Opinione scritta da Lucia Donati

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Lucia Donati Opinione inserita da Lucia Donati    28 Settembre, 2015
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Testo prezioso e affascinante

Il testo è di Alfonso Gallo, fondatore e direttore dell'Istituto di Patologia del libro (RM, dal 1938 al 1952). Ci sono da spendere due parole sull'autore, grandemente interessato al libro come cosa fisica ma anche per i concetti che vi sono dietro, palesi o meno: tutto questo traspare ed è manifestato con un amore che non si più non notare leggendo questo testo, che trasmette il sentire di chi lo ha pensato e scritto. Gallo era una persona che ha fatto nella conservazione del libro un grande e lodevole lavoro.
Questo è un testo di valore per i contenuti e per il lavoro attento dell'autore, con numerose e belle illustrazioni. Si tratta di un manuale tecnico, certo, ma non solo: esso è quasi raccontato, è fatto con amore e cura particolari. Tratta del “libro”, dalla genesi alle tecniche di preparazione dello stesso, passando per la sua storia, e molto altro. Gallo ha sentito l'esigenza di creare con questo testo un insieme composito e organico, coordinando il tutto in modo minuzioso. L'autore ha inteso qui dare tutte le informazioni sul libro come oggetto, ma lo fa in modo quasi affettuoso, narrando anche le tappe che esso ha percorso nel tempo della storia. Gallo considera il libro nei suoi concetti profondi e lo offre da vari punti di vista perché esso può essere considerato in modo differente a seconda che si sia lettori, editori, librai o altro.
Il tomo è costituito da tre ampie sezioni.
Si parte proprio dal concetto di libro, dai primordi al nostro tempo. Importante è l'analisi dei fini per i quali il libro è stato usato, dapprima solo da chi se lo poteva permettere, ma con una diffusione ben diversa dopo l'avvento della stampa. Nella prima parte si comincia a spiegare a cosa si dà il nome di libro, passando subito dopo ad illustrare i materiali per la scrittura nei secoli: dal papiro alle tavolette di legno di Greci e Romani; si parla della pergamena, dai tempi degli Egizi in poi; della carta con la sua storia, delle tecniche e dei materiali per la sua fabbricazione, antichi e attuali; degli strumenti come le penne d'uccello, gli stilo, e gli inchiostri, con la loro storia. Infine si parla della scrittura antica, con gli amanuensi e gli ornamenti delle miniature. Abbiamo anche indicazioni sui codici e sulla necessità di decifrare in alcuni casi documenti che non erano più chiari perché sbiaditi per varie ragioni. Una parte importante ha qui la sezione riguardante la scrittura che è “mezzo essenziale di diffusione di idee fra gli uomini”. Si inizia quindi citando i pittoglifi e le pittografie, passando per i sistemi sillabici, fino a trattare delle scritture che si avvalgono di un alfabeto. Segue un'importante disquisizione su termini tecnici citando il corsivo e la scrittura gotica, tra le altre cose.
La seconda sezione ha una parte importante col parlare dell'invenzione della stampa, dapprima con i caratteri fissi e dopo con quelli mobili; interessante il punto in cui si tratta degli incunaboli e delle “officine scrittorie”.
La terza sezione, articolata, dispiega l'argomento della legatura, con la storia e le varie tecniche adottate nel tempo; segue la sezione dedicata alla stampa e alle tecniche tipografiche. Si parla degli incunaboli, il libro fino al 1500, degli Elzeviri, creatori di un piccolo libro dai caratteri tondi e piccoli, eleganti e belli. Poi c'è il '700 con il Bodoni che creò fregi e i caratteri che ancora oggi hanno il suo nome. Nell''800 si ebbe un notevole impulso della diffusione del libro grazie all'utilizzo di macchine sempre più frequente e che sostituì quasi del tutto il lavoro artigianale. Nel '900 infine la tiratura dei testi permise di imporre un prezzo di copertina più basso.
La terza parte del testo inizia con la storia della legatura, dal medioevo al periodo moderno.
Le altre parti del volume, tutte interessanti, affrontano diversi temi: ricordiamo la preparazione del manoscritto, con la indispensabile correzione delle bozze, e la tecnica dell'incisione da farsi su legno o metallo. L'opera, già notevole così, si arricchisce di ulteriori argomenti. “Il libro” è uscito nel 1952 e Gallo tratta del lavoro dell'editore di quell'epoca, dando anche una spiegazione su cosa significhi il termine “bibliografia”. Testo prezioso e affascinante, accurato, indispensabile da leggere per chi lavora con i libri, per chi li ama e per chi vuole conoscere l'argomento cercando approfondimenti.

