Opinione scritta da Sandra Maggiore
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BILLY & ME
Billy & Me. Una delle poche volte in cui m’imbatto in un titolo italiano che preferisco in inglese.
Il succo della storia è piuttosto semplice: una giovane ragazza che lavora in un piccolo negozio di cupcake nel paese dov’è cresciuta. Un bel giorno si sparge il pettegolezzo che proprio in questo adorabile paesino inglese verranno girate le riprese di un’altra versione di Orgoglio e Pregiudizio. Nel negozio in questione, una mattina soleggiata, entra l’attore che interpreterà Mr. Darcy: Billy Buskin.
All’inizio, ho cominciato a leggere questo libro senza impegno. Pensavo fosse il classico rosa leggero, in sé non molto appassionante o da inserire nella lista di “libri da ricordare”. Grazie al cielo, mi sbagliavo.
La storia è ricca di particolari significativi che rendono i personaggi così profondi e “reali” da poter beatamente calarsi nei loro panni, e lasciarsi trascinare visceralmente nella storia. Sarà che l’autrice ha vissuto un’esperienza per certi versi simile a quella di Sophie, la protagonista, sarà perché l’idea di una relazione con un uomo dello spettacolo è innegabilmente, singolarmente intrigante… ad ogni modo, mi sono innamorata di questo libro!
Sophie ha vissuto da piccola il trauma della morte del padre (avvenuta a causa di un incidente stradale in cui lui è rimasto vittima come pedone sventurato), incidente di cui si sente responsabile. Evento tragico che l’ha trasformata in una giovane donna introversa, restia ai cambiamenti, decisa a trascorrere il resto della propria vita confinata nel suo paesino d’origine, lavorando nello stesso posto di lavoro di sempre, ripetendo la routine di una Raperonzolo afflitta da attacchi di panico, e continuando a sentirsi erroneamente responsabile nei confronti della madre, la quale ha fatto uso smodato di pillole nella depressione che ha seguito la morte di suo marito.
Insomma, la sua vita è segnata, decisa da Sophie stessa, nella versione più banale ma stabile possibile. Né più né meno.
Peccato che Billy Buskin abbia altri piani per lei, tra cui: portarla a Los Angeles, farsi accompagnare sul red carpet, assisterlo durante le riprese, stringergli la mano durante la cerimonia degli Oscar, farle una foto con il suo idolo cinematografico Jude Law… E molto, molto altro.
Un’avventura incredibile alla quale Sophie si approccia con grande cautela. Un’avventura che per lei ha dell’impossibile, nel senso che ogni singola situazione rappresenta per lei una sfida difficoltosa, spinosa, da superare. Ci sono i lati brutti e quelli belli. Billy trascorre molto tempo con i suoi colleghi attori, divertendosi in modo non sempre maturo, per non parlare poi della situazione che causa la loro rottura finale, avvenuta sul set in pieno giorno… Chi riuscirebbe a guardare la persona che ama fingere (particolarmente bene, dato il suo talento) di amare un’altra persona, senza sentirsi almeno un po’ fragile? È perfettamente comprensibile. Malgrado le ripetute rassicurazioni di Billy, però, Sophie capisce che questa vita non fa per lei. Così torna a casa.
Oppure si sbaglia? Ha gestito impulsivamente la situazione, e Billy non è stato abbastanza bravo da trattenerla. Sono una bella coppia. Il sequel lo conferma.
L’epilogo è sofferto e ben descritto. Ho trovato solo un po’ esagerato che lui si lasciasse deperire nei mesi di lontananza, ma per il resto è perfettamente plausibile e, naturalmente, romantico.
Lo consiglio a chi ama il cinema, a chi è fan di qualche attore/attrice irraggiungibile, a chi vuole sognare il favoloso e inaccessibile mondo dello spettacolo nella versione più vicina alla realtà possibile…
Questo libro mi ha regalato un’altra autrice preferita: Giovanna Fletcher.
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TEATRO A LUCI ROSSE
Leisa Rayven, Cancella il giorno che mi hai incontrato. Titolo scontato, ma interessante.
Ho trovato questo libro sostanzioso nella mia adorata biblioteca di fiducia. A volte, quando sono indecisa se inserire o meno un romanzo nella mia lista di prossimi acquisti, vado in biblioteca. Non sempre trovo quello che cerco, ma in questo caso è stato più un tentativo a mente leggera che un obiettivo mirato.
Allora, partiamo da ciò che mi è piaciuto. Lo stile di Leisa Rayven è maturo, interessante, scorrevole. Non c’è confusione tra passato e presente. I protagonisti “prima” e “dopo” sono ben scissi e riconoscibili. Il teatro è un luogo di lavoro coinvolgente e affascinante, perfetta ambientazione per un romanzo rosa. Ci sono tensione, duro impegno individuale, ostacoli da superare e chimica tra colleghi da far emergere. Quale fanbook o fanmovie o fanfictioniana non si è mai sentita attratta dall’idea di recitare, o comunque lavorare, fianco a fianco con una star? Quindi, ribadisco, ambientazione ideale.
Ora, arriviamo ai punti che mi sono piaciuti di meno. La protagonista, Cassandra Taylor, è troppo ossessionata dal sesso. Non importa tanto che sia vergine ed ormonalmente frustrata, questo è comprensibile data la sua giovane età e la sua inesperienza. Tuttavia, la mano è troppo calcata sul fabbisogno fisico. Sembra quasi che il teatro e lo spettacolo in sé siano solamente lo sfondo di questa prima necessità, perciò scompaiono, così come il tema stesso.
Preciso subito che leggo i romanzi erotici (anche se non rientrano fra le mie categorie preferite), e che perciò conosco il genere. In questo libro il sesso non è espresso in modo esplicito o addirittura volgare, per cui non può essere classificato come un romanzo erotico. Allo stesso tempo, però, non è neppure un rosa, poiché la questione principale rimane il sesso, non tanto l’amore tra i due protagonisti. Direi che è un ibrido fra i due generi, ecco, una sottocategoria.
Spiccano i due personaggi principali, Ethan Holt e Cassandra Taylor, e la loro straordinaria e incontenibile chimica sessuale. Tutti gli altri personaggi sono comparse, non fanno veramente parte della storia, e ruotano intorno a loro con un flusso a dir poco artificioso. Com’è possibile che siano tutti interessati al loro rapporto? Al fatto che vadano a letto insieme oppure no? Non hanno una loro storyline, un proprio spazio personale all’interno delle pagine, per cui il libro pare tanto un banco di nebbia che ha per punti fissi solo Ethan e Cassandra. Potrebbe rivelarsi positivo, per alcuni lettori. Personalmente mi è parso poco realistico.
