Opinione scritta da Kvothe

37 risultati - visualizzati 1 - 37
 
Fantasy
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    20 Febbraio, 2024
Top 500 Opinionisti  -  

TELA BIANCA

In cerca di una nuova saga fantasy da leggere mi sono imbattuto in Abercrombie e non potevo finire in mani migliori, questo è un libro scritto molto bene, con una prosa scorrevole, e nonostante ci siano più personaggi principali la lettura non ne risente. Questa saga è cruda e con personaggi che normalmente sarebbero: secondari, nascosti, depotenziati e ripuliti, in questo libro sono protagonisti senza censure; qua non c'è spazio per sentieri lastricati senza letame, qua si entra nel torbido e lo si fa in maniera netta. Abercrombie utilizza una ridondanza introduttiva ogni qualvolta uno dei personaggi principali entra in scena come narratore, questo può creare fastidio, oppure può creare una sorta di fidelizzazione con il personaggio; questa ridondanza di "intro" continua potrebbe risultare tediosa ad un certo tipo di lettore ma io l’ho amata. Torturatori, assassini, ingannatori, arrivisti ed esploratori, questi sono i protagonisti.

Il libro non è esente da difetti ma per chi cerca un libro che si legga tutto d'un fiato (700 pagine) non potrà trovare libro migliore di questo. All’inizio, il romanzo è scevro di informazioni sul mondo che lo riguarda, e salvo qualche accenno qua e là, non c’è nessuna mappa che ci faccia capire il mondo che andremmo a scoprire; diciamo che il libro si concentra più sui personaggi che a darci un’enciclopedia dell’universo della saga. Mi sono piaciute molto le descrizioni delle torture e quelle degli scontri, ma è giusto avvisare che sono molto realistiche e cruente, quindi non lo consiglio a chi è impressionabile o chi cerca un libro leggero.

La vera forza del romanzo sono I personaggi: con le loro particolarità, un loro passato e con una forte potenza narrativa. Per concludere, secondo me è una saga veramente piacevole e appassionante, non senza difetti, ma con grandi punti forza sfruttati in maniera intelligente. Il mio personaggio preferito è Sand Dan Glotka, personaggio molto stratificato con una vita insolita e piena di soprese ma non posso non citare Logen novedita e Ferro Maljinn tra i personaggi che mi hanno impressionato di più, ma in generale quasi tutti i personaggi sono scritti in maniera magistrale e sono loro la vera colonna portante della saga.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Martin, Rothfuss e a chi piacciono i libri cruenti
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    06 Dicembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

NOIR RION

Diario di un killer sentimentale è un libricino esile, con una struttura così leggera da far sembrare quasi che la sua struttura non possa reggersi in quei pochi lembi di carta. Si può pensare che non ci possa aggiungere nulla, nè ci si possa dar molto: una storia già vista, con dinamiche già viste e personaggi già noti. Tutto vero, ma nei racconti, nei romanzi brevi si può dar sfogo ad una creatività fulminea, essenziale e secca; uno stile scevro dei suoi orpelli e dalle sue mille parole. Non tutte le cose richiedono tante parole se si centra la sostanza di quello che si vuole esprimere. Questo libricino mi ha affascinato con il suo stile, mi ha rapito con i suoi pensieri e ha messo in secondo piano la storia a favore di un’introspezione limpida ed elegante. Il genere, ormai abusato qual è il Noir, può tirare fuori ancora molto se si sa dove puntare la propria penna. Il mondo dei pensieri e delle riflessioni con il proprio Ego non cessa mai di avere una propria originalità.

Lo consiglio per la sua brevità, per le emozioni che può regalare e per la sua particolarità. È un romanzo molto ironico che non si prende sul serio, che non vuole ergersi a chissà che cosa ma che con la sua armatura spoglia si mostra a noi.

Non ho letto altri libri di Sepulveda quindi non conosco il suo stile né altre opere, ma sento di consigliarlo a chiunque voglia divertirsi leggendo un genere in maniera diversa, divertente e senza pretese.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    06 Dicembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

XX SECOLO SECONDO K. FOLLETT

Faccio una recensione del terzo libro ma parlerò della trilogia in generale senza mettere altre due recensioni. I libri non mi sono dispiaciuti e la storia tranne che nel primo libro è scorrevole nonostante la mole; la divisione in famiglie con capitoli dedicati ad ogni famiglia all’inizio ti manda un po’ in confusione ma dopo ci si fa l’abitudine. Nonostante tutto mi aspettavo di più, non so bene il perché ma è così. Riponevo speranze in Ken Follett e anche se la sua scrittura iperdescrittiva è piacevole e avvincente, dopo che si son letti molti dei suoi libri, alla fine si sa già che riproporrà sempre la stessa storia, con differenti personaggi ma con le stesse descrizioni e vicende. Se da un lato è un’arma vincente in fatto di popolarità, inevitabilmente si perderà qualcosa in fatto di qualità. E’ solo un’opinione personale da lettore di Ken Follett.


Ovviamente ci sono donne forti, già mature e coraggiose come in tutti i suoi libri, ci saranno tragedie e ci saranno avvenimenti storici importanti con i nostri protagonisti a farne parte. A differenza di altri suoi libri questi sono più ostici secondo me, sia per fluidità che per vicende narrate; sicuramente non aiuta il fatto di aver diviso la storia in così tante famiglie. Non mi pento di aver letto la trilogia del secolo e non è stata una lettura sprecata perché alla fine qualcosa mi ha dato, la cosa però che infastidisce è il suo mettere bene in evidenza le sue idee politiche e morali facendo diventare un po’ tutto bianco e nero, senza sfumature. E’ un po’ troppo ridondante come le caratteristiche praticamente uguali di tutti i personaggi dei suoi libri. Non voglio criticare Ken Follett (che a me piace), ma vorrei solo fare un’analisi dopo averne letti molti di suoi libri. Dopo questo libro credo di essere arrivato alla saturazione per quanto riguarda i suoi libri; li porterò sempre nel cuore ma è ora di passare ad altro.

E’ uno scrittore che avrà sempre successo (meritato), ma per me i suoi migliori lavori rimangono pilastri della terra e mondo senza fine. Dell’ultimo libro posso dire solo che l’ho trovato scorrevole, con poco approfondimento (normale) ma alla fine il suo lavoro lo fa. Il ritmo è abbastanza sostenuto e tranne che nella parte centrale si legge molto velocemente. Non lo consiglierei come primo libro di Ken Follett perché come ripeto, il primo libro della trilogia è quello più ostico ma se si vuole una storia da più punti di vista dello scenario del XX secolo allora fa per voi. Classifica personale : La caduta dei giganti, i giorni dell’eternità, l’inverno del mondo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    18 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

BRASILE IN NOTA MINORE

Il mio primo e unico Coelho. L’ho letto proprio per caso, quando andai insieme a mia madre a trovare mia sorella e il suo ragazzo, lui lo aveva in libreria e lo iniziai a leggere. Praticamente quando tornai a casa lo lessi in meno di una giornata. È un libricino molto piccolo con una storia molto lineare e poco approfondita. Mi aspettavo un pochino di più visto il tema trattato però devo dire che in generale non mi è dispiaciuto così tanto. È un libro che non comprerei mai di mia spontanea volontà anche perché non credo di essere molto affine a Coelho. A me piace leggere un po’ di tutto quando ne ho l’occasione, di tutti i generi ed è per questo che non sono partito prevenuto. All’epoca avevo ancor meno cultura letteraria di adesso quindi forse è anche per questo che la lettura non mi aveva fatto così schifo. Se lo leggessi adesso molto probabilmente la mancanza di approfondimento soprattutto in un argomento così delicato mi avrebbe dato molto fastidio. Non è una lettura noiosa ed essendo un libricino lo si può finire in una giornata. Vedendo le premesse e cioè “una prostituta mi ha dato il suo diario e mi ha fatto parlare con le sue amiche che a loro volta mi hanno raccontato le loro esperienze” (parafraso) mi sarei aspettato un approfondimento necessario per certe tematiche. Se la si prende come una storiella la si potrà trovare piacevole, se si cerca altro meglio starne alla larga. Conoscendo le storie delle sue conterranee e del grave dramma del mercato sessuale in Brasile, di certo mi viene un po’ di rabbia che questo tema sia stato trattato così e mi viene difficile pensare che lui abbia riportato le loro esperienze per filo e per segno ma facciamo finta di sì. Il libro è piacevole e si riesce a leggere velocemente con la protagonista che esternerà i suoi pensieri, le sue riflessioni e i suoi tormenti. Di per sé la storia poteva essere qualcosa di più ma ha dei momenti che non sono così male. Alla fine, va a vostro gusto, se uno ci vede di più e riesce ad entrare in sintonia con la protagonista piacerà moltissimo e potrà lasciarvi qualcosa, se invece volete qualcosa di più approfondito statene alla larga.


Anche se non ho letto altro di Coelho si capisce che questa non è proprio la sua branca né il suo stile; penso che abbia letto i diari delle prostitute e ne abbia tirato una linea netta: appiattendo, togliendo e aggiungendo sue riflessioni, facendolo risultare un mix tra roba sua, roba di altri e storia cliché. Non aggiunge nulla all’argomento ma la lettura è così semplice e il libro così corto che se proprio non si odia il suo modo di scrivere si riesce a leggere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Se volete leggere una storia scabrosa,veloce e leggera allora sì, se invece volete una storia più impegnata con pensieri più profondi e tematiche più complesse, allora no.
Trovi utile questa opinione? 
40
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    16 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

PATER LUCIFER

Continuando con la storia dei libri del campus estivi scrivo di questo libricino molto particolare, salvato anche questo dall’incuria umana, dal clima e dai topi. Se uno vuole vederci della magia anche questo libro era destinato a me in una qualche maniera. È da una vita che dico di voler iniziare a leggere Kafka ma il beffardo destino ha deciso di farmi incominciare proprio con questo.

Sono precipitato subito nella mente di Kafka, nella sua vita e nei suoi pensieri. Scoprendo poi che lui aveva dato disposizioni di bruciare tutto, mi sembra una violazione nella sua sfera umana ma l’arte sopravvive agli artisti e se uno ha questo talento nel descrivere l’animo umano sarebbe stato un enorme delitto fare altrimenti. Kafka ci fa immedesimare nella torbida relazione che ha con il padre e ci fa diradare quella foschia che la vita ci pone davanti, facendo apparire sulla carta i pensieri che tutti hanno ma che in pochi sanno imprimere sulla pergamena. Anche lui stesso dice di quanto non bastino queste poche parole e non sa neanche lui bene come scrivere di tutti sentimenti che ha dentro e che sono stati plasmati dalle esperienze di una vita. È di certo un lascito enorme, ed è un privilegio enorme poter leggere queste parole per quanto personali esse siano. Quando la persona diventa artista tutto quello che fuoriesce da lui è dell’umanità, per quanto questo non possa piacere, è così. Se hai dentro qualcosa di speciale non puoi farlo restare occluso perché non ci riesci. Purtroppo, dopo la morte dell’artista questo viene spogliato di tutto, tipo santo e si comincia a prendergli tutto, dalle ossa, dai gioielli, dalle stoffe. Le persone sono egoiste, hanno bisogno di idoli ma hanno anche bisogno delle risposte ai loro quesiti, che qualcuno metta per iscritto i loro dolori e le loro paure esistenziali. Ed è per questo che si fa man bassa di tutto, non facendo morire quel cuore colmo di disperazione. Ovviamente ci sono mille motivi per farli, la maggior parte delle volte economici ma era per parlare del concetto. La delicatezza e la lucidità delle parole sono impressionanti e seppur con le dovute differenze date dal tempo si può vedere tutta la distruttività dell’incomunicabilità e delle barriere. Tutti siamo Kafka. Questo libricino non è solamente molto intenso ma è una rappresentazione dei costumi dell’epoca e dell’uomo che inizia ad avere questo mal di vivere, iniziando a riflettere sulla natura dell’uomo e sulle esperienze che lo hanno forgiato. Lo consiglio per la sua potenza, per le situazioni e riflessioni che chiunque si è ritrovato a fare e per l’importanza e il valore di una vita così importante.

