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Opinione scritta da kuraishinju

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    17 Settembre, 2016
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Un'interessante analisi della società

Da grande amante dei romanzi di Mishima tale lettura si presenta come un obbligo. Quest’opera, scritta durante l’apice della vita dell’autore, è decisamente uno dei capolavori della sua produzione.
Scritto sotto forma di un Bildungsroman modernizzato, la vicenda è incentrata sulla vendetta nei confronti delle donne attuata da un anziano scrittore misogino. Questi si servirà di un giovane ragazzo, incarnazione della bellezza terrena e suo completo opposto, il quale, però, presenta un “difetto” in cotanta perfezione: l’omosessualità. Ciò è uno dei temi principali di questo romanzo nonché di moltissime opere dell’autore stesso. Qui verremo catapultati in un Giappone che non accetta ancora apertamente l’esistenza dei gay, ripudiandola e relegandola in specifici luoghi della città, ricorrenti in tutto il racconto. Sarà proprio in questi posti che il giovane protagonista inizierà ad uscire dal proprio guscio, a cambiare ed evolversi (per questo un Bildungsroman), e, a poco a poco, a sottrarsi dall’accordo con l’anziano letterato stipulato quando ancora era un ragazzo ingenuo e puro quasi da qualsiasi corruzione. Se il romanzo parte come simbolo di giovinezza e gentilezza, man mano che ci si inoltrerà nella storia i toni si faranno leggermente più cupi e pesanti dando spazio al formarsi della vera personalità del protagonista, il quale si rivelerà essere un vero narcisista innamorato solo di sé stesso. Prenderanno piede così i tipici temi della letteratura di Mishima, quali la morte, l’ossessione per la bellezza, ecc., coronati da riflessioni tipiche della cultura ed educazione giapponesi.
Lo stile di scrittura è abbastanza leggero, molto scorrevole, delicato e piacevole. È un romanzo che personalmente consiglierei tantissimo, soprattutto a chi come me è interessato alla società giapponese, alla sua occidentalizzazione ed evoluzione nel secondo dopoguerra.

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    27 Aprile, 2016
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Una scelta infelice

Quest’opera di Mishima racchiude appieno la mentalita` e la filosofia (ancora in via di sviluppo pero`) dello stesso scrittore. Narrato in prima persona, questo romanzo racconta la crescita psicologica di un ragazzo, dall’eta` infantile fino ai vent’anni circa, focalizzandosi prevalentemente sui dissidi interiori, sulla scoperta` di se`, e sul proprio individualismo. Il protagonista, alter ego dello scrittore stesso, e` un mezzo efficace per sviluppare un’autobiografia romanzata, la quale ci porta efficacemente a riflettere su temi molto importanti nella vita di Mishima, come il culto della bellezza e della morte, la sessualita`, l’eroicita` samuraica e non, e l’attrazione verso il dolore fisico. La trama, infatti, fa solo da sfondo alle riflessioni filosofiche dell’autore, rendendo la lettura scorrevole, intrigante e di facile comprensione.
E` un libro consigliatissimo a chi si affaccia per la prima volta alla letteratura di Mishima, ma anche a chi vuole integrare le proprie conoscenze attraverso un’ottima pseudo-autobiografia poiche` si presenta come una lettura con meno pretese rispetto ad opere piu` mature (ad esempio la tetralogia del mare della fertilita`).
Unica pecca che mi sento di sottolineare e` la traduzione: essendo l’edizione italiana tradotta dall’americano, nel passaggio si e` andato a perdere lo stile abbastanza semplice e conciso che permea l’opera in lingua originale, ma, soprattutto, molte frasi sono state stravolte prendendo un significato diverso da quelle in giapponese. Scelta editoriale molto infelice, a mio parere, e del tutto non necessaria, la quale purtroppo ha influito anche su altre opere dell’autore (La foresta in fiore, Dopo il banchetto, ecc.), privando noi lettori della possibilita` di cogliere appieno il significato che l’autore voleva dare ai suoi romanzi.

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    05 Settembre, 2015
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Non il Murakami che conosco

