Opinione scritta da cosimociraci

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    18 Settembre, 2019
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Provaci ancora Donato

Un'apertura piacevolmente drammatica per un romanzo che sfuma nel melodramma.

Un romanzo a volte sorprendentemente indaffarato, con trame che si aprono da tutte le angolazioni.

Tuttavia mi è sembrato particolarmente esagerato.

La storia è buona, se si esclude il punto di partenza improbabile. Mi ha lasciato la sensazione che, da un lato abbia riutilizzato "armi" che aveva già usato in passato, dall'altro che stesse approntando nuove tecniche da "colpi di scena" con la naturale conseguenza di una convergenza verso un abuso di coincidenze ad ogni passo.

Questo mi accade quando leggo il mio autore italiano preferito. Le aspettative sono sempre molto alte, specialmente dopo aver letto il magistrale "L'uomo del labirinto".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Settembre, 2019
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Fino all'ultima parola

Una giovane donna si sveglia in un letto d'ospedale. Ha una gamba rotta, è anche disorientata e non ricorda nulla. La stanza in cui si trova non ha finestre, solo un enorme specchio che riveste una parete, anche se non riesce a vedere il suo riflesso.

Con lei c'è un uomo che si presenta come Dr White, un profiler criminale. Questo spiega alla ragazza che si chiama Samantha, che è stata rapita e tenuta prigioniera, ma è riuscita a scappare e che il suo compito è trovare il rapitore. Tuttavia, la caccia non avrà luogo nel mondo esterno, ma nella mente di Samantha.

White rivela a Samantha che non ha più tredici anni, età che aveva quando è stata rapita, ma ventotto. Con il suo aiuto, inizia gradualmente a ricordare alcuni episodi della sua prigionia.

In una città sopraffatta da un'ondata di calore feroce, dove la gente ha iniziato a dormire durante il giorno e lasciando le proprie case solo di notte, un detective privato chiamato Bruno, che ha trascorso anni a indagare sulla scomparsa di Samantha, viene a sapere della sua liberazione. Colpito da una malattia cardiaca, il detective ha solo due mesi di vita, ma coglie di nuovo la caccia.



Tanti piccoli indizi per ogni capitolo che mi hanno spinto a voltare pagina velocemente.

Anche quei pochi punti in cui ho pensato di aver intuito la fine, di aver risolto il caso, mi sono accorto che era tutta una manovra di Carrisi per spingermi fuori strada.

Forse in questo Carrisi è il migliore. Più di ogni altro suo romanzo, questo mi ha tolto il sonno. Fino all'ultima pagina, fino all'ultima parola.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    28 Agosto, 2019
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Jessica Fletcher

E' il terzo romanzo che leggo di de Giovanni, ed è il primo a deludermi.

L'ho trovato al quanto blando. Mi domando qual è il confine che distingue il genere letterario. "Sara al tramonto" lo vedo più un tra un romanzo sociale e letteratura per ragazzi, o comunque ben distante dal romanzo giallo. Tutto il pathos e i colpi di scena che normalmente mi sarei aspettato durante le indagini, sono appena accennati.

L'unica nota positiva è Sara. La sua caratterizzazione è ben studiata: aspetto fisico, la personalità e persino l'ambiente di cui si circonda è descritto nei minimi particolari.

In generale tutto l'universo femminile è ben curato. Dei tre uomini presenti nel romanzo, uno è morto, un altro è particolarmente stupido e l'ultimo è particolarmente cattivo. In questi casi non si lascia spazio all'immaginazione e con i personaggi maschili non si è mai creare empatia.


******* ATTENZIONE SPOILER *******
Come in ogni episodio del La signora in giallo, anche in questo caso, il colpevole è reo confesso. Nonostante non ci siano prove inoppugnabili, il colpevole sente la necessità di confessare tutto, nei minimi particolari, portando a galla episodi di cui altrimenti non si sarebbe venuti a conoscenza.
*********************************


Insomma, un romanzo che poco mi ha dato e niente ha lasciato.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    21 Agosto, 2019
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Da che pulpito

Di solito le cittadine in cui si conosce tutti, dove molti frequentano gli stessi posti, la stessa parrocchia, tendono ad essere ambienti tranquilli. I classici posti delle pubblicità dove vorremmo far crescere i nostri figli.

