Opinione scritta da fablic

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fablic Opinione inserita da fablic    03 Marzo, 2018
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L’Arca di Noè esiste, ma…

Catturato dall’entusiasmante plot di “Missione Ararat” scritta da Cristopher Golden, mi sono tuffato nella lettura di questo romanzo. Gli elementi c’erano tutti: la sensazionale scoperta della presunta Arca di Noè, incastrata sull’altura del monte Ararat, il conseguente rompicapo spiegato “logicamente” solo dalle Sacre Scritture, il ritrovamento di un corpo per alcuni versi non umano, scritture filologicamente misteriose. Insomma c’era molta carne al fuoco, il problema è stata…la cottura.
A determinare l’incipit, è un evento eccezionale, ovvero una forte scossa di terremoto, rivelatore dell’antico reperto. Dopo una snella caratterizzazione e messa a fuoco dei personaggi, prende corpo una spedizione per sciogliere il secolare mistero. Gli elementi della prima parte, costituiti da luoghi, personaggi, descrizioni, dialoghi, riflessioni, sono ben sviluppati e coordinati, come lo stile, chiaro e scorrevole. Verso la fine della prima metà del libro, il climax sale di tono molto lentamente, forse anche troppo, sortendo due effetti contrari: se una tensione non risolta contribuisce ad alimentare il mistero, spingendo il lettore a proseguire ad oltranza la lettura, per effetto opposto, inizia ad annoiare. Il vero problema di questo romanzo è strutturale. Manca il dramma. Il conflitto c’è, ma è debole. Come se non bastasse, il registro linguistico dei vari personaggi inizia a diventare uniforme, quindi piatto, senza contare numerose divagazioni e riflessioni che sfociano in una ridondanza di pensiero. A mio avviso comunque, il difetto più vistoso, consiste nella mancata caratterizzazione del malvagio, che si traduce in una sistematica volontà di fare del male. È un vero peccato, poiché la trattazione del Bolognium (elemento fantastico) è di tutto rispetto. Il crogiolo (tecnica narrativa strettamente collegata al conflitto, che obbliga i personaggi a stare insieme pur perseguendo obiettivi diversi), si sviluppa blandamente, con la funzione di movimentare le scene, ma oramai siamo quasi alla fine della storia. Altro espediente o tentativo di animare il romanzo, è quello di inserire qualche scena violenta, tipicamente splatter, che stona e stride con il resto della storia.
In conclusione, “Missione Ararat” rimane un romanzo interessante, consigliato a chi ha una propensione più per una letteratura d’evasione meditativa e riflessiva, piuttosto che d’azione e forti emozioni.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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fablic Opinione inserita da fablic    19 Novembre, 2017
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Sottoterra gli incubi prendono vita

Lo stile di Tim Curran balza subito all’occhio, marchiato da una scrittura sempre potente ed evocativa, ed in quest’ultimo romanzo intitolato Nightcrawlers, è a tratti poetici. Le parti descrittive sono da considerarsi delle miniature, come dei veri e propri quadri en plenarie. Già lo abbiamo visto in Cannibal Corps, capace di una comunicazione violenta e dirompente, basata sull’azione fin dal classico prologo in media res. In Nightcrawlers le cose cambiano, grazie alla duttilità del talento espressivo e comunicativo di Tim. Le sfumature linguistiche si fanno più cupe, claustrofobiche, le ambientazioni malsane, il degrado mentale e fisico, così come le leggende ed i racconti, si fonderanno in un magma fatto di ignoranza e vergogna. Segreti sussurrati sottovoce, custoditi nei più bui recessi dell’anima, una volta scoperti, scateneranno forze al di là di qualsiasi immaginazione. Adesso passiamo agli appunti da muovere. Uno di essi, riguarda la traduzione. Certo interpretare in maniera impeccabile un linguaggio, a volte complesso come quello di Curran non è facile, ma è pur vero che verso la fine del romanzo ho riscontrato un uso a volte massiccio di congiunzioni. Questo potrebbe infastidire il lettore, spezzando “il filo magico” della narrazione, o potrebbe non essere neppure notato, in quanto trattasi di sfumature stilistiche. In effetti, ad un’analisi più attenta, questa ridondanza di congiunzioni, si spiegherebbe a causa dei periodi, insolitamente lunghi e farciti di aggettivi. Di contro, queste frasi molto articolate, assolverebbero alla medesima funzione, ovvero catalizzare e veicolare l’attenzione del lettore, creare una patina di suspense, come solo un grande maestro dell’horror può fare. Insomma, Nightcrawlers è un eccellente horror da leggere assolutamente, rivolto a tutti coloro che sono alla ricerca di emozioni forti!

