Opinione scritta da Madame Rose

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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    19 Luglio, 2023
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Il tempo che passa inesorabile

Nessuna trama, nessuna voce narrante ma un flusso ininterrotto di pensieri, immagini e ricordi di un vissuto trascorso ed evocato, quasi onirico, attraverso monologhi o soliloqui di sei voci che non dialogano, anche se strettamente connessi. Tre uomini e tre donne, un coro di voci che si alternano dando spazio al racconto frammentato di una vita intera, percorrendo le diverse fasi, dall'infanzia alla vecchiaia. Pensieri che vanno e vengono proprio come l' infrangersi delle onde a riva con ritmo ripetitivo, instancabile e fedele a se stesso.

Se nei monologhi il vero protagonista è il tempo che corre inesorabile - è l'arco temporale di un'esistenza (dalla tenera età all'incontro con il nemico, la morte) - nei 9 interludi è l'arco temporale di una giornata scandita dalla luce del sole che ne fa da fulcro. Il flusso di coscienza è interrotto dagli interludi, in un interscambio che ho apprezzato molto. Le descrizioni minuziose e attente della luce solare che cambia in base alle ore, che illumina la casa, gli oggetti e gli animali che vivono nel giardino sono 'controllate' in contrapposizione al fiume di pensieri che non è possibile gestire, fuori controllo appunto.

Se avete letto Mrs Dalloway e Gita al faro, e avete preso dimestichezza con lo 'stream of consciousness' , ecco, qui la sperimentazione sul romanzo di Virginia Woolf va oltre, infrangendo ogni regola, dove l'unico imperativo sembra essere il ritmo, quello delle onde, quello del tempo, e quello della musica, perché ad un ascolto attento, c'è una melodia piacevole che accompagna il lettore dall'inizio alla fine della lettura.

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Mrs Dalloway e Gita al faro
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    17 Febbraio, 2023
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Il buio e la luce

Un Peter Cameron insolito, che non mi aspettavo.

Asfissiante senza via d'uscita.
Cupo e tetro, l'oscurità è ovunque, i fatti si svolgono prevalentemente di notte come suggerisce il titolo, anche i personaggi però sembrano rabbuiati e spenti, incapaci di rincorrere la luce.

Imprevedibile con improvvisi cambi di scena che lasciano col fiato sospeso e invitano il lettore a terminare presto la lettura per scrollarsi di dosso quell' attesa verso un finale, inaspettato e aperto.

Il desiderio di una coppia di adottare un bambino in un orfanotrofio li porta a fare un viaggio nel grande nord, in un luogo distante e imprecisato, in cui l'ambiente pare ostile, sinistro, avverso. L'hotel dove alloggiano (mi ha ricordato quello di Shining) è semivuoto, frequentato da poche persone misteriose e ambigue, che si svelano poco a poco.

Insomma, un romanzo che ho adorato per le sue atmosfere, in cui niente è come sembra, ma l'esatto contrario.

Consigliatissimo.





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...le altre opere dell'autore
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    23 Settembre, 2022
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Gli animali sono specchi per gli uomini

Il titolo rimanda al 'bestiario' medioevale, che indicava una raccolta di testi raffiguranti animali veri o fantastici a cui erano attribuiti significati simbolici.

L'autrice parte da questa idea e la personalizza: la vita degli animali diventa un pretesto per raccontare di fragilità, di dolori, di perdite e di vuoti dei loro padroni che (nella maggior parte dei casi) hanno un rapporto stretto con le loro bestiole in uno spazio circoscritto all'appartamento, quindi ancora più intimo.

Se gli animali (una coppia di pesci, una gatta, degli scarafaggi, dei funghi, una vipera) fanno da specchio agli uomini, mettendo in luce gli aspetti più bestiali del genere umano, per contro, il riflesso è per i protagonisti umani uno strumento prezioso per riconoscersi e riflettere su di sé.
Una sorta di interscambio - rimando che viene in soccorso, che aiuta a decifrare le complessità della vita, a fare chiarezza su una serie di esperienze umane.
Una gatta incinta è un modo per parlare di maternità, una colonia intera di scarafaggi è un modo per parlare di relazioni famigliari intricate, la vipera indica una passione improvvisa e la sua tragica fine, la micosi da funghi è per parlare di un'assenza disperata, e l'acqua stagnante di un acquario rappresenta la fine di un matrimonio.

