Opinione scritta da AngieJ

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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    29 Mag, 2020
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Un cerchio che non riesco a chiudere


L’amore che ci disegna Màrquez è un amore prorompente, travolgente, disarmante. La sua lancia trafigge il giovanissimo Florentino Ariza e vi rimarrà incoccata nella sua carne fino al riposo eterno: ma non è la lancia dell’amore passeggero, di più amori cartavelinati, nonostante Florentino sperimenti un numero discreto di legami, ma è la lancia di quell’amore, che ti colpisce quando sei impegnato a studiare le circonferenze degli uccelli nel cielo, a contare i secondi di vita già trastullati nella tristezza, a mangiare lentamente la fetta di noia che un nuovo giorno ti sta servendo sul tavolo della tua esistenza. Florentino si abbevera a questa fontana riverberante, si incensa ogni giorno di questo profumo invadente, sguazza ad occhi spalancati nella granitica convinzione che il suo amore, mai dischiuso e mai fattosi carne, un giorno potrà incendiare con la sua miccia una caterva di legna come mai gli è stato concesso. Dall’altra parte del fiume, dall’altra parte del sole, Fermina Daza lo osserva struggersi per lei, tasta nel buio di fogli madidi d’inchiostro la sua follia, annusa nelle strade assolate la puzza di un uomo che per una sola donna ha fatto a pezzi la sua vita, ha frullato il suo futuro, ha incenerito ogni via di fuga. Fermina guarda Florentino avvizzirsi sotto la cenere della loro vecchiaia e ogni giorno firma sorridente la sua condanna: no, non ha rifiutato Florentino perché suo padre glielo ha impedito; e nemmeno perché ha sposato un altro uomo; lo ha rifiutato perché ogni sua cellula ha scelto, ogni giorno della sua vita, di farlo.
Fino a quando, nell’ultimo tramonto dell’ultima sera, il sole decide di lasciar spazio alla luna un attimo più tardi, per illuminare, per quell’unica e brevissima volta, due figure indistinguibili su una barca. In un attimo che, per un uomo distrutto, durerà per tutta la vita. Perché è per tutta la vita che, quell’uomo, è stato a vegliare, in silenzio, in attesa che accadesse, in attesa che la morte si rivelasse dolce e si prendesse la rivincita su una vita dilaniata, scuoiata da un mostro chiamato Amore.
L’amore ai tempi del Colera è un romanzo scritto da un Marquez che si rivela un egregio maestro nell’arte della scrittura. Finemente ricucito in ogni sua parola, in ogni sua riflessione, racconta una storia lunghissima, costruendo due personaggi perfettamente definiti. Ma il lettore, forse con una punta di delusione, si chiede quando e se mai arriverà ciò che sta aspettando sin dalla prima pagina: non sa esattamente definire cosa, ma sa che è in attesa di qualcosa, che non arriverà mai.
All’intelligenza grigia, il romanzo quadra alla perfezione. Ma è il cuore del lettore che, forse, si preparava a divampare in un milione di battiti ma, invece, rimane con un libro in più sugli scaffali e un’emozione che si pensava, fino alla fine, potesse esplodere. Ma resta lì, assopita, e poi si addormenta. Per sempre.

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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    06 Gennaio, 2017
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Il mio più grande ni

E' difficile, per me, come poche volte fino ad ora, recensire un libro... perchè è una di quelle storie dal sapore dolce di un amore genuino e disinteressato, è una di quelle storie che riescono a costruire città, cieli stellati, anime colme di sogni e speranze, che non sono più parti di un libro, ma diventano vite, storie, attimi che escono dalle pagine per farsi esperienza vissuta nell'animo del lettore.

E' la storia di un uomo di beni materiali "teoricamente povero", di sogni "praticamente ricco": il Sognatore. Respira l'anima di Pietroburgo e in essa vive, trascorrendo giorno e notte, costruendo mondi immaginari, storie che coronano attimi eterni di felicità. Sogna e dei suoi sogni si ciba, grazie ai suoi sogni non pensa all'incocludenza della sua vita, crede ed è sicuro di avere tutto e non poter desiderare nient'altro.
La sua vita inizia a colorarsi di una nuova sfumatura quando incontra Nasten'ka, giovane e amabile ragazza legata (nel vero senso della parola) alla nonna: tra discorsi e passeggiate le loro vite iniziano pericolosamente ad allacciarsi.

Il finale è struggente, inaspettato, demolisce un sogno che si configurava all'orizzonte: è lo specchio perfetto di quell'amore che tutti abbiamo provato nella vita. Nato alla fioca luce della piacevolezza del primo sguardo, esploso all'unione delle due anime e poi frantumato sotto i piedi, in quel secondo che non ammette repliche.

Un piccolissimo libro, poche pagine per godersi un piccolo sogno, lettura sicuramente apprezzata, eppure (non me ne vogliano gli ammiratori accaniti), c'è qualcosa che mi è mancato. Sarà l'amarezza di un amore appassito o forse la triste convinzione che Nasten'ka siamo un pò tutti noi...

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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    06 Settembre, 2016
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La soglia dell'amore

Nella recensione della mia edizione di "Anna Karenina" c'è scritto: "Anna Karenina non è sorretto da nessuna chiave di volta". E credo che questa piccola frase sia il senso di tutto il romanzo e la chiave per capire che non si tratta di un semplice libro, ma di una storia meravigliosa che è un capolavoro, una trama finissimamente intessuta dal genio di Tolstoj: perchè sì, solo un genio può partorire qualcosa di simile.

