Opinione scritta da Fanny Julie

4 risultati - visualizzati 1 - 4
 
Romanzi storici
 
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fanny Julie Opinione inserita da Fanny Julie    27 Aprile, 2021
Top 1000 Opinionisti  -  

Non mi rimane nulla.

** spoiler alert **

Cosa mi rimarrà di questo libro? Assolutamente nulla, se non il sollievo di averlo finito.
Il problema è che l'altro romanzo di Rani Manicka, "Madre del riso", mi era piaciuto tanto e non credevo che un autore del genere, dopo aver scritto un romanzo coinvolgente come quello, potesse avere un cambiamento così drastico, così ho deciso di leggere anche "L'amante giapponese". E invece avrei dovuto fermarmi a "Madre del riso", ahimè.
L'autrice introduce tante, troppe cose che non servono assolutamente a nulla, tutta la side-story del tempio di Kupu (e le sue visioni), i siamanghi (non so quante pagine ha sprecato a riguardo), il flirt con Samuel West, tutte queste cose non lasciano nulla al lettore e non servono all'evoluzione dei personaggi. Vengono sviluppate quel tanto da farti credere che torneranno più avanti, ma dopo non vengono approfondite e muoiono così.
A proposito di evoluzione dei personaggi: è completamente assente. Tutti i personaggi sono piatti, non cambiano mai, dall'inizio alla fine, e spesso non c'è una reale giustificazione dei loro comportamenti. La protagonista poi è il classico personaggio femminile che sulla carta è intelligente, scaltro, carismatico, ma di fatto ha la personalità di un cucchiaino. La Manicka tenta diverse volte di convincerci del suo carisma e intelligenza (tramite le parole di Maya), ma la verità è che non riesce a infinocchiare nessuno. Parvathi non sa fare nulla, non sa nulla, non si interessa a nulla se non a sé stessa, è ignorante e sembra quasi contenta di dipendere dagli altri e farsi sfruttare per tutto il romanzo, che siano il marito, Maya, Samuel West, Hattori, i fratelli, i suoi figli o Bala. Il figlio poi: stupratore, criminale, assassino, le tiene nascosto il fatto di essersi sposato e aver avuto una figlia e lei lo perdona SEMPRE, anzi, subito dopo che è stato espulso da scuola per tentato stupro lei lo premia mandandolo a studiare in Inghilterra! Io sono esterrefatta.
Maya: personaggio che non si è capito che ci stava a fare esattamente in questo libro, parla sempre per frasi fatte e fa solo discorsi esistenziali. Anche lei non ha un minimo di evoluzione perché rappresenta la saggezza divina e imperturbabile. E' l'opposto di Parvathi: una non sa fare nulla, l'altra è un'esperta di ogni campo. Che noia!
Il ritmo del romanzo nel complesso è troppo rapido per goderselo a pieno e immedesimarsi seriamente nel personaggi, empatizzando con loro. L'impressione è che l'autrice avesse una scaletta di cose da dire e che non si potesse fermare per approfondire nulla, perché la storia doveva andare avanti.
Non spendo altro tempo a commentare questo romanzetto, ma voglio dire una parola anche su Hattori: Rani, sul serio??? Un generale giapponese che viaggia con tutto l'armamentario per vestire una geisha e solo io ci trovo qualcosa di anacronistico e di forzato? Secondo l'autrice è perfettamente normale che Hattori sia generale, parrucchiere, vestitore di geishe, esperto di make-up, cerimonia del tè e kimono, tutto contemporaneamente: eppure nella realtà per vestire una geisha ognuno di questi compiti viene svolto da una persona diversa e ci vogliono ore per prepararne una, ma lui è così efficiente che può fare tutto in mezz'ora. E non commento il resto, perché il suo personaggio è veramente cringe.
Vorrei aggiungere altro perché sono tante, troppe le cose che mi hanno fatto storcere il naso o mi hanno strappato una risata durante questa lettura (quando però l'intento non era affatto quello di far ridere, anzi), ma credo che sia sufficiente così. Leggete altro, non buttate tempo prezioso su questo romanzo.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
no
Trovi utile questa opinione? 
30
Segnala questa recensione ad un moderatore
Romanzi
 
