Opinione scritta da the boy who read
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l'inverno sta arrivando
(SPOILER ALERT)
Come cominciare la recensione di un libro di 800 pagine così denso di significati e di intrecci narrativi al limite della perfezione? Beh iniziamo con il dire che non è un libro adatto a tutti, la violenza che trasuda dalle pagine non è adatta ai deboli di stomaco, stesso dicasi per la costante presenza di scene di sesso. Insomma il libro non è roba per palati fini ma ciò non toglie nulla alle grandissime qualità che questo romanzo racchiude in sè.
Lette le prime 200 pagine la storia non sembra aver nessun elemento innovativo, insomma sembra la solita brodaglia di cavalieri ambientata in un mondo immaginario ma che è molto simile al nostro... nulla di nuovo direte voi, invece anche nelle prime 200/300 pagine si riesce a cogliere un senso di novità proveniente dalla suddivisione in capitoli. Essa è caratterizzata dal continuo cambio di vista, prima vediamo tutto sotto il punto di vista di Eddard Stark, poi passiamo per la moglie,poi per i figli, fino ad arrivare al punto di vista dei cosidetti cattivi: i Lannister. Ciò risulta totalmente innovativo in questo genere poichè eravamo e siamo abituati a vedere il mondo solo tramite gli occhi dei cosidetti buoni mentre qui tale canovaccio non viene seguito anzi.....
Un altro punto a favore di questo fortunato libro anzi saga è la totale assenza di un vero eroe,cioé insomma riusciamo a capire per chi tifare ma nessuno dei personaggi compie atti solo a fin di bene, c'è che rapisce persone,chi uccide,chi sa da ai piaceri carnali insomma tutto ciò porta all'assenza del cosidetto eroe senza macchia. Questo è un elemento di novità poichè possiamo finalmente immedesimarci in personaggi molto umani e nei quali magari ci specchiamo pure,certo sempre facendo riferimento al periodo in cui la storia é ambientata.
Altro grandissimo elemento a favore del libro di Martin sono i personaggi che vengono caratterizzati in modo perfetto e a volte anche in maniera maniacale con tendenze a sottolineare alcuni elementi cardine delle loro personalità. Da qui passiamo direttamente allo stile di scrittura che è molto cristallino nel senso che è leggero e veloce ma é anche prezioso così come un cristallo.
Per concludere vorrei analizzare i 2 punti cardine del libro, la divisione del mondo fantasy e i colpi di scena. Il mondo in cui la vicenda si svolge si chiama Westeross, ove sono situati i 7 regni che fanno riferimento tutti ad unico re, presente nella città di approdo del re. Poi c'è Esteross ove sono situate le città libere ovvero quelle città che non sono sotto la protezione del reame. Poi c'è il mondo oltre la barriera ove si trovano i bruti ovvero una popolazione che discende direttamente dai primi uomini ma che é stata "esclusa" dai 7 regni grazie alla barriera(un muro di ghiaccio alto 700 piedi). Insomma la suddivisione di tale mondo è di alta qualità, certo non raggiunfe vette cone quelle toccate nel signore degli anelli ma non ci si scosta nemmeno troppo.
Passando ai colpi di scena troviamo il vero punto di forza della serie, la totale incertezza delle vicende e il continuo susseguirsi di morti inaspettate(vedi morte di Eddard Stark) e di eventi inattesi(nascita di draghi dopo cento anni dalla loro scomparsa).
Insomma un libro che tesse la sua ragnatela lentamente ma con estrema maestria fino a far cadere il lettore nella trappola e intrappolandolo definitivamente nel mondo creato da Martin
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Fresco come un ruscello e oscuro come un Nazgul
Come ogni buon ragazzo della mia età che si rispetti sono stato introdotto nella Terra di mezzo dalla trasposizione cinematografica del regista Peter Jackson. Non me ne rammarico poichè tale opera è pregna di elementi che vanno ben aldilà della semplice trasposizione cinematografica eppure....Eppure avrei voluto essere "iniziato" al mondo di Tolkien tramite il libro dello stesso. La compagnia dell'anello,lo comprai riluttante in un estate di 3 anni fa e lo lasciai in mensola a prendere polvere per almeno 2 anni e mezzo. Non riuscivo mai ad avere il giusto coraggio per iniziare l'opera magna di Tolkien...ma finalmente dopo tanta riluttanza presi questo volume e lo iniziai a leggere. Jackson è stato bravo oppure un'opera di tale calibro e precisione era impossibile renderla brutta?
Tolkien apre il libro con uno squarcio sulla contea,che è come sempre a dir poco meraviglioso,riesco a vedere i verdi prati lussureggianti dove ogni abitante ama trascorrere il suo tempo. Beh la trama non penso che abbia bisogni di altre ripetizioni, però per quei pochi che non lo sapessero il libro tratta temi che vanno ad affondare le loro radici nella mitologia norrena e in quella bretone. Si parla di cavalieri,di re,di oscuri signori e di oggetti magici tra cui spicca l'unico anello.
Nel attraversare la terra di mezzo mi sono sentito trasportato da due correnti alternate,in certi passaggi mi sentivo sospinto da una brezza leggera e fresca come la voce della moglie di Tom Bombadil ma a volte calavano le nubi e la brezza si trasformava in un vento che ululava e che ricordava a noi tutti l'ombra che aleggia sopra i nostri eroi.
