Opinione scritta da Paola75
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COTTO A META'
Balram Halwai scrive le sue sette lettere al premier cinese Wen Jiabao in procinto di arrivare in visita a Bangalore raccontando la storia della sua vita: nato nelle "Tenebre" ossia in uno dei villaggi poveri dell'india dove l'uomo è dominato da signorotti locali e dalle severe leggi familiari. Si definisce un uomo emancipato e poco credente ma "sempre pronto a baciare i 36 0000 004 culi delle divinità"
Il villaggio di Laxmangarh (il luogo in cui è nato) è posto sulle rive del Gange è considerato il fiume dell'emancipazione in cui ogni anno centinaia di turisti vengono a immergersi nelle acque.
" No Mr Jiabao le sconsiglio vivamente di immergesi nel Gange a meno che voglia riempirsi la bocca di feci, paglia, membra umane in decomposizione, carcasse di bufale, nonchè sette diverse qualità di acidi industriali..Io so tutto sul Gange, signore...."
A questa considerazione racconta un episodio quando morta sua madre il corteo funebre porta il corpo, avvolto in una stoffa di satin al fiume, lì era stata costruita una piattaforma di legno su cui vi erano cataste di tronchi e uomini armati di accetta ne stavano facendo a pezzi; quando arrivarono già altri quattro corpi stavano bruciando e l'area era impregnata dal forte odore di carne bruciata. Dopo aver aspettato il loro turno ricoprirono il volto della donna e ceppi di legno furono impalati sopra il corpo, poi il sarcedote diede fuoco. Sotto la piattaforma vi era un gigantesco ammasso di fango nero ricoperto di petali di rosa,frammenti di satin, ossa carbonizzate e un cane si aggirava nel fango.
"Poi capii.....restai senza fiato e per la prima volta in vita mia svenni. Da allora non sono mai tornato a vedere il Gange lo lascio ai turisti americani!"
Sopranominato Tigre Bianca (da un ispettore scolastico stupito per le sue capacità) il protagonista definisce gente come lui un uomo "cotto a metà", ossia mezzo istruito e mezzo no in quanto non è stato permesso loro di finire la scuola per poter aiutare la famiglia, ma Balram non ha nessuna intenzione di seguire il destino del padre (umile conducente di risciò) e di suo fratello Kishan i quali sono sottomessi da Kusum l'infida nonna che "aveva l'abitudine di sfregarsi forte gli avambracci quando era contenta" e figli e nuore vivevano nel terrore della donna.
Anche se verrà costretto a lasciare la scuola e lavorare con il fratello al chiosco pulendo tavoli e spezzando carbone, farà di tutto per riuscire a diventare un autista, uno dei lavori ben remunerati e trasferito a Dhanbad riuscirà a farsi assumere come autista personale per il figlio "dell'Airone" uno dei signorotti del suo villaggio, anche se in realtà sarà "un tutto fare."
"Non so come siete organizzati in Cina...ma in India o quantomeno nelle Tenebre i ricchi non hanno autisti, cuochi, barbieri e sarti. Hanno semplicementi servi."
Balram spiega al premier che in India gli uomini ricchi hanno addestrato il resto della popolazione a vivere in un perenne stato servile, uomini e donne ogni giorno si alzano all'alba per dirgersi nelle case dei loro padroni e servirli umilmente e tutto per una misera paga ma sempre obbedienti e sottomessi nella loro condizione di servi. Intrappolati in questa miserevole situazione servile vengono paragonati a tanti polli chiusi nelle stie e se anche dai loro modo di scappare si rifiuteranno un pò per orgoglio e la gloria verso la loro nazione ma soprattutto per proteggere la propria famiglia, perchè l'indano povero che non obbedisce e tenta la fuga , la sua famiglia verrà perseguitata e massacrata.
Sin dalle prime lettere Balram confessa al premier di essere ricercato per aver ucciso il suo padrone Mr Ashok e grazie a ciò è riuscito a diventare un grande imprenditore, passo dopo passo descrive i suoi servigi quotidiani: gli massaggia i piedi, gli cucina, sta ore ad aspettarlo mentre va a fare shopping con sua moglie Pinky Madam in centri commerciali di extralusso (a cui lui non è permessso entrare) lo accompagna quando consegna buste ai politici corrotti e si commuove delle sue confidenze e dalle sue false promesse (una camera più bella, più soldi) in fin dei conti lo ammira e lo considera un uomo bello e buono.
