Opinione scritta da Francesco.3.96
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Il male è banale
“Le azioni erano mostruose, ma chi le fece era pressoché normale, né demoniaco né mostruoso.”
Questo libro nasce con l'intento di riportare il processo effettuato ad Eichmann, appartenente al Reich, fuggito al termine della guerra e successivamente catturato per essere processato.
Quali erano le particolatà di quest'uomo? In realtà si trattava di una banalissima persona, senza un gran carattere per poter rifiutare un ordine, o almeno decidere se una determinata azione possa essere buona oppure no.
Lui era semplicemente, il migliore per quanto concerne l'organizzazione degli orari dei treni, utilizzati per le deportazioni.
Che fossero merci, bestiami, o persone poco importava. Lui doveva semplicemente organizzare i treni.
Nulla di più.
Tra le righe di questo saggio della Arendt, si possono trovare parti tratte dal processo stesso, ma condite con i ragionamenti della stessa autrice, che vanno a toccare i più disparati argomenti.
Tra le tante mi ha colpito un ragionamento, legato alla funzione del processo stesso:
“Qui si devono giudicare le sue azioni, non le sofferenze degli ebrei, non il popolo tedesco o l’umanità, e neppure l’antisemitismo e il razzismo.”
Infatti questo processo, per molti aspetti, aveva preso la via "sbagliata" ovvero quella del dover per forza far pesare tutto ciò che era stato compiuto, senza in realtà andare ad analizzare effettivamente le colpe per le azioni compiute dall'imputato.
Il tutto portando alla creazione di una sorta di "spettacolo" per giornalisti.
Oltretutto, per una persona mediocre come Eichmann, può risultare accettabile l'affermare che le azioni compiute erano state ordinate dai superiori? Perché in questo caso, chi può decidere che sia giusto rischiare la propria vita, o comunque rovinare la vita alla propria famiglia (ovviamente trovandosi nelle alte cariche, rifiutare di eseguire un ordine nel regime nazista non poteva portare a conseguenze positive)?
Infine voglio chiudere questa recensione per sottolineare quanto disarmante sia, il leggere queste pagine e mano a mano accorgersi del fatto che, in realtà, Eichmann sia una normalissima persona. Uno che potrebbe essere chiunque, io per esempio o tu che stai leggendo queste mie righe.
Il male, in fin dei conti, non viene solamente creato da persone che una qualche devianza mentale, spinte da odio verso razze o situazioni sociali. Il male è anche creato da persone normali, che se ne rendano conto oppure no.
Concludo consigliando a tutti di leggere questo titolo, perché è importante conoscere ciò che è successo. Soprattutto però è importante vedere da un punto di vista differente la situazione, perché non tutti coloro che hanno reso possibile uno sterminio del genere, erano per forza malvagi.
Ma come sempre, l'importante è ricordare, per cercare in tutti i modi di evitare che situazioni del genere possano anche in futuro ripetersi e questo libro fornisce enormi spunti di riflessione per poterci creare un'idea personale, o comunque approfondire l'argomento del nazismo (quasi abusato) ma anche secondo un punto di vista differente.
“I vuoti di oblio non esistono. Nessuna cosa umana può essere cancellata completamente e al mondo c’è troppa gente perché certi fatti non si risappiano: qualcuno resterà sempre in vita per raccontare. E perciò nulla può mai essere praticamente inutile, almeno non a lunga scadenza.”
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Revisionare
Perché un titolo del genere come inizio di questa recensione? Beh perché revisionare è l'atto fondamentale quando si decide di prendere la via della scrittura. Per Raymond Carver questa parte del processo creativo è la più importante e permette allo scrittore di arrivare alla perfezione nella scrittura di quel testo, in quel determinato momento.
Sulla base di spiegazioni che vanno a indicare la soluzione a diversi problemi nella scrittura, almeno secondo il pensiero e la visione di Carver, si sviluppa questo testo. In realtà però questo testo è qualcosa di più, va a dare al lettore uno spiraglio su sensazioni ed eventi della vita di Carver.
Leggendo è facile immaginarsi seduti nella lavanderia a gettoni insieme allo scrittore, oppure in una delle aule in cui teneva i corsi di scrittura creativa.
Il libro è un susseguirsi di informazioni fondamentali da seguire per poter scriver bene, infatti come tanti altri Carver non è convinto che si possa insegnare il metodo per diventare scrittori, però ha un convinzione...tutti possono imparare a scrivere bene (ovviamente scrivere bene non rende una persona uno scrittore). Ciò fa si che l'immagine presentata sia di un uomo che si trova scomodo nei panni dell'insegnante, che non si sente del tutto in grado di poter insegnare, però allo stesso tempo che mette tutte le sue capacità al servizio degli studenti nel tentativo di dare loro i mezzi per poter scrivere bene, per far si che la gente capisca esattamente ciò che vogliono dire, per gettare le basi della forma personale di scrittura di ognuno di noi.
Altra particolarità è il metodo in cui organizzava i suoi corsi ed infine mi ha colpito il suo tentativo di incentivare tutti, anche gli allievi mediocri, andando ad esaltare le cose buone da loro fatte. Tutto ciò nella speranza che continuassero a lavorare sui propri errori per cercare di raggiungere la propria perfezione.
Durante tutto questo libro, vengono toccato i più svariati temi, come la semplicità del linguaggio, la revisione, lo spunto per iniziare a scrivere e molto altro che ora non sto a riportare perché finirei con lo sminuire un testo di tale portata.
Quindi consiglio la lettura di questo titolo veramente a tutti coloro che sono interessati alla scrittura, perché a mio avviso, un testo del genere cambia la propria visione delle cose ed il proprio approccio alla creazione di un testo.
Infine voglio lasciarvi alcune parole tratte dal testo, perché in fin dei conti, non mi sento realmente in grado di recensire questo titolo e probabilmente, mai lo sarò.