In molti vedono dei collegamenti e dei significati profondi nell'opera di Tolkien ma io non ne vedo nessuno,ciò non vuole sminuire l'opera del maestro inglese ma anzi vuole rafforzarne ogni aspetto perchè non ha secondi fini ma ha solo uno scopo...il raccontare. Raccontare una storia che lega tanti elementi,tanti personaggi,tante mitologie per andare a creare un'unica grande epopea che ormai ha i suoi anni ma che molti scrittori dovrebbero prendere come esempio. Il signore degli anelli-la compagnia dell'anello è un vecchio saggio da cui tutti dovrebbero andare per chiedere consiglio e non per cercarne i significati più o meno velati. E' un saggio che racconta storie che sono in grado di raccontare storie che appassionano generazioni diverse ma che le fanno convergere in questo grande mondo che è la terra di mezzo.
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pianificazione del caos
Oggi vado a recensire il libro che ha reso Roth uno dei maggiori autori contemporanei, infatti grazie a pastorale americana Roth vinse il pulitzer.
Non è facile parlare di pastorale americana perchè il libro è un intreccio di domande poste,di risposte date e non date, di salti nel passato e di salti nel futuro e tutto ciò attraversa la mente e l'anima di un unico uomo ovvero Seymour Levov. La trama si districa tra l'infanzia di Seymour fino ad arrivare in un'età in cui diviene consapevole del destino dell'uomo,del mondo e della storia. Uno penserebbe che questi pensieri colpiscano un uomo in età adolescenziale ma no, Seymour è diverso lui è lo "Svedese" (soprannome affibbiatogli nella gioventù) e questi pensieri lo colpiranno ben più in là ovvero verso la cinquantina. Qui sta il punto del libro, perchè così tardi(domanda a cui, per non cadere in spoiler risponderò solo in parte)? Per quale motivo?(dicasi lo stesso per questa di domanda; queste mie domande vogliono solo essere di incipit a voi futuri lettori per farvi capire a cosa si deve cercare di guardare in un libro di non semplice comprensione) E l'ambiente che lo circonda com'è che cambia?
Iniziamo con ordine, nelle prime pagine ci viene descritto lo svedese nell'ambiente di un quartiere ebraico di Newark dove ci viene mostrato tramite gli occhi del narratore delle primissime pagine del libro ovvero il ormai consueto Nathan Zuckerman. Tramite lui scopriamo di tutto sullo svedese, dalla sue abilità nel baseball( a dire il vero in qualsiasi sport) fino ad arrivare a ciò che legge e non meno importante ci viene mostrata la sua famiglia e l'ambiente in cui cresce.
Tutto agli occhi di Zuckerman sembra idilliaco nella vita dello svedese finchè 50 anni dopo scoprirà della sua morte e scoprirà di come questa celebrità ha vissuto una vita illusoriamente idilliaca e di come un uomo consapevole di avere tutto nella vita scopre che in verità non ha nulla.
Tutto ciò si svolge in una città,anzi un paese, in continuo mutamento. All'inizio ci troviamo in una città senza alcunchè di speciale ma alla fine ci troviamo nel degrado totale e tutto questo va di pari passo con il degrado, con la distruzione che lo svedese affronta nella propria vita. Di spoiler non ne faccio quindi analizzerò i temi che Roth va ad affrontare che sono i più disparati, dalla guerra del vietnam fino all'inconsapevolezza dell'uomo.
Dalla penna di Roth abbiamo una fugace visione della realtà, fugace perchè ogni volta che lo scrittore ci propone un tipo di realtà essa sguscia via, rendendo la realtà ed il mondo che la circonda mutevole, proprio come il destino del suo personaggio e più in generale dell'uomo stesso. Roth non ci dà nemmeno le coordinate per capire quali siano i perchè i motivi di tali cambiamenti, tutto sembra avvenire per volontà del dio del caos. Forse è proprio questo l'elemento che caratterizza il racconto di Roth, il caos sotto ogni forma;che si esplicita a noi in tutti i nostri momenti della giornata, in tutti i nostri momenti della vita, nonostante noi pianifichiamo e ri- pianifichiamo tutto(come lo svedese fà addirittura fin dalla primissima adolescenza) il caos è lì per farci uno sgambetto, per farci cadere nel baratro più profondo, per renderci incapaci di comprendere la realtà che si palesa attorno a noi insomma per preparare anche il più impreparato degli uomini a quella grottesca realtà che viene definita vita.
Tutto ciò Roth lo fa tramite una penna che forse da il suo meglio in questo romanzo, usando uno stile, sia nelle riflessioni sia nel raccontare gli eventi, pesante ma al contempo godibile. In fondo certi temi non possono essere trattati in modo leggero e difatti ci vuole anche un vero maestro per rendere tali temi di facile comprensione anche ai lettori meno accaniti..... Complimenti Roth
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IL MIGLIOR KING
Ah... il miglio verde, che dire di questo libro che a mio parere, fra qualche anno sarà annoverato tra i classici. Insomma forse lo dico perchè sono pazzo o forse perchè, con il senno di poi, questo libro riesce a navigare tra numerose tematiche senza comunque tralasciare la caratterizzazione di ogni singolo personaggio..... persino il topo è caratterizzato divinamente.
Partiamo con ordine; ci troviamo ad ascoltare anzi a leggere le vicissitudini accadute nel lontano 1932 al capo carcerario Paul Edgecombe. Tutto ciò che ci viene raccontato esce fuori dalla penna dello stesso Edgcombe che 60 anni dopo decide di aprire lo scrigno dei ricordi e di trascrivere tutto ciò che rese speciale quell'anno.