Una lettura ironica e provocatoria (soprattutto in conclusione) in cui l'autore lascia intendere come l'India non dipenda dalle leggi Karmiche (così come è conosciuta dal resto del mondo) ma rivela un sistema di ingiustizie sociali dove la popolazione è suddivisa in caste, sopraffatta da un mondo corrotto e cinico in cui il più forte domina il più debole; tutto ciò raccontato in maniera fluida e semplice.
"...In India c'erano mille caste e mille destini. Adesso ci sono solo due caste.....E due destini soltanto: mangiare o essere mangiati."
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NUOVI PERSONAGGI MA STESSA STORIA
Prima di iniziare a inoltrarmi in questo secondo romanzo di Falcones seguito della "Cattedrale del Mare" ero abbastanza incuriosita di sapere ciò che vi avrei trovato, mi aspettavo nuove avventure di Arnau o se non lui (in quanto ha già i suoi anni) del figlio Bernat ma non è stato così anzi i protagonisti del libro precedente sono stati eliminati sin dalle prime pagine e Bernat ricopre una figura secondaria e non è nemmeno una figura positiva ; deluso dalla sorte dei suoi genitori e della propria diventerà un uomo cosi duro e freddo da non assomigliare per nulla al suo stimato padre.
Il protagonista è Hugo llor un ragazzino di 12 anni orfano di padre marinaio (morto in mare),verrà preso sotto protezione da Arnau e lavorerà come apprendista in un cantiere navale a fianco del genovese Domenico Blasio uno dei migliori maestri d'ascia; da qui nascerà la sua passione e il suo sogno di diventare un costruttore di navi ma il destino ha in serbo per lui altro infatti al tentativo di salvare il suo protettore dall'odio della famiglia Puig verrà allontanato dai cantieri così che il ragazzo si ritroverà senza lavoro.
Trovatosi solo senza più l'aiuto di Arnau, lontano da sua madre (costretta a risposarsi) e da sua sorella Arsenda (chiusa in un convento)vagabonderà tra le vie di Barcellona in uno stato confusionario e domandandosi cosa ne sarà di lui; finchè un giorno costretto a lasciare il quartiere della Ribera, troverà lavoro presso Mahir, un ebreo che gli insegnerà i segreti del vino, da qui riuscirà a dare un nuovo senso alla vita dedicandosi alla sua nuova passione ossia l'amore per la coltivazione dei vigneti, delle terre e del vino cosi come la scoperta dell'acqua vitae. La sua vita trascorrerà tre delusioni e ingiustizie per sopravvivere in una Barcellona medievale in cui sempre più emerge la disparità tra poveri e ricchi ma sempre pronto a non arrendersi. Nei lunghi anni Hugo troverà sempre conforto attraverso l'amore "per le donne della sua vita" così definite dal protagonista: sua sorella, sua madre, il suo primo amore Dolça ,la sua promessa sposa Eulalia, la prorompente Barcha, la russa Caterina e infine sua figlia Mercè.
Falcones con uno stile semplice e chiaro descrive in maniera dettagliata e accurata tutto ciò che riguarda la produzione del vino inoltre menziona la costruzione del primo grande ospedale barcellonese Santa Croce pronto a curare uomini donne e bambini di qualsiasi provvenienza e condizione, conosceremo l'arte della levatrice con le conoscenze e possibilità mediche utilizzati in quei tempi e i bizzarri metodi usati per curare malattie e disturbi.
Sempre impeccabile è la presenza della maestosa Cattedrale di Santa Maria del Mar nella Barcellona feudale del XV secolo in cui persevera l'odio per gli ebrei e musulmani costretti a convertirsi o a morire, i numerosi assalti nei ghetti, il potere della chiesa, prepotenza e arroganza dei nobili, guerre e successione al trono.
