Opinione scritta da Elspa_2973
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L’arte per l’arte
Ho approcciato e abbandonato l’Ulisse ventenne, sempre riposto in un luogo visibile, a memento. Oggi a distanza di quasi 30 anni leggendo nell’autobuografia di Peggy Guggenheim l’ adorazione con la quale Samuel Beckett lo venerava, tanto da ridursi a fargli da quasi segretario, il brulichio di intelletto e arte del periodo surrealista, il costante richiamo a Froid, mi sono riavvicinata con rispetto e timore riverenziale a un mito più che a uno scrittore. Centinaia di libri sono stati scritti sull’Ulisse, sicuramente critiche eccelse. Certo è che l’uomo capace di variare stile letterario ad ogni episodio e farlo proprio tanto da cambiare quasi il suo modo di creare il pensiero per me va oltre il genio letterario. Una base possente di cultura, ma anche un profondo sentire con un registro maschile e femminile. L’episodio Circe è surrealismo puro, leggerlo è guardare un quadro di Dalì. L’episodio Penelope è Penelope, è profondamente donna. Adoro leggere ma leggere Joyce è la sublimazione del leggere. Immersi nella sua mente si rimane incantati e neanche la diffusa complessità di alcuni episodi riesce a far riacquistare nel lettore un minimo distacco. Joyce non si legge in lui ci si immerge e la storia diventa secondaria, l’azione quasi scompare, lui scrive dipinge psicoanalizza suona e canta. È l’apoteosi dell’arte per l’arte. Metto 5 stelle ma sappiate che per me non ha paragoni.
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IL SORRISO è la realtà oltre l'apparenza
da anni affascinata dagli indù e dai popoli del sud-est asiatico, che ho incrociato: il sorriso, gentile, che si sgrana fino agli occhi, sincero; quel sorriso non nasce dal possesso ma da una scintilla interiore che quei popoli riescono ad alimentare. La convivenza con la mancanza, con la morte, quel misto di rassegnazione e accettazione, la profonda dignità personale e spirituale. Questo libro è un lungo resoconto di miseria e bontà, di privazioni e solidarietà. Non scava però nel profondo a cercare la radice di quella indigenza, solo materiale, e di quell'amore per la vita, quando è la vita stessa a odiarti. la religione, qualunque essa sia, aiuta a sopportare il carico di una vita di stenti, ma non è capace di far comprendere la fonte di una mancanza tanto profonda da scarnificare la vita; la natura, in quei luoghi dominante, condiziona, determina, ma non condanna senza appello. Merito a questo scrittore di aver fatto conoscere la luce di quel popolo, per il lettore diventa l'inizio di una riflessione da approfondire.
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l'antieroe
intrigante, favolistico, razionale, stile narrativo asciutto e ironico a raccontare un antieroe: subisce e accetta, quasi con superiorità, il ruolo che la vita o gli altri gli cuciono addosso, se ne distacca, a tratti lo combatte, ma è lui l'anticonformista, il ribelle. guerreggia contro tutto il sistema, quello delle elites, ma anche quello degli altri, della maggioranza quasi sempre silenziosa. è neutrale e superiore questo Maloussene.
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STORIA di fatica e amore
LA FATICA quella di sopravvivere in un mondo di elites; L'AMORE quello che prescinde dalle convenzioni e dura in eterno; LA STORIA quella di coloro che la subiscono. Un romanzo storico, magico, potente, a tratti complesso e faticoso per le descrizioni, esasperate, capaci, però di catapultare il lettore tra gli uomini/schiavi che trasportano la cima di una montagna per assecondare l'ego di un monarca. Saramago descrive la fatica di vivere di tanti uomini vessati dalla loro stessa razza, che puntellano la storia dell'umanità e restituisce una lettura angosciante e triste dell'uomo, schiavo di sè stesso. Dà voce ai milioni di dimenticati che per sventura hanno vissuto da sempre come oggetti per i propri simili, destinatari di arbitrii inutili: il progetto di un convento, nato da un ex-voto, che si trasforma in una costruzione mastodontica; il trasporto della cima di una montagna, futuro portale, che ben avrebbe potuto essere realizzato con tante pietre piuttosto che con una sola. E' la storia del potere cieco di uno e della sofferenza di tanti.