E' proprio nei migliori thriller che queste cittadine sono l'habitat ideale per un killer. Come spesso accade in queste circostanze, ognuno dubita dell'altro. E se fossero tutti colpevoli? E se ognuno avesse uno scheletro nell'armadio?

La scrittura poetica e tranquilla contrasta fortemente con gli episodi forti ed il linguaggio scurrile dei personaggi.

La storia ê molto interessante ed il finale è sorprendentemente inaspettato.

Se avessi dovuto dare la mia opinione a metà lettura, avrei detto che il romanzo manca un po' di ritmo e di suspense. Credo che l'autrice abbia voluto dare questa pacatezza proprio per stupire nel finale, come se il lettore non dovesse aspettarsi altro.

La restrospezione è ben curata e dona al romanzo la sensazione di leggere una sceneggiatura di un film con un aumento di tensione alla fine di ogni capitolo.

Un gran bell'esordio ricco di sospetti e punti di vista che mi hanno ricordato un po' "Le voci di dentro" di Eduardo de Filippo. D'altronde come diceva il grande maestro "L’uomo non è cattivo. Ha solo paura di essere buono".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    19 Agosto, 2019
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Buona la prima

Romanzo un po' altalenante a parer mio.
L'autrice propone un romanzo la cui vera protagonista è la montagna, infatti è ad essa che sono dedicate gran parte delle descrizioni. Anche le introspezioni dei vari personaggi si rapportano sempre ai boschi innevati.

Ilaria Tuti scrive bene, molto bene e forse per paura che qualcuno non se ne accorga, non si stanca di sottolinearlo con prolissi paragrafi descrittivi che nulla aggiungono alla trama, già di per se poco incalzante.

Di solito preferisco un thriller più spinto. Deaver, Nesbo, Carrisi, Fitzek riescono a tenermi incollato al libro molto di più. Considerando però che questo è il suo romanzo di esordio, e che la lattura non è per nulla noiosa, direi che è un ottimo lavoro.


La trama è ben articolata e non banale, forse si perde un po' a metà.
**** ATTENZIONE SPOILER ****
Quando si intuisce che gli omicidi sono legati ai cinque sensi, ho pensato quasi che il romanzo virasse sul genere del film "Seven" (e la cosa non mi sarebbe dispiaciuta).
***************************
A quel punto la sceneggiatura cambia troppo bruscamente, anche se verso un racconto molto più interessante.

Nulla da dire sulla caratterizzazione dei personaggi. Come non si può amare l'odiosa Teresa Battaglia, che combatte la sua fragilità fisica con un carattere così forte da renderla quasi insopportabile. Adoro Teresa Battaglia e sicuramente leggerò "Ninfa Dormiente".

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Settembre, 2018
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La buona novella

Il più strutturato tra tutti i Vangeli, apocrifi e non. Naturalmente a differenza degli altri, l'autore romanza le vicende di Gesù, aggiungendo riflessioni personali e riflessioni per bocca dei suoi personaggi. Questo lo rende più interessante rispetto ai "canonici" Vangeli dove si elencano semplicemente fatti "A quel tempo accadde..." "E Gesù disse..." "Tommaso fece..."

La licenza di Saramago gli consente, quindi, di caratterizzare meglio i personaggi, soprattutto quello del Nazzareno.

La prima parte mi ricorda molto il Vangelo dell'infanzia di Tommaso. Alcuni di passi di Tommaso mostrano un Gesù bambino al quanto insolente e crudele. Per esempio quando – testuali parole - "secca come un albero" un bambino che gli ha distrutto un gioco.

L'insolenza del piccolo Gesù - di Saramago -, nei confronti dei suoi genitori è insopportabile. Se al posto di Maria ci fosse stata Elena (mia madre), Gesù avrebbe imparato a "rispettare il padre e la madre" a suon di schiaffoni e zoccoli legno del temutissimo Dott Scholl, dio indiscusso delle punizioni.

L'incontro con Maria di Magdala è il passo più bello. Saramago affronta il tema della sessualità - da sempre tabù per le chiese – con semplicità e naturalezza, sia per quanto riguarda il rapporto tra Gesù e Maria di Magdala, sia quello tra Maria e Giuseppe per il concepimento di Gesù stesso.

La figura del Pastore è la mia preferita, per via dell'alone di mistero ma soprattutto perché è l'unico che riesce a tener testa ai discorsi con Gesù. Un passo interessante è anche il discorso tra una singolare Trinità composta da Dio, Gesù e il diavolo. Prestate attenzione alla proposta che il diavolo vuole stringere con Dio affinché scompaia il male dalla terra.