Leggere di seguito i due romanzi a mio parere la lettura mi è sembrata non dico "pesante" ma per indicare un termine forse più appropriato la definirei "nauseante" con ciò non voglio dire che questo secondo romanzo non mi è piaciuto anzi è stata una lettura appassionata e piacevole ma mi aspettavo qualcosa di diverso dal precedente e non una versione ripetitiva ad eccezione dei differenti personaggi e situazioni.
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VIA FORA
Nei dintorni di Navarcles si celebrano le nozze di Bernat Estaynol con Francesca, sono invitati tutti i contadini della zona e l'atmosfera è festosa fino all'arrivo del conte e dei suoi sgherri, i quali si uniscono alla cerimonia pretendendo cibo e vino, cosi che l'atmosfera di gioia si spegne lasciando posto ad un assoluto silenzio e sguardi furtivi. La situazione peggiora quando il conte reclama il diritto feudale ossia di giacere per primo la prima notte di nozze con la moglie del servo e per non rischiare di avere "un altro figlio illegittimo" costringe Bernat subito dopo ad avere rapporto con sua moglie. Francesca rimane incinta ma il figlio appena nato, presenta un neo sotto l'occhio destro identico a quello di Bernart, confermando così la sua paternità. Ciò diventa un motivo di beffa alla virilità del conte e per non lasciarsi deridere obbliga Francesca insieme al figlioletto a trasferirsi a palazzo per far da balia ai suoi figli. Bernat furioso rapisce il figlio e fugge con lui in montagna (non potendo far nulla per Francesca la quale rimane al palazzo subendo altra violenza)per poi trasferirsi a Barcellona da sua sorella.Nella capitale vige una legge che consente, dopo un anno ed un giorno di permanenza in città, di ottenere la cittadinanza e quindi lo scioglimento del vincolo di servo della gleba. Qui suo cognato, un ricco mercante lo accoglierà (anche se mal volentieri) a lavorare presso la sua bottega di vasaio e dividere il tetto con i suoi schiavi mentre suo figlio Arnau verrà ospitato in casa con la zia Guiamona e i tre cugini. Arnau stringe amicizia con Joanet un ragazzino povero e verrà accolto dai due Estaynol come fratello e figlio.
Un aspetto molto importante nella vita di Arnau è la sua fede nella Santa Vergine Maria con la quale colma il vuoto lasciato da sua madre, avrà un forte legame con la Madonna a tal punto da vederla sorridere e sarà un punto di riferimento per lui così come la cattedrale in cui vi risiede: Santa Maria del Mar, i due ragazzi affascinati dalla maestosa chiesa in costruzione, passeranno gran parte del tempo aiutando nel loro piccolo i bastaixos (scaricatori di porto) e verranno amati e rispettati. In seguito Arnau si avvicinerà alla confraternita dei bastaixos mentre Jonat preso sotto protezione dal prete della chiesa studierà per diventare prete.
Una vita piena di vicissitudini accompagnerà Arnau all'età adulta, forte e audace riuscirà grazie ad un amico ebreo Hasdai a diventere un ricco banchiere
ma ciò non cambierà il suo modo di essere e nonostante abbia raggiunto una stabilità economica, divenuto probiviro della città e sposato con la pupilla del re non verrà mai accettato dai nobili per via delle sue umili origini ma ciò non peserà sulla sua vita, inoltre il suo animo buono e generoso lo porterà sempre a schierarsi con i più deboli ed ad essere amato da molte persone.
Otre al protagonista molti sono i personaggi che animano questo romanzo e faranno da scenario nella società catalana del xiv secolo: gli abitanti già da allora inclini al commercio e alla vita marinara (pur non avendo un porto), animamo le vie con le loro usanze e tradizioni, molto fondamentale è la figura dei bastaixos un tempo schiavi ma poi divenuti uomini liberi i quali gratuitamente trasportavano sulle spalle grandi massi alla chiesa di Santa Maria del Mar per contribuire alla sua costruzione.