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Per non imbarbarirsi
Più leggo di lui più sfumato è il mio confine sulle sue due rive: scrittore e saggista. Mi affascina allo stesso modo. Forse nei saggi rende più esposto il brulicare della sua mente che trasmette con maggiore nettezza. Ho sempre più l’idea che sia molto lontano dall’immagine di intellettuale snob che gli si vuole a forza fare indossare. Penso che voglia essere di aiuto a quanti di noi abbiano un animo barbaro affinché non si imbarbariscano. Stimolante, divertente, grande penna e mente superficialmente profonda
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Lotta senza vincitori =
Meno pittore del solito, piú indagatore e giallista. Nessun finale, solo una chiusura processuale. Tra l’inizio e la fine, due incontri non voluti e, forse, non cercati: con il passato fatto di fratellanza spezzata, con il presente che diventa occasione di condivisione di un sentire, che, pur con mezzi diversi, tende allo stesso fine di giustizia. Per il primo é la fraternità, per il secondo é la lotta, leale si, ma lotta. Il primo é un “criminale politico”, il secondo é un magistrato. Ruoli, apparentemente sovvertiti. É una storia che restituisce una resa: da una società nella quale non ci si riconosce e che ti fa ritornare alla natura, madre dell’impossibile; da una logica, che si snoda su ipotesi senza riuscire a formulare una tesi. Un libro amaro sunto di conflitti impossibili da risolvere.
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Il poeta Amos Oz
Lo stile narrativo è già presente in questo libro: uno scrivere denso eppure non complesso.
La storia sembra un acquerello: sgranato, colori pastello, sfocato come in un sogno, poetico. Non si cerchi razionalità nel progredire della storia che pur non scollata dalla realtà sembra che non voglia essere radicata.
È storia che si libra sulla realtà, la guarda da lontano, la epura da contorni netti e la sublima quasi.
Libro impegnativo, per me è stata una lunga e unica poesia
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Orfani dell’eletto
Due storie unite nel profondo: un particolare e soggettivo modo di percepire un frammento di realtà capace da solo di annullare il tutto e di plasmarlo fino a distruggere e ricreare una vita che si deforma e sprofonda. L’occhio dell’anima che vede ciò che che gli occhi non sono capaci di guardare. Un uomo all’apparenza sicuro e soddisfatto di sè che si rivela talmente insicuro e insoddisfatto da creare un tradimento subito capace da solo di annullare tutta la sua vita. Una figlia ferocemente pragmatica che incapace, all’apparenza, di suonare le corde della madre, che è tutta sentire, la condanna alla lontananza, rea di un tradimento, che non è sottrazione ma espansione. C’è anima in questi racconti, forte, tenace, esonda e annulla la mente, scava e arriva al nocciolo: il terrore di sentirsi orfani, di annientare se stessi contro il muro dell’ indifferenza dell’ unica persona scelta per farsi accarezzare dentro.
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UOMO-Dio-PastorE
LO STILE: Saramago porta su carta una rappresentazione di vita, non importa se sia reale o immaginaria. I suoi pensieri sono complessi nell'articolazione, così come lo sono quando la mente li genera. Nessun filtro capace di imbrigliarli nelle regole dello scrivere. Si entra nella sua mente, non si leggono solo parole in sequenza.
IL LIBRO: come il racconto della vita di Gesù Cristo, universalmente nota, da quanti credano in lui, in altri o in nessuno, possa, privilegiando la prospettiva del sentire, sorprendere, sconvolgere e diventare nuova. Un uomo, figlio di Dio, che volendo disobbedirgli, cade nel suo massimo inganno. Un uomo, l'unico ad obbedire al volere del figlio di Dio, che diventa IL traditore. Una donna, compagna e madre, che lo rende uomo e che lui rende sua pari. Pastore di greggi più pietoso del pastore di anime. UN CAPOLAVORO ASSOLUTO
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la democrazia negata e riconquistata
Il lato oscuro e profondo della democrazia, l'omologazione, al servizio del "potere democratico" di mezzi dittatoriali, la natura del potere, che basta a sè stesso e che respinge scenari diversi da quelli che lo alimentano, l'esercizio di un diritto costituzionale, votare scheda bianca, che diventa atto terroristico, perché troppo utilizzato, la buona coscienza di pochi, destinati ad una fine dolorosa, che cercano di opporsi al sistema, e la vittoria di tanti, che con il loro comportamento eticamente irreprensibile, pacifico e legittimo riescono a cortocircuitare il potere costituito.
grande penna, grandioso pensatore, rivoluzionario nell'animo e pacifico nel cuore.
splendida e triste lettura
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ciechi e legati...piacere o angoscia?