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Gialli, Thriller, Horror
 
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fablic Opinione inserita da fablic    19 Novembre, 2017
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Eccellente libro di zombi horror survival

Si rinnova la saga horror-apocalittica, “Diario di un sopravvissuto agli zombi” di J. L. Bourne, dando il via, al quarto episodio, intitolato “Inferno Eterno”. Il plot della storia, è sempre lineare, tipico degli altri libri precedenti, ma non per questo meno carico di adrenalina. In quest’ultimo romanzo, il nostro protagonista Kil, dovrà affrontare orde fameliche di zombie, in missioni disperate al limite del suicidio. Sarà un viaggio infernale ed estenuante, motivato da una chiamata di aiuto misteriosa. Inoltre si confronterà con un’umanità sparuta, sull’orlo dell’estinzione, pronta a ghermire, o bisognosa di aiuto. Lo stile di Bourne si affina e si evolve, ma è sempre diretto ed intuitivo, con il climax che schizza su di giri, come quando si pesta la tavoletta di un acceleratore. “Inferno Eterno” è un romanzo che concede poche pause. Tutti i suoi elementi, dai più dinamici quali, dialoghi e prospettive, ai più statici come i monologhi e le descrizioni sono concertati magistralmente, attanagliando chi legge, in un’agghiacciante morsa di terrore.

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Fantascienza
 
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fablic Opinione inserita da fablic    04 Novembre, 2017
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The walking dead l'ascesa...dell'abisso

E’ proprio vero! Se guardi troppo l’abisso, l’abisso guarderà dentro di te. Nel romanzo “The walking dead: l’ascesa del governatore”, di Robert Kirkman e Jay Bonansinga, assistiamo ad una sorta di "regressio mentis" da parte del protagonista. I fratelli Blake pur seguendo lo stesso percorso, arriveranno ad una crescita e consapevolezza diametralmente opposta. Philip il protagonista, userà la violenza per salvare in continuazione i sopravvissuti, ma alla fine sarà lui stesso a pagarne il fio, poiché inizierà ad usarla indiscriminatamente. Se gli zombi non hanno un’anima, anche lui la perderà, fino a perdere il senno. Di contro Brian, che sembra essere l’anello più debole, giungerà ad una maturazione tale, da identificarsi con la parte buona e coraggiosa del fratello. Un grande lavoro è stato svolto sulla caratterizzazione dei personaggi, anche di quelli minori, che si interseca naturalmente con tutta la sceneggiatura, orchestrata magistralmente. The walking dead: l’ascesa del governatore, è un romanzo snello che si legge in pochi giorni. Scene d’azione, colpi di scena, svolte drammatiche sono disseminate ovunque, il lettore viene attanagliato da una tensione ed inquietudine continua, incentivato a leggere “famelicamente” sempre di più.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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fablic Opinione inserita da fablic    04 Novembre, 2017
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Molto colore, poca adrenalina...

Copertina a parte (molto bella), DUMA KEY è un romanzo particolare, che alla fine di horror, suspence e tensione ha molto poco. La storia che molto lentamente introduce alla fitta trama del racconto è angosciosa e triste, di sicuro riecheggia e richiama ovviamente ampliandolo di molto l'incidente che lo stesso King ha avuto, per certi versi mi ricorda Insomnia, non so il perchè!
Punto di forza di questo romanzo è la creatività pittorica incontrollata che gradualmente si manifesterà nel protagonista Edgar, creatività dettata (e fatta vedere da King) dal sublime, etimologicamente lo dice la parola stessa= sub limen che letteralmente "andare oltre la soglia". Le vicissitudini successive assumeranno dei contorni misteriosi, sufficentemente interessanti, fino a diventare sempre più drammatici.
A mio avviso, molte parti del racconto, soprattutto nella sua fase iniziale, come tante descrizioni paesagistiche o di stati emozionali interiori, potevano essere omesse per snellire la trama ed il suo andamento.
La parte finale acquista un po' più di interesse ed i misteri vengono svelati a ritroso nel tempo, ma sacrificando la tensione tipica dei suoi libri. In conclusione Duma Key, è un bel romanzo, forse più che romanzo è un bel quadro, ma carente di adrenalina, tensione. Consigliato solo a chi piace il "Paranormal romance".