Sicuramente avendo questo libro di Kafka sarò in grado di comprendere meglio la mente di Kafka e dei suoi romanzi quindi non ci poteva essere inizio migliore.

Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    15 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

OLEZZO DI INFANTICIDIO

Ho trovato il libro veramente interessante, con un incipit veramente maestoso. Le descrizioni ci traportano subito in una Parigi putrida piena di odori vomitevoli, in un mondo così puzzolente che l’unica salvezza sono i profumi. Questo libro mi ha veramente deliziato con i suoi personaggi marci, con vite miserevoli e con le sue situazioni tragicamente putride. Per me in questa storia c’è tutto, l’idea è molto interessante e ne si sono viste le potenzialità sfruttate appieno secondo me. Ho “empatizzato” molto con il protagonista perché è raffigurato in maniera essenziale, ferale ed è l’incarnazione dell’istinto. Questo voler canalizzare l’emotività in questa sua ossessione per gli odori rende unico l’andamento del romanzo. Ho trovato veramente geniale la trovata di questo serial killer dei profumi, che vorrebbe compiere la sua opera massima, il suo capolavoro. Mi son piaciute tutte le varie fasi. In effetti pensando a quel periodo non ci potrebbe essere storia più adatta di questa per descriverne tutto lo schifo per quanto sia iperbolizzato e abbia usato altri canali più fantasiosi. Si prova disgusto ed è quello che vuole far provare che piaccia o non piaccia ma ti vuole far anche ragionare sui sentimenti più torbidi dell’umanità e sul capire l’origine di perché simili mostruosità possano nascere in un uomo completamente slegato da tutti, completamente anomalo fin dalla nascita. Un miserabile. Anche se le scene descritte sono orribili e il mondo che ci si presenta davanti è senza anima ed egoista, lo stile di Suskind me lo ha reso leggero come una piuma e me lo ha fatto amare. Il finale per me è stato meraviglioso e coerente. È un libro che consiglio a chi piace il genere e a chi ama le letture più torbide e disgustose ma con uno stile impeccabile

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    14 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

QUADRO, QUADERNO, LIBRO, TIGRE, AGNELLO

Prima della recensione racconterò di un aneddoto quindi se non volete continuare fermatevi. In una giornata d’estate con nuvoloni color cobalto carichi di pioggia decisi comunque di andare con la mia ragazza in macchina a farle vedere il mio ex campus estivo (immerso tra le collinette) di quando ero piccolo. Arrivati là l’ho trovato messo piuttosto male, abbandonato però le cose che ricordavano stavano ancora lì: il campetto da calcetto era coperto di erbacce e cianfrusaglie, lo spiazzale di cemento davanti alla scuola era ridotto un po’ maluccio ma era ancora tutto lì. Di lì a poco iniziò una bufera e a buttare giù tutta la pioggia che il cielo aveva con sé, più il vento per non farci mancare nulla. Ormai eravamo là quindi diamo un’occhiata in giro. Notiamo che il finestrone che dà sullo spiazzale è aperta e sbatte forte per il vento. Ci affacciamo e notiamo scatoloni sparpagliati sul pavimento e altre mille cose, con la stanzetta stracolma di roba. Dato che siamo senza paura entriamo e ci mettiamo a curiosare in giro; negli scatoloni ci sono molti libri: libri belli, libri trash, libri capolavori e di tutto e di più. Molti libri erano in ottime condizioni ma altri erano lasciati alla totale incuria, mangiati dai topi e abbandonati a se stessi. Ci sembrava un totale spreco lasciare lì tutti quei libri. Così alla fine ne prendemmo alcuni, forse è letteralmente rubare ma ci sembrava un delitto ancor più grande lasciarli lì in quelle condizioni. A noi piace pensare di averli salvati più che rubati poi ognuno ha la sua idea. Fu così che io e il ritratto di Dorian Gray ci conoscemmo. Era un libricino verde bottiglia con le scritte in oro, molto seducente, tenuto in forma nonostante i suoi molti anni. Un libro così invitante che sarebbe stato un delitto non appropriarsene. In effetti sembrava proprio magico, tirato a lucido e troppo calzante con il personaggio che covava dentro le sue pagine. Se uno credesse alla magia o alla sua storia si potrebbe quasi pensare che forse sia il libro che dona l’immortalità a Dorian Gray e non il quadro. Forse ho fatto l’errore di riportare indietro Dorian Gray nella nostra società perché Wilde da buon ingannatore ci ha fatto credere a tutti la cosa sbagliata. Dopo qualche anno, siamo in un’altra città, decido finalmente di leggerlo e spero con tutto il cuore che non sia tipo il diario di Tom Riddle. È stato un colpo di fulmine come quel fatidico giorno di tuoni e tempeste di anni fa. Mi ha letteralmente stregato e se all’inizio pensavo che sarei andato incontro ad una scrittura più antica, non potevo che essere più in difetto di così. Una scrittura moderna, per un personaggio moderno, fuori dal tempo. Sono sempre stato traviato dai film o dalle serie tv che raccontano il personaggio in chiavi un po’ diverse. Ho amato tutto di questo romanzo così attuale. I personaggi sono descritti in maniera eccellente e le relazioni che i personaggi intraprendono sono forti e intense. Sinceramente mi viene difficile recensire questo libro perché non avrei molto da aggiungere, posso solo scrivere delle mie emozioni perché per analizzarlo non bastano poche righe. Wilde alla fine ha fatto vivere la sua divinità per sempre, ci è riuscito. È nella nostra società Dorian Gray, è espressione di noi, è tutto e di più. È un agnello da plasmare, un’anima da salvare, un personaggio che vivrà per l’eternità.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    12 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

IL MOMENTO È DIVISIVO

MI sono imbattuto in questo libro per caso ed è il mio primo di Ammaniti e finora l’unico. Tempo fa hanno regalato questo libro a mia madre (non conoscendo i suoi gusti ovviamente) e praticamente lasciato lì a prendere polvere, un giorno decisi di leggerlo. Sinceramente a me non è dispiaciuto ma capisco tutte le recensioni negative e ammetto che non è un libro che comprerei per più di 5 euro. Le storie sono in stile Pulp: molto volgari, surreali e divertenti; se piace il genere. Non consiglierei mai questo libro a qualcuno non molto avvezzo a questo genere di storie. È un mix tra Bukowski, Benni e Tarantino. A me i racconti di questo genere piacciono e comunque mi son divertito a leggerli. Non conosco molto l’autore, se non di nomea, quindi non so nello specifico quale sia il suo stile e non posso paragonare. Ho visto solo il film io non ho paura (molto bello) quindi come capirete da voi non ho i mezzi per giudicare. Se amate storie ben scritte, divertenti, volgari e molto nonsense, allora fa per voi, sennò statene alla larga.

Einaudi lo pubblicò nel 2012, due anni dopo l’ultimo romanzo di Ammaniti. Ormai siamo nel 2021 e Ammaniti nel 2015 fa uscire Anna. Capisco tutta la delusione dei fan che si sono trovati questo come libro mezzano. So che Fango riscosse molto successo e quindi uno è portato anche a comprarne altri di raccolte di racconti (non facili da vendere come detto nel libro). Io mi baso ovviamente su quello che ho letto in giro e se effettivamente ha riciclato storie già pubblicate non è il massimo per il suo pubblico.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
Storie pulp, bukowski ecc
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Storia e biografie
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    12 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

IL POP ESSENZIALE E FUNZIONALE

Era da anni che lo avevo in lista e finalmente l’ho recuperato e son contento che non ha deluso per niente le aspettative, anzi. Non sono io che ho trovato il libro ma è lui che ha trovato me. L’ho trovato straordinario.


È un libro che va letto e che secondo me andrebbe messo come lettura nelle scuole (ovviamente più grandi). Forse sto esagerando e so che è un libro pericoloso che metterebbe in discussione troppe cose e creerebbe troppe polemiche tra genitori ecc, ma per la mia visione andrebbe fatto. Ci sarebbe un sacco di confronto e porterebbe ad incuriosire studenti in certi argomenti o addirittura appassionare qualcuno in una determinata branca.


Un libro veramente ben fatto che riporta fonti e descrive tutto in maniera razionale portando fatti. Harari ha fatto una cosa veramente difficile mettendo insieme in così poche pagine così tanto, andando sì a semplificare, ma non riducendo il tutto a poche parole con poco approfondimento. Ha tolto inutili e noiosi orpelli accademici e lo ha reso un libro pop non scadendo in banalità né omettendo troppo ma lasciando curiosità. Avrei voluto leggerlo prima sinceramente. Ci sono macrocapitoli ma in questi capitoli sono racchiusi microcapitoli che rendono il tutto leggero, avvincente e funzionale; per un profano come me e per altri nella mia stessa situazione, questo libro è oro. In 544 pagine c’è tutto. Sono veramente contento che questo libro sia diventato un best seller.


Partiamo dai primordi dell’uomo, da epoche oscure e lontane andiamo verso la luce, in zone più chiare con più visibilità e con più tracciabilità. Ho trovato molto interessanti le teorie esposte sulla rivoluzione agricola e di come questo abbia abbassato la qualità della vita del raccoglitore/cacciatore del tempo, oppure della teoria sull’ecosistema dell’Oceania e di come questo sia stato devastato; di come la presenza dell’uomo anche allora fosse distruttiva per piegare alla propria volontà il mondo circostante andandolo a modificare irrimediabilmente. Ho trovato veramente illuminanti argomenti di cui avevo poca conoscenza: economia, nascita del denaro come mito comune, la svolta oscura della rivoluzione agricola e tanti altri argomenti. C’è di tutto e se uno è una persona curiosa non potrà che amarlo perché da un’infarinatura eccellente sull’umanità. È un libro essenziale che ci riguarda tutti molto da vicino.





Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A tutti i curiosi
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti di viaggio
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    06 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

VITA CON UN GIUBBOTTO MELTIN(G) POT

Camila raznovich ci narra dei suoi viaggi e di come in essi abbia sempre trovato la risposta. La conduttrice di “alle falde del Kilimangiaro” si espone. Un libro autobiografico che ci narra una vita interessante, piena di esperienze, di pensieri e avventure. Un libro così, non può non aggiungerti qualcosa, è la bellezza di questa tipologia di libri. La scrittura è semplice ma con pensieri e riflessioni di tutto rispetto. Per i viaggiatori è un libro ideale. È breve e si legge velocemente (180 pagine) e non solo ci narra di viaggi ma anche della sua vita. Dalle prime esperienze televisive, ai primi viaggi alla ricerca di risposte, alle comuni di Osho. Essendo cresciuta tra Milano, Londra e l’India i viaggi li ha nel DNA ma la confusione è stata molta; i genitori essendo seguaci di Osho avevano uno stile di vita non comune e quando ha frequentato il liceo classico Cesare Beccaria a Milano, il mondo è stato caos. Nata da padre di origine russo-ebraiche e da madre di origine italiana (conosciuti e sposati in Argentina, un macello), i viaggi sono stati la sola e vera casa dove poteva sentirsi se stessa. È un libro semplice, scorrevole che consiglio vivamente agli amanti del genere. I viaggiatori si ritroveranno facilmente in questo libro. Avere una finestra sulla vita di una persona, a prescindere da chi esso sia, è una fortuna. Consigliato a chi vuole qualcosa di leggero unito a qualche riflessione e a chi non smette mai di viaggiare, sia con la mente che fisicamente.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ai viaggiatori e ai libri di viaggi in generale
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    05 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

LAMENTO DI VIOLINO

Il romanzo prima dell’incarcerazione: dove tutto era in fase di germinazione e che ci dà uno sguardo sul Dostoevskij precedente. È l’unico romanzo di Dostoevskij con un nome proprio nel titolo e come per gli altri titoli rivela il destino dei personaggi. Infatti, Netocka, diminutivo di Anna dato dalla madre in un raro momento di tenerezza, è formato dall’unione della negazione net e del suffisso vezzeggiativo femminile –cka: evoca quindi tutta la tenerezza e l’angoscia di una bambina a cui tutto è negato. Allo stesso modo, il cognome Nezvanova, formato dal verbo zvat’ (chiamare) e dalla particella ne (non), in allitterazione con il nome, fa sì che Netocka Nezvanova sia “la non chiamata”, “la senza nome”.
Tutto si stoppò, il romanzo anche dopo la sua libertà non fu completato (per ovvie ragioni). È uno dei miei romanzi preferiti anche se incompleto però alla fine i personaggi dell’universo Dostoevskijiano non muoiono mai, ma ricompaiono nei romanzi successivi. La protagonista la possiamo ritrovare nel romanzo “Umiliati e offesi” con il nome di Nelly. Nulla muore. C’è un filo conduttore e un percorso tra le opere di Fedor, si vede come abbia sperimentato vari stili, e come il suo stile e le sue tematiche siano cresciute fino a portarci ai suoi ultimi capolavori. Se si leggono in ordine cronologico, sia i racconti che i romanzi questa cosa si nota, e si vede tutto il suo percorso di scrittore. Questo romanzo rappresenta il prima e il dopo. Mi ha lasciato veramente moltissimo ed è l’unico dei romanzi di Dostoevskij dove la musica è padrona. Amo quando nei romanzi si intreccia la musica in maniera così sublime che la senti per tutto il libro. Non è una cosa facile e in pochi sono riusciti a farlo, pur avendo romanzi improntati sui musicisti. Ci sono scene che porterò sempre con me, quel violino, quel maledetto violino suona ancora. Non descrivo la scena per non rovinare quel momento ad altri. È il primo romanzo con la tipica analisi psicologica dello scrittore che permea il romanzo di personaggi da sottosuolo molto potenti. Viviamo tutta la vicenda in prima persona dagli occhi di Netocka e non si fatica ad immedesimarsi completamente nelle tragiche vicende che permeano il libro. E’, e rimarrà per sempre uno dei miei romanzi preferiti, ci sono pagine scritte in maniera eccelsa, con una componente drammatica che mi ha emozionato e fatto provare un’immensa estasi tragica.
Ovviamente va molto a gusti ed è giusto così ma se uno vuole comprendere Dostoevskij deve passare anche da qua, per una completa comprensione delle sue opere. Peccato sia poco citato e conosciuto.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Dostoevskij
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    05 Novembre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

ANTE RASPUTIN

È incredibile come esattamente 10 anni dopo la pubblicazione di questo romanzo umoristico nacque un mistico che diventerà molto famoso. Siamo in un paese sperduto della Russia di nome Pokrovskoe ed è qui che nacque il monaco, il sessuomane, l’empio, il fidato consigliere, il mistico, il manipolatore, Grigorij Efimovi? Rasputin (Novych). È uno di quei personaggi che ha spaccato letteralmente la Russia e che ne ha agevolato in maniera inconsapevole la nuova nascita a discapito di quella imperiale. Ma torniamo indietro di 10 anni da Dostoevskij e al suo romanzo. Considerato minore dai più ma molto amato dallo scrittore che lo considerava, con tutti i suoi difetti, il romanzo che più racconta al meglio l’anima russa appieno. Ci lavorò subito dopo la sua scarcerazione ed è il suo primo romanzo dopo l’incompiuto Neto?ka Nezvanova (che ho amato immensamente). Prima dei grandi capolavori che conoscono tutti e prima delle sue memorie dalla casa dei morti dove scrisse dei terribili giorni della prigionia.
Dostoevskij lavorò a quest'opera tra il 1857 e il 1858, concependola inizialmente come commedia teatrale (già dallo stile si nota questa cosa e credo avrebbe funzionato alla perfezione in teatro)
Qualche mese prima della pubblicazione, ne spiegò la genesi al fratello Michaìl:
«Questo romanzo, certo, ha gravissimi difetti [...] ma io sono convinto, come di un assioma, che esso abbia grandi pregi e che sia la mia migliore opera. L'ho scritto in due anni [...] L'inizio e la parte centrale sono stati elaborati con cura, il finale, invece, è stato scritto affrettatamente. Ma vi ho messo la mia anima, la mia carne, il mio sangue [...] in esso vi sono due grossissimi caratteri tipici, creati e studiati nel corso di cinque anni, elaborati (secondo me) alla perfezione, caratteri russi in tutto e per tutto e mai rappresentati finora nella letteratura russa.»

(Fëdor Dostoevskij)

Prima dei suoi grandi capolavori c’è lui: Il villaggio di Stepan?ikovo e i suoi abitanti. Siamo in un piccolo villaggio di tot anime che è uguale a tutti gli altri ma è qui che si districa una storia surreale, con un personaggio surreale. Fomà Fomì? Opiskin, un manipolatore che tiene le redini del villaggio in maniera astuta e subdola. Il Rasputin prima di Rasputin. È veramente affascinante ed inquietante come Rasputin venne descritto molti anni prima della sua comparsa ed affermazione nel mondo russo. Questo romanzo ad alcuni ha fatto ridere ma a me per niente, ho provato solo molto pietà nel leggere le scene descritte, mi è salita solo un enorme rabbia a leggerne le frasi. Non posso fare a meno di collegare questo personaggio efferato ai molti manipolatori presenti in tutto il mondo che avendo capito la psicologia umana hanno potuto compiere le peggiori atrocità uscendone puliti, e non solo. Con il loro carisma, la loro falsa faccia hanno tenuto in pugno le povere vittime; le hanno letteralmente piegate e assorbite. Già solo a pensare al documentario “rapita alla luce del sole” di netflix o “la ragazza nella scatola” ci fa capire la assurdità del mondo umano e di quanto queste persone hanno potere e controllo sulle menti delle persone, un potere sconfinato. Forse sembrerà azzardato collegare personaggi del mondo moderno con quelli storici ma la storia si ripete e le persone anche.
L'opera tra l’altro è stata citata da Leonardo Sciascia nel romanzo “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia! (1977), dove viene utilizzato l'epiteto Fomà Fomì? come offesa non capita da colui verso il quale è rivolta. (insulto molto pesante)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Fëdor Dostoevskij ma da non iniziare come primo libro
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    31 Ottobre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

ON THE ROAD LAPPONE

Questa storia comincia in maniera molto coinvolgente per poi appiattirsi e anche se la scrittura indica staticità e sembra essere molto rotativa, (che gira su se stessa come un uroboro scandinavo), in realtà di avvenimenti ne avvengono e ci ritroviamo immersi in un On the road finnico che va di qua e va di là senza grossi picchi di emotività ma con un grigio umorismo particolare. C’è umorismo, molto umorismo, un umorismo finnico che non conosciamo ma che in alcuni momenti spiazza con personaggi e storie un po’ fuori dal romanzo che potrebbero fare storia a sè, sembrano storie di bar sport di Benni che ci fa provare quel surreale divertente, immersivo pieno di storie e personaggi fuori da tutto. Storie che spezzano ma che non prendono il volo lasciandoci con la bocca amara. La prima parte mi ha intrigato devo ammetterlo, nella seconda ho un po’ faticato sia perché ha lasciato personaggi un po’ per strada (addirittura un protagonista sparito nel nulla e poi riapparso) e dinamiche risolte un po’ alla svelta. Dico questo non perché il libro non mi sia piaciuto ma per analizzarlo negli elementi che me lo hanno reso un po’ ostico. In Finlandia ci sono stato anche se per un giorno, in Scandinavia ho girato un po’ e l’unica cosa che ho capito è che la Finlandia è un mondo a parte, sono diversi. Hanno sicuramente un modo di scrivere, e un modo di comicità tutto loro. Parlo in maniera superficiale ovviamente, nella mia breve esperienza e nella mia totale ignoranza dell’arte scandinava tranne che per Bergman, Trier, Refn (alcuni dei miei registi preferiti ma non sono finnici) e qualche dipinto. Già dai dipinti si nota tutta la sofferenza nel vivere in quelle lande: buie, senza sole (fondamentale per l’umore), senza speranza e molto dure. Quella sofferenza che li ha sempre contraddistinti e che forse è difficile da comprendere per noi europei del sud. Come un dipinto di Lars Hertervig che letteralmente fa collassare la natura su se stessa, che all’inizio ti dà una parvenza di stabilità ma che si intravede che tutto collasserà su stesso e che si ritornerà a quello stato di caos, depressione, follia. Lo scrittore finnico nel romanzo invece danza con la morte (una sorta di danza a non farsi prendere) e la schiva, non l’abbraccia, non ne fa percepire la presenza allontanandola sempre di più per dare speranza e per non darle importanza visto che il suo popolo tende spesso ad essere un tutto uno con essa. La natura è amica, tutto quello che ricorda il paesaggio finlandese è salvezza e sicurezza. La natura è importante. Ci mostra cosa è importante per lui, secondo le sue esperienze. Sono vari modi di approcciarsi al tutto. Il modo di scrivere è personale e nella traduzione si perderà ancora di più quindi chissà; non conoscendo altri autori non posso confrontare. Il libro in definitiva mi è piaciuto ed è sicuramente particolare. Molti episodi mi hanno divertito e molte scene di questi errabondi in giro per l’Europa mi hanno colpito, non posso negarlo. Affrontare questo problema in Finlandia penso sia della massima importanza con qualunque mezzo e qualsiasi espressione. IL modo è personale. Penso sia comunque un libro da leggere con una storia particolare e con storie di supporto notevoli. Non è molto scorrevole ed ha uno stile che non ti trascina ma ha comunque un valore e ha comunque molto da dire. Piaciuto ma con delle riserve.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantascienza
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    30 Ottobre, 2021
Top 500 Opinionisti  -  

POTERE

Il potere rovina il mondo. Che sia rosa che sia blu restiamo pur sempre degli animali, la storia ci insegna questo, anche se ce lo dimentichiamo sempre. Abbiamo avuto esempi ma quella famosa frase salta fuori sempre:” se il mondo fosse governato dalle donne non ci sarebbero più guerre” (Thatcher, Clinton, Elisabetta e sua cugina ecc).