" "Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto".
Quando la lessi per la prima volta, questa frase m'investì con la forza di una rivelazione. Era proprio la cosa che volevo fare con i miei racconti: mettere in fila le parole giuste, le immagini precise, ma anche la punteggiatura esatta e appropriata per far sì che il lettore fosse attratto e coinvolto all'interno del racconto fino a essere incapace di distogliere lo sguardo dal testo, a meno che non gli andasse a fuoco la casa attorno. Chiedere alle parole di assumere la forza delle azioni magari è un desiderio vano, ma è chiaramente un desiderio proprio di uno scrittore alle prime armi. Eppure l'idea di scrivere in modo chiaro e con sufficiente autorità da invogliare e trattenere il lettore mi è rimasta. E' ancora oggi uno dei miei obiettivi primari."
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18 aprile 1976
Nel recensire questo titolo mi trovo quasi in difficoltà, ho apprezzato a tal punto questo libro che non ho idea di come potrà svilupparsi questa recensione.
Il testo è un viaggio che si articola in passaggi continui tra ambienti grigi e tristi di Berlino intorno agli anni '70 e le sensazioni della giovane Christiane...sensazioni che diventano un tutt'uno con l'ambiente che la circonda.
Il viaggio nella caduta della ragazza nella droga viene interamente raccontato in questo romanzo che pur presentando uno stile di scrittura abbastanza basso, va ad adattarsi perfettamente con il tema trattato.
La causa di questa caduta va ricercata nella mancanza di libertà, nell'opprimente ambiente di una Berlino che non dà una via di fuga ai giovani ragazzi che inevitabilmente si trovano catapultati dentro al giro, prima delle droghe leggere e poi con il conseguente passaggio alle droghe pesanti.
"Tutto il mondo è di una tristezza e di una merda assoluta."
Questo libro è più di una semplice biografia relativa ad una porzione di vita di Christiane...questo libro è un viaggio nella società di quel periodo. Un viaggio tra sogni infranti, tra realtà opprimenti, tra amici veri che a causa della droga finiscono per diventare simili a sconosciuti ed addirittura rivali.
Un viaggio nella solitudine.
Un viaggio nell'abbandono da parte della società.
"Tutto in un colpo, per un buco, tra noi non c'era più niente in comune."
Infatti una delle cose che mi ha colpito particolarmente, è stato appunto l'abbandono da parte delle istituzioni che nulla riuscirono a fare per fermare questo fenomeno, che almeno in parte (dipende dai punti di vista, secondo me quasi totalmente anche), era stato causato da loro.
Nessuno accetta questa ragazza per tentare la strada della disintossicazione, è un susseguirsi di battaglie da parte della madre e di Christiane alla ricerca di un centro che la accolga ma che inevitabilmente le chiude sempre la porta davanti.
Tra le righe si riesce a percepire questo malessere, questa tristezza...ma allo stesso tempo anche la serenità e la pace dopo l'assunzione di droghe, che inizialmente sembrano migliorare la vita alla ragazza, ma che dopo la fanno precipitare del tutto. La droga inizialmente era vista come il metodo di evasione ed allo stesso tempo di accettazione da parte del gruppo, o almeno questa era l'idea della giovane ragazza.
"Qualche volta raccontavo quello che avevo fatto al Sound. Credo che adesso gli altri mi ammirassero. Io ero semplicemente un passo più avanti di loro. Che fosse un passo verso la merda totale allora non lo sapevo. E neanche sapevo che molti del vecchio gruppo un po' dopo avrebbero fatto lo stesso."
Per chi per caso avesse visto solamente il film, posso assicurarvi che il libro in confronto è disarmante. Un susseguirsi di disintossicazioni accennate, quasi riuscite e subito dopo buttate al vento con un buco. La droga che doveva essere un qualcosa per trovare un'evasione, diventa presto una necessità per la sopravvivenza, o meglio per non stare male. Un testo molto forte e che secondo il mio parere deve essere letto da tutti coloro che se la sentono..per poter rendere onore a questa testimonianza ed imparare qualcosa da questo viaggio nella droga, nella prostituzione e nella musica. Aggiungo musica perché è una costante la presenza di Bowie, idolo della ragazza e che almeno nella prima parte del libro è sempre presente, fino a quando nulla avrà più un senso oltre all'eroina che porterà la ragazza a perdere tutto.
Un'infinita corsa verso il "buco finale", però contornata da spazzi di speranza in futuro rigoglioso senza la droga nella propria vita.
Per concludere voglio lasciarvi un ultimo spezzone del libro, perché sinceramente potrei stare qua a scrivere altre 3 ore, senza arrivare ad una conclusione appropriata, forse perché le emozioni che mi ha trasmesso questo titolo sono forse le più forti di sempre e non riesco a pensare troppo razionalmente.
"Non realizzavo assolutamente che nei mesi passati mi ero preparata sistematicamente a essere matura per l'ero. In quel momento non avevo nessuna consapevolezza che ero così tremendamente giù, che questo "It is too late" mi aveva completamente sconvolta, che a uscirne fuori non mi aiutava più nessun'altra droga, che nella strada che avevo imboccato la logica conseguenza era l'eroina. Tutto quello che pensai in quel momento era che non volevo che i due bucomani adesso se ne andassero e mi mollassero sola nella mia merda. Dissi subito agli altri due che volevo provarla. Pollo riusciva a malapena a parlare. Ma si infuriò letteralmente. Disse:"Non lo fare, non hai idea di quello che fai. In poco tempo sarai esattamente come sono io adesso. Sarai un cadavere"."
[...]
"Tutta la merda era di colpo sparita. "It is too late" non esisteva più. Mi sentivo bene come non mai. Era il 18 aprile 1976, un mese prima del mio quattordicesimo compleanno. Questa data non la dimenticherò mai."
