Opinione scritta da NRG
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Le luci nelle case degli altri
Ritratti di famiglie a carboncino
Una donna luminosa e piena di vita è Maria, amministratrice di un condominio di Via Grotta Perfetta, così vivace da riuscire a trasformare anche noiosissime riunioni di condominio in avventure ogni volta diverse, e quel condominio in una sorta di famiglia allargata. Maria vive con leggerezza, ogni giorno ed ogni istante, perfettamente consapevole che l'esistenza è solo un breve passaggio, per lei ancora più breve visto che perderà la vita a causa di un incidente lasciando sola la figlia di 8 anni, Mandorla convinta che il padre, che non ha mai conosciuto, sia un astronauta che vive sulla luna.
Maria lascia in eredità alla figlia una sola lettera, dispensatrice di una imprevista rivelazione sull'identità del padre ed i condomini di Via Grotta Perfetta che, all'esito di una riunione combattuta ed estenuante, decideranno di adottare Mandorla tenedola ciascuno nella propria famiglia a turno.
Mandorla crescerà senza punti di riferimento genitoriali, ma confrontando le diverse realtà con cui entrerà in contatto.
Indovinata l'idea della Gamberale di approfondire le identità dei personaggi tramite flashback personali,mai prolissi o superflui.Finale a sorpresa...insomma per tutti i palati
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IO E TE
Due cuori e una cantina
Il disagio di un ragazzo adolescente che non vuole e non riesce ad integrarsi con i propri coetanei diventa il disagio dei genitori che lo percepiscono diverso tanto da portarlo da una psicologa;per allontanare le loro paure e nevrosi Lorenzo inventa quella " normalità" che vorrebbero fargli vivere. In particolare, prendendo spunto da una conversazione rubata ad alcuni compagni di classe, si inventa un invito in settimana bianca, pianificando invece una strategica permanenza di 7 giorni nella cantina dove non scende mai nessuno. Lorenzo porta ricambi e viveri necessari, la musica preferita per godere appieno dei primi giorni da solo. Ma nulla nella vita è mai come lo immaginiamo e l'arrivo imprevisto della sorellastra Olivia, figlia di prime nozze del padre, costringerà Lorenzo a confrontarsi con i problemi , seri ed irrimandabili, di sua sorella e quando uscirà da quella cantina sarà una persona diversa. Finale volutamente scarno e toccantissimo.
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Prima di morire, addio
Ambientazione e personaggi nuovi per la Vargas che, decisamente, non convince nel suo ultimo romanzo giallo.
Non la consueta Parigi o l’entroterra francese, ma una Roma sfocata, appena abbozzata e forse sconosciuta all’autrice fa da sfondo alla nuova storia.
Ugualmente sfocato e distante è il protagonista mandato a Roma da Parigi appunto, per investigare su un delitto di una grossa personalità e col compito di “ insabbiare” gli esiti dell’indagine. Appena trattegiati i personaggi di contorno che risultano, dunque, poco credibili, dalla collocazione incerta e del tutto superflui per lo sviluppo della trama o la piacevolezza del racconto.
Anche la protagonista femminile che, nell’intento, dovrebbe essere capace di suscitare emozioni anche nel lettore è in realtà priva di spessore e personalità.
Risultato prevedibile e lettura priva di vivacità; sconsigliato e molto deludente.
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Crociera Lo Cost
Torna la sagacia ed il sarcasmo di Paolo Villaggio che, dopo anni di silenziosa osservazione, si sofferma e amplifica tutti i maggiori difetti degli italiani di oggi. L'idea della crociera, di questo micromondo in cerca di divertimento a tutti i costi ed a basso costo è uno spunto geniale. I personaggi , eccessivi, a tratti fastidiosi, ci sono tutti: il barzellettiere , l'animatore il fichista, il pessimista e molti altri ancora, tutti con tratti caricaturali ma in cui, purtroppo, si scorgono linee distintive tipiche della società italòiana attuale. Insomma un libro godevolissimo per continuare a " riderci addosso".