Vi è una complessità apparente riguardo il personaggio di Ethan Holt. Bello e dannato, ferito e chiuso, spinto ad aprirsi e a lasciarsi trascinare dalla passione di una Cassandra vogliosa. Ma per quale motivo? Semplice, SESSO. Lei lo desidera, lo trova irresistibile. Il sentimento è reciproco. Ma Ethan è restio a lasciarsi andare. Perciò le nega il rapporto fisico completo fino alla fine del libro. Benché gli orgasmi ci siano. Poveri di contenuto, ma ci sono.
Non mi è piaciuto il fatto che l’unica cosa evidente sia la rispettiva attrazione fisica. C’è ben poco romanticismo, tante ammissioni lasciate a metà, un esagerato flirt interessato. La tipica alchimia che si viene a creare quando due persone vogliono disperatamente consumare un rapporto fisico, e l’unica cosa che le lega veramente è quel desiderio travolgente.
Primo importante dettaglio: Ethan l’abbandona dopo averci fatto sesso. Una cosa che lei non è mai riuscita a perdonargli. È comprensibile. Questo errore gravita tra loro come un pianeta senza vita. Eppure, a parte il terrore atavico di essersi innamorato di lei, non viene spiegato per quale motivo se ne sia andato subito dopo averci fatto l’amore. Non è il tipico atteggiamento di qualcuno che ha ottenuto ciò che lo ha tenuto sveglio la notte per così tanto tempo? Un comportamento meschino? Un impulso soddisfatto e sedato? Mah.
Secondo dettaglio: Ethan si ammala, Cassandra si reca a casa sua per prendersene cura, la madre di Ethan gli telefona, risponde Cassandra, e subito si preoccupa di dirle che non sono andati a letto insieme? È una fissa, allora! Quale madre si sentirebbe a proprio agio nel sentirsi dire una cosa del genere dalla presunta fidanzata del proprio figlio? Io lo troverei inopportuno e mi sentirei a disagio.
Terzo dettaglio: nel capitolo numero 13 Ethan si presenta alla festa organizzata dopo la prima di Romeo e Giulietta ubriaco fradicio. Eppure, pochi minuti dopo, è inaspettatamente lucido, al punto da poter parlare serenamente di sentimenti con Cassie. Implausibile.
Quarto dettaglio: il personaggio che mi è piaciuto di più e che a suo modo ha avuto un po’ di spazio (pochissimo) è Eric, il compagno di Mark Fiori, il regista. Un profondo conoscitore della storia, amante dell’antiquariato. Davvero intrigante.
Quinto dettaglio: il lieto fine roseo mi è piaciuto. Anche se rispetto alla storia è stato stroncato un po’ troppo bruscamente, per non dire prematuramente.
Mi limito a constatare le incongruenze. Tutte le storie, anche quelle che non mi sono piaciute, mi hanno regalato qualcosa.
Lo consiglio, ma senza grosse aspettative.
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ALLA FACCIA DI DOCTOR WHO
Red: un titolo banale e allo stesso tempo intrigante.
Un libro che purtroppo sono stata costretta a leggere in ebook (preferisco il formato cartaceo, anche se il kindle può effettivamente contenere centinaia di volumi senza incidere nel peso e nello spazio di una casa troppo piccola per contenere così tanti libri!). Un libro che ho terminato di leggere in tre o quattro giorni. Lo stile è fluido, piacevole, divertente. Leggero. La trama, paradossalmente, è sufficientemente complessa, molto affascinante. Non sono una fan dei viaggi nel tempo, eppure Kerstin Gier è stata in grado di farmi apprezzare questo genere e immergere in una prospettiva diversa della storia e del suo profondo significato, coinvolgendo uno dei “miti” più famosi al mondo (il Conte di Saint-Germain) e le teorie sulla possibilità di spostarsi nel tessuto del tempo, in una bizzarra combinazione di scienza e magia.
In questo racconto troviamo una ragazza di nome Gwendolyn Shepherd alle prese con gli strambi segreti della sua famiglia, segreti che riguardano Gwendolyn da molto vicino, più di quanto lei non pensi. Viaggi nel tempo, chiaroveggenza, presagi oscuri, un’alleanza rischiosa, piani pericolosi e minacce che strisciano tra un’epoca e un’altra, alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno, per scopi cimentosi e misteriosi. Perché a quanto pare non è Charlotte, la cugina di Gwendolyn, ad aver ereditato il gene dei viaggiatori nel tempo presente nella sua famiglia da tempo immemore, com’era stato predetto. Gwendolyn, impreparata, è costretta a farsi carico di questa benedizione-maledizione, del tutto inaspettatamente. Come? E perché?
Fortunatamente, un altro portatore del gene del tempo le starà accanto per aiutarla in questo difficile percorso: Gideon de Villiers. Costui, intrepido e intrigante, l’accompagnerà nel suo primo viaggio nel tempo, dandole il supporto di cui ha bisogno, e i brividi sottopelle di cui non ha mai neppure sospettato l’esistenza.
Ho solo un piccolo appunto per questa storia: la verità riguardante i genitori di Gewndolyn è intuibile fin dal principio. Sarebbe stato bello un po’ più di mistero da questo punto di vista.
Per il resto, lo consiglio vivamente, specialmente ai fan di questo genere.
P.S. Al momento sono impegnata a leggere il secondo capitolo della trilogia, Blue.
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TI VA DI GIOCARE?
Comincio questa nuova recensione con un piccolo appunto: i libri scoperti su Wattpad devono essere considerati, secondo la mia modesta opinione, dei manoscritti veri e propri. Non sono inferiori ai romanzi pubblicati da scrittori già famosi o da coloro che ricorrono ai metodi tradizionali di pubblicità del proprio lavoro. Ci sono moltissimi autori e moltissime autrici esordienti in Italia che possiedono un vero talento, la passione e le giuste capacità per lavorare in campo editoriale anche senza condividere lo stesso “curriculum” dei colleghi. In tal senso, bisogna essere più aperti di vedute e meno tradizionalisti. È necessario incoraggiare il cambiamento. Se si tengono gli occhi chiusi, le meraviglie del mondo e della sua vastità colorata possono sfuggirci, ed è un vero peccato.
Detto questo, preciso che intendo gestire questa recensione come farei con qualsiasi altro libro.
