persone speciali che hanno rinunciato alla propria vita per salvare quella degli altri , per dare a queste popolazioni colpite dalla guerra una, se pur piccola, speranza in più, è una goccia nell’oceano ma è bellissimo sapere che c’è ancora qualcuno che si batte per loro, contro i signori della guerra.
Un libro sicuramente da leggere, non ha i filtri che ci mettono i mass media, spesso doverosi per nascondere scene che non saremmo in grado di guardare , è la realtà, quella che tutti dovremmo conoscere.
Impossibile estrapolare episodi più significativi dal testo, è tutto fondamentale ed interessante nella sua tragicità.
Ho messo piacevolezza 3 perchè non si può certo definre piacevole come lettura, ma doverosa si a quello metterei 5
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Leggero e godibile
Ancora una volta Licalzi non mi ha deluso, anzi, mi ha tenuto buona compagnia con questo libro frizzante e simpatico che è un ottimo passatempo , ogni tanto ci vuole una lettura più leggerina e questo è stato per me il giusto intermezzo tra due “mattoncini”.
Andrea Zanardi è un vero donnaiolo, il suo scopo nella vita è riuscire ad acchiappare più prede possibili, portarle a letto e poi mollarle la sera stessa con la scusa, inventata ,della madre colpita da ictus. Ogni luogo è terreno di caccia per lui, può essere un bar, un supermercato, perfino il reparto di ortopedia dove lui lavora come infermiere, certo un menisco è meglio in terza giornata perché comincia già a piegare un po’ il ginocchio ma anche in seconda giornata si può fare, un po’ più complicato ma si può fare, Andrea Zanardi non butta via nulla !
Sa essere tutto e il contrario di tutto, personaggio veramente poliedrico, può essere un convinto attivista di sinistra, oppure un grande amante del biologico o un appassionato di cultura orientale, nulla è impossibile per lui, si documenta compra libri li legge e parte all’attacco per mettere un'altra preda nel carniere.
L’incontro con la tenera Maria però porterà qualcosa di inaspettato, lo stesso Andrea stenterà a capire quello che gli sta accadendo.
Un libro carino scritto con semplicità, senza tante pretese se non quella di divertire il lettore, ci sono alcuni passaggi che fanno veramente ridere.
Licalzi riesce a scrivere libri leggeri e godibili pur trattando argomenti interessanti, sta poi al lettore trovare la profondità degli argomenti . Davvero consigliato .
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FOLLIA
“ma come ti sembrava l’idea che tutto il tuo mondo fosse in pericolo ? Non so era inebriante ?”
“essermi innamorata questo mi sembrava inebriante”
“Già l’amore, parliamo di questo sentimento che non riuscivi a dominare. Come lo descriveresti ?”
“se non lo sai non posso spiegartelo”
Stella non poteva spiegare l’amore per Edgard al suo medico, perché è difficile spiegare un amore cosi totale , così unico, e forse si, così totalmente folle.
Era più folle Edgard, che aveva ucciso la moglie per gelosia ? O forse era più folle Stella che si era innamorata di quest’uomo ? Leggendo questo libro a volte viene da pensare che lo sia il lettore che giudica folle questo amore.
L’ho comprato perché invogliata dalle splendide recensioni lette, l’ho preso un pomeriggio e ho iniziato a sfogliarlo ai giardinetti dove avevo portato mio figlio, volevo prima finire quello iniziato a casa ma non è andata così, è stato subito amore, non sono più riuscita a staccarmene, questo libro ti prende dalla prima all’ultima pagina, e non puoi più farne a meno, devi a tutti i costi andare avanti e cercare di salvare Stella, sperare fino in fondo in una sua rinascita e nel lieto fine.
All’inizio l’ho giudicata questa donna frustrata che cerca l’amore, poi ho cercato di capirla e infine l’ho compatita, si, sono veramente molte le emozioni e le sensazioni che questo stupendo personaggio suscita nel lettore, e la capacità dell’autore stà proprio nel fatto di riuscire a farle vivere tutte , pur utilizzando una scrittura semplice e scorrevole, bravissimo!!
La voce narrante è quella di Peter, amico della Stella borghese, la moglie del vice direttore bella perfetta ed elegante , e , in seguito psichiatra di quello che rimane della stessa donna dopo l’uragano Edgard , è lui ad introdurci nell’inferno di questa ossessione d’amore ,nei meandri delle loro menti offuscate dalla passione , e lui che cerca di spiegarci e spiegarsi cosa sia la follia dell’amore, e questa prospettiva ha forse reso ancora più interessante il testo perché ci offre l’opportunità di vedere gli eventi anche dal punto di vista della psichiatria e non solo con il cuore o la razionalità.
Ancora una volta grazie ai lettori di qlibri per avermi invogliato a questa lettura con le loro bellissime recensioni e grazie a Stefania ,la commessa che riesce sempre a consigliarmi bene!!
Non so se si è capito ma consiglio veramente la lettura di questo stupendo libro.
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