Opinione scritta da LorenzoP

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Gialli, Thriller, Horror
 
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LorenzoP Opinione inserita da LorenzoP    15 Novembre, 2016
  -  

le parole mentono

In questo libro, con la grande maestria che le appartiene, Agatha Christie mette i classici ingredienti di un giallo: qualche cadavere, una casa isolata, crea un gruppetto di sospettati con alibi più o meno credibili e l'immancabile figura di un detective sopra le righe, in questo caso il famoso Hercule Poirot.
Scritto in forma di racconto in prima persona dal medico di paese, il dottor Sheppard ci introduce gradualmente la situazione e i vari personaggi portandoci a sospettare di ognuno di essi: sarà stato il cameriere ricattato? sarà stato il figlio adottivo? ogni qualvolta ci iniziamo a fare un'idea, questa viene subito distrutta dal grande "fiuto" di Poirot.
Il libro contiene alcuni colpi di scena che, in realtà, non mi hanno lasciato veramente sorpreso ma, nell'ultimo grande colpo di scena, ho capito come questi più piccoli fossero soltanto di preparazione per il gran finale, cosa che solo i grandi maestri sanno fare.
Il libro gioca molto con la psicologia umana con il quale Poirot porta avanti il caso e sfrutta le varie psicologie dei personaggi. La narrazione in prima persona ci avvolge nella storia come se, quasi, ne facessimo parte anche noi, sfruttando i nostri sensi di colpa.
Ma la cosa particola di questo libro è il modo in cui la scrittrice "inganna" il lettore. Siamo portati a credere in quello che scrive lei,perché questo è il suo "gioco". Il suo personaggio sa tutto quello che sappiamo noi del caso, eppure soltanto lui è in grado di scoprire la soluzione; è come se la Christie giocasse con noi, come se ci sfidasse a risolvere noi l'enigma, a capire le sottigliezze delle parole, tutto ciò in maniera più o meno sleale.
Non voglio aggiungere altro, vi invito solo a scoprire questo capolavoro del genere di poco più di 200 pagine, quindi una lettura piacevole e scorrevole.

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Romanzi
 
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LorenzoP Opinione inserita da LorenzoP    11 Novembre, 2016
  -  

Troppo distante

Avevo questo libro nella "lista" dei libri da leggere quindi qualche giorno fa ho deciso di "depennarlo" da questa lista così l'ho letto. Ne avevo sempre sentito parlare bene, più di qualcuno me lo ha consigliato, mi sono fatto prendere dalle recensioni positive su Qlibri....
Purtroppo però non è stato all'altezza delle aspettative, o, forse, sono state proprio quelle aspettative che me lo hanno fatto credere troppo un libro sopra le righe.
Il fattore che mi ha reso più pesante il libro, scritto sotto forma di diario, è stata la completa mancanza di sentimenti e di pensiero sui fatti narrati da parte dell'autrice. Come fosse tutto un semplice resoconto giornaliero.
Non vi è una vera e propria trama in quanto la Blixen scrive di avvenimenti accaduti durante il suo periodo di permanenza in Africa, Kenya; ma anche in questi avvenimenti non c'è una linea temporale ben precisa, inizia la narrazione interrompendola per raccontare eventi passati, per poi riprendere da dove aveva lasciato.
Però ci sono anche degli aspetti positivi nel libro: l'amore per l'Africa descritto dall'autrice sicuramente non può essere lasciato in disparte. Lei vede questo continente come un'isola dal resto del mondo, la vede come la cosa più vicina a Dio per la sua purezza, per la sua mancanza di uomini europei-colonizzatori, un continente dove la Natura vive con l'uomo che non la offende.
Un giorno mi piacerebbe andare in Africa, in queste zone, e scoprire di persona cosa si prova e chissà che tutto ciò non mi farà cambiare completamente idea sul libro e mi farà ricredere; ma, per ora, rimane soltanto un libro che mi ha lasciato distante da tutto ciò.

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Salute e Benessere
 
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5.0
LorenzoP Opinione inserita da LorenzoP    25 Ottobre, 2016
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Vita al Mount Carmel

Parlando di problemi neurologici, credevo che avrei avuto difficoltà a leggere questo libro, invece Sacks, famoso neurologo, spiega nel prologo nei minimi dettagli i problemi della malattia, dei pazienti e dei farmaci che tratta nel libro.
Il libro è ambientato nella clinica Mount Carmel Hospital di New York e, in forma di diario personale sul paziente, il dottore ci racconta di 20 pazienti che sono stati vittime di una "malattia del sonno" che ha colpito il paese tra gli anni 1917-27. Per ogni paziente il dottore ci fornisce alcuni dati biografici scrivendo come vivevano i pazienti prima dell'encefalite letargica, durante il trattamento della L-Dopa, farmaco che risveglia i pazienti, e dopo il trattamento di questa medicina.
La parte più bella è in realtà quella che non è scritta, almeno esplicitamente, nel libro. Ogni paziente analizzato presenta caratteri e risposte diverse al farmaco e questo ci fa capire come noi, esseri umani, siamo cosi diversi, come ognuno di noi è diverso da un altro. L'abilità di questo dottore è dover ogni volta capire, leggere e affrontare ogni paziente in maniera diversa, relazionarsi con esso in base alle sue esigenze, che è quello che in realtà dovremmo fare noi con ogni persona che ci circonda, che fa parte della nostra vita, del nostro quotidiano, dei nostri incontri casuali; relazionarsi con queste persone cercando di capirle, di creare con loro un rapporto, rispettarle ma, allo stesso tempo, rimanere noi stessi. In questo il dottore ne è un chiaro esempio.
Altro punto fondamentale del libro è far capire come noi, persone "sane", siamo fortunate a poter vivere la nostra vita, per quanto ci è possibile, nel pieno della salute. Questi pazienti dormienti passano le intere giornate bloccati su una sedia, su un letto completamente incapaci di compiere movimenti ma, al momento della somministrazione della medicina, si risvegliano, riprendono vita; alcuni per un breve periodo, altri si sono ripresi completamente, mentre altri si sono ripresi ma con delle conseguenze motorie. I pazienti al momento del risveglio si sentono vivi, e, pur di sentirsi vivi, sono in grado di accettare delle conseguenze spaventose, piuttosto che ridiventare letargici e passare l'intera vita nel nulla.
Dopo aver finito il libro sono passato alla visione del film. In genere non è una cosa che mi piace fare, ma venendo gli attori principali (Robert de Niro e Robin Williams) mi sono lasciato convincere. Il film, a mio giudizio, è stato pari al libro in quanto crea una trama attorno ai pazienti, cosa che nel libro non c'è in quanto scritto sotto forma di diario. Poi la bravura di De Niro rende l'interpretazione del suo personaggio davvero sopra le righe.

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