Opinione scritta da Nonsense Lover
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Il ragno paziente
"Il morso della reclusa" è il primo libro di Fred Vargas che leggo e ne sono rimasta piacevolmente sorpresa: sebbene non abbia la tensione di un vero e proprio thriller ha la capacità di coinvolgere il lettore grazie a una trama abbastanza stratificata e ben costruita.
La figura del commissario Adamsberg è lontana dallo stereotipo del detective bello e dannato che troppo spesso troviamo nei gialli: mi è sembrato un personaggio interessante e credo che leggerò altro di questa serie per conoscerlo meglio. Anche i personaggi secondari sono ben delineati e "tridimensionali", non si ha la sensazione che si tratti di figure inserite nel romanzo solo per supportare il protagonista, ma contribuiscono attivamente a caratterizzare lo svolgimento della storia.
Il libro è scorrevole e adatto anche a chi non ama i gialli troppo truculenti, riesce a mantenere vivo l'interesse senza colpi di scena eccessivi e senza turbare il sonno dei lettori più sensibili.
La risoluzione del caso non è priva di elementi che fanno pensare "ma come è possibile?": sebbene ci sia qualcosa di vagamente surreale il finale mi è comunque piaciuto. Sono riuscita a indovinare il colpevole a circa metà del romanzo, tuttavia questo non ha influito negativamente sulla piacevolezza della lettura.
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Storie della buonanotte per TUTTI
Cento storie di donne straordinarie che con grande determinazione sono riuscite ad arrivare dove volevano, in ambito lavorativo, sportivo, politico e personale.
Ogni pagina racconta la storia di una di queste eccezionali esponenti del genere femminile, a volte forse semplificando un po' troppo ed eliminando dettagli "forti", ma se si pensa che il libro è destinato a un pubblico molto giovane credo che vada bene così. Ogni mini-biografia è corredata da un ritratto realizzato da artiste provenienti da tutto il mondo, caratteristica che accresce il valore di questo libro.
L'unico appunto che mi sento di fare è inerente al titolo: a mio parere questo libro dovrebbe essere destinato a tutti, non solo alle "bambinE ribelli", perché chiunque, giovane o anziano, maschio o femmina, può ottenere ottimi spunti di riflessione da queste vite speciali, nonché essere incentivato a inseguire sempre i propri valori, desideri e ambizioni.
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Il bambino di fuoco
Non credo che riuscirò mai a capire perché i titoli dei libri stranieri vengano tradotti in modo così approssimativo: è il caso anche di questo romanzo di Tremayne, il cui titolo originale, The Fire Child, viene banalmente (e inspiegabilmente) tradotto con Il bambino bugiardo, inducendo il lettore a pensare che avremo a che fare con un ragazzino che racconta bugie, cosa che non corrisponde del tutto a quanto narrato.
Avevo letto con piacere (e, lo ammetto, con qualche brivido), il romanzo di esordio di Tremayne, La gemella silenziosa, apprezzando la tensione creata dall'atmosfera al limite del sovrannaturale, nonché la trama ben congegnata.
In questa nuova opera dell'autore ritroviamo molti degli elementi del precedente libro, ovvero la natura selvaggia e indomabile di alcuni territori della Gran Bretagna (in questo caso la Cornovaglia), bambini bellissimi e inquietanti, atmosfere gotiche e popolate di fantasmi più o meno reali.
Lo stile si conferma gradevole e capace di suscitare qualche brivido, ma sembra che con questo romanzo Tremayne abbia cercato di bissare il successo del primo riproponendo la stessa miscela di ingredienti. Il risultato è un libro che, se si ha letto La gemella silenziosa, può sembrare una copia non del tutto riuscita del precedente.
In sintesi, Il bambino di fuoco è abbastanza piacevole e si legge rapidamente, ma ha qualche problema nella trama, che a tratti appare davvero improbabile e raffazzonata.
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Harry Hole è tornato (un'altra volta!)
Jo Nesbo è uno dei pochi scrittori che riesce a farti leggere più di 600 pagine rapidamente e senza stancarti, anzi, arrivato alla fine ti chiedi "A quando la prossima avventura di Harry?".
Giunti all'undicesimo capitolo della saga del poliziotto più cool di Oslo si potrebbe pensare che Nesbo abbia terminato le cartucce, e invece riesce a tenerti incollato dalla prima all'ultima pagina come sempre. Il romanzo scorre piacevolmente e mantiene la tensione abbastanza alta, costringendo il lettore a proseguire per scoprire chi sia davvero il sanguinario killer. Lo scrittore cerca di sviare i sospetti e tende più di una trappola al lettore, ma se siete avvezzi allo stile di Nesbo forse non vi farete fregare! Il finale aperto lascia intendere che ci sarà un seguito, cosa che non può che rallegrare tutti i fan della serie.
Nel complesso si tratta di un ottimo romanzo che però a mio avviso non è esente da qualche difetto, come l'eccessiva spettacolarizzazione (Nesbo a volte si fa un po' prendere la mano con gli effetti speciali in stile cinematografico) e qualche battuta dei personaggi troppo sopra le righe per essere credibile; avrei evitato anche qualche dettaglio truculento al limite dello splatter che non aggiunge nulla alla narrazione.
Non ci resta che aspettare il prossimo capitolo, consolandoci nell'attesa con il film ispirato all'Uomo di Neve in uscita questo autunno, in cui Michael Fassbender darà il volto al nostro beneamato Harry.
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Ninfee un po' sbiadite
Ci ho messo un mese a leggere Ninfee Nere, sebbene non sia un tomo da 1000 pagine. Il problema a mio avviso sta nella lentezza della storia e nella mancanza di quel brivido che mi aspetto da un romanzo giallo. I personaggi principali, in particolar modo il poliziotto "bello e tenebroso", sono un po' troppo stereotipati e li ho trovati talvolta irritanti nei loro cliché.
