Opinione scritta da Ransie_LaStrega

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Ransie_LaStrega Opinione inserita da Ransie_LaStrega    21 Giugno, 2024
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Romanzo storico o Romanzo Rosa?

“Il Cavaliere D’inverno” è un romanzo che vorrebbe tracciare la sua linea narrativa su di un filone storico drammatico come quello della Seconda Guerra Mondiale. Non è facile ed un attento storico potrebbe trovare più di qualche negligenza da parte della scrittrice, ma partiamo con il dire che questo romanzo nasce prettamente come narrazione romantica/rosa/erotica, tutto il contorno è costruito per dar maggiore corpo alla storia che, diversamente, sarebbe scontata e forse la solita “minestra”. Paullina Simons, utilizza un linguaggio semplice e lineare e lascia incollato il lettore tra le pagine di questa travolgente avventura.
Tutto comincia a Leningrado (oggi San Pietroburgo), allo scoppiare della Seconda Guerra Mondiale. Una ragazza di nome Tatiana con sua sorella Dasha vivono la loro giovinezza e spensieratezza condividendo ogni cosa, racconti, segreti e desideri. Dasha è una sognatrice che idealizza ogni uomo come suo principe azzurro, quindi ogni nuovo incontro viene raccontato alla sorella del cuore, Tatiana. Così dopo un primo incontro fugace con la protagonista di questa storia, questo giovane alto, biondo e bello di nome Alexander, incontra anche Dasha e, stringe con lei una frequentazione iniziale. Al momento della presentazione ufficiale in famiglia, Tatiana riconosce quel bel ragazzo e apprende non solo il suo nome Alexander, ma anche quanto sua sorella si fosse davvero invaghita di lui. E’ il 1941 e alla radio esplode come una bomba la notizia che la Russia è stata invasa dai tedeschi e che la guerra è quindi una realtà anche alle porte di San Pietroburgo. Inizia la grande depressione, complicata da un inverno rigido che tramuterà le strade della città in camposanti a cielo aperto, dove la fame sarà lo spettro maggiore di questa guerra e dove i bambini in fasce saranno il cibo della povera gente..
Fenomeni come il cannibalismo, le morti per gelo e stenti, le perdite sui campi di battaglia, la guerra tra la stessa popolazione che ruba le tessere annonarie, tutto questo sposta la storia in una tragedia dopo l’altra, l’amore che cerca di sopravvivere alla sofferenza. Tatiana dovrà attraversare diversi paesi ed affrontare molte avversità per scappare dal nemico e dalla fame che la sta spegnendo, tutto questo per ritrovare la serenità nella figura del suo amato Alexander legato alla sorella Dasha e dal loro strano destino.
Paullina Simons avrebbe potuto concludere questo romanzo con questo primo capitolo, ma non contenta, gli ha dedicato una trilogia che (a mio parere) non è paragonabile alla prima narrazione. Leggere questo libro, significa per un momento, dimenticarsi di dove si è, del tempo che stiamo vivendo noi e di quanto confort e benessere abbiamo a portata di click. Questo testo vi riporta ad un’epoca che sembra impossibile credere sia davvero esistita. Se ami le storie d’amore senza tempo e che non temono ostacoli, questa lettura è quella che ti ci vuole. Si consiglia di intraprendere questo viaggio, quando si cercano molte risposte a diverse domande.

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Ransie_LaStrega Opinione inserita da Ransie_LaStrega    22 Mag, 2024
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La passione per i classici.

Che Guendalina Middei alias il Professor X sia un'amante indiscussa dei classici e della letteratura è fuor di dubbio e palese in ogni riga che si legge nel suo saggio. Amante della letteratura russa e delle opere intramontabili di Dostoevskij e di Tolstoj ne trasmette in maniera, direi eccelsa, ogni particolare descrizione. Chi ha letto Dostoevskij sa benissimo quanto sia scoraggiante imbarcarsi nelle lunghe descrizioni dei suoi romanzi, eppure Guendalina Middei spiega in maniera semplice, chiara e con stupefacente entusiasmo, ciò che l'autore vuole trasmettere al lettore e quello che ha reso l'autore stesso così emotivamente provato, raccontando anche la sua vita e quei curiosi episodi che gli hanno fatto scrivere opere eterne quali Anna Karenina, Guerra e Pace, Delitto e Castigo etc..
Semplice capire che di una passione così forte, l'autrice ne faccia la sua professione: insegnante nei licei. Permettendomi di dire che spero faccia rivivere i personaggi dei classici a tutti i suoi alunni, così come fa con i lettori che "inciampano" nel suo libro "Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera".
L'autrice affronta descrizioni di opere e riflessioni di vita di autori come Leopardi, Manzoni, Mann,la Jane Austen, tutti lasciano un segno nelle loro opere, ebbene, Guendalina è l'insegnante che ce lo ricorda, snocciolando ogni versetto di poesia ed ogni frase nel testo de: " I Buddenbrook".
Forse (e qui è una mia avversione), la parte che mi è piaciuta meno è proprio quella dedicata a Leopardi, ma ammetto che non ho amato particolarmente queste opere durante il periodo scolastico, ciò nonostante è stato piacevole riscoprirle attraverso le pagine di Guendalina Middei.
Elettrizzante leggere quelle conferme che Guendalina Middei analizza minuziosamente circa un George Orwell che attraverso "1984", "La fattoria degli animali" ed altri. Proprio con Orwell si evidenzia quanto la comunicazione sia un enorme potere. Sembra tanto banale ma non lo è. E' ciò che accade oggi senza la possibilità di capirlo realmente, cosa che Guendalina spiega attraverso le trame dell'autore. Il suo viaggio tra i classici continua con Kafka, con Giuseppe Tomasi di Lampedusa ed è piacevole davvero.