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La base di tutto
Quest'opera di Tolkien è una vera e propria pietra miliare per coloro che amano questo autore, e senza di essa è impossibile comprendere ed apprezzare pienamente le sue opere.
La base di tutto si trovare tra le pagine di questo romanzo, che considero un capolavoro di altissimo livello.
Tutto in esso viene creato e prende forma sotto l'abilissima penna di Tolkien, che con questa opera porta alla luce tutti i suoi studi su cui fondare tutte le successive opere, anch'esse di grande livello e che dimostrano l'abilità di questo scrittore per quanto riguarda anche l'utilizzo di diverse tipologie di scrittura.
Questo titolo comunque si può individuare come il più ostico, perché effettivamente è molto difficile da portare a termine (almeno secondo me) per quanto riguarda appunto la tipologia; infatti consiste in una serie di racconti narrati che partono dalla creazione del mondo di Arda per poi seguire il corso delle Ere, con in esse le storie di intere casate, di grandi eroi, di grandi vittorie e disfatte.
Le pagine sono pervase dalla magnificenza di questo mondo, amato da tantissime persone anche grazie al successo dei film, ma che allo stesso tempo è oscuro per la maggioranza di esse. Qua decisamente è possibile trovare uno spiraglio di luce, per comprendere almeno in parte tutto ciò che lo riguarda.
Merita a mio avviso di essere letto anche solo per rendere il giusto onore a questo grandissimo autore, che per creare ciò che è possibile vedere in 3 ore di film, ha speso un'intera vita di studi che vanno a comprendere le lingue, le famiglie, le battaglie.
Tutto è studiato nel dettaglio e nulla è lasciato al caso.
Mi risulta comunque molto difficile parlare di questo titolo appunto, in principio perché parlare di un determinato evento o fatto andrebbe a sminuire l'intera opera, successivamente perché credo che sia fondamentale leggerlo per poterne apprezzare la complessità e la qualità.
Ovviamente a supporto del lettore c'è un gran numero di inserti, con glossari ed alberi genealogici...per evitare di perdersi appunto a causa del grandissimo numero di nomi ed eventi e ciò va a dimostrare ancora di più l'accuratezza di tutto questo lavoro.
Insomma alla base di tutto vi sono grandissimi studi e credo che per poter dire di amare il fantasy, è assolutamente necessario leggere questo libro che è stato alla base di ciò che ha creato questa tipologia di romanzo.
Vi lascio con un pezzetto di romanzo che non vi dirà molto, ma che può aiutare a capire la tipologia di scrittura e che per coloro che hanno letto questo titolo, può risultare familiare e piacevole.
"Melkor affrontò l'assalto dei Valar nella parte nordoccidentale della Terra di Mezzo e tutta quella regione ne fu ampiamente sconvolta. Ma la prima vittoria delle schiere dell'Occidente fu rapida e davanti a esse i servi di Melkor si rifugiarono in Utumno. Poi i Valar passarono oltre la Terra di Mezzo e posero la guardia su Cuiviénen; e dunque i Quendi nulla seppero della grande Battaglia delle Potenze, salvo che la Terra tremò e gemette sotto di loro, e che le acque si agitarono, e che nel nord si accesero bagliori come di fuochi immani."
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Marcio
Un misto di sensazioni alquanto sgradevoli. Ecco ciò che accompagna il lettore nel percorso durante la lettura di questo libro.
L'abile scrittura di McEwan ci guida attraverso una storia "oscura", che ha inizio a causa di un padre di famiglia. Il seme dell'odio che si va a piantare nel giovane protagonista, inizia a crescere per poi diramarsi in altre direzioni che porteranno a successive evoluzioni.
L'immagine di un rigoglioso giardino viene mano a mano inghiottita con lo scorrere delle pagine dal grigio colore del cemento. Questo processo si può notare anche immaginando la mente dei vari personaggi, che viene mano a mano corrosa.
Partendo da una situazione in precario equilibrio si sfocia in qualcosa di quasi "assurdo", perverso e malsano (di ciò non parlerò per evitare spoiler e poi perchè penso valga la pena leggere questo libro per la sua particolarità), ma che rispecchia pienamente il libro.
Le sensazioni trasmesse sono molto forti, a mio avviso è proprio qua che emerge la grande abilità dello scrittore. Un libro che ti lascia con il fiato sospeso, ma che allo stesso tempo lascia un malessere interno al lettore che almeno nel mio caso non è indifferente. Vorresti staccarti da queste pagine, chiudere il libro e buttarlo in un angolo a prendere polvere...ma semplicemente non ci riesci.
In conclusione quindi consiglio la lettura di questo libro, molto particolare ed oscuro...ma che può dare molti spunti di riflessione interessanti.
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Realtà o illusione?
Questo titolo ha un qualcosa di assurdo, intrigante ed affascinante. Premetto dicendo che non sono un esperto di fantascienza, ma che apprezzo particolarmente i generi distopici.
La prima cosa che balza all'occhio del lettore è lo stile dello scrittore, che colpisce per la facilità con cui ti attanaglia alle pagine dei suoi libri (per rendere l'idea mi sono passato per malato e sono uscito prima da scuola per finirlo). Però a discapito c'è anche da dire che non è di per se una grande scrittura, infatti potrebbe essere nettamente superiore e questo lascia quel leggero gusto amaro, perché sarebbe stata la ciliegina sulla torta. Tutto ciò nulla toglie alla piacevolezza della lettura delle sue opere, che sono come una droga.
In questo titolo ci troviamo ad affrontare una storia legata appunto a delle droghe, che vengono vendute da due aziende che controllano il mondo. Questo mondo è futuristico e presenta la Terra sotto una veste a noi sconoscita, ovvero ci troviamo in un ambiente alquanto inospitale e ciò porta gli uomini alla colonizzazione di altri pianeti, per poter continuare lo sviluppo.