All'epoca molte erano le diversità sociali tuttavia la popolazione alla chiamata della host (esercito cittadino) si riuniva nelle piazze richiamati dal grido di "Via fora" ossia " uscite tutti" per difendersi dalle offese recate alla città da signorotti locali e ridando così onore al buon nome di Barcellona; tra realtà e fantasia seguiremo molti altri aspetti storici importanti di quel tempo in particolare: lo stato del servo della gleba, contadini coltivavano le proprie terre concesse in enfiteusi, pagando tasse e versando parte del ricavato ai loro superbi signori, subendo ingiustizie e vivendo nelle loro misere condizioni di fame e di sporcizia. Altre pagine saranno dedicate al periodo nero della peste che decimò la popolazione e ancora guerre ,successioni al trono e discriminazione verso le donne.
Un altro tema storico affrontato è il ruolo che la chiesa ha avuto in quei tempi: vescovi diaconi etc smaniosi di potere, preti con i loro sermoni tendevano a spaventare i fedeli e giudicati dal tribunale della Santa Inquisizione in cui migliaia di persone venivano sottoposte a torture in nome di Dio e della fede; inoltre contribuì a fermentare l'odio verso gli ebrei, quest'ultimi vestiti di nero e con una rotella gialla sul petto (per poterli distinguere), cosiderati eretici erano obbligati a convertirsi e per intere generazioni sono stati costretti a subire violenze e assalti nei ghetti; tuttavia erano tutelati e protetti dal re unicamente per il proprio interesse infatti erano i suoi maggiori creditori.
Molto interessante è il dialogo tra Arnau e Hasdai, il suo amico ebreo, il quale spiega il loro "credo" mettendo alla luce un'altra versione in cui i cristiani sono abituati a vedere il mondo ebraico.
L'intreccio tra le mille avventure di Arnau e gli eventi storici che vi susseguono hanno reso la lettura coinvolgente e appassionata, solo il finale mi ha lasciata un pò perplessa: troppo frettoloso per far uscire di scena alcuni personaggi. Ha il suo seguito in "Gli eredi della terra" e a breve inizierò a leggerlo e ammetto di essere curiosa di scoprire cosa vi troverò.
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HARRY HOLE
Il detective Harry Hole è il propagonista della serie di romanzi dello scrittore norvegese Jo Nesbo , talentuoso e intraprendente ha un'unica pecca l'alcol ; legato sentimentalmente all'ex moglie (Rakel), la quale in questo romanzo sta per sposare un giovane brillante medico.
Siamo a Oslo, Hole a capo di una squadra speciale anticrimine è alle prese con uno spietato serial killer le cui vittime sono tutte donne sposate con figli e un pupazzo di neve sul luogo del delitto. Grazie all’aiuto di Katrina, una poliziotta bella e abile appena trasferita , il detective si trova a riaprire un vecchio caso irrisolto nella speranza di trovare tracce che li colleghino al nuovo. Tra indizi e false piste (anche troppe) Nesbo coinvolgerà il lettore nella ricerca tra suspance e horror .
Non ho mai letto un suo romanzo finora e tanto meno conoscevo il suo personaggio, premettendo che i romanzi polizieschi non mi intrigano più come un tempo, mi sono lasciata trasportare da questo thriller/giallo le cui pagine scorrono chiare e senza fatica con descrizioni dettagliate ma non troppo, la lettura risulta piacevole e alcuni passaggi sono divertenti (nonostante il tema) e " strappano" un sorriso ; inoltre sono ben definiti i personaggi soprattutto il protagonista il quale è il classico ispettore dedito al lavoro con una mente geniale e un pò solitario.
Il mio interesse è diminuito verso le pagine finali ossia alla cattura del killer in quanto l'evento risulta ridicolo e irreale insomma la solita "americanata" e sinceramente ciò mi ha un pò delusa, mi aspettavo qualcosa di meglio comunque per gli appassionati del genere è un libro che può piacere.
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RADIO KABUL
Mariam vive con sua madre nella Kolba una piccola casa di legno vicino Harat.I suoi giorni trascorrono in attesa del giovedì giorno in cui le fa visita Jalil suo padre che lei ama e ammira profondamente. Sua madre le fa presente che lei è una "harami" ossia una bastarda e l'unica cosa che deve apprendere è la sopportazione; inizialmente Mariam non crederà alle sue dure parole ma ben presto si renderà conto di quanto ha ragione infatti suo padre un uomo ricco e potente la deluderà dimostrandole che mai la considererà come figlia leggittima e tanto meno la inserirà nella sua famiglia e da quel momento nutrirà un profondo odio verso suo padre. Morta la madre, Mariam ormai quindicenne verrà costretta da suo padre e dalle sue tre mogli a sposare Raschid un uomo molto più grande di lei.Nella capitale condurrà una vita modesta e sottomessa alla volontà del marito un uomo violento e di vecchio stampo.
