Opinione scritta da Valery78

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Valery78 Opinione inserita da Valery78    03 Aprile, 2021
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Mal d'India

Shantaram è un romanzo che racconta una vita straordinaria, un viaggio all'interno di un Paese e del suo popolo, l'India, e contemporaneamente un viaggio introspettivo all'interno della propria coscienza e del senso della vita. 1174 pagine, potrebbe sembrare una lunghezza scoraggiante, ma si fa leggere con grande fluidità, ben scritto. ipnotico, cattura l'attenzione e diventa difficile non divorare il romanzo per sapere come l'azione andrà a finire.
La storia narra le esperienze vissute in India dall'autore, Gregory David Roberts, questo ovviamente conferisce ancora più potenza ai sentimenti, alle riflessioni, alle considerazioni scaturenti dal libro. E' un'opera con un punto di forza: non può lasciare indifferenti, costringe a guardarci dentro e a riflettere, a prendere in considerazione cose che davamo per scontate.
Il protagonista ha visitato un Paese di bellezza straordinaria, ma è entrato a contatto con le persone più povere della terra, con gangster della malavita, è andato in guerra per sua scelta in Afganistan per un conflitto che non era il proprio. Eppure ha trovato cuore, bellezza, purezza dove non immagineremmo mai, amore fraterno, paterno, filiale nei luoghi più incredibili.
Forse per giudicare persone e azioni è necessario andare oltre l'inutile superficie del perbenismo...?
Secondo me uno dei 100 libri da leggere assolutamente una volta nella vita, bisogna solo scegliere gli altri 99.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    02 Novembre, 2020
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Detective combina guai

"L'allieva" contiene tutti gli ingredienti per un romanzo piacevole e coinvolgente. E' scritto bene, è scorrevole, contiene un mix armonico di elementi gialli e rosa, è ironico e intelligente. Sicuramente il punto forte è la protagonista, il libro è scritto in prima persona e ognuno di noi può facilmente identificarsi con Alice.
Si, perché Alice Allevi è una giovane specializzanda in medicina legale, non è sicuramente la prima del suo corso, anzi...(!), però è simpatica, appassionata, ha un amore profondo per il suo lavoro, a volte è goffa, è molto emotiva, ma tra tutte le sue imperfezioni non si può non amarla. Il suo modo di affrontare la vita, il lavoro, l'amore, a mille, tuffandosi senza paracadute, l'avvicina al nostro cuore; il tipo di scrittura che utilizza Alessia Gazzola, facendo descrivere alla protagonista tutte le emozioni, le insicurezze, le paure che prova durante l'azione e gli accadimenti, ci rendono il libro assolutamente coinvolgente e appassionante. Per il resto, il libro è molto ben scritto, si fa leggere con grande fluidità, ci sono tanti personaggi interessanti, con le loro originali personalità che interagiscono in maniera perfetta, non si potrà non arrivare a "tifare" per loro. Anche la trama gialla regge e si dipana in maniera interessante e piacevole. Assolutamente da leggere per evadere e divertirsi.

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Valery78 Opinione inserita da Valery78    13 Ottobre, 2020
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Cascassero nella tua testa mille chili......

