Opinione scritta da deedlit

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deedlit Opinione inserita da deedlit    24 Settembre, 2024
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Comprendere ed oltre

Quando leggi un libro che come titolo riporta solo un nome sai che probabilmente quel nome è tutto il libro anche se, paradossalmente, non capisci cosa significa fintanto che non lo hai letto e fatto tuo. Questo è il caso di Tsugumi di Banana Yoshimoto.
Il libro viene narrato dal punto di vista di Maria, cugina di Tsugumi che, dopo aver vissuto con lei l’infanzia alla pensione Yamamto, proprietà del casato di Tsugumi, se ne allontana per andare all’Università a Tokyo e seguire la sua famiglia finalmente riunita, dopo il definitivo divorzio del padre dalla prima moglie. E qui abbiamo la prima sorpresa, invece di raccontarci la tragica storia di una figlia che vive in una famiglia divisa, di tradimenti e dolore, ci racconta di legami profondi nati al di fuori del matrimonio ma che evolvono positivamente fino a mutare in una vera famiglia con due veri genitori che amano la figlia. Questa famiglia è vera tanto quanto quella in cui ha vissuto la sua infanzia con le cugine e gli zii, mostrando uno spaccato della grande unità parentale che troviamo in Oriente.
La storia è in realtà semplice, il racconto adolescenziale di un’estate in cui la giovane Maria torna al paese in cui è cresciuta prima che tutto cambi, prima che la pensione sparisca per lasciare il posto ad un albergo, per stare con Tsugumi e la sorella Yoko, che troviamo sempre tranquilla quasi sullo sfondo, ma che è presente più di quanto non si noti. Ed entrambe sono al fianco di Tsugumi, bella, intelligente, esuberante, dal carattere difficile e controverso, malata da sempre e rinchiusa in una gabbia di dolore contro la quale combatte quotidianamente, una gabbia di malattia che limita il suo corpo ma non riesce a contenere il suo spirito. Indomabile, intelligente a tratti cattiva solo la cugina Maria è mai stata in grado di comprenderla senza limitarsi a giustificarne i comportamenti con la malattia, andando oltre l’affetto famigliare e la compassione. Qui vedremo il primo amore di Tsugumi, la sua fame di vita, la consapevolezza dell’avere poco tempo che la porta a vivere tutto con un’intensità che la conduce a prevaricare i limiti, a trovare soluzioni estreme, a volte spaventose e crudeli, solo la cugina riesce a tratti a capirla e a prevederne il comportamento fuori da ogni schema. Il legame di amicizia tra le due ragazze è forte, nonostante i comportamenti calcolatori ed a volte di incommensurabile cattiveria da parte di Tsugumi, per capire come e fino a che punto non resta che leggere ogni pagina del libro fino all’epilogo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    24 Settembre, 2024
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Immensa, intellegibile psiche umana

Trecentocinquanta pagine per un Thriller psicologico imprevedibile ed impossibile da interrompere nella lettura. Un’analisi avvincente che si immerge nella complessità della mente umana. Una trama assolutamente fuori dagli schemi che cambia direzione più volte in balia delle onde della psiche.
Partiamo da Sandrine, una giovane giornalista che avvisata della morte della nonna Suzanne si imbarca per una strana isola popolata da una manciata di persone che non la abbandonano mai, la storia si intreccia con le vicende di una misteriosa colonia per ragazzi nata nel dopoguerra, in un continuo alternarsi tra il 1949 e il 1986. Ma da dove siamo partiti e dove stiamo andando?
Da qui il lettore comincerà mano a mano a notare particolari strani, note discordanti nelle descrizioni e nelle informazioni e verrà portato ora in una direzione ora nell’altra in un susseguirsi di colpi di scena sino al finale assolutamente imprevedibile quanto perfettamente logico. Le informazioni più importanti per il finale vengono date all’inizio del libro ma si perdono lungo il tragitto fino a diventare palesi solo nelle ultime pagine.
Incredibile la bravura dell’autore nel disorientare il lettore che percepisce che c’è qualcosa di strano, qualcosa che contraddice un normale filo logico senza mai fargli capire veramente sino alla fine. E’ come la fastidiosa sensazione di avere qualcosa sulla punta della lingua e non essere in grado di ricordarlo, una sensazione di disagio che non riesce a concretizzarsi per trecentoventicinque pagine. Cosa rappresentano il grigiore delle pareti, quell’orario così specifico da stonare e che viene ribadito, le 20:37, perché c’è chi muore senza una ragione razionale, quelle dannata scarpe rosse cosa significano? Domande che restano fissate a caratteri cubitali nella mente del lettore che non riesce a mettere a fuoco il quadro complessivo in mezzo a tutte quelle informazioni logiche stonate al tempo stesso, che mantengono acceso il campanello di allarme in un angolo della mente.
Un thriller da leggere tutto d’un fiato, impossibile da riporre sino all’incredibile colpo di scena finale ma anche uno spunto di riflessione sulla complessità della nostra mente.

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Consigliato agli amanti dei Thriller ma anche agli studiosi della psiche umana. Un libro da leggere anche per i non appassionati del genere, potrebbe aprirvi un mondo.
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Narrativa per ragazzi
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    21 Ottobre, 2020
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ED ALLA FINE E' TUTTO E SEMPRE UN HUNGER GAMES

A dieci anni di distanza dall’uscita del terzo libro della trilogia di Hunger Games, Suzanne Collins ci regala questo magnifico prequel che indaga le origini di uno dei personaggi della serie.

Diviso sostanzialmente in due parti il libro è ambientato circa 65 anni prima della famosa trilogia, quando gli Hunger Games sono alla loro decima edizione, ma sono soltanto un abbozzo di quanto abbiamo letto nei capitoli successivi.

