Opinione scritta da Cecilia Ciaschi

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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    16 Dicembre, 2021
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Saga di una Famiglia inglese......

Noioso, lento nell'azione,( a prescindere che quì l'azione non esiste!) faraginoso, prolisso....con quel fraseggio ottocentesco rende davvero l'incedere molto pesante. Almeno ci fossero delle descrizioni quà e là un po' poetiche ,a mo' di quadretto...niente!
Esagerate 569 pagine, si poteva risolvere con la metà....nemmeno da paragonare a certe saghe tipo "La Famiglia Moskat" di Singer. Insopportabili i personaggi, soprattutto la madre. Almeno ci fosse qualche colpo di scena, almeno fosse ironico e moderno proprio non lo è!
Come direbbe Malgioglio: "Terrificante"

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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    04 Agosto, 2021
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Ragazze che scompaiono nelle campagne inglesi

Un bellissimo poliziesco, che nonostante le 490 pagine, si legge tutto d'un fiato!
Ritmo incalzante, trama coinvolgente, parole semplici, discorsi comprensibili
senza tanti ghirigori, tengono il lettore incollato alla storia, desideroso di
arrivare al finale.
I fatti si svolgono nelle bellissime campagne inglesi, piccole cittadine -
- Scarborough - descritte magistralmente dall'autrice: pochi tocchi che ci fanno
comprendere però certe realtà nelle loro molteplici sfaccettature....non solo la
conosciuta ( si fa per dire) ed ambita opulenza londinese, ma anche parecchio
degrado, strutture fatiscenti e assenza di regolare servizio pubblico per quanto
riguarda il trasporto, solo per fare alcuni esempi.
La storia si dipana intorno alla scomparsa di tre adolescenti, ed oltre alla Polizia
locale, si troverà ad indagare, suo malgrado, anche Kate Linville, che possiamo
definire l'eroina di questi romanzi ( vedere anche il bellissimo "L'Inganno").
Tramite le storie di queste teen-agers, si evince il profondo disagio giovanile,
l'inquietudine, la continua lotta delle classi meno agiate per sbarcare il lunario.
Una società che è ben diversa da quella che ci hanno sempre paventato i mass-media.
E di riflesso, anche la situazione per i più agèes, o per persone con problemi
mentali, non è delle più rosee - vedi: case di riposo e centri di igiene mentale
totalmente lasciati a se stessi nel degrado e nell'incuria....
A volte ( quasi sempre) è molto più utile leggere i gialli o poliziotteschi,
che tanti libri a carattere meditativo-filosofeggiante, per rendersi conto della
vera realtà che ci circonda.....

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L'Inganno
E agli amanti dei gialli, dei noir e dei poliziotteschi in genere
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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    14 Agosto, 2020
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Giallo Noir raffinato e crudele

Con poco più di 120 pagine Durrenmatt ci fa appassionare ai suoi personaggi ed entrare nel
mezzo di una storia a dir poco inquietante.
ll protagonista è il Commissario di Polizia Barlach, operante a Berna, ormai prossimo alla
pensione e gravemente malato, al quale i medici hanno dato poco tempo da vivere.
Basterà una foto per alimentare un sospetto e far sì che Barlach si metta sulle tracce di un
medico, che operava nel campo di concentramento di Stuffoff vicino Danzica, senza
anestesia, per sperimentare tutto il proprio sadismo.
Il fatto che un uomo, sotto falso nome, abbia potuto svolgere in un campo di sterminio la sua
sanguinaria attività, è terribile...ma che finita la guerra egli possa addirittura dirigere una
clinica nell'opulenta e civile Svizzera, è un segno che ormai siamo proprio sull'orlo del
baratro.
Alla fine il dialogo tra il Commissario e il Medico rappresenta lo scontro tra il Bene e il Male;
gli spunti di riflessione sono notevoli: l'Uomo, la Vita, la Giustizia.... e Durrenmatt usando il
modulo narrativo del giallo intriso di noir, conclude che una giustizia perfetta è impossibile
e che alla bisogna un pizzico di surreale può essere d'aiuto.
Il libro esce nel 1953, gli echi della Guerra ancora si fanno sentire...anche se l'Uomo
dimentica, forse per sua natura...ma i fantasmi rimangono e non a caso D. parte da una
tragedia ancora tutta da ricucire per l'Europa e l'intero mondo: quella dei campi di
concentramento, quando ancora la caccia ai criminali nazisti doveva cominciare e ciò dimostra
quanto la questione fosse cara a D. molto prima dei vari Wiesenthal.
Ben scritto, comprensibile a tutti, lo stile è privo di orpelli stilistici inutili e farriginosi;
la trama è essenziale,come piace a noi e non si dilunga su cose inutili.
Il libro è interessante e merita davvero di essere letto.
Ne uscirebbe fuori un bel film....anche se a suo tempo, trattasi del 1972, Daniele D'Anza lo
propose in due puntate trasmesse dalla Rai con ovviamente il bravissimo Adolfo Celi nel
ruolo del sadico Dottor Emmenberger!