Allora ci ritroviamo catapultati a cavallo tra le 2 guerre mondiali e anche se King non fa un minimo accenno a tutto ciò , si riesce comunque a sentire una certa pressione agire sui nostri protagonisti. Tale pressione all'inizio è solo una piccola scintilla nell'oscurità ma man mano che la storia si snoda tra flashback e flashforwards tale pressione aumenta. Forse tutto ciò è una mia impressione ma sapete com'è la lettura di un libro regala emozioni contrastanti ai lettori. Comunque si narrano le vicende successe nel carcere di Cold Mountain e più precisamente nel blocco E, il cosidetto braccio della morte ove si trova Il miglio verde(semplice linoleum che ha il colore di un lime andato a male).
Ora in questo braccio della morte vediamo succedersi alcuni tra i personaggi meglio riusciti a King, tra cui spiccano le figure di Coffey e Bill Warthon. Non ho scelto a caso questi 2 personaggi, perchè essi sono agli antipodi e King li ha usati come simbolo( a mio parere) del bene e del male, di Dio e di Satana..... insomma avete capito. Comunque il primo si rivela essere la incarnazione della purezza, della fragilità e della speranza. Si, è la speranza ciò che Coffey incarna meglio per varie azioni che non sto a raccontarvi per non rovinarvi il libro, comunque durante tutta la durata del libro lui viene definito come opera di Dio. Piccola digressione: io da ateo non riesco a sopportare la trattazione di temi religiosi nei libri ma King lo fa in un modo tale da rendere la questione meno teologica possibile.
Ora tornando ad analizzare i 2 personaggi vorrei soffermarmi su Bill Wharton, che esemplifica il male, esemplifica gli effetti del razzismo sulla società(riflettete bene su questo punto), esemplifica il periodo in cui vivono...ovvero un periodo non solo aggravato dalle guerre ma anche da una crisi economica che incombe su tutta la società e special modo coloro che ne sono ai margini...ovvero gli afroamericani.....Magistrale non c'è che dire.
Ora analizzerò lo stile che a mio modo di dire è degno di IT ovvero il capolavoro stilistico di King, ma non solo in alcune parti questo libro gli è superiore e questo è tutto dire. L'uso del narratore onniscente è una scelta stilisticamente perfetta a dir poco ineccepibile.
Ora per concludere vorrei sottolineare il fatto di come la storia si svolga in 2 luoghi solamente eppure il ciò non risulta opprimente anzi è un punto a favore del libro.
Questo libro è un'esperienza unica e come tale lo consiglio vivamente
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life on mars....
Oggi vado a recensire uno dei migliori besteller americani dell'ultimo periodo ovvero the martian.
In molti si troveranno in disaccordo con me e può andare benissimo ma a me questo libro ha trasmesso emozioni contrastanti e il che lo rende unico nel suo genere.
Iniziamo con il descrivere la trama che si può riassumere così: un uomo viene "abbandonato" su Marte da parte dei suoi compagni di missione per una svista-se così la vogliamo chiamare. In realtà l'astronauta è vivo e vegeto e ora dovrà trovare ogni piccolo espediente per sopravvivere sul pianeta Rosso,nella speranza che la NASA o i suoi stessi compagni si accorgano dell'errore...per far notare ciò il personaggio cercherà di comunicare con la Nasa tramite delle apparecchiature precedentemente inviate su Marte...ce la farà? Come sopravvivrà a questo "inconveniente"? In poche parole questa è la trama che ha ispirato anche l'omonimo film diretto da Ridley Scott
Bene detto ciò posso dire che il libro tratta uno dei miei temi preferiti ovvero la solitudine. Qui viene affrontata in maniera soft, così almeno pensavo io, ma alla fine mi sono accorto è il personaggio che fa rende soft tale solitudine.
È proprio il personaggio il punto su cui più mi vorrei soffermare, infatti esso sopravvive sul pianeta rosso armandosi di..... ottimismo. Si è questo ciò che gli permette di sopravvivere, perchè anche quando sembra scomparire la già flebile speranza di sopravvivere il protagonista si arma di ottimismo,pazienza ed umorismo e risolve il problema. Io essendo una persona di natura pessimista ho trovato tutto ciò incredibilmente affascinante e anche nuovo a dire il vero. Un'altra cosa che viene sottolineata nel libro é l'importanza delle piccole cose, difatti Mark(protagonista) stando su Marte riesce ad apprezzare ogni piccolezza, ogni contatto umano che riesce a creare con la NASA per lui é una gioia.... insomma apprezza cosa da noi ritenute futili, cose come la semplice interazione umana..... altro punto a favore del libro sono il come il protagonista impegni se stesso per venire a capo di ogni piccolo o grande problema, il tutto viene spiegato accuratamente anche con l'uso di teoremi scientifici ed il ciò a volte blocca e rallenta il periodo di narrazione ma nulla di irreparabile.
Una delle cose che viene criticata al libro è il come l'astronauta venga salvato dal governo. Posso capire che lo spendere cifre ragguardevoli per salvare un'astronauta possa essere un pò no sense visto che ci sono milioni di persone che periscono per la fame, ma a mio modo di vedere l'autore voleva solo sottolineare la solidarietà umana. Una cosa che oggigiorno si sta perdendo perchè il mondo è sempre più egoista.... quindi la critica mi sembra anche un pò futile, ma sono opinioni.