L’idea di Morgane Bicail mi è piaciuta molto, ed è proprio la sua idea originale che mi ha spinto a comprare il libro.
Phoneplay, come suggerisce il titolo, è una sfida via telefono, un gioco ambiguo giocato a colpi di messaggi. Un passatempo stuzzicante per Alyssa, la giovane protagonista annoiata dalla monotonia della propria routine adolescenziale.
“Indovina chi sono e sarò tuo”. Intrigante, vero?
I primi capitoli li ho divorati. Letteralmente.
Peccato che poi l’attesa della “grande rivelazione” sull’identità del misterioso sconosciuto si faccia tremolante e poco incisiva. Non è facile mantenere alta la tensione quando si tratta di segreti così importanti. Secondo la mia opinione, non ci sono i mezzi per sostenere questo tipo di relazione senza tre cose precise: più possibilità fattibili, che qui mancano, poiché viene azzardata soltanto un’ipotesi; sincerità, che qui, con mia grande delusione, viene a mancare; personalità precise senza cliché, più coerenti possibili.
All’inizio questo ragazzo misterioso sembra un playboy, un “bad boy” affascinante ricco di carisma a cui piace conquistare le sue dame tramite un abile gioco che sembra costruito a puntino, dove lui è il Re incontestato a cui piace dettare le regole, stuzzicare ed essere stuzzicato. Purtroppo non è affatto così. Il gioco è meno romantico di quel che appare, e chi si nasconde dietro lo schermo non è affatto un personaggio carismatico e “cattivo”, quanto più un ragazzino tormentato e vendicativo. Da giocatore affascinante si trasforma in un apparente emarginato sociale maltrattato dal fratello e ignorato dai genitori, mentre successivamente si scopre essere un ragazzo tranquillo, dolce e sicuro di sé.
Ci sono fin troppe incoerenze in questo romanzo. Non solo per quanto riguarda Lui o Alyssa. Ad esempio, la madre di quest’ultima: viene descritta come una donna che bada soltanto alle apparenze, interessata esclusivamente ai beni materiali della figlia, eppure si commuove come una bambina quando scopre che sua figlia si è innamorata. Un’amica mi ha fatto notare che potrebbe trattarsi di una reazione emotiva da parte di una donna solitamente fredda, di conseguenza dovrebbe essere presa come una “scena” positiva. Forse ha ragione, ma non mi convince.
Alyssa viene definita “viziata” perché i genitori l’accontentano praticamente su tutto (all’inizio appare come una ragazza tormentata e cupa, non la classica viziatella capricciosa), tuttavia non mostra i tipici tratti dell’adolescente a cui è stato dato tutto. Non è snob né narcisista. L’unica cosa che fa ininterrottamente è fumare. Bere è quasi un gioco per lei, una sfida divertente, non un’abitudine. Qui il suo tormento interiore, la ribellione tipicamente giovanile, si fanno sentire, il che è naturale.
Inoltre, Alyssa sembra avere un interesse romantico più per il suo migliore amico che per il famoso Sconosciuto. Il loro rapporto non viene né accennato all’inizio né approfondito in seguito. Louis spunta all’improvviso per un ultimo saluto prima di trasferirsi negli Stati Uniti, e da come Alyssa descrive il sentimento di nostalgia che l’ha afflitta per tutto il tempo in cui sono rimasti lontani (mai menzionato) sembra quasi che tra i due ci qualcosa di più. Non è così.
L’epilogo, poi, mi ha lasciato l’amaro in bocca.
Molti dettagli non vengono spiegati all’inizio del libro ma menzionati soltanto alla fine, e questo fa perdere un po’ il senso del flusso del tempo. Inoltre, penso che il gioco sarebbe stato più intrigante se Lui non le avesse mentito nelle chat. Dicendole esclusivamente la verità le avrebbe dimostrato una tale sicurezza (e fascino) da far pensare a un uomo capace e astuto, non a un ragazzino che si nasconde dietro uno schermo per motivi ambigui.
Alyssa non si applica davvero per risolvere il puzzle. Viene lodata da Lui per questo, ma non sono d’accordo. Le altre ragazze prima di lei magari erano frivole e di conseguenza facevano domande frivole, ma Alyssa lo ribalta a proprio favore, usa questo gioco per spezzare la sua routine e vince lo stesso, pur non avendo indovinato l’identità del misterioso Lui.
I sentimenti, poi, crescono senza alcun preavviso. Con Louis, ad esempio, afferma: “Ne abbiamo passate tante insieme”. Ma non viene spiegato che cosa intenda. Quindi, perché il loro legame è così profondo? La storia dietro la storia non viene accennata né spiegata, tranne successivamente, quando ormai è troppo tardi per capirci qualcosa.
Piccolo spoiler: di nuovo, rivalità tra fratelli.
Ribadisco che l’idea mi ha intrigata molto. Ho trovato lo stile di Morgane Bicail interessante, e la scena del primo bacio scambiato tra i due protagonisti mi è piaciuta molto.
Concludendo, penso che Phoneplay sia un’insolita storia d’amore adatta a un pubblico giovane/adolescente.
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TI ASPETTAVO, MI ASPETTAVI
Ho potuto leggere questo libro grazie alla mia biblioteca di fiducia.
Quando ho iniziato a leggerlo, ero incerta: il titolo mi sembrava un po’ banale e la cover non molto invitante. E invece sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Dietro lo pseudonimo di J. Lynn si nasconde la famosa autrice statunitense Jennifer Armentrout, principalmente conosciuta per la saga “aliena” di Lux.
Questa catena di romanzi rosa autoconclusivi, successivi a Ti aspettavo, è altrettanto interessante. Consiglio vivamente questa serie, intitolata Wait for you.
In questo libro troviamo una giovane ragazza, con un recente passato oscuro e traumatico, alle prese con la sua prima vera storia d’amore in un’altra città, nel periodo più statico e meno eccitante della vita di qualsiasi studente: la scuola.
Il loro incontro è fulmineo, talmente precoce che toglie il fiato e coglie di sorpresa il lettore.
All’inizio, la storia tra Avery e Cameron può sembrare scontata, la classica avventura amorosa tra un’adolescente tormentata e introversa, e il ragazzo più affascinante e carismatico della scuola. In realtà è molto più di questo. Bisogna proseguire con la lettura, senza arrendersi alla sensazione “di cliché” iniziale, per scoprire la vera sostanza di questo libro. Ne vale la pena.