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Invisibile
Il libro è diviso in tre parti per consentire al lettore di vivere la storia attraverso 3 distinte chiavi di lettura; nella prima parte a parlare in prima persona è Adam Walker - un ragazzo bellissimo di aspetto ma quasi inconsapevole di tale fascino che così ci si presenta: “ La prima volta che gli strinsi la mano fu nella primavera del 1967. Ai tempi frequentavo il secondo anno di università alla Columbia: ero un ragazzo ignorante e affamato di libri che coltivava la fede ( o l’illusione ) di diventare un giorno così bravo da potersi definire poeta” . Ha vent’anni il protagonista quando incontra, ad una festa, il Professore Rudolf Born , figura enigmatica ed inquietante e la fidanzata di lui, la bellissima ed altrettanto enigmatica Margot. I tre si piacciono al primo sguardo: Adam è fortemente attratto da Miriam che, tuttavia, trova sfuggente e inintellegibile, e parimenti è conquistato dall’ironia e la sagacia di Rudolf Born che, già in quel primo incontro, propone a Adam di scrivere per una rivista letteraria. Comincia così una frequentazione a tre fatta di cene a casa di Rudolf a New York dove Adam ha la possibilità di conoscere meglio il carattere di Rudolf, sovente incline ad improvvisi e violenti eccessi d’ira e l’apparente remissività di Miriam abilissima di tenere a bada un carattere così irruento. Quando Rudolf , quasi all’improvviso, viene chiamato in Francia e parte per Parigi, Adam e Margot si abbandoneranno a cinque giorni di passione travolgente. Al proprio ritorno Rudolf scopre il tradimento e scaccia Margot, di cui comunque si era già stancato e, inspiegabilmente, ricerca e frequenta ancora Adam nei confronti del quale non mostra alcuna traccia di risentimento tanto da continuare a proporgli di scrivere per la rivista letteraria che lo stesso Rudolf vorrebbe finanziare. Adam è confuso, non sa cosa pensare né di quella donna che dopo aver vissuto giorni di sesso e passione con lui è scomparsa senza una parola, né di quell’uomo che continua a vivere quell’amicizia come se nulla fosse accaduto;continua tuttavia a frequentare Rudolf fino a che, una sera che stanno passeggiando, vengono aggrediti da un rapinatore con un’arma in pugno e Rudolf, inaspettatamente, reagisce accoltellando a morte l’aggressore.
Adam, spaventato, indeciso, attende qualche giorno prima di denunciare l’accaduto alla Polizia, e questo ritardo consente a Rudolf di fuggire all’estero, precisamente a Parigi apparentemente richiamato lì per motivi professionali. Tormentato dai sensi di colpa per non avere avvisato in tempo la Polizia così da consentire l’arresto e la punizione del colpevole, Adam trascorrerà l’estate in città in compagnia di sua sorella, ragazza meravigliosa tanto per bellezza quanto per intelligenza e sensibilità ed il legame tra i due fratelli, già intenso, sfocerà nel proibito.
In autunno Adam partirà per Parigi , dove ha vinto una borsa di studio che, per ironia della sorte, è la medesima città in cui si era rifugiato Rudolf Born dopo l’omicidio; i due si rincontreranno, come era prevedibile ma ciò che è del tutto imprevedibile è che a uscirne malconcio sarà proprio Adam , rimpatriato con disonore in America e con il divieto di rientrare in Francia perché accusato di detenzione di stupefacenti.
Qui termina la prima parte e la seconda inizia con un altro personaggio, JIM , amico dell’università di Adam Walker; sono passati molti anni ( siamo nel 2008 ) e le vite di ciscuno hanno seguito il loro corso. Un anno prima a Jim era pervenuto un manoscritto di Walcher che apprendiamo essere la parte prima del libro. Qui vediamo la storia da tutt’altra angolatura e conosciamo i protagonisti della prima parte analizzati dalla mente razionale e logica di Jim che ne descrive con efficacia pregi e difetti, contraddizioni e paure.
