Opinione scritta da Asoka81
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Cult
Libro cult. Unico nel suo genere. Fece conoscere il talento di Banana Yoshimoto (figlia d'arte) in Italia, nella splendida traduzione di Giorgio Armitrano.
Amo follemente Banana Yoshimoto. La incontrai anni fa, per caso: il titolo di un suo libro di piaceva (Kitchen), ed io, ragazzino curioso di 3 media, non potei resistere. Lo lessi di un fiato.... che splendida lettura! Fui preso per mano dalla brava Mahoko (nome vero della Yoshimoto), e condotto attraverso strani mondi, fatti di parole e pensieri, emozioni ed un infinità di immangini splendenti.
I suoi libri non sono mai voluminosi, ma assai densi... ogni sua pagina va gustata lentamente, quasi "mangiucchiata" parola per parola: vera poesia in prosa. Banana ha lo straordinario dono di riuscire a condensare in poche parole, una mole enorme di sentimenti, pronti per un esplosione "interna" che ci travolge quando meno ce ne accorgiamo. Storie di giovani perlopiù, di crisi adolescenziali, spaccati di vita giapponese. Spesso possiamo incontrare nei suoi racconti il mistero, il fascino dell'occulto, non un occulto "gotico" ma da "anime giapponese" (per chi se ne intende). Ecco, spesso i suoi libri sono come cartoni animati, molto ben fatti, molto ben pensati, sopratutto.
Certo, sono conscio del fatto che non tutti apprezzano la brava Yoshimoto, ma per me è sempe un emozione nuova leggere un suo romanzo, un suo racconto.
Le sue opere hanno la straordinaria capacità di risvegliare in me ricordi, pensieri, immagini di una straordinaria luminosità.
Sono condotto in un mare di parole, ora placido ora in tempesta. Guardo lo svilupparsi dei personaggi, quasi ne sento il fiato sul collo... sono miei amici, li conosco da una vita, sono sicuro di averla vista giorni fa..non ricordo dove...le pagine passano, e tu cresci con loro. Poi arrivi all'ultima pagina, sei un po' triste, sai che tra poco dirai addio a tutti loro: alla ribelle Tsugumi (ma che gran cuore che ha), alla delicata Hotaru...dovrò dire addio alla splendida spiaggia di Saipan (così bella al tramonto).... ecco l'ultima pagina è arrivata, una piccola lacrima, e la speranza di ritrorvarci tutti insieme, per ridere e piangere ancora insieme: ciao Banana, alla prossima.
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per capire
Lo scopo dell'autore a mio avviso non è quello di confutare le verità teologiche che costituiscono l'ossatura della fede cristiano-cattolica, bensì quello di tracciare un ritratto di Gesù come personaggio "storico", sulla base dei pochi dati certi di cui siamo oggi in possesso, inserendolo nel contesto storico sociale all'interno del quale egli ha vissuto e ha divulgato il suo messaggio. Credo che qualsiasi individuo - credente e non - dotato di un minimo di spirito critico si sia posto le stesse domande che pone Augias. Il prodotto che ne risulta è un ritratto non so quanto autentico ma estremamente "umano" di Gesù che tuttavia non intacca le verità di Fede, ma tutt'al più le integra, in quanto il messaggio cristiano è riuscito a conservare la sua essenza nonostante le numerose e inevitabili manipolazioni a cui è stato sottoposto.
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NOIOSO
Che noia. Il solito becero anticlericalismo, giusto per chi crede ancora che criticare la chiesa (cosa che a me non importa) faccia figo-liber-pensiero. C'è davvero di meglio. Illuminismo? Voltare pagina, no? L'autore gira intorno alle sue quattro idee stantie e vecchie, ripetendosi all'infinito. Se vi piace il genere meglio il Barone d'Holbach, scriveva nel 1770 "Il buon senso"... molto più genuino di questo libricino insapore e ripetitivo.
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Ben scritto
Finalmente qualcosa di nuovo. Uno di quei libri che "rimangono": personaggi ben tratteggiati, con mano ferma e sicura.. che meraviglia, finalmente della buona letteratura di genere. Un giallo accattivamente, che invita il lettore a "giocare", e allo stesso tempo libro di denuncie velate, che vomita sulla società dei "ben pensanti" che alla fine sono i veri mostri. Lisbeth Salander è poi unica nel suo genere, una donna sfuggente che punta il dito (con il suo solo esistere) contro le ingiustizie, che ha una propria morale, vera però. Davvero consigliato.
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Unico
Kafka sulla spiaggia mi ha ammaliato: Murakami è un raro maestro nel giocare con le parole, e come sempre quando si avvicina la fine della lettura vorresti solo che il libro durasse ancora 500 pagine e più.. mai vorresti abbandonare quei personaggi tristi e forti, strani e follemente reali. Follemente reali perchè Murakami è capace di trasformare l'irreale in un "qualcosa" perfettamente plausibile, sensato (pur nel loro aspetto onirico). I suoi libri non si dimenticano, mai. Ci sono immagini che si scolpiscono nella nostra mente, con fare indelebile. Di questo libro molte sono le immagini di luce, le fotografie che vengono richiamate ogni qual volta vedo questo libro da qualche parte. Questa è grande letteratura, quella capace di "restare", oltre il fluire del tempo.
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In compagnia delle lucciole
Ho avuto il piacere di conoscere Murakami, finalmente. Erano anni che vedevo il suo nome tra gli scaffali, anni di letture orientali certo, ma che mai aveva sfiorato il saggio Haruki. La nuova edizione dell’Einaudi mi ha attirato. In un nome, il motivo: Giorgio Amitrano. Traduttore che conosco molto bene, essendo BANANA YOSHIMOTO la dea del mio oceano di libri. Si da il caso che il caro Giorgio traduta da sempre l’amata Yoshimoto. La nuova edizione di Norwegian Wood si avvale di una sua semplice, lineare ma gustosissima introduzione. Non potevo non prenderlo.
Le pagine scorrono veloci. Scivolano quasi. Murakami mi piace sempre di più. Scorrono i suoi pensieri sulla mia lingua… ripeto le frasi del libro, cercando di dare un senso alla sua scrittura misticheggiante e meravigliosamente poetica. Molte sono le immagini che stanno restando nella mia mente. Man mano che procedo nella lettura, vedo Toru, il protagonista, sempre li, su un terrazzo, nel buio della sera, in compagnia delle lucciole. Non dice nulla, guarda il panorama, e con esso la sua vita.
Murakami… poeta meritevole. Davvero. Credo che leggerò qualcos’altro di suo. Merita.
Arriva in un momento difficile della mia vita. Momento sterile. Di vuoto e di deserto. Parole che non attaccano, che non fanno presa… Murakami è riuscito nell’impresa di farmi sorridere e sospirare. Non è poco. Per nulla.
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