Opinione scritta da Ludovica Tocco
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Romanzo piacevole, ma non eccelso
Ho deciso di intraprendere la lettura del romanzo spinta da recensioni di lettori entusiasti.
Ho trovato il libro abbastanza carino, non al livello però di romanzi magari più controversi ma maggiormente complessi e avvolgenti. Il contenuto è interessante: la narrazione dell'ascesa di casa Florio, una famiglia che parte quasi dal nulla e diventa nel giro di qualche generazione una delle casate più ricche e nobili d'Italia.
Fin qui tutto va bene, ma ho trovato il romanzo pretenzioso soprattutto nel desiderio di presentare la famiglia come un monolite portatore di sola positività. Anche quando vengono descritti i difetti e le contraddizioni dei personaggi, questi ultimi non riescono ad acquisire tridimensionalità, ma rimangono piatti. Alcune figure sono interessanti, ma con altri personaggi ho veramente fatto fatica ad empatizzare. Un romanzo gradevole, ma che non mi ha rubato l'anima.
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Gatsby. L'uomo, il trionfo, la caduta.
Questo romanzo mi ha colpita nel profondo. Provai a leggerlo da adolescente ma non ne avevo colto la carica di innovazione, mi sembrava una storia profondamente banale e ripetitiva, così decisi di interrompere la lettura dopo la prima ventina di pagine. Condizionata anche dal film del 2013 con Leonardo di Caprio( film che reputo bellissimo in tutto tranne che nella scelta dell'attrice per Daisy, poco adatta al ruolo secondo me), mi sono decisa a rileggerlo e non me ne sono affatto pentita. Il libro offre uno spaccato straordinariamente fedele di quello che doveva essere il clima dei ruggenti anni venti tra gli americani ricchi, clima nel quale emerge trionfalmente Gatsby, così pregno di mistero e talmente chiacchierato da sembrare più una figura mitologica che una vera e propria persona. Le attuali caratteristiche di Gatsby e soprattutto la sua immensa ricchezza sono la molla con la quale Gatsby tenta l'impresa della vita: conquistare il suo amore di gioventù, Daisy. Il libro però non parla solo di una storia d'amore non realizzata, ma di molto altro. Parla di conflitto sociale, di differenze tra nuovi ricchi e persone facoltose da generazioni e generazioni, al punto che il lettore si chiede se l'amore di Gatsby per Daisy non sia solo un sentimento puro ma anche una sorta di sublimazione del riscatto sociale tanto anelato dal protagonista fin dal suo primo incontro con lei. Quel che è certo è che l'amore di Daisy per Gatsby è infantile, di facciata, e si rivolge più alla sua condizione economica che non a lui personalmente.
Gatsby cade nella trappola del passato, un passato pieno di fantasmi che lo tormentano. Forse l'insegnamento che ci ha comunicato l'autore è proprio questo: il passato non si può ripetere, e forse è meglio così.
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Tragico destino
Il romanzo è di tipo epistolare e tratta la tragica esperienza di Maria, una giovane costretta a passare in convento gran parte della sua vita. La prima esperienza con il mondo fuori dalle mura del convento è descritta con la genuinità di chi guarda con curiosità qualsiasi cosa per la prima volta. La protagonista tratteggia la natura e il mondo che la circonda con sorprendente candore, con gli occhi tipici di chi riesce ad apprezzare le meraviglie del creato proprio perché non detiene la possibilità di viverle come vorrebbe. Insieme alla tenera meraviglia per il mondo circostante possiamo conoscere i motivi del turbamento dell'animo di Maria: il conflitto con la famiglia, il primo innamoramento. Il ritorno al convento impone a Maria di far tacere la sua anima, che si consuma lentamente, insieme ai suoi desideri.
Romanzo importante e dal contenuto forte. Ho trovato la lettura molto difficoltosa nonostante abbia apprezzato la trama, forse a causa dell'impostazione epistolare del romanzo e del fatto che fosse quasi totalmente privo di un altro punto di vista rispetto a quello di Maria.
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Lettura di svago
Il libro è scritto abbastanza bene e con una prosa non particolarmente elaborata. Mi sono affezionata abbastanza ai protagonisti Aristotele e Stefanos anche se al primo non viene resa molta giustizia e il secondo meriterebbe più considerazione da chi lo circonda. La trama in sé sarebbe snella e abbastanza godibile ma ci sono stati alcuni intermezzi non necessari che hanno rallentato il ritmo del racconto e lo hanno reso inutilmente prolisso. Sospetto che questi intermezzi siano un espediente per permettere all'autrice di descrivere bene usi e costumi della Grecia classica quando non di mostrare la sua cultura in merito, ma andavano gestiti con più parsimomia. Consiglio la lettura benché non abbia trovato il libro eccessivamente brillante e penso che leggerò altre opere della stessa serie.
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Libro ripetitivo
Il caso che la protagonista deve risolvere in questo volume non è scadente a livello di complessità, ma non posso dire che mi abbia entusiasmato. Sembra quasi che il lettore sia più portato a girare le pagine del libro per curiosità verso le vicende personali della protagonista che per una genuina volontà di scoprire il colpevole e i dettagli del giallo in modo articolato. La relazione tra la protagonista e il suo attuale partner sembra pertanto un filo conduttore importante che spinge a finire il libro, ma penso che il legame tra Claudio ed Alice riesca a danneggiare Alice più di qualsiasi rimprovero dei suoi superiori circa la sua professionalità. La protagonista non gode di un approfondimento psicologico importante e pertanto non riesco a trovarlo un personaggio interessante e tridimensionale come mi è successo con personaggi presenti nei libri precedenti,come per esempio Ambra, dipinti in modo molto diverso se non negativo ma decisamente più appassionanti e profondi. Alice sembra essere dotata di un intuito incredibile e meno del composto rigore del metodo medico-scientifico, al punto che in certi passaggi fa dimenticare completamente la sua professione. Mi chiedo pertanto perché presentare una protagonista con un percorso medico se poi la si riduce ad essere una macchietta oggetto di scherno da parte di professori e del suo stesso partner nonché centro di episodi buffi che ormai rendono Alice monotona e ripetitiva senza un buon motivo. Mi auguro che l'autrice possa rendere in futuro Alice Allevi una donna capace di una crescita psicologica, professionale e personale di un certo spessore, capace di risolvere un caso grazie soprattutto alla preparazione medica e non da un generico quanto poco credibile intuito.
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Un buon manuale
Un libro valido che può servire per ripensare ai propri criteri di riordino della casa, ma il testo non si ferma a questo concetto. Il messaggio non è solo quello di riordinare gli oggetti della casa, ma di ripensare interamente i propri spazi e l'ambiente in cui si vive. L'autrice invita il lettore a mettere da parte gli oggetti non solo di cui non ha bisogno ma soprattutto di cui non riesce a conservare un ricordo positivo. Il messaggio del libro verte anche sulle abitudini dell'uomo moderno e sulla tendenza che si ha ad accumulare oggetti senza decidersi a buttarli, atteggiamento che spesso replichiamo nella vita affettiva e lavorativa. Liberare il proprio spazio aiuta a scegliere l'essenziale, ciò che ci serve e ci aiuta a vivere meglio, anche nella vita.
Lettura consigliata anche se a tratti il libro risulta un po' ripetitivo.
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