Opinione scritta da valepd
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Un fantasy da me tanto atteso
Laia è una dotta, popolo da secoli tormentato e ridotto in miseria dall'Impero che sostiene un regime del terrore con il suo popolo. Una notte tutto cambia nella vita di Laia, delle maschere son venute a cercare suo fratello.
Quella notte, per Laia, è la notte della svolta, infatti si troverà a vagare nelle cripte della città alla ricerca della Resistenza, ignara di ciò che l'aspetterà.
Elias, il figlio bastardo della comandante di Rupenera, colei che dirige la vita degli allievi maschere. Un ragazzo che poco ha a che fare con le altre maschere in quanto non riconosce i valori di quel ruolo.
Un ragazzo che a poco poco si renderà conto di far parte di un destino ben diverso.
"Ma al mondo esistono due tipi di sensi di colpa, ragazza: quello che ti schiaccia fino a farti diventare un inetto, e quello che alimenta la tua anima, dandole uno scopo. Il giorno in cui ho creato la mia ultima arma per l'Impero ho tracciato una linea nella mia mente." (p. 274)
Una storia sofferta, parecchi drammi troverete tra queste pagine. E' una storia che vi spinge a trovare speranza dove in alcune pagine i personaggi non sembrano averne.
La prima parte del libro l'ho trovata a tratti lenta, la maggior parte delle vicende accade nelle ultime 100/150 pagine del libro.
Posso dirvi, però, che la scrittura è piacevole. Non troppo banale ma neanche aulica, per cui il libro si legge senza problemi.
Non so bene come spiegarvelo, ma l'ho trovato un romanzo sentito, non scritto giusto per raccontare una storia.
Nonostante ciò devo dire che la classica storia del ragazzo "fortunato" aiuta la ragazza "sfortunata" non è particolarmente nuova, ma son sicura che nei prossimi libri leggeremo qualcosa in più.
Attenzione: è presente un mezzo triangolo amoroso che, per quanto io non li ami, posso dire che è stato gestito parecchio bene e non pesante, è stato un particolare non proprio marginale ma di sicuro la storia non è stata costruita su di esso.
E' quasi tangibile il cambiamento di Laia, anche quello di Elias, certo, ma quello della protagonista femminile è sicuramente più eclatante.
Nonostante questo devo dire che anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati; Hel è un personaggio che spero verrà approfondito nei prossimi libri, è un personaggio molto interessante nonostante nel libro si sia vista perlopiù nella parte inziale.
Ma anche Sguattera e Cuoca (soprattutto Cuoca) son personaggi che vorrei conoscere più a fondo nei prossimi libri.
Finale non proprio inaspettato ma sicuramente bello, una saga che sembra avere un enorme potenziale, un libro che vi spinge al cambiamento.
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Differenti punti di vista
Mia Dennett è la figlia di uno dei giudici più influenti della zona, se non dell'America, ribelle e fuori dagli schemi familiari sin dall'infanzia. In un giorno come tutti gli altri viene misteriosamente rapita da un uomo che però non segue alla lettera il piano che gli era stato comunicato.
Nonostante i pochi rapporti con la famiglia la madre ormai ha solo il pensiero di sua figlia e grazie all'aiuto del detective Gabe i due cercheranno di farsi forza, insieme a Mia, per mettere insieme i pezzi per scoprire cosa è successo.
Ho apprezzato tanto i vari punti di vista, sia quelli al presente che quelli al passato. E' di sicuro un modo migliore per capire come sono andate le vicende secondo il vissuto di tutti.
Non ho però notato grandissime differenze per quanto riguarda la scrittura di ogni punto di vista, nonostante ciò ovviamente cambiano i pensieri ricorrenti di ogni personaggio.
Infatti, Eve, la madre di Mia, è uno dei personaggi che più riesce a trasmettere la preoccupazione nell'avere un familiare lontano senza avere sue notizie.
Gabe, invece, ci permette di vederla dal punto di vista di chi indaga.
Colin è sicuramente il punto di vista più singola e quello che mi più mi ha incuriosito, quello del rapitore.
Ahimè, però, non ho sentito la suspense che mi aspettavo, anzi. Non ci sono stati grandi colpi di scena, eccezion fatta per il finale. Probabilmente questo è uno dei lati "negativi" del parlare sia al presente sia al passato, ciò che il detective sta cercando di capire è il perchè Mia sia stata rapita. Ma già il fatto che Mia abbia i suoi capitoli al presente esclude che per lei sia finita con la morte.
"Sull'albero di Natale ci sono le luci. Non le dico come sono finite lì. Sostengo che non le piacerebbe saperlo. Le ho accennato che lo svantaggio altrui viene a nostro vantaggio. Secondo lei sono meravigliose di notte, quando spegniamo l'interruttore principale e ci sdraiamo vicini, al buio, rischiarati solo dal fuoco e dalle lucine sull'albero."
A proposito di finale... Onestamente mi ha stupito, certo. Nonostante ciò, ripensando a tutto il libro, dopo essere venuta a conoscenza del finale, ho storto leggermente il naso perchè non capisco davvero il motivo di alcuni comportamenti. Di sicuro, però, è un finale originale, a mio avviso.
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Alle volte un po' lento ma una bella sorpresa
Ho iniziato questo libro senza prospettiva alcuna, ero pronta a tutto. Non mi aspettavo un libro cliché quindi mi sono proprio buttata nella lettura.
Devo ammettere che all'inizio mi ha preso parecchio.
Il fatto che il tutto fosse nato dall'aver scelto un libro lo rendeva ancora più interessante.
La potenza di un libro che crea intorno a sè una storia, stupendo.
Pagina dopo pagina leggerete la storia di Daniel, un bambino ingenuo e puro che si trasformerà piano piano in un ragazzo, con tutti i problemi del caso. Una delle sensazioni che comunicava era proprio questa.
Purezza. Attaccamento. Ingenuità.
Sembrava fosse quasi una storia reale, a volte. Una storia vissuta e poi raccontata ai posteri.
Credo che uno dei punti forti sia stato proprio questo, il fatto che riuscisse a coinvolgerti e a farti sentire parte del mistero come se davvero qualcuno te la stesse raccontando faccia a faccia (cosa che in fondo succede con i libri).
Ho parlato di mistero, appunto.
Ebbene sì, sappiate che alle volte mi ha fatto sentire quella leggera morsa allo stomaco dalla sorpresa e dallo spavento, quasi. C'erano veloci colpi di scena che non ti aspettavi, colpi di scena che riuscivano a tenere alto l'interesse del lettore. In fondo la base di tutto è anche un mistero quindi la suspense era d'obbligo, soprattutto in alcune parti.
Poi c'è Fermín, che personaggio che è stato. Ho amato il suo personaggio, davvero tanto. Era forse il più pratico tra tutti, una soluzione e un'idea per far fronte a tutto.
Nonostante quelle bellissime risposte a tono che ogni tanto dedicava al povero Daniel che, vista la sua giovane inesperienza, chiedeva consiglio al suo amico.
Mentre, nonostante tutto, mi è dispiaciuto un po' per il padre di Daniel che avrei voluto vedere un po' di più. Credo di aver nutrito un certo affetto per lui nonostante abbia fatto poche comparse rispetto agli altri.
Però, più di tutto, mi ha colpito la storia d'amore che si cela sotto il mistero.
La bellezza e la sincerità credo sia la vera perla del libro, sarà che io per i libri divento una romanticona, ma davvero, credetemi.
Credo sia stata una delle migliori, nonostante abbia avuto un risvolto non proprio allegro.
Ogni libro insegna qualcosa, anche la più piccola cosa che a tanti può sembrare insensata o quasi inutile. Ed anche questo libro insegna qualcosa.
L'attaccamento che Daniel ha può essere considerato sia curiosità e sia voglia di scoprire la verità. Lui non arretra neanche quando vede che i suoi sforzi in quel momento non stanno dando i frutti sperati. Questo credo sia un grande insegnamento che alle volte, quando gettiamo la spugna, dimentichiamo facilmente.
Un altro ''dettaglio'' (che tanto dettaglio non è) che mi ha commosso, per così dire, è l'affetto che prova Daniel verso il libro. Credo questo rappresenti un po' ogni lettore, ognuno ha il proprio rapporto personale con un libro, con una storia, con un personaggio, e credo che questo atteggiamento da parte del protagonista possa essere condiviso da tanti e apprezzato da tutti tanto è 'dolce'.
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Un libro senza grandi pretese
Lara Jean ha due sorelle, una più grande ed una più piccola, orfane di madre cercano di aiutarsi a vicenda soprattutto per non affaticare tanto il padre.
Quando però Margot parte per il college, Lara Jean si trova a dover ricoprire il ruolo di "padrona di casa", tenere d'occhio la sorellina e a sbrigare le faccende di cui prima si occupava Margot.
Di per sè già questo è tanto... se poi aggiungiamo che le lettere che lei ha scritto a tutti i ragazzi che le son piaciuti sono state spedite.. la situazione si complica.
Un libro molto leggero, dai toni simpatici e che sicuramente tiene compagnia. Al lettore sembrerà quasi di familiarizzare con quell'età anche se i tempi son cambiati o anche se comunque non abbiano vissuto quel periodo adolescenziale allo stesso modo.
Si legge molto velocemente, una scrittura senza troppi fronzoli ma neanche eccessivamente infantile. Segue le vicende con una semplicità tale da farle sembrare familiari, ciò ci permette proprio di entrare in contatto con i personaggi e provare simpatia/empatia per loro.
L'unica pecca, a parer mio, è che per alcuni momenti il libro sembrava un po' indugiare sull'andare avanti o se rimanere nella stessa situazione descritta poche pagine prima, non so. Ho avuto la sensazione che il libro si sia sbloccato bene solo un po' dopo la metà.
Non posso di certo dire che lasci degli insegnamenti di vita, ma posso dire che sicuramente è un ottimo passatempo.
Non è sicuramente un libro dalle grandi pretese, se non quelle di alleggerire un po' il tempo del lettore regalandogli un momento di serenità e anche di divertimento in quanto, a me, Lara Jean mi è stata simpatica fin da subito con la sua ingenuità e spontaneità.
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Stima e ispirazione
Non saprei neanche da dove iniziare a parlare di questo libro.
Non vi dirò che è strappalacrime, che è toccante e struggente. No.
Semplicemente l'ho trovato motivante, una sorta di fonte di ispirazione. Non avevo mai letto nulla di Camilleri, mai. Ma non so perchè questo titolo mi è rimasto impresso da quando, anni fa, avevo sentito in tv di questa sua nuova pubblicazione.