L'ultima cosa che voglio analizzare è lo stile, che a mio dire è molto lineare e il ciò con la presenza di formule e spiegazioni scientifiche è molto utile poiché le 2 cose si bilanciano fino a raggiungere l'equilibrio ottimale. Altra cosa che mi ha colpito è la presenza ogni tantum di un narratore esterno ed onniscente.... una vera chicca, poichè il libro è una sorta di raccolta di pagine di diario e quindi il cambio di narratore rende la lettura più interessante.
In definitiva ve lo consiglio assolutamente anche solo per capire da dove proviene la fama dell'ononima trasposizione cinematografica.
"Se un'escursionista si perde in montagna,ci sono persone che coordinano una spedizione di ricerca. Se un treno deraglia, c'é gente che si mette in fila per donare il sangue. Se un terremoto rade al suolo una città, c'è gente che da tutto il mondo invia rifornimenti. Tutto questo è così fondamentalmente umano che si riscontra senza eccezioni di culture."
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grandi speranze nell'ancor più grande realtà
Grandi speranze è il libro "capolavoro" di Dickens e proprio per questa sua caratteristica che l ho letto. In questo libro vi dovete dimenticare di tutti gli Oliver Twist, di tutti i David Copperfield... insomma dimenticatevi il Dickens che conoscevate perchè qui ne vedrete all'opera uno totalmente diverso.
Iniziamo con la trama che tratta il percorso di crescita del giovane Pip; difatti il libro è etichettato come romanzo di formazione. Le vicende di Pip si incrociano con svariati personaggi, tutti con caratteristiche diverse e tutti caratterizzati meravigliosamente.
Il personaggio è diverso da tutti i personaggi Dickensiani difatti non é il solito bimbo eroe anzi dove esso è portatore unicamente di virtùin un mondo di vizi; qui invece il protagonista all'inizio è portatore di virtù ma con l'andare avanti della trama esse vengono sostituite con vizi quali il desiderio di arrichirsi, il desiderio di ribalta sociale..... personaggio chiave nella trasformazione del giovane Pip sarà Estella, che a mio dire é il simbolo delle sue speranze. La ragazza in questione è insensibile e spezza tutti i sentimenti di Pip sul nascere e il protagonista proprio per avere qualche speranza con lei decide di diventare un gentiluomo(certo qui verrà anche aiutato dal fato). Questo suo percorso verrà circondato da ambiente al contempo meravigliosi ma ricchi di malinconia.
Lo stile del libro è sublime con alcune similitudini che toccano picchi di stile altissimo, inoltre lo scrivere dell'autore è pregno di ironia e il che è solo un bene per il libro.
Ora vorrei analizzare un altro elemento in questa storia ovvero l'assenza del cattivo, infatti all'inizio il cattivo potrà sembrare Magwitch ma poi si scoprirà l'animo nobile che esso era, poi potrà sembrare il sign. Pumblechook ma esso a mio modo di vedere è solo lo specchio della società in cui vive, é il simbolo dell ipocrisia e dell'opportunismo. Infine la cattiva potrà sembrare la sig. Havisham ma essa compie le sue malefatte solo perché il mondo le aveva tolto molto e come per uno scambio equivalente essa voleva dare al mondo ciò che esso ha dato a lei. Alla fine comunque compierà un atto di redenzione,che magari non cancellerà il male causato ma la fa ricordare come un personaggio capace di ammettere i propri errori e capace in qualche modo di rimediare..... questa mancanza del cattivo fa vedere come il libro sia molto umano infatti ogni personaggio in sè ha un pò di luce e un pò di ombra..... eccezzionale.
Insomma questo libro è il più strettamenre realistico tra i libri scritti dall'autore ed é denso anche di un senso di disillusione che alla fine riesce anche a far colare qualche lacrima dai vostri occhi. CAPOLAVORO
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ormai uomini
Il libro finale, conclusivo, quello che mette insieme tutti i tasselli e ci mostra quale grande opera della mente umana é Harry Potter. Leggendo i 7 libri uno dietro l'altro si riesce a capire che da semplice undicenne Harry alla fine diventi un uomo. Frase fatta direte voi.... ma è così, spiegherò questo punto più tardi per ora dedichiamoci al settimo e conclusivo capitolo della saga.
Il mio libro, tra i 7, preferito.... il mondo è in preda all'insicurezza tutto è nel caos almeno per quanto riguarda i nostri eroi, difatti i "cattivi" sono organizzatissimi. In tutto ciò silente non cé più e proprio ora che il mondo magico ha bisogno di un leader esso viene a mancare ma..... fidatevi di Harry ecco l'ultima frase lasciata da Silente.
Okay, il libro è un continuo vagabondaggio fdei nostri eroi, ma errando in cerca degli horcrux essi perdono se stessi. Nulla é stabile nemmeno le relazioni umane tra i stessi personaggi..... tutto soggiogato dal caos e dall insicurezza. In tutto ciò, la Rowling ci mostra le sue immense abilità di scrittrice, è proprio in questi momenti di perdizione che abbiamo la vera percezione dell'evoluzione stilistica della Rowling. Non vorrei dilungarmi sulla trama poiché non sono propenso a rovinarvela. Analizzerò invece i tre personaggi principe della saga che mai come in questo libro mostrano le loro debolezze: Harry, un ragazzo tormentato sin dall'inizio, ha subito perdite immense e ciò l ho ha colpito nel profondo. All'inizio della storia dopo (spoiler) la morte di Moody(spoiler finito) cerca di farsi carico di tutto poiché non me può più di veder persone- a cui tiene- crollare una dopo l'altra. Mi piace come la Rowling non mostri Harry come l'eroe convenzionale che cerca di salvare tutti e tutto ma come una persona che segnata dal dolore fin dall'infanzia cerca in qualche modo di evitare altri dolori.... magistrale. Ron invece in questo libro mostra tutta la sua frustrazione nel vivere all'ombra dell'amico, si mostra insicuro, si mostra umano.... e anche le sue reazioni, seppur esagerate, sono umane; é bello comunque pensare che alla fine ritorni per amore e non per fedeltà. L'amore come detto in una mia recensione precedente, è uno degli elementi che permea tutta la saga. Hermione è il personaggio più nella norma, non ha scatti collerici, ed a mio parere è l'elemento cardine del gruppo. É molto toccante come, pur di salvare ed aiutare gli altri faccia un incantesimo oblivion ai propri genitori... molto toccante. Ora vorrei concludere con una mia piccola riflessione sulla saga di HP.