Tutto ciò che in quel tempo è normale, viene del tutto scombussolato dall'entrata in commercio del Chew-Z, una nuova droga che permette di liberarsi del proprio corpo per poter vagare in altri universi, diventando ciò che si desidera. Chiaramente ciò crea una dipendenza in coloro che ne fanno uso e porta le persone ad una sorta di smarrimento d'identità.
Come già detto in precedenza da altri, questo libro è totalmente psichedelico e ciò impedisce il tracciamento di una trama ben precisa della storia. Tutto perde un senso e ci si ritrova a domandarsi:"Siamo nella realtà o questa e solamente un'illusione?"
Bene questa è la domanda che vi accompagnerà nella lettura di questo capolavoro.
In questo titolo potrete trovare moltissimi temi amalgamati alla perfezione che vi porteranno a forza dentro le pagine fino a farvi perdere qualsiasi punto di riferimento.
Un libro che ho apprezzato veramente tanto e che merita di essere letto. Lo consiglio a tutti coloro che sono curiosi, anche a quelli che non sono soliti in questo genere perché per esperienza personale, è alla portata di tutti.
Un'esperienza unica forse, che permette di immedesimarsi pienamente nei personaggi, grazie al senso di smarrimento che lo stesso lettore prova. Tutto ciò è una continua ricerca di risposte a interrrogativi che l'autore lascia aperti…e che in parte probabilmente non troverete nemmeno terminando il libro. Un'esperienza veramente straordinaria.
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Il figlio del sogno
Ci troviamo di fronte ad una grandissima opera di Valerio Massimo Manfredi, che da archeologo quale è ci porta a conoscere un piccolo tassello della storia antica. In questa trilogia veniamo trasportati in Macedonia, in una città chiamata Pella, dove prenderà forma una delle più grandi imprese di sempre; Tutto ciò per opera di un bambino nato con il nome di Aléxandros.
Sarebbe totalmente inutile riportarvi la trama di questo testo, perché risulterebbe alquanto riduttiva e non renderebbe abbastanza la qualità di tutto ciò. La trama è quella che ci insegna la storia, coronata da particolari e sottigliezze che magari possono non essere percepite, ma che rendono la lettura veramente piacevole.
Ci si trova davanti ad un romanzo storico, che se mi è concesso, ha un andamento di tutt'altro genere. Questo a mio avviso potrebbe benissimo essere inserito nel genere fantasy, perché presenta una visione di tutte le vicende che si avvicina moltissimo a questo genere, ma in ogni caso ci troviamo lo stesso nell'ambito dei romanzi storici e quindi gli eventi non sono inventati come nel genere fantasy. Con questa trilogia Valerio Massimo Manfredi mette alla portata di tutti un libro facilmente comprensibile e che da la possibilità di seguire le gesta di una figura leggendaria, Alessandro Magno.
Se deciderete di avvicinarvi a questa lettura preparatevi ad immergervi in queste vicende, perché almeno nel mio caso, mi risulta estremamente facile immaginarmi a giocare con il giovane Alessandro, prendere parte alle lezioni che furono il fondamento del pensiero di Alessandro, partecipare alle grandi battaglie che hanno scritto la storia nei panni di un soldato qualunque ed allo stesso tempo ritrovarmi al termine di esse seduto al tavolo per il consiglio di guerra nella tenda del Re di Macedonia.
Tutto ciò ci sarà offerto da questo libro, che vi mostrerà l'intero percorso della vita di Alessandro Magno, dalla nascita alla morte; Ma non è tutto, vi sarà permesso di osservare anche le debolezze, i dubbi, le reazioni di questo personaggio...permettendovi di amarlo od odiarlo.
Io ho sempre amato la storia e questi libri a mio avviso meritano assolutamente di essere letti da tutti, perché offrono la storia a tutti, grazie ad uno stile semplice ma non trascurato che ci trasmette moltissime informazioni di questo mondo antico, ovviamente legate anche alla parte leggendaria di quest'impresa.
Per quanto riguarda la scrittura, come ho già accennato sopra è buona ed allo stesso tempo molto scorrevole. La presenza di termini specifici ed antichi, non va assolutamente a rallentare la narrazione, anzi la eleva ad un livello ancora superiore arricchendola.
Invece relativo alla trama non dico nulla, oltre al fatto che seguirete Alessandro ovunque dal campo di battaglia alla tenda o camera da letto, lo vedrete nei panni del gran conquistatore o nei panni del giovane ragazzo pieno di dubbi ed incertezze, del tiranno o dell'uomo clemente. I dettagli non mancano, ma per quanto riguarda le battaglie molto spesso le descrizioni sono veloci e permettono uno scorrimento maggiore (cosa che sinceramente non ho del tutto apprezzato, perché a mio avviso meritavano un poco di spazio in più le scene delle battaglie) del racconto.
Tutto ciò vi attende cari lettori.
Vi lascio con uno frammento del testo, una parte che secondo me è stupenda e che sta alla base della nascita del sogno.
Buona lettura a tutti
"A volte, quando trascorreva un periodo di riposo nel palazzo di Pella, lo portava con sé dopo cena sulla torre più alta e gli indicava l'orizzonte verso oriente, dove la luna sorgeva dalle onde del mare.
"Lo sai che cosa c'è laggiù, Alessandro?"
"C'è l'Asia, papà" rispondeva lui."Il paese dove nasce il sole."
"E lo sai quanto è grande l'Asia?"
"Il mio maestro di geografia, Cratippo, dice che è grande più di diecimila stadi."