In contemporranea conosceremo Laila, una bimba bella e istruita,vive a Kabul con i suoi genitori e conduce un'infanzia serena e agiata. Ha una profonda amicizia con Tariq e con il passare degli anni si trasformerà in amore. Molto più giovane di Mariam diventerà una donna forte e corraggiosa.
Le due donne dopo varie sventure si ritroveranno a vivere sotto lo stesso tetto all'inizio fra le due ci sarà una profonda avversione ma con il passare del tempo diventeranno grande amiche. Due donne molto diverse tra loro ma tragicamente unite dalle stessa sventura ossia essere donne in uno stato come l'Afghanistan.
La storia raccontata da Laila e Mariam in realtà è la storia di molte donne Afghane costrette a vivere nell'ombra, nascoste dietro le grate del burqa con un marito padrone, picchiate e sottomesse.
E' un libro duro, triste e soprattutto reale che ci porterà a vivere la lunga guerra iniziata nel '79 narra l'occupazzione dei sovietici e la loro ritirata , il regime dei mujadehhin e la presa del potere da parte dei talebani i quali attuarono un nuovo regime politico fondato sulla legge islamica e imposero le loro rigide regole, ad esempio: vietare di ascoltare musica, vedere film, proibire ogni forma d'arte (distrussero I Budda di Bamiyan)e bandirono tutto ciò che veniva dall'occidente . Se prima dell'avvento dei Talebani le donne (tema centrale del romanzo) erano libere e indipendenti con il loro arrivo fu la fine infatti considerate una nullità (servono solo per servire l'uomo l'unico essere superiore) emanarono un decreto che vietava l'uso dei cosmetici, di lavorare, di studiare, di ridere, divieto di uscire se non accompagnate da un mahram (parente stretto)e molto altro con esecuzioni atroci per chi non obbediva.
Sempre del periodo storico Hossein menziona l'attacco alle torri gemelle e l'intervento degli americani (secondo me una visione troppo ottimista).
Ho provato dolore ,rabbia ,disgusto e impotenza verso questa tirrania governata da gente ignorante, non nego di essermi commossa più di una volta perdendomi tra le pagine di questo romanzo che esprime la quotidianità di queste povere donne vittime di guerre e di soprusi e noi occidentali conosciamo ma non possiamo nemmeno immaginare il loro dolore. L'autore comunque conclude il romanzo lasciando un messaggio di speranza per un mondo migliore.
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PENSIERI
Sara una donna molto bella dai lineamenti ebraici capelli ricci e occhi scuri,con un matrimoio fallito e odiata da sua figlia, si suicida a cinquant'anni quando ormai sembrava rassegnata ad una vita normale. La storia è raccontata da una amica di liceo la quale rievoca la vita di Sara per capire ciò che ha portato la donna al suicidio e l'influsso che hanno avuto lei e le amiche che un tempo formavano il gruppo .
Berta donna forte sicura di se; materna e sempre pronta a dar consiglio a Sara; Ramona psicanalista soddisfatta del suo lavoro, il quale ha colmato il vuoto della solitudine, dà il suo sostegno psicologico alla donna ed infine lei sempre pronta a incoraggiarla ,tutto ciò viene narrato sottoforma di pensieri.
Pensieri su Sara definita dall'autrice "donna di spirito libero che non seguiva le regole e nemmeno andava contro corrente" amante del sesso e del corpo maschile nell'epoca della rivoluzione sessuale degli anni '70, vive una vita nel caos più totale con una serie di amanti e dando sfogo ad una singolare personalità conducendo una vita anticonformista e sgretolata e poi ancora pensieri su Ramona, su Berta e cosi via. Poi ci sono le conversazione con Gabriel anch'egli vecchio amico e ritrovato al funerale, il quale si rintana sempre a casa sua e le confida i suoi rapporti con la sua terza moglie una pittrice thailandese.