Tuttavia, il grande pregio di questo romanzo, che lo salva da una recensione più negativa, è il sorprendente finale, che mi ha molto colpito (non ci sarei mai arrivata!) e mette in luce il talento narrativo dell'autore.
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UN THRILLER MEDIOCRE
Dopo aver letto "La ragazza senza ricordi" e averlo abbastanza apprezzato ho deciso di provare a leggere anche quest'altro libro di Carol Louise Taylor. Ne sono rimasta delusa, la trama salvo pochi passaggi manca di mordente e in più di un punto mi ha quasi annoiato.
Inoltre, i personaggi sembrano essere stati solo abbozzati, a partire dalla stessa protagonista, con la quale non sono riuscita a immedesimarmi completamente.
Il finale è la parte che mi ha deluso di più: oltre a sembrarmi piuttosto scontato, gli eventi conclusivi vengono descritti in modo molto sbrigativo, quasi che l'autrice volesse affrettarsi a chiudere il romanzo e non sapesse esattamente come fare.
Un romanzo mediocre, che non mi ha coinvolto e di cui sicuramente mi dimenticherò in fretta.
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DISCLAIMER
Il titolo originale di questo libro, "Disclaimer", secondo me è molto più azzeccato rispetto alla traduzione italiana: il disclaimer è la dichiarazione di non responsabilità ed è la formula "Tutti i personaggi di questo libro sono frutto della fantasia dell'autore e qualsiasi riferimento a persone reali è da considerarsi puramente casuale..." che si trova all'inizio di un romanzo. Proprio un disclaimer barrato di rosso è la chiave che dà il via agli eventi contenuti in questo libro, in cui la protagonista trova in casa un romanzo che sembra avere la pretesa di raccontare un episodio sconvolgente del suo passato che ha preferito celare a tutti, anche alle persone più care. L'autore del libro vuole metterla di fronte alle sue responsabilità e farla soffrire il più possibile, innescando una spirale di inquietudine e bugie che la porterà ad affrontare la verità che ha tenuto nascosta così a lungo.
Dopo una partenza un po' fiacca e poco coinvolgente (le prime 50-70 pagine a mio avviso si leggono a fatica), il romanzo ingrana la quarta e rende difficile staccare gli occhi dalle pagine: i capitoli brevi e incalzanti (che, come ho già letto in altre recensioni, in effetti ricordano la struttura di "La ragazza del treno") raccontati dal punto di vista dei diversi personaggi e caratterizzati da continui flashback, invitano il lettore a cercare di scoprire la verità, per quanto sgradevole e inquietante possa essere. L'autrice ce la mette tutta per ingannare il lettore spingendolo a credere a una certa versione dei fatti e non nego che, sebbene abituata a leggere thriller in cui la verità non è mai quella che sembra, ci sono cascata con tutte le scarpe.
Unico punto debole del romanzo, la conclusione, in cui i colpi di scena si susseguono ma a cui viene dedicato forse troppo poco spazio, lasciando la sensazione di un finale sbrigativo in cui la Knight vuole sorprendere a tutti i costi il lettore senza però dare il giusto spazio alle vicende conclusive.
In generale l'ho trovato un ottimo romanzo di esordio, grazie anche a uno stile di scrittura fluido e coinvolgente.
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GEMELLI KESSLER OVUNQUE
Ho deciso di leggere questo libro colpita soprattutto dalla copertina e, ovviamente, dalla trama: i thriller psicologici esercitano sempre una forte attrazione su di me, se poi narrano le vicende di inquietanti gemelli tanto meglio! Tuttavia, in questo romanzo non ho trovato il brivido che cercavo e, sebbene lo stile sia scorrevole e renda il libro adatto per passare qualche ora di relax, mi ha abbastanza deluso.
Innanzitutto, i personaggi: la protagonista, Abi, ha da poco perso la sorella gemella e, dopo aver casualmente incontrato una ragazza che gliela ricorda decide di diventare a tutti i costi sua amica, arrivando in breve tempo a trasferirsi a casa sua, dove conosce il di lei gemello. Il colpo di fulmine tra i due è immediato, che combinazione! I rapporti tra i tre sono abbozzati in modo superficiale, tanto da trasformare quello che dovrebbe essere un giallo inquietante in una sorta di Harmony in cui tutti sono belli, biondi, magri e si assomigliano (non è assurdo che Abi sia identica alla gemella deceduta, Lucy, che a sua volta è uguale a Beatrice, la quale ha un gemello molto simile a lei, Ben? E leggendo il romanzo vi accorgerete che ci sono altre persone che assomigliano a questo "prototipo"! Per caso è una storia di cloni e me lo sono persa?). Inoltre, tutti i personaggi sono sulla trentina, ma l'impressione è che si comportino come 15enni in preda agli ormoni: nessuno di loro lavora stabilmente e vivono in una casa enorme in cui nessuno fa nulla se non organizzare feste in stile "party universitario"...Un po' strano, no?
Altro punto debole del libro è la parte "gialla", che dovrebbe essere il fulcro del romanzo, ma scivola via in una serie di "già visto" del genere thriller di cui non parlerò per evitare spoiler. Vi basti sapere che i momenti di tensione si esauriscono in fretta e non provocano alcun brivido, o almeno io non ne ho provati, e che molti aspetti della trama sono un po' scontati perché si rifanno allo stereotipo del rapporto morboso tra gemelli.
In sintesi, un romanzo che si lascia leggere grazie a uno stile semplice ma che avrebbe potuto fare molto di più per sorprendere e far rabbrividire il lettore.
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