Torno da scuola,entro in camera e trovo.... il primo libro della saga di Harry Potter, questo è l'inizio di un'avventura da me vissuta con trepidazione e tanta tanta gioia. Si gioia perchè all'aprire di ogni nuovo volume di HP provavo solo gioia allo stato più puro.... insomma immergersi in un mondo diverso con dei personaggi così umani é stata un emozione unica. Ho iniziato a leggere HP nell'adolescenza ma nonostante ciò sono riuscito a vivere il tutto con gli occhi di un bambino. Nel primo libro mi sono ritrovato in Harry poichè lui entrava in un mondo nuovo sconosciuto a lui e provava un'ansia incredibile. Mi ci sono ritrovato perchè anchio sono venuto da un altro continente e mi sono trovato un mondo nuovo e ame sconosciuto e con addosso un'ansia incredibile...... é stato bello notare questa similitudine tra me ed HP.
Che esperienza è stata leggere questa saga, ogni volta tornavo bambino e desideravo tanto iscrivermi alla scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts.
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Felix Felicis
Mi appresto a recensire il sesto e penultimo libro di una saga ormai divenuta leggenda. Iniziamo con il dire che in questo libro usciamo dalla visuale di Harry poichè riusciamo anche a vedere ciò che lui non vede. Sembra una cosa da niente ma è una grande novità in questa saga. Il primo capitolo si apre con l'incontri tra i ministri del 2 mondo e il ciò l ho trovato fantastico oltre che confusionario. Fantastico perchè- anche se per breve tempo- i 2 mondi entrano in contatto ed è una pura delizia sentire i 2 ministri conversare sui problemi dei 2 mondi e che alla fine sono gli stessi. Ciò-secondo me- é una metafora che sta a significare che nonostante ci siano grandi avversità che ci dividono i nostri problemi sono un tutt'uno e vanno risolti con la cooperazione. Fatto questo escursus voglio spiegarvi il perchè il capitolo é confusionario. Lo è perchè mette sempre più in confusione il rapporto tra i 2 mondi e non cè bisogno di spiegarvi il perché.
Ora passiamo ad analizzare lo stile che-per fortuna- non ha subito alterazioni dal quinto capitolo ed il che è un bene per far mantenere un senso di continuità ad un'opera.
Altro punto su cui mi vorrei focalizzare è la forza che viene data al ricordo. Difatti questo libro è basato quasi totalmente sulla forza del ricordo e sugli effetti che può avere sul nostro presenta. Nulla di più sublime poteva essere trattato in una saga che oramai aveva toccato tutti gli argomenti trattabili. Un altro punto a favore va dato a questo libro per l'evocatività di certi capitoli; magari sembra scontato ma riuscivo ad immaginarmi il fluire delle scene come se dentro la mia mente avessi un proiettore e questo riuscisse a trasporre le immagine/scene davanti ai miei occhi. Incredibile....
Ora di solito analizzo i nuovi personaggi introdotti ma vorrei più soffermarmi su quelli già "esistenti". Voldemort.... cosa dire se non che èil protagonista principale del libro, infatti tramite il pensatoio riviviamo, tramite silente, vari periodi della vita di Voldemort. Mi era sempre piaciuto pensare che all'inizio Voldemort fosse un'anima innocua ma..... aspettative deluse, perchè seppur mostri un briciolo di rispetto nei confronti di silente-al loro primo incontro- si riesce a capire quale anima malvagia essa sia.... poi con lo scorrere dei ricordi Voldemort diventa più subdolo fino a diventare un alunno modello... sembra un paradosso ma leggendo capirete. Altro personaggio che vorrei analizzare é Horace Lumacorno, che a mio dire é il personaggio più umano di tutta la saga, si fa raggirare dai complimenti di Voldemort e suvvia non cè da fargliene una colpa perchè a chi di noi non piace essere adulato? Nonostante ciò ha la possibilità di riscatto e anche se riluttante all'idea-cosa comprensibilissima- alla fine riesce a redimersi ...... insomma il personaggio meglio riuscito alla Rowling.
Vorrei spendere una parola per la pozione della fortuna, che a mio dire è la ciliegina sulla torta poiché essa oltre a essere dificilissima da preparare ha un efetto non proprio dei più longevi..... come se la Rowling ci stesse dicendo, bisogna faticare per raggiungere il nostro obbiettivo e quindi la felicità con esso ma quest'ultima non sarà duratura e quindi bisogna sfruttare quel momento al massimo.... Strabiliante
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"I must not tell lies"
Si è finalmente arrivati al quinto anno ad Hogwarts e.... nulla é più come prima. La scuola vive sotto un periodo di terrore ed insicurezza, le istituzioni cercheranno di riportare calma ma falliranno più che mai. Insomma é un anno di stravolgimenti alla scuola di magia e di stregonera di Hogwarts.