Cameron Hamilton è uno dei personaggi maschili che più mi è piaciuto trovare in una storia d’amore come questa. Un personaggio “vivo”, irresistibile per certi versi, perfetto per Avery. Mi ha conquistata.
La simbologia? Cameron ha una tartaruga di nome Raffaello (simpatico, no?). La pazienza e la costanza di chi ama questi animali lenti ma progressivi rivela molto sulla loro natura. Solo qualcuno di ostinato e speciale può rompere la corazza difensiva di una ragazza ferita dalla vita come Avery. Ci vuole coraggio, e una buona dose di resistenza emotiva e mentale.
Cos’altro c’è da dire? Sono soddisfatta di questo libro e felice di averlo letto. Lo consiglio vivamente!
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IL PRINCIPE AZZURRO A BORDO DI UNA BARCA
Dopo aver terminato la trilogia rosa ambientata a New York di Cassandra Rocca, ero scettica riguardo questo libro. Difficilmente gli scrittori, dopo un particolare successo o un ricco esordio, riescono a mantenere lo stesso livello di “popolarità”, chissà perché. Invece sono rimasta piacevolmente soddisfatta.
Ancora una volta, Cassandra Rocca permette a un suo personaggio di impersonare un lato femminile unico, preciso e ben interpretabile.
Heaven Taylor incarna alla perfezione il prototipo della fanciulla rigorosamente fedele alla morale dei propri genitori, la classica “brava ragazza” che non si ribella mai e che non chiede mai nulla di più di ciò che possiede. L’inflessibile padre pastore, poi, così severo ed esigente, di certo non aiuta a far crescere Heaven e a permetterle di agire seguendo la propria testa e i propri sentimenti.
Heaven, ora, si è trasformata in una donna sicura di sé e indipendente, è sfuggita all’opprimente rigidità del padre e si è trasferita a Los Angeles. Il suo sogno è quello di intraprendere una carriera nel mondo del giornalismo. Sfortunatamente per lei, al momento il suo unico compito è quello di “paparazzare” gente famosa, anche se è comunque determinata a fare del suo meglio.
Comincia inseguendo l’“impaparazzabile” modella Tori Scott durante una feroce tempesta. La segue in spiaggia, scoprendo che l’unico modo per ottenere un’inquadratura favorevole è appostarsi tra gli scogli sommersi dall’acqua bizzosa. È l’unico modo, se vuole beccarla in flagrante con l’amante misterioso!
A suo favore bisogna dire che riesce nell’intento, ottenendo delle foto a dir poco compromettenti. Brilla di gioia. Peccato che non si è accorta che il tempo è peggiorato nel frattempo, e che l’acqua l’ha sommersa e imprigionata nelle sue liquide fauci gelate. Heaven rischia di affogare, e malgrado cerchi di lottare per la propria vita (con pensieri cupi a ottenebrarle la mente) nuota disperata verso la spiaggia lontana. Inutilmente.
A salvarla sopraggiunge una piccola imbarcazione bianca. E a bordo, per uno scherzo del destino, c’è David Cooper.
La prima parte della loro “rimpatriata” si svolge sulla barca, al riparo dalla tempesta. Giorni trascorsi l’uno a contatto con l’altra, costretti a ricordare la fatidica notte che ha cambiato Heaven per sempre, a confrontarsi, a scoprirsi.
L’atmosfera alla Lost, solo molto meno tragica, mi è piaciuta moltissimo.
David le spiega che all’epoca dei fraintendimenti che hanno coinvolto entrambi in quei bui giorni lontani, era stato lasciato all’altare solo tre mesi prima. Questo non giustifica le sue azioni, ma gli permette di spiegare a Heaven il motivo del suo comportamento, e a farle capire che in fondo è un bravo ragazzo, qualcuno degno di fiducia.
Infatti quattro anni addietro, durante una festa, il giovane e affascinante David Cooper fu sfidato dagli amici a corteggiare e conquistare la ragazza più “difficile” del party. I suoi compagni presero di mira la dolce e timida “verginella” Heaven, e David non si lasciò sfuggire l’occasione di umiliare una donna, considerato il suo recente passato e il suo pessimo rapporto con l’altro sesso. Dettaglio che lo porterà non solo a prendere in giro Heaven, ma anche a non fidarsi che di un’unica femmina, ovvero la sua adorabile cagnolina Jeanne.
Il perdono è possibile. L’amore è nell’aria. Bastano una barca, una tempesta e un po’ di desiderio.
Lo consiglio assolutamente!
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BAD IS GOOD
Devo ammettere che ero molto curiosa di leggere questo libro. Avevo già letto After di Anna Todd (l’unico libro, insieme a Before, che mi sia piaciuto della saga), ed ero nel periodo “letture rosa”, per cui cercavo qualcosa di simile, solo con meno cliché ripetitivi e più divertimento. Un mix allegro che mi facesse perdere il senso del tempo e sorridere con il naso tuffato fra le pagine.
Tessa O’Connell non mi ha deluso. È un personaggio esuberante, sarcastico, forte, determinato, molto piacevole da leggere. Il suo punto di vista è a dir poco “adolescenziale”, non particolarmente maturo o intenso, ma di grande impatto.
Cole Stone, al contrario, è un cliché fin troppo calcato e utilizzato. L’appunto classico “bad boy” che poi così “bad” non è, almeno non con Tessa e le sue amiche, quanto più con il fratellastro Jay (sul serio, le divergenze sentimentali tra fratelli sono scontate e niente affatto piacevoli per chi ama un clima sereno in famiglia). Cole è intrigante e deciso, una sagoma di tutti i tipici “bad boy” fino a oggi conosciuti, che ti spingono a uscire dal tuo guscio di paure e insicurezze e a goderti pienamente la ribellione dell’adolescenza e dello spirito umano. Un aspetto positivo.
Ora, il libro in sé non mi ha deluso, almeno fino al finale: il finale si perde, evapora. Come se l’autrice non avesse saputo concludere la storia seguendo il filo chiaro e risoluto dell’inizio, o semplicemente non avesse “visto” nitidamente un finale semiconclusivo per questa storia.
Il secondo volume della saga, poi, mi è piaciuto ancor meno. Non c’è contenuto, perlomeno non il contenuto compatto del primo libro. Per cui non ho il letto il terzo libro.
Consiglio Bad Boy 1. esclusivamente ai giovani adolescenti.