Naomi Alderman ha avuto una mecenate di eccellenza per scrivere questo libro, Margaret Atwood. E chi meglio di lei per spingere questo libro a vette altissime di successo?

Secondo me il femminismo non c’entra nulla. Il femminismo è la ricerca dell’uguaglianza e dei pari diritti, non la supremazia di un genere a favore di un altro. Qui potendone avere l’occasione, le donne fanno tutt’altro che una cosa femminista. Il femminismo sarebbe la vera soluzione che il romanzo vuole farti vedere. Molte volte si fa confusione riguardo questo tema.

È vero il romanzo ha un taglio adolescenziale, ma ha un buon stile di scrittura e con certi passaggi niente male. Di chiara impronta televisiva (ed è una bella furbata al giorno d’oggi) per un futuro adattamento sullo schermo (già in produzione mi sembra), il romanzo si svolge in capitoli brevi ognuno dedicato ad un personaggio, il che lo rende fluido; all’inizio ho faticato un po’ ma poi è scivolato via bene. Mi è piaciuta molto l’impronta iniziale e l’epilogo finale, li ho trovati degli espedienti molto carini. Unire la storia con pagine dedicati ai disegni con spiegazioni sul passato è una strategia vincente; totem e statuette accompagneranno la lettura per tutto il romanzo. Ci sono passaggi crudi, capitoli veloci (il che non mi dispiace) e un ritmo incalzante, proprio di alcune serie tv. Curiosa è stata la religione e di come sia stata applicata che da una panoramica veloce del mezzo potente quale è. In definitiva a me è piaciuto e mi ha coinvolto.

Riepilogando: Non è il romanzo del secolo, nè la ciofeca del secolo. È un romanzo con tanto potenziale, che forse in alcuni punti ha sprecato, ma rimane un buon romanzo distopico. Ha buone idee, è scorrevole e da buoni spunti. È commerciale e si vede, ma non per forza un prodotto commerciale è scadente e non lascia nulla. È un romanzo che ha diviso molto leggendo in giro: chi lo trova banale, chi troppo poco approfondito, chi un capolavoro del secolo (addirittura); non ci sono molte vie di mezzo. Per me sta nel mezzo. Non è stata una lettura sprecata, è un libro che puoi intermezzare ad altri più pesanti senza problema, un libro che ti permette di ragionare se vuoi ma senza andare troppo nel complicato. Capisco il motivo di delusione di chi carico di aspettative si sarebbe aspettato tutt'altro e capisco che recensioni entusiastiche abbiano caricato tutto. Bisogna sapere a cosa si va incontro senza troppe aspettative e forse lo si potrà apprezzare. Non adatto alle persone a cui piacciono cose più impegnate e profonde.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    15 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

ENGLISH STYLE

Un libro improntato in maniera originale e interessante che ci trasporta dentro la mente dei vari personaggi. All’ inizio si è un po’ in confusione ma quando si riesce ad entrare nel meccanismo c’è un bel gioco di intrecci che intriga. Un romanzo ben fatto con sprazzi di scene molto belle. Non è un libro che è entrato nei miei preferiti ma è stato una bella lettura interessante. Caratterizza bene i personaggi e intreccia una bella storia.


Una lettura con uno stile grigio, un po’ soffocante, un po’ inglese per concludere. Si avverte un senso di claustrofobia e nuvolosità leggendo queste pagine e immagino che questo fosse l’intento dell’autore; ci è riuscito molto bene. L’emozione da recepire deve essere questa e può piacere o opprimere.


Sono rappresentate bene le psicologie dei personaggi con tutti i lori pensieri e ti fa entrare dentro il romanzo. E’ un andirivieni di salti temporali e di personaggi ma se si entra nel meccanismo può essere una lettura davvero interessante.


Non è un libro che consiglierei a chi vuole iniziare una lettura tanto per.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
41
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
1.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    14 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

IL COLTELLO CHE NON HA FUNZIONATO

Non so bene dove iniziare per scrivere di questo libro. E’ un romanzo epistolare scritto in maniera particolare che ho faticato a leggere e ad andare avanti, l’ho trovata una lettura ostica. Non mi sento di consigliarlo. Non è il classico libro che dici “o ti prende o non ti prende” perché c’è altro.

Libro molto famoso e citato tanto ma purtroppo non sono riuscito ad entrare in sintonia con i personaggi e anche se ho trovato originale come scritto, non mi ha convinto e con me non ha scavato chissà che. Non lo ritengo un libro pessimo perché del contenuto c’è ma se ovviamente dalle parole scritte (anche le più belle) mi arriva poco o nulla non ne posso avere un’opinione elevata. Il coltello con me non ha funzionato.

Li ho trovati abbastanza fastidiosi i protagonisti e se in certi romanzi anche se fastidiosi guardando l’insieme si riesce a provare qualcosa qui non è accaduto. E’ una lettura unidirezionale all’inizio e per questo ardua, poi si scioglie e scorre più velocemente. All’ inizio non c’è diciamo quell’attimo di respiro e di botta e risposta che ti aspetteresti da un romanzo epistolare e questo infiacchisce la fluidità. In generale non è la fluidità che mi fa piacere un romanzo ma quello che mi trasmette. Sì ci sono bei pezzi e belle frasi ma i protagonisti mi sono rimasti sempre indigesti e non mi hanno scavato in profondità.

Non so, l’ho trovato un po’ troppo artefatto in certe lettere e il linguaggio usato a volte mi ha infastidito. Ovviamente è una mia opinione personale. Non credo leggerò altri romanzi di questo di autore.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
130
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    14 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

REPETITA (NON) IUVANT

Era proprio necessario? MI son posto questa domanda alla fine di questo romanzo. Ci ritroviamo nei soliti luoghi con personaggi diversi e alcuni amici ritrovati ma nulla è più rimasto della stessa forza secondo me. Il primo lo trovo un bel libro avvincente, con le sue pecche è vero ma molto bello, questo non mi sa né di carne né di pesce. Io in realtà neanche volevo leggerlo ma visto che me lo avevano regalato, pur con basse aspettative ho iniziato la lettura. Non ho faticato a leggerlo perché la scrittura è veloce come e sempre ma manca l’anima. E’ lo stessa storia mischiata con “colpi di scena” piatti e con la stessa caratteristica del primo libro, il super uomo, che alla lunga annoia e disturba. Il primo libro l’ho rivalutato nel tempo e ridimensionato ma rimane pur sempre un ottimo libro. Da quello che so lui ne vuole scrivere altri sulla stessa linea, una sorta di saga più o meno e se rimarrà su questa linea non penso di leggerne più di suoi. Non lo consiglio non perché sia noioso ma proprio perchè se avete letto il primo libro rimanete con quello e non rovinatevi la bocca con questo, non ne avete bisogno, poi son gusti. Son convinto che questo autore possa dare di più perché non ha una cattiva scrittura, anzi. Se continuerà su questa linea secondo me perderà lettori e perderà la magia che aveva contraddistinto la sua storia, la sua vita e la sua penna. Poi chissà alla fine non tutti siamo portati per scrivere altro e il suo limite sarà questo, io questo non lo so. Mi dispiace e spero che in futuro sfrutti la sa naturale abilità nella scrittura fluente in qualcosa di più impegnativo e significativo; credo che lui abbia la capacità di rendere cose un po’ ostiche pesanti (dove si scade spesso nella noia) in maniera leggera e ritengo che questa sia una abilità da grande scrittore. Se prima c’era la magia della scoperta, una sottile linea che divideva le buone azioni dalla cattive azioni, qui tutto si è trasformato e ha preso una piega più dinamica e sicura di sé. E’ più un romanzo di azione che altro. Comunque ho visto che alla fine a molti è piaciuto e non fatico a capirne i motivi ma a me non ha convinto e ha solamente martellato sempre sullo stesso punto e piuttosto male.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    12 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

Repetita colomba, Repetita colombella

Povera gente è il romanzo da cui son partito per iniziare a conoscere questo autore. E' poco conosciuto e scartato ma anche se a confronto con le altre opere viene oscurato, secondo me è un libro che va letto perchè molto bello e delicato. Mi ha stupito e se all'inizio ero un po’ stranito, sia dal tema trattato sia dalla tipologia di romanzo dopo ne sono stato conquistato. E’ molto breve ma pregno di spunti geniali. E’ fluido e le pagine scorrono una dietro l’altra appassionatamente. E’ struggente e tra colombe e colombelle sono volato anche io tra le braccia di un amore senza speranza, senza seguito e con solo parole dolci, -le uniche permesse-a rischiarare l’intera vicenda. E’ un bellissimo romanzo d’esordio, è molto dolce e con uno stile inaspettato. Qui è un po’ lontano dal suo stile ma è un modo affascinante e romantico per vedere le trasformazioni dell’autore. Dall’inizio alla fine è dura andare avanti solamente con un autore andando a scovare tutte le sue opere (anche racconti) ma consente uno sguardo più approfondito (e se così si può dire), intimo. Ne si avverte il potenziale e ne si avverte il percorso. La crescita, i temi a lui cari nel tempo si formano e si fomentano da soli tramite il cuore, la vista, la pelle e la mente. Si scrive per sfogarsi molte volte, si affronta un tema in maniera ossessiva per scovarne il segreto e per raggiungere la piena verità. Si deve letteralmente marcire per capire il nocciolo e per potersi illuminare e dare la propria verità. E’ stato un piacevole inizio che poi nel tempo ho continuato e mi ha permesso veramente di entrare in sintonia con questo autore. Ancora non ho finito con lui, ancora ho molto da scrivere e pensare grazie a lui. Son contento di aver iniziato dal principio.