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fanny Julie Opinione inserita da Fanny Julie    19 Dicembre, 2020
Top 1000 Opinionisti  -  

eugenides è sempre eugenides

Ho vissuto la tragedia del suicidio di un amico, più o meno alla stessa età dei protagonisti di questo romanzo e per motivazioni molto simili a quelle delle sorelle Lisbon, almeno credo (il mio amico si sentiva schiacciato dal clima soffocante di casa, non si sentiva compreso dai suoi e c'erano altre problematiche che non sto qui a spiegare). Per questo trovo un po' ridicole alcune delle recensioni negative di questo libro: molti denunciano la sua (apparente) mancanza di un senso più profondo e dicono di essersi illuse di trovarci una profondità che non c'è. Ma non è quello il punto del romanzo, secondo me. Eugenides non racconta le motivazioni che hanno spinto le ragazze al suicidio, non indaga la loro psiche. Farlo non lo interessa minimamente. Piuttosto tratteggia i sentimenti che attraversano una comunità che si trovi a confrontarsi con il suicidio di un'adolescente (o più adolescenti, in questo caso): stupore, curiosità, sentimentalismo, dolore sincero, partecipazione, empatia. E' un libro che racconta bene cosa prova chi conosceva, o credeva di conoscere, una vittima di suicidio, in una maniera secondo me allo stesso tempo realistica e molto delicata, nonostante alcune esagerazioni. Perché non importa quanto indaghi, a volte le cose non hanno una spiegazione univoca, o non c'è nessuna spiegazione.
Sicuramente non è un libro per tutti. Lo consiglierei a chi ha vissuto una storia simile e ora, a distanza di anni, è sceso a patti con essa. Se siete tra questi sicuramente vi parlerà.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Lo consiglierei a chi vuole leggere un libro su: memoria, nostalgia, ricordi dell'infanzia, mistero, perdita dell'innocenza, con una scrittura curata e un "narratore" un po' particolare.
Trovi utile questa opinione? 
150
Segnala questa recensione ad un moderatore
Classici
 
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Fanny Julie Opinione inserita da Fanny Julie    17 Febbraio, 2018
Top 1000 Opinionisti  -  