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INCANTESIMO TINTO DI INCHIOSTRO
La Trilogia di Cuore d’Inchiostro di Cornelia Funke è una delle mie saghe preferite. Ecco perché, malgrado abbia letto il volume diversi anni fa, ci tenevo a recensirlo qui.
Prima di scoprire il libro (non avevo idea che la storia fosse tratta da un romanzo) ho visto il film. In seguito per curiosità ho letto Cuore d’Inchiostro, e mi è piaciuto a tal punto che non appena mi è stato possibile ho subito acquistato la trilogia completa. Ne valeva la pena.
La storia coinvolge pochi personaggi principali tra cui Mo, Meggie, Resa, Elinor, Dita di Polvere, Farid, Fulvio e Capricorno. Il personaggio che ho amato di più è Dita di Polvere. Tramite Wikipedia ho scoperto che questo incredibile e affascinante personaggio è stato basato sul marito di Cornelia Funke. “A Rolf, sempre: essere stata sposata con Dita di Polvere è la cosa migliore che mi potesse capitare”, così recita la dedica, una delle migliori che abbia mai letto.
In questa saga troviamo le "Lingue di Fata", persone come Mo e sua figlia Meggie dotate della singolare capacità di permettere alle storie di prendere magicamente vita, semplicemente leggendo le parole scritte su carta ad alta voce. Il sogno di migliaia di lettori, no?
Mortimer, tempo addietro, quando Meggie era solo una bambina, aveva letto un libro intitolato Cuore d’Inchiostro. Il suo dono si attivò e, sfortunatamente, sua moglie ne rimase vittima venendo risucchiata all’interno delle pagine, mentre alcuni personaggi malvagi come Capricorno e Basta presero vita assumendo un corpo e consistenza nel mondo reale; con loro c’era anche Dita di Polvere. Questo errore involontario metterà in atto una serie di vicende che non si concludono con l’epilogo del primo romanzo, poiché si presume che Mo e Meggie non siano gli unici "Lingua di Fata" al mondo.
Insomma, una dote eccezionale – ed eccezionalmente pericolosa – che dà vita a misteri, pericoli, avventure, legami e amicizie. L’’idea e l’ispirazione di Cornelia Funke sono a dir poco unici e originali. Infatti, non a caso è stata definita la JK Rowling tedesca.
Lo consiglio a tutti i lettori di tutte le età.
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LA SPECIALISTA
The Chemist di Stephenie Meyer è un thriller da considerare come il prodotto di una “fanfiction” della serie The Bourne Legacy. Stephenie Meyer ha ammesso il proprio interesse per questa serie e per il personaggio interpretato da Jeremy Renner. Io sono una fan delle fanfiction, per cui (*pollici in alto*) ben venga!
Tuttavia, non ho mai visto nessuno dei film.
Partiamo dalla trama: Juliana Fortis, alias Alex alias La Specialista, è un’ex chimica sfuggita per un soffio a un elaborato piano politico che ha coinvolto il suo capo e ucciso il suo mentore. Lei è solo un effetto collaterale, una mina vagante che deve essere eliminata per coprire intrighi loschi e intenti complessi (Alex era a conoscenza di molte informazioni scomode sul dipartimento “senza nome”, ecco perché viene considerata una minaccia e presa di mira). Vive in fuga, in perenne stato d’ansia, senza mai mettere radici o affezionarsi a nessuno.
Questo finché, ingannata dal suo capo, non si ritrova a dover rapire Daniel Beach, gemello del suo vero target, Kevin Beach. Alex ignora moltissime cose, a differenza di Kevin, il quale è a sua volta coinvolto nell’intrigo politico nella sgradevole parte di “effetto collaterale”, e che naturalmente è tutt’altro che felice del coinvolgimento del fratello, un tranquillo insegnante divorziato.
I gemelli e Alex decidono di allearsi per sistemare la faccenda una volta per tutte e guadagnarsi la libertà.
Il rapporto fra Daniel e Alex continua a crescere di pagina in pagina. Daniel è un uomo molto dolce, calmo, amorevole, tutto il contrario di Kevin, il quale è rude e sgarbato, e con cui Alex non va molto d’accordo. Il trio è un concentrato di forza e indomabile istinto di sopravvivenza, soprattutto per quanto riguarda Alex e Kevin. Daniel non è considerato molto di più che un peso all’inizio del viaggio, anche se a modo suo cerca di fornire il giusto supporto a entrambi. Dopotutto, la sua vita così come la conosceva è finita nello stesso modo imprevisto e traumatico delle loro, per cui bisogna comprendere le sue difficoltà nel suo graduale “ambientarsi”. O “rassegnarsi” è la parola esatta?
Ora, Alex era definita “la specialista” nel dipartimento in cui lavorava perché era un’esperta di torture. Utilizzava la sua profonda conoscenza del corpo umano per estorcere informazioni scomode senza versare neppure una goccia di sangue, utilizzando delle misture chimiche preparate da lei stessa per infliggere una sofferenza talmente insopportabile da ottenere informazioni delicate in brevissimi tempi e senza alcuna necessità di violenza. Non esattamente l’eroe ideale, ma chi ha detto che gli eroi devono essere sempre buoni e perfetti?
Ho letto sia l’epilogo originale in italiano sia la versione alternativa in inglese. In entrambi i casi, l’ho trovato giusto e perfettamente conforme allo sviluppo della storia.
Punti deboli: la trama è un po’ stiracchiata, seppur ricca di intrecci, quasi come se Stephenie Meyer avesse esplorato questo nuovo genere con un impegno faticoso, cercando di non “inciampare” durante la stesura e di non commettere troppi errori nello sviluppo delle singole vicende; un impegno che ho saputo riconoscere e apprezzare, poiché non è mai semplice scrivere una fanfiction (o quasi) seguendo il flusso della trama con elementi che non ci appartengono totalmente – ovvero generi che non abbiamo mai esplorato prima. Il suo stile, come ben sappiamo, è unico.
La scena del “trio” che ho trovato più esilarante (anche se un po’ troppo prevedibile) è la finale, quella in cui Kevin bacia Alex sulla bocca in uno slancio di esultanza e gratitudine per aver salvato la vita di suo fratello. I triangoli amorosi sono immancabili nei libri di Stephenie Meyer, a quanto pare. In questo caso, però, Kevin e Alex non provano assolutamente nulla l’uno per l’altra, per cui il bacio risulta divertente e un po’ scontato.