"Ha torto, figlio mio. L'Asia è cento volte più grande di tanto. Quando combattevo sul fiume Istro, ebbi modo di incontrare un guerriero scita che parlava macedone. Mi raccontò che oltre il fiume si estendeva una pianura vasta come un mare e poi montagne così alte da perforare il cielo con le loro vette. Mi spiegò che c'erano deserti così estesi che occorrevano mesi per attraversarli e che oltre c'erano montagne completamente tempestate di pietre preziose: lapislazzuli, rubini, corniole. Narrò che in quelle pianure correvano mandrie di migliaia di cavalli ardenti come il fuoco, instancabili, capaci di volare per giorni sulla distesa infinita. "Vi sono regioni" mi disse "attanagliate dal ghiaccio, chiuse nella morsa della notte per metà dell'anno, e altre bruciate dall'ardore del sole in ogni stagione, dove non cresce un filo d'erba, dove tutti i serpenti sono velenosi e la puntura di uno scorpione uccide un uomo in pochi istanti." Questa è l'Asia, figlio mio."
Alessandro lo guardò, vide i suoi occhi ardere di sogni e capì che cosa bruciava nell'anima del padre."
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Chi legge romanzi storici o altre opere dello stesso autore
Un viaggio dentro di noi stessi
Con questo titolo Andrea De Carlo ci porta in viaggio, un viaggio in luoghi non ben definiti, un viaggio dentro noi stessi.
La trama di questo romanzo si basa, come è facile immaginare, su un viaggio compiuto da un ormai uomo insieme ad una ragazzina. Questo viaggio non ha come obbiettivo quello di farci visitare nuovi luoghi, farci conoscere le storie delle località visitate, no. Il viaggio è un susseguirsi di spunti per riflessioni sul senso della vita, e queste discussioni tra queste due persone di età parecchio differente sono alquanto intriganti. Lei spesso in cerca di risposte, lui colui che ha l'esperienza apparente per poterle indicare la soluzione ai propri quesiti; ma spesso le parti sono invertite. Lei nella sua giovinezza e "semplicità" di pensiero va ad analizzare al meglio situazioni della vita di lui, legate per esempio al rapporto travagliato con M. che prende parte al romanzo grazie allo scambio di e-mail e di chiamate con Giovanni (G. il protagonista). Proprio da queste discussioni con M. nascono molti spunti di riflessione, compresi quelli in cui si vanno a criticare comportamenti di Giovanni, che pur avendo unaa grande esperienza alle spalle, non riesce a cambiare; probabilmente perchè non vuole effettivamente cambiare.
Insomma con quest'opera a mio avviso De Carlo gioca a carte scoperte sulle sue idee, riguardanti determinati argomenti legati al senso della vita, posto su vari aspetti. Il tutto spazia su un numero molto elevato di argomenti, dal rapporto tra donne e uomini, meccanismi di sopravvivenza, la noia...e molto altro.
I personaggi, sono stupendi a mio avviso, come solito di De Carlo ci vengono presentati ed ci viene trasmesso, anche implicitamente, moltissimo sul loro carattere e su ciò che li riguarda...lasciando però anche una piccola parte non ben definita che rende tutto più interessante, dando quella sensazione di incompiuto ma allo stesso tempo di chiaro.
Il tutto è piacevole da leggere per chi apprezza lo stile di De Carlo (che ovviamente può piacere come no) e lo consiglio vivamente a tutti coloro che sanno di poter apprezzare un libro del genere, in cui la trama è solo un sottofondo per la grande opera generata da tutto il resto. Insomma questo libro serve per tratte diversi spunti di riflessione e va preso dal giusto punto di vista. Per chi avesse voglia di avvicinarsi per la prima volta a De Carlo, forse è meglio iniziare con libri come Due di Due, per poi passare in caso a titoli del genere.
"Da dove viene la noia?"
"Non viene. È lì. Nella mancanza di scopo e nella mancanza di senso e nell'incapacità di andare oltre. Siamo convinti che si infili a tradimento negli spazi vuoti, e che basti darsi da fare per mandarla via. Invece è il contrario, la noia è al centro dello spazio, e noi per non vederla la copriamo con schermi e paraventi mobili di attività concatenate."
"E cosa dovremmo fare, invece?"
"Dovremmo sapere che la noia è lì. E che ci può spingere a fare le cose più insensate, o a cercare di capire il senso delle cose. Se uno si sottrae sistematicamente alla noia, per quanto corra non va da nessuna parte."
"Perché?"
"Perché tutto nasce dalla noia. Le percezioni e le constatazioni e
le elaborazioni, le idee di ogni tipo."
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Neanias
Questo libro mi ha lasciato veramente colpito.
Inizialmente, al tempo della mia prima recensione mi ero ripromesso di non arrivare al voto massimo qua disponibile, per avere sempre un margine di miglioramento in caso di nuovi testi scoperti successivamente.
Eccomi qua a rimangiarmi tutto, perchè per questo titolo, non posso evitare di mettere 5 stelle in tutte le categorie.
Al termine di questa lettura, la mia sensazione è stata quella di ritrovarmi con un peso interno non da poco...mentre una sorta di malinconia e nostalgia per ciò che avevo appena terminato, aleggiava su di me.
Prima di iniziare a parlare del libro vero e proprio, bisogna necessariamente spendere qualche parola per quanto riguarda la scrittura della Tartt. Devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso nel trovarmi di fronte una scrittura raffinata e dettagliata, con l'utilizzo di un linguaggio per niente scontato, ma appositamente ricercato.
Tutta la trama si svolge seguendo le avventure di un ragazzo di nome Richard, che dopo essere entrato nell'Hampden College, decide di prendere parte ai corsi di greco antico, tenuti da un professore "particolare", estremamente bizzarro e selettivo per quanto riguarda gli studenti.
Dopo un'iniziale rifiuto, il giovane Richard viene alla fine ammesso in questa ristretta cerchia di studenti ed è tutto ciò che sta alla base di questo capolavoro.
Questi giovani ragazzi non studiano solamente il greco e l'arte classica, ma la applicano nella vita di tutti i giorni.
Donna Tartt riesce a far immergere il lettore a tal punto che non è difficile immaginarsi seduti sulle poltrone insieme agli altri studenti, durante una lezione. Le immagini che ci vengono trasmesse sono estremamente chiare e nitide.