Chiaro è che Camilleri bene o male lo conosciamo tutti, soprattutto per la serie Montalbano.
Ma in questo libro si vede un altro Camilleri, si vede l'autore dietro quella serie di successo, si vede tutta la sua lotta come impegno sociale e politico. Si vedono tutti gli sforzi per inseguire la carriera ambita, l'attaccamento alla famiglia, alla moglie, ai suoi vari lavori e ai suoi vari talenti.
Di certo non si possono negare, appunto, i talenti di questo autore... non solo autore, ma anche sceneggiatore, regista. Ha svolto svariati lavori, in tv, in teatro e tra le pagine dei libri.
«Nel corso degli anni cercavo semmai di scalfire la consistenza delle loro idee per vedere quanto esse fossero resistenti, pronto a tirarmi indietro e a mettere a loro disposizione tutto il mio sapere e la mia esperienza, purchè le loro concezioni raggiungessero una forma compiuta. Questa è stata la base del mio insegnamento, un insegnamento di libertà.» (p.57)
Per questo ho parlato di ispirazione: la sua capacità di mettere tutto in discussione, di informarsi, la sua passione per la cultura, il teatro e la letteratura l'hanno portato dove tutti l'abbiamo conosciuto.
Questo libro ti dà il coraggio di osare, di mettersi in gioco, di sfruttare al meglio le proprie capacità e le proprie passioni.
La faccio troppo romanzata? Possibile.
«Come scrittore non ho mai voluto chiudermi dentro a una sorta di prezioso isolamento. La "turris eburnea" tanto vagheggiata da alcuni miei colleghi è per me un luogo inabitabile; nei miei romanzi la politica intesa come partecipazione sociale non è mai stata del tutto assente.» (p.75)
Questa lettera a Matilda è scritta appunto per farsi conoscere, da lei, dai suoi lettori e anche da chi, come me, ancora non aveva conosciuto da vicino l'autore.
Un libro che si legge in neanche due ore, piccolo, poche pagine e con una impaginazione che non lascia spazio a tantissimo testo nelle pagine. Per cui, credetemi, sono poche pagine ma che, alla fine, vi lasceranno con la sensazione di non esservi mai davvero sforzati al massimo, di non aver davvero seguito tutte quelle passioni per cui, per voi, davvero ne valeva la pena.
Credo di essermi affezionata a questo libro, recensione forse poco oggettiva ma, davvero, lo consiglio a tutti voi. Qualunque sia la vostra età, vocazione etc...
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Colpita e affondata
Un modo di scrivere riflessivo e dalle sfumature nostalgiche caratterizza un po' quello che è lo stile dell'autore nel corso di questo libro.
Ogni singola vicenda narrata, dai racconti sulla guerra di Don Gaetano -che già di natura lasciano una scia malinconica-, alla vera e propria vita del protagonista hanno un retrogusto agrodolce.
Flashbacks riguardanti la guerra che spezzando la realtà narrativa arricchiscono anche le conoscenze storiche del lettore.
Tali racconti non fanno altro che caratterizzare il personaggio di Don Gaetano che colpisce per la sua saggezza e riflessività suscitando nel lettore ammirazione e interesse.
Con una scrittura schietta ma non fredda e spigolosa. è possibile trovare una sorta di "conforto" nella lettura di questo libro.
E' una compagnia lieve ma presente che necessita di meritata attenzione, ma che al contempo lascia una sorta di completezza a chi si lascia trasportare da questo libro.
Un'attenzione verso tutti le sfumature di un momento, di una condizione, ecco una caratteristica principale. Un'attenzione costante che aiuta il protagonista a superare degli ostacoli, alcuni dal punto di vista amoroso, e a crescere, infatti vedremo anche dei cambiamenti di pensiero in lui, anche nella sfera sentimentale.
Una visione del mondo napoletano del tempo, sia relativo alle vicende principali del libro, sia riguardanti le memorie della seconda guerra mondiale, ci dà modo di vedere il tutto da un preciso punto di vista, Napoli.
La presenza di personaggi che parlano in napoletano, i dettagli riguardanti l'infanzia dei quartieri descritti, le abitudini e i modi di fare delle donne delimitano il corso della storia, evitando di rendere il romanzo vago e dispersivo.
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Parlano di pregiudizi..
Una sorprendente lettura, questa.
Partiamo da un piccolo preconcetto, titoli e copertina influenzano molto un lettore (per quanto molti si ostinino a negarlo), o erro? Quindi, per rendere onore alla sincerità, diciamo che non mi aspettassi chissà quale storia. Un nome un po' banale, una copertina poco accattivante.. ovviamente sono caduta nella solita trappola da superficiali.
Un libro molto leggero, sull'onda della simpatica ironia e delle prime esperienze.
Una buona compagnia che, alla fine, ho sperato continuasse ancora un po'. Le battute sottili e sarcastiche dei due protagonisti fanno spesso spuntare un sorriso o fanno addirittura nascere una risata nel lettore che, forse come me, rimane sorpreso da una storia simile.
La storia principale, come avrete già inteso è la storia d'amore tra i due protagonisti. E diciamo che un'affinità tra il mio primissimo preconcetto e il libro c'è: entrambi abbiamo iniziato con dei pregiudizi.
Un pregiudizio che poi man mano viene sia ''confermato'' che ''smentito'' dalle vicende e dai protagonisti stessi. Nonostante ciò essi imparano a comprendere i punti di vista dell'altro e ad apprezzare certe differenze che all'inizio parevano insormontabili.
E poi.. beh, nasce l'amore.
Un amore un po' particolare rispetto alle storie a cui spesso il pubblico è abituato. Siamo abituati ad un personaggio maschile "virile" (conforme ai preoconcetti, l'uomo che seduce, che vuole possedere una o più donne), don giovanni che cambia per la protagonista. E invece no, abbiamo una storia d'amore più reale, se così la vogliamo definire.
Non tutte le storie d'amore rispondono agli stereotipi indicati sopra, no.
E questo romanzo ne è la prova.
Una scrittura fresca e scorrevole delinea una storia dai tratti particolari, comici e riflessivi.
Vicende coinvolgenti e non surreali o molto romanzate.
Ovviamente chi cerca un romanzo (esattamente ciò che stavo cercando io quando ho iniziato a leggerlo) trova pane per i suoi denti.
Per quanto comico, piacevole e scorrevole è comunque una lettura da svago.
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Un libro a forte impatto emotivo
Una storia ad alto impatto emotivo, commovente e rivelatrice.
E' una storia vera quella raccontata in questo libro. Una storia vera con le sue croci e le sue glorie, una storia che ci spinge ad apprezzare tutto ciò di cui noi non ci rendiamo neanche conto. La nostra libertà che spesso diamo per scontata è un privilegio che molti non possono neanche immaginare, molti come Samia.
Samia Yusuf Omar era una giovane guerriera che ha fatto della corsa un credo, è stato questo a spingerla a lottare nonostante stare lontana dalla sua patria non fosse la sua prima scelta.
Una storia che lascia trasparire una tenacia a cui non si può rimanere indifferenti, una tenacia che ha spinto la giovane Samia a farsi carico di fardelli più grandi di lei, l'ha resa una donna ancor prima di essere bambina.
Viviamo in un periodo in cui, sfortunatamente, l'odio va per la maggiore verso tutti gli immigrati sbarcati sulle nostre coste e non solo. Non è lecito fare di tutta l'erba un fascio ma è doveroso chiedersi il perchè di questi sbarchi, cosa si nasconde dietro a ciò che nessuno dice, dietro alle storie di chi ha compiuto traversate di mesi/anni per arrivare qui e cercare un posto migliore.
Siamo ignoranti per quanto riguarda i vari aspetti della vita nelle zone di guerra, vari gruppi terroristici stanno minando alla libertà di milioni di persone e noi, dai nostri comodi divani, spesso non ci informiamo neanche, non ci interessa in quanto non siamo noi quelli in costante pericolo di vita.
Una ''full immersion'' nella vita di Samia con uno sguardo alla sua famiglia e all'importanza che essa ha sempre avuto per lei. Una storia vera narrata con una bravura lodevole, un misto tra semplicità lessicale senza essere semplicistico e una serietà nei temi che ci ha permesso di conoscere una storia che ha quasi dell'incredibile tanto da affezionarsi ad una ragazza che ha fatto tanto e che avrebbe potuto fare molto di più se solo la sua vita fosse durata di più.
"... Vivi, Samia, vivi come se tutto fosse un miracolo..."
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Una sincerità spiazzante
Già dal titolo si capisce che si tratta di un libro ''particolare'', di una storia diversa dalle altre. Ora non ricordo esattamente cosa avesse suscitato nella mia mente il titolo, il fatto di averlo letto ovviamente influenza i miei giudizi.
Leggendo la trama, poi, tutto diventa più chiaro e già si ha un'idea sfocata di ciò che si andrà a leggere.
Il fatto che sia una storia vera rende il tutto più... non so, più.
Un libro che parla di una realtà le cui particolarità, con tratti positivi e difficoltà annesse, stanno riuscendo a risvegliare una società ancora chiusa mentalmente.
Un tratto positivo che ho trovato ammirevole è la sincerità con il quale è stato scritto.
Non è tutto rosa e fiori, non è un "è stato facilissimo dall'inizio, come se non fosse nulla di diverso da ciò a cui ero abituato", no.
Le difficoltà nel libro emergono, è facile per i lettori entrare dentro una mentalità adolescenziale che sta affrontando la situazione di avere un fratello "speciale".
Prima ho usato il termine "diverso" volutamente. Perchè un messaggio importante che dovrebbe circolare è che "diverso" non è sinonimo di "strano" "peggiore di noi/me". Diverso è un qualcosa che magari necessita impegno per la comprensione, diverso è qualcuno da cui si può sempre imparare. Diversi siamo tutti, semplicemente ci piace etichettarci come tutti uguali solo perchè tendiamo a comportarci secondo convenzioni, ma se ci togliessimo questi limiti allora saremmo capaci di notare le nostre differenze senza disprezzarle.
Un libro che che sotto certi aspetti è possibile considerarlo "fresco", non una lettura pesante, ecco.
I concetti chiave, nonostante ciò, arrivano al lettore con una facilità e ovvietà quasi spiazzanti. Tra un episodio di vita e l'altro, ci si affeziona a questa storia e ai suoi personaggi. Si impara a comprendere quali sono le vicende che riguardano tutti, chi più chi meno.