Ci ritroveremo a Capitol City una decina di anni dopo la fine del conflitto tra quest’ultima ed i distretti, in una città post bellica dove ancora si cammina sulle macerie e nella quale si lotta quotidianamente per avere qualcosa da mangiare. Un’ambiente difficile, in cui troveremo un ragazzino nato in una famiglia che un tempo non solo era benestante, ma anche potente e che la guerra ha ridotto sul lastrico, un ragazzino orfano per il quale mantenere le apparenze ed il prestigio è di fondamentale importanza, ma che si trova a vivere un profondo conflitto interiore che vede da un lato gli affetti ed i normali sentimenti di un giovane di quell’età, dall’altro la contrapposizione data da una mente brillante che perpetra calcoli costanti per sfruttare al massimo tutto ciò che lo circonda per raggiungere il suo fine.

Ma il libro è molto più di questo, è un processo di crescita condizionato non solo da un’innata predisposizione ma anche dall’ambiente circostante, dalla fame, dal non dover mostrare cosa si è realmente, da cosa succede quando si cede e si mostra umanità in questo mondo distopico ed estremo, dalle conseguenze delle azioni, delle parole che spingono in una direzione o nell’altra un’anima posta in precario bilico tra bene e male, un’anima senza guida ed incapace di dare il reale peso alle cose, soffocata da un mondo di apparenze, inganni, guerre, potere, falsità e cattiveria e nel quale pochi riescono a sviluppare la luce interiore necessaria al perseguimento del bene.

Nella prima parte del libro vedremo che fuori e dentro la prima Arena è tutto un Hunger Games, non sempre è così chiara la distinzione tra tributi e mentori, il calcolo per la sopravvivenza inizia e lascia ben poco margine all’umanità, seppur i sentimenti umani emergano sempre e portino apparentemente a legare il nostro protagonista ad un amico e forse ad una ragazza speciale.

Nella seconda parte vedremo la storia ambientata nel distretto dodici, ma da un punto di vista completamente nuovo, quello di un pacificatore, mostrando che anche per loro la vita non è sempre facile.

Vedremo come una vita forgiata da questo mondo distopico può arrivare a far dubitare dei propri sentimenti, a tradirli, a dubitare di chi potrebbe dargli non una posizione, non una vita di sicurezza ma qualcosa di più importante, affetto, amore, amicizia, valori, a come tutto questo possa essere percepito in modo distorto da una mente abituata al calcolo, a come la somma di tutto il percorso possa portare a scelte sbagliate, dapprima viste come giustificabili e trascurabili, ma la cui somma porterà inevitabilmente al tracollo, a prendere ineluttabilmente il bivio sbagliato.

La magia del libro è riuscire a farci dubitare, a spingerci a voler capire cosa può aver trasformato un ragazzino che sappiamo in partenza chi e cosa diventerà, perché abbiamo letto i primi libri ambientati nel suo futuro. Vedere un capitolo in realtà intermedio di questo mondo ci permette di apprezzare personaggi marginali della trilogia, con una curiosità crescente, in un libro che ci sorprende per come riesca a non essere prevedibile pur essendo il prequel di una storia famosa.

Il racconto ci mostra in modo impietoso come un sistema può forgiare le anime, piegarle al proprio volere, come sempre il potere sia relegato nelle mani di pochi, in un mondo dove il potere stesso è forza e condanna allo stesso tempo. Ed alla fine è tutto e sempre un Hunger Games.

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Hunger Games, Divergent...
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deedlit Opinione inserita da deedlit    21 Giugno, 2020
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AMICIZIA E DIPENDENZA NEL RIONE

Primo di quattro romanzi della fortunata serie ambientata nella Napoli degli anni ’50 il libro ci introduce nei ricordi dell’infanzia di Elena Greco, voce narrante e vera anima del testo. La narrazione ci porta a conoscere la storia di Elena, detta Lenù, e della sua amica di infanzia Raffaella detta Lina, Lila solo per Elena.
Il rapporto tra le due bambine diventa subito di interdipendenza, l’una che si sente succube dell’altra di un’intelligenza spettacolare e di indole ribelle, soffocata in questa convinzione ed incapace di vedere i propri meriti, che sembrano sempre essere una discendenza, una conseguenza, un adeguamento all'ingombrante personalità dell’altra ragazza.
Solo a tratti viene permesso al lettore di intravvedere quanto in questo rapporto non solo Lenù sia dipendente da Lila ma come anche Lila, seppur in maniera meno plateale, sia profondamente legata a Lenù. La forza di questa connessione è tale per Lila da dover studiare da sola materie complesse come il latino per dimostrare a sé stessa di stare al passo con Lenù, che ha la possibilità di studiare seppur venga da una famiglia miserevole quanto la sua, o che debba dimostrare la sua importanza buttandosi in altri progetti, seppur dentro al rione che la imprigiona, nel tentativo di raggiungere un cambiamento che la porta però ad un’altra forma di sottomissione.
Il mondo che circonda le due bambine lega e condiziona la loro crescita e, contro ogni previsione, sarà Lenù a prendere una strada che potrebbe darle una via di fuga, mentre l’esuberante Lila sembra impantanarsi ogni giorno di più in un mondo che detesta, cercando a suo modo di emergere e rimanendo forse ancora più soffocata dalle leggi non scritte del rione.
Anche quando un merito dovrebbe essere solo suo, Lenù non riesce a riconoscerlo e si sente sempre condizionata l’influenza di Lila, quasi fossero inscindibili anche se distanti. La sofferenza, la sensazione di inferiorità ed incompiutezza accompagna Lenù in ogni pagina, mentre ci mostra senza indorature la vita sociale di uno dei rioni più poveri di Napoli, dove le persone si accapigliano nell'illusione di raggiungere quel qualcosa in più, ma restano sempre legate al loro piccolo mondo, fatto di pettegolezzi, intrighi, paura e povertà, da catene di ignoranza e miseria.
Quando Lenù inizia a studiare, anche se per il motivo sbagliato ma ottenendo risultati inaspettati, comincia a rendersi conto della sua inadeguatezza a quel mondo ristretto, dove anche chi parla di grandi progetti resta legato ad una società condizionata dalla paura di chi possiede qualcosa in più e deve essere imbonito e mai osteggiato.
Il testo è valida dimostrazione di quanto un’istruzione possa cambiare una vita originariamente destinata ad essere succube o modesta. Il libro mostra quanto ci sia sempre una possibilità anche per coloro che hanno una normale intelligenza e sono svantaggiati partendo da una condizione sociale disagiata, cui riescono però a supplire con l’impegno e la perseveranza. Ci viene mostrato come sia possibile sviluppare le capacità con l’esercizio e la dedizione, elementi derivati anche da una forte determinazione data proprio dalla volontà di elevarsi da una gabbia di ignoranza e di cambiare il proprio destino.
Questo crudo spaccato di vita lega il lettore alla storia delle due ragazze in maniera indissolubile, portandolo a desiderare di leggere ogni singolo dettaglio e predisponendo le basi all'indispensabile lettura dei capitoli successivi.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    29 Marzo, 2020
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HORROR PSICOLOGICO INTRAMONTABILE