Non saprei scegliere il racconto che ho preferito tra i cinque proposti: tutti mi hanno emozionato in egual misura, affascinata dalla scrittura e dalla narrazione di Guadalupe Nettel.

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La figlia unica
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    21 Luglio, 2022
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Trema la vita

Tremano le pagine tra le dita per l' eco delle parole, che non rimangono su carta, ma risuonano lontano.

Trema la mia penna nello scrivere le impressioni e trema la mia voce nel rileggerle tanta è l'emozione accumulata.

Trema la notte è un romanzo sulla vita, a dispetto dell'evento narrato - il terremoto del 1908 sullo Stretto -, poiché la morte non distrugge nulla.
Solo dal lasciar andare, il nuovo può emergere: accogliere la fine, in modo da poter guardare avanti al nuovo. In un paesaggio apocalittico, tra ceneri, polvere e macerie di una città distrutta, e la disperazione dei personaggi increduli e traumatizzati, la forza e la resilienza la fanno da padrone. Sia in Nicola ,undicenne,sia in Barbara, giovane donna, non si spegne mai il lume della speranza. Due vite diverse di due città opposte, l'una di Reggio Calabria l'altra di Messina, ma con lo stesso tragico destino. E incontrandosi, percorrono un pezzo di strada insieme, testimoni di vite spezzate.

La scrittura evocativa, lirica e colma di pathos aiuta il lettore a calarsi in un’ambientazione passata: la ricostruzione storica del tragico evento è molto accurata ed è accompagnata da personaggi di fantasia, ben caratterizzati con spessore psicologico, profondità e sensibilità uniche.

In un tempo in cui religione e cartomanzia erano due facce della stessa medaglia: le suore di carità che aiutano gli sfollati sono affiancate dalla figura di una cartomante che predice l'arrivo di una nuova vita. Parallelamente alla storia nella struttura esterna del romanzo, i tarocchi aprono i 22 capitoli: per ognuno corrisponde una carta degli arcani, iniziando con l'Appeso (una prova inevitabile che chiede sacrifici) e terminando con il Mondo ( la conclusione di una situazione spiacevole).

L' incontro con l'autrice al Salone aveva già fatto presagire che sarebbe stata una lettura potente e significativa. Così è stato. Consigliatissimo.

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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    01 Giugno, 2022
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Lo sgretolamento di una famiglia

Judd è la voce narrante che ci racconta della sua famiglia, della casa da fiaba in cui vivevano e della caccia alla cerva di notte ("prendere la mira, premere il grilletto e uccidere"): è un preludio triste che propaga tensione nel lettore per la rabbia in quel gesto che in realtà non compie, ma carico di simbologia.

Sin da subito si percepisce che è "quell' evento" che cambierà per sempre i membri della famiglia, che sgretolerà quelle certezze su cui poggiavano le loro vite, che frammenterà gli animi inquieti e che li allontanerà l'uno dall'altro, sempre di più.

Si tratta di Marianne, giovane ragazza e sorella di Judd: solo a pag. 177 viene nominata la parola "stupro" non pronunciata prima, ma fatta intendere attraverso frasi scritte in carattere diverso che riflettono i pensieri nascosti dei vari personaggi. Il refrain ricorrente è "quella cosa", innominabile per la dignità che occorre preservare, o per il timore di sentirla pronunciare. "Quella cosa" avrà conseguenze devastanti per tutti: per la vittima, allontanata dalla famiglia e da se stessa, per i due fratelli Judd e Patrick che diventano complici nel mettere a punto la loro vendetta, per i genitori, così rigidi e inaffettivi.