Spero che altri si avvicineranno al mondo che Guendalina Middei ha perfezionato con il suo spirito ironico e diretto. In maniera davvero originale sa far innamorare il lettore di Anna Karenina e delle fitte trame della sua tormentata storia. Il saggio del "Professor X" è una conferma di come i classici non moriranno mai e sono sempre presi come spunto di riflessione nella vita di autori e di storici. Il conte di Montecristo di Alexander Dumas, raccontano un pezzo di storia attraverso le avventure travolgenti di Edmond Dàntes. Così Guendalina Middei percorre le strade di Recanati verso la dimora Leopardi e descrive i luoghi del poeta e le sue frustrazioni interiori che ne hanno reso un simbolo del pessimismo.

Aspetto con ansia un saggio di Guendalina sulle scoperte scientifiche di Jules Verne.

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Classici
 
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Ransie_LaStrega Opinione inserita da Ransie_LaStrega    10 Mag, 2024
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I manoscritti non bruciano

E' un libro difficile, questo è da dire, ma una narrativa davvero suprema.

Sembra addirittura che la storia narrata sia la storia di Bulgakov stesso che bruciò l'intero manoscritto una sera d'inverno e lo riscrisse completamente.

Il romanzo si svolge in archi temporali diversi, abbiamo la crocefissione di Cristo e, il periodo precedente sul giudizio che deve mettere Ponzio Pilato di fronte ad una decisione storica importante e poi abbiamo un mago, un tale Woland che passeggia per la Mosca comunista del XX secolo ed incontra il Presidente di una nota associazione russa, in compagnia di un poeta molto conosciuto.
Tutto inizia negli Stagni del Patriarca (noto parco di Mosca) con un quesito: "Dio esiste?" e "Gesù è realmente esistito come dicono?".
Lo svolgere della trama è sensazionale, Bulgakov è davvero il Maestro e Woland non è altri che il Diavolo in persona che tedia la coscienza umana, portando scompiglio e mostrando la debolezza degli individui attraverso la loro bramosia per gli effetti materiali.
Per gli amanti di storia, questo romanzo non nasconde affatto l'idea che molti intellettuali avevano degli eruditi russi comunisti e, di come certi salotti fossero effimeri e culturalmente spenti ed inconcludenti..

Vi ritroverete in un manicomio dove Ivan (il poeta) internato per aver confessato di aver conosciuto il diavolo in persona, continuerà la narrazione con l'arrivo di Margherita tra le righe del racconto, della sua figura e della sua importanza nella vita del narratore.
Margherita diventa una strega (nel senso figurato del termine) che vola su di una scopa e potrà finalmente ritrovare il suo Maestro, divenuto molti anni prima suo amante ed abbandonato senza più avere sue tracce.
Ad aiutarla in questa impresa, uno dei tanti scagnozzi di Woland, Azazzello, che già dalle prime righe sono descritti magnificamente. Non accade mai che il Diavolo se ne vada a zonzo per le città da solo, ha uno stuolo di servitori tutti con una specifica qualità.

Come ho già scritto, il libro è tosto, consiglio l'edizione dove all'inizio sono elencati tutti i personaggi con la descrizione breve di ognuno di loro.
Anche se vi confonde, continuate la lettura, continuate fino alla fine e, non ve ne pentirete.

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Ransie_LaStrega Opinione inserita da Ransie_LaStrega    10 Mag, 2024
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Le Weywart, le donne, le streghe.

Acquistai questo libro attirata dalla copertina e dalla trama che in maniera spicciola si legge aprendo il manuale. Tra l'altro, mi è capitato che mancassero 20 pagine all'interno e, sono stata costretta ad attendere la nuova copia per continuare la lettura.