Un libro FORTE, forte come la storia vera che racconta. Giuseppe Catozzella scrive in prima persona, come se fosse la stessa Samia Yusuf Omar a parlare.
Si tratta di una ragazza che già da piccolissima scopre la passione e il talento per la corsa, con una determinazione e una disciplina per gli allenamenti, notevoli per la sua età; con un senso della famiglia e dell'amicizia profondo e radicato.
Già dall'età di otto anni lei sa che parteciperà alle Olimpiadi di Pechino.
Solo che.....potrebbe essere la bella storia di un qualsiasi atleta di talento, invece....è una storia SPECIALE.
Perché Samia è una ragazza di Mogadiscio, nata e cresciuta in mezzo alla guerra, tra i clan della guerra e Al-Shabaab, ai piedi, non le scarpine della marca del momento. ma le scarpe tramandate di fratello in fratello con le suole bucate e sottilissime, al campo sportivo è possibile andare solo di nascosto, come scenografia i palazzi distrutti e crivellati dai proiettili delle armi.
Eppure Samia è felice, con la sua grande passione, l'amore per la sua famiglia, per il suo amico "abowe" (fratello) Alì, il primo che a dieci anni crederà in lei e sarà il suo primo allenatore.
Una storia commovente, ma raccontata con semplicità e dolcezza, senza autocompiacimento o eccesso di melassa. Un testimonianza che urge conoscere, per i temi attualissimi che tocca, per aiutarci a riflettere.
Si, perché Samia è arrivata davvero a Pechino grazie al suo talento, era la donna più veloce della Somalia, nonostante non avesse un vero allenatore e a volte neanche il cibo sufficiente al sostentamento (!).
E' arrivata a correre con il burqua, una donna non dovrebbe mai essere costretta ad annullare la propria persona in pubblico, per trovare un allenatore ha dovuto affrontare il viaggio per arrivare in Europa.
E allora leggere questo libro è necessario per provare a capire meglio il dolore, la realtà tragica che un uomo non dovrebbe mai vivere su questa terra.

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I librii di Khaled Hosseini
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    08 Ottobre, 2020
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Bevo mentre scrivo o scrivo mentre bevo?

Dopo aver letto il libro di Bukowski "Musica per organi caldi", che ho apprezzato tantissimo, mi è capitata fra le mani quest'opera. Si tratta dell'intervista realizzata da Fernanda Pivano a Charles Bukowski all'età di 60 anni, presso la sua casa di San Pedro.
Il libro si divide sostanzialmente in due parti, nella prima parte è descritta sinteticamente la vita dello scrittore, nella seconda, l'intervista vera e propria.
Per correttezza devo precisare che, per quanto riguarda il livello di gradimento, sono stata fortemente influenzata dalle alte aspettative da me nutrite.
Provavo una profonda curiosità di conoscere le opinioni, il punto di vista, di una leggenda del mondo della letteratura, riguardo i più disparati argomenti.
Cercavo di immaginare le risposte originali, le parole di quale dei suoi personaggi sarebbero uscite dalle sue labbra, aspettavo quanto di più eccentrico ed estroso potesse derivare dalle domande.
Invece......a parte la conferma che la maggior parte del materiale dei suoi libri prendono spunto dalla sua vita, la posizione secondo la quale si trovi più vicino agli ultimi della terra, l'interessante spiegazione della differenza fra la nascita in lui di una poesia o di un romanzo e l'incrollabile sicurezza per cui lui scrive quando beve e beve quando scrive......dicevo, a parte queste parti che mi hanno interessato, per il resto a tutte le domande (qualche aneddoto a parte) è un continuo "questo non mi interessa", quello che mi importa è bere, scrivere, andare alle corse, quello che capita a me. Pierpaolo Paolini? Mai sentito. Quel tipo....come si chiama.....Maromia....no, era Moravia (sic....).
Allora, meglio leggere i suoi libri! La sua arte, dove veramente esprime se stesso e VUOLE COMUNICARE con la sua originalità e il suo mondo spudoratamente insolente, mondo personalissimo con protagonisti gli ultimi, che nessuno vorrebbe neanche come comparse nella propria storia.
Fernanda Pivano è brava, anche a Bukowski sembra piacere, ma davvero per lo scrittore quello che importa è grattarsi sotto le ascelle e scrivere se stesso, non raccontarsi nelle interviste, vuole solo....essere lasciato in pace.....

