Opinione scritta da MATIK
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L'amante della regina vergine.
«Intendo che qui continui ad esserci una sola padrona e nessun padrone»
Oggi la recensione sarà abbastanza breve perché il libro non mi è proprio piaciuto, l’ho trovato insipido e noioso e ne sono rimasta molto delusa a differenza dei precedenti che erano stati belli ed interessanti.
La storia è semplicissima, il classico triangolo amoroso con lui Robert Dudley, sposato con Amy che, come dice lo stesso titolo, diventa amante della regina Elisabetta, e tutti soffrono in modo indicibile punto, basta, nient’altro. La politica, la religione, l’economia, la guerra, cadono tutte in secondo piano per far spazio a questa storia d’amore.
I personaggi sono a dir poco stereotipati anche se in modo diverso da come mi aspettavo.
Robert è un giovane rampollo dell’aristocrazia molto arrivista, superficiale e a mio parere davvero borioso e antipatico, la sua famiglia si è macchiata dell’accusa di alto tradimento nei confronti della corona e lui tenta in tutti i modi di riabilitare il nome di famiglia e di ricominciare la scalata sociale e tornare ad essere ricco. Per raggiungere lo scopo, coglie al volo l’occasione e si avvicina alla nuova regina d’Inghilterra Elisabetta, che è stata sua amica d’infanzia e, facendo leva sul suo bell’aspetto e sulle sue ambizioni, diventa velocemente il suo favorito, e poi suo amante, nonostante i pettegolezzi che corrono di bocca in bocca.
La regina in questo libro è dipinta come una giovane ingenua donna alla rivalsa, che diventata di punto in bianco sovrana, non sa che pesci prendere e di conseguenza cerca appoggi e uomini di fiducia che sappiano consigliare le giuste mosse politiche e religiose da fare. Quindi altro che la forte regina coraggiosa e volitiva che conosciamo tutti! In questo libro è una ragazzina innamorata di se stessa che gioca con il suo trono e con la corte e finisce per cedere alle lusinghe di un uomo sposato mettendo tutto a rischio.
E poi c’è Amy, povera moglie di Robert che nonostante sia sempre rimasta al fianco del marito nei momenti di maggior disgrazia, viene umiliata dai pettegolezzi riguardo suo marito e soffre perché sa che molte delle cose che si raccontano sono vere. Lei che prima era tutto per Robert, viene messa da parte e dimenticata per dare libero sfogo ai desideri di gloria e lussuria del favorito della regina.
In generale, i personaggi non si fanno amare né tanto meno rispettare dal lettore.
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I delitti di Mangle Street.
"Ma io ho due motori che mi spingono nella vita. Il primo è l'amore del denaro e il secondo è l'odio della menzogna, e sarei pronto a morire io stesso sulla forca piuttosto che sacrificare la verità."
Dopo essere rimasta orfana, March Middleton si vede costretta a lasciare la sua solitaria casa di campagna per raggiungere Londra e il suo tutore legale: Sidney Grice.
Lui è un uomo solitario e scontroso che per vivere fa l’investigatore privato e quindi March si trova ad usare il suo acume per aiutare un riluttante Mr Grice nella soluzione di un nuovo caso misterioso e avventuroso.
“I delitti di Mangle Street” fanno parte di una serie di gialli ambientati nella Londra di metà ottocento. Sin dalle prime pagine è evidente la forte influenza del mitico Sherlock Holmes per quanto riguarda i personaggi e i casi trattati, ma adesso mi spiego meglio. L’ambientazione è pressoché la stessa, il carattere di Sidney Grice è irritante e snob ma nasconde una mente acuta e una capacità di osservare fuori dal comune: tutto questo vi ricorda qualcosa? Da appassionata dei romanzi di Sherlock Holmes queste caratteristiche assolutamente uniche e peculiari mi sono saltate all’occhio subito ma, complice la protagonista femminile che mi ha incuriosito e il caso davvero complesso, sono comunque riuscita ad apprezzare la lettura. Di solito questi rifacimenti strani mi lasciano davvero scontenta ma, in questo caso, ho addirittura deciso di proseguire la lettura della serie con le altre avventure dei due.
March è una ragazza sola ma realista con pochi grilli nella testa e, dopo la morte del padre, si ritrova a vivere con questo tutore che è un perfetto sconosciuto e per di più è sgarbato e insensibile. Insomma, il loro rapporto non è idilliaco, anche perché l’investigatore sottovaluta notevolmente la protagonista, ma pian piano, con la soluzione del caso, i apporti iniziano a cambiare e a diventare più amichevoli.
Insomma, ho trovato simpatica la protagonista, interessante il mistero da risolvere e divertente il rapporto tra March e Sidney.
"Nessun uomo ha il diritto di stabilire che un altro deve morire. Può imprigionarlo, se deve, ma spetta solo a Dio decidere della vita e della morte."
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I giorni dell'amore e della guerra. La bastarda de
"La vita è sempre così, doppia e perfida, una matrigna che pretende un prezzo, una pena, in cambio di ogni piacere che ci concede."
Dopo La bastarda degli Sforza Carla Maria Russo torna a occuparsi di Caterina Sforza, in un secondo e conclusivo volume, I giorni dell’amore e della guerra, che racconta gli anni della maturità e della vecchiaia di quella che è stata una delle figure femminili più interessanti e rappresentative del Rinascimento italiano.
Certo, perché Caterina Sforza non è una cortigiana indomita alle prese con avventure improbabili come andava di moda nel romanzo storico per fortuna qualche anno fa, ma una donna reale, in una situazione di giochi di potere tra Papato e principati, in un’epoca di violenza ma fondamentale per la cultura della nostra penisola.
Il primo romanzo, La bastarda degli Sforza, raccontava in maniera più intimista e personale gli anni dell’infanzia e della giovinezza di Caterina, tra matrimoni imposti e intrighi. Qui la storia diventa più collettiva, Caterina continua a lottare per i suoi figli, per un amore che finalmente trova e contro le mire innanzitutto dei Borgia, in un affresco realistico e appassionante del periodo storico tra Quattro e Cinquecento. Il primo romanzo era quindi il ritratto di un’eroina reale ma talmente interessante da essere romanzesca, il secondo invece traccia la storia di un’epoca, che non fu certo clemente con lei ma che le permise alla lunga di trovare un suo equilibrio almeno per gli ultimi anni della sua vita.
Carla Maria Russo racconta anche questa volta una storia reale al femminile nella Storia italiana, coniugando rigore storico, tutto quello che è raccontato è reale, tra prosa e richiamo a documenti veri, e passione per il romanzesco, in un altro libro da non perdere se si ama il genere, su una figura di cui forse non si parla mai abbastanza.
Anche perché Caterina, vedova tra gli intrighi dei Borgia e di Ludovico il Moro, pronta a trovare l’amore con un umile stalliere Giacomo Feo e a difendere il suo dominio su Imola e Forlì, amica di Leonardo da Vinci, è un personaggio che non si dimentica, vivo e reale a distanza di secoli, per chi magari oggi vive o visita da turista i luoghi della sua vicenda umana.
"L'amore non chiede il permesso e non si cura né delle circostanze né delle opportunità, anzi, sembra provi gusto a divampare proprio là dove esistono le condizioni più sfavorevoli e avverse, le maggiori traversie, quasi che gli ostacoli, le sfide rappresentino il suo alimento preferito."
È un romanzo travolgente, “I giorni dell’amore e della guerra”. Proprio perché è un libro di amore e di guerra. Perché Carla Maria Russo ha la capacità di rendere viva la Storia che racconta e allora quei capitoli di storia che ricordiamo intricati quando li studiavamo a scuola, con la nostra penisola divisa tra diversi stati e staterelli, con guerre e scaramucce, congiure e ritorsioni vendicative, trame e alleanze che si fanno e disfano, matrimoni dettati da motivi politici e fanciulle ‘vendute’ per ragioni di stato, Papi lussuriosi e corrotti- tutto questo si colora nelle pagine del suo romanzo, diventa un film di azione, è comprensibile, ci piace, ci appassiona. E poi, i punti luce su questo arazzo intessuto di guerre sono le tante donne che animano la scena, che attutiscono il fragore della guerra, che scintillano negli splendidi abiti confezionati per i matrimoni- di Isabella Gonzaga, di Beatrice d’Este, di Bianca Sforza. Donne che sono solo amanti (da Lucrezia Landriani, amante di Galeazzo Maria Sforza e madre di Caterina, alla bella Cecilia Gallerani, amante di Ludovico il Moro) e poi lei, la fulgida Caterina che ci appare in tutta la sua pienezza- come donna politica, come moglie (finalmente innamorata), come madre dai sentimenti contrastanti, senso di colpa per i sei figli che ha ‘subito’, tenera con i due più piccoli, i figli dell’amore.
"L'essere umano si lamenta troppo e tende sempre a ricercare fuori di sé le cause del suo soffrire: nel destino, nella sfortuna, nella volontà di Dio, nelle prepotenze degli altri. Invece è lui il primo responsabile delle sue sofferenze, con la sua remissività, codardia e conformismo."
Alla fine, la si lascia con rimpianto, confidando nel fatto che Carla Maria Russo proporrà presto qualche altra eroina storica degna di lei, magari facendo scoprire un’altra vicenda reale rimasta nascosta.
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L'importanza di chiamarti amore.
"Le cose migliori accadono sempre così: quando meno te lo aspetti, quando pensi di non essere pronto o quando non ci scommetteresti un euro."
Questo romanzo narra della storia di Giada, che abbiamo già incontrato nel ruolo della migliore amica della protagonista nel romanzo "L’amore non è mai una cosa semplice". La vera sorpresa è scoprire che anche il protagonista maschile Ariberto è già comparso in questo primo romanzo.
L'importanza di chiamarti amore inizia proprio con una scena del romanzo precedente. Qui scopriamo che mentre Lavinia e Sebastiano si riconciliavano tra Giada e Ariberto c'è stato un primo vero contatto, anzi direi un bacio rubato sulla pista da ballo.
Giada è una ragazza anticonformista, ribelle, che adora non seguire le regole bigotte imposte da mamma e papà e dalla società. Ha un ragazzo Filippo che abita a Verona e che ha scelto proprio perchè è l'esatto opposto di tutti che ragazzi per bene che frequentano la Bocconi e che si sono fatti strada nella vita solo grazie ai genitori. Ariberto è proprio l'incarnazione di ciò che Giada detesta, o ha sempre pensato di detestare. Abiti firmati, camici su misura, un cognome quasi nobile, eleganza, portamento e gentilezza, di certo non il Bad Boy che Giada sognava di portare a casa per fare arrabbiare mamma e papà.
"Il bello dell'avere quello che gli altri definiscono -un carattere di merda-, è che sei autorizzato a essere te stesso in ogni occasione. Specialmente in quelle più difficili."
Dal loro primo bacio sulla pista da ballo Giada ha deciso di non rivederlo mai più, anche se di tanto in tanto l'intensità di quel bacio le torna in mente solleticando le sue fantasie.
Purtroppo però, anzi per fortuna, i due ragazzi finiscono per ottenere uno stage presso la stessa azienda e per lavorare giorno dopo giorno fianco a fianco.
Ariberto, si rivela essere molto di più di un bel faccino con una bella camicia. E' gentile, premuroso, dolce, tenace, sa prendersi in giro, e non ha paura di dimostrare dell'affetto nei confronti di Giada, che dal canto suo stranamente si trova a suo agio con lui e libera di essere se stessa.
Ma Giada è comunque fidanzata con Filippo, e anche se dopo sette anni la storia non è più eccitante come ai primi tempi, è sempre difficile chiudere un capitolo così importante della propria vita.
Filippo e Giada comunque capiranno ben presto che le lore vite hanno preso strade differenti, e finalmente nel cuore di Giada ci sarà posto per innamorarsi di un'altra persona.
Ma anche se l'attrazione fisica è forte, e quando lei sta con lui è quasi stordita da tanta felicità, la paura di buttarsi in una storia è tanta.
Ariberto dal canto suo si innamora di Giada ben presto, e ogni momento libero è quello giusto per rubarle un bacio o per starle accanto. Ma capisce anche che Giada ha bisogno dei suoi spazi e cerca di concederglieli.
Giada riuscirà a lasciarsi andare completamente con una persona che mai e poi mai avrebbe pensato di poter amare? O invece la sua testardaggine e le sue convinzioni porteranno la storia dei due ragazzi a finire ancora prima di iniziare una relazione seria?
"Al diavolo tutto per me essere felice è stato un lungo lavoro. Ci sono persone naturalmente portate alla felicità, che nascono con il grande dono di saper davvero gioire anche delle piccole cose, e poi ci sono gli esseri umani come me, che per il fatto di sentirsi inadeguati tendono a sabotare le proprie possibilità di essere felici. Perché per imparare a cercare la felicità ho avuto bisogno di superare varie fasi: accettare me stessa, le mie debolezze e quelle dei miei genitori, e prender coscienza che spesso e volentieri la felicità è una scelta consapevole. Le cose belle e brutte capitano a tutti, ma la differenza la facciamo noi. Sì, sono d'accordo con chi sostiene che la felicità si trovi dentro di noi e non negli altri, ma qualche volta gli altri servono a farti capire quello che ti stai perdendo. L'esempio è più efficace di tante parole. Quindi, se ho finalmente capito una cosa, è che merito di essere felice al pari di tutti gli altri. Che tutti ce lo meritiamo. Fate come me: scegliete di essere felici. Buona vita, gente."
Un libro molto divertente, con una trama simpatica e personaggi dal carattere forte. Un romanzo d'amore che vi farà sorridere, e forse anche voi vi innamorerete un po' di Ariberto.
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Succede.
"Succede proprio così, una mattina ti svegli e ti rendi conto di essere innamorata. Dentro di te piove da così tanto che nemmeno ti ricordi di com'era fatto il sole. E' la prima volta, però, che penetra così forte nella tua stanza, è la prima volta che hai paura della potenza con cui si impadronisce del tuo mondo."
“Succede” racconta la vita di Margherita: timida, goffa, insicura, è una ragazza che somiglia vagamente a Sofia. Allacciare relazioni con gli altri è difficile, stare al centro dell’attenzione ancora di più: capelli ricci sempre arruffati, Margherita è sempre a corto di tempo e nella vita è sempre in ritardo. La scuola è lo scenario preferito per osservare le relazioni tra giovanissimi ai tempi dei social network, quello che succede nelle aule e nei corridoi, il legame tra Margherita e Olimpia, la sua migliore amica.
Perché Samuele, l’ultimo arrivato nella scuola ci prova con lei? E Olimpia in quale guaio si sarà cacciata? E Tom, che c’è sempre fin da quando sono nati, che ruolo riveste nella sua vita, solo di amico?
C’è anche la famiglia, con un padre ambientalista che non usa la macchina né lo shampoo e tira la cinghia sul riscaldamento e una madre severa, implacabile sui ritardi, ma sempre presente nei momenti difficili.
“Succede” è un libro sull’adolescenza, quella fase della vita in cui le domande sono così tante da sembrare infinite e le risposte sempre poche e poco soddisfacenti. Un libro da leggere assolutamente, pieno di avventure, insomma un diario intenso che molto concede alle emozioni, alle sensazioni, alle passioni. Ai sentimenti che, al di là di tutto il resto, sono ciò che gli adolescenti hanno voglia di sperimentare. Consigliabile a tutti: ai giovani ma anche ai più grandi. Un libro scritto con il cuore che va letto con amore da parte delle ragazzine che seguono Sofia Viscardi ogni giorno sul suo canale Youtuber, come mia figlia l'artefice di questa mia lettura!
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Sassi vivi.
"Quello che so è che le farfalle volano nell'aria senza preoccuparsi se sono italiane o tedesche. I fiori, le bacche e le erbe crescono nelle terra, non importa di quale paese. La terra non è nostra e il sangue scorre nelle vene di tutti gli uomini. Le mucche nella stalla non fanno resistenza alla mano tedesca o italiana fintanto che le munge delicatamente."