La terza parte, a morte avvenuta di Adam per una fulminante forma di leucemia, pone a Jim il dilemma se pubblicare o meno il romanzo, a lui affidato post mortem dall’autore; è veramente una storia autobiografica quella che si racconta? Ed i fatti così come narrati sono tutti avvenuti per davvero?
La sorella di Adam nel frattempo si è spostata ed ha figli e nipoti che potrebbero rimanere sconvolti dal legame tra i fratelli così come raccontato, anche se la diretta interessata, ovviamente nega recisamente alcuni fatti che, anzi, non riesce a spiegare e spiegarsi. E anche gli altri personaggi che hanno incontrato o sono stati amici di Adam ci mostrano il LORO punto di vista e la storia, quindi, non è mai la stessa.
Rudolf e Margot erano proprio quelli che dicevano di essere?
Un libro sugli eventi che ci segnano per sempre e sulla capacità di ognuno di noi di rimanerne schiacciati o, viceversa, di trasformarli in preziosa esperienza di vita. Interessante
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La cena
Stile quasi discorsivo per uno dei due padri, seduti allo stesso tavolo di un ristorante di lusso con le rispettive mogli. L'atmosfera è quella volutamente bon ton dei ristoranti dove di solito c'è una lista d'attesa di almeno tre mesi per entrare, i due uomini sono fratelli ed uno, Serge Lohman, è in corsa per diventare primo ministro in Olanda; Paul, il fratello più problematico anche dal punto di vista psicologico, parla in prima persona dichiarando apertamente tutto il proprio rancore verso Serge, avido di cibo e di esperienze, rancore a tratti incontenibile. Le due coppie sono a cena insieme per affrontare un evento allucinante; i loro figli sono stati ripresi dalle telecamere di sicurezza di una banca durante l'aggressione ad una senzatetto. Il punto di vista degli adolescenti, deliberatamente, NON viene preso in considerazione e l'autore concentra l'attenzione solo sui genitori, sulle decisioni che prenderanno per, o contro, gli interessi dei rispettivi figli. Il finale è agghiacciante e sorprendente ed il risultato è un libro diverso, scandito dal ritmo delle portate il lustrate con meticolosità dal maitre del locale . Da leggere per illuminare le zone d'ombra delle menti umane e per far venire fuori i mostri che sono nascosti un ognuno di noi.
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e stanze di lavanda
Il genocidio armeno visto attraverso gli occhi di una bambina
Lucine vive in Turchia, a Marache, in una famiglia perfetta, la mamma che profuma di lavanda, la piccola sorellina Marie, delicata di aspetto e di salute, l’irruento fratello Pierre a volte vittima di imprevedibili e repentini attacchi d’ira, il gatto Prescott fedele compagno di giochi ma, soprattutto, il nonno Joseph Kerkorian , un facoltoso armeno che sa sempre dare la risposta giusta ed è il punto di riferimento di tutta la famiglia.
La prima parte è il resoconto struggente e melanconico di una infanzia fiabesca vissuta nella più totale armonia, dove Lucine scopre e confida al nonno il suo grande amore per le parole, che le sgorgano dal cuore e che la faranno conoscere come la “ piccola poetessa di Marache”. Lucine scrive soprattutto per gli altri, per quelli che le parole le hanno perse o non le hanno mai conosciute, gode la pienezza della sua infanzia che sembra non dover finire mai, grazie alla quiete della sua grande casa dove il giardino, in primavera, invita a gioiosi girotondi, la mamma prodiga d’affetto organizza meravigliose feste di compleanno , soprattutto per la piccola Marie, e la sera, prima di andare a dormire , regala fragranti baci alla lavanda. Il nonno, attivista politico per il popolo armeno, è magnanimo nei confronti anche di chi è molto meno fortunato dei familiari, ha contribuito infatti alla costruzione di un orfanotrofio del paese dove porta anche la nipote Lucine che lì conosce e ama profondamente sin dal primo sguardo Gil.