Punti forti: la trama è complessa ma sviluppata in maniera chiara. Alex è un personaggio femminile molto forte e tenace, un personaggio così indipendente e fiero da risultare quasi un esempio per tutte le femministe. Di sicuro su di me ha avuto un certo impatto. I gemelli (gemelli singolari, letteralmente l’uno lo specchio dell’altro) sono un ulteriore particolare degno di nota, così come l’adorabile Daniel Beach.
Le descrizioni di Stephenie Meyer sono praticamente perfette, realistiche, palpabili.
Consiglio questo libro non tanto ai fan dei thriller, quanto più ai fan dello spionaggio e, come Stephenie Meyer, della serie The Bourne Legacy.
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L'AMORE SA DI CIOCCOLATO
Mi sposo a New York è l’ultimo romanzo della trilogia romantica di Cassandra Rocca, e si conclude con l’ultima protagonista (apparsa nei primi due libri), Liberty Allen.
Questo personaggio è così fuori dal “comune”, così distante dai classici protagonisti di sesso femminile (seppur rappresentando il cliché della donna fredda e razionale), che mi ci sono ritrovata subito. Non mi sono mai davvero sentita caratterialmente affine a un personaggio femminile prima di questo libro, ed è stata una piacevole scoperta. Perché, bisogna ammetterlo, le “donne fredde”, donne imperscrutabili ed emotivamente controllate, sono una specie un po’ a parte, non molto considerate nella letteratura moderna. I protagonisti femminili in genere si assomigliano un po’ tutti.
Liberty Allen gestisce il “Giftland”, ed è a tutti gli effetti il capo di Clover O’Brian, Zoe Mathison ed Eric Morgan. Una bellezza algida e impenetrabile, decisa a pianificare la propria vita fino in fondo, dal lavoro al matrimonio, senza mai permettere al proprio cuore di guidarla; detesta gli imprevisti e non tollera il sovraccarico emozionale – impossibile da evitare in amore.
In passato è stata ferita dal suo primo amore, proprio nel periodo difficile e tormentato dell’adolescenza, quando era ghiotta di dolci e di attenzioni. Da quel momento in poi si è impegnata a dimagrire e a diventare una persona migliore, meno insicura e autosufficiente, trasferendosi a New York e rinunciando per sempre a qualsiasi ideale romantico. Oltre a gestire il “Giftland” è anche un’indipendente scrittrice freelance (un mestiere originale che è stato approfondito pochissimo per i miei gusti, ma che mi è piaciuto molto).
Liberty è fidanzata con Justin e programma di sposarsi tramite una doppia cerimonia che include la sorella di Justin e il fidanzato di lei. Liberty non è una persona romantica, o perlomeno s’impone di non esserlo, e malgrado le recriminazioni di Clover e Zoe è decisa ad andare fino in fondo.
Finché il destino non ci mette lo zampino.
Il primo amore che l’ha (involontariamente) ferita, ritorna nella sua vita per una purissima e del tutto banale coincidenza, a poche settimane dal suo matrimonio con Justin.
Zack Sullivan è un cuoco famoso, lo stesso ragazzino a cui piaceva cucinarle i dolci e che non l’ha mai vista né grassa né brutta. È divorziato ed è padre di un’allegra bambina che per prima riuscirà a scaldare un po’ il cuore gelido di Liberty.
Infatti Zack, dopo aver visto quanto Liberty sia cambiata sia nell’aspetto che nello spirito, è deciso a far riemergere il suo lato dolce, romantico, femminile, e a spazzare via la freddezza che, si rende conto, ha purtroppo contribuito a creare. È un uomo molto calmo e paziente, tenace con lei, il che non guasta.
Tuttavia i suoi sforzi risultano inutili. Liberty si scioglie un poco ma non si piega alle emozioni né ai sentimenti che prova per Zack. Sarà lei a dover compiere la scelta finale: continuare con i suoi piani e sposare Justin, oppure dar retta al proprio cuore e seguire l’istinto.
E compierà questa scelta proprio nel giorno del suo matrimonio, con tanto di abito bianco.
Un amore ricco di sapori e di calore. Se amate il cibo e amate l’amore, è il libro che fa per voi.
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DON'T CALL ME YOUR "BEST FRIEND"
Una notte d’amore a New York è il secondo capitolo della trilogia romantica (con molti extra, assolutamente da leggere) di Cassandra Rocca.
Qui troviamo Zoe Mathison ed Eric Morgan, amici stretti di Clover O’Brian, la protagonista del primo e precedente romanzo, Tutta colpa di New York.
Premetto che, personalmente, ho sempre visto questi due personaggi in versione “genderbent”, ovvero invertiti di sesso: Zach Mathison ed Erica Morgan. Non so perché, ma è così. Zach è un bel ragazzo con un’abbronzatura spettacolare e un aspetto mozzafiato totalmente fuori dal comune, mentre Erica è una ragazza minuta con lunghi capelli scuri e occhialoni da nerd. Mah, la mente da “lettore/lettrice” di ognuno di noi funziona in modo del tutto unico e originale.
Tornando a Zoe ed Eric, questa è la classica (ma non classica, considerato lo stile di Cassandra Rocca) storia d’amore tra migliori amici. Eric è l’appoggio di Zoe, la spalla su cui piangere, lo zerbino da calpestare (seppur senza cattiveria) con tanto di tacchi a spillo, mentre Zoe è un’esemplare di bellezza unica, insicura e tosta, corteggiata da metà della popolazione maschile newyorkese. Due individui totalmente diversi, legati da un’amicizia profonda.
Eric è il migliore amico che tutti vorremo, affidabile, sempre pronto a dare una mano, comprensivo, razionale, persino buffo. Zoe lo considera proprio tale: un amico, nulla di più, nulla di meno. Il loro rapporto “platonico” dura da quasi dieci anni, ed Eric si è stufato di aspettare un miracolo d’amore che sembra non arrivare mai, così si propone un ultimatum: se non riuscirà a far sì che Zoe si accorga dei sentimenti che prova per lei, lascerà New York e cercherà di andare avanti con la sua vita, lasciando Zoe, la sua migliore amica nonché la donna che ama, definitivamente alle sue spalle.
Zoe non pare rendersi conto dell’attrazione di Eric nei suoi confronti, o forse finge semplicemente di non accorgersene? Di fatto, le cose iniziano a farsi interessanti quando lei comincia a “vedere” che sotto tutte le magliette logore di Eric, al di là del suo aspetto trasandato, si nasconde un uomo vero, in carne e ossa. Immaginate lo stupore che si può provare nel guardare una persona da sempre molto vicina a voi improvvisamente con occhi diversi. Per Zoe è un cambiamento imprevisto e sconvolgente.