Libro che mi ha lasciato un profondo senso di vuoto, amarezza, e una nuova sostanza. le mistificazioni, gli abbellimenti sono diventati essi stessi sostanza per fagocitare la materia che ha generato le cose. un oligopolio di autoeletti determina le nostre propensioni, gusti e pulsioni e a noi piace...piace delegare scelte e responsabilità, piace godere della superficie, finendo per pensare che esiste solo quella, che sotto non è necessario andare.
Stile serrato, claustrofobico, che si eleva oltre le regole grammaticali, a volte ostico, ma complesso come ogni singolo pensiero di un essere umano, perchè non esistono pensieri che da capo portano alla coda, senza perdersi e ritrovarsi i mille altri sottopensieri.
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Figli unici
Prima di questo libro e quasi in sequenza ho riletto Primo Levi, e ho letto Amos Oz ( storia di amore e tenebra/ Giuda) e David Grossman ( a un cerbiatto somiglia il mio amore). Storie di popolo perseguitato dalla follia, desideroso di tregua, che fa del nuovo stato di Israele la propria patria. E poi arriva questa storia del popolo palestinese. Un libro Intenso, straziante e commovente e attendibile. La vita rubata di un popolo oppresso da chi da oppresso diventa oppressore. Una spirale di tristezza, stupore, atrocità il cui nucleo rappresenta salvezza: amare anche quando odio e vendetta a forza compongono ogni fibra del proprio corpo. E ora rimango con l’angoscia che i torti inferti sono figli unici di torti subiti.
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che la vita sia pari ai propri sogni
Ogni storia di Baricco è come una bandierina piantata sulla cima di un monte. E questa bandierina, secondo me, sta su una vetta altissima. Una progressione narrativa complessa, a tratti sincopata. Una storia che diventa causa o occasione per raccontare le nostra storie, quella amara e vergognosa di Caporetto, quella luccicante come un falò della rivoluzione industriale e la storia di Ultimo, quasi mai narrata, ma dedotta dalle storie di quanti si sono avvicinati a lui. Un finale sorprendente, romantico e dolcissimo realizzato da una donna algida. Una lezione di vita impareggiabile: vivere affinchè la vita pareggi con i propri sogni.
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uomo-macchina-mondo-ipermondo
premessa: la tecnologia e le enormi potenzialità del web mi hanno sempre sedotto e affascinato. Baricco tuttavia ha avuto la capacità e maestria di dipanare i mie dubbi sulla rete, di farmi scoprire, con la sua maestria, la sua origina, quella affonda nelle paure dei ragazzi vissuti dopo la seconda guerra mondiale, e di farmi cambiare l'approccio al mondo digitale, prima un pò timoroso, ora più aperto. è un libro che ognuno di noi dovrebbe leggere per comprendere un pò meglio il mondo in cui viviamo, senza false paure e reticenze,e, forse, per comprendere un pò meglio i giovani che in questo mondo sono nati. lettura fondamentale. P.S. adoro la penna di Baricco e in questo testo, che nulla ha di onirico o romanzato, l'ho trovato fluido, assolutamente comprensibile...questa volta Baricco usa la penna per arrivare immediatamente alla mente del lettore.
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tante storie di amore assoluto
forse uno dei più bei libri mai letti (e ne ho letti tanti nella mia vita). un libro corposo, ma non pesante, la fluidità del linguaggio rende soavi queste 800 pagine di storie complesse e avvinghiate l'una all'altra. Grossmann ha la dote della semplicità e della profondità. tutto in questo libro è amplificato dalla sua perdita che lui dichiara aver fatto da cassa di risonanza a questo racconto. storia di donna e di madre capace di amore assoluto e magnifico e terrificante. storia di uomo/bambino e di padre negato, fiamma che brucia e che la vita si ostina invano a voler spegnere. storia di guerra, continua, atroce strazia le carni, annichilisce la mente. trama complessa, personaggi magnifici, dettagli essenziali. per me è un capolavoro di amore e di scrittura
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