Una famiglia, solo apparentemente serena, che si sgretola e si disperde poiché non conosce l' amore e il perdono: ciò che conta, in questa piccola città americana, è l'opinione degli altri e delle loro chiacchiere.
Il capitolo più toccante? "Lacrime" a pag. 347 in cui le lacrime salate diventano rivoli ghiacciati fuori al freddo, mentre Marianne rastrella le foglie o spala la neve.

Una scrittura magistrale quella della Oates, che incanta, che rende la narrazione fluida, scorrevole e così piacevole, da leggerlo in breve tempo.

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Libri per ragazzi
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    14 Mag, 2022
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Bambini rottamati

Leo e i suoi compagni vivono un momento tanto atteso: partono in treno per il campo estivo, finalmente una vacanza senza genitori, liberi e spensierati. Purtroppo quando arrivano a destinazione, si ritrovano in un vecchio capannone isolato, senza la possibilità di fuggire. In realtà sono stati rottamati dai loro genitori, poiché difettosi...

Si può chiedere ad un bambino di essere PERFETTO? Ci si può provare, ma se i tentativi falliscono, non resta che rottamarlo al più presto, farlo a sua insaputa e riscrivere una nuova vita come genitori. Con il denaro si può addirittura acquistare un figlio e farselo recapitare a casa come un pacco con tanto di istruzioni: grande ironia sul consumismo di oggigiorno e sulle difficoltà dei genitori che, idealizzando i propri figli, rimangono insoddisfatti e frustrati.
L'autrice ci invita alla riflessione: è meglio un bambino programmato per essere ubbidiente che risponda alle infinite aspettative dei genitori o un cuore vero capace di emozionarsi e di abbracciare mamma e papà?
Leonardo, Rachele e Petunia riservano sorprese in quanto sono bambini dalle mille risorse, ci stupiscono ancora una volta, con la loro resilienza e coraggio.

Due i livelli di lettura: in superficie una storia divertente e disincantata, che farà sognare i piccoli lettori. Ad un livello più profondo, una trama che fa riflettere su quanto l'imperfezione sia un valore che rende unico e speciale ogni bambino.

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Consiglio di recuperare tutto quello che ha scritto l'autrice...
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    06 Mag, 2022
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Bellezza mancata

Dopo aver letto 'La più amata' e 'Matrigna' ho ritrovato con entusiasmo la scrittura intensa e fulminante di Teresa Ciabatti.

È la scrittura dei sentimenti non corrisposti, quella feroce, un flusso di coscienza che ha in sé l' intenzione di rivelare e non nascondere. Frasi spezzate e sincopate, sottolineano una scrittura emotiva, che corre dietro ai pensieri del momento presente, ma ancorati ad un passato lontano. Sono passati trent'anni, ma i demoni della protagonista sono ancora lì, a tormentarla: quella"mancata bellezza" è il suo dolore di giovinezza da cui non è mai guarita. Lei è la voce narrante (alter ego dell'autrice), ma inattendibile: ha raggiunto il successo come scrittrice, ma afferma di tradire il marito per colpa della sua adolescenza. Il suo raccontarsi è a tratti adolescenziale: spiazza il lettore, poiché ferma ad un'età sorpassata, che stride con il suo presente di donna, affermata.

È un condensato di inadeguatezza: il sentirsi persa, messa ai margini, distante dal modello di Livia la cui bellezza creava invidia e sofferenza nella protagonista e nella sorella Federica, a distanza di tempo, la percezione cambia. La vita di Livia,non così perfetta, come dimostra il suo gesto, è 'ricalcolata' e la sua diventa una bellezza 'apparente' agli occhi delle due donne.

Il ritrovarsi dopo anni porta, alle tre protagoniste, Federica, Livia e la narratrice a scoperchiare una scatola chiusa, a mettersi in discussione, a ripensarsi, a percepire la realtà da un'altra prospettiva, a riconoscersi per quello che sono state e sono diventate e infine a perdonarsi.

Nella lettura si incontrano i pezzi della propria adolescenza: si ritorna indietro, trasportati dal flusso narrativo tempestoso, divorando il libro in poche ore.