La recenti vicende storiche italiane non si studiano mai abbastanza: pur avendo visitato il Trentino-Alto-Adige, non mi sono mai informata molto a proposito della sua travagliata vicenda politica e sociale. Proprio per questo ho scelto di leggere “Sassi vivi” di Anna Rottensteiner, un romanzo a tratti crudo ma romantico, delicatissimo e lieve che racconta di sentimenti modellati dagli eventi storici degli Anni Trenta e Quaranta.
Il giovane Franz è uno studente sud tirolese che vive con la sua mamma in un maso in montagna, parecchi chilometri da Bolzano, non ha più il padre e spesso, dopo la scuola, segue la campagna e cura gli animali della stalla. All’improvviso, arriva un professore di origini siciliane, ma che vive a Roma e non sapendo dove stare, viene accolto nel maso di Franz, ma il paesino è molto piccolo, le malelingue si divertono a parlare male della sua mamma e di quel tipo 'italiano'. Nel periodo estivo giunge da Roma la figlia del professore, Dora, la quale fa immediatamente amicizia con Franz.
I due ragazzi, però, non potrebbero essere più diversi: Dora ama il duce, lo ammira, ascolta con attenzione i suoi discorsi alla radio, sogna di vederlo affacciarsi a Palazzo Venezia ed è convinta che sia un bene per l’Italia, che grazie a lui il Paese progredirà e prospererà. Franz, al contrario, ha subito l’italianizzazione forzata durante i primi anni del fascismo, ha provato sulla sua pelle cosa vuol dire dover abbandonare i propri valori, tradizioni, cultura e lingua: i cognomi tedeschi sono stati italianizzati a forza, sono state chiuse le scuole germanofone e soppressi i giornali di lingua tedesca.
Con l’ascesa di Hitler e i patti con il duce, ai sud tirolesi vengono date le Opzioni: diventare cittadini tedeschi sotto il Terzo Reich oppure diventare cittadini italiani e rinunciare alla loro cultura. La mamma di Franz non sceglie e continua a vivere nel maso. La situazione precipita: Franz non può più permettersi di andare a scuola e Dora dopo le vacanze ritorna a Roma ad ascoltare le parole del suo amato duce.
Molti anni dopo, Franz e Dora si incontreranno di nuovo, in una situazione molto pericolosa e una serie di eventi terribili e violenti faranno capire a Dora tutti gli errori che ha commesso in passato.
"No, Franz, io so cosa si prova quando ci si sente ingannati dalla vita e nessuno ti chiede perché. Quando non si può raccontare a nessuno perché ci si vergogna, non tanto per quello che si è fatto, ma più per quello che forse non si è avuto coraggio di fare. Quello che non si è visto, che non si è voluto vedere. E non si vuole raccontarlo, per nessun motivo, per non essere feriti ancora una volta. E lei probabilmente non ha nessuno al suo fianco."
Il libro racconta anche il percorso emotivo della protagonista Dora, l'accettare quello in cui ha creduto fervidamente e che poi si è rivelato un grandissimo sbaglio, del suo rammarico per aver lasciato solo il padre perché la pensavano diversamente ed avevano scelto di percorrere strade completamente diverse. Franz sarà sempre al suo fianco, ma anche la natura, quella della splendida Finlandia, il posto dove hanno deciso di vivere dopo la fine della II Guerra Mondiale, avrà un ruolo fondamentale nel suo viaggio verso la pace interiore e psichico.
"La quiete della natura mi ha calmata Franz. Ha zittito i colpi e i rimbombi dentro di me; il mare in burrasca ha rabbonito le mie tempeste; il vento ha placato le mie onde, era il mio compagno di lotta, gli ho gettato addosso i miei lamenti, le mie urla nel suo ruggito; i gabbiani stridevano più forte di me, la bonaccia del mare mi ha incitata a non dimenticare, il bianco della neve faceva brillare il rosso delle ferite e insieme le rinfrescava col gelo indifferente dei suoi cristalli. E tu eri con me e mi lasciavi essere."
Nei primi capitoli il lettore si trova spiazzato, perché Franz racconta la storia saltando dal presente al passato, dall’infanzia nel maso con la mamma ai giorni in cui era militare presso Salò, man mano che si entra nel flusso del racconto le vicende diventano più fluide, i personaggi più famigliari e le emozioni si fanno più intense. Il libro benché sia molto breve narra con vivacità e coinvolgimento un pezzo della nostra storia, un frammento che pochi conoscono. Una lettura molto interessante che apre una finestra su un difficile periodo storico così vicino a noi e così importante da non dover assolutamente essere dimenticato.
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Se non ti vedo non esisti.
"Non ricordavo che strada avessi fatto per arrivare a quella infelicità, come fossi giunta a volermi così male, a non avere un briciolo d'amore per il mio destino, chi fosse la persona incosciente che mi aveva portato all'autodistruzione."
La storia racconta di una certa Anita Becci: giovane, intelligente, bella e con un buon lavoro. Vive a Roma, è redattrice per una rivista di moda ed è sposata con un uomo apparentemente perfetto. La sua vita, però, è inspiegabilmente scandita da mille inquietudini e da un vortice di pensieri che, incespicando, ci vengono confessati in prima persona; una vita segnata dalla presenza di tre figure maschili – Jacopo, Filippo, Flavio – e dall’assenza di un’altra: il padre, scomparso quando la protagonista aveva solo 9 anni. Anita B. è una donna irrequieta e alla costante ricerca del benessere attraverso l’amore; una ricerca che la porta ad infilarsi in una serie di relazioni extra-coniugali intense e tormentate che non riusciranno ad alleggerirla, bensì solo a trascinarla in una burrasca in mezzo alla quale non saprà più barcamenarsi. Il malessere di Anita, però, non deriva dalla mancanza di amore inteso come relazione tra due individui, deriva dalla mancanza d’amore verso se stessa e da un fardello che si porta dietro e dentro da troppo: la morte del padre. Per questo – in un modo o nell’altro – paga sempre il conto.
"Le mie cadute, invece, erano solo le conseguenze della mia disattenzione. Ero io che non avevo ancora imparato a guardare dove mettevo i piedi."
Se non ti vedo non esisti è la storia di un grandissimo dolore, di una solitudine, di un lutto mai elaborato fino in fondo e, per questo, sempre presente, seppur costantemente ricacciato in un angolo o chiuso a chiave dentro a un armadio. Se non ti vedo non esisti è la filastrocca che la protagonista si ripete fin da quando era bambina, quando ha imparato a ignorare il dolore spingendolo giù, “facendo forza con gli addominali fino al punto più profondo della terra” per non piangere, per non soffrire.
È una bugia pericolosissima tramite la quale, spesso, pensiamo di poter ingannare i mostri che ci portiamo appresso, di poterli fare scomparire come per magia. I mostri, però, ritornano e lo fanno a intermittenza, ogni giorno e a piccole dosi, ritornano lenti, come un veleno, e paralizzano braccia e gambe fino a intrappolarci in una matassa in cui bisogna inventarsi qualsiasi cosa pur di non fermarsi a pensare. Così si dà il via ad un circolo vizioso in cui si rischia di perdersi dentro a una serie di sensazioni posticce, dietro un lavoro o una persona, di oscurarsi e di anestetizzarsi; di perdersi dietro l’idea dell’amore come la soluzione a tutti i problemi; di trasformare pietre in diamanti, di regalarsi a sconosciuti perdendo ogni volta pezzetti sempre più consistenti di sé; di ferire le persone, quelle veramente importanti, e di perderle per sempre. Ma non si può vivere a lungo di luce riflessa. E, alla fine, non si può far altro che spegnerle tutte quelle luci artificiali, rannicchiarsi al buio e fare i conti con se stessi. Aprire quell’armadio e fare pace col proprio passato.
"Ci sono momenti nella vita di ognuno di noi in cui le scelte che facciamo sono il prodotto di una somma di emozioni, alla quale sottraiamo il buonsenso, moltiplichiamo per l'egoismo e dividiamo in parti uguali per tutte le volte in cui il risultato finale è lo stesso ed è sbagliato."
Se non ti vedo non esisti, è una romanzo che aveva bisogno di venire alla luce per tirare fuori un dolore o, semplicemente, per raccontarlo dopo averlo finalmente affrontato. Ed è per questo che funziona, perché è vero: l’amore sta tutto qui ed è tantissimo; è un grande atto di generosità per chi sperimenta lo stesso dolore, per chi ancora lo ignora e per chi vuole davvero tirarlo fuori.
Levante ha una voce cristallina, i testi delle sue canzoni sono sinceri ed immediati; ed è stato così anche con il suo libro: una canzone un po’ più lunga e il frutto di un’anima bella come poche.
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La donna abitata.
"Il mondo non -è- in nessun modo. Questo è il problema. Siamo noi che lo facciamo in un modo o nell'altro."
Nell’immaginaria città centroamericana di Faguas, Lavinia trova lavoro come architetto in uno studio importante. Per lei, rampolla dell’alta borghesia cresciuta nella bambagia e con studi raffinati alle spalle, è la prima occasione per entrare in contatto con la realtà e con l’ingiustizia. La dittatura militare a cui il paese è sottoposto favorisce i ricchi, ma schiaccia le classi medio-basse ed alimenta un clima di violenza ed ostracismo che ben presto risulta intollerabile. Nonostante la provenienza agiata, la ragazza entra in crisi soprattutto perché si innamora –riamata- del collega Felipe che si rivela essere uno dei capi del Fronte di Liberazione Nazionale. Lentamente, Lavinia capisce di non poter più rimanere inerte e comincerà il suo personale percorso all’interno del Movimento, facendo i conti con la paura, la violenza, l’amor di patria, gli ideali di giustizia tanto facili da dichiarare ma difficilissimi da tradurre in atti. Su di lei, però, veglia qualcuno di speciale: è lo spirito di Itzà, una guerriera azteca che a suo tempo ha lottato contro i Conquistadores e si reincarna nell’albero di arancio che Lavinia ha nel giardino. Grazie ai preziosi frutti, l’essenza della donna entra fisicamente nel corpo dell’altra guidandone le azioni. Si intrecciano così due esistenze lontane nel tempo, ma vicine nelle esperienze, in un ricamo di amore, dolore ed eroismo che fa di questa storia un’avventura epica ma allo stesso tempo vicinissima al vissuto.
La donna abitata è un libro di grande impatto emotivo, perché approfondisce vari argomenti su cui tutti – prima o poi – finiscono per arenarsi. Il tema centrale è di sicuro il concetto di giustizia, declinato poi in giustizia sociale, a cui si correla il dubbio se sia giusto o meno utilizzare la violenza pur di ristabilirne almeno un poco. I concetti universali di Bene e Male sono dunque sviscerati e rappresentati attraverso il conflitto interno dei protagonisti, ma su di essi domina anche la tematica femminile – si noti bene: femminile e femminista – che ci fa interrogare sull’equilibrio, sulla società, su ciò di cui la nostra epoca ha veramente bisogno.
Inevitabilmente, i personaggi fanno i conti con l’amore e la morte quindi è molto interessante seguirli mentre si destreggiano fronteggiando le entità più soverchianti che l’umanità conosca.
L’eco storica e fantastica portata dalle figure di Itzà e Yarince non è disturbante in questa serie di riflessioni, soprattutto perché mostrano come i temi universali non vengano scalfiti dal tempo e come –anche se gli uomini sono mortali – certi ideali possano veramente sopravvivere.
Di fatto, La Donna Abitata è una storia che travalica i secoli e gli spazi per annidarsi tra le pieghe nascoste della sensibilità di ognuno, mettendo il lettore alla prova, affascinandolo e coinvolgendolo continuamente. Una lettura da non perdere, dunque, che piacerà senza dubbio al pubblico femminile e potrebbe far riflettere a lungo i signori uomini, in un confronto delicato, ma allo stesso tempo spiazzante e stimolante.
“La donna abitata”:
Nessuno sarà padrone di questo corpo di laghi e vulcani
di questa mescolanza di razze,
di questa storia di lance;
di questo popolo amante del mais,
delle feste al chiaro di luna;
del popolo dei canti e dei tessuti di tutti i colori.
Né lei né io siamo morte senza un progetto, senza lasciare un’eredità.
Siamo tornate alla terra da dove ancora torneremo a vivere.
Popoleremo di frutti carnosi l’aria dei tempi nuovi.
Colibrì Yarince
Colibrì Felipe
danzeranno sulle nostre corolle
ci feconderanno eternamente.
Vivremo nel crepuscolo della gioia
nell’alba di tutti i giardini.
Presto vedremo il giorno colmo di felicità
le imbarcazioni dei conquistatori allontanarsi per sempre.
Saranno nostri l’oro e le piume
il cacao e il mango
l’essenza dei sacuanjioces.
Chi ama non muore mai.
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La misura della felicità.
"Forse nel mondo intero, in ogni istante, la misura della felicità è pari a quella dell'infelicità."
La Misura della felicità è un romanzo carino, che si legge tutto d'un fiato, il problema è che quando lo finisci hai l'impressione che ti sia rimasto poco o nulla. Non lascia il segno, almeno così è successo a me.
Favola moderna sul potere dell'amore e soprattutto della lettura, il libro ci racconta la storia di un libraio triste, scostante ed addolorato, che vive per la sua piccola libreria, Island books, dove "nessun uomo è un'isola, ogni libro è un mondo". Un giorno una donna misteriosa abbandona in libreria una bimba di due anni, Maya, che il libraio burbero decide di adottare e che gli conquisterà il cuore, aprendolo ad una nuova felicità ed anche ad un inatteso amore.
La trama è semplice, al centro i buoni sentimenti, la redenzione, la "seconda possibilità" , tutti temi tanto cari alla letteratura americana. Anche lo svolgimento e lo stile narrativo sono semplici, così semplici che il romanzo scivola agilmente fino all'ultima pagina, ma senza addentrarsi mai nel "vivo". Il rapporto tra il libraio e la piccola, ad esempio, risulta davvero poco esplorato. Della bimba, dei suoi sentimenti, sogni, affetti, conosciamo poco o nulla, eccezione fatta per la precoce intelligenza; Maya rimane un personaggio centrale per la storia, ma spesso "trasparente" dal punto di vista della narrazione. L'autrice non riesce (mia opinione personale) a fare quel passo in più ed a creare una vera empatia tra lettore e personaggi. Le parti in cui c'è maggior trasposto sono quelle in cui i veri protagonisti sono i romanzi e la lettura: i consigli fulminanti e contro corrente che il libraio dà ai suoi avventori ed il suo "testamento spirituale", intelligentemente inserito sotto forma di lettere alla figlia con richiami a testi letterari e consigli di vita. Probabilmente la parte che mi è piaciuta di più!
"Leggiamo per sapere che non siamo soli. Leggiamo perché siamo soli. Leggiamo e non ci sentiamo soli. Non ci sentiamo soli. La vita è in questi libri. Leggili e conoscerai il mio cuore. Noi non siamo veri e propri romanzi. Noi non siamo veri e propri racconti. Noi siamo opere complete."
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Il gusto segreto del cioccolato amaro.
"La felicità è un dono che riluce di te. Il desiderio del tuo cuore presto si avvererà."
Sophia Maria Jones ha ventinove anni, possiede una cioccolateria e crede che la sfortuna sia l’unica costante della sua vita. Ha accanto delle persone che le vogliono un gran bene, eppure non riesce a guardare avanti il suo futuro senza scorgere ombre e nubi all’orizzonte.
La specialità del suo negozio sono “i biscotti della sfortuna” e ci raccontano con il solo assaggiarli la storia di questa giovane donna segnata da una disgrazia che a nove anni le ha strappato la sua famiglia, lacerandola per sempre, incidendone il suo cuore. Questa ferita non riesce a rimarginarsi, sanguina anche dopo vent’anni dall’incidente che le ha sconvolto l’esistenza.
Il cioccolato amaro che riveste i suoi biscotti non ha solo questa motivazione. Garrett, l’uomo che ha amato e che ama ancora anche se non riesce ad ammetterlo nemmeno a se stessa, l’ha abbandonata a pochi passi dall’altare senza un’apparente spiegazione.