Consigliato sia come un buon inizio leggero per un autore così complesso e corposo sia perché è un ottimo libro sull’amore e non solo. Le lettere ormai sono scomparse, ormai tutto rapido e tutto è più semplice in determinati contesti. Rivivere questa storia con gli occhi di un tempo, dove sopravvivere era veramente arduo è affascinante. Contare l’uno sull’altra era fondamentale, avere un appiglio, un amico, un qualcuno di cui fidarsi non era semplice e forse per certe classi sociali era l’unico modo per non diventare pazzi o per passare l’esistenza un po’ più arricchita, un po’ meno soli in quel mondo nuovo ma ancora così letale e decadente. Consigliatissimo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    10 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

MIELE

I peccati di Peyton Place è un romanzo scritto da una persona normale, da una casalinga. Il romanzo inizialmente era stato stato scritto a sfondo sociale ma la maggior parte dei lettori fu attratto dalle parti a sfondo sessuale. Ho letto questo libro in adolescenza pescato per caso in un giorno di noia dalla collana del '900 (che mi ha regalato tante sorprese) e ne sono rimasto piacevolmente affascinato. Romanzo molto spesso associato alla letteratura rosa, scabrosa (per l'epoca) e di poco conto Peyton Place non è solo questo ma molto di più. Le soap opera, i film e altre rappresentazioni ne hanno sminuito l'importanza travisandone il messaggio. Entriamo effettivamente all'interno di casette e nei meandri dei quartieri per scovarne ogni terribile vicenda. Ci sono delle pecche ma va visto come romanzo di rottura ed è pur sempre stato scritto tanto tempo fa. Al giorno d’oggi non desta più scandalo ma se ci si immedesima in quell'epoca e in quella America si può apprezzare veramente questo romanzo. I personaggi a parer mio sono tutti molto interessanti e i temi affrontati sono delicati ancora oggi. Lo stile è semplice ma fluido e intrigante. Lo consiglio perché se ad un primo acchito può sembrare un romanzo da quattro soldi ma invece nasconde in bella vista i segreti del perché sia diventato una pietra miliare. Peyton Place può essere una qualsiasi cittadina noiosa di qualsiasi posto, metterne a nudo i segreti non può essere che del miele messo sopra ad ogni testa di qualsiasi persona reale (e non) che a vicenda sono attirate dai segreti di tutti ma gelosi dei loro.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
30
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    10 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

FRAMMENTI NEL TEMPO

Questo romanzo antico non deve mancare tra le proprie letture. Ci sono elementi ripresi da un po’ tutte le opere classiche con elementi comuni e rivisitati a proprio modo con una vena dissacrante. E' una lettura mai noiosa, molto intelligente e con uno sguardo acuto su molti aspetti dell'uomo. Si legge d'un fiato vista la brevità. Ho dato uno sguardo su qualche altra versione del Satiricon e sono un po' più antiche come impronta; penso che quella di Piero Chiara sia perfetta, per modernità e fluidità, per le altre non mi posso pronunciare del tutto ma penso siano un po' più ostiche. E’ un libro molto dinamico che non si ferma mai e anche quando lo fa, lo fa con episodi scorrevoli. C’è sempre questa incombenza che aleggia e permea i luoghi e i personaggi, tutto sa di pericolo e persecuzione. Un’ opera grandiosa che mi ha affascinato in tutti i suoi aspetti. E’ veramente un peccato che ci sia arrivata solo una parte di questa opera e poterne apprezzare solo una parte. Solo grazie alle abbazie francesi e alle biblioteche croate questo romanzo è giunto fino a noi ma resta ancora molto misterioso e non si sa di preciso chi sia l’autore né il titolo preciso ma la potenza si intravede da ogni parte.

La cena di Trimalchione è un tripudio di sfarzo e di riflessioni di vari personaggi che è restata nella storia. Il poeta è un personaggio che mi ha colpito molto che si inserisce bene nell’insieme dei personaggi e avrà un ruolo cardine per tutto il resto del romanzo. C’è vendetta, viaggi e antagonisti pomposi, città perdute e inganni. Il romanzo è moderno, con un ottimo ritmo e con scene molto divertenti, c’è di tutto; possiamo solo immaginare cosa potesse essere nella sua versione completa e a quanto abbiamo perso. Mi viene veramente da ringraziare tutte quelle persone che hanno trascritto, tramandato e tradotto nel tempo tutte le opere a noi pervenute, e grazie a loro, il mondo è un posto più ricco di cultura e di diversità. lo consiglio vivamente perché è un patrimonio della letteratura latina, un patrimonio dell'umanità

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    09 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

NON E’ COME SEMBRA. INELUTTABILE

La casa degli spiriti mi ha profondamente colpito e non è quel che sembra. Un libro che non cincischia, va diretto al punto e ti narra le cose in maniera secca e asciutta. Mi ha stupito. Mi ricordo che quando ero piccolo mia madre mi comprò la foresta dei pigmei e la mia conoscenza si fermò lì. Ho ricordi fumosi di quel libro ma ricordo che non mi avevano spinto ad approfondire l’autrice. Era un po’ per ragazzi ecco. Questo libro è tutto l’opposto, è crudo, reale e si avverte nitidamente la sua potenza narrativa. Me lo sono divorato.

Mi ha coinvolto tantissimo in tutte le sue sfaccettature.

Il titolo fa presagire un romanzo a tinte molto fantasy ma non è così, anzi. Ha un senso il titolo e dopo lo si capisce e in questo romanzo la Allende mette radici nella piena umanità e nella piena America.

E’ stata davvero una lettura piacevole che mi ha immerso in un mondo, in una dinastia, nella storia. Qui c’è uno sguardo profondo sull’anima latina, sull’anima indigena e sull’anima stessa della Allende. Uno sguardo sull’uomo.

Ci sono pezzi del libro che non dimenticherò facilmente, ci sono storie e vite che difficilmente dimenticherò. Perché la memoria è tutto.

L’unico neo forse aver abbozzato certe peculiarità o certi pezzi del romanzo e non aver continuato ma alla fine se ha deciso di procedere così avrà avuto i suoi motivi.

L’approccio al mondo indigeno è veramente delicato e profondo, ti fa percepire la loro pupilla, il loro disagio, la loro apatia e ti fa entrare dentro i loro occhi neri. Insomma per concludere mi è piaciuto davvero tanto, è scorrevole e non affatto pesante se piace il genere. Un romanzo d’esordio davvero notevole che ha capitoli brevi e uno stile impeccabile coerente con la storia e il messaggio che voleva trasmettere. Delicato nella sua crudezza, scandaglia alla perfezione quel mondo e quel periodo storico. Può essere qualsiasi paese dell’America latina. Consigliato.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
60
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantasy
 
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    09 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

POTEVA ESSERE MA NON E’ STATO NIENTE

Bè non saprei da dove iniziare per scrivere questa recensione, è tutto un grosso mah. Premetto che i miei voti si riferiscono solo al primo romanzo della saga e che gli altri son diversi e con più contenuto.Ho iniziato questa collana di libri e sono arrivato fino a tre quarti del settimo libro (tante tantissime pagine) e me ne son pentito. Faccio un po’ una “recensione collettiva” di questa saga che non mi è piaciuta e che non ho finito. Non parlerò nei dettagli degli altri libri ma solo degli accenni sul contenuto. Ha un’impronta molto soap opera ed è una saga immensa. Sono andato avanti a fatica non per difficoltà di lettura ma più perché effettivamente volevo vedere come la storia proseguisse e se prima o poi mi avrebbe fatto dire wow invece che meh. Personalmente credo di aver perso tempo e basta ma almeno ci ho provato. Ero alla ricerca di un fantasy dopo la fine dei libri di Martin e il nome del vento (non son partito con il paragone ovviamente) e spinto dalle recensioni tutte positive mi son fidato e ho continuato. Non so se le mie aspettative fossero elevate o se alla fine io nel fantasy cerco altro ma mi ha deluso abbastanza.
Ricordo che il primo romanzo mi aveva lasciato tanto amaro in bocca perché non avevo trovato tutte queste differenze dal signore degli anelli, anzi. E’ proprio molto simile questo primo libro e con un finale abbastanza affrettato e povero.
Negli altri libri si discosta dal signore degli anelli ma ho apprezzato davvero poco come si sono evolute le cose e i personaggi. C’è del contenuto in più negli altri lo ammetto.
Non è di difficile lettura perché comunque lo stile c’è e non è scritto male (anche se un po’ annacquato in certe parti) ma per quanto riguarda contenuti e personaggi ho trovato questa saga ridondante, statica e un po’ piatta. Anche quando effettivamente le cose si smuovevano lo stile mi appiattiva tutto. Ci sono pochissimi pezzi e pochissime cose che si salvano (parere personale) e l’unico personaggio che mi è piaciuto sia come crescita sia come storia è Perrin Aybara. Ha avuto tanto successo e ci sarà un motivo e se lo guardo con occhio oggettivo riesco a vederli ma con me non ha funzionato.
Mi dispiace molto perché la lettura non mi aveva annoiato tranne in certi punti ma non mi ha dato quel quid in più, anzi mi ha fatto arrabbiare.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
30
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    08 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

AMBRA GRIGIA: QUADERNO GRIGIO, PROVA GRIGIA, MENZO

Non è un romanzo che si può rivelare in poche righe, né un romanzo che deve essere anticipato, si deve leggere e basta. Questo non è un semplice romanzo né una semplice riflessione sulla guerra ma molto di più. E’ incredibile come sia riuscita la Kristof con uno stile secco, senza amore e diretto a raccontare e a far provare così tanto, non è affatto facile farlo. Non c’è empatia e non c’è nulla, è tutto grigio. E’ Affascinante e tagliente come una lama affilata (arrugginita). Profondo come una ferita non rimarginata che continua a riaprirsi. Letale nella sua indifferenza e grigio come il cielo. E’ un libro che non può non mancare dalla propria mente, è un libro che un può mancare dal proprio cuore, è un libro che non si può scegliere di non leggere, è un libro che non ti lascia scampo e ti lascia interdetto. Da questo romanzo ci si deve far cullare dal grigio e nient’altro, senza porsi domande. Gli stili utilizzati nelle diverse parti sono perfetti, azzeccati e incalzano il racconto con psicopatica freddezza.

Le prime due parti sono magistralmente create per farti entrare dentro il grigio.

Il grigio pervade la terza che è diversa e meno potente ma che si incastra bene con il resto del racconto anche se meno riuscita per certi versi e meno scorrevole.
Capitoli brevi come piace a me ma con tanto contenuto e con tanta crudezza.
Penso proprio che la Kristof abbia fatto un grande lavoro e che ha dato delle precise impronte in ogni sua parte.. Dallo stile dei vari capitali, alla lunghezza dei capitoli e alla varie immagini forti che ci presenta davanti.
E’ un libro che non si dimentica, per me imprescindibile e che ho amato molto. Lo consiglio vivamente

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi autobiografici
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    04 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

UNA PORTA CHE SI CHIUDE, UN MARE CHE SI DISCHIUDE

Sono un profano e ho letto solo questo libro di Stephen King, mea culpa mea maxima culpa (rimedierò il prima possibile). A mia discolpa mi è capitato fra le mani essendo un libro che la mia ragazza aveva in casa e che mi ha caldamente consigliato. Mi ha colpito. King ha messo tutta la sua dolcezza per far capire cosa è la scrittura e quanto lui la ama e quanto sia un crimine abbruttirla con inutili orpelli che ci vengono tanto naturali. Una porta che si chiude, un mare che si dischiude. La biografia perfetta per uno scrittore non può che essere questa: spaccati di vita, percorsi di scrittura e vedere come uno scrittore crea. Scrivo vedere perché con la sua maestria te lo fa proprio vedere e ti fa stare a casa lì con lui a dialogare. Ci sono degli esercizi da fare molto interessanti e penso che per gli scrittori in erba sia una vera bibbia (e non solo). Ti fa ripensare alle cose che scrivi e hai scritto e ti sprona e ti consiglia. Non solo è un libro piacevole da leggere essendo pieno di aneddoti e consigli ma è anche così personale che ti lascia travolgere dalle emozioni sincere che trasmette. Per finire è un libro che non ha la bacchetta magica (come nulla nella vita) e che non ti fa diventare uno scrittore provetto, ma è un libro che ti migliora a livello personale e corregge alcuni errori. Una cosa è chiara e traspare dal libro: ci vuole buona volontà, tanto studio, leggere molto, scrivere molto per diventare scrittori (non basta ovviamente). E’ un libro che va riletto negli anni e da cui si trae sempre nuovi spunti. Alla fine del libro mi sono sentito carico di energia creativa e mi sentivo uno scriba