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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    28 Aprile, 2022
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Gli "scollati"

I "Randagi" sono personaggi errabondi: hanno perso il loro baricentro, perdono tempo, vagano inquieti e insoddisfatti, prendono le distanze sia dal mondo sia dal nido in cui hanno vissuto. Sono "scollati" dalla famiglia d' origine per scelta o per necessità: lo fanno per difesa, è puro spirito di sopravvivenza.
Per Pietro, Laurent e Tommaso non è solo un allontanamento fisico (lasciano la città di Pisa e Parigi per trasferirsi a Madrid, New York e in Bolivia rispettivamente) ma piuttosto "un desiderio di perdersi nel mondo" che equivale a dire "una fuga da se stessi per ritrovarsi da qualche parte..."
Come i randagi fanno branco tra di loro, una sorta di famiglia "nuova" in cui si leccano le ferite, e tra tentativi e fallimenti, crescono ed evolvono, qualcuno più di altri.
Le voci giovanili si raccontano, in forme diverse: quasi una confessione interminabile (quella di Dora); uno scambio di email testimonia un rapporto complesso (tra i due fratelli); sms stringati quelli di Pietro alle ragazze, quasi assente il contatto con il padre e la madre. Per contro, le voci dei famigliari, indistinte e fastidiose, arrivano da lontano, si fanno spazio e si percepiscono come un peso per i figli. Voci differenti, ma tutte con lo stesso denominatore: voci spezzate, inceppate e interrotte per incapacità di comunicare le proprie emozioni, tra rapporti paterni e fraterni duri, difficili e fragili.
È una storia tentacolare che acquista corpo e spessore man mano che ci si addentra nella lettura: ti avvolge e ti sorprende, ti incanta e ti fa partecipe delle esistenze sospese. Il lettore ha la sensazione di vivere con i personaggi e di non essere un semplice spettatore: chapeau all'autore per la sua bravura nel prenderci per mano, accompagnarci tra le righe e farci appassionare alla storia.
Grande lavoro nell' attenzione meticolosa di citazioni letterarie (i riferimenti alla letteratura spagnola abbondano) e di brani musicali (musica punk, nello specifico). Una scrittura accattivante e ricercata, scorrevole e frizzante, con punte di lirismo e descrizioni particolareggiate, senonché un'accurata psicologia dei protagonisti: non ci sono personaggi secondari, a parer mio, anche se Pietro Benati è al centro della storia e della stupenda copertina.

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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    24 Marzo, 2022
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Incomunicabilità

Che Buzzati mi abbia conquistato con i Sessanta racconti e Il deserto dei tartari non è più un segreto ormai. È che mi ha sorpreso ancor di più con questo romanzo, un classico intramontabile che mi chiamava da tempo.

È una relazione sbilanciata quella tra Laide e Antonio: lei prostituta sfuggente, misteriosa e mai cristallina; lui succube, in perenne tensione per le sue assenze, la cerca ovunque accecato dalla gelosia e la attende con infinita e dolorosa pazienza, credendo agli imbrogli e alle fandonie che lei racconta.

Straordinari sono i monologhi interiori di Antonio Donego, in cui salta la punteggiatura perché i pensieri corrono veloci in un turbinio di parole inarrestabili, una cascata di immagini che marcano la sua ossessione bruciante, il suo pensiero fisso, la sua dolce-amara sofferenza, il suo sperare 'esasperato'.

"L' attesa" (come ne "Il deserto dei Tartari") è un elemento integrante del romanzo: è salvifica per Antonio, poiché lo allontana dal pensiero della morte, nonostante l'attesa di incontrare Laide, per infinite volte, sia straziante e sofferta. L' attendere è il motore che lo tiene in vita, la sua áncora di salvezza in una vita fatta di solitudine (come quella di Laide, del resto).

L' amore che prova per Laide lo allontana da quell' immagine di 'torre nera' che pare lo sovrasti nuovamente dopo due anni: sembra proprio che la vita (la nuova maternità di Laide) chiami la morte (ecco riapparire la torre nera e la sua ossessione per la donna pare svanire), e si chiuda così un ciclo vitale: ritorna il discorso metafisico, tema caro all'autore.