La trama, fondamentalmente, è molto semplice: Anna Karenina, donna straordinariamente affascinante e intelligente, giunge alla consapevolezza che il suo matrimonio con Aleksjéj Aleksàndrovic' (un uomo che si rivelerà ammirevole, sotto ogni punto di vista) è sempre stato un fallimento. E lo scopre, perchè tutto il suo amore più spassionato inizia a riversarsi presto verso il conte Vrònskij, un personaggio che, personalmente, ho amato alla follia. Vrònskij matura per lei lo stesso sentimento e abbandona il corteggiamento di Kitty, ragazza squisita, che a sua volta lo amava perdutamente e che, per lui, aveva rifiutato la richiesta di Lévin, una sorta di imprenditore di successo. Lévin è il personaggio che Tolstoj aveva scelto per parlarci di sè stesso: sempre combattutto dai suoi dilemmi personali sul raggiungimento del suo scopo, realizzare la sua vita nella maniera che lui riteneva perfetta, e follemente innamorato di Kitty, un amore combattuto e difficile ma che, alla fine, trionferà.
Anna lascerà il marito e l'amatissimo figlio per vivere la sua nuova vita con Vrònskij e la figlia che avrà da lui,sempre rifiutata,, mentre Lévin sposerà Kitty, che inizierà ad amarlo, superata la delusione dell'amore per Vronskij spezzato dall'incontro di quest'ultimo con la bella Anna.
Ma cosa succederà è imprevedibile e Tolstoj sarà abilissimo a confezionare nel lettore la più ferrata delle certezze: le loro, sono vite comuni e allo stesso tempo straordinarie, mescolate da quell'amore che è folle e disinteressato, che si spinge oltre fino all'impensabile.

E' un libro complesso, studiato, articolato fino al dettaglio: può sembrare a volte, lento e frenato in alcuni tratti, ma l'incalzare della storia lo rende inequivocabilmente meraviglioso.

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Jane Eyre, La signora dalle camelie
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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    27 Agosto, 2016
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Un viaggio spirituale

"L'Alchimista" è un libro non convenzionale, una sorta di fiaba, un tripudio di pillole di saggezza, una storia complessa e a tratti incomprensibile: è un'esperienza che ti lascia senza parole e che, nel bene o nel male, sarà pressoché irripetibile.

È la storia di Santiago, "il ragazzo", che da semplice pastorello, inseguirà la realizzazione della sua Leggenda Personale, una sorta di missione, di ricerca dello scopo finale. Farà diversi incontri, esperienze, a volte le une concatenate alle altre, altre volte a sè stanti, isolate, che alla fine del libro non trovano ancora la loro collocazione.

C'è una sorta di spiritualità e misticità in questa fiaba (penso che sia questo: nè un racconto, nè un romanzo), si coglie quasi l'intenzione di raggiungere Dio, che sembra assumere ogni volta tratti diversi. Sicuramente il tratto più bello è quello dell'Amore, genuino, forte e travolgente: Coelho riesce troppo bene nell'avvolgerlo con le sue parole e nel far brillare di esso tutta la storia.

Ma non nascondo che il fine ultimo di questa storia mi è ancora ignoto. Se questo libro ha la sua Leggenda Personale, non sono riuscita a coglierla.

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AngieJ Opinione inserita da AngieJ    15 Agosto, 2016
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...Infin non avrà più senso dire: domani.

"Se questo è un uomo" è la storia di un uomo speciale: prima dell'esperienza nel Lager, del racconto degli stenti e delle fatiche, dei profili degli amici incontrati, delle riflessioni sulla vita che scorre inesorabile e che potrebbe smettere di farlo tra un battito di ciglia e l'altro, "Se questo è un uomo", è la bellissima (sì, bellissima) storia di un uomo. Di Primo Levi.

E tutto questo è fantastico, bizzarro e sorprendente allo stesso modo: perchè nonostante i suoi sforzi di far capire a noi, figli dell'era moderna che mai potrà inalare la più grande tragedia, forse, potrà solo perpetrarne la memoria, che nei campi, gli uomini, non c'erano più, che erano solo Haftlinge (cme Primo spesso ricorderà), cose, numeri, oggetti sviliti dalla ferocia umana, più mi sforzo di convincermi che "Se questo è un uomo" è il monito che ricorda che , in Primo Levi, riconosco un grande uomo.

Un uomo riuscito a mettere da parte la sua sensibilità, a calare la maschera della larva che volevano diventasse, a "sapersi organizzare", a far finta di seguire ogni regola; un uomo perfettamente consapevole del suo deperimento quotidiano, ma con un cervello frizzante che pesca dai ricordi maledetti ora la Divina Commedia, ora le formule chimiche su cui a Torino lavorava e che nel campo gli torneranno utili.

Primo Levi era uno dei tanti, italiano torinese laureato in chimica, un numero "grande" (cioè uno degli ultimi arrivati) prima, un numero "piccolo" dopo, uno dei migliori e più conosciuti, sino all'alba dl 27 gennaio 1945. Uno che riuscirà, nonostante il freddo paralizzante, la fame ottenebrante e la malattia-carnefice, a destreggiarsi, ad arrangiarsi, a difendere la vita, con l'arte dell'accontentarsi, ricordandosi di smettere di pensare e sforzandosi di non capire.

"Se questo è un uomo" è uno di quei libri che fanno rivoltarsi nel letto, che ti impediscono di addormentarti subito, che ti fanno mangiare tutto sino all'ultimo boccone. E' una lezione di vita. E' una storia, niente di più, niente di meno: ed è proprio la semplicità e la freddezza di spirito con cui sbatte in faccia questa dura realtà, che lascia senza parole. E sarà stato proprio questo l'effetto sperato.

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