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Lucia Donati Opinione inserita da Lucia Donati    05 Settembre, 2015
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Un ottimo libro

“IL MIO DANTE” di Roberto Benigni
Testo a cura di Valentina Pattavina. Si tratta di una raccolta di vari interventi che il comico ha fatto in alcune Università e durante le serate dedicate a Dante. Il testo comprende uno scritto di Umberto Eco.
Sull'Opera immortale della Divina Commedia, Benigni ci coinvolge e tenta, riuscendovi bene, di comunicarne i significati nella sua personale e affascinante lettura. Il comico sente il sommo poeta vicino a sé, tanto da considerarlo un amico. Nel testo, che si legge con grande interesse, Benigni ci avvicina a significati e contenuti tutt'altro che facili, ma lo fa col suo modo coinvolgente e trascinante: in questo si sente il profondo amore che egli ha per il poeta e verso la Commedia in particolare, le cui immagini sono così vivide da apparire ben reali e toccanti. Benigni spiega come l'Opera indichi un percorso verso la divinità senza doversi allontanare da se stessi; ci dice che l'opera è attuale poiché parla di bellezza e di temi che sono sempre presenti e sono parte dell'uomo: concetti fondamentali e argomenti eterni, sull'essenza dell'essere umano e sulla sua esistenza, sulle motivazioni e il sentire. L'allegoria della Commedia arriva al cuore, ma ad essa è necessario avvicinarsi con la pulizia di un bimbo; essa è espressa in un'armonia impagabile e fa esprimere lo stesso Benigni in un modo che definirei musicale, proprio per accedere ad essa e capirne i significati profondi che, così, giungono in modo più immediato e preciso all'animo di chi ascolta. Nello stesso modo il Poeta aveva compreso di poter arrivare alla parte profonda dell'uomo, impressionandolo nell'animo con le allegorie così sapientemente costruite. In questa maniera Dante, un po' filosofo, un po' psicologo, è capace di far emergere nel lettore parti ancora non comprese di se stesso. Le potenti invenzioni poetiche vengono recitate e presentate da Benigni in modo magistrale e riescono ogni volta a coinvolgere nell'intimo e a far apparire una visione nuova o nuove sfumature, ad ogni lettura. Benigni è evidentemente in intima connessione con quest'opera e per questo riesce in questa impresa che a sua volta lo coinvolge grandemente. Solo chi capisce profondamente qualcosa è in grado di trasmetterla con tanta potente delicatezza. Benigni rende da grande professionista le immagini vivide anche utilizzando la leggerezza che in questo caso è potenza. Ma proprio Dante, ci fa rilevare Benigni, aveva disposizione anche alla leggerezza piena di vita e alla comicità e ne vediamo diversi esempi nell'opera stessa, con Virgilio che appare come spalla! Ce n'è per tutti, all'Inferno, in Paradiso, nel Purgatorio, in cui personaggi contemporanei al Poeta si accostano ad altri morti o mitologici, fissando in un certo senso tutti loro in un momento eterno e cristallizzato. Una narrazione unica ed irripetibile come solo un grande attore e professionista come Roberto Benigni poteva fare.

Titolo: “Il mio Dante”
Autore: Roberto Benigni
Editore: Einaudi
Anno pubblicazione: 2008

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