Vorrei iniziare premettendo che Murakami Haruki e` sicuramente uno dei miei autori preferiti: il suo stile e` davvero semplice e leggero, ma proprio per questo riesce ad affrontare argomenti di un certo peso, trattandoli da un punto di vista orientale pervaso da armonia e poeticita`. Purtroppo pero`, non posso ritenermi soddisfatta di questo libro.
La trilogia di 1Q84 (che non ho mai finito di leggere in quanto sono a meta` del terzo libro, ne` credo finiro` mai) e` una storia d’amore tra uno scrittore e un’assassina entrambi ricercati da una societa` che tenta di ucciderli. Nel primo libro predomina la trama riguardante gli avvenimenti sovrannaturali che iniziano ad accadere quando nel cielo quando appaiono due lune: si percepisce una forte aura di mistero e il romanzo sembra quasi essere un giallo con atmosfere oniriche, proprio in completo stile murakamiano. Nel secondo libro, invece, si sposta l’attenzione alla storia d’amore tra le due voci narranti, a tratti simile ai romanzi come Norwegian Wood o A sud el confine, a ovest del sole.
All’inizio della lettura l’interesse del lettore e la sua curiosita` crescono tantissimo poiche` nascono molte domande ma non vengono date risposte. Purtroppo, Murakami non ha sfruttato questo fattore, e, invece, ha deciso di optare per una banale e seccante strategia di marketing: usufruendo della fama che si e` creato, ha allungato a dismisura la trama del racconto, aggiungendo innumerevoli scene inutili e noiose, rallentando ridicolmente il ritmo della narrazione, e, purtroppo, ripetendo parola per parola interi paragrafi, tutto cio` piu` volte nello stesso capitolo. Questo rende la lettura esageratamente pesante e noiosa, tant’e` che verso la meta` del secondo libro mi sono ritrovata a sperare di finirlo al piu` presto, amaramente pentitendomi di aver acquistato il seguito. La trama, in piu`, non aiuta a tenere alto l’interesse, in quanto rilsulta essere troppo contorta ed e` caratterizzata principalmente da dettagli a mio parere inutili ed eccessivi.
L’unica cosa che si salva e` appunto lo stile di scrittura, come sempre davvero piacevole ed impeccabile.
In conclusione, 1Q84 viene considerato il capolavoro di Murakami, ma a mio parere e` solo frutto del marketing moderno. E` un libro che sconsiglio in quanto non ha nulla da comunicare e risulta tristemente spoglio e noioso, proprio come i romanzi commerciali che si possono acquistare all’autogrill (e purtroppo anche in libreria) oggigiorno. Questo racconto ha davvero ben poco delle altre opere dell’autore, le quali invece hanno la capacita` di far rifletter il lettore sulla psicologia umana attraverso un linguaggio semplice, pulito ed elegante.
Se vi approcciate al mondo di Murakami per la prima volta, o se avete deciso di continuare la lettura di quest’autore con 1Q84, vi consiglio di rivalutatere la vostra scelta e di immergervi piuttosto in opere di rilievo e con spessore psicologico come Kafka sulla spiaggia, L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio o Norwegian Wood, le quali, a mio parere, comunicano appieno la vera anima dello scrittore e la sua ideologia.

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    04 Settembre, 2015
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Una lunga e delicata poesia

“Neve di primavera” e` decisamente un capolavoro della letteratura novecentesca giapponese. Questo romanzo di Yukio Mishima tratta delicatamente la storia d’amore segreta tra due giovani nobili che appartengono a famiglie dell’aristocrazia dell’epoca, la quale pero` fa da sfondo a una velata critica all’occidentalizzazione giapponese e alla perdita dei valori samuraici in seguito alla restaurazione del paese.
Fin dalle prime pagine si viene catapultati in una societa` in mutamento che pero` preserva ancora saldamente la propria tradizione: preponderanti nel libro sono le usanze e grande cura e` affidata alla descrizione delle varie cerimonie e degli oggetti tipici. Da questo punto di vista, la lettura risulta un po’ ostica a chi non e` famigliare con la cultura del Giappone a causa dei numerosi termini in lingua originale, ma, con un po’ di pazienza, si puo` periodicamente andare a controllare nelle note a fine libro.
Caratterizzante e` il mono no aware tipico dei classici autoctoni, quella nostalgia che ci permea quando ci rendiamo conto che il fluire delle cose e` inesorabile, che tutto deve finire. Il libro, infatti, trasmette delicatezza ma lascia il lettore con un leggero sentimento di tristezza.
La trama di per se` non e` particolare o avvincente (credo siano gusti personali in quanto non mi piacciono molto le storie d’amore), ma il racconto risulta essere davvero unico ed interessante a causa di un fattore importantissimo: lo stile. Lo stile di Mishima, a mio parere, e` davvero sublime: fin dalle prime pagine ci sembra di star leggendo un testo poetico, di star ascoltando una melodia che fuoriesce dalle parole sulla carta. E` unico nel suo genere ed in completa armonia con i contenuti del romanzo. Ad alcuni risultera` un po’ pesante, ad altri un po’ lento e noioso, ma per me e` il migliore quando si tratta di poetizzare la realta`. Si`, poetizzare, in quanto questo libro e` ben lungi dall’idealizzare la vita, dal proporre un “vissero felici e contenti” ai due protagonisti.
La lettura e` consigliatissima a chi ama la poesia e la cultura giapponese, ma anche a chi cerca qualcosa in piu` rispetto alle solite storie d’amore scontate che si trovano oggigiorno in libreria. Un must anche per chi apprezza i romanzi giapponesi in generale, sia piu` antichi come il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu, ma anche piu` moderni come Norwegian Wood di Murakami.