Gil imparerà ad avere fiducia, a ricambiare i sorrisi, a scoprire i propri sentimenti e, più concretamente, a leggere ed a scrivere, grazie alle domeniche trascorse a casa Kerkorian in compagnia di Lucine ed in questa atmosfera fatata i due si scambieranno il loro primo bacio. Poi il buoi, la devastazione e le fiamme una notte in cui le sorti del popolo armeno sono state decise…Brutalmente ucciso iol nonno, tutta la famiglia annientata dall’incendio appiccato alla grande casa e solo Lucine e la piccola Marie inizieranno, attraverso la Turchia fino ad arrivare in Siria, il cammino della disperazione.
Gli occhi di Lucine conosceranno la furia della guerra, il degrado e l’umiliazione della fame e della sete, l’orrore della violenza. Arriveranno quasi 5 mesi dopo ad Aleppo per trovare ospitalità dapprima presso una famiglia che poi le metterà in un collegio.
La seconda parte è il racconto dei pezzi di anima che, faticosamente, Lucine cercherà di rimettere insieme in un ambiente freddo e crudele dove nessuno mostra a lei o alla sorella un briciolo di comprensione o umanità; le strade tra Lucine e la sorella Marie si separeranno perché quest’ultima, per dimenticare l’orrore, abbraccerà completamente la fede tanto da prendere i voti a soli 14 anni, mentre Lucine, grazie all’amicizia sincera di una collegiale coetanea, conoscerà l’uomo che poi diventerà suo marito e la renderà due volte madre.
La coppia si trasferirà in Libano dove, oltre alla ritrovata voglia di scrivere con e per gli altri, putroppo nuove disgrazie attendono Lucine che però, proprio grazie ad esse ed al faticoso cammino in salita affrontato potrà e saprà ritrovare se stessa, la propria maternità rifiutata, l’amore ed il rispetto che si era negati.
Un cammino di dolore e di speranza comune, putroppo, a molti profughi.
Di grande impatto emotivo anche se, a volte, l’autrice si lascia trasportare troppo e la trama diventa inverosimile. Comunque da leggere
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La fine delle buone maniere
Lo stile non è originalissimo peperchè è la protagonista, Maria, una fotoreporter che a seguito di una delusione sentimentale ed una altrettanto profonda crisi interiore , si dedica a fotografare cibi " di qualità" per riviste del settore piuttosto che dedicarsi alla propria passione , la fotografia in zone " calde" del pianeta.
Le portate di " alta cucina " offrono a Maria la possibilità di non abbandonare del l'obiettivo e, nello stesso tempo, la proteggono in uno spazio chiuso, ovattato che, se non dà brividi, sicuramente preziose sicurezze. Arriva però l'occasione tentatrice, una famosa giornalista freelance inglese, Imo Glass, la vuole assolutamente al suo fianco in Afghanistan per realizzare un reportage importante quanto delicato: riuscire a fotografare la disperazione delle ragazze afghane che, sopprattutto nelle zone rurali, preferiscono darsi alle fiamme piuttosto che andare in sposa a uomini tre volte più grandi di loro, scelti dai padri e come i padri violenti ed impietosi.
Maria, dopo un corso intensivo di una settimana nei dintorni di Londra dove viene addestrata a vivere situazioni estreme, a conoscere ed usare le armi, a approntare i primi soccorsi in caso di scontri a fuoco partirà con IMO alla volta di Kabul. Imo è una donna completamente diversa da Maria, sudamericana adottata da una coppia di inglesi, poliglotta, appassionata di battaglie civili sembra invincibile.