P.S (come è andata finire)

NO, non ho realizzato alcun romanzo dopo la fine del libro né ho scritto moltissimo ma un po’ di più si ed è pur sempre una vittoria. Non è che io non l’abbia scritto per pigrizia o mancanza di capacità ma solamente per non rubare il lavoro a King visto che mi ha iniziato ai segreti della scrittura e mi sembrava un po’ da maleducati (rude per dirlo alla maniera sua) fargli questo torto.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A tutti i lettori e scrittori
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    01 Mag, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

PRIVATO

Ho scelto questo libro a caso e devo dire che ne è valsa la pena e mi ha così incuriosito che finito questo ho scelto un altro suo romanzo come mio secondo libro, la macchia umana (più lungo e impegnativo). Mio Primo libro di Roth che non conoscevo molto bene neanche di nome. Mi ha stupito e la storia che per quanto minimale ha molto da dire. Il romanzo è molto breve ma in queste pagine assistiamo da spettatori esterni al decadimento psicofisico di un uomo, Simon Axler. Si legge tutto d’un fiato e a tempo perso per chi vuole leggere senza impegno secondo me è perfetto. Non è il capolavoro del secolo ma una lettura piacevole con uno stile eccelso e con personaggi ben caratterizzati e dinamici. Le scene della clinica sono evocative e il confronto con le persone per così dire coetanee è molto ben fatto. Lo consiglio come approccio a Roth che non conosco benissimo e che sto conoscendo all’incontrario ma che penso come incontro sia perfetto per farsi un’idea del suo stile senza impelagarsi troppo in libri troppo lunghi che potrebbero non piacere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    30 Aprile, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

SCEMO DI GVERRA

Un libro che faccio fatica a recensire per la complessità dei temi. Rimango vago proprio perchè non voglio togliere il piacere della scoperta a nessuno perché farebbe perdere tutta la magia del libro. Faccio solo una recensione senza rivelare nulla per invogliare le persone a leggerlo perchè merita.

Lasciare passare un po’ di tempo dopo la lettura di un libro ti fa realizzare, ti fa metabolizzare e ti fa assorbire completamente la potenza del libro. Ci si rende conto di molte cose che prima non si vedevano o per meglio dire non gli si attribuiva la stessa potenza visiva. La mente cavalca, aumenta e ritorna a quei passi letterari e ci si rende conto della potenza, della genialità dello scritto; le immagini ti si imprimono nella mente ancora più forti e vivide e questo solo i grandi capolavori sanno farlo. Ci sono punti che non mi hanno entusiasmato ma quello è un mero gusto personale e la lettura non ne ha risentito. L’ unica cosa prima di intraprendere la lettura di questo libro è aprire la mente e lasciarsi trasportare dal sottotesto. Certi argomenti sono così dolorosi che solo in una certa speciale maniera possono essere raccontati e possono essere resi al meglio. E’ un Libro molto famoso che ho apprezzato per l’originalità. Questo libro non deve piacere ma deve disgustare.

L’ importante è il messaggio.

E’ un libro rivoluzionario che affronta temi ancora presenti e che saranno sempre presenti purtroppo. La parte iniziale confonde un po’ le acque e giunge ad una netta conclusione che spiazza e ci dà uno schiaffo in faccia. Il romanzo è breve e se si legge non si ha la sensazione di perdere tempo perché è importante quello che dice ma soprattutto come lo dice. La classe con cui dipana i vari argomenti nascondendoli in bella vista mutando forme ma non contenuto e mutando vite ma che vite di tutti rimangono è meravigliosa.

Non è di facilissima lettura e potrebbe annoiare ma per la sua brevità e per la sua importanza lo consiglierei a prescindere a chiunque. A me personalmente non ha annoiato e se non volete la solita storia sulla guerra allora fa per voi.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    29 Aprile, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

MOSCA TZE TZE

Finalmente ho letto questo decantato titolo che mi ha perseguitato per tanto tempo. Citato, osannato e ispirazione per serie tv, cinema e libri, questo romanzo di formazione è una pietra miliare del genere. Vola via che è un piacere e i personaggi sono ben caratterizzati e tra le righe fa crescere la tensione piano piano. Mi è piaciuto molto e se non l’avete ancora fatto leggetelo perché i classici lasciano sempre qualcosa nel bene e nel male e questo ne ha di cose da lasciare. Mi è piaciuta come sono contrapposte le varie nature presente nell’ uomo che sono presenti in tutti noi e che dalla nascita istintivamente ne prevale più una che un’altra in una continua lotta per combattere l’istinto animale. Un passo che mi ha colpito particolarmente è di quando ralph andando avanti con il romanzo venga sempre richiamato da piggy (coscienza) al loro scopo primario e cioè al fuoco e all’ importanza di esso. Il protagonista infatti con l’andare del tempo si piega anche lui alla natura e all’ istinto e tende sempre di più a dimenticare la sua persona che si andrà a confondere con gli altri. Tendiamo sempre a pensare di noi stessi una cosa ma all’ interno di queste situazioni la nostra momentanea diffidenza verso quella cosa è conquistata e quando la si prova si ha la curiosità e l’ ebbrezza animale che pervade di adrenalina l’uomo. Questa cosa è acuita ancora di più rendendo i protagonisti i ragazzini che con la loro personalità non ancora del tutto formata e con il lato selvaggio che si strascica negli anni ma che rimarrà per sempre parte di loro. Alla fine l’uomo di per sé è animale e inserito in un determinato contesto lo rivela sempre (o quasi). Il distacco da questi istinti è un illuminazione anche se può limitare in altri frangenti. L’ equilibrio nel non abbandonare la parte selvaggia ma limitarne gli aspetti più grotteschi e non umani è la chiave (parere personale). Il finale è un crescendo e mi è piaciuto veramente molto evocando in me delle belle immagini forti.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Romanzi di formazione
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    29 Aprile, 2020
Top 500 Opinionisti  -  

DOVE RISIEDE LA NEVE

Non metto trama e non scendo molto nei dettagli per non rovinare la lettura del libro. Questo romanzo nella sua brevità racchiude emozioni e personaggi che nella loro semplicità e schiettezza mettono il lettore di fronte a verità profonde. In questo romanzo tutto è melma e anche chi sta sopra è rinchiuso in questo suo torpore senza fine, ti sembra tutto un mondo immobile e senza speranza: nulla cambia, la scintilla della speranza è una cosa lontana e immaginaria. Questa sensazione la sia avverte ovunque e appesantisce l’animo, ti fa provare con immediate e (apparentemente) semplici immagini la durezza della vita. Ci sono personaggi ciclici che nei loro attimi di lucidità che ci narrano i loro sentimenti, la loro vita e le verità apprese dalla loro esistenza; ci dicono qualcosa. Se delicatamente e umilmente porgiamo le orecchie riusciamo a sentire tutte quelle voci che dal passato ci parlano, ci narrano e ci fanno rivivere quel periodo, con le sue illusioni e con le sue crudeltà di stasi. I romanzi pieni di qualcosa, pieni di un po’ di anima dell’autore rimangono per l’eternità, le dà un significato e una valenza eterna ed è per questo che è attuale. Consiglio questo romanzo a tutti e soprattutto darei una chance a prescindere vista la sua brevità. Sento la polvere dei campi racchiusa in queste parole, sento la polvere arida che entra nei polmoni, sento la polvere dell’aridità umana nelle mie ossa, ma alla fine non si può non sentire la polvere bianca della speranza che aleggia in ogni lettera e in ogni pensiero perché alla fine fine l’illusione è l’unica cosa che ci salva e che brilla in cielo anche se talvolta offuscata dalla nebbia nera -pece- della realtà; dalla nebbia incandescente che prende fuoco e che diradandosi lascia intravedere quella anima coperta di polvere, quella anima coperta di candida neve inquinata da nulla.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Romanzi di formazione, autori americani, romanzi brevi
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
1.5
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    21 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

Uroboro

Ci sono rimasto molto male con questo libro mi ha veramente deluso. Questo è il mio secondo romanzo di Manfredi e dopo lo stupendo "Lo scudo di Talos" le aspettative erano alte.

Più grande è l’aspettativa, più grande è la delusione si dice. Secondo me ha sbagliato proprio la trama di questo libro, invece che l'ultima settimana di Cesare poteva raccontare altri momenti più interessanti e eccitanti della sua vita; prendendo solo questo lasso di tempo, il romanzo cade in descrizioni ripetitive e noiose. Lo sbaglio più grande è stato questo, la storia di Cesare la conosciamo tutti e sappiamo come va a finire. Allora che senso ha inserire tutti questi complotti che si mordono la coda come un uroboro per tutto il romanzo non portando a niente? Riscalda solo la minestra ancora, ancora e ancora e fa stagnare il romanzo perdendo di fluidità.


Lo stile di Manfredi è da archeologo/ storico: distaccato e analitico. Questo romanzo aveva bisogno di altro. Soprattutto descrivendo questo determinato momento storico non si può usare uno stile di scrittura così freddo, proprio non si può. E’ la morte di Cesare per Diana deve avere Pathos deve trasmettere emozioni e struggerti nell’ atto del compimento dell’ azione maxima, non lasciarti indifferente, non leggerlo come se fosse un fatto su un libro di storia che ti lascia apatico, ma leggerlo con trasporto e ardore come la tragedia di Shakespeare. Non si può basare un romanzo in un periodo preciso come l 'ultima settimana di vita di cesare e descriverlo così come è stato fatto, no non esiste. E’ stato un errore grossolano. Nello “scudo di Talos la situazione è stata salvata dalla trama di supporto, che era piacevole e più ampia, ma qui la situazione non è stata supportata a dovere da uno stile adeguato al romanzo ed è crollato tutto come un castello di carte. Comprendo anche che quando uno ha un’ impronta di scrittura è difficile variare e diversificare il proprio stile.

Manfredi e' riuscito nell’ arduo compito di rappresentare noioso Cesare e non è da tutti. Il romanzo ha poche pagine (circa 250) ma ogni pagina è un macigno grosso come una casa e poco scorrevole . Delusione totale non lo consiglio a nessuno

Fortunatamente tanti libri non li compro e non ci ho perso soldi su questo. Difficilmente vado alla cieca quando compro, tranne in rare occasioni. Io vi consiglio di non spendere i vostri soldi con questo libro. Compratene altri di Manfredi.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    21 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

L' ombra del lupo

Veramente un bel romanzo di Valerio Massimo Manfredi, il mio primo. Dovevo comprare un libro da leggere per l’ estate e recensirlo come compito a casa dato dalla prof di italiano. Mi fiondo subito su Manfredi conoscendolo di fama. Indeciso tra Alexandros e lo scudo di Talos scelsi il secondo di cui mi aveva attratto la copertina con lo scudo del lupo e Sparta.


Appena iniziato ero subito galvanizzato dalla trama, belllissima molto coinvolgente e con personaggi storici inseriti e amalgamati bene. Parla di Talos, l’ Ilota zoppo abbandonato da piccolo alle pendici del monte Taigeto, dal suo padre spartano perché imperfetto e raccolto da un pastore ilota.