I bigliettini che si trovano nei biscotti di Sophie sono deliziosamente pungenti, sembrano dire “non c’è nulla da sperare”, “chi sogna è perduto”, ma in realtà posseggono in sé la giusta dove di aggressività dettata da un cuore ferito, arrabbiato, ma che non riesce ad essere indifferente.
Per una cinica convinta come Sophie sarà dura fronteggiare la sfida che ha ingaggiato con Garrett; a distanza di un anno dal suo abbandono, l’uomo vuole parlare con la ragazza, un incontro, non chiede altro, ma l’orgoglio ferito di Sophie è un cerbero difficile da sconfiggere. E allora ecco il patto: si potranno incontrare solo se Sophie riuscirà a trovare cento testimonianze di felicità duratura tra quelle inviate all’inserzione che Garrett pubblicherà sul Seattle Times.
"Cos'è la felicità? Penso di potermi sbilanciare affermando che molto probabilmente tutti quelli che dicono di essere felici non saprebbero rispondere a questa semplice domanda. E quanti dicono di saperlo, forse cercano solo di inventarsi qualcosa per sentirsi meglio."
Ricercare testimonianze di felicità solida e duratura non è facile, agli occhi di Sophie tutto è destinato a scomparire. Lettere su lettere affollano la sua casella postale e la giovane sarà costretta a mettere in gioco il suo cuore indurito. Ha eretto un muro difensivo dietro il quale si nasconde, eppure qualcosa lo sta lentamente sgretolando.
Sophie deve fare i conti con il suo passato, sarà solo affrontando ciò che l’ha sconvolta che avrà la possibilità di costruire un futuro.
Sophie è caparbia, risoluta, vuole mostrarsi come una donna d’acciaio, ma il destino percorre strade sconosciute e crea legami e situazioni difficili da comprendere. Sophie lotta contro se stessa, contro il suo cuore e contro il suo senso di colpa, che come un’arpia mitologica le urla nelle orecchie e le strazia l’anima. Ma a tutto c’è una spiegazione e spesso non è quella che ci si aspetta.
Un viaggio nel passato che ha lo sguardo puntato verso il presente, un percorso di crescita e maturazione che la porterà a scoprire la semplicità che sta alla fonte dell’essere felici.
Milne stupisce con una narrativa aggraziata, coinvolgente, capace di parlare d’amore e di felicità anche al cuore più sordo e senza scendere nel banale. Le emozioni che permeano il romanzo hanno lo stesso gusto forte e deciso del cioccolato di Sophie.
Una storia che sa commuovere, che ci fa sorridere e ci permette di sognare. Nella vita di ciascuno di noi ci sono stati momenti in cui la sfortuna ha bussato alla nostra porta, Milne con Il gusto segreto del cioccolato amaro ci insegna che non dobbiamo chinare la testa lasciandoci sconfiggere dal peso che sentiamo gravare sopra le spalle, al contrario dobbiamo imparare ad assaporare tutte le sfumature di ciò che ci viene incontro, quasi fosse un pezzo di cioccolato fondente che insieme alla punta di amaro ha anche la sua dolcezza, proprio come la vita.
"Tra il sole e la pioggia ci sono gli arcobaleni. E' lì che troverai la pentola d'oro."
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L'altra donna del re.
"Le donne sono i giocattoli della fortuna."
L’altra donna del re, romanzo di Philippa Gregory, narra di Maria Bolena, la sorella minore e meno famosa di Anna Bolena, che tutti conosciamo per essere stata la seconda moglie di Enrico VIII d’Inghilterra e la madre di Elisabetta I.
All’inizio della vicenda, Maria Bolena viene obbligata dalla famiglia ad entrare nelle grazie del re, per diventarne l’amante e dargli un figlio maschio, cosa che sua moglie, la regina Caterina d’Aragona ha fallito; un compito che sorprendentemente le riesce, tanto da innamorarsi per davvero di Enrico VIII e dargli due figli, una femmina e un maschio.
Ma sua sorella Anna trama alle spalle di Maria, decisa a rubare il cuore del re, pronta a prendere tutte le attenzioni che adesso ruotano a lei. Che ne sarà di Maria, mentre Anna convince Enrico VIII a sposarla e le porta via anche suo figlio?
"...nella vita le occasioni non cascano in grembo come ciliegie mature."
Il romanzo è narrato dal punto di vista di Maria, che a dodici anni sposa un uomo che non conosce e a quattordici diventa l’amante del re, tramite i cui occhi conosciamo anche Anna, bella, civettuola, frivola e soprattutto ambiziosa e il mondo lussuoso della corte di Inghilterra.
Proprio lo sguardo di Maria, insieme allo stile dell’autrice che si distingue per essere scorrevole e piacevole, è il valore aggiunto di questo libro, perché offre un punto di vista nuovo su un fatto storico molto noto, cioè sul divorzio di Enrico VIII da Caterina d’Aragona e il suo successivo matrimonio con Anna Bolena, che poi finirà decapitata.
Il libro in particolare ci regala due ritratti interessanti: il primo è quello del re, uomo nonostante tutto innamorato della sua prima moglie, letterato e sportivo, poi diventato un uomo spregiudicato pronto a tutto per accontentare se stesso a causa, in parte, proprio di Anna Bolena, il secondo personaggio interessante, una donna che ha voluto troppo e che ha pagato le conseguenze per questo.
Maria Bolena non esce sconfitta dal rapporto di rivalità con la sorella Anna Bolena, forse la storia ricorda la seconda, ma dal libro si capisce che la prima ha avuto per quei tempi un ruolo avanguardista, ha cercato la libertà con un uomo che lei chiama "nessuno", si è allontanata dalla vita di corte con i suoi intrighi, ha vissuto il suo amore senza costrizioni e tornaconti, in campagna crescendo i suoi figli, con semplicità ed in tranquillità, ha preferito scegliere anziché farsi comandare come una marionetta!
"In un mondo dove le donne erano vendute e comprate come cavalli, avevo trovato un uomo che amavo; e lo avevo sposato per amore. Non avrei mai affermato che questo era un errore."
Il romanzo regala dunque un affresco appassionante, approfondendo anche il rapporto tra due sorelle molto diverse tra loro, ma non per questo meno unite.
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Pazze di me.
"La vita è tutta una questione di tempismo, la stessa cosa fatta un secondo prima o un secondo dopo stabilisca il successo o la rovina di qualunque evento."
Andrea era ancora un bambino quando il padre prima di andarsene di casa, invece di rassicurarlo con parole di conforto, gli aveva detto “E adesso… sono cazzi tuoi!”. A distanza di qualche anno il ragazzo capisce cosa voleva intendere il padre. Le sorelle sono invadenti e fanno scappare a gambe levate le sue fidanzate e la mamma sembra un sergente.
Il protagonista del libro “Pazza di me” sente di avere la responsabilità della famiglia e si sente in colpa ogni volta che non riesce ad aiutare le sorelle, sempre pronte a trattarlo male e fare di lui un burattino.
Le cose iniziano a cambiare quando incontra Giulia, una veterinaria dalle idee chiare, che riesce a destreggiarsi tra i vari ostacoli che la famiglia di Andrea getta sul suo cammino e a far comprendere al ragazzo il modo giusto per riprendere in mano le redini della sua vita.
"Qualunque cosa tu abbia fatto, qualunque sbaglio, si può sempre rimediare. Basta affrontarlo senza fuggire."
“Pazze di me” è un libro divertente, che strappa sorrisi, ma che mostra qualcosa in più sia delle donne sia degli uomini. Un romanzo che non deluderà le aspettative dei fan della Bosco.
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Il valzer lento delle tartarughe.
"La vita, a volte, è così complicata, e a volte è così semplice. E' difficile capirci qualcosa."
Questo libro è il secondo volume della trilogia di Katherine Pancol.
Il testo è incentrato su Joséphine ricercatrice storica e scrittrice, che in questa nuova avventura si trova coinvolta in una serie di omicidi.
Intorno a Joséphine gravitano numerosi personaggi già conosciuti nel precedente volume ed altri che fanno la loro comparsa qui. La donna dopo aver scritto un libro di successo mondiale si trasferisce in un elegante palazzo di Parigi, che diventa il teatro di alcuni dei delitti.
Joséphine pensa che la nuova casa sia troppo grande per lei e per la figlia Zoe. La figlia maggiore Hortense, infatti ora vive a Londra. Eppure Joséphine trova il modo di rendere confortevole e colorata l’abitazione. Naturalmente l’appartamento è dotato di un balcone, dove la proprietaria può osservare il cielo e colloquiare con le stelle.
Le vicende dei diversi personaggi si snodano parallele a quelle della protagonista. Prendono molto spazio le storie di Hortense e di Marcel l’ ex patrigno di Joséphine.
Hortense combatte con i denti per raggiungere l’ambita meta di essere una delle poche alunne che superano l’anno di prova in una famosa ed elitaria scuola di moda. La ragazza si ritrova coinvolta in un traffico di malaffare e ne subisce le conseguenze, senza peraltro lasciarsi abbattere dalla situazione. E’ forte e coraggiosa, una che va dritta per la sua strada. L’unica cosa che le sfugge di mano è l’Amore, dove la sua intelligenza e determinazione non sono sufficienti a far quadrare i conti.
Marcel passa un periodo tremendo; sua moglie Josiane cade in depressione post parto, ma proprio grazie all’intervento magico del figlio Junior riuscirà a non buttarsi giù del tutto e a superare la crisi.
L’esistenza di Joséphine, in questo secondo volume, continua ad essere correlata a quella di sua sorella Iris. Le due donne dopo un brusco distacco, si riavvicinano e forse per la prima volta si comprendono in modo definitivo.
La vita sentimentale di Joséphine cambia radicalmente; il bel Luca di cui si era precedentemente invaghita, si imbruttisce ai suoi occhi o meglio mostra la sua vera personalità, che non è certo da fotografare.
Joséphine può così riconoscere l’uomo che veramente ama.
Il narratore è una voce esterna, che come un direttore d’orchestra dirige le varie storie, creando una melodia ritmata e piacevole, come quella di un valzer.
I personaggi sono ben articolati, gli aggettivi soppesati e il linguaggio ricercato.
Tutto il libro scorre agilmente ed il finale (da brivido) scivola velocemente, trasformando questo secondo volume della trilogia, da romanzo dei sentimenti a giallo con suspance.
Chiuso il libro alla seicentesima pagina, avevo un bel sorriso stampato in faccia e la voglia di porre un bacio sulla copertina…l’ho fatto!
Ed presto inizierò: “Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì”, per poter fare un resoconto completo dell’opera!
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Dopo di te.
"Non si sa mai cosa può succedere quando si cade da una grande altezza."
Questo libro racconta del "dopo" di Lou, un "dopo" difficile da accettare, da superare e da assimilare.
Lou non riesce a vivere senza Will come dice lei:
"Ci ho pensato a lungo. Impari a convivere con il dolore, impari a convivere con loro. Perché sì, rimangono nel nostro cuore, anche se non respirano e non vivono più accanto a noi. Non è lo stesso dolore devastante che si prova all'inizio, il dolore che ti travolge e ti fa venire voglia di prendertela con tutti gli idioti che sono ancora vivi mentre la persona che amavi è morta. E' qualcosa che impari a gestire. Come adattarsi a un buco. Non so come essere...una ciambella invece che una focaccina."
Louisa toccherà il fondo, rimarrà dopo un incidente viva per miracolo, ma la svolta sarà quando una sera una ragazza si presenterà alla sua porta, qui lei dovrà scegliere se affrontare i suoi fantasmi, se aiutare o no la sconosciuta, deve decidere se diventare responsabile, se vuole veramente andare avanti e vivere la propria vita anche senza Will.
Il libro è il seguito di un romanzo che ha incantato il lettore per il suo romanticismo, la sua bellissima storia d'amore e la magnifica figura carismatica di Will, quindi il compito della Moyes era ben arduo, scrivendo "Dopo di te" avrebbe dovuto superarsi per riuscire di nuovo ad ammaliare i "fans" di questa storia, direi che a me ha un po' deluso, l'ho trovato lento, la sua scrittura è impeccabile: semplice e scorrevole, ma la storia che racconta non mi ha emozionato e coinvolto, c'è la rinascita di Louisa, il dopo Will, c'è la ricerca di una forza che ti faccia di nuovo vivere momenti di felicità, ma il tutto è troppo statico, quasi freddo, manca di poesia!
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I frutti del vento.
"Ma a volte è così nella vita: bisogna fare un passo indietro per andare avanti."
Quanto può essere importante un frutteto per la famiglia Goodnough? Rappresenta tutto: il cibo, il lavoro, e se il capofamiglia James riuscisse a raggiungere i 50 alberi, anche la proprietà di quel piccolo appezzamento di terreno da parte dello stato dell'Ohio sarebbe suo, ma tutto è difficile soprattutto se vivi nella Palude Nera, un posto malsano che non aiuta di certo la crescita di quei meli e poi ogni anno puntualmente arriva la malaria che si porta via un membro della famiglia e questo di certo non aiuta, ma peggiora le cose e ti fa odiare la vita che vivi.
James è ossessionato da quel sogno, sembra amare più quelle maledette mele che tutta la sua famiglia, quegli alberi non lo giudicano, non lo fanno sentire un perdente e gli danno tranquillità, non come sua moglie Sadie, che non lo rispetta, che odia tutto e tutti, anche i suoi stessi figli tranne Robert, colui che solo guardandola la metta a disagio e la fa sentire orribile: un'ubriacone bisbetica che si addolcisce solo quando dalla fattoria passa a trovarli John Chapman, un girovago, che le porta le bottiglie di acquavite e che la fa sentire ancora attraente e interessante.
Un giorno, un fatto terribile dovuto all'instabilità di Sadie e all'inettitudine di James, si abbatterà sulla Palude Nera e cambierà per sempre la vita di Martha la figlia più piccola, dolce, sensibile e delicata e di Robert il figlio enigmatico e intelligente.
Un libro che ci racconta dei pionieri dell'America, che rievoca una vita piena di sofferenze, spesso crudele, in terre selvagge e inaccessibili, dove i protagonisti non vivono, ma sopravvivono, il loro cuore è arido come la natura che li circonda.
Tracy Chevalier ha scritto dei libri bellissimi, che ho apprezzato ed amato, questo invece mi ha lasciato un grande senso di amarezza e di delusione, i protagonisti non hanno certo spiccato per le loro qualità, ma li ho trovati spesso inconsistenti e insopportabili, un ruolo fondamentale l'hanno avuto gli alberi che siano essi meli o sequoie sullo sfondo di un'America selvaggia e dalle distese immense, poteva essere un bel racconto ma non riesce mai a spiccare il volo, l'ho trovato un po' inconcludente e deludente!
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Ricetta d'amore.
"Ma non diciamo certo a noi stessi -Mi innamorerò- o -Non mi innamorerò- succede e basta. Non abbiamo scelta."
Un romanzo inconsistente, sia nella storia che nei personaggi.
Ho voluto leggerlo perché sono un'appassionata dei programmi televisivi legati alle arti culinarie (Master Chef, Hell's Kitchen ecc.) e questo romanzo racconta la storia di Zoe che partecipa ad una gara di cucina, dove deve affrontare varie prove, ci sarà la rivale cattiva Cher che cercherà di ostacolarla e un bellissimo giudice Gideon del quale lei si innamorerà perdutamente.
Ho trovato la protagonista Zoe insopportabile, troppo buona ed estremamente disponibile, l'eterna brava ragazza che corre in soccorso di chiunque si trovi in difficoltà, che subisce qualsiasi affronto senza mai reagire.
Speravo di leggere un romanzo divertente, con una bella storia d'amore, purtroppo non è stato così...
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Caffè amaro.
"Noi due non possiamo dimenticarci, non è possibile: il nostro è un solo destino, o crudele, o felice."