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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    09 Marzo, 2022
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Voci private

NONOSTANTE TUTTE di Filippo Maria Battaglia, il primo romanzo di questa collana gli "Unici" di Einaudi Editore, una nuova sfida, in cui a parlare sono i documenti e senza aggiungere un commento, si lascia fare a loro.

Dall' Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano emergono diari, memorie private di donne da tutta l'Italia, frammenti sconosciuti a cui viene data l' opportunità di svelarsi per quello che sono, testimonianze dirette di vite femminili.

L'autore compone un puzzle che non è mai esistito, un mosaico incredibilmente credibile, in cui è lui a scegliere quali tessere inserire e partendo da documenti 'sparsi' e 'disordinati' rimette ordine, un suo ordine, in un gioco di incastri perfetto.
Un lavoro certosino e creativo di assemblaggio per dare forma, partendo da una moltitudine di 119 voci, ed arrivare ad un'unitarietà, ad una singola voce, quella di Nina.

Ho letto d'un fiato il libro, poiché ho avuto l'esigenza di costruire il personaggio di Nina nella mia mente, per darle spazio poiché mi ha chiamato a gran voce per il suo bisogno di raccontarsi, finalmente.

La scrittura diaristica è diretta, schietta e fuori dai denti: si assapora l' intimità e la semplicità di certe frasi sgrammaticate, si incontrano pensieri sereni e leggeri della fanciullezza, ma c'è soprattutto il dolore, la sofferenza e l'impotenza delle donne in un mondo di soli uomini, in cui cercano, a fatica, di trovare una collocazione.
E questo sembra suggerisce il titolo, azzeccato e felice: nonostante la realtà nella società del secolo scorso, c'è tutto il peso della ricerca di un posto da parte loro, in quell' universo solo al maschile.

Una lettura che mi ha convinta su tutto: folgorata dalla storia che è emersa, e per l'emotività che ne scaturisce la promuovo a pieni voti e la consiglio a tutti!


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Romanzi autobiografici
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    06 Marzo, 2022
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Salvata dalla fede

Una storia vera che ha dell'incredibile: è quella di Immaculée Ilibagiza, sopravvissuta al genocidio in Ruanda nel 1994, una terribile pagina di storia, una delle più feroci e strazianti guerre civili del secolo scorso tra gli hutu e i tutsi.

La sua terribile vicenda è stata raccontata dal giornalista e scrittore Steve Erwin che, sentendo come dovere nei confronti del mondo diffondere il suo messaggio di pace, decide di scriverne un libro di 300 pagine, attraverso la testimonianza della donna ruandese.

Dopo vari tentativi di fuga, riesce, quasi per miracolo, a nascondersi in un bagno angusto con altre donne per tre mesi senza mai uscire, con il terrore addosso (gli hutu nella stanza accanto con il macete pronto all'uso), con un dolore sordo nel cuore (per aver saputo che la sua famiglia intera è stata uccisa) ma con una forza d'animo e coraggio inauditi.
??Cit. Alcuni uomini battevano un macete contro l'altro, facendo un rumore angosciante. Altri strisciavano le lame lungo la strada, producendo scintille arancioni,ogni volta che l'acciaio colpiva una pietra...".

Con una fede incrollabile e la preghiera come unica arma, Immaculée confida in Dio con la certezza che riuscirà a salvarsi, ringraziandolo ogni giorno per essere ancora viva. Dopo i primi momenti di vero sconforto, in cui si sente perduta, ecco che, da credente, riesce ad affidarsi completamente e ripone in Dio le sue angosce e speranze.
E da donna libera, trova la forza di perdonare le malvagità inflitte al suo popolo: un gesto incomiabile, un modello a cui tendere, per rinascere a nuova vita, con una nuova famiglia.