La gelosia zampilla come acqua da una fontana, poiché entrambi sono impegnati a “guardare avanti” con altre persone, anche se lo sguardo di Eric punta sempre a Zoe, mentre quello di Zoe è perso in mezzo a una folla di sconosciuti, inconsapevole dell’unico volto “reale” accanto a lei.
Ma non tutto è perduto.
L’attrazione è una curiosità, la curiosità è desiderio di scoprire. Zoe scoprirà Eric, non c’è altro modo per definire l’inizio della loro storia d’amore. Mentre Eric raccoglierà le forze per andare avanti senza l’insostituibile presenza di Zoe nella sua vita, Zoe capirà di non poter fare a meno della sua.
Devo ammetterlo, è la storia d’amore che più mi è piaciuta all’interno di questa trilogia rosa ambientata a New York.
Lo consiglio assolutamente.
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CELEBRITY CRUSH, UNA FAVOLA DI NATALE
Cassandra Rocca è un’autrice italiana di romanzi rosa di grande talento, la prova che non sono solo americani o inglesi gli scrittori di favolose storie d’amore. Sono una sua grande fan.
In questo racconto ambientato sotto la prima neve di Natale, Clover O’Brian, una quasi trentenne dall’aspetto un po’ elfico, con occhi verdi e brillanti capelli mossi color mogano, dal caratterino pepato, senza peli sulla lingua, in breve l’amica ideale, trova l’amore in una celebrità che ha preso in affitto una casa vicino al suo piccolo, adorabile vecchio cottage. Un’avventura inaspettata – Cupido colpisce ancora e, come spesso accade, nei momenti più imprevedibili.
Ma prima, parliamo un po’ di Clover: lavora presso il “Giftland” come personal shopper, con gli amici (nonché protagonisti degli altri libri) Liberty, Zoe ed Eric. Vive a New York, come avrete intuito dal titolo, lontano dalla madre soffocante e dal fratello “damerino”. È indipendente, determinata, ostinata e sogna l’amore.
Cade Harrison è un famoso attore californiano dal classico aspetto patinato delle riviste di moda, al momento preda di una profonda “crisi personale” che lo spinge ad allontanarsi dalle telecamere e dai flash, cercando rifugio nella villa di un amico a State Island. Natale è vicino, e l’umore dell’attore è ben al di sotto della neve che ricopre l’asfalto di New York, per più di un motivo. I pettegolezzi nel mondo del cinema sono innumerevoli e si diffondono come uno stormo di mosche fastidiose e irritanti, e non sempre è facile venirci a patti.
Al loro primo incontro, alquanto “rovinoso” (la poveretta cade per terra trascinandosi dietro una decina di pacchetti regalo) Clover lo riconosce a stento. Il suo atteggiamento indifferente, onesto e “vivace” attrae un Cade un po’ sulla difensiva. In breve i due si ritrovano in una relazione fuori dal comune, “da sogno”, fatta di ammirazione, complicità e superamento dei pregiudizi.
Può sembrare un cliché la storia dell’attore famoso che s’innamora della “provincialotta” fuori dal comune, ma l’essenza dei protagonisti e lo stile di Cassandra Rocca rendono il libro tutt’altro che prevedibile. L’atmosfera di Natale è semplicemente unica. Clover è esuberante, Cade è romantico e composto: un mix sorprendentemente azzeccato, se pur non sembri a prima vista.
Lo consiglio caldamente, in particolar modo sotto le feste natalizie.
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L'ARTE DI CORRERE SOTTO LA PIOGGIA, UNA STORIA D'A
Garth Stein, un altro autore che mi era sconosciuto fino a L’arte di correre sotto la pioggia. Uno stile fluido, squadrato e lineare, informativo, piacevole.
Questo libro è consigliato a chi ama gli animali, in particolar modo i cani, e a chi crede nella loro anima immortale, non diversa dalla nostra, anche se infilata nel corpo di un’altra specie.
Io ho due cani, per cui credo fermamente nella loro anima e nella loro coscienza.
Non sono solita leggere libri sugli animali poiché fin troppo spesso il contenuto di questi libri risulta essere un po’ duro e fin troppo commovente. L’arte di correre sotto la pioggia non è diverso, purtroppo.
Dopo Bailey e Marley, ecco Enzo, un cane allegro e coscienzioso, curioso e affascinato dal mondo degli umani, con il sogno di diventare uno di loro. Innamorato del proprio padrone, condivide con lui la passione per l’automobilismo, e lo accompagna per tutta la durata della sua vita, tra vette e abissi, risate e sorrisi. L’amicizia tra i due protagonisti è a dir poco esemplare, piena di forza, amore, pazienza e resistenza. Il loro rapporto spicca così tanto all’interno delle pagine da offuscare tutte le altre relazioni, comprese quelle tra Denny e sua moglie Eve e sua figlia Zoe.
Ho apprezzato l’inizio e la fine di questo romanzo, commuovendomi moltissimo nella lettura dell’epilogo (è stato proprio l’epilogo a farmi innamorare di questo racconto). La parte centrale, invece, è oscura e negativa, perciò non mi è piaciuta. Tra una tragedia e l’altra, Enzo rimane accanto a Denny, un rapporto incondizionato che ci fa comprendere quanto possono essere profondi e intensi i legami con gli animali. Non c’è discriminazione, qui.
Lo consiglio a chi ha degli amici pelosi (o piumati) e li adora per quello che sono, senza condizioni; a chi li tratta con amore e rispetto, curandoli e proteggendoli a dispetto di tutto; lo consiglio a chi li maltratta – gli animali hanno un’anima come noi, e il karma esiste per un motivo.
Un po’ di emotività è prevista, ma qualche lacrima accompagnata da un sorriso non hanno mai fatto male a nessuno.
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UNA STORIA D'AMORE NARRATA DA CUPIDO
Romantics è il primo libro di Leah Konen che leggo. Non conoscevo l’autrice prima di questo romanzo, e la premessa: “Io sono Amore. E questa è la tua storia”, mi era apparsa intrigante quanto, in seguito, come si dice in inglese, pointless. Poiché è una storia tutt’altro che comune.
Quando è uscito il libro attendevo di sfogliarlo con trepidazione perché sono una grande fan della mitologia greca, e la prospettiva di un racconto in cui era coinvolto nientemeno che Cupido mi prospettava una lettura interessante. Tuttavia, sono rimasta delusa dal contenuto del libro.