In una Sicilia afflitta da miseria, mafia e una classe dominante inetta e corrotta, dove pochi – fra questi il padre di Maria, avvocato socialista – osavano marciare in direzione ostinata e contraria, nascere donne significava, anche nelle famiglie più acculturate e benestanti, avere un solo scopo nella vita: trovare un marito, accudirlo, dotarlo di prole e vivere nell’obbedienza. Questo sembra anche il destino di Maria quando, bellissima e appena quindicenne, viene adocchiata da Pietro, nobilotto charmant, che se ne innamora a prima vista e la chiede, la pretende in moglie, anche senza dote. Maria conosce l’amore, soprattutto quello carnale, attraverso questa unione con un uomo ricco, colto, affascinante e molto più grande di lei. Ma col tempo impara a conoscerne anche i limiti, le gravi mancanze, le dipendenze. Mentre cresce in lei la consapevolezza di amare, da sempre, un altro: Giosuè, quello che ha sempre considerato un fratello acquisito.
La trama, apparentemente melodrammatica, non deve trarre in inganno. Ciò che fa di Caffè amaro un gran romanzo, è altro: l’accurata ricostruzione storica, l’ambientazione famigliare e sociale, la cura e credibilità dei personaggi. Hornby evade dalla Sicilia, dove ancora una volta non può esimersi di ambientare le sue storie, per portarci in Africa, nelle colonie dove gli Italiani brava gente dicevano di portare civiltà e prosperità e perpetrarono invece crimini orrendi. Affronta il fascismo e le leggi razziali (Giosuè è ebreo).
Un bellissimo romanzo, che ti appassiona, ti coinvolge e ti lascia completamente soddisfatto.
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Una sera a Parigi.
"L'amore è la promessa della nostra vita. All'inizio ci sono sempre un uomo e una donna."
Alain possiede il cinema Paradis, un cinema d'essai a Parigi, eredità di suo zio Bernard, l'uomo che gli ha insegnato ad amare i film: "loro sono la strada più breve che va dagli occhi al cuore!"
Ogni mercoledì nel suo piccolo cinema viene proiettata una rassegna di film d'amore e puntualmente nella fila diciassette si siede una bellissima ragazza che indossa un cappotto rosso, Alain la vuole assolutamente conoscere, ne è attratto e ammaliato, alla fine una sera si fa avanti e finalmente la porta a prendere un caffè, parlano tantissimo e alla fine si salutano dandosi un nuovo appuntamento, ma Melanie inspiegabilmente non manterrà la promessa fatta.
Nel frattempo il cinema Paradis ha fatto colpo su un grande regista Allan Wood che vuole girarci alcune scene del suo ultimo film interpretato dalla splendida attrice Solene Avril.
Alain entra in un vortice di circostanze ed avvenimenti che lo portano a scoprire una vecchia storia di famiglia, tutto quello che fa, lo fa per ritrovare Melanie, la ragazza con il cappotto rosso, che lo ha incantato tanto da farlo innamorare perdutamente.
"E' sempre un unico momento che mette in moto gli eventi e crea connessioni. Causa ed effetto. Azione e reazione. La farfalla che batte le ali e provoca un terremoto a migliaia di chilometri di distanza. Nella vita però al contrario dei film. il momento fatidico, quello che determina un cambiamento radicale, non lo puoi scegliere, ti capita e basta. E il più delle volte non ti rendi nemmeno conto che stai andando a sbatterci contro."
Un romanzo d'amore, semplice ed a tratti fin troppo smielato.
Quante di noi vorremmo Alain, l'uomo perdutamente innamorato, che soffre perché non riesce a ritrovare la donna che lo ha incantato per poche ore, che disdegna le attenzioni di una bellissima attrice solo perché vuole coronare il suo sogno d'amore? Ahimè in molte, la realtà è molto più cruda, ma questo è un libro scritto per sognare ed allora sogniamo con Nicolas Barreau, con Alain e la sua passione per Melanie.
"La vita è una bolla di sapone" (Checov)
Sullo sfondo della storia, la magnifica Parigi, città per eccellenza dell'amore ed il cinema, altro luogo magico, per chi vuole innamorarsi, soprattutto grazie ai film che ci raccontano spesso storie che ci emozionano, ci fanno divertire, ci fanno tremare, ci fanno piangere, ma soprattutto ci catturano e ci affascinano, alcuni sono capaci di conquistare un angolo del nostro cuore e di vivere per sempre con noi. (Per me Dirty Dancing, l'Attimo Fuggente e Il Ciclone).
Eh allora: W Parigi, W Nicolas Barreau, W il Cinema, è bello fuggire dalla realtà che ci circonda e calarsi in un mondo parallelo pieno d'amore e di passione!
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Harry Potter e l'ordine della fenice.
Att.ne Spoiler!
"Sirius aveva rischiato tutto, sempre, per vederlo, per aiutarlo...se non era riapparso quando Harry aveva urlato il suo nome come se la sua vita ne dipendesse, la sola spiegazione possibile era che non poteva..."
Ormai più si avanti nella storia e più Harry deve affrontare difficoltà maggiori: troviamo in questo libro personaggi come la Umbridge, così insopportabili, così immensamente odiabili, che anche il più buono dei lettori è messo a dura prova nell'accettare tutti gli ostacoli che mette sul cammino dei nostri beniamini, il ministro della magia Caramell così ottuso e ostinato da non voler credere nel ritorno di Tu-sai-chi e l'equivoco Krecher, l'elfo al servizio di Sirius, che assume un ruolo determinante nel causare un dolore immenso al nostro maghetto preferito.
Un libro di 800 pagine, che grazie ai tanti colpi di scena, alle mille avventure ed agli importanti segreti svelati, di sicuro non annoia e non appesantisce il lettore, anzi continua ad entusismarlo ed ad incentivarlo nell'andare a leggere ancora il continuo della saga di Harry Potter.
La sofferenza più grande che Harry deve affrontare in questo libro è la morte di Sirius, anche il lettore soffre con lui, perché perdiamo un bellissimo personaggio, un uomo leale, energico, coraggioso, fiero e testardo, che disprezza le sue origini dalle quali cerca sempre il distacco e che ama Harry come un figlio, un uomo sul quale si può contare, sempre pronto ad aiutare, a dare buoni consigli ed a combattere per lui.
Un momento toccante, dolcissimo e commovente è quando Silente dichiara ad Harry tutto il suo affetto, dopo che il ragazzo ha dovuto affrontare l'ennesimo confronto con il male ed il suo dolore è immenso per la perdita di Sirius, lui gli racconta la profezia e cerca di rasserenarlo dicendogli che quello che è successo non è colpa sua, lo scagiona e fa ricadere tutto l'accaduto su sé stesso, scoprendo così un punto debole per il temibile Voldemort.
"Mi ero affezionato a te. Tenevo più alla tua felicità che a farti conoscere la verità, più alla tua serenità che al mio piano, più alla tua vita che alle vite che sarebbero state in pericolo se io avessi fallito. In altre parole ho agito esattamente come Voldemort si aspetta che agiscano gli sciocchi in grado di amare."
Comincio a comprendere perché Harry Potter è diventato un caso letterario e sono felicissima di aver iniziato questa splendida avventura, grazie Rowling per quello che hai creato, una storia che non è solo "letteratura per ragazzi", ma che è bella per ognuno di noi, a qualsiasi età, ci fa volare con la fantasia, ci insegna l'amore, la lealtà, le difficoltà, l'odio e tanto altro....in una parola: la vita!
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Lo strano caso dell'apprendista libraia.
"La strada che volevo percorrere era con lui; tutte le altre strade, che prima di conoscerlo si aprivano a possibilità infinite, adesso sembrano lunghi tunnel grigi senza una meta precisa."
Il libro racconta la storia di Esme, una ragazza inglese che si è trasferita a New York perché ha vinto una borsa di studio alla Columbus.
Proprio nella Grande Mela, Esme incontra colui che diventerà il suo grande amore Mitchell, purtroppo un amore a senso unico, lei ne verrà completamente risucchiata fino a perdere la sua stessa personalità e la sua libertà.
"La volubilità di quest'uomo mi ha fatto impazzire a tal punto che non ricordo com'ero prima di conoscerlo. Ricordo vagamente una persona che amava le poesie e i quadri, una persona che era felice dei propri interessi, quasi convinta di essere libera. Questo amore è più forte della libertà."
Esme è una ragazza dolcissima, semplice e trasparente, molto giovane, spaesata in una città cosmopolita, che spesso la fa sentire fuori posto e inadeguata rispetto agli usi e ai costumi tipici inglesi, è ottimista e vede il buono in ogni persona che incontra, Mitchell è un uomo ricchissimo, che viene da una famiglia molto rispettabile, è bellissimo, affascinante, dalla vita si prende tutto quello che vuole soprattutto le donne, quando si accorge che un rapporto si complica o diventa una cosa troppo impegnativa si ritrae, fugge, senza nessun senso di colpa, neppure quando lascia la nostra protagonista sola e con la sua piccolina appena nata.
"Ero convinta che l'amore fluisse nelle correnti cosmiche di giustizia e virtù dell'universo, riversandosi su di noi, mettendo tutto a posto. Come se fosse la fuori, e bastasse aprire per accoglierlo. Ma evidentemente non è così, forse siamo noi a farlo. e adesso lo stiamo disfacendo."
Esme affronterà un lungo percorso, per ritrovare sé stessa, avrà il coraggio di tenere la sua bimba, lotterà ed alla fine accetterà il non amore di Mitchell, meno male per lei che troverà amicizia e solidarietà in una piccola libreria "La Civetta", all'interno della quale conoscerà personaggi buoni come George e stravaganti come Luke, con il quale instaurerà un rapporto molto particolare e speciale.
"Lui si accorge che lo sto guardando e fa la faccia imbronciata. Sembra uno di quegli attimi eterni in cui si condensano passato e futuro, quasi un ritorno a casa. Come se tutto avesse portato a questo preciso istante e il futuro ripartisse da questo preciso istante."
Un libro che non ha il solito finale a lieto fine, che ci lascia un po' interdetti, perché Esme sì affronta un percorso, ma è un percorso che non è come vorrebbe il lettore, rimane tutto in sospeso, ma forse può essere questa la vita, che purtroppo spesso ci mette di fronte a delle difficoltà per le quali bisogna trovare tutto il nostro coraggio per affrontarle al meglio e non è detto che tutto vada a finire con "...e vissero felici e contenti", lo sappiamo che noi donne leggiamo questi romanzi per sognare e per trovare una nota di romanticismo, qui però saremo costrette ad accettare la cruda realtà, ad odiare un uomo insensibile e viziato ed a tifare per una ragazza un po' troppo facilona, che spesso si fa mettere i piedi in testa pur di tenere a sé un amore che purtroppo non c'è!
"Amare vuol dire essere vulnerabili; amare vuol dire provare dolore nel punto più profondo del tuo essere."
Ho amato questo libro perché ci trasporta nella piccola libreria "La Civetta", un posto dove anch'io passerei volentieri intere giornate, tra l'odore più bello che c'è quello dei libri, conoscendo persone interessanti, parlando di autori e scoprendo piccole gemme di cultura, per il resto un romanzo semplice con una storia d'amore complicata.
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La ragazza del treno.
"Una per il dolore, due per la gioia, tre per una ragazza, quattro per un ragazzo, cinque per l'argento, sei per l'oro, sette per un segreto che non si può dir loro."
Rachel è una ragazza sola, abbandonata dal marito e alcolizzata, ogni mattina si sposta in treno dalla periferia fino alla città di Londra, dal finestrino lei osserva sempre una coppia che si immagina sia la perfezione: innamorati, belli e complici, tutto quello che lei e Tom ormai non sono più, lei ha distrutto tutto, non è riuscita ad avere un figlio e per questo si consola bevendo, ma un giorno tutto cambia, vede la donna baciarsi appassionatamente con un altro uomo e poi poco dopo viene dichiarata la sua scomparsa.
"Non c'è sofferenza più grande né tormento più atroce del non sapere: è come una tortura senza fine."
Il libro è raccontato da tre donne: Rachel la ragazza del treno, Megan la donna spiata dal finestrino e Anna la nuova moglie dell'ex marito di Rachel.
L'autrice dipinge tre ritratti di donne complicate, instabili e deboli, per cui il lettore non è portato ad amarne nessuna, anche gli uomini del libro non sono positivi, anzi risultano equivoci, possessivi e violenti.
Il libro nel complesso risulta appassionante, intenso e travolgente, si legge velocemente perché come ogni buon thriller che si rispetti è necessario scoprire il colpevole, il tema principale è: "niente è come sembra" infatti succede spesso di pensare che gli altri stiano meglio di noi, ma la realtà spesso è diversa, perché ognuno vive piccoli o grandi dramma, ma non possiamo saperlo la nostra mente ragiona su un fermo immagine (una coppia al ristorante, una ragazza che si scatena in una danza, una donna che abbraccia un bambino ecc.) che ci porta a credere che noi abbiamo il peggio e gli altri il meglio, soprattutto se abbiamo sofferto, siamo stati traditi e delusi, tutto questo rende speciale "La ragazza del treno".
Grazie al grandissimo successo ne è stato tratto un film con la brava Emily Blunt, sono curiosa di sapere se questa versione rende giustizia al cartaceo.
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Luna di miele a Parigi e La ragazza che hai lascia
"Ciò che è fatto non può essere disfatto."
In questo libro della Moyes troviamo due storie di donne che intrecceranno le loro vite a causa di un quadro: La ragazza che hai lasciato.
Sophie è una donna forte e appassionata, innamorata del suo Eduard Lefevre, un pittore che ama ritrarla nei suoi splendidi quadri, tutto cambia allo scoppio della Prima guerra mondiale, lui viene chiamato alle armi e lei trova ospitalità da sua sorella Helene, insieme mandano avanti tra mille difficoltà l'osteria di famiglia le Coque Rouge. Sophie non smetterà mai di lottare: contro la fame, le malattie e gli odiati tedeschi, non perderà mai la speranza di poter un giorno riabbracciare il suo amato Eduard ed il quadro appeso alla parete ogni giorno le darà la forza per andare avanti.
"Non ho mai conosciuto la vera felicità finché non ho incontrato te."
Liv è una ragazza che vive ai giorni nostri, ha perso suo marito David, improvvisamente per un infarto e tutto il suo mondo si è infranto, tutto cambia quando incontra casualmente Paul, ma niente sarà facile, tra di loro si frapporrà il quadro La ragazza che hai lasciato, che suo marito le aveva regalato durante la loro luna di miele, da apatica, svogliata e triste, diventerà ostinata, cocciuta e determinata, lotterà per quello che è suo, affronterà tutto e tutti, ma soprattutto tornerà a vivere.
Toccante e bella è la storia di Sophie, che ci porta a rivivere i terribili giorni della Prima guerra mondiale, mentre ho trovato noiosa e pesante la parte che riguarda la vita di Liv, la Moyes ha trascinato troppo la storia sul possesso del quadro e sulla sua restituzione.
"Talvolta la vita è una serie di ostacoli, lo sforzo di mettere un piede davanti all'altro. Altre volte, Liv capisce d'un tratto, è semplicemente una questione di fede cieca."
E' un libro con un finale scontato, a tratti banale e troppo mieloso. La Moyes con questo libro ha fatto un passo indietro rispetto allo splendido Io prima di te!
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Quattro tazze di tempesta.
"Nella bonaccia e nella tempesta!"
Quattro donne, diverse una dall'altra, quattro amiche che ogni anno si ritrovano a passare qualche giorno insieme a La Calmette, si ritrovano a fare il bilancio delle loro vite alle soglie dei 40 anni.
Chantal riflessiva, che pratica yoga e che dice sempre la verità, anche a costo di rompere gli equilibri della vita.
"Perché siamo sagge. E sappiamo che l'unico tempo che conta è il presente. Smettila di voltarti indietro, non c'è nulla là che tu possa modificare o rifare."
Mavi precisa, scrupolosa e indaffarata, l'unica sposata e con un figlio, che spesso affoga le sue ansie e paure nel cibo.
"Doveva colmare il baratro che si era spalancato dentro e si stava mangiando tutto, anche la collera, senza la quale non sarebbe stata capace di reagire, senza la quale si sarebbe arresa alle lacrime; senza la quale avrebbe supplicato Giorgio di non lasciarla mai."