Ci viene subito messo in mostra come il ministero ritenga Harry un bugiardo e di come non voglia credere al ritorno di Voldemort, sulla trama non mi dilungo poichè non vorrei rovinarvi nessun colpo di scena e credetemi se vi dico che ce ne saranno molti e sin dall'inizio.
Parto subito con l'analizzare lo stile che finalmente ha fatto un salto in avanti, i periodi si fanno via via più lunghi e via via più complicati. Nonostante ciò questo miglioramento non va ad inficiare sullo scorrere della trama. Dimenticavo, anche i dialoghi sono sempre più meglio articolati. Comunque insieme allo stile vediamo crescere i personaggi. Proprio in questo libro vediamo come i problemi di un adolescente possano avere effetti negativi sul suo carattere e di fatti Harry sembra avere "il ciclo"(passatemi il termine) lungo tutta la durata del libro. Nonostante ciò devo dire che la Rowling ha saputo fare un ritratto dell'adolescenza piuttosto realistico.... solo complimenti.
Ora possiamo alla nota dolente del libro ovvero la lentezza nella parte centrale che a mio dire è l'unico momento lento di tutti e sette i libri.
Comunque in generale le 800 pagine passano come nulla quindi il libro nonostante alcuni parti lente e le numerose pagine non risulta pesante da leggere.
Passo ora ad analizzare i personaggi introdotti in questo quinto capitolo, sono Bellatrix e Dolores Umbridge. Sulla prima ho poco da dire se non che é il ritratto della pazzia e niente più. La seconda invece è quella che mi interessa poichè rispecchia l'incapacità delle nostre autorità a mantenere sotto controllo una popolazione sull'orlo della crisi. Mai personaggio rispecchia il momento attuale della nostra società.
Insomma questo sarà anche il libro meno scorrevole tra i 7 ma ha molti elementi interessanti quali uno stile di scrittura di un certo livello, trattazione di temi interessanti e l'introduzione di personaggi altrettanto interessanti.
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uomini straordinari
Oggi mi appresto a recensire uno dei grandi capolavori di Fedor Dostoevskij, ovver delitto e castigo. Inanzitutto inizio con il dire che é un libro a dir poco impegnativo, non é un libro da leggere così.... ci si deve rimuginare sapere, si deve assorbire il concetto dietro ogni frase, parola,lettera. Detto ciò parto subito con l'analizzare il tutto, ovvero la storia. Essa non è l'elemento chiave per apprezzare delitto e castigo poichè essa si può riassumere proprio con il titolo stesso. Nonostante ciò essa offre dei spunti interessanti come San Pietroburgo.... si la città è "caraterrizzata" così bene che si riesce a sentire il lercio di cui é piena. Inoltre essa è un ambiente claustrofobico che a volte viene da pensare che Raskolnikov è stato costretto dalla città a fare ciò che ha fatto. Contnuando a parlare della storia possiamo vedere come l'arrivo di nuovi personaggi stravolga totalmente l'andazzo della trama..... veramente sbalorditivo.
Ora analizzerò i personaggi ovvero i veri elementi d'interesse del libro, essi sono il simbolo del male, del bene, della luce, dell'oscurità insomma più che persone sono dei simboli. Certo viene analizzato più che altro Raskolnikov ma non mi sento di dargli il ruolo di protagonista indiscusso poiché anche Sonja, Razmuchin e persino il commissario hanno un ruolo fondamentale. Inoltre non tutta la storia è incentrata su Raskolnikov ma ci sono molte sottotrame interessanti.
Ora parlo del significato della trama che é incentrato sulla religione perché essa é vista come ancora di salvezza per l'animo umano, anche un animo torturato e dilaniato come quello di Raskolnikov.
P.s. molto interessante la teoria di Raskolnikov, molto superomistica ma veramente interessante... insomma questo libro ha anche grandi tratti di riflessione filosofica... ma anche in generale il libro offre spunti di riflessioni veramente interessanti
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prior incantatio
Eccoci arrivati al quarto libro. Libro,questo, che ci introduce alle tonalità più dark della saga di Potter.
La scrittrice qui inizia un profondo scavo nella psiche dei nostri personaggi e il che è solo un punto a favore della Rowling. Lo stile, in generale, rimane invariato anche se la Rowling inizia a darci mostra delle sue capacità da scrittrice..... Nonostante ciò traspare sempre freschezza nel suo modo di scrivere.
Passando al libro vero e proprio, come già detto questo é un libro avvolto da un alone di dark, infatti harry avrà sempre la minaccia del ritorno di Voldemort ma in questo libro questa minaccia non è più un presagio ma sembra la realtà. Tale elemento non va ad inficiare sullo scorrere della trama poiché saranno pochi i momenti in cui questo problema graverà su Harry. Quei momenti saranno caratterizzati da un nuovo elemento.... il sogno(non vi anticipo altro). Altro punto chiave del romanzo è la crescita che qui ,nel mio modo di vedere, è ben rappresentata dalle 3 prove, poiché Harry ogni qual volta supera una prova ha qualcosa di nuovo nel suo bagaglio delle esperienze e delle conoscenze.... l'ultima prova in particolare lascerà qualcosa ad Harry di cui non sarà facile dimenticarsi ed infatti le conseguenze della prova le potremo ritrovare anche nel libro successivo.