Partiamo dagli elementi che ho trovato interessanti e positivi: Amore è ironico, e in questa versione è capace di cambiare la nostra vita, stravolgerla o migliorarla, semplicemente con qualche “spintarella” nel verso giusto, prendendo in mano le redini del nostro fato amoroso, inviandoci messaggi e segnali dove può.
Romantics nasce sulla base di alcuni errori che Amore commette un po’ per un’eccessiva fiducia in se stesso e nei propri poteri (ad esempio con i genitori del protagonista), un po’ per senso di colpa proprio nei confronti di Gael, rimasto isolato e ferito dal divorzio dei suoi. Amore decide di aiutare il ragazzo a prendere in mano la propria vita (che promette avventure future emozionanti) e a trovare l’anima gemella, cercando al contempo di educarlo nella sua fin troppo esagerata passione per il romanticismo, che lo rende nei confronti degli eventi quotidiani un po’ troppo fiducioso nel destino, più che nelle sue scelte.
È un percorso lungo per Gael e Amore, eretto al suo fianco come un amico fidato e invisibile, dal carattere sbarazzino e divertente.
Ora veniamo agli elementi negativi che non mi sono piaciuti: Gael ha il cuore spezzato dopo aver scoperto che la sua fidanzata Anika lo tradisce con il suo migliore amico Mason. Un cliché alquanto comune, per niente originale. Da quel momento in poi inizia una lunga sequela di decisioni sbagliate e imprevisti che portano Gael lontano dalla sua vera anima gemella, come ad esempio Cara, la sua nuova fidanzata. Lei non è giusta per lui e lui non è giusto per lei. Altro cliché.
Non è una storia d’amore particolarmente ricca di particolari o intensa, degna di Cupido. È più orientata verso un pubblico giovane, pre-adolescenziale e/o adolescenziale, con una trama complicata per il giovane protagonista e allo stesso modo fin troppo semplice e banale per il lettore. L’unico capitolo che mi è piaciuto davvero (purtroppo) è il primo, intitolato “Gli appunti di Amore”. Nel resto del libro Amore appare sporadicamente e solo per fare qualche commento.
Ho trovato il libro deludente rispetto alle mie aspettative, ma rimane comunque un bel romanzo rosa con un’intrigante copertina e la promessa d’interesse per ragazzi/e giovani che si avventurano per la prima volta nel magico mondo dell’amore. Lo stile di Leah Konen è unico, come per ogni autore e autrice, e ho saputo apprezzarlo comunque.
Non lo consiglio a un pubblico di lettori adulti.
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MAGNUS CHASE
Rick Riordan è un autore statunitense famoso per la saga di Percy Jackson e gli del dell'Olimpo. Il suo stile ironico ed istruttivo mi è sempre piaciuto. Non c'è da sorprendersi, dato che è stato un insegnante d'inglese per quindici anni.
A differenza di altri autori, è abile sia nell'interpretare la storia dal punto di vista maschile che dal punto di vista femminile.
Sono sempre stata una fan della mitologia greca e romana. Col tempo, il mio interesse si è allargato alla mitologia norrena e alla cultura celtica. Per cui è perfettamente normale che sia stata catturata dai suoi libri.
Magnus Chase è un einherji figlio del dio Freyr.
Nel secondo capitolo di questa trilogia dedicata al mondo norreno, Magnus si vede costretto ad aiutare Thor nella ricerca del suo prezioso martello, un'arma molto temuta dai nemici (soprattutto i giganti) che bramano il Ragnarok. Quindi, Magnus non è solo costretto ad allenarsi e combattere ogni singolo giorno dal momento del suo trapasso (ed essere ripetutamente ucciso e riportato in vita), ma deve anche sobbarcarsi un'impresa molto pericolosa che potrebbe condurre alla rovina tutti i Nove Mondi. Già, perché a quanto pare sono coinvolti i giganti nonché Loki, il dio del male, nella scomparsa di Mjolnir.
Magnus, Samirah, Hearth e Blitz si prendono la responsabilità di recuperare il martello e di impedire la liberazione di Loki, a qualsiasi costo. Al gruppo si aggiunge un altro einherji figlio/a di Loki: Alex Fierro, un'adolescente mutaforma "gender fluid" aggressivo/a e scontroso/a che alla fine si rivelerà il più improbabile degli alleati.
L'impresa è ardua e piena di difficoltà: le minacce sono innumerevoli e i rischi sono incalcolabili. Rick Riordan è maestro della suspense intrisa di humor.
Sono una fan dei nani e degli elfi (grazie a Tolkien, a cui fa cenno anche Rick Riordan nella dedica di questo libro) per cui adoro Blitz e Hearth. Devo ammettere che il padre di Hearth, ruolo introdotto in questo capitolo, è alquanto odioso e avrei preferito qualcosa di diverso: anziché nutrire disprezzo per il figlio, a cui attribuisce la colpa per la morte del fratello, avrei preferito una stoica freddezza, dolore e affetto soffocati da una patina di distacco. Alla fine del suo ruolo in questo libro, il padre di Hearth assume contorni sempre più oscuri e spiacevoli.
D'altra parte, mi è piaciuta molto l'introduzione di Alex Fierro all'interno della storia. Essendo un/una "gender fluid", oltre che un/una mutaforma, cambia sesso a seconda di come si sente in una determinata giornata, il che lo/a rende un personaggio unico e particolare. Alex detesta Loki tanto o forse più di chiunque altro. Ciò lo/a spinge a prendere parte alla missione per sventare il piano di suo padre e la sua conseguente liberazione.
Rick Riordan spazia per varietà culturale, sessuale e caratteriale dei personaggi che crea. Nessun lettore resta mai escluso dalla storia, chiunque può sentirsi affine ai suoi personaggi, il che è davvero notevole. Il suo messaggio sembra quasi essere: "Non ha importanza di quale cultura, sesso, etnia, religione, orientamento sessuale tu sia, caro lettore, qui, adesso e per sempre, sei il benvenuto come eroe!". Un messaggio che arriva dritto al cuore di chiunque si senta diverso dalla massa. Me compresa.
In conclusione, il secondo capitolo di questa trilogia incentrata sulla mitologia norrena non ha deluso le mie aspettative. Tutt'altro.
Anzi, non vedo l'ora di leggere il terzo e ultimo libro per aggiungerlo alla mia bookshelf personale!
Voto: 4/5
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