Opinione scritta da Manui

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Manui Opinione inserita da Manui    04 Dicembre, 2016
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Hosseini e i luoghi

Di questo libro ho amato i luoghi impregnati di storie passate e vite sovrapposte. Mi sono spostata molto nella mia vita e quindi non ho mai avuto la sensazione di avere un mio posto fisico in cui si é impregnata tutta la mia storia quanto piuttosto una serie di fasi della vita che si sono sovrapposte a quelle di altre nelle mura di tantissime case, camere, biblioteche, pub e ristoranti. Mi ha sempre affascinato pensare a quello che poteva essere successo prima che arrivassi io, ai desideri delusi e realizzati, alle storie di amore che si sono consumate al loro interno, i litigi e i sogni che si sono creati.
L’intreccio di storie e vite che Hosseini dipinge impregna la casa del Signor Wahdati a Kabul in cui persone nate agli angoli della terra per una ragione o per l’altra finiranno per cercare le loro origini e ragioni per vivere. Le storie si susseguono e si intrecciano e fanno arrivare il loro eco nei villaggi dell’Afghanistan, tra le mura di una ricca casa e di un piccolo ristorante afgano a San Francisco, nell’isola di Tinos in Grecia, a Parigi e nelle campagne francesi. Siamo esseri umani che occupano temporaneamente strade, stanze e sedie aldilà di stupidi confini, appartenenze e credenze, partecipi e responsabili di quello che succede e di quello che facciamo succedere in quel preciso luogo.

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Manui Opinione inserita da Manui    24 Ottobre, 2015
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Amore passionale e/o sterile?

Avvertenza spoiler.

Ho finalmente finito di leggere Anna Karenina . Un libro durante il quale ho sofferto, mi sono annoiata e mi sono commossa. La storia segue le vicende sentimentali di tre coppie che si amano a tre livelli diversi. Dolly e Stepan rappresentano la coppia comune che rimane all'interno degli schemi sociali imposti indipendentemente dai loro sentimenti e azioni. Levin e Kitty che rappresentano l'unione perfetta, fortemente desiderata, quasi senza macchie. E in ultimo Anna e Vronskij vittime di un amore passionale al di fuori delle convenzioni sociali di cui saranno vittime. Accanto all'intrecciarsi dei personaggi, Tolstoj descrive magistralmente la società della Russia della seconda metà del XIX secolo, indugiando su aspetti che oscillano dall'economia, alla società, alla vita campestre.
Durante tutto il tempo mi sono chiesta cosa volesse dirmi Tolstoj attraverso la figura di Anna per la quale, come tutti i personaggi eccetto Vronskij, ho provato un'iniziale fascinazione per poi maturare una crescente sensazione di fastidio ai suoi pensieri e alle sue azioni. Da dove viene fuori questo amore passionale verso Vronskij? Il suo abbandonare tutto è davvero un grande gesto di libertà? Chiaramente Anna è una vittima del sistema sociale in cui è cresciuta. Ha commesso il diffuso errore di sposare un uomo che non amava e con cui non ha potuto fare altro che costruire un rapporto di convenienti distanze. E' forse da questo errore che nasce in lei l'amore per Vronskij? Cosa tiene realmente uniti questi due personaggi se non il rifiuto della società di cui fanno parte? Un rifiuto ribelle che li porta a compiere gesti estremi e ingenui (il tentato suicidio e la partenza per la guerra di Vronskij, il suicidio di Anna). Il senso di fastidio che inevitabilmente è cresciuto in me è stato suscitato dall'assenza di una reale condivisione di vita tra i due personaggi, entrambi vittime dello sterile fascino dell'altro. Entrambi appassionati a tutto (vita sociale, arte, affetti) ma irrimediabilmente annoiati dalla vita. Raramente nelle recensioni si trova menzione dell'amore di Anna verso il figlio che abbandona, con inevitabili sofferenze ma senza nemmeno pensarci troppo e del suo mancato amore per la seconda figlia, frutto appunto della sua sterile seconda vita. Come perdonare Anna per tutto questo? Probabilmente non sono dotata della stessa compassione che ha Tolstoj, o forse è proprio quello che Tolstoj voleva suscitare nel lettore, avvicinandolo di più alla figura di Levin.
La profondità e le ingenuità di quest'ultimo commuovono tutti, come anche gli errori di valutazione di Kitty. Levin e Kitty sono i perfetti protagonisti del romanzo ottocentesco, quasi mai si macchiano di meschinità e cercano di amarsi e condividere una vita di cui non capiscono tutte le logiche ma a cui si donano con tutti se stessi. In ultimo vorrei spendere un pensiero per Dolly che a tratti ho amato nella sua semplicità e praticità. Il grado più basso dell'amore: una donna tradita che trova la sua personale compensazione nell'amore per i figli e la famiglia in senso più ampio. Nessuno di noi vorrebbe trovarsi nella sua situazione e nessuno di noi vorrebbe perdonare un tradimento che in realtà continua perpetuarsi. Nonostante questo Tolstoj le dedica ampio spazio riportando i suoi pensieri e le sue evoluzioni interiori in varie occasioni e, in maniera conclusiva, nel viaggio in carrozza quando va a trovare Anna. Una donna in grado di avere un forte senso dell'amicizia e della famiglia, nella quasi lucida commiserazione di se stessa e della sua situazione di donna tradita.
Rimarrà in me il ricordo del coraggio di Anna ma anche la sua sterilità, le profondità e le azioni di Levin, l'amore puro di Kitty e la dignità sommessa di Dolly.

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