La storia si svolge in situazioni di arco temporale diversi tra loro. Le protagoniste sono Althea, Violet e Kate. Althea inizia la sua storia dalle prigioni nauseabonde in un tempo medievale, accusata di stregoneria e in attesa di giudizio, Violet si trova ai primi anni del XX secolo o la fine del XVIII, in una famiglia abbiente, orfana di madre e con un fratello che la adora e protegge, intorno alla figura materna aleggia il più fitto mistero e un padre scontroso e conservatore, la renderà prigioniera di un costume sociale per l'epoca naturale per una donna di buona famiglia. Infine c'è Kate che vive nella Londra contemporanea e scappa dalla sua relazione amorosa ossessiva e possessiva che la rende ancor più chiusa e remissiva visto il suo carattere quieto.

La trama è molto avvincente, il racconto scorre benissimo e, il lettore è davvero ben guidato nelle pieghe del tempo in queste storie che riporteranno ad una sola narrazione con un finale unico e molto educativo.
Ci si chiede spesso come sia possibile che la figura femminile subisca ancora oggi certe particolari tirannie dalla società maschilista che si prefigura in ogni azione quotidiana, diciamo che qui c'è più di uno spunto da cogliere per cominciare a ragionarci sopra.
L'idea è buona e la scrittrice è stata straordinariamente brava a gestire queste storie in maniera limpida e chiara.
E' stata una bella scoperta con un mix di magia che dà al romanzo quel brio fantasy che non guasta affatto. Non viene banalizzata la trama per due formule magiche di troppo, ma anzi, la fortificano a mio parere. Aggiungendo anche quell'amore per la natura e per l'entomologia che mi hanno fatto spesso dire:" Vorrei aver avuto anche io una prozia così!!" soprattutto quando l'eredità si prefigura con un cottage inglese, malandato e da ristrutturare immerso nella brughiera. Ritorno alle origini spogliandosi del superfluo.

Lo consiglio davvero, una lettura riflessiva che dovrebbe trovarsi tra le mani di ogni ragazza e madre. Piacevole senz'altro.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Ransie_LaStrega Opinione inserita da Ransie_LaStrega    10 Mag, 2024
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Non lo ritengo un vero horror, ma social-psico

Un libro strano, un libro davvero particolare. Bisogna chiarire questo: l'argutezza può essere o meno qualità di molti, ma la fantasia nello scrivere un horror non deve richiedere prerequisiti di tale natura.

L'incubo di Hill House è, a mio parere, un libro per nulla horror, ma psicologico e sociopatico, dove il mix delle depressioni personali dei protagonisti, danno origine a una storia di ricerca ossessiva verso l'ignoto e verso il paranormale.
Un professore che deve scrivere un saggio al riguardo, chiama a sè alcune persone scelte in base ad alcune caratteristiche, per soggiornare all'interno di questa dimora per registrarne le attività paranormali. Theodore una ragazza sfrontatella e disinibita nel linguaggio (e forse non solo in quello), Luke l'erede dell'edificio che in ogni parola ed atteggiamento spera in una riuscita con le ragazze; Eleonor la protagonista indiscussa che attira a sè spettri non spettri e catastrofi reali, disagiata sociale con una famiglia alle spalle totalmente disinteressata a lei e infine altri coprotagonisti che si aggiungeranno alla fine che sono la moglie del professore e un tale Arthur che sembra il suo lacchè (o amante).

I protagonisti sono assai irritanti, nei modi, nelle attese da una scena all'altra e di gran lunga nei dialoghi spesso quasi inutili nel contesto che si va a prefigurare.
La storia dobbiamo considerare che è stata scritta e pubblicata alla fine degli anni 50, quindi non credo fosse possibile essere esageratamente espliciti e, spacciare questo romanzo per un Horror, ha dato la possibilità alla scrittrice, come al suo editore, di esagerare in etica e forma e pubblicare qualcosa come "L'incubo di Hill House".

Ho acquistato questo romanzo perchè molto osannato da un King che è un maestro dell'horror (ma anche lui spesso si perde...) e speravo in qualcosa di più. A mio parere deludente.

SPOILER
Il finale è ad interpretazione. Il succo del romanzo si svolge TUTTO a venti pagine dalla fine: pessima strategia.
Se siete molto razionali, vi apparirà chiaro che Eleonor è impazzita di brutto (e prima era già sulla buona strada) e ha dato motivo alla sua vita creando Lei stessa uno spettro per quella casa. Se invece siete amanti e credenti ferventi del paranormale, ogni riga vi sembrerà un'attività paranormale che porta Eleonor ad essere posseduta dalla casa stessa che la guida tra le sue mura e la rende padrona di questo mondo simultaneo con la realtà e ne tesse la rete per un finale davvero "paranormal activity".

Credo che, ad ogni modo, vista l'età del romanzo, non c'è da aspettarsi nulla di spregiudicato e eccessivamente macabro.
Se siete in cerca di un reale horror, non credo questo sia calzante, ma come ho scritto all'inizio, bisogna scindere l'argutezza di cogliere i dettagli per avere un bell'horror sotto gli occhi, dall'avere questa qualità come prerequisito per leggerlo.

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