E' proprio la figura di Dio che ho trovato contraddittoria. Dio spiega a Gesù il suo scopo sulla terra. Ha bisogno di un uomo che parli agli uomini. Non può essere Lui stesso a dire agli uomini che gli altri dei non esistono e che Lui è l'unico vero Dio, "Non ci si comporta così fra dei". Mi domando quale altro dio potrebbe offendersi se Lui è l'unico che esiste.

Infine che dire, Saramago ci offre un Gesù umano – per me sempre un po' troppo arrogante – ma sottolineando la sua discendenza divina. Credo che questo vangelo accontenti un po' tutti.

Nonostante il mio ateismo, la figura biblica di Gesù è un tema che mi appassiona molto. Questo mi ha portato a leggere i vangeli canonici, gli apocrifi e a viaggiare in Israele, Palestina, Turchia e Portogallo – e Roma naturalmente - alla ricerca dei luoghi sacri. Mi piace pensare che, se quelli biblici fossero tutti personaggi realmente esistiti, la storia raccontata da Saramago sarebbe la più bella e credibile.
Un ottimo lavoro da un autore da cui non ci si aspetta di meno.

PS: E' proprio necessario che Saramago utilizzi sempre questo strano uso della punteggiatura in tutti i suoi romanzi?

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Consigliato a chi ha letto...
Per chi ama i romanzi
Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto (2011)
Ian Caldwell - Il quinto Vangelo (2015)

Chi preferisce i saggi
Piergiorgio Odifreddi - Caro Papa, ti scrivo
Piergiorgio Odifreddi - Perché non possiamo essere Cristiani

Chi invece i testi storici
i vangeli apocrifi e agnostici in particolare Il Vangelo di Giuda
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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Settembre, 2018
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Il curioso caso di Scott Fitzgerald

Il racconto è ambientato nel mondo degli scrittori, degli editori e dei collezionisti. Devo ammettere che è stato piacevole scoprire Grisham fuori dal suo solito contesto, il legal thriller che apprezzo moltissimo.

L'autore questa volta ci presenta un romanzo semplice. La trama non è particolarmente complessa, questo è un bene. Non ci sono grande azioni e indagini particolarmente intriganti. Il tutto scorre naturalmente tra il profumo di libri antichi, aneddoti e un pizzico di romanzo rosa. Il tutto si legge piacevolmente.

E' interessante scoprire e conoscere da vicino gli scrittori con i lori vizi e le loro opinioni, mondo che sicuramente appartiene a Grisham, tuttavia il romanzo, dai contorni sfocati, non da spunti per particolari riflessioni.

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    30 Agosto, 2018
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Mal bianco

"Essere cieco non è tale e quale a essere morto. Sì, ma essere morto è tale e quale a essere cieco."

Un grande romanzo, crudo e violento come solo Saramago sa fare. Il viaggio attraverso questo lazzaretto per solo ciechi ci mostra un veloce excursus sull'evoluzione umana. L'autore punta il dito contro le autorità che si limitano a rinchiudere tutti i malati all'interno di un manicomio adibito a ricovero. Nessuna assistenza all'interno, solo un carico di cibo insufficiente che viene lanciato a debita distanza per evitare un contatto. Tutti i ciechi dovranno arrangiarsi per conto proprio. Lavare, pulire, mangiare... le cose più semplici diventano impossibili.
Si nota come i primi ciechi, alle prese con i nuovi forzati alloggi, sono disorganizzati, sporchi, come se avessero dimenticato il senso del vivere civile. Col passare del tempo le camerate sono sempre più organizzate, si creano delle gerarchie e delle regole da rispettare. Come ogni società che si rispetti, c'è il gruppo di prepotenti che pretende lo scettro del comando con conseguente insorgere delle masse. Ma questa farsa di civiltà durerà ben poco, lasciando spazio solo ad istinti primordiali.

Durante la lettura, arriva per prima la descrizione della cecità vera e propria, tramite una forte rappresentazione dell'handicap. Come se non bastasse, per poter far si che, un lettore vedente, si immedesimasse, almeno un po', nel disagio subito dai ciechi, sopraggiunge la fame. La lotta alla "fame" accompagna l'intera lettura. L'uomo è rimesso in discussione poiché Saramago divide le sensazioni umane fino ai minimi termini. Tra queste riemergono solo quelle più primitive, come il bisogno di saziarsi.