Vidi la versione cinematografica di questo libro quando ero molto giovane e mi impressionò tanto che sono occorsi oltre 20 anni affinché leggessi il libro. Simile ma al contempo diverso, più profondo ed introspettivo il libro va’ oltre l’ottima versione cinematografica di Stanley Kubrick.
Per chi come me è cresciuto con in mente le sequenze del film è facile notare la mancanza di alcune scene, visivamente indimenticabili, come quelle relative al labirinto di siepi, ma la loro carenza non si sente affatto, in quanto lo sviluppo della psicologia dei personaggi, l’inestricabile intreccio di pericolo e paura, nonché il forte senso di costrizione e la sempre presente consapevolezza della mancanza di una via di uscita sono palpabili in ogni pagina del libro, quasi dal momento in cui la famiglia Torrance fa il suo ingresso all’Overlook Hotel.
Dal principio la storia sembra incentrata sulla discesa nella follia di Jack, combattuto tra gli eccessi di violenza e l’amore per la moglie ed il figlioletto. La sua coscienza si farà sempre più debole fino ad abbandonarlo del tutto, finché qualcos’altro non prenderà il suo posto definitivamente.
La combinazione esplosiva data dal dono del piccolo Danny che diventa nutrimento per il male che risiede nel fastoso Hotel, la latente follia del padre Jack che diventa facile preda dell’influsso demoniaco e finisce per diventarne il braccio nel mondo dei vivi, uniti alla mancanza di determinazione della moglie Wendy, creano terreno fertile per lo sviluppo del potere malefico della struttura.
Passato e presente, realtà ed immaginazione, sembrano coesistere in questo luogo dove il male resta radicato, nutrito dalle anime di coloro che vi sono passati nel corso degli anni nonché da tutto il male che vi è accaduto, ma quanto di questo male è stato causato dal potere maligno che qui risiede?
Cuore della storia è il piccolo Danny, reso più grande dei suoi cinque anni dalla sua capacità di leggere le persone, di vedere cose che gli altri non possono ma di non riuscire ancora a capirle fino in fondo. Il bimbo deve pian piano accettare l’allontanamento del padre, combattuto tra l’affetto per il genitore e la crescente consapevolezza del male che lo stà rosicchiando dentro alimentando il suo lato oscuro e cancellando definitivamente ogni luce.
Il libro cammina in bilico tra misticismo e dramma familiare, in un equilibrio tra realtà e fantasia che rende più reali i demoni che strisciano dentro all’hotel, fornendo sempre più tasselli che portano alla delineazione del complesso puzzle dentro cui si muovono i tre protagonisti. L’intervento di un agente esterno, il cuoco Hallorann anch’egli dotato in minima parte di un dono simile a quello del nostro piccolo Danny, sarà il soffio di vento che modificherà l’equilibrio della bilancia.
Sarà lui, nel poco tempo che trascorrerà con Danny, ad instradarlo nella giusta direzione affinché possa meglio comprendere il suo dono, rappresentando una speranza fioca ma presente.
Stephen King ci ha regalato con questo testo forse una delle sue narrazioni migliori, con la sua innata capacità di sfaccettare i personaggi e farli muovere su uno sfondo sovrannaturale, unita alla sua grande abilità descrittivo narrativa riesce sempre a renderli reali e ad incollare il lettore dalla prima all’ultima pagina stampata.

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Doctor Sleep di Stephen King o qualsiasi altro libro dell'autore, libri horror-thriller in generale.
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Fantascienza
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    12 Gennaio, 2020
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Il Mac Gyver di Marte

Scritto dal figlio di un fisico che ha studiato informatica il libro è denso di calcoli di notevole difficoltà, nel leggerlo impressiona quanto una mente vivace, preparata ed allenata possa tradurre la sopravvivenza in un complesso ma incredibilmente rapido computo matematico.
Si scontrano ed intrecciano sin dalla prima riga la natura umana, evidenziata talvolta anche da un divertente linguaggio colorito, e la mente scientifica del protagonista. La sua voglia di sopravvivenza mette a frutto ogni suo sapere, portando il lettore a riflettere su quanto il dominio del panico iniziale, più che umano e comprensibile, unito alla preparazione estrema possano disegnare la sottile linea fra la vita e la morte.
La mente realista e geniale dell’astronauta riesce a reagire laddove una mente meno disciplinata cederebbe.
D’altro canto come potrebbe altrimenti sopravvivere Mark Watney, dopo essere stato lasciato su Marte dai suoi compagni della missione esplorativa Ares III costretti da una furiosa tempesta di sabbia ad abbandonare missione, pianeta ed un Mark creduto morto?
Il libro è evidentemente basato su fondamenti derivati da fisica, chimica e matematica, tanto che viene difficile capire cosa potrebbe veramente essere reale e cosa ad oggi è ancora fantascienza.
La solitudine assoluta ed estrema del protagonista diventa palpabile sempre più ad ogni pagina, la necessità dell’uomo di vivere con i suoi simili è evidente in ogni respiro di Mark, che sa bene che respirare e mangiare è indispensabile ma non può fare a meno di vedere serie televisive ed ascoltare musica di un genere che non ama pur di non sentirsi solo.
L’intelligenza delle soluzioni trovate, la capacità del protagonista di vedere il superfluo nella quasi totale mancanza di risorse lo rende semplicemente sorprendente e ci porta con un sorriso ad accomunarlo al famoso e sagace agente segreto interpretato da Richard Dean Anderson negli anni ‘80.
Tra i numerosi messaggi buonisti del libro impossibile non evidenziare lo sforzo dell’intero pianeta Terra che trova nel salvataggio di Watney un punto di unione tanto potente da permette di arginare conflitti e rivalità che durano da secoli. I tanti che si trovano uniti nello sforzo di salvare il singolo, isolato e lontano da ogni possibile aiuto, un’immagine che ci porta a vedere il bene dell’umanità intera e non solo della comunità scientifica.
La soluzione finale in parte sorprenderà anche coloro che hanno visto la versione cinematografica di Ridley Scott, in un libro che regala non solo maggiori dettagli ed emozioni ma intere sezioni che non hanno trovato posto nella seppur godibile versione su pellicola.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    03 Novembre, 2019
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Che fine ha ha fatto Dan Torrance?