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Classici
 
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    07 Settembre, 2020
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Più forte del destino

Inizio subito con l’affermare che questo libro mi ha completamente coinvolto ed entusiasmato. Appena ho letto che Defoe scrive la storia di un’avventuriera, prostituta, cinque volte sposata (di cui una volta con il fratello), per oltre dodici anni ladra, per otto anni deportata, bè… ero già bella e conquistata.
Defoe scrive il libro in prima persona, come se la stessa Moll Flanders raccontasse le sue avventure al pubblico, in modo da trarre frutto e insegnamenti dai suoi sbagli, dalle sue “nequizie”, senza doverle commettere in prima persona.
Un personaggio femminile, bello, ardente, appassionato e moderno; in un’epoca in cui una donna, per quante qualità possa avere, non vale niente senza una dote consistente, la nostra protagonista non si arrende a un destino già scritto dalla nascita e lotta con le unghie e con i denti contro qualsiasi avversità possa presentarsi, con un coraggio che nasce dalla voglia di vivere, di riscatto, di ricerca di una condizione migliore.
Non si può non calarsi nei panni della protagonista, nella sua vita, nei sobborghi più malfamati di Londra; la scrittura di Defoe è elegante, poetica, emozionante e suadente. Un capolavoro!

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Valery78 Opinione inserita da Valery78    27 Luglio, 2020
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Guardo il mondo da un oblò

Chi è Margherita Dolcevita? E' una ragazzina di quattordici anni, un pò sovrappeso, con un leggero disturbo al cuore; abita nella periferia della sua città con la sua famiglia, finché non arrivano dei vicini molto molto particolari che stravolgeranno e influenzeranno completamente la vita dei suoi genitori e dei suoi fratelli.
Ma la caratteristica precipua di Margherita è il suo modo di vedere la vita e di approcciarsi a essa. Una ragazzina incredibilmente intelligente, ironica, con una fantasia senza confini, guarda il mondo come attraverso delle personalissime lenti colorate. Forse una piccola stonatura del libro, sta nel fatto, che in certi punti, sembra davvero difficile attribuire quel dato linguaggio e quei ragionamenti a una ragazza così giovane; ma una volta accettata la Margherita di Stefano Benni, il libro scorre leggero, piacevole, ti fa sorridere, ti fa sognare. La vicende non sono interamente reali, ma sconfinano gradatamente nel surreale e nella fantasia. Un libro delicato da leggere, Benni, un autore da seguire.....

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Racconti
 
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    05 Luglio, 2020
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Alcol, corse, poesia

Che dire di uno scrittore che ha creato uno stile così originale e personale che quando sentiamo l'aggettivo "bukowskiano" capiamo esattamente l'universo letterario in cui stiamo per immergerci? Un autore che non è si è conformato a nessun genere letterario esistente, ma è andato oltre qualsiasi confine, originando un mondo nuovo fatto di personaggi sopra le righe, antieroi della vita quotidiana, dei sobborghi più malfamati delle città americane,
"Musica per organi caldi" è una raccolta di racconti molto brevi, una media di 6 pagine ciascuno. Generalmente preferisco i romanzi ai racconti, il romanzo mi rapisce e coinvolge completamente, permettendomi di leggere il libro tutto d'un fiato; nei racconti invece la conclusione di uno di essi e l'inizio del successivo, mi obbliga ad abbandonare i personaggi a cui mi ero appena affezionata e a far conoscenza velocemente con altri, facendomi perdere il ritmo e il coinvolgimento della narrazione. Questo libro è un'altra cosa. Tutti i personaggi descritti sono alla fine i mille volti di un unica persona, mi chiedo, il vero Charles Bukowski? Episodi di vita quotidiana, non si racconta mai avventure di particolare importanza, nella maggior parte dei casi sono poeti, alcolizzati, che non si prendono mai sul serio, con un linguaggio sboccato, osceno, indecente. Eppure c'è un che di poetico in queste pennellate di vita raccontate senza pudore, senza edulcorazioni, dalla parte dei reietti e degli emarginati. Sono sicura che uno stile così particolare e personale non lasci vie di mezzo, o piace o non piace per niente. Io l'ho amato, perché così lontano dal mio mondo, perché così coraggioso, come un pugno in pieno volto. Ma soprattutto perché mi sarebbe piaciuto da morire trovarmi con Charles Bukowski/Herry Kinaski (suo alter ego letterario) in un bar d'infima fama a parlare e a sentirgli dire la verità sulla vita, nuda, cruda, con un coraggio che non si incontra facilmente.