Quando sono arrivato alla parte dei 300 alle Termopili mi è venuto un brivido al solo leggerlo. La storia di fantasia che accompagna il romanzo è veramente bella ed avvincente. Mi sono piaciute molto le descrizioni dei riti e delle usanze spartane, facendomi percepire l’ atmosfera. Lo stile è un po’ troppo distaccato e informale per i miei gusti, ma essendo uno storico/archeologo è perdonato.

Il romanzo lo consiglio a chiunque piacciano i romanzi storici, a chi vuole approfondire bene la storia dei valorosi 300 e a chi piace l ‘antica grecia. Valerio Massimo Manfredi è uno scrittore molto preparato e se volete un romanzo storico di livello ed accurato penso non ci sia persona migliore di lui.
Ancora non mi capacito di come abbia letto fino adesso, solo due romanzi di questo stupendo autore. Sono passati anni ed ancora sono fermo a due libri.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Appassionati di storia e di romanzi storici
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    18 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

UNA TERRA UNA SPERANZA

La trama di questo libro mi è piaciuta molto, è ambientata in un periodo storico ricco di cambiamenti, il 1700 in cui sono accadute rivoluzioni e nate nuove correnti di pensiero. Questo romanzo narra la storia di un minatore scozzese Malachi McAsh che si vuole liberare dalla sua condizione di schiavo-minatore per ottenere un futuro migliore per sé e la sorella gemella. Il romanzo ha un buon ritmo tranne in pochi punti morti. Lo stile è tipico di Follett scorrevole, piacevole e con molta cura nella caratterizzazione dei personaggi. I protagonisti che spiccano di più (tipico suo) sono le sue tanto amate donne: forti, furbe, ribelli e con una forte personalità. Ben descritti sono il lavoro in miniera, il lavoro nelle piantagioni di tabacco in Virginia e la società dell’ epoca.

Il solito mix vincente di Ken Follett che con il suo canovaccio comprovato, tira a sé una vasta gamma di lettori. Bella la storia d’ amore narrata nel libro non ci sono exploit eclatanti che ti fanno saltare dalla sedia, ma ci sono certi momenti toccanti. L'unica critica che gli posso fare è la superficialità che è stata usata in determinati momenti nel romanzo, per esempio non approfondendo determinati argomenti o certi momenti storici.

Mi piace come scrive ma talvolta tralascia troppe cose a discapito di altre meno necessarie. E’ il suo stile e me ne faccio una ragione. E’ una cosa che mi da un po’ fastidio ma ce ne sono veramente pochi di scrittori di romanzi storici come lui quindi lascio correre. In conclusione è un autore che ha scritto una bella storia coinvolgente ed intensa ma che non va in profondità, lo consiglio sopratutto a chi ama i romanzi storici e a chi vuole leggere un libro piacevole senza fasciarsi la testa.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Libri di Ken Follett
Trovi utile questa opinione? 
70
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    17 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

IL GIRONE DELL' INFERNO DEI POSTINI? L.A

I libri più belli che ho letto non li ho cercati ma li ho letti per caso. E’ così che io e post office ci siamo incontrati in maniera casuale . E’ buffo che in tutte le recensioni che ho fatto fino adesso su questo sito, per la maggior parte siano su libri che mi sono capitati casualmente tra le mani. Dopo Post Office e sulla strada giuro che smetterò di essere così naif nel recensire i miei libri (ehehe). Scovato tra la collana del ‘900 della mia famiglia che mi ha sempre dato gioie inaspettate, facendomi scoprire grandi autori che mi erano stati negati fino ad allora, dalla mia razionale scuola.


Non conoscendo l’autore mi appropinquai alla lettura di questo sconosciuto autore . La trama è basata sul periodo di Bukowski alle poste che procederà tra continui tira e molla, attraverso rapporti travagliati con le donne e sbronze bibliche nell‘ amata e odiata L.A. Il libro è composto da sei capitoli, racchiusi da vari sottocapitoli, intervallati dalle sue esperienze con le donne; il capitolo 5 con l’inserimento delle ammonizioni sul lavoro è una soluzione geniale, che rappresenta l’ imminente countdown alla completa estraniazione di Hank dalla noiosa società e all’ inizio della formazione del pensiero di Buk che si appresta a cambiare lettera per lettera la scritta Hollywood, sostituendola con un grosso e grasso FUCK OFF.


Ho subito trovato questo autore divertente da morire per il suo stile: acuto, cinico, diretto e volgare. Quest’ uomo ha messo così tanta autoironia in questo romanzo da farsela sotto dalle risate, certi episodi mi hanno fatto veramente ridere di gusto. E’ stato intelligente nel saper tirare fuori da una storia di solito noiosa e ripetitiva, un romanzo arguto e brillante che con le sue massime rende il libro veloce da leggere e accattivante. In questo libro ha saputo imprimere la sua impronta originale rendendolo autentico ed esclusivo, brevettando il suo modo di scrivere rendendolo riconoscibile a colpo d’ occhio.

La prima cosa che si apprezza di Buk è l’onestà, non pretende e non vuole troppo, ma si “accontenta” di vivere, basando la sua vita soddisfacendo i suoi bisogni. Il gioco, l’ alcool e le donne fanno parte di lui, senza crearsi false aspettative sul mondo e senza fare più del necessario, si gode le piccole cose che realmente rendono per lui, la vita degna di essere vissuta : delle belle gambe, una vincita alle corse, una bottiglia di vodka scadente e un sigaraccio.

Bukowski laido ubriacone, sfaticato, cinico, misantropo e misogino ecc tutto quello che vi pare ….. può non piacere ma per tirare fuori tutto il marcio che si ha dentro, ci vuole una certa dose di sensibilità artistica ed umana, non bisogna prendere Bukowski alla lettera come un profeta, perché non lo è. Si può condividere certi suoi pensieri o no, ma perlopiù, sono provocatorie analisi del mondo di come lo vive e lo vede lui; al giorno d’oggi è anche abbastanza stracitato e frainteso fino allo sfinimento non capendo appieno questo autore che ha uno stile sarcastico fino al midollo.

La sua vita di scrittore non è stata tutta rose è fiori pensando anche di smettere. Ha raggiunto il successo dopo post office e solo in tarda età se l’è spassata alla grande, riprendendosi tutto con gli interessi. C’è da dire che per conoscere il vero Bukowski non bisogna leggere i suoi romanzi ma le sue poesie perché si definiva un poeta, quindi perché non approfondirne la conoscenza anche in ambito poetico? Le consiglio sono veramente belle e sconclusionate (quella sullo stile è meravigliosa). Concludo dicendo che è diventato uno dei miei scrittori preferiti e lo straconsgilio, se si vuole iniziare con un romanzo di Bukowski questo è il romanzo perfetto: veloce, scorrevole e divertente.


P:S Se vi piace l’autore guardatevi il documentario Bukoswki: Born into this veramente fatto bene, è divertente e conoscerete qualcosa in più di lui e del suo modo di essere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi piace Bukoskwki e a chi ha senso dell' umorismo.
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    17 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

RIMEBRANZE D' AUTUNNO

Raccolta di tre racconti scritti nei primi del novecento, appartengono alla produzione giovanile di Hesse.

Ci siamo trovati in maniera casuale, questo libricino inusuale ed io. Mi è stato regalato da un mio amico, che rovistando in soffitta ha trovato dei doppioni e me lo ha regalato. Libro molto interessante e particolare che racchiude tutta l’ essenza di Hermann Hesse. Ci sono delle descrizioni bellissime dei paesaggi; i racconti sono scritti nel suo tipico stile: un po’ prolisso a volte, ma che con grande abilità, riesce sempre a farti emozionare e in qualche modo a renderti partecipe del paesaggio circostante con i profumi, colori, rumori e sensazioni dell‘ autunno. Anche se le situazioni raccontate non sono sempre allegre, questo libro, riesce ad essere romantico e nostalgico, come solo l’ autunno nella sua infinita bellezza riesce ad essere. Il libro è permeato da questa atmosfera crepuscolare e decadente il che rende tutto più intimo ed etereo; Il primo racconto, pellegrinaggio d’ autunno è una storia di ricordi e rimpianti, nel secondo racconta la storia di un amore adolescenziale: struggente e tragico e nel terzo vediamo una famiglia, con al centro un vecchio, con le sue abitudini, le sue riflessioni e la sua armonia . Sono degli scritti di valore che lasciano qualcosa di significativo e profondo, alla tipica maniera di Hermann Hesse. All’ interno ci sono veramente delle frasi e dei pensieri stupendi e fa davvero impressione di come questo scrittore fosse già molto maturo allora e non un semplice scrittore in erba. All’ inizio ho faticato un po’ a leggerlo come con Siddharta, poi riprendendolo tempo dopo, mi è piaciuto veramente tanto. Non è facile abituarsi allo stile particolare di Hesse, e forse, non ci si abitua mai del tutto. Alcune volte è molto pesante ma, una volta che hai ingranato è un autore da leggere, comprendere ed amare. Consigliato soprattutto a chi ama la natura e le passeggiate nel bosco, in autunno e ovviamente a chi ama Hermann Hesse.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Amante dei racconti e della natura, Il giovane Holden, opere di Hesse.
Trovi utile questa opinione? 
100
Segnala questa recensione ad un moderatore
Racconti
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
2.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    09 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

Efferatezza umana

Questo è uno dei libri che mi ha lasciato più sconvolto tra tutti quelli che ho letto. E’ una raccolta di racconti che fanno letteralmente accapponare la pelle. Qui Bukowski, ha messo il meglio e il peggio di sé, con racconti che ti fanno riflettere e rabbrividire.


Faccio fatica a recensirlo perché sinceramente, sono combattuto sui voti da dare alla piacevolezza perché in questo libro di piacevole non c’è niente. Non perché non sia ben fatto, ma perché qui Bukowski è crudo,volgare, senza pregiudizi e con un livello di politicamente scoretto portato ai massimi livelli. Non è un libro per deboli di cuore questo è sicuro, non lo consiglio a chi si pone dei limiti a di cosa si può scrivere, parlare e vedere. A me lui piace perchè racconta cose che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare, almeno non in determinati modi. Affronta delle tematiche interessanti dei disturbi mentali che nell’ uomo possono manifestarsi e come a volte l‘ istinto di fare quella cosa è troppo forte per essere fermato perché fa parte della propria natura.


D’ altronde l’ uomo è capace di atrocità simili e allora perché non parlarne? C’è il bene e c’è anche il male, lui ha scelto di descriverlo nella maniera più diretta che poteva, in prima persona. In questo modo si viene a creare un canale che ti fa diventare l’ unico spettatore della situazione. Non credo che prima d’ora un libro sia entrato così a fondo nella psiche umana anche nella sua efferatezza. In certe situazioni si arriva anche a gridare pietà per la scena descritta.