Tutti i personaggi che ci vengono presentati vanno attentamente analizzati dal lettore, nel tentativo di cogliere qualcosa in più su di essi, ai quali secondo me inevitabilmente, ci si lega moltissimo.
Bisogna inoltre riconoscere anche la completezza con la quale ci vengono presentati gli stessi personaggi, tutti a loro modo estremamente affascinanti.
Chi si dedica interamente allo studio, chi cerca la libertà grazie all'alcool o alle droghe, chi cerca una soluzione con i sonniferi. L'ambientazione ci viene sbattuta in faccia con grande violenza.
L'ambientazione come già detto è quella di un college americano, seguito dagli appartamenti dei vari ragazzi e dai locali frequentati da essi ed anche in questo caso, secondo me, era estremamente facile sprofondare nel libro fino a ritrovarsi seduti sul divano in un salotto scarsamente illuminato ed annebbiato dal fumo prodotto dalle sigarette dei protagonisti. Tutto prende una forma mistica, seguendo il modello dettato dall'autrice.
Non mi soffermerò più sulla storia di per se, per non rovinare a nessuno la lettura.
Relativamente ai contenuti, se ne possono individuare una grandissima moltitudine. Il male in questo romanzo pervade qualsiasi cosa, lo si può individuare un po' ovunque...anche dove non lo si immaginerebbe nemmeno. Altro tema che salta fuori è il dubbio su chi ci circonda, sui nostri amici, sui nostri conoscenti. I temi sono ancora moltissimi e non voglio rubarvi altro tempo, quindi se ne avrete voglia, potete scoprire tutto leggendo questo libro stupendo.
In conclusione quindi consiglio a tutti la lettura di questo libro, perchè è assolutamente un capolavoro. Vi terrà incollati alle pagine senza poter reagire. Adatto un po' a tutti, ma che vi lascerà un bagaglio non da poco. Veramente un romanzo stupendo per il quale non spendo altre parole, che non gli renderebbero l'onore che merita.
"Non ci si deve impaurire di cose di cui non si sa nulla" concluse. "Siete come dei bambini: avete timore del buio."
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Rivoluzione e Passione
Questo titolo ci va a presentare Lo Stato Sociale sotto una nuova veste, quella degli scrittori. Questi ragazzi infatti, per chi non lo sapesse, sono una giovane band italiana.
Per prima cosa devo dire che questo libro l'ho atteso per parecchio tempo, per via del fatto che ho sempre apprezzato particolarmente i testi delle loro canzoni (tanto per dire però non mi piace il loro modo di cantare e suonare).
Per quanto riguarda la lettura di questo libro, l'ho portata a termine nel giro di una giornata, vista la mole poco corposa e per la semplicità di lettura del tutto. Relativamente allo stile di scrittura, è abbastanza buono, rimanendo ovviamente in un livello facilmente leggibile da tutti, quindi corretto e semplice, variando anche leggermente in base al modo di pensare dei vari personaggi e alle situazioni.
Per la storia che ci viene raccontata, è una storia di rivoluzione, libertà e passione. Il tutto ben amalgamato e che viene messo in campo grazie ai diversi personaggi, ognuno con il proprio carattere ben strutturato e definito, e con le proprie idee.
L'intera vicenda va a scombussolare la monotona e ripetitiva vita in una Bologna "addormentata", che grazie alle idee di alcune persone si movimenta, per mettere in campo i propri ideali riguardo ad alcuni argomenti che scoprirete se deciderete di affrontare questa lettura. Il tutto condito con passioni e amori.
Infine che dire, la trama non mi ha convinto molto ma in fin dei conti ho trovato veramente piacevole questa lettura, probabilmente anche perché apprezzavo già il loro modo di scrivere i testi delle canzoni.
In conclusione insomma ci viene presentato il punto di vista di questi ragazzi, con il sogno di poter creare un mondo migliore, ma che sono consapevoli della situazione che li circonda e che porta le persone a doversi "adattare" molto spesso, ma allo stesso tempo bisogna cambiare in continuazione uscendo fuori dagli schemi pur tenendo conto del mondo che ci circonda, perché chi lo sa, magari grazie al caso può arrivare qualcuno che in un'istante può cambiarci la vita, portare nuovi problemi o rendendola migliore e nulla di tutto ciò è definitivo.
Termino qua la mia recensione dicendo che io ho apprezzato molto questo titolo, e lo consiglio a coloro che non cercano un libro impegnativo, ma che può regalarvi diverse ore piacevoli. Da non sottovalutare è in ogni caso il contenuto del libro, che pur essendo la loro prima opera, presenta diversi spunti interessanti.
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Alla scoperta della nostra società
Oggi mi trovo a recensire Villa Metaphora di Andrea De Carlo, libro che ho terminato questa notte.
Mi trovo in disaccordo con coloro che hanno trovato pesante questa lettura, infatti per me è stata assolutamente piacevole ed ho veramente amato questo romanzo. Sarà per la precisione con cui ci vengono descritti i personaggi, sarà la possibilità di affezionarsi ad essi ma questo libro è stato un'esperienza grandiosa per me.
Partiamo dalla caratteristica che non può passare inosservata, ed ovviamente mi sto riferendo alla forte critica verso alcuni gruppi di persone che vanno a rispecchiarsi nel carattere dei vari personaggi (14 in totale) che ci mostrano in parte il punto di vista dell'autore per quanto riguarda la società attuale. Il tutto viene palesemente amplificato all'estremo, però a mio avviso la situazione in generale è stata gestita veramente in maniera ottimale.