Alberta la ribelle, l'eccentrica, la trasgressiva, che affronta la vita senza mai mostrare debolezza.
"...Alberta è come il vento. Non sai mai da che parte soffierà."
Viola, la padrona di casa, calma, riflessiva, costretta a vivere da tanto tempo con il dolore ed il rimorso per la morte del marito Manuel, che cerca sempre di consolare le altre con i suoi tè speciali, aiuta e protegge le amiche, ma non cura sé stessa.
"Il tè si beve per dimenticarsi i rumori del mondo, nel suo caso, il mondo era tutto dentro di lei. E non stava mai zitto."
Le quattro donne saranno costrette ad affrontare lo scorrere del tempo che ha portato via con se speranze e sogni, i fallimenti, le paure, le gioie e i dolori che ognuna ha affrontato nel lungo cammino fatto da giovani studentesse a donne quarantenni.
"In fondo, vorrei imparare a stare bene anche quando si sta male...E' quello che fanno tutti. La chiamano maturità."
Un buon libro che parla dell'amicizia tra donne che è complicata e difficile, ma allo stesso tempo bellissima, se il sentimento che le lega è profondo allora si potranno affrontare anche le tempeste, aspettare che torni il sereno, perché l'amore le tiene unite, ci saranno sempre una per l'altra, nonostante tutto, si vorranno sempre bene, così come sono con i loro innumerevoli pregi e difetti.
"Quattro tazze di tempesta" è un libro per donne, che parla alle donne, che ci aiuta ad affrontare la vita che molto spesso ci gioca brutti scherzi, ma se accanto a te hai delle amiche che ti vogliono veramente bene allora la affronterai con meno paura e più forza!
"Credimi, non siamo venuti al mondo per stare al riparo della pioggia o dalla forza del vento, ma per imparare a danzarci dentro. Spesso è difficile, faticoso e doloroso, ma ognuno deve portare a termine la propria coreografia. Un passo dopo l'altro. La vita non è che una lunga e continua guarigione dalle proprie piaghe."
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Gli occhi gialli dei coccodrilli.
"Siamo sempre gli ultimi a renderci conto del cammino compiuto. Ma sono sicura che un giorno avrai il tipo di vita che ti piace, e quella vita, te la sarai fatta tutta da sola!"
In questo romanzo della Pancol si viene catapultate in una saga familiare che ti prende e non ti lascia più, ora per me sarà necessario leggere i due libri successivi per sapere cosa accadrà ai personaggi che ho amato o detestato: Henriette la matriarca fredda e calcolatrice madre di Josephine, la protagonista assoluta, madre di Hortense e Zoé, imbranata, amante della storia medievale, scopre il tradimento del marito e sarà costretta a rimboccarsi le maniche per tirare avanti, maturerà ed acquisterà fiducia in sé stessa, riuscirà a ribellarsi e ad imporsi e di Iris la bellissima Iris, ricca e sempre insofferente, che per ambizione e per successo si nasconde dietro a bugie e falsità.
Ho amato moltissimo Sivye, la vicina di casa di Josephine, un'amica leale, una madre amorevole ed una donne forte, positiva e tenace.
Gli occhi gialli dei coccodrilli è uno di quei romanzi che forse non è proprio eccezionale, ma ha la capacità di incastrare il lettore tra le sue pagine grazie alle storie, a volte anche strampalate, di tutti i suoi personaggi, ti appassioni ed insieme a loro ti arrabbi, ti emozioni, diventi triste oppure gioisci, fai il tifo per uno ed odi l'altro, scopri segreti ed assisti a piccoli colpi di scena, vivi la vita quotidiana dove non tutto è dorato e brillante, le donne sono protagoniste e gli uomini rimangono sullo sfondo, ambientato nella splendida Parigi, scritto in maniera lineare e semplice, infonde coraggio, serenità e fiducia.
"E' una persona, la vita, una persona da prendere come partner. Entrare in pista, danzare nel suo vortice; a volte ti fa quasi annegare e tu credi di morire, poi ti acchiappa per i capelli e ti posa un po' più in là. A volte ti pesta i piedi, altri ti fa volteggiare. Bisogna entrare nella vita come si entra, in una danza. Non interrompere il movimento per piangersi addosso, accusare gli altri, bere, prendere delle pastiglie per attutire il colpo. Volteggiare, ondeggiare, ballare. Superare le prove che ti manda per renderti più forte, più determinata."
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Un incantevole aprile.
"Questo è il paradiso...guarda come tutto convive in armonia, ogni cosa è benvenuta, tutto è ben assortito e visibilmente felice e ci dà gioia."
Quattro signore inglesi: Mrs.Arbuthnot, Mrs.Wilkins, Mrs,Fisher e Lady Caroline decidono di andare a trascorrere una vacanza in Italia a San Salvatore; trascorreranno là un'incantevole aprile, dove i loro cuori e le loro menti si apriranno di nuovo all'amore e alla felicità, complice i profumi, i colori e il tepore del sole in quello splendido posto: un castello arroccato su uno scoglio che si affaccia su un panorama mozzafiato.
"Cosa c'è di strano?
Noi. Questo posto. Ogni cosa. E' tutto così incantevole. E' così strano e delizioso essere qui. Oserei dire che quando infine raggiungendo il paradiso -quello di cui parlano tanto- non potremo trovarlo più bello."
Ogni signora a modo suo subirà una trasformazione in meglio, ognuna ha un carattere e dei relativi "problemi", ma raggiungeranno un equilibrio che le farà diventerà complici l'una verso l'altra, ognuna riscoprirà se stessa e dall'esperienza ne usciranno migliorate e più amabili.
"Oh, ma in paradiso non ci si aiuta. E' tutto superato. Non si cerca di essere o di fare. Semplicemente si è."
La scrittrice racconta il cambiamento che avviene alle quattro donne leggendo nel loro animo, il tutto condito con spruzzi di umorismo, descrivendo posti incantevoli e facendoci quasi sentire il profumo del mare e dei fiori, con uno stile delicato e discreto, pecca un po' per i miei gusti per la lentezza con la quale si dipana la storia, ma forse queste sono le atmosfere che la von Arnim voleva per il suo libro!
"Di nuovo l'amore, era dovunque. Non c'era modo di liberarsene. Era venuta in questo posto per starne lontana e l'aveva ritrovato in tutti, in gradi diversi."
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L'amore non è mai una cosa semplice
"Le cose più difficili sono le uniche per cui vale la pena di lottare. Sempre."
Il libro racconta la storia di Lavinia e Sebastiano, due ragazzi che studiano all'università, lei alla Bocconi indirizzo Economia, lui al Politecnico indirizzo ingegneria, sono vicini entrambi alla laurea e devono collaborare ad un progetto per poter guadagnare crediti per la quotazione finale.
Per Lavinia non sarà affatto facile approcciarsi con Sebastiano, i due hanno due caratteri totalmente diversi, opposti: lei è la ragazza dall'eterno sorriso stampato sulla faccia, che piace a tutti, l'amica di tutti, piena di insicurezze e incerta su ciò che le piacerebbe fare nella vita, lui ama definirsi "strano", perché diverso dallo stereotipo del ragazzo comune che si trova su qualsiasi social, è burbero, schivo e inaccessibile, un nerd, intelligentissimo che sa esattamente ciò che vuole e che analizza ogni aspetto della vita con razionalità e precisione, non lascia mai niente al caso.
"Pensavo che dopo 23 anni di onorata carriera su questo pianeta ci fossi arrivata anche tu: la gente stramba è l'unica interessante e che valga la pena di frequentare. Cosa te ne fai di quelli che si uniformano alla massa? E poi, dove sta scritto che uno non possa essere contemporaneamente figo e strano?"
I due ragazzi costretti per causa di forza maggiore a frequentarsi, inizieranno a lavorare insieme, Lavinia piano piano inizierà a scalfire il "muro" dietro al quale si nasconde e si protegge Sebastiano, il loro rapporto alla fine li porterà ad amarsi ed entrambi ne usciranno maturati e migliorati, lei acquisterà sicurezza e si fortificherà, lui si aprirà al mondo e abbandonerà il suo perenne stato di cupezza.
Anna Premoli è bravissima a raccontare storie d'amore, con semplicità e maestria, riesce a far appassionare, divertire e sorridere il lettore cosa non affatto semplice e scontata, i suoi libri sono capaci di portare una ventata di spensieratezza e serenità e ribadiscano a tutti noi sognatori che l'amore è il motore della vita.
"....tutto è molto più bello se lo condividi con chi ami."
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Non chiamarmi di lunedì
"Ho capito cosa siamo, Greta. Due anime fragili che si cercano."
Un libro che racconta la storia di Patrik e Greta, due anime ferite, con la paura di amare che il destino ha deciso di far incontrare...
Patrik si trova all'improvviso senza lavoro, scopre che la fidanzata Ludovica lo tradisce e nel suo profondo c'è una ferita che è perennemente aperta, quella per la scomparsa della sua sorella gemella Lisbeth, è un ragazzo affascinante,con la pelle color cioccolato e gli occhi di un azzurro glaciale, gentile, legato profondamente alla sua famiglia, che spesso si incupisce e che ha una certezza: lui non è capace di amare!
"...cicatrizzare le ferite provocate dalle spine."
Greta indossa una corazza che nessuno deve scalfire, perché lei non vuole soffrire mai più, già troppe volte nella sua vita è stata abbandonata, prima alla nascita dal padre, poi dagli adorati nonni che l'hanno cresciuta, ha una madre stravagante ed assente e tanto per complicarsi ulteriormente la vita ha una storia d'amore con Cris, un uomo sposato, un rapporto dal quale non otterrà mai niente, che la fa vivere in una costante alternanza di emozioni e che la getta sempre più nelle sue insicurezze d'amore!
"Inizio a far segni rossi su quei fogli, calcando la mano a tal punto da incidervi dei solchi. Contro tutti. Sono io, contro tutti. Sono venuta al mondo così e morirò così, ne sono certa. Ma non lo farò senza lasciare un segno fosse anche negativo. Proprio un fastidioso segno rosso come questo, che adesso si sta trasformando in un enorme buco."
"La vita a volte è proprio strana e il destino si diverte un mondo a mischiare le carte sparpagliandole sul tavolo senza logica...." e questa volta ha deciso di far incontrare Patrik e Greta, in maniera divertente inizieranno a frequentarsi, c'è subito una grande attrazione fisica e ci metteranno molto tempo, prima dovranno mettere da parte le loro fragilità e poi alla fine l'amore trionferà.
"Cosa vuoi da me?
Voglio che tu sia tutto nella mia vita. Il sole che mi faccia ridere o piangere. La persona con cui voglio condividere il mio letto, Rik, voglio che tu sia mio.
Sono già tuo, Greta. Lo sono da tempo, avevo solo paura di dirtelo, ma il mio cuore ti appartiene da quando lo hai guarito dalle ferite delle sue spine."
La Volontè racconta questa storia alternando ogni capitolo con i pensieri e le sensazioni dei due protagonisti, ha uno stile leggero e scorrevole, ci sono continui battibecchi tra i due e scene spesso divertenti, Patrik è un ragazzo del quale è facile innamorarsi e Greta è una ragazza piena di insicurezze che nasconde dietro una facciata da Lady di ferro, la passione tra loro è travolgente, un libro da leggere se si vuole essere partecipi di una bella storia d'amore, ricca di emozioni e sentimenti puri.
Ah, dimenticavo ho amato questo libro per un altro motivo, mio personale, nel suo interno ho trovato un richiamo alla mia splendida città di Lucca:
"Mi guardo intorno e mi rendo conto di essere in mezzo a una strada dove potrebbe passare tranquillamente un camion, mi avvicino al parapetto e il panorama è davvero suggestivo. In corrispondenza dei torrioni principali la strada si allarga a dismisura e ci sono spazi adibiti a parco giochi oppure ad aree pic-nic. Lo seguo incamminandoci lungo il viale alberato, alla mia destra c'è il centro della città e a sinistra scorgo la natura con le sue colline verdeggianti."
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Harry Potter e il Calice di Fuoco.
"Momenti bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile."
Non ci credo sono al quarto libro della saga e la storia di Harry diventa sempre più bella ed entusiasmante!
Harry, Ron ed Hermione stanno diventando grandi, ci sono le prime gelosie, le rivalità e i primi batticuori, ma nonostante tutto la loro amicizia è fortissima ed insieme riusciranno a superare tanti problemi, dispetti ed umiliazioni, cominceranno a destreggiarsi sempre di più nell'arte della magia, conosceranno nuovi ragazzi provenienti da altre scuole e dovranno fare i conti con la terribile giornalista Rita Skeeter che con in suoi articoli sulla Gazzetta del Profeta metterà a dura prova la pazienza e la sopportazione dei nostri beniamini.
Divertenti sono le tre prove per la vittoria dell'agognata Coppa dei Tremaghi, ho amato il ritorno dell'elfo Dobby sempre particolare e stravagante nei suoi modi di fare ed ho apprezzato il fatto che la storia va in crescendo, i capitoli finali fanno stare il lettore incollato alle pagine per gli innumerevoli colpi di scena, gli imbrogli, i tradimenti e per il ritorno del terribile Valdemort.
Harry è a un punto cruciale della sua vita, deve affrontare di nuovo Colui Che ha ucciso i suoi genitori e Colui Che vuole distruggere tutto lo splendido mondo della magia che Silente faticosamente porta avanti, un mondo fatto di pace, di amore e di fiducia, Colui Che vuole un mondo buio, orrendo e oscuro, costellato di discordia e inimicizia, tutto rimane sospeso Harry sa che sarà costretto ad affrontarlo di nuovo, terribili avventure lo aspettano.
"L'abilità di Voldemort nel seminare discordia e inimicizia è molto grande. Possiamo combatterla solo mostrando un legame altrettanto forte di amicizia e fiducia. Le differenze di abitudini e linguaggio non sono nulla se i nostri scopi sono gli stessi e i nostri cuori sono aperti."(Silente)
La Rowling in questo libro si è veramente superata, ha racchiuso in questa storia suspence, divertimento, azione, ci insegna che la vita ci mette sempre di fronte a tantissimi problemi, la soluzione non è nascondersi, ma affrontarli con coraggio e determinazione, un libro bellissimo e fondamentale per questa fantastica e splendida saga!
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Gli ingredienti segreti dell'amore.
"Il sorriso delle donne è un dono del cielo e l'inizio di ogni storia d'amore, e se dovessi esprimere un desiderio sarebbe questo: che questo libro finisca così come è iniziato con un sorriso."
Un libro delicato, amabile, a tratti divertente, che parla d'amore, di cibo e ci conduce per le strade di una delle città più belle e più romantiche del mondo: Parigi.
Aurélie all'improvviso viene lasciata con una lettera dal suo fidanzato Claude, la poveretta è disperata e ferita, percorre le strade di Parigi, casualmente entra in una piccola libreria, viene attratta da un libro....e quel libro cambierà la sua vita.
André si ferma davanti ad una vetrina di un ristorante e guardando al suo interno vede una ragazza bionda e si innamora del suo sorriso.
Questi sono i due elementi chiave dai quali si dipanerà la storia di Nicolas Barreau che ci parla d'amore e lo fa in maniera gradevole e delicata, senza stuccare, i personaggi risultano simpatici e le atmosfere splendide, consigliabile per una lettura senza pretese, ma rilassante e distensiva.
"Spesso il confine tra felicità e infelicità è labile: a volte la felicità arriva per strane vie traverse."
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Indesiderata.
"Le donne non possono tenere i loro bambini, perché se non vogliono bene a tutti i bambini, non se ne può avere nessuno."
Periodo di vacanza, al mare, in montagna od in riva ad un lago, questo thriller ci può accompagnare ovunque siamo, non è eccellente, ma nemmeno pessimo, direi passabile per chi non vuole impegnarsi eccessivamente.
Lilian si trova con la mamma su un treno, quando improvvisamente, durante una sosta, scompare e dopo qualche giorno viene ritrovata morta davanti ad un ospedale, completamente nuda e con una scritta sulla fronte "indesiderata".