Maria è piena di dibbi e di domande, Imo sembra avere tutte le risposte. Kabul è la coprotagonista del libro: il cielo che si apre fino a diventare turchese che contrasta con il grigio della polvere delle strade, dei palazzi crivellati dai colpi , e poi la gente, sempre indaffarata, sempre di corsa. Hanif farà loro da interprete e da guida in questa impresa tutt'altro che facile. Le donne, per legge coranica, non possono essere rappresentate e, dunque, meno che mai fotografate e così quando giungono nel paesino dove Zuleya, una diciassettene si è data alle fiamme, Maria scopre che non la può fotografare e, comnunque anche lei è perplessa davanti all'ostilità delle donne; quele donne che vivono un'altra realtà cui sono avvezze da secoli. E qui Maria si porrà due domannde fondamentali: tutto questo accanimento per le fotografie servirà solo per un buon articolo a diffusione mondiale ma, a queste donne, sarà utile? E se a un afghano che lavora a Londra capitasse di sfogliare un giornale e riconoscerne qualcuna cosà accadrà loro?
Da un lato dunque i dubbi, legittimi , di Maria, dall'altro l'opinione di Imo " Siamo venute fin qui perchè vogliamo portare nel mio paese non solo la loro voce ma anche il loro volto, perchè non siano solo dei fantasmi ma delle persone vere. ..Se le donne afghane resteranno nascoste ancora dietro il velo saranno sempre e solo fantasmi ed i fantasmi non esistono....."
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Le perfezioni provvisorie
Guido Guerrieri è un avvocato penalista che, a 45 anni, ancora non ha capito se ama profondamente o profondamente disprezza la propria professione. E' divorziato, soffre di improvvisi attacchi di malinconia che prova a tenere a bada prendendo a pugni un sacco da box , in casa, con cui intrattiene a volte improbabili, conversazioni, e passeggiando da solo di notte. Guido passeggia per la sua Bari anche per mettere ordine nei propri pensieri, assalito da improvvisi ricordi di gioventù che lo portano a fare bilanci ad inventariare persone e luoghi che non ci sono più. In questi vagabondaggi notturni si imbatte in un locale gay: Il Chelsey Hotel n.2 -che è anche il titolo di una sua canzone preferita- gestito da un'ex prostituta che è anche una sua ex cliente Nadia. Nadia ha come compagno fisso Rocco, un cane corso salvato dai combattimenti clandestini, ammira ed è attratta da Guido...MA la storia non è qui, è altrove e comincia con la telefonata di un collega che lo invita a trovare nuovi elementi di indagine per conto di due genitori la cui figlia è, improvvisamente scomparsa dopo un fine settimana con amici, ad Ostuni. E' un lavoro strano per Guido che dovrà vestire più i panni dell'investigatore che quelli di avvocato; incontrerà e sentirà tutti gli amici di Manuela, la ragazza scomparsa tra cui spicca Caterina, giovane, bella e disinibita tanto da far girare la testa. La verità, come il genere impone, ovviamente emergerà non senza lasciare amarezza ed inquietudine. Carofiglio bravo, come sempre, a farci riflettere su quello che siamo, ed avremmo invece voluto essere, sui figli che tanto poco conosciamo e con cui parliamo solo superficialmente. Una frase tra tutte: " Il mondo pullulava di possibilità infinite in quel tiepido e inatteso Febbraio a Roma, mentre ero in bilico fra il non più della mia vita di ragazzo e il non ancora della mia vita di uomo. Era una striscia sottile, euforica e provvisoria. Era bello starci in quella striscia . E solo quello che è provvisorio è perfetto".
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Un luogo incerto
Seguo con passione la Vargas fin dal suo esordio e ho comprato il libro a scatola chiusa. Questa volta l'autrice delude pesantemente perchè l'intreccio è assolutamente incredibile, troppo forzato e fa perdere credibilità anche a personaggi solidissimi come il Commissario Adamsberg che segue piste e collegamenti più da fantascienza che da giallo. Troppi ingredienti " buttati nella pentola" quasi a casaccio ( il soprannaturale che nasconde invece una più reale credulità popolare, le manovre improbabili di qualcuno che conta e che non vuole minimamente che si scopra l'autore dei delitti, ....)e, come sempre accade in questi casi, il risultato è un piatto insipido. Peccato, la Vargas ha il dono di scrivere con apprezzabile ironia e dona ai personaggi grande spessore e credibilità...NON questa volta.