Insomma questo è un libro fondamentale per le avventure del giovane maghetto, un volume in cui la parola chiave è novità, ciò non vuol dire che sia una cosa solamente positiva... come poi scoprirete leggendo il libro. Ma sono molteplici le novité stilistiche e concettuali che questo libro introduce. Per non parlare ovviamente dei nuovi personaggi introdotti in questo capitolo.
Vorrei spendere 2 parole su 2 personaggi che non hanno la giusta attenzione nei film ovvero Dobby e Sirius. Il primo viene del tutto dimenticato nella trasposizione cinematografica mentre nel libro é molto più devoto ad Harry e molto più riconoscente per averlo liberato e cerca,difatti, di sdebitarsi in tutti i modi. Il secondo sul film cè ma non ha l'aspetto paterno che nel libro ci viene mostrato, infatti pur di essere di conforto ad Harry Sirius rischierà la sua stessa libertà... un gesto molto paterno che ahimè nel film non cè e quindi non rende giustizia al personaggio.
Un'altra cosa che viene trattata è l'amore.... è proprio questo elemento che permea l'intero libro per non parlare dell'intera saga. Qui i nostri personaggi iniziano ad avere le loro prine cotte, interessante anche il modo in cui è gestito il rapporto Ron Hermione..... ma poi ci sono tanti altri tipi di amore che intercorrono tra personaggio e personaggio, tutti amori diversi ma che alla fine vanno tutti a formare un'unica grande barriera contro il male che incombe.
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Niente è come sembra
Oggi mi accingo a recensire uno dei migliori capitoli della saga di harry potter, ovvero il prigioniero di azkaban. Questo è un libro molto particolare perché Hogwarts perde quella sua luce,spensieratezza che ritroviamo nei primi 2 capitoli; infatti le ambientazioni iniziano a farsi sempre più dark cosa che in futuro contraddistinguerà la saga.
Vorrei soffermarmi sullo stile(come sempre), la Rowling nonostante il terzo capitolo riesce a mantenere una freschezza e ampiezza che in pochi riescono a pareggiare. Qui vengono meno le sue abilità descrittive, qui la Rowling è più una narratrice e che sublime narratrice. Infatti piuttosto che decrivere oggetti la Rowling si focalizza sul raccontare le vicende attorno ad Harry Potter. Tutto ciò é un punto a favore almeno a mio dire.
Altro punto su cui vorrei soffermarmi è la storia. La trama è ben articolata,piena di colpi di scena, ricca di nuovi personaggi.... insomma un mix perfetto. Con questo terzo capitolo Harry Potter perde quel suo aspetto "bambinesco" per passare a trattare temi più maturi quali l'ingiustizia,il razzismo,la lealtà ecc....
Insomma finalmente la saga di Harry Potter fa il definitivo salto di qualità, grazie ad un capitolo ricco di nuovi elementi che faranno impazzire i neofiti e i fam della serie.
Un'ultima analisi la vorrei dedicare ai personaggi, infatti in questo terzo volume entrano in scena personaggi destinati a rimanere nel cuore dei lettori. Una menzione la merita Remus Lupin che a mio dire è la prima figura paterna che Harry si ritrova ad Hogwarts e il che per il nostro eroe è solo un bene. Veramente un libro degno di nota dove vengono anche introdotti nuovi oggetti magici quali la mappa del malandrino..... e poi per non parlare di fierobecco l'ippogrifo. Insomma ci sono tutti gli elementi per una lettura appassionante.
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Chi ben comincia è a metá dell'opera.....oppure no
Libro ampiamente sopravvalutato... mi era stato riferito che questo era il capolavoro di Delillo, il capolavoro del post modernismo, mai trovato più in disaccordo.
Certo lo stile è qualcosa di incredibile, ti lascia di stucco. Delillo infatti ha una spiccata dote descrittiva che emerge sopratutto nel primo e ahimè, unico meraviglioso capitolo. L'unico capitolo che è riuscito a fare un affresco dell' America del periodo.... veramente magistrale.
Passiamo alle noti dolenti: il libro per 500 pagine mi ha annoiato e basta, sciapo, senza uno straccio di senso, insomma descriveva la vita dei protagonisti.... e niente più. Ma ciò che manca è la palla, palla che dovrebbe essere protagonista della storia quando in realtà è quasi del tutto assente. Un'altra cosa che manca è l'America ovvero l'altra protagonista del libro, si ci sono dei cenni ma soltanto dei cenni.
Parliamo dei personaggi, tutti pieni di dilemmi, di problemi, pieni di scelte che dovrebbero fare ma non fanno e non si sa bene il perchè.
Spezzo una lancia in favore del libro perchè possiede dei momenti alquanto evocativi e di questo a Delillo ne dò atto ma per tutto il resto.....
Insomma qui vedo gente dare 5 stelle su 5, forse sono io che non ho afferato del tutto il libro o forse il contrario.... sinceramente non so. Resta il fatto che é un libro molto pesante e che per la prima volta non sono riuscito a finire un libro. Si ho letto 550 pagine ma poi mi sono arreso
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sono le nostre scelte a far di noi ciò che siamo
Immaginatevi un ragazzo ancora non "iniziato" alla lettura e che non ha intenzione di entrare in questo mondo. Poi un giorno chiede alla sorella di andare a prendergli in biblioteca un qualsiasi volume della saga cinematografica che di recente ha visto. Dopo una o 2 ore la sorella ritorna con il secondo libro della saga,il ragazzo prende quel libro lo apre e inizia a leggere e BOOM.... Amore,amore a prima vista.