In poche pagine scritte quasi come un diario personale si racchiude la forza di abbattere i muri del pregiudizio.
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fragilità è forza
Da dove partire, allora..
Questo libro, come avrete capito dal titolo e sottotitolo è un inno alla fragilità, e quale scrittore italiano poteva venir preso in considerazione se non Leopardi? Causa la sua salute precaria è lo scrittore che ci viene subito in mente se pensiamo alla fragilità.
Questo termine in questo libro assume un'accezione totalmente positiva, in quanto le nostre fragilità diventano le nostre forze, fragilità che vanno custodite e protette in quanto caratteristiche peculiari di ognuno.
Credo che nessuno meglio di D'Avenia potesse riuscire a trattare un tema simile, l'autore mostra molta sensibilità e apertura a parlare di un tema simile.
Nella mente dei giovani l'adulto è colui che cela le fragilità, le nasconde oppure cerca di sostituirle con dei punti di forza.
Il libro è diviso in quattro fasi principali, la più lunga è quella dell'adolescenza, dove i giovani sono chiamati a rispondere al loro rapimento.
Questo libro è una lettera che l'autore scrive ad uno dei più important autori della letteratura italiana scardinando i principali punti delle interpretazioni tipiche su Leopardi. La maggior parte degli studenti lo studia come il pessimista, sempre infelice Leopardi. Anche io son stata uno di quegli studenti. Questo libro però è come una rivelazione, ci invita a vedere sotto un'altra luce l'autore, in modo da poter leggere diversamente anche le sue opere.
Leopardi è uno che ha lottato contro gli impedimenti fisici della sua malattia e dei suoi genitori, nonostante tutto amava i suoi, anche sue padre al quale scrive delle lettere. Non si è mai lasciato andare, non ha mai lasciato spegnere l'infinito che egli aveva dentro di sè.
Vedere sotto un altro aspetto Leopardi è il punto di partenza per vedere con altri occhi il mondo, senza mai fermarci alle apparenze o a ciò che gli altri hanno interpretato.
La letteratura a scuola è spesso l'interpretazione del professore che cerca di trasferire le proprie idee agli alunni senza lasciare che loro amino, apprezzino e tentino di capire almeno un po' quell'autore da soli.
Per leggere questo libro c'è bisogno di lasciarsi andare e non reprimere le emozioni che esso più suscitare, in quanto vi assicuro che alle volte riesca a far venire i brividi.
L'unica piccola critica che mi sento di muovere è che alle volte, forse, è molto ''sentimentalista'' se così si può definire, ma sono sensazioni che durano poco e solo in alcuni punti.
Che altro dire? Leggetelo e lasciatevi trasportare.
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Uno, due, tre..
Un libro che ha del suo, in un certo senso.
Nonostante non sia la classica storia è possibile e ovvio fare (per chi ha letto entrambi i libri) un collegamento tra 9 Novembre di Colleen Hoover e questo.
Onestamente ciò mi dispiace tantissimo, in quanto questo libro mi stava appassionando parecchio.. fino a che non si è arrivati a quel punto.
"Io non sono più Kacey Cleary. Sono un guscio vuoto che fa battute inadeguate e non prova niente. Sono una finta Kacey."
La scrittura dell'autrice si sposava perfettamente con il carattere della protagonista ed è cambiato leggermente quando questa è cambiata.
Una scrittura veloce, senza tanti giri di parole, schietta. Proprio come Kacey. Mentre più si va avanti con il libro la scrittura lascia spazio a più riflessioni, proprio come quando Kacey comincia a cambiare.
Onestamente lei mi è piaciuta parecchio.. all'inizio, alla fine un po' meno. Amo i caratteri forti e vedere che lei cambia praticamente totalmente mi ha un po' spiazzato.
Lui. Trent. Beh, sì bellino e carino nella prima metà del libro. Quando comincia ad andare ogni sera al club e comincia ad essere troppo ''attaccato'' devo dire che il mio gradimento è calato parecchio.
Okay, okay, pensiamo a tutti i retroscena del libro, sì.
Ma non vedo comunque una così grande giustificazione come pare abbiano fatto alla fine. Ciò che lui ha fatto non era comunque frutto di una decisione lucida.
"Fisicamente. Nient'altro che dieci piccoli respiri a tenere insieme il resto di me."
La storia dei dieci respiri mi è piaciuta tantissimo, è lo sfondo alla storia e la "risoluzione" alla fine è stata forse la parte che più ho amato. Forse perchè anche io ho questo tipo di "fissazioni".
Per ciò che riguarda il potere del perdono sono più che d'accordo. Bisogna lasciar andare ciò che ci tiene legati al passato. Lasciarlo andare non significa solamente ignorarlo e/o dimenticarlo, potrebbe anche voler dire abbracciarlo ed accettarlo così com'è stato.
Non sempre tutto è come ci appare, così come le colpe di Cole. Cioè, la colpa c'è ma non bisogna buttarsi subito a criticare, ad odiare, bisogna anche imparare a capire. E questo lo si nota molto bene nel romanzo.
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un libro che rapisce e apre gli occhi
Scrittura veloce e senza troppi convenevoli quella dell'autrice che ci dipinge un quadro ben dettagliato, sia riguardo le azioni dei personaggi, sia riguardo l'ambiente che fa da sfondo e che, ovviamente, influenza i protagonisti.
Proprio come molti studi provano il luogo in cui vivi ti condiziona tanto che te lo senti nel sangue.
E ciò viene perfettamente descritto nel libro.
''La Fortezza'' non è esattamente il posto in cui piacerebbe vivere. Una specie di ghetto che non segue le regole statali piuttosto preferisce le proprie, un piccolo angolo di mondo autocratico che rifiuta -in un certo senso- alcuni legami con il mondo esterno.
Come può essere ad esempio il riconoscimento di un'autorità quale quella delle forze dell'ordine.
"Mi verrà da sorridere a pensarci, e penserò che anche il tempo addormenta tutto, anche il dolore più grande."
All'inizio ho pensato che tra me e la protagonista non ci sarebbe stato alcun 'feeling' in quanto, per un momento, inconsciamente, mi rifiutavo di accettare la franchezza con cui si esprimeva e agiva. Leggendo sempre di più ho imparato ad apprezzare questo tratto, non è un libro che deve nascondere la realtà e idealizzarla, no. E' un libro che denuncia ciò che accade in alcune zone del mondo, anche dietro il nostro angolo di casa alle volte, e noi stiamo fermi ad ignorare il problema.
E questa denuncia avviene attraverso ciò che vede, vive e racconta Beatrice.
Come scrivevo prima molto spesso non ho approvato il comportamento di Beatrice, però il bello sta lì, nel fatto che quel comportamento dipende da ciò che lei ha sempre visto e vissuto.
La fiducia, la calma non sono cose che si imparano facilmente se hai sempre visto il contrario.
Anzi, Beatrice sa benissimo con chi può o meno comportarsi in un certo modo.
E' una ragazza sveglia, sempre, anche quando fa scelte che a noi possono sembrare sbagliate.
Alla fine l'appoggerete e capirete i suoi comportamenti.. forse anche voi vi sareste comportati in quel modo in certe situazioni.
"Sai che ti stai perdendo i pezzi per strada, che qualcosa si è rotto e non puoi più riaggiustarlo. Sai che ti sta scivolando via dalle mani e non riesci a trattenerlo e vorresti che tutto tornasse come prima, e se proprio non si può fare, allora vorresti accontentarti, saresti disposta a tenertelo pur così com'è, te lo faresti andare bene."
Alfredo.
Personaggio molto interessante che, però, mi è sembrato avere meno spessore di Beatrice. Complice il carattere più mite rispetto all'irascibile protagonista citata, nonostante ciò anche con lui avremmo la possibilità di capirlo e di osservare altre sfumature di quella società descritta nel romanzo.
Alfredo e Beatrice sono le facce della stessa medaglia, sole e luna che si sorvegliano a vicenda.
Una storia romantica e straziante che ci mette davanti ad una realtà che noi molto spesso neanche immaginiamo ma che esiste eccome.
"Ed era vero. Non ero arrabbiata. Non sentivo niente. Solo un mal di stomaco lancinante, un dolore continuo che sembrava dovesse mangiarmi da dentro."
Ho apprezzato parecchio anche la presenza delle numerose riflessioni di Beatrice (narratrice in questo romanzo) senza essere troppo drastica e/o melensa.
Una storia che in fondo farà innamorare anche noi, anche se in un maniera diversa dai classici romanzi rosa che vediamo in vetrina in libreria. E spero che vi susciti la stessa sensazione che ha suscitato anche a me: la voglia di cambiare qualcosa, anche se piccola.
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Purezza
Partiamo da una piccola cosa che vorrei sottolineare. Quando si dice di non giudicare un libro dalla copertina è proprio perchè bisognerebbe non farlo. Guardate la copertina di questo libro? E' un no. Un grande no. Però al suo interno racchiude una storia che riesce a toccare il cuore dei lettori, cuori che anche se tentano di resistervi si arrenderanno miserabilmente alla dolcezza di una storia scritta con tanto sentimento.
"Secondo me la gente è così. Quando la guardi davvero, non noti più i nasi perfetti o i denti dritti. Smetti di notare i segni dell'acne o la fossetta nel mento. Tutto comincia a confondersi, e all'improvviso li vedi, vedi i colori, la vita nascosta sotto quel guscio, e la bellezza assume un significato completamente nuovo." (Fern, cap. 25)
Mi sentivo attratta da questo libro molto prima di leggerlo, mi ero innamorata della trama perchè credevo avesse delle grandi potenzialità. Potenzialità che fortunatamente son state sfruttate al meglio.
E' stata una piacevole rivelazione.
Dal titolo e dalla cover ci si aspetta uno dei tanti romanzi che narrano storie sdolcinate e mielose, quelle che puntualmente fanno venire il latte alle ginocchia ai lettori, anche a quelli più incalliti.
E invece no. Sorpresa.
"Secondo me è per questo che le è sempre piaciuto tanto leggere. I libri ti consentono di essere chiunque tu voglia, di fuggire da te stesso per un po'. [...]" (Bailey, cap.23)
Se potessi starei qui a citarvi tutto il libro. Ma mi rendo conto che lanciare delle briciole potrebbe invogliarvi a prenderlo in mano e a perdervi in una storia toccante e a tratti commovente.
Onestamente sono più sensibile al commuovermi con i film, nonostante ciò grazie a questo libro mi sono trovata all'orlo delle lacrime più di una volta.