Una testimonianza intensa e straziante, che a messo a dura prova la mia emotività. Sarà che ho scelto il momento meno adatto per affrontare questo tipo di lettura, il fatto è che, nonostante la narrazione fluida e il linguaggio diretto e semplice, si fatica a tenere il passo con le scene cruente di violenza e l'odio smisurato degli assassini. Per contro, le sue parole di pace e di perdono sono talmente toccanti e 'controcorrenti' che inducono alla riflessione.

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Testimonianze di vita
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Scienze umane
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    17 Febbraio, 2022
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La scrittura delle donne

"Non l' ha scritto lei.
L' ha scritto lei, ma non avrebbe dovuto.
L' ha scritto lei, ma guarda di che cosa ha scritto.
L'ha scritto lei, ma lei non è davvero un' artista e l' oggetto non è davvero serio, o del genere giusto; insomma non è davvero arte.
L' ha scritto lei, ma ne ha scritto soltanto uno.
L'ha scritto lei, ma è inserito nel canone per un motivo unico e limitato.
L' ha scritto lei, ma quelle come lei sono rare."
.
Questi, in sintesi, sono alcuni dei pregiudizi di cui sono state vittime le autrici anglosassoni, come racconta l' autrice femminista Joanna Russ in questo saggio esaustivo e ben articolato, dal sottotitolo alquanto significativo "Come soffocare la scrittura delle donne" edito nel 1983 in America e proposto per la prima volta in Italia dalla casa editrice Enciclopedia delle donne nell'aprile del 2021.

Chi si chiede perché il numero di scrittrici o poetesse del passato sia così esiguo e perché il canone anglosassone ne abbia riconosciute tra il 5 e l' 8 per cento, troverà risposta tra le pagine di questo libro. Un' indagine letteraria che porta la scrittrice a confermare che dalla metà del Seicento il mondo intellettuale maschile abbia operato una denigrazione, una ghettizzazione e cancellazione del mondo femminile utilizzando metodi consolidati nel tempo e davvero efficaci.

Ecco alcuni punti dell'indagine:
1. Due pesi e due misure: ovvero la mascolinità è la norma e la femminilità è in qualche modo deviante o speciale.
2. Il mito della conquista isolata di quelle poetesse/romanziere le cui produzioni sono considerate inferiori, per cui messe da parte.
3. La falsa categorizzazione: l' alter ego maschile apporta autorevolezza dello scrittore in quanto poeta, mentre quello femminile sostituisce la categoria "scrittrice" ed è "indecente"( Emily Dickinson diventa la Pazza eccentrica, Elisabeth Browning diventa Elisabeth Moglie...)

Virginia Woolf, Aphra Behn, Charlotte Brontë, Sylvia Plath, Anaïs Nin e tante altre: ne ho proprio incontrate parecchie di autrici tra queste pagine, lette e rilette negli anni e per ogni citazione fatta, sì è risvegliato un dolce ricordo, ma non solo. Questa lettura fa luce sugli atteggiamenti della critica letteraria passata, sulle norme imposte dal mondo maschile, sull' agire per preconcetti, svalutando e bandendo produzioni in prosa e in poesia, capolavori senza età.

Ora ho una consapevolezza maggiore sulla fatica delle donne a collocarsi e farsi spazio nel mondo, ma soprattutto sul loro coraggio e tenacia nel perseverare e continuare a scrivere, nonostante tutto.


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...a chi ama i saggi e intende approfondire un discorso ampio sulla scrittura al femminile
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Romanzi storici
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    10 Febbraio, 2022
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Pathos femminile

Seguire la lettura non è semplice: si intrecciano contemporaneamente la storia dell'autrice (afflitta presso il giardino di Boboli, per non aver più tra le mani il suo primo manoscritto, andato perso nel '44 con la guerra) e la vicenda di Artemisia Gentileschi di tre secoli prima, di cui l' autrice ne racconta la vita, con una prospettiva del tutto particolare.

È una sorta di confessione-diario, in cui Anna Banti si rivolge alla giovane donna dandole del tu, come fosse un' amica, generando un flusso di coscienza inarrestabile, uno strumento funzionale, per far rivivere per sé e per il lettore (questa è la percezione) la donna - artista del seicento.
Il motore dell'opera è proprio il libro andato perso, una perdita che scatena l' ossessione per i ricordi, una comunicazione fitta, a senso unico, che non dà respiro e non dà spazio a riflessioni.