Far from the madding crowd

Campagna inglese, nell'immaginaria provincia del Wessex, ultimi anni dell'Ottocento.
Gabriel Oak è un giovane fittavolo che sta costruendo la propria azienda agricola con risparmi e sacrifici, assumendo anche il ruolo di pastore per badare alle proprie greggi personalmente.
Bathsheba Everdene è invece di condizione molto modesta ma di indole indipendente, ed è per giunta dotata di una bellezza fuori dal comune, in grado di irretire qualsiasi uomo, di cui è ben consapevole.
Ovviamente, quando Gabriel incontra Bathsheba, in visita a una zia vicina di casa di Oak, non può fare a meno che rimanerne colpito, fino a chiederle impulsivamente di sposarlo. Lei, però, lo rifiuta, perchè disinteressata all'idea del matrimonio (inoltre si scusa di non provare amore verso Oak), e dopo pochi giorni lascia la casa della zia.
In una notte di tempesta Oak perde il suo gregge, e per ripagare i creditori è costretto a vendere tutto, ritrovandosi senza nemmeno un tetto sulla testa. Inizia a cercare un impiego come pastore e lo trova in un'azienda agricola in un paese vicno, venendo poi a scoprire che la fittavola è la stessa Bathsheba, che ha appena ricevuto la fattoria in eredità da uno zio, il precedente proprietario. Oak inizierà così a lavorare per lei, in lotta con i sentimenti che prova verso la ragazza e che non può dimostrarle apertamente.
Da qui, la narrazione si sposta su Bathsheba, la vera protagonista del libro. Inizialmente scettici verso di lei, i suoi dipendenti e tutto il villaggio inizieranno a stimarla, mentre Bathsheba assume le redini della fattoria come fittavola e fattore (un ruolo che tradizionalmente sarebbe spettato agli uomini). Bathsheba rivela un vero talento per gli affari e la conduzione dell'azienda, e con l'aiuto di Oak tutto inizia ad andarle a gondie vele. Seguiamo poi le sue peripezie con il fittavolo Boldwood, vicino di casa di Bathsheba bello e scapolo, che lei civettuosamente finge di voler conquistare. Boldwood, che inizialmente era l'unico del circondario a non aver subito il fascino della ragazza, finisce per innamorarsene perdutamente e si adopera per ottenere la sua mano facendole la corte.
Ma Bathsheba, al ritorno in paese del sergente Troy in congedo, perde la testa per il bel soldato e lo sposa, sorprendendo tutti i suoi pretendenti e scatenando una serie di eventi che sconvolgeranno la sua vita.
Nel complesso, è un bel romanzo che lascia un certo senso di soddisfazione per averlo finito, se non altro perchè ci si è finalmente liberati dell'ingombrante presenza dell'eroina, Bathsheba Everdene. Protagonista assoluta ed indiscussa (Oak si ridurrà a ricomparire ogni tanto nel corso della storia, ma per lo più sono rari i capitoli dedicati a lui soltanto), eroina bella quanto irritante.
Eroina che viene dipinta in modo un tantino ambiguo ed oscuro, a mio modestissimo parere: Hardy sembra infatti oscillare costantemente tra l'ammirazione per il suo carattere indipendente di donna, per le sue virtù inusuali (tipicamente "maschili", come il gestire tutti gli aspetti di una fattoria, un lavoro da uomini esperti) e la consapevolezza che, poverina, essendo una donna ha dei limiti che la porteranno inevitabilmente a compiere errori. Per cui la graziosa Bathsheba, nel suo ritenersi superiore a tutti per posizione sociale, doti ed intelletto, non sa che in realtà è inevitabilmente destinata a fallire. E' nella sua natura, giudicare male e commettere errori grossolani che certamente un uomo non potrebbe commettere, con la sua lungimiranza. A questo proposito, cito testualmente un passo nel capitolo 54, dove Hardy ci racconta che "quasi a dimostrare [...] che tutta la sua forza era dovuta più alla volontà che alla natura, si accasciò in silenzio proprio lì in mezzo a loro". Insomma, un personaggio contraddittorio di per sè, motivato spesso nelle sue azioni dal capriccio di un momento (come quando rifiuterà Oak, deciderà di sposare Troy o scriverà il fatale biglietto per Boldwood); personaggio dipinto dal suo creatore in una luce ancora più contraddittoria, che non giova certo alla sua immagine. Un'essere diviso a metà tra fallace natura "feminile" e scaltra volontà "maschile", senza esserne neanche lontanamente consapevole. Verrebbe quasi da chiedersi che opinione avesse il signor Hardy del gentil sesso, e si sa che i tempi erano assai diversi da oggi (ammetto che anche l'idea di porre come protagonista una donna-fittavola che gestisce i propri affari da sola doveva apparire davvero moderna allora). Ma insomma, non è che Bathsheba ne esca fuori proprio benissimo da tutto il polverone che ha involontariamente sollevato.
E nonostante ciò, alla così umana Bathsheba, odiosa e piena di sé, non posso che sentirmi vicina alla fine delle sue vicende. Dalla metà del libro in poi, ha saputo tenermi sulle spine, devo ammetterlo.
Giudizi leggermente misogini di Hardy a parte, il romanzo e la storia sono ben costruiti e davvero godibili, rientrando alla perfezione in quel genere di romanzo inglese che tanto piace agli amanti di Jane Austen (come la sottoscritta).
Una menzione speciale va alla "pazza folla" del titolo (ispirato a un verso di Thomas Gray, celebre poeta preromantico), ovvero a quei contadini e braccianti che costituiscono la popolazione del villaggio e lavorano per Bathsheba. Con le loro intrusioni, commenti ironici, strambe uscite (l'occhio moltiplicatore di Joseph Poorgrass, tanto per citarne una) rendono la lettura decisamente più godibile e scorrevole, e creano un piacevole effetto di contrasto comico con la serietà e pesantezza dei protagonisti principali.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
i libri di Jane Austen, Cime Tempestose, Nord e Sud della Gaskell
Trovi utile questa opinione? 
50
Segnala questa recensione ad un moderatore
Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Fanny Julie Opinione inserita da Fanny Julie    17 Dicembre, 2017
Top 1000 Opinionisti  -  

Un giallo a tinte "hogwartsiane"

Per me non è mai semplice parlare di J.K. Rowling, un'autrice la cui opera e i cui temi sono allo stesso tempo estremamente semplici da comprendere, eppure incredibilmente complessi e sfaccettati. Sono cresciuta leggendo la saga di Harry Potter, eppure non riuscirei mai a spiegare bene a parole che sensazioni mi hanno regalato quei sette libri, cosa esattamente di quelle pagine riesca sempre a stregarmi e a coinvolgermi così tanto nella storia.
Ecco, con questo libro ho rivissuto parte di quell'incantesimo che solo J.K. Rowling sa tessere. Nel "Richiamo del cuculo" c'è molta più magia e filosofia "potteriana" di quanto si possa credere a una prima lettura.