Successivamente si percepisce forte il senso di cecità proprio della società. Ciechi di fronte al disagio dei bisognosi, ciechi di fronte una richiesta di aiuto. La stessa cecità che non distingue i vedenti dai non vedenti. Si diventa ciechi ai legami di sangue (il bambino non cerca più la madre), ciechi di fronte all'amore (il marito che tradisce la moglie). Resta solo l'istinto primordiale della sopravvivenza.

Questa cecità, che appiattisce tutto e rende tutti uguali, si può notare anche nello stile. I personaggi non hanno nomi - l'uomo con la benda sull'occhio, la ragazza con gli occhiali, il medico, il bambino strabico – e quasi la totale assenza di punteggiatura. Così anche il lettore si sente spiazzato, come un cieco che deve riconoscere da che parte proviene una voce.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    28 Agosto, 2018
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Avvocati e ladri.

Gli avvocati difendono i ladri. Sai com'è, tra colleghi (Totò)

Non lo considero un vero e proprio giallo giudiziario. Non ci sono indagini particolari o assassini da smascherare. Sin dal principio il lettore ha tutto alla luce del sole. Tuttavia la storia è molto interessante. Ci si lascia trascinare facilmente dalle vicende di questi tre ragazzi scapestrati che, prossimi alla conclusione del college, si ritrovano incastrati da un sistema che li prospetta solo debiti e disoccupazione.

L'iscrizione al college si è tradotta in circa 200mila dollari di debiti e la prospettiva di lavorare in grosso studio, per risanare il debito, è molto lontana. Troppi ostacoli, prima fra tutti l'esame di avvocatura. La preparazione del college è così scarsa da avere un percentuale bassissima di studenti abili.

Il sistema gli ha ingannati e loro vogliono ingannare il sistema. Senza regola né ordine cominciano a condurre una vita disordinata e sregolata, dimostrando mancanza di senso di responsabilità e del dovere. Si improvvisano avvocati alla ricerca di piccoli reati di cui occuparsi per ottenere denaro contante.

L'importante è non pestare i piedi ad avvocati veri. La tenacia che non li ha accompagnati nello studio, si mette in bella mostra in questa loro avventura. Dimostrando anche molto coraggio si aggregano ad una grossa class action.

L'autore, al termine del romanzo, ci tiene a sottolineare come, per esigenze di trama, ha dovuto modificare il senso di alcune leggi. Allo stesso tempo racconta di essersi ispirato ad uno scandalo, realmente accaduto, sulle scuole di avvocatura.

Leggendo il libro non si può che rimanere scioccati dal sistema universitario statunitense. Per fortuna l'Italia ancora non ha intrapreso questa strada. Le università pubbliche sono ottime. Per esperienza personale, posso affermare che chi è ingamba, fra borse di studio e buoni pasto, riesce tranquillamente al raggiungimento della laurea. Anche il sistema sanitario italiano è migliore di quello americano anche se, ahimè, li stiamo raggiungendo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    22 Agosto, 2018
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Parli del diavolo e spunta la coda

Come al solito Glenn Cooper ci propone una della sue trame classiche che si svolgono su diverse linee temporali. Nel caso specifico si svolge tra il 60 DC con Nerone, la fine del 1500 con Marlowe e il suo Dottor Faust, e i giorni nostri.

Storia, profezie e miti sono sapientemente legate dalla mano esperta dello scrittore. A volte ci sono delle esagerazioni, a parer mio, troppo evidenti ma tutto sommato la storia regge bene.

La trama è inevitabilmente intricata, d'altronde non è semplice unire tutte queste fonti in un unico racconto. Non amo molto questo tipo di trame proprio perché gli autori in generale si perdono troppo nel groviglio dei personaggi tralasciando la suspense e, come scrive @Samuele concludendo alcuni passaggi in modo frettoloso.

Con i racconti di Glenn Cooper colgo sempre l'occasione per imparare qualcosa e colmare la mia immensa ignoranza. Sinceramente non ero a conoscenza della Profezia di Malachia, su cui si incentra il racconto, ne degli stravaganti gusti sessuali del dispotico Nerone.