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Gialli, polizieschi e noir
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Gialli, Thriller, Horror
 
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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    11 Marzo, 2020
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Opera Diabolica o altre Entità?


Finalmente un libro che si legge tutto d'un fiato!
Carsten ha uno stile di scrivere che ti impone di andare avanti, non perde tempo in discorsi
macchinosi e leziosi e non usa termini da enciclopedia.
Ci è piaciuto molto come ha ricreato le atmosfere da incubo e paura, atmosfere che hanno
"rapito" Niceville, cittadina come tante altre nel Sud degli Stati Uniti; il "Male" che è
penetrato improvvisamente in ogni suo angolo dando inizio a una serie di episodi di
violenza inaudita....la ricomparsa in città di decine di persone credute morte....gente di
altre epoche, ancora apparentemente vive: opera Diabolica o presenza di altre entità?
Descrive alla perfezione tutto quel che riguarda l'ambito dei poliziotti, essendo stato egli
stesso uno di loro; belli i tratteggi che fa di quelli che sono per noi tra i protagonisti:
Frank Barbetta e Nick Kavanaugh.
Descrive abilmente i molti personaggi senza creare caos, e gli avvenimenti di cui sono
protagonisti, concatenati gli uni agli altri, incuriosiscono e ti impongono di proseguire con
la lettura, come la storia e la "rinascita" di Charlie Danziger; ovviamente occorre prestare un
minimo di attenzione per non rischiare di fare confusione.
La parte horror-paranormale è davvero intrigante, interessante e amalgamata bene nel
contesto...per noi che siamo più avvezzi all'incedere poliziesco.
Si spera ne venga tratto un film!
Il finale ci ha lasciati un po' in sospeso, non spiega ( come diciamo noi di certi film che
finiscono un po' a bischero!!!!), ma essendo una trilogia, si spera si capisca perbene
nel proseguo.
Senz'altro se ne consiglia la lettura!

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Romanzi Horror e paranormale in genere
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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    02 Novembre, 2019
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Non solo Football.....


Un bellissimo spaccato dello stile di vita americano: il tutto si svolge a Messina, una
cittadina come tante nel cuore degli States.
Dopo 15 anni il protagonista narrante Neely Crenshaw vi ritorna, perchè colui che fu
il suo allenatore di Football Eddie Rake, è in fin di vita;
non solo suo "coach" ma di diverse generazioni di liceali.
Il libro si legge tutto d'un fiato, lo stile di Grisham è come di consueto, comprensibile
a tutti, lineare, diretto, moderno, scevro di qualsiasi ampollosità letteraria;
difficilmente Grisham si dilunga con elucubrazioni stravaganti, tanto per riempire le
pagine.....ed è quello che tanto ci piace di Lui.
In 4 giorni si dipana la storia che gira attorno ai ricordi, non solo del protagonista, ma
di tutti i ragazzi che per quasi 50 anni sono stati allenati e forgiati da Rake.
Storie di ragazzi, liceo, football,amori: chi ha avuto "successo" e chi invece è
caduto, chi ha fatto fortuna e chi ha varcato le soglie del carcere.
Una lettura fluida e piacevole, un po' più difficile da capire nel capitolo del mercoledì,
dove viene ricordata e descritta una partita, ovviamente se non si conosce il Football...
...ma questo ci ha incuriosito ancor di più e ci ha fatto venire voglia di guardare
un po' di partite!!!!
E' una delle capacità di Grisham: far incuriosire ed interessare le persone agli argomenti
più disparati: mondo legale, politico, avventuroso poliziesco o più propriamente
ironico e divertente.
E il nostro Neely che doveva diventare una stella del football, perde tutte le sue speranze
e certezze a causa del classico incidente rovina ginocchio....e va via da Casa e da tutto.
Attraverso il suo ritorno e soprattutto durante il funerale di Rake, Neely libererà se
stesso da tutta l'oppressione e dai sensi di colpa accumulati, ritroverà finalmente
il proprio cuore........da quì la morale del racconto:
l'accettazione di quel che può capitare in questa vita, accettare i propri limiti,
le proprie sconfitte, le proprie paure....imparare a perdonare non solo gli altri, ma
soprattutto se stessi: se è andata così farsene una ragione ed andare avanti con altre
mete ed obbiettivi, con la consapevolezza di esser progrediti, di esser diventati adulti
ed aver compreso le semplici ma sempiterne verità dello stare al mondo, porre una
speranza nuova nell'amore e nelle amicizie...non a caso nel finale traspare il desiderio
di Neely di ritornare stabilmente a Messina, dove è nato e cresciuto e dove ha ancora
tutti i suoi affetti; ricominciare da dove siamo stati bene, rivalutando e guardando sotto
una diversa luce.....ed è quello che tutti dovremmo fare.