- ATTENZIONE SPOILER -
Ideale seguito di Shining, Doctor Sleep narra i punti salienti della vita del piccolo Dan Torrance protagonista del grande capolavoro di Stephen King.
Come può essere diventato Dan da adulto, perseguitato dal suo potente dono? Quanto può essere difficile convivere con i morti in mezzo ai vivi? È più facile spegnere il dono e vivere una vita da ubriacone fallito o abbracciarlo ed accompagnare, donando serenità, chi è prossimo alla morte alla sua destinazione finale, sino a scoprire quale sia il vero scopo di tutto questo doloroso percorso e trovare qualcuno che ha ancora tutta la vita davanti da aiutare?
Romanzo di evoluzione, apprendimento e crescita Doctor Sleep ci aiuta a capire quanto sia importante aiutare il prossimo, capirlo ed appoggiarlo affinché possa fare qualcosa di grande non solo per sé stesso ma anche per gli altri, il volume risulta un degno erede del suo famoso predecessore.
La crescita può avvenire anche dopo che si è diventati adulti, la consapevolezza e le prove affrontate diventano tempra inarrestabile, quando si trovano amici che hanno fiducia in noi.
L’incredibile sferzata di energia di una giovane colma dello stesso dono di Dan porta grande positività ed incredibili rischi nella sua vita, ma solo dopo che Dan riesce a trovare finalmente un equilibrio scampando alle spire dell’alcol, attorniato da nuovi amici che comprendono almeno la parte più terrena del suo problema, e lavorando in un ospizio dove trova finalmente una sua dimensione ed uno scopo.
La sua missione diventerà aiutare la giovane Abra ad affrontare il male di una comunità di esseri al di fuori dell’umano che si cibano della luccicanza di giovani vittime uccidendole tra mille tormenti, finalmente le sue capacità troveranno uno scopo più alto che porterà alla fusione della sua esperienza con la forza e l’energia della giovane e potente Abra, in una lotta senza esclusione di colpi tra bene e male.
Alcuni colpi di scena rendono la lettura inarrestabile sino alla conclusione, donando anche numerosi dettagli ed approfondimenti al primo libro. Il maestro non si smentisce e ci regala un nuovo capolavoro.

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Shining, ovviamente.
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Gialli, Thriller, Horror
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    08 Giugno, 2019
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King insolito

Insolito è trovarsi tra le mani un libro di Stephen King che conti meno di Duecento pagine, la lettura di questa breve storia scorre veloce, merito evidente della penna di esperienza che l’ha scritta.
A metà tra libro e racconto breve narra la singolare vicenda di Scott Carey, che si ritrova a perdere inspiegabilmente peso senza che la sua struttura fisica cambi, come se la gravità terrestre stesse scrivendo per lui un brano a parte.
La particolare e, potremmo definire, terminale situazione del protagonista lo porta a vedere le persone sotto una luce diversa, come se la sua anima stesse diventando più leggera man mano che perde peso e si liberasse gradualmente anche dalle sovrastrutture sociali. La sua diventa quasi una missione a tempo e, man mano che progredisce nel rapporto con due donne palesemente discriminate dalla piccola cittadina che le ospita, affronta in modo intelligente il tema dell’omosessualità riuscendo a farci guardare con i suoi occhi oltre le apparenze, varcando addirittura le alte mura difensive di chi si trova dall'altra parte della barricata.
Forse non sarà il libro migliore di King, ma merita comunque di essere letto per quanto in poche pagine riesca a dare una visione a 360 gradi dei rapporti umani e dei preconcetti della collettività, fatti di pregiudizi che ci legano impedendoci di apprezzare, senza un approfondimento, l’anima delle persone che ci circondano riducendo il tutto alle preferenze sessuali, che alla fine sono solo una piccola porzione della vita.

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altri libri di Stephen King
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Fantasy
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    31 Mag, 2019
Top 500 Opinionisti  -  