Il secondo punto è la mole di questo romanzo, che a primo impatto appare spaventosa per i più suppongo, infatti sono 900 e passa pagine. Tutto ciò però è una diretta conseguenza della scelta dello scrittore di immedesimarsi in 14 persona totalmente differenti, che si comportano e parlano in modi differenti e che presenteranno le varie situazioni dal loro punto di vista. Per di più in questo libro principalmente De Carlo sceglie di risultare prolisso per dare una visione totale di tutto ciò che accade e secondo me questa è la scelta giusta in questo caso.
Infine altro punto a favore per questo romanzo è la scelta, come ho già detto in precedenza di immedesimarsi in 14 persone differenti, che hanno caratteri completamente diversi, punti di vista differenti e che l'autore riesce a differenziare portando un linguaggio differente per ogni singola persona, adattandolo al carattere dell'individuo. Tutto ciò lo trovo assai complesso e rende la lettura veramente piacevole, dando la vera e propria sensazione di passare da un personaggio all'altro e con il passare delle pagine permette di capire immediatamente dentro a chi ci sta guidando l'autore, già solo da modo di pensare e scrivere, senza la necessità di precisare chi sta pensando o parlando.
Per concludere consiglio a tutti coloro che amano, come me, la scrittura di De Carlo la lettura di questo romanzo, anche se ovviamente preparatevi mentalmente ad un'opera differente dalle altre, molto complessa e particolare ma che se presa per il verso giusto ci permette una visione completa della società attuale da parte dell'autore. La trama della storia forse è la cosa che mi ha colpito meno, ma cade in secondo piano per via di tutto il resto ma che in ogni caso non è niente male.
Unica nota a demerito in tutto ciò e la mancanza di traduzioni di alcune frasi dette dai vari ospiti che sono in lingue quali il tedesco, lo spagnolo, il russo e che risultano incomprensibili a coloro che come me non sanno la lingua, ma in fin dei conti non rovina la lettura.
P.S. Forse la cosa più bella per me è stata trovare Lara Laremi in questa storia di De Carlo che in poche parole dà un seguito alla storia di Guido Laremi (protagonista di Due di Due)...ma se volete saperne di più leggetevi il libro, non vi anticipo nulla.
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La bellezza
"Il peccato è l'unico motivo di colore rimasto alla vita moderna."
Per questo romanzo penso si siano spese già infinite parole, quindi cercherò di essere sintetico per non rubarvi troppo tempo. Che dire, questa è la più grande opera d'arte di Wilde.
Ovviamente subito dopo la sua vita.
In questo romanzo troverete lo scrittore stesso, il che rende tutto estremamente intrigante ed ovviamente ciò ha il suo fascino.
Inoltre li personaggio di Lord Henry devo ammettere che mi ha colpito estremamente, i suoi discorsi con il giovane Dorian sono spesso anche complessi, ma allo stesso tempo sono qualcosa di estremamente profondo, su cui si ha la possibilità di rimanere parecchio a riflettere. Quindi probabilmente mi associo a quella cerchia di critici che definiscono Lord Henry come il vero protagonista di questo romanzo, o comunque in ogni caso è lui il personaggio che ha lasciato il segno in me.
Per quanto riguarda la trama penso che sia già conosciuta a tutti e in ogni caso penso sia tempo sprecato riportarla, primo perchè si può trovare ovunque e secondo perchè porterebbe ad inevitabili spoiler che rovinerebbero l'eventuale lettura ad altre persone.
Non mi resta con il concludere spendendo due parole anche sul modo di scrivere di Wilde, che a mio avviso è riuscito a creare un gran capolavoro, utilizzando le sue più raffinate capacità di scrittura che unite vanno a dar vista a quest'opera d'arte.
Con questo chiudo la mia recensione e consiglio a tutti la lettura di questo romanzo, in fin dei conti è un capolavoro che merita una lettura da parte di tutti.
Buona lettura
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Eccoci agli Hunger Games
Inizio questa recensione del libro Hunger Games di Suzanne Collins dicendo che crea una grande dipendenza. Durante la lettura dell'intera serie non riuscivo a staccarmi dai libri, e in circa una settimana ho finito l'intera trilogia.
Dopo aver detto ciò, ci tengo a precisare che in realtà sono rimasto leggermente deluso da questo titolo. Forse mi aspettavo decisamente troppo da ciò che mi sentivo raccontare dalle altre persone che lo avevano già letto in precedenza. Innanzitutto l'idea a mio avviso è buona e la storia è sviluppata discretamente bene, anche se certe volte è troppo veloce il passaggio e lo svolgimento di determinate situazioni. Capirete bene che per una persona come me, che principalmente preferisce descrizioni più prolisse e dettagliate, non è proprio ottimale come cosa.
Alla conclusione di questa lettura, la mia principale sensazione è stata quella di mancanza, ma mancanza di un qualcosa per far salire nettamente il livello di questa lettura, non so neanche spiegare esattamente ciò e spero di essere stato lo stesso chiaro.
Non mi metto a raccontare cosa succede nel libro, che molto probabilmente la maggior parte della gente conosce già, senza averlo letto, a causa del film.
Mi vorrei soffermare solamente su un'ultima cosa, ovvero al fatto che ho trovato veramente bello questo libro. In fin dei conti è una lettura veramente piacevole, ma purtroppo a tutt'altro livello per esempio di 1984 scritto da Orwell. Purtroppo dopo aver letto romanzi come 1984 e La fattoria degli animali per esempio, sempre rimanendo sui lavori di Orwell, non posso considerare questo titolo ad un livello troppo alto perchè effettivamente ci sono altri titoli, che almeno a mio avviso, sono nettamente superiori.
In conclusione vi consiglio ovviamente la lettura di questo libro, però non createvi troppe aspettative. Se invece cercate una lettura leggera, andare pure a colpo sicuro perchè è tra i titoli che seriamente mi tenevano incollato alle loro pagine notte e giorno.
Buona lettura.
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Il vero Kafka
Oggi mi trovo a recensire questo titolo di Kafka, che innanzitutto ha creato sentimenti contrastanti dentro di me.