Non perchè sia chissà quanto drammatico (non fraintendetemi, la sua dose di drammaticità c'è ed è perfetta) però l'autrice ha il potere di riuscire a farci legare con i personaggi, legame che si farà sentire soprattutto in certi punti.
Se avessi il compito di descrivere questo romanzo con un aggettivo sceglierei: puro.
Puro perchè nonostante sia ambientato nel mondo odierno, con i suoi pregi e difetti, sembra mantenere sempre intatta la sua semplicità e pienezza. Perchè il fatto che sia semplice non implica che non sia ricco, affatto.
La storia qui raccontata è capace di darvi tanto, dovete solo leggerla con attenzione e lasciarvi andare nelle mani della sapiente Amy Harmon, che nonostante abbia scritto questo romanzo basandosi su una storia d'amore sia riuscita a tirare fuori delle perle che rimarranno sempre con me.
Ambrose, Fern, Bailey. I tre protagonisti.
Ambrose: quello che io pensavo fosse il classico bad boy mentre in realtà è un ragazzo sensibile, visione che a molti potrebbe non andare a genio, visto la fama che i bad boy stanno ormai acquisendo.
Fern. Dolce, tenera, Fern. No, non è una ragazza ingenua e tutta rose e fiori, è dolce e responsabile. Non è a uno dei soliti estremi, totalmente arrogante o totalmente ingenua. Anzi, non è nè arrogante nè ingenua.
Bailey. Il mio amore. La serenità e la saggezza di questo ragazzo vi colpiranno, ne sono sicura. Non voglio andare oltre per quanto riguarda questo personaggio per non lasciarmi sfuggire qualcosa di troppo.
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Vivere prima della fine
Eh sì, è una categoria di libri che si conoscono parecchio.
Diciamo che non sono solo i libri di questo genere abbastanza famosi, se non anche i film.
Di questo, appunto, vi è anche un film 'Now is good' di cui parleremo dopo.
Tessa è una ragazza che combatte da anni contro un cancro che sta lentamente serrando la presa sul suo corpo.
E siccome non si tratta di una ragazza che si rassegna facilmente decide di stilare una lista di ciò che vorrebbe fare prima di morire. Vorrebbe vivere davvero prima di morire.
Questa lista su basa sulle scelte (anche sbagliate) che caratterizzano l'adolescenza di ora e dei tempi passati.
Fare sesso, provare droghe, ballare, furti. Ma questa lista non si basa solo su questo, anzi. Vi sono anche dei desideri che Tessa esprime proprio pensando a situazione più profonde.
Durante il corso del libro si trova una protagonista che diventa mano a mano più cosciente della situazione, diventa più cosciente che non importa davvero fare cose superficiali. Infatti, un punto della sua lista è innamorarsi.
Comunque (dell'amore parleremo dopo) vi dicevo, durante le pagine troviamo un cambiamento sostanziale nel carattere di Tessa. Prima è molto acida, menefreghista, poco sensibile, schietta. Mentre andando avanti troviamo tutto questo che si affievolisce, anche la schiettezza che ogni tanto viene influenzata da alcuni comprensibili momenti di dolcezza della protagonista.
Amore.
Parte integrante dei romanzi young adult (come se fosse quasi una tappa obbligatoria dell'adolescenza, ma vabbeh..), e come tale la troviamo anche qui. Diciamo che Tessa vive l'amore da vari punti di vista. Il suo amore con Adam, quello che i suoi genitori stanno riscoprendo dopo il divorzio e quello che i suoi parenti e amici le donano e non per pietà.
La nostra protagonista combattiva tende, infatti, a disprezzare la pietà, come giusto che sia.
Devo ammettere, però, che molti momenti della relazione tra Adam e Tessa si concentra sul fisico. Capisco che attraverso di esso si possano percepire numerose emozioni e sensazioni ma avrei ridotto il carico, diciamo.
E poi, ad esser sinceri, la loro storia d'amore è molto più carina nel film, a parer mio.
In realtà ho preferito totalmente il film al libro.
Per quanto il libro faccia passare dei messaggi attraverso tematiche delicate che toccano tutti, chi più chi meno, ho preferito il film. E' stato più veloce ed esplicito, sotto alcuni punti di vista.
Con l'aggettivo veloce relativo al film non intendo affatto dire che il libro fosse lento, anzi. E' stata una lettura che è avvenuta in due giorni grazie, appunto, ad una scrittura scorrevole, adatta ai giovani e ad una storia che voleva essere sia di significato sia facile da leggere.
La parte che più mi è piaciuta è stata la fine. La più spontanea, a parer mio. Un groviglio di pensieri, di sogni ed immagini che la nostra protagonista immagina arrivata all'ultimo passo prima del nulla, o del tutto, chi lo sa.
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Non sono l'etichette l'importante
Un'inizio che non preannuncia affatto una fine simile.
Una protagonista che sembra abbia buttato ogni aspettativa, ogni speranza, tutta se stessa, fuori da una metaforica finestra sul mare. E forse è proprio così.
La classica ragazza facile, per sua scelta, perchè questo è l'unico modo per rimpiazzare le attenzioni che le sono state negate durante l'infanzia o anche ora nella propria sfera famigliare.
Attenzioni che non vengono richieste solo attraverso la vicinanza fisica di qualcuno, bensì attenzione che lei cerca di attirare anche con i professori, con la figura autoritaria di cui alle volte ha accusato la mancanza.
Ed è proprio l'arrivo del professore che fa ingranare la storia. Dalla trama sappiamo tutti come andrà a finire, suvvia, non abbiamo neanche bisogno di sforzarci tanto.
Ma alla fine conta davvero come finisce o come si sviluppa?
In questo caso vi posso dire che conta di più come si sviluppa. La trama lascia celate molte vicende che non credo siano tanto facili da immaginare vedendo solo quel piccolo sunto.
Comunque.
Un professore intelligente, arguto, giovane, bello e anche piuttosto originale. La prima lezione con Wilson e già si ha un compito. Cominciare a descrivere la propria storia su un foglio.
E lasciatevelo dire da una persona riservata come la sottoscritta, credo che mai avrei completato davvero un simile compito. Ma la parte bella è che questo compito prosegue di pari passo con le sue lezioni. Ogni nuova nozione di storia porta con sè un nuovo tema per descrivere un vicenda cardine nella vita degli alunni. Singolare, no?
E anche la nostra Blue, sotto forma di storiella, scriverà la sua storia che catturerà l'attenzione del nostro caro professore, più di quanto non l'abbiano fatto i suoi dispetti verso di lui.
"C'era una volta... un piccolo merlo. Era stato buttato giù dal nido, scacciato. Gettato via. Poi un falco lo trovò e, sollevandolo da terra, lo portò con sè, lo accolse nel suo nido e gli insegnò a volare. [...]" (pg.116)
E come vi preannuncia la trama questa relazione alunna-professore sfocerà in una bella e sincera amicizia, almeno all'inizio. No, nessuna relazione nel periodo scolastico, lo dico per gli amanti del genere.
Ma la vita dei nostri protagonisti, soprattutto di Blue, è soltanto appena iniziata.
Nelle successive duecento pagine circa credo ci siano davvero tantissime vicende che smuoveranno la scena principale veramente tanto.
Ma il loro rapporto non si spezzerà mai, rischierà varie volte ma riusciranno a rimanere in equilibrio senza lasciar cadere nè l'uno nè l'altra.
"Non lasciare che nessuno ti dica il contrario. Il rimpianto è il retrogusto della vita. Qualsiasi decisione tu prenda, ti chiederai se non avresti dovuto fare in un altro modo. Io non ho fatto per forza la scelta sbagliata, ho solo scelto. E ho vissuto le conseguenze della mia scelta, retrogusto e tutto. Mi piace pensare di aver dato al mio ragazzo la vita migliore che potessi, anche se non ero perfetta." Bev. (pg. 144)
Diciamo che, perdonatemi eh, ma mi aspettavo qualcosina di scontato riguardo ad alcune faccende che son venute fuori, ma fortunatamente mi sbagliavo.
Le verità che Blue scoprirà dimostrano una vera e propria storia intricata che con il tempo verrà sbrogliata, non due situazioni giusto per fare trama.
Neanche la relazione tra Darcy e Blue è stata scontata, anzi. Non è stata affatto affrettata, si è presa il proprio tempo, i propri spazi e a tempo debito è sboccata senza guardarsi intorno.
Cosa che io ho amato tanto.
E poi, per alcuni aspetti della relazione si vede proprio il conflitto interiore che la Blue del presente ha con la Blue che si sta lasciando alle spalle, e credo sia stata una giusta scelta anche quella dell'autrice quella di non puntare tutto sulla fisicità della loro relazione. Contiamo che Blue si è staccata di dosso l'etichetta della ragazza facile, puntare tutto su questo sarebbe stato un po' incoerente, no?
Ecco.
"Non mi amava abbastanza per rinunciare a me. Ma io non rovinerò la vita di questo bambino solo perchè ho bisogno di qualcuno da amare." Blue. (pg. 188)
Eccoci ad un argomento che non potevo non trattare.
Gravidanze non desiderate. Ormai siamo tutto concentrati nell'ottica che la madre dovrebbe sempre (escluse alcune eccezioni che non contemplano quella del libro di cui sto parlando) prendersi cura del bimbo che porta in grembo, come se darlo in affidamento fosse una pratica disumana, come se fosse un gesto di vigliaccheria.
Io credo, invece, sia un gesto di enorme coraggio. Proprio come si può dedurre dalla frase che vi ho citato qui sopra.
Solo perchè ormai questo bambino sta crescendo dentro di noi questo ci definisce automaticamente madri? Non credo, ci vuole ben altro.
E qui Blue credo abbia fatto una scelta veramente coraggiosa. Anteporre il benessere totale della bambina prima di un dovere convenzionale, prima del suo bisogno di amare. Perchè essere genitori non significa quello, no.
Un libro in cui non vi è una principessa che ha bisogno di essere salvata, bensì una ragazza che ce la farà da sola, a costo di tirarsi su le maniche e lottare contro se stessa. E sì, la figura di Wilson è necessaria, perchè in fondo anche Blue ha bisogno di una spalla a cui sorreggersi, soprattutto visto il cammino ricco di sfide, di sorprese e di verità nascoste che la attende.
Un libro che si legge velocemente, scorrevole e che molto spesso arriva al cuore del lettore.
Sì, è una storia d'amore e come tale vi sono alcune scene cliché già lette, ma nei fatti principale non si presenta affatto scontato.