L'ANELLO DEL DIAVOLO

Terzo di quattro libri scritti dallo scrittore statunitense Ramsom Riggs la Biblioteca delle anime vede muoversi per buona parte del libro due dei ragazzi speciali in solitaria, Emma che produce fuoco dalle mani e Jacob che riesce a vedere i vacui e spesso, in una dimensione più profonda, anche ciò che gli altri non vedono.
La scena si apre esattamente dove termina il secondo libro, con Jacob, Emma ed Addison, lo stupefacente cane parlante, in una situazione che sembra senza uscita. Sarà Jacob ad avere, senza saperlo, la carta vincente.
Non solo vede i vacui, ma ora sembra anche in grado di controllarli. Ma questo dono speciale non è ancora stabile o forse và solo affinato, ma come può riuscirci Jacob solo, senza una guida, in poco tempo e sempre in tensione mentre da una parte cerca di sfuggire con i suoi amici ai vacui e dall'altra desidera salvare gli altri speciali? In fondo i suoi amici “speciali” hanno avuto anni per affinare le loro abilità, riuscirà ad acquisire rapidamente la fiducia in sé necessaria, ad aprire la porta ad un nuovo sé stesso senza far scomparire del tutto quello vecchio?
D’altro canto il tempo è relativo in un libro che salta da un anello temporale all'altro, come si può decidere se un tempo sia più o meno lungo?
Non è sempre semplice neppure comprendere chi è buono e chi no, tanti dubbi ormai aleggiano nelle menti dei due ragazzi, difficile è fidarsi e comprendere chi sia effettivamente dallo loro parte e chi invece li vezzeggi con inquietanti secondi fini.
La loro ricerca li porta in un inimmaginabile anello a Londra, il Devil’s Acre, il cui nome descrive bene il putridume in cui sono costretti a vivere i suoi abitanti, divisi in fuorilegge che sfruttano le loro particolari abilità e quelle di altri in modo abbietto e meschino, stuoli di drogati ed esseri piegati da questa società che ci porta a conoscere nuovi modi per vendere il proprio corpo e le proprie abilità.
Questo ambiente oscuro i nostri ragazzi lo scopriranno poco a poco, nulla è come sembra. Reticenti ed inevitabilmente sulla difensiva, troveranno nel loro traghettatore un personaggio leale ed affidabile. Da subito restano invece nel limbo dell’incertezza gli scopi del loro presunto salvatore, il misterioso Signor Bentham, troppo virtuoso per essere convincente soprattutto quando la sua vera identità viene svelata, resta in precario equilibrio su una sofisticata rete di mezze verità e segreti inconfessabili.
Uno strumento portentoso ideato da un sogno di unione per tutti gli speciali del mondo è la porta che conduce ad un luogo di infinite possibilità e dona, se usato malamente, il potere di raggiungere un fine tutt'altro che altruista.
La spiegazione di cosa realmente sia la biblioteca delle anime che dà il titolo al libro è portentosa. E mentre nelle storie raccontate ai bambini speciali sin dall'infanzia si trovano ancora una volta celate le risposte, le capacità uniche di Jacob sembrano le sole in grado di dipanare diversi punti della storia e… davvero non ne paleserà altre? Quando scopre che una creatura spaventosa come un vacuo possa dimostrarsi utile la sorpresa è notevole ma al contempo dà uno scopo alle sue abilità e porta con sé anche molte domande, queste creature sono veramente tremende quanto appaiono?
In questo girone dantesco in cui si vengono a trovare i nostri ragazzi speciali l’incredibile fantasia di Ransom Riggs trova comunque legami con la realtà, dal come qualsiasi tipo di droga riduca le persone a larve determinate solo dalla dipendenza levando loro qualsiasi abilità e rendendole incapaci di distinguere tra giusto e sbagliato, a come la gran parte delle persone si adatti per sopravvivere alle situazioni più atroci senza trovare la forza di lottare per risanarle.
La complessa struttura degli anelli temporali, la macchinosa relazione tra questi ultimi e l’interconnessione con i loro abitanti non può non affascinare il lettore, assorbito dallo sforzo di comprensione per le regole a cui sono soggetti gli anelli ed i loro abitanti, nonché dalla complessa relazione tra le Ymbryne e gli speciali a loro affidati. Non ci resta che volgere lo sguardo all'ultimo libro e vedere dove ci porterà.

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il Signore degli Anelli, Hunger Games, Divergent
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Fantasy
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    26 Novembre, 2018
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OCCULTATI SPECIALI

La casa dei ragazzi speciali è ad oggi il primo di quattro libri scritti dallo scrittore statunitense Ramsom Riggs, ed ispirato da una serie di fotografie antiche e molto particolari raccolte per passione dall'autore stesso.
Il libro mette a nudo la psiche di un ragazzo di estrazione benestante, annoiato dalla sua vita già programmata dai genitori che lo vedono a capo dell’impresa di famiglia. Jacob, questo il nome del ragazzo, ha in verità un rapporto più stretto con il nonno Abraham Portman che con i genitori, con quel nonno orfano nato in una famiglia ebrea in Polonia che ha vissuto la guerra e racconta storie straordinarie.
Ma dove si trova il limite tra fantasia e realtà? A quali mostri si riferisce veramente il nonno nei suoi racconti? Ai mostri della guerra e dello sterminio razzista oppure i suoi mostri sono altri? Cosa lo ha fatto divenire ciò che è, una vita difficile per le perdite dei genitori o la lotta quotidiana per difendere la sua nuova famiglia? E quale è realmente la sua famiglia?
Sarà Jakob, o Jake come lo chiamano tutti tranne il nonno, a dover far luce sui numerosi misteri ereditati dal progenitore, Jake, che non riesce ad emergere del tutto dal trauma dopo che nonno Abraham gli è morto tra le braccia ferito senza scampo da qualcosa di indefinito ma che la ragione giustifica in mille modi senza essere mai convincente del tutto. Niente quadra tra la sua conoscenza di Abraham e quanto gli dicono razionalmente familiari e psichiatra.
Le ultime criptiche parole del nonno, trova il falco, vai nell'anello e quella data, 3 Settembre 1940, riassumono il mistero di questo libro, un mistero che solo Jake ha le capacità di scoprire, anche se non lo sa ancora.
Ed è prospettando alla famiglia, che non lo comprende e con la quale riesce solo a fingere di essere sereno, una possibile guarigione che riesce a farsi portare dal padre a Cairnholm, paesino anacronistico su un’isola a largo del Galles rimasto ai generatori, alle lampade al Kerosene ed ai bagni fuori casa, il luogo in cui pensa di poter trovare le risposte alle stranezze del nonno e forse di trovare sé stesso.
Sarà qui che incontrerà i ragazzi speciali, ragazzi “diversi”, che per sfuggire alle persecuzioni ed alle discriminazioni vivono in un luogo remoto celati al resto del mondo in un anello temporale che da un lato li protegge dal mondo esterno e dall'altro li tiene prigionieri, nella ripetizione infinita dello stesso giorno, che gli impedisce di crescere ma non di ricordare e di essere quindi consapevoli di essere in una prigione dorata dalla quale mai potranno uscire.
In un mondo come quello moderno popolato di supereroi in un clima di spettacolarizzazione delle capacità fuori dal comune questo libro, in cui i dotati di capacità speciali si nascondono, porta forse una ventata di riscoperta freschezza.
La lettura del libro è estremamente scorrevole, le foto inserite a corredo del testo sono le medesime raccolte dall'autore, fonte di ispirazione e curiosità, portano il lettore sempre alla ricerca della falsificazione ma insinuano al contempo il dubbio quel tanto da essere funzionali alla storia.
Per chi ha visto l’ottimo film di Tim Burton è poi interessante vedere le notevoli differenze tra libro e film, che in effetti è liberamente tratto dal libro e, seppur seguendone la trama in generale, non ne segue fedelmente gli eventi né esibisce personaggi particolarmente attinenti al libro. Basti pensare che i poteri di due degli speciali vengono invertiti, che viene dato rilievo a personaggi che sono solo marginali sulla carta stampata di questo prima libro ma che spero vengano sviluppati nei successivi e, addirittura, vengono create appositamente per il film porzioni di trama e soluzioni spettacolari ma assolutamente inesistenti nel testo, ove quasi tutto si svolge sull’isola di Cairnholm.
La scoperta delle capacità stupefacenti dei bambini, della loro direttrice mutaforma e del loro mondo ristretto affascina e porta a pensare. Alcune di queste capacità non sarebbero in alcun modo celabili al mondo esterno così pieno di pregiudizi, questo giustifica il loro isolamento forse più della difesa dalle perfide creature che cercano gli anelli per cibarsi dei loro abitanti e lenire le proprie sofferenze. Ma per Jacob tutto questo sarà sufficiente a rinunciare alla vita in quello che per lui era il mondo reale? E questi bambini centenari troveranno la forza per uscire dalla loro comoda prigione per affrontare il mondo?
Inutile dire che leggerò senz'altro i volumi successivi, incuriosita da questo libro introduttivo che lascia intendere di avere ancora molto da raccontare.