Scrittura molto scorrevole e chiara quindi questo ha facilitato molto a portare a termine la lettura e ha inciso anche la mia curiosità di scoprire se il libro fosse tutto concentrato su questi pensieri dell'io narrante e tristemente è stato così. Ho trovato la lettura ripetitiva, mediocre, superficiale e soprattutto inutile.
Può essere che sia stata io a non apprezzare e afferrare il concetto ma a parer mio è un libro davvero brutto!
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VEDI NAPOLI E POI MUORI
Eleonora De Fonseca Pimentel di origini portoghesi ,fu poetessa a contatto con i più famosi intellettuali dell'epoca come Cuoco, Cirillo , Pagano, Caracciolo , Cimarosa; ebbe scambi di corrispondenza con letterati tra cui ricordiamo le sue lettere con Metastasio, attivista politica si unì al movimento politico contro il clero e la monarchia nella rivoluzione napoletana e infine divenne direttrice del monitore napoletano, giornale sorto ad imitazione di quello francese.
Il libro appunto narra della sua vita e del suo ruolo nei moti del 1799, che con l'esempio e l'aiuto dei francesi, i giacobini tentarono di realizzare la Repubblica partenopea e dopo aver messo in fuga a Palermo il re Ferdinando IV e sua moglie Maria Carolina d'Austria, la città venne conquistata dai republicani i quali occuparono il castello reale e le fortezze ma ebbe scarso successo e tramite una cospirazione con a capo il cardinale Ruffo, i borboni riconquistarono la città e il re fece arrestare e condannare a morte i giacobini tra cui la Marchesa Pimentel che fu la prima donna ad essere impiccata.
In primo piano ci sta Napoli, una città da due volti, la Napoli ricca, nobile, istruita, con il suo maestoso Vesuvio, gli eleganti edifici che si affacciano sul golfo, le colline del Vomero, Posillipo, il porticciolo di Mergellina ed un lato la Napoli ignorante, sporca ,con il suo rigagnolo melmoso e puzzolente, i vicoletti stretti e mal odoranti, in mano al suo popolino rumoroso, festoso, povero ma fiero e ancora San Gennaro, Pulcinella ,i mercati con venditori di cianfrusaglie e le attività bizzarre di vita quotidiana.
Mi è piaciuta molto la descrizione che Striano espone per esprimere i napoletani dell'epoca, una storiella tramandata da padre a figlio: "Napoli è come la vipera,la testa è velenosa, la coda non serve a niente, la parte di mezzo è buona" spiegazione: la testa della vipera sono i nobili, la coda i lazzari e la parte di mezzo il popolo che lavora.
Ho scoperto questo libro leggendo ultimamente le recenzioni su questo sito ed ho deciso di acquistarlo sul mio ebook. Inizialmente le prime pagine mi hanno annoiata, i dialoghi non suscitavano il mio interesse e stavo sul punto di abbandonarlo, ma ho persistito in quanto i romanzi storici mi sono sempre piaciuti e le recenzioni erano ottime ed ho proseguito e in effetti dopo le prime pagine ha cominciato a coinvolgermi.
Lo stile scorrevole ha contribuito a suscitare il mio entusiasmo anche se a mio parere ci sonto troppi dialoghi in francesce e napoletano, Striano dà per scontato che il lettore conosca i due idiomi, può essere che sia stato fatto di proposito dall'autore per conivolgere sempre più nella storia, per marcare le diversità delle situazioni ma personalmente ciò non mi è piaciuto. Inoltre ho trovato la Pimentel un pò passiva negli eventi politici come invece doveva essere stata nella realtà. Nonostante questi piccoli intoppi posso affermare che è un libro molto bello e rimarrà nel cuore e nella mente del lettore.
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NON RENDE
Solomon Northup racconta la sua esperienza da uomo libero a schiavo. Ingannato da due sconosciuti, i quali promettendogli un offerta di lavoro come musicista in un circo partono per New York e di lì i due uomini lo convincono ad andare a Washington offrendogli un generoso stipendio.