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Le riflessioni sparse che salvano il libro da un p
Onestamente credo sia un tema abbastanza attuale quello trattato dal libro: il divorzio, la separazione di due che prima si amavano.
E forse l'idea dell'autrice era proprio quella di scrivere un libro nudo e crudo a riguardo.
Credo che ci sia riuscita, nonostante tutto.
Però forse era troppo.
L'ho trovato un po' confusionario nel raccontare. Capisco che una parte fosse il momento della cena e gli altri fossero ricordi, ma credo che il tutto sia stato poco scorrevole.
Era normale che non avesse capitoli, e a non a quello che mi riferisco. E anche il fatto di far vivere i ricordi così come i protagonisti li ricordano durante la cena è stata una bella idea, però credo sia stato più un discorso di linguaggio. Un linguaggio molto spontaneo che forse alle volte traeva in inganno e mi traeva in confusione.
Di per sè la storia era promettente, tematiche comuni ma comunque poteva uscire una bella storia.
E devo ammettere che ci son state molte belle riflessioni, davvero tante. Non te le aspettavi, erano lì, subito dopo aver descritto un piccolo dettaglio della casa, per esempio.
Infatti, se proprio devo essere sincera è questo che ha salvato il libro, le riflessioni.
Per alcune situazioni, come ad esempio il descrivere una scena intima con qualcuno ho trovato (alle volte) il linguaggio leggermente volgare. Okay, magari sarò io pudica, non lo so, ma è comunque un'opinione personale.
Nonostante tutto è stato un libro abbastanza veloce da leggere, anche perchè non ha parecchie pagine e se si vuole lo si può leggere davvero in poco tempo.
Io, onestamente, mi aspettavo di più da un libro che è diventato pure un film, ma come avete visto ho avuto alcune opinioni negative.
"Conserva i tuoi sogni Daniel, non puoi sapere qua
Ho iniziato questo libro senza prospettiva alcuna, ero pronta a tutto. Non mi aspettavo un libro cliché quindi mi sono proprio buttata nella lettura.
Devo ammettere che all'inizio mi ha preso parecchio.
Il fatto che il tutto fosse nato dall'aver scelto un libro lo rendeva ancora più interessante.
La potenza di un libro che crea intorno a sè una storia, stupendo.
Pagina dopo pagina leggerete la storia di Daniel, un bambino ingenuo e puro che si trasformerà piano piano in un ragazzo, con tutti i problemi del caso. Una delle sensazioni che comunicava era proprio questa.
Purezza. Attaccamento. Ingenuità.
Sembrava fosse quasi una storia reale, a volte. Una storia vissuta e poi raccontata ai posteri.
Credo che uno dei punti forti sia stato proprio questo, il fatto che riuscisse a coinvolgerti e a farti sentire parte del mistero come se davvero qualcuno te la stesse raccontando faccia a faccia (cosa che in fondo succede con i libri).
Ho parlato di mistero, appunto.
Ebbene sì, sappiate che alle volte mi ha fatto sentire quella leggera morsa allo stomaco dalla sorpresa e dallo spavento, quasi. C'erano veloci colpi di scena che non ti aspettavi, colpi di scena che riuscivano a tenere alto l'interesse del lettore. In fondo la base di tutto è anche un mistero quindi la suspense era d'obbligo, soprattutto in alcune parti.
Poi c'è Fermín, che personaggio che è stato. Ho amato il suo personaggio, davvero tanto. Era forse il più pratico tra tutti, una soluzione e un'idea per far fronte a tutto.
Nonostante quelle bellissime risposte a tono che ogni tanto dedicava al povero Daniel che, vista la sua giovane inesperienza, chiedeva consiglio al suo amico.
Mentre, nonostante tutto, mi è dispiaciuto un po' per il padre di Daniel che avrei voluto vedere un po' di più. Credo di aver nutrito un certo affetto per lui nonostante abbia fatto poche comparse rispetto agli altri.
Però, più di tutto, mi ha colpito la storia d'amore che si cela sotto il mistero.
La bellezza e la sincerità credo sia la vera perla del libro, sarà che io per i libri divento una romanticona, ma davvero, credetemi.
Credo sia stata una delle migliori, nonostante abbia avuto un risvolto non proprio allegro.
Ogni libro insegna qualcosa, anche la più piccola cosa che a tanti può sembrare insensata o quasi inutile. Ed anche questo libro insegna qualcosa.
L'attaccamento che Daniel ha può essere considerato sia curiosità e sia voglia di scoprire la verità. Lui non arretra neanche quando vede che i suoi sforzi in quel momento non stanno dando i frutti sperati. Questo credo sia un grande insegnamento che alle volte, quando gettiamo la spugna, dimentichiamo facilmente.
Un altro ''dettaglio'' (che tanto dettaglio non è) che mi ha commosso, per così dire, è l'affetto che prova Daniel verso il libro. Credo questo rappresenti un po' ogni lettore, ognuno ha il proprio rapporto personale con un libro, con una storia, con un personaggio, e credo che questo atteggiamento da parte del protagonista possa essere condiviso da tanti e apprezzato da tutti tanto è 'dolce'.
Un libro che, nonostante a volte sia stato un po' lento nella scorrevolezza , si è rivelato una bella sorpresa.
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Un libro che mi ha dato tanto, troppo
Questo libro si basa su una storia che potremmo considerare 'all'ordine del giorno'. Una donna alle prese con un amore terminato, un matrimonio che non esiste più.
Una depressione che avanza e un'analista che non le consiglia altro che un gioco.
Ogni giorno, dieci minuti al giorno per un mese, Chiara dovrà provare qualcosa di nuovo.
Credo sia un tema adatto a tutti, adolescenti, adulti, tutti.
Un gioco che potrebbe farci rinascere, farci 'svegliare'. Anche dei piccoli cambiamenti al giorno possono aiutare a farci apprezzare la vita oppure potrebbero aiutarci a trovare ciò che in fondo non va.
E il libro questo riesce a comunicare.
Nonostante vi siano parecchie scene particolareggiate dalla situazione che la protagonista vive con il marito ognuno si può relazionare con i personaggi.
Da piccoli dettagli vengono fuori dei concetti 'base', concetti che alle volte tralasciamo o non applichiamo. Grazie alla magnifica penna dell'autrice, poi, le frasi che ne vengono fuori alle volte fanno venire i brividi, o almeno a me è capitato così.
Forse ho solo trovato il libro giusto al momento giusto, non saprei.
Probabilmente la storia di base non è la più originale, il fatto della separazione coniugale.
Ma è il 'gioco' che rende il tutto perfetto.
Alla fine le nuove esperienze che Chiara fa per dieci minuti non sono acrobazie mortali o guerre transoceaniche, sono piccole rivoluzioni che piano piano acquistano un significato sempre più grande. E sono le parole che usa l'autrice, le frasi che ne vengono fuori, i concetti che trasmette che hanno reso questo libro veramente bello.
Credo mi rimarrà nel cuore a lungo.
Non credo di riuscire neanche a recensirvelo bene, è un qualcosa che non so, credo sia personale.
Ve lo consiglio e basta, leggetelo a cuor leggero, aperti a tutto.
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Carente rispetto ai precedenti
Contiene spoiler.
Diciamo che già dalle prime pagine non siamo partiti con il piede giusto. Perchè? Beh, il tutto è cominciato con un rapporto senza conoscenza, diciamo, tra i protagonisti. E, come credo di aver ripetuto già una decina di volte, non è una cosa che mi fa poi tanto piacere. Capisco la passione che ci può stare, ma è davvero necessario aggiungerlo? Non credo, ma questo è solo un mio modesto parere.
Detto ciò, però, non partiamo benissimo. Ma, piano piano, iniziamo a recuperare grazie al carattere un po' stronzo e forte della protagonista. Una donna/ragazza forte, ha faticato tanto per il lavoro, appena uscita da una relazione che ormai, di relazione, aveva ben poco. Poco propensa a farsi mettere i piedi in testa e non proprio incline alle smancerie.
I particolari che potrebbero far breccia nel mio cuore giovane.
E tutto sembra procedere nel migliore dei modi, da qui in poi.
In più cominciano a fare la loro comparsa i futuri amici di Liis (amici e colleghi di Thomas), tra cui troviamo Val. Astuta, intelligente e cazzuta. Un po' come Liis, o come me l'ero figurata all'inizio.
Ma, ehi, le cose cominciano ad evolversi in maniera diversa da come sembravano.
La storia fra Thomas e Liis comincia a farsi più seria, mentre gli scheletri della vecchia relazione di lui vengono fuori turbando la nostra povera agente. Turbamenti del tutto logici e comprensibili.
Lui dice di volere qualcosa di serio, di essere innamorato di lei.
Lei gli chiede del suo passato, gli chiede come sia possibile amare lei dopo la sua grande storia d'amore con Cami (eh sì, la ragazza del primo libro della serie, ma se l'avete letto la fine del precedente libro vi farà ricordare qualcosa).
E capisco dirglielo all'inizio, chiederglielo anche una seconda volta.
Ma da quando questo problema si pone, bene, comincia ripetersi spesso. E spesso. E spesso. Troppo spesso.
Diventa una tiritera, ad un certo punto.
Loro chiariscono e dopo poco succede qualcosa, anche un solo pensiero di Liis e si ritorna allo stesso problema.
Fino a che la loro storia si interrompe, per poi ripartire.
Ma, conosco e conoscete (alcuni di voi) l'autrice. Non poteva di certo finire male, nient'affatto.
I Maddox sono i Maddox.
Una piccola cosa che ha stonato con le mie piccole credenze mentali è proprio Thomas.
'Quando un Maddox si innamora è per sempre'. Ah sì? La storia con Cami è stata descritta come la rappresentazione della storia d'amore perfetta, e poi sgretolandosi fa nascere un'altra con una ragazza nuova.
Non so, non so.
Però ehi, la dolcezza dei Maddox è di sicuro un toccasana per un cuore anche solo leggermente romantico. Soprattutto per l'istinto di protezione verso il fratello.
So di non aver accennato a questo fatto, ma sappiate che è ciò che ha portato a tre le stelle del voto.
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Barriera fra il lettore e l'autore, per me
Un libro di cui tanti parlano, ormai. La sua 'fama' lo precede.
Tra questo e 'Colpa delle Stelle' la gente crede di conoscere la biografia di John Green, alle volte, non vi pare?
Diciamo che io John Green abbiamo uno strano rapporto. Mi intrigano le trame dei suoi libri, spesso e volentieri, però tra me e lui c'è come una sorta di barriera.