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Hunger Games, Harry Potter... letteratura fantasy in generale
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deedlit Opinione inserita da deedlit    08 Febbraio, 2018
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COSI' INIZIA LA MAGIA

Signori e Signore, bambini e bambine di tutto il mondo eccoci al dunque, che la magia abbia inizio.

Nel rileggere questo libro a distanza di anni, intramezzati dall'inevitabile influenza dei film dedicati alla saga, riesco ancora a scoprire dei dettagli, ritrovare particolari che spiegheranno situazioni che accadranno solo successivamente in altri libri come i pezzi di un puzzle complesso, a provare divertimento nello scovare le differenze tra film e libro quando una frase, un pensiero od addirittura le azioni di un personaggio del libro vengono attribuite ad altri nel film, ritrovando quindi sulla carta stampata l’originaria importanza sin dall'inizio di personaggi come Neville.

Introduzione al mondo magico e ad alcuni dei personaggi immaginari più famosi del pianeta, questo primo capitolo ha una struttura forse più semplice rispetto ai successivi e sicuramente un’atmosfera meno cupa.

Il libro svolge con successo la sua funzione di presentazione dei personaggi principali ma soprattutto ci porta a scoprire con la stessa meraviglia di Harry un mondo che nemmeno lui poteva immaginare. Lo spirito con cui finalmente il ragazzo trova uno spiraglio all'opprimente vita all'ombra dei Dursley, che comunque non sono riusciti a piegarlo, ne rivela sin da ora l’indomabile, innata e profondamente radicata natura buona e coraggiosa.

La presentazione di luoghi come Diagon Alley, la Gringott con i suoi folletti ed Hogwarts da soli valgono la lettura del libro, scoprire insieme ad Harry la società magica passo dopo passo ci porta con lui ad Hogwarts, dove si conversa con chi è morto da secoli, il cibo compare semplicemente nei piatti, si studia come far levitare gli oggetti e si impara a volare su una scopa. Nonostante tutto questo Harry, Ron, Neville ed Hermione restano prima di tutto dei bambini di undici anni, ognuno con il proprio carattere in formazione, ognuno che scoprirà come rapportarsi con gli altri, il valore dell’amicizia e farà pagina dopo pagina il proprio percorso di crescita.

Intravediamo nel primo libro anche personaggi comprimari del peso di Albus Silente e Severus Piton, anche se per ora sono distanti e velati negli occhi dei bambini.

La fantasia della Rowling che mischia elementi fantasy noti come folletti e draghi ad altri originali come il Cappello Parlante e le figurine delle Cioccorane, con maghi che vanno e vengono, è sinceramente sempre sorprendente. Lo Specchio delle Brame è, come dice Silente, “una delle sue idee più brillanti” tanto quanto la sua innata capacità di dare un dettaglio ad inizio libro che dovremo sforzarci noi come Harry di ricordare per attribuirgli il giusto significato alla fine se non oltre.

Harry scoprirà qualcosa di incredibile per lui cresciuto tra l’indifferenza e le angherie dei Dursley, di essere stato molto amato, attributo per lui anche più importante di aver affrontato Voldemort.

E’ iniziata la storia di Harry Potter, il mondo per ora è solo velato da una vaga minaccia e promette meraviglie.