L' autrice imbastisce una biografia ricca di pathos, ricuce con pazienza pezzi di vita intensa di Artemisia, brandelli di esistenza che occorre conoscere prima di affrontare la lettura: il mio consiglio è di documentarsi prima, per poi apprezzare appieno non solo la biografia, ma anche la prosa ricercata e raffinata, una scrittura che ha il sapore di altri tempi.

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La vita di Artemisia
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Romanzi storici
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    06 Febbraio, 2022
Top 500 Opinionisti  -  

Credere nei sogni

Terra di Castiglia, fine Ottocento.
Nella grande casa di campagna 'La Solariega' i sogni di una giovane figlia prendono forma tra le giornate calde dell'estate e i sentieri che si inerpicano su per le colline con la natura incontaminata che fa da contorno.
La protagonista è Alba Ruiz de Penafiel che, con la passione per la botanica e con la curiosità per la natura, da autodidatta studia i fiori, riportandone le minuziose caratteristiche sul suo erbario: il suo interesse è appoggiato dalla famiglia, dal curato del paese e da uno studioso tedesco di botanica che la incoraggia a credere nei suoi desideri, fino alla fine.
Il titolo rimanda alla storia di un fiore semplice che passa inosservato, la 'Saxifraga alba o paniculata' ma che per le sue qualità (vive tra le pietre) diventa metafora della lotta femminile per l' emancipazione, nello specifico quella di Alba che spera di coronare il suo sogno, in un mondo in cui il ruolo della donna è ancora relegato ad altri compiti.

Con una scrittura evocativa e delicata come i fiori e i loro petali, l' autrice scrive un romanzo leggero e leggiadro dal sapore di altri tempi, in cui una sola frase ben ponderata, ne racchiude altre: taglia sul superfluo e su approfondimenti, per concentrarsi sul messaggio della vicenda.

Una storia di finzione ma ispirata alla vita della prima botanica spagnola, Blanca Catalán de Ocón e a tutte le donne che sono rimaste nell'ombra delle scoperte scientifiche.

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A chi ama la botanica...
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Romanzi
 
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Madame Rose Opinione inserita da Madame Rose    01 Febbraio, 2022
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Solitudini

L' autore dipinge il suo romanzo usando due soli colori: il bianco della neve in contrasto con il rosso del sangue. Il ritmo lento dei fiocchi di neve e il ritmo efferato delle carneficine: due tinte e due movimenti che si rincorrono senza sosta e senza respiro fino alla fine.
In questo inquietante paesaggio invernale si muovono i due protagonisti, Sonia e Teo, soli in una moltitudine di adulti assenti, lasciati nelle loro solitudini, a cavarsela senza aiuto. La loro amicizia diventa un' àncora di salvezza in mezzo al caos incomprensibile e impronunciabile, e insieme inizieranno a crescere.
.
Ciò che ho apprezzato è il contesto regionale, quello che mi appartiene e quello delle mie origini: i luoghi di montagna conosciuti (Lanzo Torinese e comuni limitrofi), le abitudini di un tempo ormai desuete, gli oggetti e la vita rurale, la figura della 'masca' piemontese, la borgata dove tutti si conoscono...
E poi i modi di dire e il dialetto piemontese con le sue parole strambe, così distanti ma subito ripescate nella mia memoria. È stato come ritrovare un pezzo del mio passato, come per Sonia e Teo, legato alla mia infanzia: un dolce salto indietro rivissuto tra le pagine.
"Morsi": un titolo che rimanda ad un atto violento, ma che cela altri significati...lascio a voi scoprirli, non posso dire altro, con un crescendo di curiosità, suspence e incredulità che non vi lascerà, nemmeno dopo aver terminato la lettura...

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consiglio di leggere il primo romanzo dell' autore, L' invenzione della madre.
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