Il commissario Alex con i suoi assistenti Fredrika e Peder sono chiamati ad investigare, a scoprire cosa realmente è successo, l'indagine li porterà prima ad un'organizzazione di pedofili poi ad uno psicopatico, l'Uomo, che fa tutto questo per punire le donne, lui che è un sopravvissuto: "quando il pianto silenzioso di un bambino e le cicatrici di un'esistenza negata si trasformano in desiderio di vendetta."
Un thriller leggibile, la scrittrice racconta di ogni personaggio, sia dei buoni che dei cattivi, un po' della loro vita, dei loro amori, delle loro gioie e dei loro dolori, ci indirizza anche verso un soggetto facendoci credere che sia il possibile Uomo, cercando di far coinvolgere il lettore nell'indagine ed ho trovato tutto questo apprezzabile e stuzzicante, perché secondo me quando uno legge libri di questo genere lo scopo principale è cercare insieme a chi indaga chi potrebbe essere l'eventuale colpevole dei misfatti.
Si capisce che la Ohlsson ha realmente operato nel settore, infatti il modus operandi del commissario e dei suoi assistenti è raccontato con precisione e meticolosità, c'è una buona ricostruzione scientifica e ci fa capire che per essere un buon poliziotto è necessario avere un ottimo intuito e senso critico che aiutano a risolvere questi terribili e complicati fatti di cronaca dove sono coinvolti dei bambini innocenti e dove il tempo è sinonimo di salvezza, peccato per il finale un po' affrettato!
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Rossovermiglio.
"Si, le fate a volte sono assai svelte nelle loro faccende, e gli incantesimi si realizzano in una manciata di secondi, poi, capita che non bastino cent'anni."
Il libro racconta la vita di una donna,Minù, nata in una buona famiglia di Torino all'inizio del '900, che si sposa giovanissima per volere della famiglia, con coraggio e per la propria libertà decide di trasferirsi in Toscana, in una piccola tenuta: La Bandita, dove diventerà una viticoltrice esperta, sarà capace di produrre un ottimo vino il Rossovermiglio, richiesto da tutto il mondo.
"...le cose, come gli uomini, finiscono sempre con l'essere trasportate dal caso. Non ci sono nata, non mi ci hanno portata. La vita avrebbe potuto condurmi altrove. E invece è qui che mi sono fermata."
Sullo sfondo della vita di questa donna, c'è la storia dell'Italia: l'Italia monarchica prima, poi l'Italia in guerra ed infine l'Italia che decide di diventare Repubblica, nessun avvenimento influirà o colpirà il percorso della protagonista, nonostante il progresso avanzi, il mondo cambi, lei vive tutto il resto è contorno.
"Noi non viviamo tragedie abbiamo solo dispiaceri."
Il fulcro di tutto il libro è la figura di Minù: "in fuga da un matrimonio diventato insostenibile", che ha "portato sulle spalle la disapprovazione della sua famiglia", che ormai ottantenne fa il bilancio della sua vita, quando sente il tempo sfuggirle dalle dita, sa di essere stata: "impaurita, sola, determinata, non aveva un mestiere né un'idea, solo questa campagna", ha amato Trott, un uomo ambiguo e misterioso, che le ha insegnato a fare il vino, ha scoperto l'affetto che il marito provava per lei solo troppo tardi, si è nascosta al suo stesso figlio, casualmente ha scoperto una verità che avrebbe potuto intuire, ma che le è stato difficile accettare, ama definirsi: "lunediante del cuore" cioè una che "ha faticato ad esprimere un'emozione, a rivelare un'inclinazione o un turbamento".
Rossovermiglio è scritto in maniera eccellente, racconta una storia al femminile ambientata nella mia splendida Toscana, devo dire che purtroppo non mi ha convinto fino in fondo perché la protagonista racconta tutta la sua vita in maniera un po' fredda, asettica e distaccata, Minù non mi è risultata simpatica, ma piuttosto altezzosa e aristocratica, di conseguenza quello che mi ha raccontato non mi ha emozionato, né coinvolto, un vero peccato!
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Il grande Gatsby.
"Così continuiamo a remare, barche contro corente, risospinti senza posa nel passato."
Prima del libro, mi sono innamorata del film, avevo paura che la scrittura mi facesse ricredere sul racconto che avevo visto sul grande schermo, ma per fortuna non è andata così!
La versione cinematografica rappresenta appieno le atmosfere che lo scrittore F.Scott Fitzgerald ha raccontato nel libro: l'America degli anni 20, prima della grande depressione del 1929, la gente ricca, sbadata, che vive in un mondo fatto di feste, balli, divertimenti, bevendo nonostante il periodo del proibizionismo, fumando e ostentando al massimo tutta la loro ricchezza.
"Erano gente sbadata, Tom e Daisy: sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia sbadataggine o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettesse a posto il pasticcio che avevano fatto..."
Gastby è un personaggio particolare, che ha dei punti di contatto con lo stesso autore, che ha sempre sofferto per la sua condizione sociale, quella di non appartenere ad un ceto sociale alto, sanno di avere potenziale, ma per essere apprezzati devono sforzarsi il doppio anche con mezzi non del tutto legali, elaborare strategie, studiare con maggiore impegno, per raggiungere un livello che per chi possiede soldi ci accede già di diritto.
"Quando ti vien voglia di criticare qualcuno, ricordati che non tutti a questo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu."
Gastby si innamora perdutamente di Daisy, una ragazza bellissima e di buonissima famiglia e succede l'incredibile perchè anche lei ricambia il suo amore, lui parte per la guerra, si perdono e per sempre, Gastby rimarrà incastrato in un sogno d'amore, in un passato che mai più ritornerà!
Questo libro racconta di un mondo effimero, dove vivono personaggi che hanno tutti luci ed ombre, nessuno è mai completamente felice, nessuno si sente colpevole degli atteggiamenti che assumono, si tradiscono, si rinnegano e l'amore è un qualcosa di irraggiungibile, un sogno che può farti rimanere incastrato in un passato che non potrò ritornare mai più.
"Aveva perso il vecchio caldo mondo e pagato un prezzo troppo alto per aver vissuto troppo e a lungo con un unico sogno."
Una bella lettura che ci racconta del mito e delle contraddizioni del "sogno americano", un affresco di una generazione perduta.
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Harry Potter e il prigioniero di Azkaban.
"Non vado in cerca di guai-disse Harry seccato-. Di solito sono i guai che trovano me."
La storia prende forma e in questo terzo capitolo ci vengono svelati segreti sulla vita del padre di Harry, quando era anche lui uno studente di Hogwarts, un brillante e vivace ragazzo al quale piaceva mettersi nei guai, proprio come accade costantemente a Potter figlio!
Harry Potter non ti annoia mai, leggi con passione le sue avventure, pagina dopo pagina si copre chi sono i buoni e i cattivi, il valore dell'amicizia è al centro di questo capitolo, ma come sempre non manca anche l'inevitabile traditore, un uomo subdolo e viscido, che si nasconde dietro le sembianze di un topo.
Il romanzo assume sempre più i connotati dark, fanno impressione i Dissennatori creature disgustose, cupe e sporche, che esultano della disperazione, svuotano della pace, della speranza e della felicità e ti succhiano l'anima.
La Rowling mi impressiona sempre per la sua fervida fantasia, quanti elementi riesce ad inserire ogni volta in ogni libro, possiede un'immensa capacità di far tornare tutto, ogni pezzo va perfettamente a combaciare nel puzzle, la splendida storia di Harry ogni volta riesce a catturarmi, tutto è avvincente e spettacolare, si arricchisce di nuovi personaggi affascinanti come Sirius Back e il professor Lupin!
"La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi...basta solo ricordarsi di accendere la luce."
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La custode del miele e delle api.
"Nella vita accadono tante cose. Avvenimenti terribili, che poi all'improvviso cambiano. Non sempre le conseguenze sono negative. Spesso si trasformano in opportunità, in nuove occasioni. Il segreto è saperle riconoscere."
La lettura è bella perché ti fa viaggiare, conoscere e spesso ti fa sognare....
E' il caso di questo libro, dove Cristina Caboni ci porta in Sardegna, una splendida isola con la sua storia millenaria, con un grande patrimonio culturale e le sue innumerevoli tradizioni, scopriamo l'arte dell'apicoltura, le tecniche, l'amore per le api che svolgono un lavoro importantissimo per l'intero ecosistema e il valore dei prodotti ricavati (miele, cera, pappa reale ecc.), tutto questo fa da contorno alla storia di Angelica, una ragazza che fugge per non soffrire, ha paura a mettere radici, fino a quando non è costretta a tornare a casa, a causa di un'eredità improvvisa, a quel punto sarà costretta ad affrontare ciò che la spaventa, ad incontrare di nuovo Nicola, il suo "primo amore", a combattere per ciò che ama, a difendere le sue idee, dovrà imparare ad ascoltare il suo cuore ed a vivere la sua nuova vita con coraggio e consapevolezza.
"Una scelta implica sempre e comunque una rinuncia. Per me fermarmi sarebbe un cambiamento radicale...Questa è la vita. Non c'è nulla che sia totalmente giusto, né sbagliato. Tra noi e ciò che vogliamo c'è tutta una serie di incognite che ci vengono imposte, a prescindere."
Una lettura piacevole, rilassante, un romanzo emozionante e pieno di vita. Una storia che ci prende la mano e ci porta dove i nostri sogni possono aprire la porta all'amore.
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Tre vite di Wendy Holden
"A volte anche vivere è un atto di coreaggio." Seneca
"Hitler aveve scritto nel suo manifesto autobiografico del 1925 Mein Kampf che -la personificazione del diavolo come simbolo di tutti i mali assume la forma vivente dell'ebreo-, il Fuhrer promise di eliminare gli ebrei e altri -indesiderati- dalla Germania con quella che definì una -soluzione finale-."
Tutto ha inizio da qui, da quest'uomo, Hitler, che decise di eliminare dal mondo tutti gli ebrei, in questo libro-documentario ci viene raccontato con precisione e accuratezza l'assurda e terribile esperienza di tre donne Priska, Rachel e Anka che incinte riuscirono a sopravvivere all'inferno prima dei ghetti, poi del campo di Birkenau-Auscwitz, al lavoro forzato nella fabbrica di Freiberg ed infine all'ennesimo campo di Mauthausen, diventando madri in condizioni estreme, ma con una forza e un coraggio incredibile. I loro figli Hana, Mark e Eva, venuti al mondo pesando meno di un kilo, senza alcuna norma igienica, senza vestiti, avvolti in luridi stracci o nella carta di giornale, infestati dai pidocchi e dai parassiti, incredibilmente ce la fecero, a dispetto di Hitler che voleva cancellare dalla storia e dalla memoria un'intera razza.
"Non solo quelle donne eccezionali, di beata memoria, avevano trovato la forza di andare avanti e sopravvivere a circostanze impossibili negli anni della guerra, ma il loro coraggio e la loro determinazione fecero sì che anche i loro bambini sopravvissero. I loro figli hanno avuto a loro volta dei figli e hanno creato una seconda e poi una terza generazione, che continuano a vivere pienamente la loro vita in barba al piano di Hitler di cancellarli dalla storia e dalla memoria."
Questo libro, forte e crudo, ricostruisce grazie all'enorme lavoro svolto dall'autrice che utilizzando le testimonianze dei sopravvissuti, le lettere, le fotografie, i vari documenti, visitando i luoghi dove avvennero i terribili e atroci fatti, ha raccontato la storia di tre donne e l'agghiacciante male causato a tutti gli Haftling (deportati) dai nazisti-tedeschi.
"Eravamo arrivati all'inferno, e non sapevamo perché. Stavamo sbarcando ma non sapevamo dove.....Avevamo paura ma non sapevamo di cosa."
Ci sono vari passaggi toccanti delle sofferenze inferte ai deportati: l'essere sempre sporchi e la paura di farsi le docce, perché doccia significava morire gasati, la terribile fame e sete sofferta, scene di cannibalismo, il deliziarsi nel trovare erba fresca su un poggio od una patata marcia nel fango, essere svestiti di tutto e rasati a zero per essere riconosciuti subito in caso di fuga, uomini e donne che furono trattati peggio degli animali, per la sola colpa di appartenere ad una determinata etnia che doveva essere estinta, i nazisti riuscirono a non farli più sentire umani tanto non contavano niente per il mondo.
Un libro che ci aiuta a non dimenticare e che ci insegna che l'uomo può commettere atrocità inaudite, ci fa riflettere, ci spaventa, ci fa piangere per quanto quelle persone abbiano sofferto, ma ci fa cogliere anche la grande prova di forza e di coraggio di queste tre giovani madri che in un mondo avvolto dalle tenebre riuscirono a salvare i loro tre figli.
"Se scaccio una cosa dalla mente quando sta succedendo e ci dormo sopra, forse il mattino dopo andrà meglio. Finora ha funzionato....E' tipico della natura umana convincersi di poter sopravvivere in qualche modo...Chi si arrende e trascura il proprio fisico muore prima."
Tutti dobbiamo leggere questi libri che raccontano verità, soprattutto ancora oggi dove molti sonon ancora perseguitati, soffrono e scappano dai propri paesi per cercare la speranza di una vita migliore.
"Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo." Virgilio
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Colazione da Tiffany
"Io no. Non mi abituo mai a niente, io. Chi si abitua a tutto tanto vale che muoia."
Un libro che è un inno ad una figura femminile: Holly Golightly che è alla continua ricerca di un posto nel mondo, una ragazza dolce, caparbia, cinica e sognatrice che è rimasta nei nostri cuori per sempre, perché interpretata nella versione cinematografica dalla indimenticabile Audrey Hepburn.
Un piccolo libro che ci parla di una figura eccentrica, che conduce una vita sregolata, tra mille eccessi, un'attrice mancata, che al campanello del suo appartamento ha messo il cartellino con su scritto "in transito", perché lei è una persona che difficilmente si stabilisce in un posto, Holly cerca un luogo "speciale" nel quale sentirsi "speciale", libera e completamente sé stessa, senza costrizioni ed obblighi.
"Non voglio dormire, Non voglio morire, Voglio soltanto viaggiare per i pascoli del cielo."
La vita è complicata e spesso si può soffrire di "paturnie", curabili solo andando nella meravigliosa gioielleria da Tiffany.
"La melanconia viene perché si diventa grassi, o perché piove da troppo tempo. Si è tristi, ecco tutto. Ma le paturnie sono orribili. Si ha paura, si suda maledettamente, ma non si sa di che cosa si ha paura. Si sa che sta per capitarci qualcosa di brutto, ma non si sa che cosa."
Holly possiede un gatto, al quale non ha dato neppure un nome, lei dice: "Ci siamo incontrati un giorno per caso vicino al fiume, non apparteniamo l'uno all'altra; e lui è indipendente, come me. Non voglio possedere niente finché non avrò trovato un posto dove io e le cose faremo un tutto unico. Non so ancora precisamente dove sarà. Ma so com'è", al termine del libro i lettori si augurano che lei abbia esaudito il suo sogno, la stravagante Holly che ci insegna a non perdere la speranza e i desideri, che rifugge da tutto e da tutti.
"E' stato questo lo sbaglio di Doc. Si portava sempre a casa qualche bestiola selvatica. Un falco con un'ala spezzata. E una volta un gatto selvatico adulto con una zampa rotta. Ma non si può dare il proprio cuore a una creatura selvatica; più le si vuol bene più forte diventa. Finché diventa abbastanza forte da scappare nei boschi. O da volare su un albero. Poi in cielo. E sarà questa la vostra fine, signor Bell, se vi concederete il lusso di amare una creatura selvatica. Finirete per guardare il cielo."
Con il suo stile scorrevole e diretto, Capote, ha costruito un personaggio, dalle mille sfaccettature, il racconto di una ragazza piena di desideri, affascinante e "leggera" che rimarrà per sempre nel cuore del lettore.
"L'amore dovrebbe essere libero."
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Harry Potter e la Pietra Filosofale.
"La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela."