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Per la strada di jack Kerouac
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    11 Giugno, 2020
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Nel nome dell'amore, nel nome della fede

E' la prima volta che leggo un romanzo storico. Se non mi sono approcciata ad esso con pregiudizi, allo stesso tempo, ne sono stata piacevolmente colpita.
La storia nella Storia, che si valorizzano e si completano reciprocamente. La storia con la "s maiuscola" riguarda le angherie, le oppressioni e le ingiustizie subite da un'etnia minore nella Spagna del XVI Sec. da parte di quella parte della popolazione in maggioranza di fede cristiana.
Il protagonista del libro è Hernando, nato dalla violenza subita da una donna musulmana da parte di un sacerdote cristiano, in questo modo parte il romanzo, tante sono le testimonianze storiche di episodi di questo tipo, così la fantasia ha la forza della vita vera.
Ho sentito lamentare l'eccessiva lunghezza del libro, forse a un certo punto, oltre la metà, la storia sembra un pò ristagnare, ma la maggior parte delle pagine vola sulle ali di una storia epica e appassionante, personaggi che ardono di passione, uno stile semplice e coinvolgente, il continuo avvicendarsi del destino e della fortuna e allora i protagonisti dovranno ingegnarsi in mille modi per riuscire a fare la cosa giusta, per riuscire a sopravvivere,per conquistare la felicità.
Se risulta istantaneo stare dalla parte del popolo oppresso, allo stesso tempo durante le rivolte, l'odio genera odio e si assiste alle stesse atrocità e alle stesse violenze commesse da i propri oppressori.
Un libro bello che ricorda come dopo oltre 500 anni, è inconcepibile che, in nome della Religione si possano compiere atti contrari al rispetto della vita umana, con un protagonista, che, non accettato né dai Cristiani, né dai Mussulmani, si trova ad agire guardando dentro il cuore delle persone, non in base ad una automatica demarcazione tra buoni e cattivi. Buona lettura!

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I pilastri della terra di Ken Follet
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    25 Aprile, 2020
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L'apparenza delle cose

"Adesso sapevo che l'importante è non lasciarsi fiaccare, non lasciarsi intimidire o manipolare. Non era facile evitarlo, ma conoscevo le conseguenze dell'innocenza: il nemico poteva essere chiunque". I protagonisti del libro sono due: da una parte Sandra, una giovane donna incinta, che si trova in un momento particolare della propria esistenza, non è innamorata del padre del suo bambino, non va d'accordo con la famiglia, non ha un lavoro, non sente di avere uno scopo nella propria esistenza, per questo va a passare un pò di tempo nella villetta al mare della sorella, in Spagna, in Costa Blanca; dall'altra parte c'è Julian, personaggio diametralmente opposto, un uomo di un'altra generazione, un ottantenne, con un passato tragico alle spalle, è sopravvissuto al campo di sterminio di Mauthausen e successivamente ha dedicato la sua vita a stanare nazisti e a fare in modo che pagassero per i crimini di guerra. Sandra durante una passeggiata in spiaggia si sente male ed ecco, arrivano in suo soccorso una coppia di adorabili anziani, che si prendono cura di lei, la accolgono in casa e la trattano come una nipote, i due nonni che avrebbe sempre desiderato. Chi avrebbe mai potuto immaginare che dietro quelle apparenze così inoffensive e per bene si celassero due nazisti, rei di di un numero spaventoso di assassini di massa? Nonostante la tematica così profonda e toccante, il libro è un romanzo che poi devia in un thriller psicologico, piacevole e scorrevole. L'ho trovato molto originale, non è facile mescolare storia e fantasia in tale modo armonioso. Sapere che molti nazisti sono veramente invecchiati, tranquillamente, senza mai avere rimorso, pentimento, placidamente nelle calde spiagge spagnole è un pugno allo stomaco che lascia senza fiato. Continuare a ricordare sempre, costantemente l'orrore del nazismo alle generazioni a venire, un orrore vero che neanche la mente del più visionario scrittore di storie del terrore avrebbe potuto partorire, è un dovere, e i libri che lo ricordano vanno colti con favore. Poi c'è l'amicizia fra Sandra e Julian, profonda, inedita, preziosa, loro così diversi, ma l'affetto e l'amore sono una questione di affinità elettiva, non guardano età, nazionalità, stili di vita; il loro incontro cambierà in meglio la vita di entrambi. La lettura è molto piacevole e scorrevole, non potrete, pagina dopo pagina, non restare col fiato in sospeso, preoccupandovi della sorte di Sandra e Julian, Buona lettura.