Fu così che avvelenato e in seguito picchiato per impedirgli di rivelare di essere un uomo libero, si ritrovò sul mercato degli schiavi e di li incominciano le sue vicissitudini da padrone a padrone lottando sia per la sua sopravvivenza che per la sua dignità.
La sua storia, un dramma per la società del XVIII e del XIX secolo, in America del sud era legale il traffico di essere umani: uomini, donne e bambini provenienti dall'Africa venivano acquistati e venduti all'uomo bianco per essere utilizzati nelle piantagioni di caffe, cotone ecc. lavorando 15/16 ore al giorno senza una paga sotto sorveglianza di supervisori e a volte frustati o addirittura uccisi se non producevano o non rispettavano le regole.
A mio parere la sua autobiografia ha tutte le potenzialità per essere un capolavoro ma il romanzo non rende è descritto sottoforma di cronaca, fredda e distaccata, i personaggi non conquistano e non trasmette nessun tipo di emozione: dolore o sofferenza contro questa piaga sociale, inoltre ho trovato abbastanza noiose le descrizioni delle coltivazioni; mio malgrado ho dovuto abbandonarlo, cosa che difficilmente faccio, poichè la lettura non mi concentrava e mi tediava.
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DELUDENTE!
Ho appena finito di leggere questo libro e mi dispiace dirlo ma mi ha lasciato un senso di vuoto; ho apprezzato molto la Sànchez con il suo best seller "Il profumo delle foglie di limone" e ne sono rimasta affascinata e con questo libro credevo di ritrovarmi coinvolta nella lettura.
Il romanzo si ispira a storie realmente accadute sui rapimenti di neonati.
Ambientato tra gli anni 80 e 90 a Madrid, un pomeriggio Veronica trova in una cartella di documenti dei genitori, una foto di una bambina e sul retro un mome:Laura.
Dal ritrovamento della foto Veronica si renderà conto che le incompresioni dei suoi genitori sono collegate a questa giovane e farà di tutto per risolvere questo mistero.
Veronica ormai quindicenne, scopre che questa bimba in realtà è sua sorella dichiarata morta alla nascita e la madre non ha mai accettato questa realtà ed è convinta che le sia stata rubata, in seguito quando Betty morirà, Veronica sarà risoluta a continuare le ricerche per scoprire la verità e portare a termine ciò che la madre ha lasciato in sospeso.
Gli eventi risultano lenti e senza colpi di scena soffermandosi su troppi dettagli; sin dall'inizio si intuisce quale dei personaggi è coinvolto in questo complotto e solo tra le pagine finali incomincia a stuzzicare un pò di interesse.
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SAPORI D'ORIENTE
Dalla voce narrante di Chiyo (successivamente ribattezzata Sayuri) descrive la sua ascesa da bambina nata da una famiglia povera in un piccolo villaggio giapponese sino a diventare la geisha più affermata e ricercata di Kyoto.
All'età di nove anni lei e sua sorella Satsu vengono acquistate da un mediatore sconosciuto, per poi rivenderle separatamente.
Sayuri finirà all'okiya casa per addestramento geishe; in seguito la ragazza cercherà disperatamente di ricongiungersi alla sorella e far ritorno al villaggio ma ad un suo tentativo di fuga, La Madre proprietaria dell'okiya, la retrocede nel ruolo di domestica.
Dopo aver ricevuto la notizia della morte dei suoi genitori e che Satsu è riuscita scappare, la ragazza sente di non avere più uno scopo nella vita, sino all’incontro con un uomo affascinante ed elegante, il Presidente, il quale cambierà il corso degli eventi.
Grazie a una delle più importanti geishe del quartiere Mameha, Sayuri verrà reintrodotta nell'apprendistato.
Frequenterà una scuola per conoscere l’arte della danza, apprendere la cerimonia del tè e lo shamisen (strumento musicale a tre corde);grazie ad un duro lavoro diventerà in breve tempo una delle donne più desiderate di Kyoto, anche per via di una sua particolarità: i suoi grandi occhi azzurri, veramente rari per una ragazza giapponese, che la renderanno speciale e desiderata dagli uomini suscitando così l’invidia delle altre, soprattutto di Hatsunomo, la quale farà di tutto per ostacolarla.