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    04 Settembre, 2015
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Una strada in salita che pero` finisce in discesa

“La Variante di Luneburg” e` un romanzo che si incentra sulla psiche dei due personaggi principali analizzandola con l’ausilio del gioco delli scacchi.
La trama e` a grandi linee divisibile in due ampie sequenze di flashback intervallate dal racconto principale dei giorni precedenti all’omicidio di un imprenditore tedesco: la prima parte e` dal punto di vista di uno dei personaggi, mentre nella seconda subentra la voce narrante principale che si era gia` incontrata all’inizio. L’autore riesce a catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine del libro, riuscendo nel fantastico intento di farci vedere il gioco degli scacchi da un nuovo punto di vista, quello di un’attivita` apparentemente innocua che fa da maschera allo “sport piu` violento che esista”. Ci si ritrova catapultati nella mente di un vero maestro che riesce abilmente a spiegare anche le piu` assurde varianti a chi, come me, sa poco o nulla degli scacchi e non ha mai avuto la fortuna di giocarci. Verso la seconda meta` del libro, pero`, il racconto inizia a farsi piu` cupo introducendo i problemi dell’antisemitismo e, infine, culmina nell’orrore dei campi di concentramento. Questa parte mi e` risultata abbastanza noiosa da leggere in quanto, oltre ad essere parecchio scontata in alcuni punti ed inverosimile in altri, non mi ha comunicato alcuna empatia, anzi, nonostante fosse raccontata dal punto di vista di uno dei prigionieri, sembrava vissuta da qualcuno esterno, addirittura completamente estraneo al dolore e alle sofferenze che quelle persone hanno dovuto subire. Nel finale non tutto viene spiegato e, a mio parere, vengono tralasciati alcuni punti importanti che invece si sarebbero dovuti almeno accennare. La conclusione risulta affrettata ed estremamente prevedibile, tant’e` che verso pagina 100 ormai avevo gia` immaginato come sarebbe andato a finire il libro.
Il punto forte di questo racconto sarebbe dovuta essere l’analisi psicologica dei personaggi principali, i quali pero` risultano essere abbastanza stereotipati e prevedibili, piani e carenti di profondita`.
Lo stile, comunque, e` abbastanza piacevole e leggero anche se cala bruscamente verso la fine, risultando pieno di ripetizioni a causa di alcune scene abbastanza noiose ed inutili che si sarebbero potute evitare e sostituire con qualcosa di piu` adatto che avrebbe aiutato a mantenere la bellezza e la misteriosita` della prima parte del racconto.
Consiglierei vivamente questa lettura se non fosse per il finale che mi ha lasciata abbastanza perplessa e a tratti annoiata. Tutto sommato, pero`, si puo` chiudere un occhio in quanto “La Variante di Luneburg” si presenta come un buon libro, una lettura abbastanza piacevole che non mi sento di sconsigliare, ma neanche di consigliare.

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kuraishinju Opinione inserita da kuraishinju    24 Agosto, 2015
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Un libro leggero ma pieno di significato

“Uomini senza donne” di Murakami Haruki si presenta come una piacevolissima raccolta di sette racconti legati da un tema comune deducibile dal titolo del libro. Con grande maestria, gia` dimostrata in altre sue opere, l’autore riesce a farci provare una forte empatia per tutti i personaggi, sia questi attori famosi di mezzeta` (come in Drive my car) o giovani ragazzi rinchiusi in casa per paura della societa` che li circonda (ritrovabili in Shahrazad). In men che non si dica ci ritroviamo trasportati in varie ambientazioni, dal frenetico Giappone moderno alla Germania alla vigiglia della Seconda Guerra Mondiale, le quali pero` fanno solo da sfondo a vicende considerate piu` importanti, ovvero le storie d’amor perduto dei protagonisti. Tutto il libro e` permeato da quel sottile filo di malinconia e delicatezza che caratterizza tutta la produzione murakamiana (e a mio parere anche buona parte della letteratura giapponese in generale), il quale rende leggera e molto piacevole la lettura di tali racconti, ma allo stesso tempo ci lascia con un lieve sentimento di sconforto, ponendoci domande sul destino ignoto dei protagonisti delle vicende del libro.
Lo stile e` a mio parere leggero e scorrevole, estremamente adatto ai generi di racconti trovabili nella raccolta, rendendola una lettura piacevole e non impegnativa.
Murakami di sicuro e` riuscito a tener fede alla fama che si e` creato, ed ha abilmente dato forma ad un’opera degna del suo nome, ne` troppo pesante ne` troppo leggera, un libro senza pretese che affronta tematiche all’ordine del giorno nella societa` a noi contemporanea.
E` una lettura consigliatissima a chi ha voglia di rilassarsi e meditare un po’ sulla realta` che ci circonda, o anche soltanto a chi vuole passare un po’ di tempo in tranquillita` leggendo un ottimo romanzo che la letteratura odierna ha da offrirci.

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