Sicuramente fa aprire gli occhi sugli aspetti più torbidi della natura umana e in questo Bukowski è un maestro. Vuole dissacrare la situazione ma, qui, la spacca letteralmente a metà e ci entra a piene mani. Ripeto bisogna andarci con i piedi di piombo e prima di iniziare a leggere bisogna essere consci di quello che si sta iniziando a leggere.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Fantasy
 
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    07 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

LIUTO MAGISTRALIS

E' da tanto che volevo fare la recensione di questo libro e adesso è giunto il momento. Mi sono iscritto in questo sito per scrivere di questo libro . Ho inserito come mio nickname "Kvothe" in onore di questo libro e del fantastico personaggio. Ho detto troppe volte libro ah ok scusate. Basterebbe dire solo questo, per far capire quanto questo libro mi abbia lasciato un marchio indelebile. E invece no.


E' iniziato tutto in modo casuale. Appena finito le cronache del ghiaccio e del fuoco ero in astinenz..... ehm...... in cerca di un libro sullo stesso stile. Girovagando qua e là per internet ho trovato vari consigli su che libro scegliere, e la scelta ricadde nel "Il nome del Vento". Ancora non me ne rendevo conto, ignaro com’ ero allora, ma avevo appena scoperto una pepita d’ oro in un filone asciutto.


Iniziato il romanzo ero moderatamente in attesa, per capire, se il libro era buono o un flop. E’ un diesel inizia tranquillamente, ma dopo si riscalda e accidenti iniziai a sentire quel qualcosa, che ti fa capire che qui, si è davanti a qualcosa di veramente notevole e non di un semplice romanzo fantasy medievale, ma il ROMANZO FANTASY MEDIEVALE. Scorre via che è una bellezza, tenti di prenderlo ma lui vola via e in un batter d' occhio ti ritrovi a pensare ma voglio davvero che finisca? Ho pensato, me lo voglio godere piano piano lo sfoglio delicatamente di tanto in tanto e passo ore di buona lettura in compagnia di Kvothe. Resisto anche perchè ha scritto due libri, in 9 anni, come faccio poi mi ritrovo come con le cronache del ghiaccio e del fuoco. Avrò la stessa ansia? un nuovo Martin? NO! MAI! Resisto, ce la faccio, passano i giorni, ma un richiamo si fa sempre più insistente e pressante …… proviene dalla libreria, lo sento più nitido NO! NO! Evito, mi giro, mi tappo l'orecchie niente! Mi è entrato in testa quel soave liuto mi richiama come canto delle sirene irresistibile e CEDO! Cedo all'ipnotico suono e mi abbandono completamente, e quel suono prima assordante, roboante si distende in una eterea melodia. Ormai lo sento, la mia mente è completamente soggiogata. Leggendo, il suono cambia, la melodia diventa come la colonna sonora di un film, che mi accompagna lentamente e dolcemente fino alla fine. Con parole che si trasformano in musica trascritta su un pentagramma. Finito il libro resto un attimo attonito, stordito. Sono completamente assuefatto dalle emozioni mi distendo soddisfatto, mi assale una piccola tristezza come solo un libro bello sa fare. Mi riprendo, mi rallegro perchè so che mi aspetta il secondo libro “la paura del saggio”.

Chi è appassionato e, chi suona uno strumento capisce la straordinaria bellezza di quello che è riuscito a fare Rothfuss. Inserire la colonna sonora in un libro praticamente è il sogno nel cassetto di ogni scrittore, il romanzo perfetto.
Per tutto quello che mi ha fatto provare, lo ringrazio perchè ha tirato fuori dal cilindro un piccolo coniglio, nascosto nel doppio fondo del cappello, facendolo diventare con una magia una bellissima colomba. Il libro in sè per sé non è innovativo, tranne per alcune idee interessanti (Lo sviluppo della trama con Kvothe che racconta a cronista e la musica). Ma non è la trama ad avere dello straordinario, che è un mix di tutti i più famosi fantasy, ma è lo stile il fiore all’ occhiello che lascia strabiliati ed esterrefatti : per l' accuratezza delle parole, per l' impatto visivo che hai leggendole, per la ricerca pignola della parola perfetta da inserire al momento giusto per far provare una determinata emozione. La musica come ho detto è come se fosse lì con te ad accompagnarti dolcemente, per traghettarti nel magico mondo di Kvothe: rassicurandoti quando le cose volgono al peggio, per rallegrarti nei momenti tristi e per gioire nei momenti più belli. La trama non la scrivo, secondo me, per godervi a pieno il romanzo dovreste viverla momento per momento, scoperta dopo scoperta perchè signore e signori, questo libro non va letto. ma assaporato e degustato come un buon vino. Ascoltato, come un bel pezzo di musica classica, disteso sul letto a viaggiare venendo cullato da alti e bassi, entrando in sinergia con la stessa, come un unico essere indivisibile. Rischio di essere ripetitivo lo so, ma a me ha fatto questo effetto e spero, che proverete lo stesso vortice di emozioni anche voi.

L'unica cosa che posso (non è spoiler) "spolierarvi" della trama è la magia. Bellissimo come viene rappresentata la simpatia (magia "comune") in questo libro, mai avevo visto una cosa del genere; di solito descritta in altri libri come: inaccessibile, fortissima, abilità innata e limitata a pochi eletti (come per esempio Harry Potter; si c‘era un mondo pieno di maghi, ma come sempre esclusiva di pochi). Spiegata in maniera scientifica,razionale applicata da leggi della fisica, come se quasi, con la forza di volontà e lo studio c' è speranza per tutti. In questo modo Rothfuss me l’ha resa reale,.questo è un sogno ad occhi aperti, per chi, come me (vi sfido a dire il contrario), da bambino ha sognato di avere poteri magici e per questo dico grazie a Rothfuss.



PD: Si vede che Patrick ha passato tanto tempo con la creatura che ha creato, l’ha coccolata e perfezionata e risultati si vedono. L’unica nota amara è che è un scrittore molto lento, ( Martin fa scuola!!!! Mannaggia) però se questi sono i risultati sono contento di aspettare, forse chi lo sa, si velocizzerà con il tempo essendo solo uno scrittore DEBUTTANTE ( lo so incredibile vero), io incrocio le dita ma ci credo poco mi sembra che Martin gli fa veramente da modello visto che si conoscono. Mi dispiace della lunga recensione, per chi si appresta a leggere, io di solito non le digerisco, ma era tutto necessario per descrivere le emozioni scaturite da questo fantastico romanzo fantasy.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Martin - E chi come me si è da poco affacciato al fantasy
Trovi utile questa opinione? 
80
Segnala questa recensione ad un moderatore
Storia e biografie
 
Voto medio 
 
4.4
Stile 
 
3.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    06 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

DISCORSI TERZANIANI

Un libro magnifico, pieno delle esperienze di vita di Tiziano Terzani. Reporter d' assalto che ha vissuto diverse esperienze pericolose salvandosi spesso grazie alla fortuna e alla astuzia. Tiziano di certo non ha avuto una vita noiosa. Avventuroso e curioso di natura si è impegnato per tutta la vita a raccontarci la sua amata Asia che con alti e bassi ci è riuscito alla grande. Il libro è molto profondo e intimo come può esserlo solo un libro autobiografico dove vediamo un Tiziano ormai rassegnato alla propria morte, a raccontare al figlio Fosco tutta la sua la vita. Il libro lo consiglio sia perchè racconta la vita di un uomo straordinario sia perchè è un libro molto interessante che descrive l' Asia segreta che Terzani è riuscito a raccontarci e l' enorme sforzo per integrarsi con loro correndo grandi rischi. Uomo colto e di grande introspezione Terzani ci racconta la sua vita senza filtri e censure, facendoci conoscere sia i suoi pregi sia suoi difetti come per esempio la sua passione per il gioco d' azzardo o la "controllata" dipendenza da oppio nel Vietnam. Di sicuro non c'è il rischio che vi faccia sonnecchiare quando lo finirete sarete arricchiti di sapere e di un altro modo di vedere il grande continente asiatico. Se vi piace l oriente Tiziano è l' uomo che fa per voi, grazie ai suoi libri vi farà scoprire: l' ermetica Cina, il Giappone, la tecnologica Singapore, la Cambogia Khmer, il Vietnam, la spirituale India e tante altre ancora. Se leggerete questo libro non potete far altro che adorare quest' uomo istrionico, saggio ed innamorato della vita.

« Ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne. »
(Tiziano Terzani, Anam il senzanome. L'ultima intervista a Tiziano Terzani, Longanesi, 2005) Questo era Tiziano Terzani

Se vi piace vedetevi anche le interviste perchè era uno che diceva la sua e la sapeva dire alla grande.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Libri di Terzani: Una altro giro di giostra, la porta proibita, un indovino mi disse, pelle di leopardo ecc
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Kvothe Opinione inserita da Kvothe    05 Settembre, 2016
Top 500 Opinionisti  -  

L' ORA DEL CHAI

Shantaram è un romanzo basato sulla vita dell’ autore, Gregory David Roberts; un rapinatore tossicodipendente evaso dal carcere australiano di Pentridge, divenendo da quel momento in avanti uno degli uomini più ricercati dell'Australia. Come dichiarato da Roberts il libro è semi-autobiografico, basato su persone e fatti realmente esistiti; ovviamente, per rendere il tutto più appetibile condito da episodi di fantasia. Il libro mi è stato consigliato caldamente da un mio amico, indicandomi Shantaram e manoscritto Q, come i libri più belli che avesse mai letto. Convinto, sono andato a comprato e sono rimasto subito colpito dalla sua mole imponente, ben 1177 pagine. Prendo coraggio faccio un respiro e inizio il libro. Appena finito, dico solo una parola WOW, Che romanzo, un capolavoro della letteratura del xxi secolo secondo me. A questo libro non manca niente, lo stile è fluente e scorrevole; la trama è intrigante e per nulla scontata, ben supportata anche dai flashback del protagonista della sua vita passata. I personaggi sono descritti e caratterizzati molto bene, tutti con una storia alle spalle; fuggiasca, oscura e alcuni misteriosa. I momenti romantici e magici non mancano e rendono il tutto più indiano e stile Bolliwood. La filosofia permea il romanzo con discorsi: sulla condizione umana, su Dio, l'universo, il fato. I dialoghi fra Khaderbai e Lin sono molto interessanti e profondi. Questo romanzo, per me, è un opus magnum, sull’ India è scritto così bene e con tanto amore per questo paese che automaticamente ti viene voglia di partire e scoprire questo paese meraviglioso. Roberts è riuscito nell’ arduo compito, di saper cogliere appieno, con le parole e le esperienze vissute, lo straordinario, contraddittorio e magico mondo indiano. Affrettatevi a comprarlo, non ve ne pentirete, ne vale veramente la pena, fidatevi perché libri così ce ne sono uno su un milione …… vi rapirà l’ anima


L’anima non ha cultura, non ha nazione.
L’anima non ha colore, accento, stile di vita.
L’anima è per sempre.
L’anima è una.
E quando il cuore prova un momento di verità e di dolore l’anima non sa restare immobile.



P.S: Depp ha acquistato i diritti del libro da tanti anni, speriamo che faccia in fretta e faccia un buon lavoro.
Intanto inizio il secondo libro sperando che sia bello quanto il primo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
37 risultati - visualizzati 1 - 37

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'antico amore
La famiglia
Fatal intrusion
Il grande Bob
Orbital
La catastrofica visita allo zoo
Poveri cristi
Se parli muori
Il successore
Le verità spezzate
Noi due ci apparteniamo
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
Corteo
L'anniversario