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Pane e Tempesta
Tante figure, tra l'onirico e il faceto, che solitamente si riuniscono nell'unico bar del paese per parlare, incontrarsi, stare insieme, dimenticare le prorpie solitudini ed amarezze. L'unico Bar rischia di essere spazzato via dal " nuovo che avanza" ma nuovo non è perchè rientra nella logica della corruzione e del profitto a qualunque costo. Gli allegri ( ma non troppo ) compaesani supereranno anche questa; loro che sono abituati a mangiare pane e tempesta. Istruttivo e mai noioso,da far leggere a scuola.
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La solitudine dei numeri primi
Stile e ritmo anoressici come la protagonista Alice,i personaggi risentono della gioventù e della poca esperienza dell'autore che avevasolo 25 anni; sono infatti eccessivamente statici, privi di una qualunque forma di evoluzione sentimentale e psicologica, fatto incredibile se si tiene conto che il libro vorrebbe abbracciare un ampio arco temporale. Solo i morti rimangono tali; fortunatamente noi vivi evolviamo, in bene o in male poco importa ma non rimaniamo mai gli stessi!. Trama poco interessante e finale scontato...Peggio di così!!!!!
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Testimone inconsapevole
L'avvocato Guerrieri, penalista di Bari, non ama più il suo lavoro che trova sempre più squallido e immorale, soffre di attacchi di panico da quando la moglie lo ha lasciato e non sa più cosa fare del suo futuro, ammesso di volere un futuro. Fino a quando passa la porta del suo studio una signora che lo prega di aiutare il marito che è in carcere con un'accusa infamante, aver ucciso un bambino di 9 anni dopo aver tentato di abusare di lui.
Tutto sembra già scritto perchè sia il P.M., sia i Carabinieri che hanno operato l'arresto, insomma tutti hanno già condannato " l'uomo nero prima ancora che il processo sia stato celebrato.
Il resoconto processuale, parallelamente all'evolversi della situazione personale ed affettiva del protagonista, porteranno ad un finale forse prevedibile ma non per questo meno godibile.
Un libro scritto con stile impeccabile molto fluido.
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Un pò più in là sulla destra
Ovvero il piacere della lettura.
Dietro al Tedesco, appassionato di panchine a Parigi, dove osserva uomini ed emozioni, ci avventuriamo da Parigi sino al Finistterre, per cercare di dare un nome ed un corpo a quel mignolo trovato negli escrementi di un cane.
Kehlweiler cammina, pensa e, soprattutto, non lascia mai nulla incompiuto. E' generoso con gli amici, come con Marthe per esempio che, rimasta senza casa, trasferisce a casa sua e si prodiga in consigli, ma con poche parole, perchè lei, Marthe indifferentemente conosce bene sia uomini che donne. Conosciamo Marc, che ama forse troppo il Medioevo così come le donne solo che queste ultime non sembrano ricambiarlo, e Bufo, il fedele amico del Tedesco che vive quasi sempre in tasca perchè è un rospo, anche poco intelligente.Tutto così scorre velocemente, troppo velocemente tra ironia, melanconia e ci si ritrova ad aver scoperto vittima e carnefice velocemente; troppo velocemente. Chiudi il libro e ti dispiace
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Quello che ti meriti
Non aggiunge decisamente nulla al panorama della letteratura europea, la trama è molto sfruttata ( un serial killer di bambini), lo stile acsiutto anche troppo tanto da risultare, a tratti, noiso e poco scorrevole. Tutti i personaggi risultano solo abbozzati, con risvolti umani o prevedibili o troppo grossolani. Persino le vittime così poco tratteggiate da non lasciare il posto nè a stupore nè a pietà. Troppa la nostalgia per la Cristhie o Conan Doyle
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Il peggiore di tutti
Thriller introspettivo che affronta temi caldissimi e quanto mai attuali,come il bullismo e la discriminazione del diverso non solo perchè di altra nazionalità ma soprattutto perchè si discosta dal comune sentire.
Stile incalzante anche se, col dipanarsi della vicenda, il finale risulta alquanto prevedibile.