Sembra non riesca mai ad arrivarmi, non so.
Come se la maggior parte dei fatti narrati nel libro non siano descritti a me come lettrici, sembra una storia, sì, ma senza tanta emozione che arrivi all'altro lato.
La storia in sè ha del potenziale, il mistero che viene creato dall'autore riguardo la ragazza, la testardaggine del protagonista. Sono tutti elementi importanti per ciò che riguarda una storia promettente, secondo il mio parere.
Ma poi manca qualcosa.
Manca un ponte, diciamo. Quello che potrebbe unire me e i personaggi, in questo caso.
Forse l'ho letto troppo lentamente, forse nutrivo troppe aspettative per il libro. Non saprei bene.
Sta di fatto che per la maggior parte della storia ci son state parti dove non ero legata alla narrazione, leggevo sì, capivo ciò che stava succedendo ma quello non mi sfiorava più di tanto.
Non nego, però, che ci siano stati momenti in cui mi sono sentita legata ai personaggi. Questo è successo, ad esempio, alla fine. (Meglio tardi che mai, di nuovo)
Una cosa che mi è piaciuta del romanzo è: alcuni pensieri tanto semplici quanto importanti e di base, per così dire. Inoltre è un libro che credo sia perfetto per un adolescente, mette in luce entrambe le facce di varie medaglie che possono rappresentare alcune situazioni comuni, diciamo.
Per questo, quindi, non sono puntata sulla valutazione negativa, più su una valutazione intermedia.
Un libro che lascia il segno
Questo libro mi era stato consigliato qualche mese fa da mia sorella, ma come sapete io e il tempo non andiamo propriamente d'accordo..
Un giorno, entrando in biblioteca per accompagnare una mia amica ho visto questo libro e un altro e non ho resistito a prenderli, nutrendo alte aspettative per entrambi.
Ma ora parliamo solo di questo.
E' stato.. perfetto.
Ma andiamo con ordine.
All'inizio mi sembrava leggermente lento nelle vicende, situazione che mi capita di incontrare anche in altri casi, e in altri libri.
Nonostante ciò si può notare dall'inizio la bellezza della scrittura dell'autore. Bellezza perchè di questo si tratta, è proprio uno stile che ho apprezzato fino all'ultima parola.
E ricco, ma al contempo non è aulico, è un linguaggio che tutti possono comprendere senza però essere ''banale'' o comune, di tutti i giorni.
Grazie a questo è stato quasi automatico immedesimarsi nei personaggi, quasi impossibile non capire come andassero i loro pensieri.
Di sicuro il linguaggio non è stato aiutato da una storia facile, anzi. La storia trattata, come potete notare dalla trama, fa parte di quella sfera chiamata 'tematiche delicate'. E' una denuncia esplicita contro la mafia, contro tutto ciò che questa distrugge e contamina. Come un parassita che, pianta dopo pianta, uccide tutto il giardino. La storia di un prete che ha dato amore dove non c'era neanche uno spiraglio di luce.
Padre Pino Puglisi (o anche conosciuto come Don Pino Puglisi) è una figura importante per quanto riguarda la storia dell' 'antimafia' italiana, se così si può definire. Ha dedicato il suo operato sacerdotale a tutti i residenti del quartiere Brancaccio a Palermo, e solo per questo bisognerebbe ricordarlo sempre. Non è da tutti combattere a testa altra contro la malavita, anzi. Bisognerebbe ringraziare ogni singola persona che, anche con qualche piccola azione, riesce a contrastare ciò che la mafia fa.
Don Pino Puglisi, infatti, è riuscito a donare quanto più amore potesse, e questo lo si può leggere dal libro.
Onestamente mi dispiace non aver saputo di questo libro prima, riesce a trasmettere una voglia di cambiamento, di aiutare che dovrebbe essere innata. Desiderio che, se fosse esaudito da ognuno di noi, darebbe vita ad un mondo totalmente nuovo.
E' un libro che apre gli occhi, e il cuore. Un libro che riesce a cambiare il lettore.
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Piccola delusione ma bella trama
A me ha incuriosito tantissimo, e devo ammettere che all'inizio promette bene. Ovviamente è uno young adult e, come tale, ha vari ''canoni'' da rispettare, ma devo ammettere che una storia con simili sviluppi non l'avevo ancora incontrata.
Sam è una ragazza che sembra avere una vita perfetta, vista da fuori, ma con lo scorrere delle pagine ci addentriamo dentro la sua vita che non sembra poi così tanto perfetta.
Con Sam, onestamente, mi è sembrato come se ci fosse un muro tra me e lei. Non so, forse poco espressiva, non saprei. O forse sono io che, ultimamente, non riesco a legarmi tanto ai personaggi, non saprei.
Mi son piaciute tantissimo le sue azioni, alcune sue idee e concezioni ma, davvero, alle volte mi è sembrata come una statua. Tutto quello che succedeva sembrava scalfirla, ma nulla più. Capite?
Dall'altra parte, poi, c'è Jase. Quanto ho amato quel ragazzo. Un pezzo di pane.
La reincarnazione libresca del ragazzo perfetto. Buono, gentile, simpatico, sensibile. Tutte le ha.
Ho amato, soprattutto, il fatto che, nonostante non fosse il classico bad boy, sia riuscito ad essere singolare e originale in tutto. Quella sua bontà e ingenuità che molto spesso sparisce come se qualcuno l'avesse risucchiata dai personaggi.
Mi è sembrato vero, ecco.
Per quanto riguarda il 'background' come vi ho già detto mi è sembrato abbastanza originale. Non avevo mai letto alcun libro ya che parlasse anche di politica e dei suoi retroscena.
Devo ammettere che questa parte mi ha fatto riflettere, anche perchè ha rivelato dei personaggi particolari. La loro evoluzione è stata, a parer mio, abbastanza realistica. Il cambiamento della madre, il capovolgimento dei suoi valori ma anche il suo spirito naturale che, alla fine, prevale.
Mi è dispiaciuto veder sparire nel nulla la sorella di Sam che si vede pochissimo nel corso della storia.
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Non mi ha proprio fatto innamorare..
Partiamo dal fatto che, stranamente, non ho amato poi così tanto il libro rispetto al film.
In realtà quest'ultimo l'ho visto un po' malino, lo seguivo e non lo seguivo, quindi mi sono evidentemente persa qualcosa.
Nonostante ciò, però, sono sicura che alcune cose ci siano solo nel libro, rendendolo, come sempre, una perla lavorata rispetto a quella grezza del film che ha sempre meno campo d'azione.
Sappiamo tutti come va a finire questa storia, se n'è parlato tanto, no?
Ecco, devo ammettere che forse è anche questo che non mi ha lasciato apprezzare fino in fondo il libro, il fatto che fosse stato per molto tempo sulla bocca di tempo. Forse un po' sopravvalutato.
Diciamo che sì, l'impressione che ne ho avuto, alla fine è stata questa.
Mi aspettavo una storia molto travolgente, che mi facesse anche cadere qualche lacrima visto i fatti che caratterizzano lo scritto, ma no, nulla.
Nonostante ciò, però, è un libro leggero, molto ironico, senza rasentare il limite, vista la sua natura.
Hazel Grace è molto sveglia e intelligente e questo mi ha portato ad amarla, ad apprezzare ogni sua battutina che, con acutezza, ogni tanto riferiva a qualcuno.
E' quando trova pane per i suoi denti che tutto si fa più interessante. Augustus Waters è un ragazzo intelligente a sua volta e nonostante siano due tipi differenti di intelletto riescono a scontrarsi e ad incontrarsi. Augustus, o Gus, è una di quelle persone che riuscirebbe a mettere tutti a loro agio, senza sforzi, e questo mi è piaciuto davvero tanto.
Due caratteri tranquilli ma non banali creano una bella coppia, a mio parere.
Mi sarei aspettata, però, un po' più di reattività dai personaggi che, alle volte, sembravano subire tutto un po' passivamente, nonostante le loro note condizioni. Cioè, hanno di certo fatto una mezza pazzia durante il racconto, un dubbio che volevano assolutamente risolvere ma alle volte (prima degli ultimi colpi di scena) sembra che si siano rassegnati, o almeno Hazel. Questo è ciò che è parso a me.
E forse è stato il fatto di sapere già tutto ciò che succedeva che, alla fine, non mi ha fatto connettere davvero con i personaggi.
Sfortunatamente non ho percepito poi così tanto l'amore che legava i due. Sì, bella la lettera, belli i gesti ma non mi sentivo dentro il libro, per nulla. E questo mi è dispiaciuto, tanto.
La scrittura di Green, come già avevo avuto modo di constatare con 'Will ti presento Will' è abbastanza scorrevole, capace di far volare trecento e più pagine, ma come ho detto, speravo volassero legandomi a loro, e invece.
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Amore a prima vista.
Credo sia stato amore a prima vista. Non quello fra i protagonisti, quello tra me e questo libro.
Non so bene a cosa sia dovuto, forse al mix perfetto tra ironia e serietà.
Non saprei. Sta di fatto che posso finalmente dire che questo libro mi ha distrutto in mille pezzi e subito dopo ha cominciato a ricostruirmi senza che io me ne rendessi davvero conto.
La semplicità e l'intensità del libro sono riuscite a coinvolgermi come se le decisioni di Will e Lou dipendessero da me, o come se queste dovessero cambiare completamente la mia vita. Cosa che, in fondo, è vera.
Avevo le scene del libro, le frasi, in testa per tutto un tragitto che oggi ho percorso a piedi e devo ammettere che il solo pensiero di quest'opera mi ha rassicurato in un modo strano.
Avete presente quando per un qualche motivo vi sentite infastiditi, nervosi? Ecco, in quel momento son riuscita a trovare una leggera sensazione di calma dovuta a questo libro.
E sarò sincera, tutto questo non può che farmi amare ancor di più questo scritto.
Louisa Clark è una di quelle classiche ragazze tranquille, quelle che mai andrebbero a disturbare un vicino, anzi. Sembra una ragazza sulle sue, con troppi pesi sulle spalle per i suoi ventisei anni, nonostante ciò non sembra essere 'sbocciata' appieno.
Ma può mai un fiore sbocciare completamente in assenza di cure specifiche? Non credo.
E questi accorgimenti non sarà propriamente lei a metterli in risalto, se non Will.
Will Traynor potrebbe essere l'esatto opposto di Louisa sotto alcuni aspetti. Il suo bocciolo era sbocciato da un po' quando qualcuno ha deciso di reciderlo senza rimedio.