Cosa intendo con ciò? Beh sinceramente non lo so bene nemmeno io, per prima cosa ho provato una sorta di "odio" verso Kafka, probabilmente per la sua incapacità di farsi valere sul padre, quando a mio avviso aveva totalmente ragione. Saranno stati altri tempi, sarà stato tremendo suo padre, ma non riesco a farmi andare giù l'idea che tutto ciò sia stato affidato ad una lettera, consegnata alla madre e che non fu mai letta dal padre.
Poi vi è un altro sentimento che si è venuto a creare, ovvero un grande senso di solidarietà verso di lui, perché in molte cose è stato possibile immedesimarsi e confrontare la mia esperienza personale.
In breve questo libro è abbastanza scorrevole e piacevole, e mostra un Kafka che guardandosi allo specchio si racconta, con tutte le sue debolezze (anche qua probabilmente amplificate dall'autore stesso) e che risulta essere una persona debole, a differenza del padre che è totalmente l'opposto.
Invito tutti a leggere questo libro, come del resto tutti gli altri libri di questo e degli altri autori, perché potrebbe permettervi di immedesimarvi in essi per poi creare spunti di riflessione.
Buona lettura
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E allora tu che cosa fai, di notte..
Io Uccido.
Inizio questa recensione di questo titolo, che ho letto qualche tempo fa, dicendovi che io adoro il modo di scrivere di Faletti. Probabilmente non ha nulla di così "particolare" ma non so perché lo trovo veramente stupendo.
Ora inizia la vera e propria recensione, ma era doveroso precisare ciò. Bene questo libro è di per se il classico thriller, genere che io solitamente non leggo ma che ho preso in mano appunto grazie a Faletti e a qualche altro autore. Questo libro l'ho trovato veramente bello, la trama è abbastanza intrigata e permette di immaginare finali diversi dopo ogni situazione che va a rovesciarti tutte le ipotesi e ciò abbinato ad una buona scrittura (almeno a mio parere) fa si che l'intero titolo sia piacevole da leggere, senza togliere il fatto che mi ha fatto stare incollato ad esso per diversi giorni visto che avevo una voglia vorace di terminarlo.
Ma la cosa che più mi ha lasciato di sasso sono le idee del killer, che arriva al punto di avvisare per radio quando sta per uccidere qualcuno, il tutto condito da qualche indizio sulla sua vittima che però va attentamente estrapolato dalla canzone che il killer trasmette. Ecco questa è la parte più bella del romanzo, i colloqui tra il killer ed il dj della radio in cui fa gli annunci.
Queste sono le cose principali che tenevo a precisare e che secondo me sono le fondamenta di questo titolo.
Inoltre altre cose che ho apprezzato sono i dettagli con cui vengono descritti i luoghi e tutto il resto, perché si, ho una passione per i dettagli nei romanzi anche se spesso tutta questa precisione va a rendere il titolo veramente corposo.
Poi non mi resta che concludere invitandovi a leggere questo libro perché a mio avviso merita sul serio, sia per le emozioni che trasmette, sia per il piacere di leggere un buon libro e io amando il modo di scrivere di Faletti sono rimasti veramente colpito, ed al termine di esso mi è quasi dispiaciuto terminarlo.
Buona lettura.
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It è ovunque...
Come primo libro ho scelto di recensire proprio It, iniziato quasi per caso e probabilmente anche per una certa curiosità verso questo libro.
Per prima cosa mi sento in dovere di precisare che a mio avviso si tratta di un grandissimo capolavoro, anche se non conosco bene questo genere quindi potrebbero benissimo esserci moltissimi libri superiori ad esso a mia insaputa, ma ne dubito.
In questo titolo forse, la chiave per la grandissima riuscita di tutto ciò, è stata l'essere assai prolisso si Stephen King e questa è la mia prima convinzione, perché è riuscito tramite l'esposizione di tutti i possibili dettagli a creare immagini vivide nella mia mente, permettendomi di immedesimarmi in maniera ottimale nelle varie vicende. Non bisogna dimenticare i nostri protagonisti, anch'essi perfettamente descritti e con dei caratteri e dei comportamenti che a mio avviso è difficile non amare.
L'altro fattore che a mio avviso ha determinato il grande successo di It, sono i temi trattati che sono i più disparati e vanno dal tema adolescenziale con tutte le relative diramazioni, l'amicizia, l'amore, la visione del mondo adulto da parte di dei ragazzini, la maturazione e così via...e tutti ciò da a questo libro un buon peso per quanto riguarda anche i contenuti.
La cosa che però più mi ha colpito è il "Club dei Perdenti", ovvero il gruppo di ragazzini protagonisti del libro, che mostra moltissime facce di possibili problemi che vanno a crearsi nell'età adolescenziale e che molto spesso sono motivo di bullismo nella nostra società. Ogni ragazzino ha i propri difetti, che non sto ad elencare visto che andrei sicuramente a semplificare troppo il tutto senza rendere pienamente giustizia ad essi, ma sono accomunati tutti da una cosa. Sono perseguitati dai bulli, e poi si scoprirà che tutti hanno visto almeno una volta It.
Che dire di It, in poche parole è difficile da delineare esattamente ciò che è It...forse addirittura non è possibile. It è ovunque, persino dentro tutti noi.
It è la paura e tutte le nostre debolezze.
Ma non voglio rubarvi altro tempo, non mi resta altro da dire oltre al fatto che S. King è riuscito a creare un gran lavoro che è incalzante, riesce a lasciarti estremamente teso in alcune situazioni ma che risulta essere tutt'altro che scontato e banale.
Quindi che dire, spero che decidiate di affrontare questa lettura senza lasciarvi spaventare dalla mole dell'opera perché è veramente un peccato non leggere un libro del genere, che alla conclusione lascia un vuoto e un senso di perdita veramente grande.
Buona lettura
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