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Racconti
 
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fablic Opinione inserita da fablic    04 Novembre, 2017
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16 perle di stile

Notizie dalle tenebre di Joe R. Lansdale, è composto da 16 corposi racconti brevi, per un totale di 468 pagine.
Sarete da subito proiettati in una dimensione da incubo, come in Ombra e sangue, dove un musicista fa uno strano patto con un particolare venditore, oppure in Mr. Orso che narra di un orso un poco ingombrante!
Potrete gustare la delicatezza poetica di Le stelle cadono, dove i legami familiari vengono rinsaldati, o catapultarvi nell'adrenalico racconto dell'Uomo pieghevole.
Ognuna di queste piccole "perle", si apprezza per la superba maestria di Lansdale declinata in tutte le sue sfaccettature.
Le descrizioni dei personaggi si compenetrano con i dialoghi, creando un ritmo serrato, così come le scene si susseguono incalzanti, con l'acceleratore sempre spinto al fondo.
Lo stile è diretto, fulmineo, asciutto, crudo, molte volte scurrile, ma arriva sempre all'obiettivo: fa emergere il "lato oscuro" di un genere umano disperato, ai margini della società, senza redenzione e senza speranza.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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fablic Opinione inserita da fablic    04 Novembre, 2017
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Il traghettatore è un mezzo flop...

Il traghettatore scritto da William Peter Blatty, consta di 200 pagine, il titolo originale è Elsewhere. Riguardo la scelta del titolo, non mi pronuncio, poiché è solo una questione di gusti. Il traghettatore è’ una ghost story, dalla trama molto intrigante. L’agente immobiliare newyorkese Joan Freeboard, ha l’occasione di vendere una villa degli anni 30 su posta un’isola, Elesewhere appunto, dove sono stati commessi diversi omicidi, e la casa sembra essere infestata dai fantasmi. Joan allo scopo di vendere la casa, ingaggerà una sensitiva, uno scrittore ed un esperto del paranormale. Il gruppo dovrà abitare nella villa per una settimana, alfine di sfatarne la sinistra fama. Gli eventi, durante il loro soggiorno, prenderanno una piega sempre più cupa, finchè la casa svelerà loro, tutti i suoi segreti. Fin dalle prime pagine, ho avuto difficoltà a concentrarmi sulla storia. I discorsi spiazzanti ed i personaggi poco delineati, creano un poco di confusione e sostanzialmente non succede niente fin tutta la prima parte del libro. Oltre alla confusione pertanto, subentra anche la noia! Nella seconda metà del romanzo, ovvero quando il gruppo si trasferisce dentro la villa, qualcosa inizia a cambiare. Le atmosfere diventano tetre, i misteri si infittiscono, malgrado la prima metà, si crea un climax che istiga bene o male, a proseguire nella lettura. Gli elementi che trovo “disturbanti”, sono i registri linguistici dei protagonisti. Dare e soprattutto Freeboard, sono abbastanza scurrili. Poco si addice ad un agente immobiliare di successo, che soggiorna in una casa con delle persone sconosciute, (Case e Trawley, che di contro sono molto educate), adottare un determinato tipo di linguaggio. Altra critica da muovere riguarda il ritmo della storia. E’ troppo spedito, i momenti di alta tensione, si sciolgono subito, come se lo scrittore avesse fretta di finire. Il difetto più grande comunque, quello che fa pendere l’ago della bilancia verso il basso, rimane la gestione della tecnica dell’incluing. Essa consiste nel rivelare gradualmente gli indizi, le funzioni ed i ruoli dei personaggi chiave. Ebbene, già a metà libro si intuisce come andrà a finire la storia, riprendendo peraltro un tema già sfruttato in un famoso film. Altro non posso dire, per non spoilerare il libro. In conclusione molti hanno comprato “Il traghettatore” di Blatty, sulla scia del suo capolavoro, ossia “L’esorcista”, ma è tutt’altra cosa. Il tema della casa infestata, a detta di quanti molti dicono, non è un tema trito e ritrito, basti citare “Nero Eterno” di David Falchi, per farmi accapponare la pelle. Spero che questa recensione, vi torni utile per poter valutare “cum grano salis”, la scelta di questo libro.

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