Vivere ancorati ad una sedia a rotelle, sempre sotto le cure di qualcun altro, non è facile da sopportare per lui. E chi mai può negare qualcosa simile davanti ad un uomo dinamico che, di punto in bianco, non può più decidere per sè?
Will scorbutico. Louisa solare. Will pessimista ed introverso. Louisa ottimista ed impacciata.
Se la leggenda dice che gli opposti si attraggono dobbiamo crederci?
Nonostante queste parole, però, tutti gli opposti hanno un qualcosa di simile. E questo qualcosa di simile li porta a trovarsi in perfetta sintonia l'uno con l'altro, così come lentamente è successo con i due protagonisti.
Il fatto che Will fosse costretto a una sedia rotelle non gli ha comunque impedito di donare tutto il possibile a Louisa che, nonostante tutto, riconosce ogni minimo gesto ricevuto da quell'uomo che, in fondo, non è così antipatico e scorbutico come vuole far credere.
Il libro non presenta questi temi con una pesantezza che alle volte sarebbe lecito aspettarsi, anzi. Riesce a tenere un 'clima' -se così lo si può definire- abbastanza leggero. Tra una battuta e l'altra, tra una confessione ed un ricordo è facile per il lettore perdersi tra le vicende presenti e passate dei due protagonisti, e di tutti coloro che arricchiscono la storia.
Nonostante questo, però, il tema della malattia di Will e delle privazioni reali che contraddistinguono queste malattie non sono per nulla ignorati, anzi.
Questo libro riesce ad essere una spia, diciamo. Mette in luce molti problemi a cui noi molto spesso non ci pensiamo. Non è solo una storia d'amore travagliata e logisticamente complessa, ma è di più. E' il racconto di una malattia inguaribile che può solo peggiorare. E' il racconto di una vita ribaltata, di vite ormai incontrollabili da se stessi. Perchè nonostante questo sia un libro vi sono tantissime persone che, sfortunatamente, vivono nella stessa condizione di Will.
Il problema dell'eutanasia, appunto, è un qualcosa che spesso è sulla bocca di tutti. E qui avete una versione distinta riguardo al tema. Tema che viene espresso sotto molte sfumature, cercando di racchiudere anche i pensieri di tutti coloro che stanno intorno a Will, comprendendo anche i suoi, certo.
Ovviamente essendo un libro 'rosa' si concentra di più sulla parte riguardante l'amore, ma non si può certo dire che il libro finisca là.
Le frasi che Will ogni tanto dedica a Lou sono, alle volte, fin troppo sagge. Dico fin troppo perchè alle volte dice tutto ciò che noi cerchiamo di rimandare. Ci sembra tutto così ''permanente'' come se fossimo in una campana di vetro, ma non lo siamo affatto. Come se situazioni simili fossero distanti anni luce da noi.
Possiamo dire di essere davvero felici qui, così?
Will, in una scena del libro, chiede alla nostra protagonista se si sente davvero felice chiusa in quel piccolo paesino dove la storia è ambientata.
E lei rispondendo di sì suscita in Will una seconda risposta; mentre lui sostiene che non dovrebbe esserlo, che dovrebbe essere altrove a vivere una vita più grande, se così si può dire, ho pensato che tutto quello fosse una metafora.
Non si parla solo di paesi piccoli, con le stesse persone, si parla di routine, si parla di assenza di nuove emozioni, esperienze. Si parla di essere 'arenati' senza sapere davvero a cosa serva tutto quello sforzo se, alla fine, tornando a casa non ci sentiamo neanche appagati, felici.
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Dopo il film..
Questo è uno dei pochi casi che posso contare nel quale ho visto prima il film e poi letto il libro.
Devo ammettere che anche il film è fatto abbastanza bene, ve lo posso dire soprattutto dopo aver letto il libro.
"La gente nasconde la verità perchè ne ha paura."
La penna di Sparks riesce sempre a trasmettere un certo senso di tranquillità ed insoddisfazione, diciamo.
Insoddisfazione perchè vedi quel genere di amore come un qualcosa di lontano, di intoccabile. Tranquillità per le parole che usa, diciamo. Nonostante le tematiche siano abbastanza difficili e delicate lui riesce a descriverle con calma, senza lasciarsi andare a particolari inutili, privi di significato per quel momento. Riesce sempre a trasmetterti gli stati d'animo dei personaggi soffermandosi, magari, su un gesto o su una conversazione in particolare; crea, quindi, un certo ''feeling'' fra il lettore e i personaggi.
Una storia d'amore toccante quanto travagliata. Anzi, mi correggo, due storie d'amore.
Non posso ben specificare perchè uso questo numero ma leggendo potrete capire, però, quanto esse siano legate insieme da un punto in comune.
Possiamo notare, però, l'assenza di un' ''ancora'', se così possiamo definirla. Diciamo che, come ci si aspetta da Nicholas Sparks, la coppia in sè è la parte importante.
Nonostante le vicissitudini di Katie siano il tema di sfondo principale non c'è la presenza di spicco di Alex, per esempio, che salva la damigella. Entrambi sono presenti l'uno per l'altro, senza quindi sottolineare una presenza in particolare.
"Perchè dare voce alle verità del passato significa aprire la porta sul futuro."
Come si può capire da queste due citazioni che ho allegato due temi importanti sono: le bugie e il passato. Entrambi tormentano la nostra protagonista mentre solo uno tormenta il protagonista, invece. Questi, però, arrivati ad un certo punto del libro non continuano ad esistere come problemi separati, se non come dei problemi che la coppia comincerà ad affrontare insieme, con tutti i problemi di sorta.
Nonostante le situazioni difficili che, onestamente, non augurerei mai a nessuno, Sparks racconta di molte coppie che decidono di condividere esperienze insieme.
Ed è per questo che, nonostante io abbia definito questo genere d'amore intoccabile, lui riesce a coinvolgere soprattutto i più sensibili (e sappiate che questa non è proprio la mia categoria), utilizzando temi, espressioni che, anche se modificati leggermente, possono essere adattati a molte situazioni.
Alcuni potranno definire questo genere di storie banali, ma, in fondo, tutti alle volte abbiamo bisogno di questo genere di racconti.
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Bello davvero.
Tralasciando il fatto che non mi è piaciuta la copertina possiamo iniziare.
La storia mi è piaciuta davvero tanto, davvero. Nonostante parlasse di alieni è stata impostata bene, a parer mio. Anche se alle volte rischiava di cadere drasticamente nel ridicolo Jennifer si è salvata bene.
Una delle cose che ho apprezzato di più è stata la protagonista ed il suo carattere. L'ho amata soprattutto alla fine quando non si è fatta abbindolare da Daemon ed ha tenuto saldi i suoi principi. Questo è, come dire, il punto debole di molte ragazze protagoniste di libri Young adult. Sembra che abbiano ricevuto una dose eccessiva di ormoni dall'esterno, cosa che non mi è mai piaciuta.
Nonostante gli ormoni di Katy funzionassero benissimo non ha esagerato nelle reazioni e per questo vorrei darle un cinque ma non so quanto questo possa accadere.
E' partita dall'essere una ragazza tutta computer-blog e libri ed è diventata l'esca di un Arum. Vai così ragazza, questi sì che son cambiamenti!
Nel pieno del suo momento da 'non conosco conosco in questa nuova città e voglio solo la rete internet' incontra il caro e bello Daemon.
Dio, ho letto questo libro dividendomi tra due bisogni contrastanti: prenderlo a schiaffi e dargli un premio. Lui e i suoi sbalzi d'umore erano una cosa assurda. Questo, però, non mi ha fatto perdere l'interesse verso di lui.
La cosa che mi ha lasciato sbigottita, per così dire, è stato che nei libri di J. Lynn di solito i personaggi finivano per dare troppo peso alla fisicità fin troppo presto, a parer mio, mentre qui è stato completamente diverso. Daemon si preoccupava veramente per Kat nonostante alle volte dalla sua bocca siano uscite alcune frasi di troppo (lui e i suoi sbalzi d'umore, ancora..).
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Mi è piaciuto davvero!
Mi è piaciuto davvero tanto!
Credo mi sia piaciuto molto perchè racconta una storia che io, probabilmente, non potrò mai vivere visto il mio carattere. Scappare a Parigi con un ragazzo sconosciuto rischiando di farti beccare dai tuoi genitori? Nah, non fa per me. Per questo esistono i libri. Ti catapultano in un'altro mondo in cui tu -sì, tu- puoi essere Lulù o Allyson. O entrambe allo stesso tempo.
Io, personalmente, sto ancora nascondendo il mio essere Lulù, voi?
Comunque, tornando alle chiacchiere più ''normali'' devo ammettere che il cambiamento di questa ragazza mi ha stupito parecchio. Ma non tanto per il cambiamento in sì -beh, anche quello è stato ammirevole- se non per il continuo paragone con Shakespeare e il fatto che non tutti siamo come sembriamo. Il suo, alla fine, non è stato un vero e proprio cambiamento se non il scoprire una nuova parte di se stessa. La nuova parte che è venuta a galla grazie al mitico Willem.
Il ragazzo (dalle mille ragazze) dai mille segreti. Tralasciando, appunto, le varie ragazze sparse per metà mondo, infatti, Willem io lo vedo come una specie di ragazzo misterioso/perfetto.
Misterioso perchè, beh, Allyson nell'ultima parte del libro scopre di tutto e di più su questo ragazzo. Perfetto perchè.. non so bene il perchè, ma io provo una certa ammirazione per le persone che vivono alla giornata, che vivono tutto d'un fiato come lui. Quindi sotto questo punto di vista è stato perfetto.
Diciamo che la storia, in fatto di narrazione, ha avuto i suoi alti e bassi. La prima e l'ultima parte son state delle letture scorrevoli e ricche mentre la parte centrale sembrava un po' più piatta. Ho trovato Allyson un po' più 'lagnosa' se così si può definire. Voleva disperatamente trovare Willem -però non faceva nulla di concreto- fino a che Dee non l'ha scossa un po' e allora lei si è messa d'impegno.
Una parte che mi è piaciuta davvero è stata la 'ribellione' contro i genitori. A parer mio questa è una cosa che deve succedere con ogni adolescente. E' il segno del distacco -non definitivo- con i genitori. Come il taglio del cordone ombelicale. E Allyson era quesi soffocata da questo cordone ombelicale.
Io, poi, amo le storie di viaggi così. Viaggi all'ultimo minuto, cambiamenti repentini. In più se c'è una dose di romance è anche meglio.