L'ambientazione italiana l'apprezzo sempre molto, da buon campanilista. Sia per questo motivo, sia per l'unione di fatti storici, di profezie e di leggende, lo considero un romanzo stimolante, adatto per queste calde sere d'estate.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    20 Agosto, 2018
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Le miniere della Cornovaglia

Finalmente un thriller psicologico vecchio stile. Ultimamente mi è capitato di leggere thriller truculenti ma senza la giusta suspense. La caratterizzazione dei personaggi è ben riuscita e credo che sia proprio questo il suo punto forte.
Con Rachel, la protagonista femminile, si è creata subito empatia. Questo, unito a un'ambientazione lugubre, ha creato un costante stato d'ansia che mi ha trasportato fino alla fine del romanzo.
La figura del piccolo Jamie mi ha aggiunto un senso di commozione e rabbia, specialmente quando l'autore svela tutto il marcio che si nasconde dietro l’ostentazione di ricchezza della classe benestante.
La trama non è complessa ma l'ho apprezzato. Credo che l'autore si sia maggiormente concentrato, con successo, sugli stati d'animo.

Ottimo lavoro, credo che adesso leggerò dello stesso autore "La gemella silenziosa".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    10 Agosto, 2018
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Chi più ne ha più ne metta

Il Stanto Graal, excalibur, re Artù, con un accenno alla pietra filosofare. Tanta roba ma purtroppo trita e ritrita. E' questo il destino di chi ha scritto la tetralogia de "La biblioteca dei morti". Da Glenn Cooper ci si aspetta di più del solito film all'Indiana Jones, anche se sono sicuro che Steven Spielberg potrebbe rimanere positivamente impressionato dal romanzo.

Il libro scorre naturalmente e ci accompagna in un fantasy che spazia dall'Inghilterra alla Spagna, dalla Francia fino in Palestina. La storia è avventurosa ma caro Glenn Cooper non vorrei essere io a ricordarti che il genere thriller prevede una costante tensione, anche abbastanza alta, cosa che non ho riscontrato.

Oscar per la scenografia, infatti ciò che più mi è piaciuto del romanzo sono proprio il ricordo alle ambientazioni che ho avuto la fortuna di visitare in alcuni viaggi, la Basilica del Santo Sepolcro in Palestina, la Cattedrale di Valencia e la stupenda Sagrada Família.

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Consigliato a chi ha letto...
Per chi volesse un romanzo a metà tra lo scientifico ed il religioso ma con un po' di pepe in più, consiglio Origin di Dan Brown
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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    03 Agosto, 2018
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Il popolo ombra

Gioca d'astuzia Glenn Cooper se, sfogliando la presentazione del romanzo, attrae subito l'attenzione la seguente frase: "Io, Barthomieu, monaco dell'abbazia di Ruac, ho duecentoventi anni. E questa è la mia storia".

Impossibile non continuare a leggere. E' interessante il filo temporale del racconto che salta dal Paleolitico fino ai giorni nostri, passando per i primi dell'anno mille.

La trama non è molto complessa ma l'autore la svela poco per volta mantenendo sempre alto l'interesse. La tensione non è tanta da considerarlo un vero e proprio thriller ma più un fantasy vestito di giallo.

L'idea di base è entusiasmante, chi non vorrebbe avere tra le mani l'elisir di lunga vita, anche se, come spesso accade, c'è sempre un prezzo da pagare.

Con mio grande rammarico, durante l'excursus storico, si racconta dei cavalieri templari, argomento che non tollero più per gli innumerevoli romanzi, film, serie tv e quant'altro è stato fatto.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    30 Luglio, 2018
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Lo scultore

Un buon thriller dai tanti punti positivi. Ritmo sempre alto e ottima l'idea di base, anche se la ritengo inverosimile (o almeno lo spero). L'ambientazione dark di Roma è ben costruita. La scrittura è tecnicamente ben fatta anche se in alcuni passaggi cambia registro in modo repentino, in altri si adagia in passaggi ripetitivi.

La caratterizzazione dei personaggi l'ho trovata prevedibile, al limite del banale. Investigatori, profiler, coroner, chi più chi meno cela un lato nascosto, un trauma che si protrae sul lavoro e da cui non riesce a liberarsi.

Tutto sommato un buon noir metropolitano che mi ha accompagnato per una breve trasferta proprio a... Roma

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    20 Luglio, 2018
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Il piacere di leggere Glenn Cooper

Dopo alcune romanzi di Glenn Cooper che non mi avevano convinto fino in fondo, ritorno con piacere a leggere le opere di questo autore.