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Valery78 Opinione inserita da Valery78    29 Marzo, 2020
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Eri tu un "papasitter"

Questo libro mi è capitato davanti per caso. Ho cominciato a leggerlo a causa della fama del suo autore: Jostein Gaarder, lo scrittore del famoso "Il mondo di Sofia", di cui ho tanto sentito parlare, pur non avendo ancora avuto l'occasione di leggerlo. All'inizio, devo ammettere, l'ho trovato un pò lento, come se stentasse a decollare, come se non ci fosse sufficiente materiale che colpisse il mio interesse. Ma poi è successa una magia, ha cominciato a coinvolgermi sempre di più. Una dolce fiaba, un racconto "delicato", parla di temi profondi in maniera leggera, con un linguaggio molto semplice, ma anche elegante. Mi è piaciuto tantissimo l'invenzione della lettera a due mani, scritta da padre e figlio, tra passato e presente, che riescono a comunicare a discapito dell'incommensurabile distanza di tempo e di spazio. E' un libro che mi ha commosso profondamente, che ha usato degli oggetti semplici, come le arance, come una colomba bianca, per spiegare dei concetti profondi e delle riflessioni interessanti: esiste un'arancia uguale a un'altra? Consiglio caldamente la lettura, non è semplice trovare un mix così ben dosato di riflessione, leggerezza, magia, fiaba.

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Il gabbiano Jonathan Livingston, Il piccolo principe.
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Valery78 Opinione inserita da Valery78    01 Marzo, 2020
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Bella sorpresa

Questo romanzo di Dan Brown è stata per me una bella sorpresa. Il libro è un buon mix di diversi ingredienti. Prima di tutto sono enfatizzati gli aspetti thriller e d'azione, la suspence e la tensione sono sempre alte. Molto interessanti sono le descrizioni delle nuove tecnologie americane e internazionali, nonché i vari poteri dell'Intelligence americane. Accanto alla parte scientifica, ai misteri legati a un meteorite trovato sotto i ghiacci del Circolo polare artico, molto interessante è entrare dentro le logiche della corsa alla Casa Bianca, politici senza scrupoli, battaglie senza esclusioni di colpi, personaggi dubbi, azioni giustificate da una morale più o meno discutibile. Tanti i personaggi, la scena cambia continuamente per dare voci ai diversi protagonisti e alle diverse prospettive. Il livello di adrenalina è sempre alto. La ciliegina nella torta è lo spazio dato a tante donne forti, d'azione, con una motivazione profonda e che spesso rubano la scena ai colleghi uomini. Colpi di scena che io personalmente non sono riuscita a prevedere, come purtroppo è successo in altri libri. Godibile e divertente...che altro dire? Buona lettura e aspettiamo l''uscita del film......

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Il codice da Vinci di Dan Brown; La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker; Io uccido di Giorgio Faletti; La bambola che dorme di Jeffery Deaver.
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