Il libro ti lascia con una sensazione di pace però al contempo di voglia di vivere, di esplorare di cercare. E' come una dose di caffeina. Pura energia però rilassante.
Mi ha fatto anche amare Parigi -attraverso i suoi occhi-. Per un momento ho creduto di essere là, con lei, a cercare Willem.
Una piccola dose di follia che fa bene a tutti.
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Mi aspettavo qualcosa in più da una trama che prom
Cominciamo bene questa recensione, metto subito in chiaro il fatto che questo libro non mi ha stregato, per nulla.
Il problema non era nella scrittura abbastanza scorrevole, non l'ha reso un libro pesante, anzi.
Ma il problema è stata proprio la storia.
Ho capito da subito che tra me e la protagonista non vi era alcuna alchimia, niente 'feeling'.
Bianca è come un ramo in mezzo al fiume, subisce tutto passivamente e non ha un carattere ben definito. Si riprende un po' alla fine facendo scelte che, onestamente, non condivido. Dopo ve ne parlerò, ora procedo con calma.
Al principio troviamo Bianca che, per fuggire a quella che le sembra una tortura -ovvero il nuovo 'collegio' a cui i suoi genitori l'hanno iscritta-, sta scappando nel bosco adiacente la scuola.
E lì appare Lucas. Quello che poi diventerà l'amore della nostra protagonista.
Un amore che non mi ha trasmesso tutto ciò che ha trasmesso a molta altra gente. Infatti, leggendo alcune recensioni, ho scoperto che a molta gente è piaciuto tantissimo il libro..
Nella loro prima scena insieme Lucas le salta addosso perchè crede che lei sia inseguita da qualcuno visto che la vede correre. Classiche cose che succedono a tutti.
Voi direte.. perchè cerchi delle cose dei cliché in un libro fantasy? Avete ragione voi, non lo so.
Io sarei morta se qualcuno mi fosse saltato addosso, bel ragazzo o meno.
Da lì la nostra cara Bianca instaura uno pseudo-rapporto con Lucas che, in tutto ciò, non vuole legarsi a nessuno.
Ma sì sa, mai dire mai.
Infatti i due cominciano a frequentarsi e finalmente l'amore -che Bianca stava cominciando a covare per il ragazzo- prende finalmente vita. Oltre che nella sua mente.
Perchè sì, alle volte sembrava stesse un po' sognando ad occhi aperti.
E poi arriva il colpo di scena!
Quello che stavo aspettando da tutto il libro e che mi ha deluso lo stesso.
Cioè, non mi ha deluso il colpo di scena se non com'è andato dopo il libro.
Se per un momento pensavo si potesse riprendere dopo la prima metà e andato calando.
Bianca sembra del tutto frivola e senza valori. Mi spiego meglio. Non frivola nel senso che dà attenzioni solo ai soldi e alle cose materiali, ma sembra che l'unica cosa importante sia quel rapporto con Lucas. Quell'amore nato in pochissimi mesi e che ora sembra più forte dell'amore che la lega con i suoi genitori.
E' possibile? I genitori che, oltretutto, l'hanno sempre sostenuta. Avrei capito se fosse stato il contrario ma così!
Quel rapporto basato su bugie e bugie. Può essere davvero questo amore?
Credo di sì, non escludo nulla, ma non lo vedo reale. Non lo vedo così forte da tradire ogni certezza passata. Sembrava più un capriccio da parte di Bianca.
Questo sua continua tendenza verso Lucas, come se fosse il suo unico sole, l'unico problema. E' andata contro la sua famiglia per colui che voleva ucciderli ed annientarli dall'interno.
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Davvero un bel libro!
Ad essere onesta non nutrivo poi così tante speranze per questo libro ma devo ammettere che mi sbagliavo, proprio tanto.
Questo libro è stato un mix di varie cose. Al suo interno c'è amore, forza, coraggio.
Adesso spiego un po' che cosa intendo con questi termini che possono sembrare vaghi.
Amore perchè, come si può intuire, al suo interno viene trattata anche una storia d'amore che a dir la verità non mi ha travolto più di tanto. Diciamo che la storia non era incentrata su quello e quindi è giusto e a me, alla fine, è andata benissimo anche così. Questo non ha influito sul mio giudizio. Nient'affatto.
Il punto centrale della storia è un altro e devo dire che viene argomentato abbastanza bene anche se alcune cose sono ancora in sospeso. Per questo, però, ci sono gli altri due libri 'portanti' di questa serie che, a quanto pare, chiariranno i vari dubbi.
Comunque, come ho già detto, nonostante ci sia qualche dolcezza il tutto non è incentrato sull'amore che però attribuisce un non so che di scorrevole all'insieme. Lo rende molto più 'sciolto'.
Forza perchè per tutto il libro il lettore sarà testimone dei cambiamenti di Beatrice ("Tris") che sono dettati soprattutto dalla forza e dal coraggio. La sua scelta non è stata facile e la strada è tutta in salita e questo si nota così come la forza e la volontà che la ragazza ci mette per riuscire a superare una sfida che poi diventa, praticamente, una sfida personale.
Non credo ci sia bisogno di spiegare 'coraggio' perchè il suo significato è racchiuso nella spiegazione della parola precedente.
Nonostante ora, ripensandoci, io abbia trovato qualche piccolo difettuccio devo ammettere che è stata una lettura veramente piacevole, ho ripensato alla storia per altri giorni dopo aver finito il libro. Ciò fa capire molte cose.
L'unica cosa che vorrei precisare è che ho notato una leggera mancanza di dettagli per quanto riguarda il suo addestramento, cose che mi avrebbero fatto piacere.
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Un libro inaspettato ma piacevole
Bene, eccoci qui.
Ho preso questo libro per puro caso, sono andata in biblioteca con l'intenzione di restituire un libro senza prenderne nessun'altro in prestito ma.. ne ho preso due che erano in bella vista nello scaffale. Uno era un libro che volevo leggere da tempo e l'altro era questo.. che mi ha incuriosito per la copertina. (sì, lo so, non si dovrebbe)
Però mi è andata bene, taanto bene.
Siccome era un libro preso per caso non mi aspettavo nulla, non avevo nessun pensiero prima di leggerlo.
Devo ammettere che ho letto molte recensioni negative che criticavano lo stile confusionario dell'autrice.
Non posso dire di averlo amato ma neanche odiato. Era.. spontaneo.
Allegra Lunare ha 20 ed una vita incasinata. E lei lo trasmette tramite questo suo linguaggio confuso, come se le si sovrapponessero i pensieri. All'inizio viene un po' male adattarsi a quel linguaggio che risulta un po' fastidioso, confuso, 'sgrammaticato', ma io son riuscita a conviverci bene, dopo, come ho già detto, a mio parere si adatta con quelli che sono i pensieri e le vicende che condizionano la vita della protagonista.
Si vede che soffre tanto per colpa del padre. E, onestamente, ci son rimasta male quando si son scoperti i due colpi di scena del libro.
In un certo senso, però, ho concluso il libro con un sorriso. Sapete quando chiudete un libro tranquillamente? Come se tutto era destinato a finire così? Ecco.
Però Allegra è strana. Non so. Come se stesse sempre cercando di spiegarsi ma non riuscisse bene per questo si concentra sugli altri personaggi e su quel sentimento che nutre nei confronti di Leonardo.
I signori Godalla spero l'abbiano capita. Perchè era quello di cui aveva bisogno, di parlare e di essere capita.
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Forse vi riponevo troppe aspettative..
La storia ti porta subito a conoscere la nostra protagonista, Mare Barrow.
Gli abitanti del suo 'popolo' sono comunemente chiamati rossi mentre i loro opposti sono gli argentei.
E come ci può fare intuire la copertina la differenza sta nel sangue.
Questa differenza riduce i primi ad essere trattati come schiavi, ma si sa, la gente non sopporta a lungo.
E Mare non vuole sentire parlare di argentei, non li sopporta.
Proprio per far capire al lettore di che genere di crudeltà si parla, si vene catapultati, proprio dall'inizio del libro, in una situazione alquanto crudele. Due argentei lottano tra di loro nell'arena, a mo' di ammonimento verso i cittadini che, spaventati dalle loro potenti abilità, scacceranno via ogni pensiero di ribellione.
Mare ci presenta subito le persone per lei importanti Kilorn (che non sono mai riuscita a farmi piacere), e la sua famiglia.
La figura di Kilorn non so perchè ma l'ho trovata subito debole, come se potesse farsi sopraffare da tutto. Continuando a leggere ho capito di non avere proprio ragione, ma l'idea, sfortunatamente, non è cambiata. A mio parere non gli è stata data l'importanza adeguata, le volte che la protagonista ne parla vi sono ma sembra quasi un pensiero sporadico, superficiale.
L'importanza che Mare dà alla famiglia è alquanto importante nel libro, la mancanza dei fratelli si fa sentire, e la differenza tra lei e Gisa ancor di più. Credo che la famiglia sia uno dei cardini principale, nonostante tutto ho trovato anche questo tema leggermente poco approfondito.
Con il passare del tempo però, ho notato che la nostra protagonista diventa alquanto volubile. Ogni due capitoli odia il principe ereditario, mentre negli altri diffida del secondogenito. Sembra un po' indecisa, confusa, e molto sprovveduta, diciamo.
Nonostante si voglia fare grande si notano alcuni atteggiamenti un po' ambigui, diciamo. Ma credo sia normale visto l'età che lei ha.
Un'altra parte importante viene occupata dalla Guardia Scarlatta, diciamo che questa organizzazione scatenerà ogni colpo di scena, nel libro, ed è grazie ad essa, se così si può dire, che il libro fila liscio fino alla fine.
In tutto ciò credo mi sia rimasto un piccolo dubbio. Come si è arrivati a quella distinzione del sangue? Capisco la guerra che vi è alle spalle, ma nel mondo della Aveyard è sempre stato così o, per caso, c'è stata qualche mutazione? Ho avuto questo dubbio per tutto il libro ed ancora è senza soluzione.
Onestamente mi aspettavo qualcosa in più dalla sfera young adult del libro, ma credo che nel secondo libro le cose verranno approfondite.
La scrittura della Aveyard si sposa bene con il genere di cui tratta, non ho trovato il libro pesante, affatto, e questo mi ha fatto piacere.
Per quanto riguarda la fine ho trovato, inoltre, una certa somiglianza con la fine di Divergent e quella di Regina Rossa, che, a mio parere, hanno qualche sfumatura simile.
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