Ebbene sì, ho iniziato questa splendida avventura, il grande maghetto, Harry Potter, mi accompagnerà nelle mie prossime letture e sono già da ora pienamente convinta che sarà un'avventura splendida, avvincente e indimenticabile.
La storia inizia da qui, Harry dopo la morte dei genitori viene affidato alla famiglia Dursley, composta dalla zia Petunia, lo zio Vernon e il cugino Dudley, il quella casa Harry, non vivrà una bella infanzia, perchè loro sono persone per niente buone ed affettuose, lo fanno sentire sempre inadeguato e fuori posto, tutto cambia allo scoccare del suo undicesimo compleanno, da quel giorno Harry scopre di essere un bambino speciale, d'ora in poi il suo mondo sarà un mondo magico e fantastico e la sua scuola sarà quella di Hogwarts, dove iniziarà a vivere mille avventure ed esperienze particolari, troverà qui due amici Ron ed Hermione, un grande maestro Silente e un protettore Hagrid.
La Rowilng è bravissima, ogni personaggio è ben caratterizzato, gli ambienti molto particolarizzati e la storia è ricca di fantasia, un libro che insegna alle persone di ogni età quanto è bello leggere!
"Non preoccuparti, Harry. Imparerai presto. A Hogwarts tutti cominciano dalle basi. Starai benone. Basta che sei te stesso. Lo so che è dura. Tu sei un caso speciale, e questo rende sempre la vita difficile. Ma starai benissimo a Hogwarts...così è stato per me, e lo è ancora, davvero."
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Molto forte, incredibilmente vicino.
"Quel segreto era il buco al centro di me stesso, dove cadeva ogni felicità."
Un libro che racconta del dolore, quello di un ragazzino che ha perso il padre nell'attacco terroristico delle Torri Gemelle e di quello del suo nonno che è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, ma che dallo shock ha perso l'uso della parola.
"La vita è più spaventosa della morte."
Oskar è un bambino molto intelligente e pieno di fantasia, ama profondamente il padre, che con lui organizza giochi enigmistici per sviluppare le sue facoltà intellettive, ma un maledetto giorno, New York subisce un attacco che cambierà non solo la sua vita, ma quella di un intero pianeta.
"Tutto quello che è nato deve morire, e questo significa che le nostre vite sono come i grattacieli. Il fumo sale a velocità diverse, ma le vite sono tutte in fiamme, e tutti siamo in trappola."
Le immagini trasmesse e ritrasmesse dalle tv, di quegli aerei che vanno a sbattere contro le due Torri e il loro successivo crollo, delle persone che per sfuggire alla morte per incendio decidono di buttarsi nel vuoto, sono negli occhi di tutti noi e purtroppo quella "guerra" continua da quel terribile 11 settembre 2001, a quel disastro se ne sono sommati altri a Parigi, a Bruxelles, ad Ankara e in tante tante altri parti del mondo, persone innocenti muoiono "in nome di un Dio" e chi resta soffre della mancanza e dell'affetto di un padre, di una madre, di un figlio, di una sorella, di un fratello, di un amico ecc., quanto è crudele vivere oggi, tutti noi rischiamo di essere schiacciati sotto il peso di tutte le vite che non stiamo vivendo.
"La guerra! Continuiamo a ucciderci l'un l'altro senza uno scopo! E' la guerra fatta dall'umanità all'umanità, e finirà solo quando non ci sarà più nessuno da combattere! Fa male.".
Un libro forte, incredibilmente vero, che ci fa riflettere e pensare, tutti noi vorremmo aiutare Oskar a risolvere l'ultimo enigma che gli ha lasciato il padre, per cercare di farlo tornare a vivere, senza sensi di colpa e ritrovando un po'di felicità e di serenità.
"Cercare di vivere."
Assolutamente da leggere, particolare la sua impaginazione e apprezzabile anche il film!
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Esco a fare due passi.
"Immaturo, immaturo, immaturo."
Questo libro è veramente il nulla.
Invidio Fabio Volo che è in testa alle classifiche dei libri più venduti raccontando queste storie veramente insulse!
Il libro è una lettera di Nico a se stesso, nella quale cerca di analizzare il suo modo di agire e di ragionare, arrivando alla conclusione che lui è un immaturo, sotto ogni aspetto, nell'amore verso le donne, verso i suoi genitori, nell'impegnarsi nel lavoro e nei progetti a lungo termine, si rilassa facendosi le canne e vivendo il presente, senza porsi problemi per il futuro.
Immaturo, immaturo, immaturo!
"Ci sono due problemi nella vita. Quelli senza soluzione e quindi è inutile preoccuparsi e quelli che una soluzione ce l'hanno e quindi è inutile preoccuparsi."
Nico è un ragazzo alla ricerca di sé stesso, ma l'analisi che fa non è profonda e psicologica, è secondo il mio modesto parere assurda e inconcludente, spesso passa ad analizzare particolari ridicoli come quello di "della striscia marrone che sporca le mutande e se è previsto l'incontro con un'eventuale donna la necessità di farsi un bidè"!
"C'è chi cerca l'altra metà della mela, io sto cercando ancora la mia mezza."
Ma, si può??? Una lettura assurda, che è riuscita solo ad irritarmi!!!
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Amabili resti.
"La gente cresce vivendo. Voglio vivere anch'io."
Susie Salmon ci racconta la sua storia e lo fa dal suo mondo il Cielo, lei che è stata uccisa, stuprata, massacrata e fatta a pezzi, ha lasciato la Terra e la sua famiglia, un giorno all'improvviso, a 14 anni, nell'età più bella, quella di passaggio da bambini ad adulti e in tutto il libro si percepisce il suo continuo rammarico di un vita incompiuta a causa di uno psicopatico il signor Harvey, che uccide donne o ragazze, senza lasciare traccia alcuna.
Il padre di Susie sarà l'unico a sospettare dello strano signor Harvey, l'unico che continuerà a vivere nel ricordo della sua bambina che una sera non è ritornata più a casa, la madre Abigail, invece, ha una reazione tutta sua, sfoga il dolore non affrontando il dolore stesso, cerca una via di uscita rifiutando di parlare della figlia che non c'è più e si impone di andare avanti prima buttandosi tra le braccia di un altro uomo, poi scappando lontano e ritornando solo quando suo marito colpito da infarto, lotta tra la vita e la morte in ospedale, la sorella Lindsey si sente in dovere di proteggere il padre, bravissima a scuola trova aiuto ed amore in Simon, il piccolo fratellino Buckley è l'unico a sentire la presenza di Susie tra loro e diventa la ragione di vita del padre.
Susie dal suo Cielo, soffre, perché è impotente, non può aiutare coloro che ama e che ha lasciato sulla Terra, vorrebbe poter parlare con loro, avvertirli dei pericoli, confidare segreti sul suo assassino, non le resta che osservare e vedere il trascorrere delle loro vite, lei è intrappolata in un mondo come un pinguino all'interno di una palla di vetro.
"Queste erano le bellissime ossa cresciute intorno alla mia assenza: i legami -a volte stretti a caro prezzo, ma spesso meraviglioso- nati dopo che me n'ero andata. E allora cominciai a vedere le cose in un modo che mi lasciava concepire il mondo senza di me. Gli avvenimenti cui la mia morte aveva dato luogo erano semplicemente le ossa di un corpo che in un momento futuro imprevedibile sarebbe divenuto intero. Il prezzo di quel che ormai vedevo come un corpo miracoloso era stato la mia vita. Papà guardò la figlia che aveva davanti. La figlia ombra non c'era più."
Quanta crudeltà e ingiustizia c'è di fronte ad un evento così destabilizzante: una famiglia che un giorno all'improvviso è costretta a dover metabolizzare che una figlia non c'è più, prima la speranza di un'eventuale scomparsa e poi la totale certezza che Susie è stata brutalmente uccisa e che non varcherà mai più la soglia di casa, ognuno affronterà l'accaduto in maniera diversa, cadranno in un lungo periodo di dolore e sofferenza, ognuno elaborerà nel suo animo la sua assenza e piano piano torneranno a vivere.
Tutto questo perché al mondo esistono uomini come il signor Harvey, degli psicopatici che uccidono per il loro perverso piacere, per un'assurda attrazione verso delle ignare malcapitate, che loro prima osservano da lontano e poi con uno stratagemma alla fine le avvicinano, le afferrano e per quelle donne sarà la morte, purtroppo la cronaca nera ne è piena tutt'oggi ed è impossibile combattere eventi così irrazionali e incontrollabili.
"E in quella, altre bambine e donne giunsero nel campo da tutte le direzioni. La nostra pena si riversò dall'una all'altra come acqua versata di tazza in tazza, e tutte le volte che raccontavo la mia storia ne perdevo un poco, una minuscola goccia di dolore. Quel giorno compresi che volevo raccontare la storia della mia famiglia. Perché l'orrore sulla Terra è reale e accade tutti i giorni. E' come un fiore o come il sole, è qualcosa di incontenibile."
Strano il racconto che non avviene dalla parte dei vivi, di chi è restato sulla Terra, ma da Susie, lei che ormai è in Cielo, la ragazzina che non diventerà mai donna, che vorrebbe abbracciare ancora un volta tutta la sua famiglia, amare Ruy, vivere il proprio futuro, ma tutto questo non le è più concesso, tutto si è fermato una sera in un campo di granturco.
"Scordiamoci chi conoscemmo, e non pensiamoci più, scordiamoci chi conoscemmo e il bel tempo che fu!."
Un libro originale, per come è impostato, che tratta un argomento terribile e crudo, da leggere per non dimenticare l'eterna violenza!
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Una lettura triste, ma bellissima
"La nostra famiglia è scomparsa quel giorno sulla spiaggia...con Alfie. E' come se fossimo annegati tutti con lui."
Questo libro racconta la storia della famiglia Tide, la loro vita cambia completamente dopo la morte del piccolo Alfie, sia la madre, sia il padre, sia le sorelle Dora e Cassie vivranno da quel momento in poi con un enorme senso di colpa, tutti si sentono per un motivo o l'altro, colpevoli dell'enorme tragedia che li ha colpiti.
"Ma, in fondo, qualunque cosa dica, a prescindere dal suo personale senso di colpa, sa che non può cambiare ciò che è successo. In fondo, non c'è niente che possa dire per aggiustare quello che si è rotto."
E' bello leggere, pagina dopo pagina, il percorso emotivo di tutti i protagonisti, ognuno piano piano, con fatica, macerati dal dolore e dal rimorso, dovranno con determinazione e coraggio accettare quello che è successo quel dannato giorno, riprendere le fila della loro vita, andare avanti e ricucire i legami che non si erano mai spezzati, ma solo allentati, con il resto della famiglia, perché l'amore che lega tutti loro si è solo sopito, è necessario per accenderlo di nuovo, confessare segreti ed ammettere i propri sbagli e tornare a vivere di nuovo.
"Temo che la vita non offra nessuna garanzia. Mi addolora dirlo, ma non posso prometterti che la tua non abbia in serbo altro dolore, Però rispondi a questa domanda, Dora: cosa dobbiamo fare, smettere di viverre, di provare, perché abbiamo paura di soffrire? Si, non sempre la vita va come ce la immaginiamo noi. Si, ci può far male, quasi annientarci, ma adesso so che possiamo anche guarire, diventare più forti. Possiamo trovare la felicità nei posti più inaspettati...con le persone più impensabili."
Troviamo in questo libro due sorelle Dora e Cassie, molto diverse una dall'altra, Dora: amorevole, accondiscendente e responsabile, sarà lei a ricomporre la famiglia disgregata, Cassie: ribelle, schiva, che manifesta l'odio verso sé stessa ferendo il proprio corpo e che troverà la pace dedicandosi al progetto del Giardino Segreto, portando avanti la vecchia passione del nonno.
Tutta la storia viene paragonata al vaso di Pandora, che rompendosi porta i mali della vita, quello che prova la famiglia Tide, ma alla fine la Speranza trionfa e cercheranno tutti di cavarsela come meglio possono aiutati dall'amore che uno prova per l'altro.
"Il vaso di Pandora è aperto. Tutti i mali della vita sono già usciti nel mondo, sono stati liberati per dare luogo all'inevitabile miscuglio di discordia e di dolore, ma Dora sa che non conta più. Adesso ne è consapevole. La Speranza rimane."
"Le bambine che cercavano conchiglie" lo consiglio, è un libro di quelli che a me piace tantissimo, perché racconta le emozioni, percorsi interiori per superare drammi, grazie alla speranza e all'amore si può tornare a vivere di nuovo.
"Una vita vissuta nella paura è una vita vissuta a metà."
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Flush biografia di un cane di Virginia Wollf
Una biografia particolare perché raccontata con gli occhi di un cane, un cocker spaniel rosso, Flush, l'amico fedele, di una delle più grandi poetesse d'Inghilterra. La brillante, la sfortunata, l'adorata Elizabeth Barrett in persona.
L'eccezionalità di questo romanzo-biografia è che i sentimenti, le sensazioni, gli umori provati non sono quelli di un umano, ma di un animale, un cane, che ama profondamente, senza riserve, la sua padrona nella quale ripone tutta la sua fiducia di essere sempre amato e la speranza di non essere mai abbandonato, nemmeno nelle peggiori delle ipotesi, anche quando viene rapito da una banda che chiede riscatti ai ricchi signori in cambio della restituzione dei loro "amici" da compagnia.
Flush ci illustra una Elizabeth nelle sue mille sfaccettature, perché chi meglio di lui può conoscerla!
L'amico silenzioso, che sta sempre ai suoi piedi, che al minimo movimento, la osserva e capisce quando è in ansia, è rilassata, è amorevole, è furiosa, è gioiosa, non la giudica e non la offende, essendo lui privo della parola, gli animali di amano incondizionatamente, è quindi perfettamente concepibile che Virginia Woolf abbia scritto un libro raccontato da un amico peloso, perché chi meglio di loro conosce i difetti e i pregi dei padroni, loro che sono sempre presenti anche nei momenti più intimi e personali.
"La conosceva come solo i muti possono conoscere. Non una sola della miriadi delle sue sensazioni era mai stata deformata dalle parole."
Il libro è una storia d'amore tra un cane e la sua padrona, perché esistono dei rapporti speciali, non solo quelli tra esseri umani, ma anche tra umani e animali, che spesso sono più grandi ed eccezionali degli altri.
"L'amore della tua vita è quello che ti dimostra che l'amore esiste. Sotto qualsiasi forma esso arrivi. Ovviamente, quando hai rapporti con l'invisibile sei più fortunato, puoi vederlo con maggiore facilità. Elizabeth Barrett lo aveva capito appena Flush era entrato nella stanza al seguito di Miss Mitford."
Una biografia speciale che centra in pieno il concetto dei romanzo del Novecento, visto da una prospettiva speciale, quella di un cane!
"Il romanzo del Novecento è una specie di anticamera dalla quale si ascolta il brusio della voce e si intravede una sottana, l'altezza della testa di uno spaniel è in anticamera anche quando lo spaniel è nella stanza e dunque è l'altezza perfetta per cogliere brusii e fruscii e per godersi il romanzo del Novecento."
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L'estate dei segreti perduti.
"Vivi nell'oggi."
Scritto in maniera sbrigativa e approssimativa, il libro racconta la storia della Perfetta famiglia Sinclair, che ogni anno d'estate si ritrova a passare le vacanze sulla bellissima isola di Martha's Vineyard, per quindici anni Cadence non aspetta altro che la fine della scuola per ricongiungersi ai suoi compagni estivi i "Bugiardi": Gat (del quale è innamorata), Mirren (la dolce e mielosa cugina) e Johnny (l'insoddisfatto cugino), poi un giorno la nonna Tipper muore, niente sarà più come prima, l'equilibrio si è rotto, la tragedia colpirà tutti loro ed un segreto dovrà riaffiorare nella mente di Cadence.
"Ma accadde qualcosa di brutto, di stupido, di criminale, di efferato, una tragedia che si sarebbe potuta evitare, che non sarebbe mai dovuta accadere..."