Sono sempre stata attratta dall'oriente e questo libro mi ha catapultata nel Giappone degli anni 30 fra i vicoli di Gion scoprendo nuove culture e tradizioni differenti dalle mie. Attraverso la sua accurata e dettagliata descrizione, Arthur Golden mi ha lasciato travolgere dal fascino di queste donne avvolte nel mistero con il loro portamento sfuggente e sofisticato, indossando kimoni costosissimi ed eleborate pettinature . Inoltre il suo stile chiaro e scorrevole ha contribuito ad attirare il mio interesse dalla prima all'ultima pagina. Indubbiamente un capolavoro.
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AMORE CONTRO NATURA
CONTIENE SPOILER
E’ la storia di un amore , violento, represso e tormentato tra Guido e Costantino, ambientato negli anni 60 sino ai giorni nostri. Dalla voce narrante di Guido, conosceremo i due protagonisti dalla loro infanzia sino all’età adulta e seguiremo la nascita del loro amore.
Guido nato da una famiglia benestante in un quartiere romano, ateo, anticonformista, vive a Londra, insegnando all'università d'arte. Dopo una relazione profonda con Radija sposa una donna orientale di nome Izumi, la quale ha già una bimba nata da una sua precedente relazione.
Costantino di ceto medio-basso, figlio di un portiere di origini pugliesi, vive a Roma con sua moglie Rossana, una figlia (nella narrazione la Mazzantini la nomina a malapena) e suo figlio disabile Giovanni, è un uomo umile, cordiale e di fede.
I due protagonisti si conoscono sin da piccoli cresciuti nello stesso palazzo, inizialmente Guido lo disprezza per la loro diversità sociale ma pian piano finisce per ammirarlo , mentre si percepisce che Costantino ha buoni sentimenti per questo bimbo solitario e taciturno.
Frequentando lo stesso liceo incominciano a studiarsi a vicenda, un pomeriggio Costantino lo invita ad assistere alla partita di pallanuoto in cui lui giocherà e da quel momento in poi tra i due nasce una profonda amicizia.
Dopo il loro primo incontro sessuale in gita scolastica, Guido irritato dall'accaduto allontanerà Costantino a tal punto da ignorarlo,ma con il passare del tempo ritorneranno di nuovo ad essere amici, dichiarando la loro eterosessualità.
Morta la madre di Guido, Costantino torna in licenza dal servizio militare; al fine di distrarre l'amico per la perdita subita trascorrono un pomeriggio gironzolando per le vie in motorino, Guido offuscato dall'alcool e non riuscendo a guidare decidono di appisolarsi in tenda “ E davvero accadde. E fu contro natura. E davvero vorrei sapere che cos'è la natura... Avremo mai il coraggio di essere noi stessi?"
Da questa frase si evince il tema centrale del libro, l’amore omossessuale per anni nascosto ma che finalmente viene esternato, promettendosi un amore puro, eterno definito da Guido “Splendore”; nonostante ciò si separeranno, si sposeranno e vivranno in due diverse città, avranno incontri fugaci, violenti e passionali, fino a che una notte in spiaggia durante un amplesso verranno aggrediti e da quel momento la loro relazione verrà esposta alla luce del sole.
Guido è pronto ad ammettere la sua diversità affrontando sua moglie, colleghi e amici; esponendosi ad una Londra multietnica e sempre in crescita,diversamente Costantino rifiuta di scontrarsi con una società bigotta tipicamente del sud Italia , si lascia abbindolare dalla sua famiglia e da uomo estremamente devoto rinnega questa sua diversità a tal punto da rinchiudersi in una comunità e iniziare una cura contro questa "malattia"e nemmeno l'amore di Guido riuscirà a portarlo via da tutta questa falsità.
Personalmente questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, incluso il finale triste e un pò ambiguo; un tema molto interessante, evidenza le vari opinioni , le differenze culturali ed i vari modi nell'affrontare il proprio destino.Premettendo che questo è il primo libro che leggo della Mazzantini,ciò che non mi è piaciuto è lo stile a tratti indecifrabile e addirittura noioso, avvenimenti storici accaduti in Italia a malapena accennati, così come alcuni dei personaggi;a parte ciò mi ha affascinato tanto e mi ha lasciato un bel ricordo.
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