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A tutti di ogni età, è adatto ai bimbi ma indicato anche per gli adulti, perchè anche se si tratta di un libro introduttivo e relativamente semplice, fornisce informazioni basilari per i volumi successivi ben più complessi e sinceramente meno adatti ad un bambino.
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deedlit Opinione inserita da deedlit    30 Novembre, 2017
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CUORE, SENTIMENTO E PATRIOTTISMO

Ho letto questo libro oggi, a 42 anni, tentai di leggerlo da bambina ma ne ho un ricordo sfocato, all’epoca non riuscii a portarne a termine la lettura perché mi spaventava ed a tratti mi faceva piangere. Oggi non riesco decisamente più ad abbracciare quel giudizio acerbo, trovo invece questo classico della letteratura italiana profondo, dettagliato, di buoni sentimenti a tal punto da apparire come una lettura educativa eppur ugualmente apprezzabile e di spessore.
La storia è narrata sotto forma di diario di un bimbo Torinese che segue la terza elementare nell’anno 1881-1882 sotto il Regno di Re Umberto I, in un periodo storico in cui il popolo è permeato da un forte patriottismo dovuto alla recente Unità d’Italia, perpetrata nel 1861.

Nonostante il clima politico e sociale di oggi sia ben diverso non si possono non apprezzare i valori umani trasmessi dal libro, quando lontano dalla società moderna il mondo dell’epoca, denso di avvenimenti importanti, viene visto e sentito con un’attenzione ed una profondità di sentimenti oggi impensabili.

L’attenzione del bimbo a ciò che lo circonda e la sua spiccata sensibilità oggi colpiscono per il forte contrasto con il mondo odierno, per tanti aspetti più superficiale, veloce e troppo pieno di informazioni che non ci permettono di soffermarci sulle piccole cose. Per quanto siamo ora in un’epoca molto differente, non si può che apprezzare queste pagine a dispetto del fatto che possano sembrare esageratamente educative al patriottismo ed ai buoni sentimenti.

Proprio i buoni sentimenti e l’attenzione meticolosa per il prossimo, la dedizione ai dettagli, sia per quanto concerne l’aspetto esteriore delle persone che per il loro animo, è argomento trattato ed approfondito in tutta la narrazione principale del libro.

I racconti di scuola che intercalano lo svolgersi dell’anno scolastico di Enrico sono invece per lo più dedicati all’amor di patria e rimangono onestamente indimenticabili nel lungo periodo, volti ad insegnare ai ragazzi dentro e fuori del libro l’amor di patria e la incredibile forza della bontà d’animo, della dedizione, dei legami famigliari, del rispetto e dell’amore per gli altri.

Infine la narrazione estremamente buonista del libro, con addirittura degli intercalari da parte dei genitori di Enrico che calcano la loro funzione educativa sul figlio, lo rende sicuramente un libro adatto ai ragazzi, perché porta alla riflessione e forse può portare un po’ dei valori di un tempo anche ai bimbi e perché no, agli adulti, di oggi.

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Fantasy
 
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deedlit Opinione inserita da deedlit    28 Giugno, 2017
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LA SAGA DELLE SAGHE

[ATTENZIONE, SPOILER]

Dopo anni di libro elettronico ho deciso di tornare per questa serie al cartaceo, non solo per il profumo della carta e la sensazione che possono dare le pagine reali da sfogliare, ma anche per l’aiuto che la carta stessa può dare alla mia memoria su una storia così incredibilmente densa di personaggi e luoghi come la saga del Trono di Spade.

Al momento della stesura di questa recensione il “Trono di Spade” noto anche come “Cronache del ghiaccio e del fuoco” è composto da 12 libri ed è ancora lontano del suo epilogo.
Il primo libro mi ha portato solo a voler sapere cosa accadrà in questo mondo fantasy incredibilmente reale creato da George Martin e certamente continuerò la lettura.

Ma torniamo al nostro “Il Trono di Spade”, che di fatto è il primo libro della saga.

La struttura del libro è suddivisa in capitoli, ognuno dei quali porta il nome di uno dei personaggi più importanti e ne porta avanti le vicende.

Ogni capitolo fa parte di un disegno più grande, la storia di ogni personaggio non solo è connessa strettamente a quella degli altri, ma affresca capitolo dopo capitolo questo incredibile mondo che potemmo collocare in un universo parallelo in un’epoca di sovrani e di cavalieri con la spada, ma con continenti propri, dinastie dalla lunga storia che si perdono al tempo degli andali, creature mitiche come i draghi di cui per ora vediamo solo teschi e scheletri, vestigia di qualcosa che potrebbe divenire leggenda ma che porta con sé prove di un’esistenza tangibile ed inconfutabile. Quanto c’è di vero nelle storie che la vecchia Nan racconta ai bimbi del castello? Cosa non è folclore nelle leggende delle grandi casate che capeggiano i continenti?

Mentre conosciamo per la prima volta i numerosi personaggi del libro vediamo tutto un mondo che si delinea intorno a loro, controllato dalle grandi Famiglie, ognuna delle quali sembra avere un proprio spazio naturale, un proprio ambiente, delle usanze profondamente radicate e legate al clima ed alle caratteristiche del proprio regno, comunque intrecciate tra di loro in un mondo di matrimoni di convenienza dove solo i fortunati trovano pace ed amore.

Nel primo libro facciamo principalmente la conoscenza della famiglia Stark che regna sul più settentrionale dei sette regni, di Eddard Stark (Ned) capo famiglia responsabile, coscienzioso e serio, marito di Catelyn intelligente e dolce madre di cinque figli: Robb, Bran, Sansa, Arya e Rikon, incapace suo malgrado di amare Jon, il figlio “bastardo” del marito.
La famiglia Stark inizialmente unita nel suo lontano Nord viene divisa dall’arrivo del Sovrano Robert Baratheon, amico di infanzia di Ned ma ormai distante dalla persona di un tempo, avvelenato dal potere, dagli intrighi, da una moglie che non lo ama e da parte della di Lei insalubre famiglia.
Vedremo quindi Ned partire alla volta della capitale al seguito di Robert che lo vuole Primo Cavaliere del Regno, con sé porterà le due figlie Sansa ed Arya, sorelle diverse quanto il giorno e la notte, la prima vera principessa elegante ed obbediente, la seconda un maschiaccio poco portato per le carinerie e più prossima all’uso della spada.
Anche Catelyn Tully dovrà lasciare Grande Inverno per recarsi in prima persona a dare a Ned un importante avvertimento su gravi sospetti non solo ai danni del sovrano, ma anche del piccolo Bran, che pagherà le conseguenze per aver visto troppo.