Questo è stato il mio primo libro con storia rivolta ad un lettore "young adults", l'ho preso in biblioteca, attratta dalla copertina pensavo in una storia di donne con segreti di famiglia, purtroppo si è rivelata una lettura inconsistente da considerare "non pervenuta".
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I giorni dell'abbandono.
"...il dolore si è distillato, mi ha avvilita ma non mi ha spezzata."
Il libro racconta la storia di Olga, una donna di 38 anni con due figli, che improvvisamente viene lasciata dal marito.
"Tempo, tempo, tutto il tempo della vita si era perso, e solo per disfarsene con la leggerezza di un capriccio. Che decisione ingiusta, unilaterale. Soffiare via il passato come un brutto insetto che si è poggiato sulla mano."
La Ferrante come solo lei sa fare, entra nell'animo di Olga, in profondità, ci racconta di una donna "guastata", smarrita, offesa che ha dedicato la sua vita a quella di un marito che senza curarsi di lei l'abbandona.
Olga sarà costretta: ad affrontare i fantasmi del passato ("la poverella" una donna che aveva subito la sua stessa sorte durante la sua infanzia a Napoli), ad occuparsi del cane Otto (dono del marito ai figli) che capirà di amare solo quando sarà troppo tardi, i suoi figli da un giorno all'altro saranno costretti a convivere con una madre "diversa" sguaiata, insofferente e intollerante e con il padre mancante, perderà la sua integrità, fino quasi a sfaldarsi, dovrà combattere il rancore e il dolore, fino a ricompattarsi per affrontare di nuovo la "sua" vita.
"Sì, ero stupida. I canali dei sensi si erano chiusi, non vi scorreva più il flusso della vita chissà da quando. Che errore era stato chiudere il significato della mia esistenza nei riti di Mario mi offriva con prudente trasporto coniugale. Che errore era stato affidare il senso di me alle sue gratificazioni, ai suoi entusiasmi, al percorso sempre più fruttuoso della sua vita. Che errore, soprattutto, era stato credere di non poter vivere senza di lui, quando da tempo non era affatto certa che con lui fosse vita."
Olga è una donna che mi ricorda Lila o Lenù dell'Amica geniale, perché la Ferrante ha la capacità di pennellare magistralmente l'animo delle donne che soffrono, che si "guastano" o si "smarginano" per poi puntualmente tornare a esistere, quietamente.
"Il futuro sarà tutto così, la vita viva insieme all'odore umido della terra dei morti, l'attenzione insieme alla disattenzione, i balzi entusiastici del cuore insieme ai bruschi cali di significato. Ma non sarà peggio del passato."
"Esistere è questo, pensai, un sussulto di gioia, una fitta di dolore, un piacere intenso, vene che pulsano sotto la pelle, non c'è nient'altro di vero da raccontare."
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Una piccola libreria a Parigi.
"....perché tutto è dentro di noi. E nulla scompare."
Un libro che racconta del dolore che si prova per le persone amate e perdute.
Jean Perdu ha amato la sua Manon, con tutto se stesso, annientandosi, poi un giorno lei ha lasciato una lettera e se ne è andata via.
"Chi viene lasciato deve rispondere con il silenzio. Non deve dare più nulla a chi se ne è andato, deve farla finita così come l'altro l'ha fatta finita con il futuro."
Lui si è rifiutato di leggerla, sa che ha scelto la felicità tra le braccia di suo marito Luc e per lui inizia una vita senza amore, bloccato in un mondo piatto e triste, nel quale ripensa continuamente alla sua lei, poi un giorno grazie a Caterina il contenuto della lettera viene a galla e scopre che Manon è fuggita da lui non perché non lo amava più, ma per un problema grave di salute.
Adesso Jean Perdu non si rammarica per l'amore perduto, ma per non esserle stato accanto nel momento della malattia.
"Lo sai che fra la fine e il nuovo inizio, c'è un mondo di mezzo? E' il tempo ferito, Jean Perdu. E' una palude dove si raccolgono sogni, paure e intenzioni perdute. I passi in questo tempo si fanno più pesanti. Non sottovalutare questa stazione di passaggio fra la fine e il nuovo inizio, Jeanno. Datti tempo. A volte le soglie sono così grandi che non si possono superare con un passo solo."
Inizia per lui un viaggio che lo porterà da Parigi fino alla Provenza, grazie al quale affronterà i fantasmi che lo tormentano e ricomincerà di nuovo a vivere.
"Manon, hai ragione. E ancora tutto qui. Il tempo passato insieme è intramontabile, immortale. E la vita non finisce qui. La morte nella nostra vita è solo una soglia fra una fine e un nuovo inizio."
Un libro troppo melenso per i miei gusti, forse io ho il difetto di non essere molto romantica, tutta questa sofferenza per l'abbandono da parte di una donna che si divideva tra due uomini, Luc e Jean, non mi ha convinto fino in fondo, sono troppo insensibile verso il troppo, lo ammetto, purtroppo so che di questo romanzo mi rimarranno di più gli incantevoli paesaggi descritti nel viaggio su una chiatta tra i fiumi che da Parigi portano nella splendida Provenza ed il profondo dolore che si prova per la morte di una persona a noi molto cara, quel distacco per me è difficile da accettare e da assorbire.
"Il dolore funziona così: ti accompagna fin dall'inizio. Ti sveglia. Sta tutto il giorno con te, fino alla sera, e non ti lascia dormire in pace. Ti stritola e ti scuote. Ma ti scalda anche. Prima o poi se ne va, ma non è mai per sempre. Si guarda continuamente indietro. E poi alla fine...ho capito di colpo che cosa è importante nella vita. Il dolore me l'ha rilevato: è l'amore la cosa più importante. Mangiare bene. Tenere la testa alta e non dire di sì quando bisogna dire di no."
"Una piccola libreria a Parigi" mi ha deluso, è il classico libro che dalla copertina e dal titolo mi aspettavo di più, ma capisco anche che possa piacere a molti per l'amore ed il romanticismo che trasmette.
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Storia della bambina perduta.
"....è buona regola non pretendere chissà che ma godersi il possibile."
Quando ho finito questo libro, il quarto ed ultimo della saga dell'Amica Geniale, mi sono sentita persa, ho pensato: "Ed ora, che faccio senza Lila e Lenù?", lo so può sembrare esagerato ed assurdo, ma quando ti appassioni ad una storia bella, scritta con maestria, poi è difficile farne a meno, resti come sospesa, pensi ora troverò nuove letture che possano coinvolgermi allo stesso modo e farmi sentire soddisfatta?
La Ferrante non ha mai avuto un cedimento nel raccontarci la storia delle due amiche, pagina dopo pagina, non c'è mai stato un momento nel quale mi sia annoiata od abbia pensato -la sta tirando troppo per le lunghe-, tutto è perfettamente perfetto, oltre a Lila e Lenù, c'è anche la storia dell'Italia dagli anni 50 fino ai giorni nostri, mi hanno impressionato le pagine che ripercorrono le ore terribili di quella maledetta domenica del 23 novembre 1980 quando tutto il meridione fu scosso dal terremoto che distrusse tanti piccoli paesi dell'Irpinia, gli anni bui del terrorismo, la piaga della droga, i movimenti femministi, i ruggenti anni della democrazia cristiana, la scalata dei socialisti, gli agguati di camorra, le brigate rosse e poi Napoli: una città bellissima, dai mille contrasti estremi, che Lenù e Lila amano ed odiano nella stessa identica maniera.
"Essere nati in questa città serve a una cosa sola: sapere da sempre, quasi per istinto, ciò che oggi tra mille distinguo cominciano a sostenere tutti: il sogno di progresso senza limiti è in realtà un incubo pieno di ferocia e di morte."
"Storia della bambina perduta" continua a raccontare di Lila e Lenù, che si avvicinano di nuovo, riallacciano il rapporto di amicizia che si era allontanato, ma mai spezzato, Lenù capisce ed aiuta la mamma con la quale aveva sempre avuto un rapporto difficile, Lila, invece, sarà costretta ad affrontare un dolore, dal quale non è possibile riprendersi mai più, continuerà a vivere, ma senza vivere più realmente.
"Io ero io (Lenù) e proprio per questo motivo potevo farle spazio in me darle una forma resistente. Lei invece non voleva essere lei (Lila), quindi non sapeva fare lo stesso. La tragedia di Tina, il fisico debilitato, il cervello allo sbando certamente concorrevano alle sue crisi. Ma il malessere che chiamava smarginatura aveva quella ragione di fondo."
Passione, odio, amore,amicizia, invidia, tradimenti, indifferenza, arrivismo e tanto altro, il libro è un condensato di sentimenti, di vita vissuta, Lila rimarrà sempre la più forte colei che conduce, ma sarà Lenù a spiccare il volo, quella che farà le scelte difficile, ad affermarsi e con la sua pazienza e amore a tenere saldo il rapporto di amicizia tra le due ed alla fine tutto ritornerà al principio dalle due piccole bambine che persero le bambole nella cantina di Don Achille....
"Ogni rapporto intenso tra essere umani è pieno di tagliole e se si vuole che duri bisogna imparare a schivarle. Lo feci anche in quella circostanza e alla fine mi sembrò di essermi solo imbattuta in un'ennesima prova di quanto fosse splendida e tenebrosa la nostra amicizia, di quanto fosse stato lungo e complicato il dolore di Lila, di come esso durasse ancora e sarebbe sempre durato."
Concludo con l'ultima frase del libro e consigliando la lettura di questa splendida storia:
"A differenza che nei racconti, la vita vera, quando è passata, si sporge non sulla chiarezza ma sull'oscurità. Ho pensato: ora che Lila si è fatta vedere così nitidamente, devo rassegnarmi a non vederla più."
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Il cardellino.
"La maggior parte della gente conduce una vita di mite disperazione".
Nonostante questo libro sia lunghissimo, quasi 900 pagine, la lettura non è stata affatto faticosa, la storia di Theo ha inizio nel peggiore dei modi: colti all'improvviso da un forte temporale a New York, madre e figlio trovano riparo all'interno del Metropolithan Museum, lei è amante dell'arte ed in particolare ama il quadro "Il cardellino" di Fabritius, proprio in mostra quel giorno e ne condivide l'immenso amore con il figlio, ma all'improvviso una bomba esplode (attacco terroristico), tutto il mondo di Theo finisce quel giorno, la madre muore e con lei tutto il suo fragile mondo.
Theo ci racconta in prima persona tutto quello che gli accade da quel giorno in poi: il momentaneo vivere con la famiglia ricca del suo amico Andrew, lo strano modo ci conoscere la ragazzina Pippa anche lei l'unica superstite dell'immane tragedia e il restauratore d'opere Hobie, gli unici capaci di comprendono fino in fondo il suo grandissimo dolore, l'incontro che cambierà la sua vita per sempre quello con Boris, colui che diventerà il suo amico, il compagno di mille avventure e che lo inizia all'arte dello sballo con ogni genere di droga, sullo sfondo vigilerà sempre "Il cardellino", una sorta di talismano, che aiuterà Theo a ritrovare se stesso in un percorso lungo e pieno di sofferenza.
"Il quadro mi aveva fatto sentire meno mortale, meno ordinario. Era stato un sostegno, una forma di rivalsa, di nutrimento e di resa dei conti. Era il pilastro che aveva tenuto in piedi la cattedrale. Ed era terribile scoprire, ora che era scomparso all'improvviso, che dentro di me, per tutta la mia vita adulta, ero stato sorretto da questa colossale, crudele, invisibile gioia: credere che la mia intera esistenza avesse trovato il suo equilibrio grazie a un segreto che poteva disintegrarla da un momento all'altro."
Il libro è scritto in maniera superba e racconta il percorso formativo di un ragazzino, pagina dopo pagina, ho sofferto per come il dolore può portare alla completa autodistruzione, mi sono commossa ed ho sperato che alla fine ci fosse per Theo un piccolo spiraglio di vita nuova, di rinascita, l'illusione che il suo cuore potesse accogliere quel poco di bene che la vita ci concede.
"...la vita è breve. Che il destino è crudele ma forse non casuale. Che la Natura (intesa come Morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto. Che forse anche se non siamo sempre contenti di essere qui, è nostro compito immergerci comunque: entrarci, attraversare questa fogna, con gli occhi e il cuore ben aperti."
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Storia di chi fugge e di chi resta.
"Nelle favole si fa come si vuole e nella realtà si fa come si può."
Terzo capitolo della storia della Ferrante, dove troviamo Lila un po' sullo sfondo, mentre Lenù in primissimo piano ci viene raccontata in tutte le sue mille sfaccettature: piena di ansia, di paura, debole e stanca perché diventa madre e moglie, deve accudire le figlie, capire ed amare un marito spesso assente e distante a causa del suo lavoro all'università, cerca di allontanarsi dal rione e da tutti i suoi abitanti, ma un filo la lega indissolubilmente alla sua terra di origine, ogni volta è costretta a ritornare dove tutto ha avuto inizio, la sua carriera da scrittrice latita e le sue aspirazioni traballano, il matrimonio vacilla affondato nelle difficoltà del quotidiano e grazie agli scherzi del destino Nino prepotentemente si riaffaccia nella sua vita, sconvolgendola e mostrandoci una Lenù piena di una passione fin troppo eccessiva e accecante.
Nonostante sia il terzo della serie, ci si poteva immaginare che la Ferrante non sarebbe riuscita ad attirare ancora l'attenzione del lettore sulla storia delle due amiche Lila e Lenù, ma grazie alla sua forza narrativa cattura ancora una volta l'attenzione di chi legge e la curiosità per l'ultimo libro lasciando la storia sospesa!
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La sovrana lettrice.
"Stava scoprendo che un libro tira l'altro; ovunque si voltava si aprivano nuove porte e le giornate erano sempre troppo corte per leggere quanto avrebbe voluto."
Un libro piccolino, divertente e stravagante, con il personaggio principale che non crederesti di trovare mai nelle tue storie, la regina d'Inghilterra.
Come ci comportiamo se la regina, che non ha mai avuto hobby, perché non ha tempo e perché questi "implicano predilezioni e le predilezioni vanno evitate", un giorno all'improvviso inizia ad amare la lettura?
Complicato e difficile diventa accettare questo cambiamento nel carattere della regina, perché leggere porta ad essere più smaliziati nei gusti e nelle scelte, più raffinati, a prendere coscienza dei sentimenti propri e degli altri, ad acquisire tanti concetti e ad ampliare le conoscenze.
Un libro che è un inno alla passione della lettura, una passione che diventa dipendenza che non ha cura e dalla quale non si vuole guarire.
"Un libro è un ordigno per infiammare l'immaginazione."
"Non si mette la vita nei libri. La si trova."
"Dite tutta la verità, ma ditela insinuandola: l'importante è girarci intorno."
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La donna in bianco.
"Così è il Mondo,così sono gli Uomini,così è l'Amore.Cos'altro siamo se non fantocci in un teatrino da fiera?Oh,Destino onnipotente tira con gentilezza i nostri fili!Abbi pietà di noi,e dalla nostra scena angusta concedici di uscire a passo di danza."
Una ragazza (Lady Glide) ricca, ingenua e bellissima; un promesso sposo (Sir Percival) con tanti segreti, che non è quello che sembra; la sorella dell'ereditiera (Marian) coraggiosa, forte e determinata; l'amico dello sposo (conte Fosco) di origini italiane, equivoco, criptico e malvagio; un maestro di disegno (Mr.Walter Hartright) innamorato, che si trasforma in detective, per scoprire la verità e l'inganno perpetrato verso Lady Glide; una misteriosa donna in bianco.
Questi sono tutti gli ingredienti di una splendida storia, di un classico da leggere e da avere nella propria biblioteca, scritto nel 1800 e considerato l'antesignano dei romanzi polizieschi.
In questo libro troviamo tanti personaggi e la bravura dello scrittore è quella di averli caratterizzati in maniera spettacolare in tutte le loro qualità e nei loro difetti, altro elemento importante è quello della suspence, il lettore pagina dopo pagina vuole scoprire la verità e questo ti porta a ritagliarsi un momento della giornata per dedicarsi a "La donna in bianco".
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