Questa è più o meno la mia storia inerente a questo secondo capitolo della saga di J.K.Rowling. Una storia che ancora oggi ha un che di magico e che mi emoziona sempre nella sua semplicità. Non ero ancora in grado di recensire un libro ma oggi che ne ho la possibilità proverò a trasformare le emozioni di quella prima lettura in inchiostro. La Rowling mi catturò subito con quel suo stile semplice ma che riesce ad avvinghiare il lettore,anzi incatenare il lettore al proseguio della trama. Ah...... la Rowling mi fece innamorare di ogni dettaglio che guardando il film avevo reputato superfluo. Certo a distanza di anni noto come lo stile della scrittrice non possegga certe qualità che contraddistinguono le mie letture odierne ma al tempo era come immergersi in una fontana che trasudava vita...la vita e le avventure di Harry Potter. In questo secondo libro il giovane Harry è alle prese con elementi che iniziano a delineare gli elementi più dark della saga,il basilisco,la morte e quei sussurii spaventosi che altri non erano che la voce del basilisco...BRIVIDI. Ora so perfettamente che tra tutti i libri questo è il meno completo poichè si basa sullo stesso canovaccio del libro precedente ma squadra che vince non si cambia. A mio parere è inferiore persino al primo poichè perde un pò di magia ma ciò non ne rovina assolutamente la lettura. Certo mi aspettavo una evoluzione stilistica che purtroppo non avviene. Ci sono molte critiche mosse a questo libro da parte dei fan e una di queste è quella di essere troppo infantile....ma per un dodicenne(che sarebbe l'età a cui la scrittrice cerca di rivolgersi) non vi potevate aspettare certo temi troppo pesanti. Comunque viene trattato anche il tema del razzismo e del classismo e per un libro considerato infantile non è poi così male. Concludo dicendo che forse questo è il libro che meno preferisco della saga ma è quello a cui devo tutto....ma proprio tutto,senza di esso oggi non leggerei certo Proust e Calvino quindi grazie infinite Joanne Rowling...ti sarò per sempre debitore per ciò in cui mi hai introdotto ovvero il magico e meraviglioso mondo della letteratura.
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Macondo e la famiglia Buendìa, due storie un final
Oggi vado a recensire in assoluto il mio libro preferito. Scritto dal premio nobel Gabriel garcia marquez questo romanzo narra delle vicissitudini della famiglia Buendìa, raccontando le loro vicende tramite molteplici generazioni.
Il libro è intriso di realismo magico ed è un romanzo che ha rilanciato la letteratura latino americana in tutto il mondo.
Lo stile è assolutamente sublime, a tratti ci sono dei periodi abbastanza lunghi ma nel complesso il libro si lascia leggere. Non è però uno di quei libri che ti divori,perchè questo romanzo va assaporato parla per parola, capitoli per capitolo fino ad arrivare all' epilogo. Su quest'ultimo mi vorrei soffermare perché é qui che viene rappresentata la solitudine della famiglia Buendìa e di come ogni generazione alla fine torni all'inizio della precedente. Insomma è una sorta di cerchio che si ripete ogni volta e l'elemento fondamentale che lo contraddistingue è la solitudine.
Figure centrali nel racconto di Marquez sono le donne che sono le uniche persone, nel libro, che hanno una forza tale da tenere in piedi la baracca fino all'amaro epilogo.
L'universo creato da Marquez rappresenta i popoli latino americani ed infatti gli stessi popoli hanno eletto tale romanzo come romanzo che in 300 e più pagine delinea tutte le cartatteristiche del popolo sud americano.
La cosa che, dopo tutto ciò che ho detto, mi ha colpito di più sono i momenti in cui cè l'unione tra il surreale ed il reale, come quanda nella morte del capostipite dei Buendìa piovono fiori dal cielo come se fosse una cosa del tutto normale.... assolutamente incredibile. Non cé una netta distinzione tra fantasia e realtà qui è un tutt'uno dove i 2 elementi vengono miscelati alla perfezione.
P.s. Nel libro vengono trattati eventi realmente accaduti, non a caso il libro riprende molte delle caratteristiche del romanzo storico, di cui il maestro indiscusso è Manzoni
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the boy who lived
Il primo libro è e rimarrà la mia prima esperienza letteraria, mi ha introdotto nel più bel mondo di tutti ovvero quello della lettura. La cosa che più mi ha colpito di questo libro è lo stile. Si,é semplice a dir poco ma riesce a catturare grandi e piccini. La Rowling é una maga delle descrizioni ,nelle quali riesce a far emergere tutto il suo talento. Ogni luogo, ogni oggetto é descritto minuziosamente senza però rallentare il periodo di narrazione.
Questo è un libro di presentazione di tuti i luoghi e di tutti i personaggi della saga ed infatti ritengo questo un libro per introdurre i babbani nel mondo dei maghi. I contenuti non sono eccelsi perchè è solo un libro di presentazione e niente più, anche se si iniziano a trattare alcuni dei temi fondamentali della saga come l'amore, la paura della morte(spoiler) infatti Voldemort o chi per lui, pur di rimanere in vita fa qualsiasi cosa anche togliere di mezzo una creatura purissima come un unicorno.(spoiler finito).
Insomma in soldoni questo non è il miglior libro della saga poiché i temi trattati sono quasi fiabeschi, in più la trama è più semplice rispetto agli altri 6 libri anche se non mancano colpi di scena; eppure é il libro a cui sono legato di più, non il mio preferito ma quello a cui sono più legato perchè qui inizia il fenomeno letterario degli ultimi decenni.
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