Ne verrebbe fuori un bellissimo film!

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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    20 Ottobre, 2019
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Una evanescente fuga alla ricerca di se stesso....


L'ufficiale dell'esercito asburgico Franz Tunda, che poi altri non è che l'autore stesso,
in una fuga senza un chiaro perchè, dalla Siberia a Parigi.
Egli diventa un nomade,spogliato e privo di tutto: soldi, rango, titolo, professione;
spettatore della disgregazione di un mondo antico e l'ascesa di nuovi poteri che
daranno poi il via ai totalitarismi che porteranno alla catastrofe della Seconda
Guerra Mondiale.
La lettura ci è risultata pesante e "ferma", non c'è quel ritmo incalzante per cui
il lettore va avanti spedito fino alla fine per vedere il finale;
gli avvenimenti sono portati avanti in un incedere statico, per nulla coinvolgente;
il linguaggio e i termini adoperati (almeno nella traduzione) sono capibili, ma lo
stile e la costruzione delle frasi non sono del tutto comprensibili e risentono
parecchio di certe ampollosità ottocentesche, tanto è che ci siamo dovuti fermare
più volte....
non accade nulla di veramente sconvolgente, un episodio o più episodi per poter dare
un senso e una svolta decisiva al tutto: si rimane in un limbo, in perenne attesa di
qualcosa.
Appaiono come funghi variopinte figure femminili, che non si capisce bene ne' il ruolo
e ne' cosa possono rappresentare nel concreto per il protagonista...
Tuttavia una cosa che ci è piaciuta è la descrizione che fa in vari frangenti di certa
aristocrazia e di certi radical-chic viziati già esistenti (!!!)....elementi che possiamo
riscontrare nella realtà odierna in abbondanza.
"...gli uomini viziati, che stanno bene e sono così immuni dal contagio della povertà
che presso di loro fioriscono le virtù prodigiose: la comprensione per la povertà,
la misericordia, la bontà d'animo e persino la mancanza di pregiudizi" (Pag. 129).
E la descrizione della città di Berlino, attraverso la quale si capisce bene il futuro che
poi ha avuto questa città e di come sia andata di moda specialmente negli ultimi
anni:
"Questa città ha avuto il coraggio di essere costruita in uno stile orribile, e questo le
da il coraggio per altri orrori" ......(Pag. 108 e seguenti).

Il protagonista rimane “in fuga”, appunto….alla ricerca di un evanescente se stesso.

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Cecilia Ciaschi Opinione inserita da Cecilia Ciaschi    10 Ottobre, 2019
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Un'Irlanda che non ti aspetteresti.....


Con un linguaggio semplice, essenziale e privo di orpelli stilistici, Frank McCourt
con i suoi occhi da bambino ci trasporta nell'Irlanda tra le due Guerre e attraverso
la narrazione delle vicende sue e della sua numerosa famiglia, ci fa capire a fondo
la condizione irlandese di quegli anni.
Frank ci dona il racconto della sua vita, facendoci toccare con mano l'estrema miseria,
il freddo e la fame ( quasi ce li sentiamo addosso), il tutto aggravato dalle convinzioni
cattoliche, che invece di dare sostegno e conforto mettono ancora più fuori gioco
le persone e le abbrutiscono;
un'ignoranza medioevale, l'alcolismo onnipresente come fuga dalla realtà, che
affossa ogni sprazzo e movimento di riscossa;
il degrado dei luoghi, l'odio viscerale per gli inglesi e per gli irlandesi del Nord:
un documento che insegna più di un libro di storia e ci fa comprendere nel profondo
quel che doveva essere e il perchè di come poi le due Irlande non hanno avuto mai
pace: la lotta agli inglesi, l'Ira e tutto il resto.
C'è chi lo giudica troppo "crudo", ma d'altronde se si vuole fare sapere la Verità,
questo doveva fare McCourt.
C'è chi si lamenta della condizione italiana nei soliti anni con l'avvento del Regime,
ma non sembra che altrove le condizioni dell'essere umano fossero migliori....
....anzi....
Un libro, una storia, che hanno solo da insegnare, specialmente al giorno d'oggi,
dove il troppo benessere, di contrario, impigrisce ed infiacchisce il corpo e la mente.
Sicuramente non è noioso... e Lui con l'ironia e la curiosità di fanciullo tratteggia
gli episodi durissimi facendoci perfino sorridere e la voglia di riscatto, di riuscire
e del sogno americano fa comprendere quante risorse nascoste ed inaspettate
abbia l'essere umano per poter risalire la china e superare anche le peggiori
disgrazie....sperare e credere in una felicità che prima o poi arriverà.
Consigliatissimo a certe radical-chic di buona famiglia, che si apprestano ad andare
in Irlanda perchè va di moda: l'Irlanda non è una terra magica di gnomi e folletti...
.....è stata anche questo!

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