Il titolo è quanto mai significativo e sottolinea che, il più delle volte, il peggiore di tutti non è chi pone in essere la violenza o il sopruso e ne sopporta le conseguenze ma chi, vigliaccamente, resta a guardare.
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Branchie
Un Ammaniti esordiente, fresco, ispirato e surreale.
Il protagonista è Marco Donati, un ragazzo romano affetto da un tumore ai polmoni in stadio avanzato che, tuttavia, cerca di esorcizzare facendo l'esatto contrario di quello che si consiglierebbe ad un malato terminale e trova la sua oasi di pace nel proprio negozio dove vende pesci che conosce a menadito.
Riceve inaspettatamente un assegno di 5.000 sterline unitamente alla proposta di recarsi a Nuova Delhi per allestire un magnifico acquario.
Partirà, senza neppure riflette, e nel nuovo continente si troverà, suo malgrado,coinvolto in situazioni pazzesche e paradossali, il più delle volte surreali.
Morale: speriamo che la morte ci sorprenda vivi.
Stile originalissimo e molto divertente
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Vergogna
" quando non ti resta altro, la filosofia è un buon rimedio"
David è un uomo colto e raffinato che ama visceralmente,quasi in maniera adolescenziale e non può farne a meno, ama Wordsworth e Byron, ama Melanie tanto da perdere la cattedra presso l'Università di Cape Town, lavoro che comunque non gli interessa e non lo gratifica.
David, che vuole fuggire dal perbenismo claustrofobico dell'ambiente universitario , si rifugia dalla figlia Lucy in campagna.
La vita in campagna si rivela tutt'altro che tranquilla e bucolica, si devono fare i conti con l'asprezza della terra, le difficoltà del quotidiano che costringono David a cambiare molti suoi punti di vista. Un giorno assolato, d'improvviso,padre e figlia conosceranno anche la brutalità della violenza, forse prevista da Lucy e quasi messa in conto come prezzo da pagare per una vita fuori dal proprio contesto, culturale e sociale.
Il libro non è solo il quadro dell'odierno Sud Africa, con tutte le sue contraddizioni, ma è anche un analitico diario interiore del protagonista, dei suoi conflitti irrisolti, del rassegnato suo avvicinarsi ad una " maturità" tanto temuta quanto ineluttabile.
Da leggere
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Chiedi alla polvere
Dietro un ostentato ed apparente cinismo, una grande sensibilità, un disperato bisogno di vita, di amore; amore che quando arriva non ti riconosce e non ti ricambia,e ti lascia ancora più solo e disperato, senza neppura la consolazione di un ricordo felice.
Le difficoltà di uno scrittore, la sua profonda solitudine, le spicciole e meschine necessità del quotidiano in contrasto con le grandi aspirazioni, le piccole e scarse soddisfazioni che arrivano ogni giorno contrapposte ad una grandezza d'animo difficile da contenere. Questo e moltissimo altro troverete in Arturo Bandini e in "Chiedi alla polvere". Magnifico il prologo che, astutamente, viene collocato solo alla fine del libro.
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Per stomaci forti
L'autore, che vive sotto scorta e cambia spessissimo città da quando ha scritto il libro, non scrive ma racconta, in un impeccabile stile giornalistico, una realtà agghiacciante che vede coinvolti tutti i settori: dall'imprenditoria, all'alta moda, dalla politica agli Istituti di credito e giù in fondo sino al più basso livello della camorra organizzata. Camorra che oggi usa altri metodi, entra a testa alta nell'alta finanza e nell'organizzazione imprenditoriale, anche e soprattutto all'estero.
Per stomaci forti.
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La quinta vittima
Sarà che ne avevo sentito tanto parlare come " il caso" dell'anno nel suo genere, ma ne sono rimasta abbastanza delusa. Il titolo è già di per sè rivelatore, per cui ho trovato il finale abbastanza scontato.
Peccato perchè l'idea del serial Killer che attinge dal bacino di internet per trovare le vittime non era male!Comunque si lascia leggere ed ha uno stile molto fluido.
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