Protagonista del libro è Cormoran Strike, veterano della guerra in Afghanistan e investigatore privato dal passato complicato. Strike si trova in una situazione economica abbastanza precaria, dato che oltre a non ricevere offerte di lavoro è anche pieno di debiti e creditori petulanti. E non se la passa troppo bene neanche sentimentalmente, da quando ha deciso di rompere con la sua storica fidanzata Charlotte ed è stato cacciato da casa sua, per cui è costretto a dormire in ufficio, con sacco a pelo e lettino da campo.
Finchè alla sua porta non bussa John Bristow, con un'incarico e la promessa di una ricompensa tale che sarebbe in grado di risolvere tutti i suoi problemi finanziari in un colpo solo. Una vera manna dal cielo per Strike, ma non si tratta affatto di un caso semplice: l'investigatore deve scoprire chi ha ucciso la top model Lula Landry, sorella adottiva di Bristow, nonostante la polizia abbia già risolto il caso e lo abbia schedato come suicidio.
Con l'aiuto della segretaria Robin Ellacott, Strike dovrà destreggiarsi nell'alta società di Londra, dove nessuno è disposto a essere sincero fino in fondo e dove l'unica cosa che interessi davvero le persone sono i soldi, fino a scoprire la verità su Lula Landry e la sua storia.
Non posso dire di essere un'amante del genere giallo, ma confesso che questo libro ha saputo tenermi incollata alle pagine per giorni. Non contiene molta azione perchè semplicemente la Rowling non ha bisogno di inserire inseguimenti, sparatoie o altri stratagemmi per movimentare una trama. E' la sua bravura a tratteggiare i personaggi a orchestrare la storia.
Eppure, tornando un attimo a Harry Potter, non ho potuto fare a meno di notare la ricomparsa di alcuni schemi tipici della saga di Hogwarts all'interno del "Richiamo del Cuculo". Strike mi ha ricordato Silente: il suo modo pacato di porre le domande e le sue azioni alla fine del romanzo lo ricordano per molti versi. Anche Robin somiglia alla sorella maggiore di Hermione, vulcano di trovate geniali, un vero deus ex machina per Strike. E un certo personaggio, che non menziono per evitare spoiler, a ben vedere è la fotocopia esatta di Severus Piton...
Questi aspetti, a me già familiari, hanno contribuito a farmi piacere il romanzo: era come se già conoscessi molti dei suoi protagonisti, oserei dire che sia stata quasi una rimpatriata nel mondo di Harry Potter. Ma allo stesso tempo è proprio questo il punto debole della storia: la Rowling non ha creato i suoi personaggi ex novo, ma sembra quasi abbia ripreso i personaggi della saga e li abbia catapultati a indagare per le strade di Londra.
Sebbene non sia un libro perfetto, non posso dire che non sia ben congegnato e ben scritto. Dopotutto, la Rowling non è nuova al genere giallo, infatti a ben vedere cosa sono i primi libri di Harry Potter se non gialli per ragazzi?
E a chi si lamenta dello stile, risponderei che questo è semplicemente il modo di scrivere della Rowling: prendere o lasciare. Io sono contenta di vedere che la scrittrice che ho amato da bambina è ancora in grado di rapirmi e trasportarmi via, in un'altra città, in un altro Paese, e coinvolgermi nelle indagini sull'omicidio di "Cuckoo".

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi è nuovo nel genere giallo, chi ha letto Harry Potter e la Pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, Harry potter e il prigioniero di Azkaban
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
4 risultati - visualizzati 1 - 4

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Chimere
Valutazione Utenti
 
3.5 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
3.0 (2)
Quando ormai era tardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La fame del Cigno
Valutazione Utenti
 
4.8 (2)
L'innocenza dell'iguana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Long Island
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.1 (2)
Assassinio a Central Park
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

L'antico amore
La famiglia
Fatal intrusion
Degna sepoltura
Il grande Bob
Orbital
La catastrofica visita allo zoo
Poveri cristi
Se parli muori
Il successore
Le verità spezzate
Noi due ci apparteniamo
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Delitto in cielo
Long Island
Corteo