Iniziamo a vedere la famiglia Lannister, intrecciata alla famiglia Baratheon da un matrimonio senza amore tra l’attuale Sovrano dei sette regni Robert Baratheon e la bellissima ed algida Cersei. In questo primo libro cominceremo a conoscere principalmente Tyrion Lannister, fratello nano di Cersei e Ser Jaime, a mio avviso uno dei personaggi più belli e sfaccettati della serie, sempre sarcastico e pungente, estremamente reale nelle sue parole e reazioni; assolutamente memorabili alcune delle sue battute, cito ad esempio: “mai, mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un’armatura, e non potrà mai essere usata contro di te”.

Ci portano invece su altro continente le vicende della piccola Daenerys costretta dal fratello tirannico, menefreghista e profondamente inconsistente a sposare Khal Drogo, capo del fiero e selvaggio popolo Dothraki. I capitoli a lei dedicati ci danno modo di danzare tra eventi passati e presenti e quindi di conoscere la storia dei Targaryen, la famiglia spodestata dal Trono di Spade in un conflitto terminato in un bagno di sangue parallelamente alla storia della piccola Daenerys stessa, costretta a crescere in fretta mostrerà mano a mano una forza che sorprenderà prima di ogni altro lei stessa.

Ad incombere su questo mondo il vero dettaglio che ci fa capire quanto non possa essere la nostra amata Terra in un'altra epoca, la paura incombente di un inverno rigido e minaccioso atteso dopo una prosperosa estate durata così a lungo che un bimbo di otto anni non lo ha mai visto.
Con sé questo inverno porterà la minaccia di leggendarie creature provenienti dall’estremo nord oltre la barriera, controllata ormai da una troppo ristretta cerchia di Guardiani della Notte. Di questo ordine decadente verrà a far parte un giovane Jon Snow, figlio al di fuori del letto di nozze di Ned Stark, Jon porta infatti il cognome designato dalle terre del Nord per i figli illegittimi.

In un mondo che sembra perdere sempre più il proprio equilibrio, ognuno dei personaggi sembra essere portato dalle difficoltà a trovare la propria forza anche dove non sembrava potercene essere, e mentre gli intrighi si infittiscono e le trame si complicano i personaggi crescono e si fortificano, perché l’inverno stà arrivando.

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Il Signore degli Anelli, La Spada di Shannara, Harry Potter, Eragon...
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deedlit Opinione inserita da deedlit    27 Aprile, 2017
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L’AFFRESCO DI UNA CATTEDRALE

Ho letto questo libro affascinata dallo sceneggiato come quasi sempre accade il libro, fitto di dettagli ed emozioni, non mi ha delusa.

Lo spaccato di questa Inghilterra medioevale aiuta a comprendere un mondo ormai lontano, dove i monasteri accoglievano i viandanti e davano loro un pasto caldo gratuitamente, un modo che per alcuni aspetti non è molto distante dal presente e che tratta anche argomenti validi ancora oggi, a partire dagli interessi dei potenti che mandano avanti il mondo in ogni era, contrastati da pochi piccoli personaggi illuminati sempre in bilico tra buoni sentimenti, correttezza, religione ed interessi, caratteristiche che ne fanno quasi persone reali e tangibili.

I protagonisti sono sfaccettati e fanno meditare, anche il più malevolo ha un punto debole nelle credenze popolari e nella religione che, allora forse più di oggi, facevano girare il mondo. Cosa può essere giustificato e cosa non può esserlo da una religione strumentalizzata, nel medioevo come nella cronaca che leggiamo sui quotidiani in edicola?

I personaggi vivono letteralmente tra le pagine del libro, la forza narrativa di un migliaio di pagine dense di dettagli e sfaccettature sembrano quasi farci toccare con mano i muri della Cattedrale la cui costruzione scandisce il ritmo ed il tempo del manoscritto.

I protagonisti nascono, crescono, invecchiano e muoiono al ritmo dell’innalzarsi dei muri di questa fittizia Cattedrale Inglese del XII secolo.

La lettura scorrevole ci porta a chiederci come potranno essere risolti i problemi dell’imponente struttura religiosa tanto quanto le vicissitudini delle figure che si muovono sul suo sfondo. Di Aliena che sì è prima sottratta ad un matrimonio di convenienza incapace di piegarsi al volere altrui, la cui ribellione alle consuetudini del tempo e la follia del giovane rampollo di una casata in ascesa porta alla distruzione del suo mondo dorato, per cui successivamente, credendo di rimediare alle colpe da cui si sente oppressa e pensando di poter in tal modo a provvedere alle necessità del fratello più giovane che vorrebbe tornasse ad essere signore delle sue terre, si sottopone ad un matrimonio senza affetto e finisce per dover lottare per il vero amore sino a quasi dovervi rinunciare.
Le vicende Di Tom il costruttore che ama i suoi figli e vorrebbe star loro vicino anche quando non possibile, diviso tra povertà, lavoro, due amori profondamente diversi ed il sogno della sua cattedrale; di Ellen donna dallo spirito libero che il dolore e l’ingiustizia non riesco a piegare, di Jack suo figlio, ragazzo particolare che troverà la sua strada e le sue origini grazie a capacità, forte volontà e profondità di sentimenti, di Philip monaco con reale vocazione impregnato di un misto di fede, bontà e debolezze e dubbi profondamente umani.

I segreti che vengono creati e scoperti durante tutto l’arco narrativo costituiscono struttura stessa della storia, dalla quale emergono personaggi femminili estremamente incisivi e fuori dai canoni del periodo storico. I personaggi non sono mai completamente schierati dalla parte del bene o del male, anche nella luce è sempre presente qualche ombra che li rende umani.

Dalla lettura di questo spaccato storico si emerge solo con la volontà di leggere il volume successivo, “Mondo senza fine”. Il “peso” in pagine del libro non deve spaventare, questo libro vale il tempo di ogni singola riga letta.

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