Ho trovato Il Debito un romanzo ben strutturato con una trama per niente banale e dal finale non prevedibile. Come al solito i suoi romanzi sono ricchi di riferimenti storici ed ho apprezzato l'ambientazione italiana che ha reso tutto più vicino. Il ritmo non è propriamente incalzante ma, anche se lentamente, cresce in modo progressivo.

La descrizione dei luoghi, molto dettagliata, ha smosso i miei ricordi di qualche anno fa quando ebbi modo di visitare i Musei Vaticani.

In alcune recensioni hanno affiancato questo romanzo ad Angeli e Demoni di Dan Brown ma sinceramente, a parte l'ambientazione, non trovo altri punti in comune.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    12 Luglio, 2018
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Assalto francese e ritirata spagnola

Un romanzo dal filo conduttore insolitamente diverso. Come nelle più classiche trame del tenente Colombo, sin dall'inizio il lettore è a conoscenza sia dell'assassino, sia del movente. L'interesse si sposta quindi sulle indagini, ma come si noterà, tutto questo è a scapito della suspense.
L'idea è molto interessante ed anche l'inizio è intrigante ma per me è un fuoco di paglia. L'interesse si spegne man mano che le pagine scorrono e quello che resta è la disquisizione filosofica sulla vita e la morte. Il concetto di morte ravvicinata e vita ultraterrena, sebbene sia interessante e stimolante, è un argomento difficile da affrontare e l'autore non sembra però lasciare troppo spazio che dedica all'azione ed allo svolgimento delle indagini.

L'assunzione della bliss provoca un'esperienza extra corporea che porta, chi l'assume, al confine del tunnel che separa il mondo dei morti da quello dei vivi.
Probabilmente questo può funzionare con chi fortemente crede nell'aldilà ed è probabile che l'allucinazione funzioni anche su atei, ma questo perché la luce in fondo al tunnel è una rappresentazione che ormai è entrata nell'immaginario comune. Funzionerà anche con persone prese dall'altra parte del mondo che non hanno subito questa l'influenza occidentale?
E semmai fosse vero, mi domando "Quando sarò morto passerò tutto il tempo all'estremo del tunnel in attesa che qualche parente venga a farmi visita?".

E' il nono romanzo di Glenn Cooper che leggo e, nonostante insista col tema della morte – a cui sembra particolarmente affezionato - , l'unica opera degna di nota resta, secondo la mia modesta opinione, la tetralogia del "La biblioteca dei morti".

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    04 Luglio, 2018
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Agenzia matrimoniale

E' il primo romanzo che leggo di Alicia Gimenez-Bartlett. Mi ha sorpreso positivamente per molti aspetti.

L'organizzazione in capitoli brevi e ben organizzati mi ha consentito di poter interrompere la lettura sempre in presenza di una cesura. Per il tempo che riesco a dedicare, questo l'ha reso più gradevole che sospendere il discorso nel bel mezzo di una concatenazione avvincente di avvenimenti.

Petra Delicado è un grande personaggio, molto ben caratterizzato, forse anche troppo. Per i miei gusti è una donna insopportabile, piena di se. Si considera al centro dell'universo e naturalmente il suo lavoro è il più importante del mondo tanto non considerare affatto gli stress lavorativi delle persone che le stanno intorno. Non riesce a tenere botta alla spossatezza delle indagini che la logorano, tanto da essere redarguita dai suoi sottoposti. E' sessista, prova ribrezzo se è l'uomo ad essere indagato ma empatia per una donna maggiormente responsabile.

Alicia Giménez-Bartlett è una grande autrice che mi ha scatenato una profonda lotta interiore. Dal un lato non sopportavo Petra, con la quale fino alla fine non sono riuscito a creare un legame, dall'altro parteggiavo per lei per la risoluzione del caso.

Un'altra caratteristica che ho apprezzato molto e considero fondamentale è il numero esiguo di personaggi. Spesso gli autori tendono a scrivere trame complicate intrecciando personaggi su personaggi per riuscire a trovare maggiori intrighi e maggiore tensione. Mio caro serial killer è un esempio di come tutto questo non sia necessario

Curiosità: più di una volta l'autrice ci propone frasi come queste: "in Spagna i serial killer esistono solo nei romanzi e nei film", "Noi non siamo artisti che dipingono un quadro, né autori che scrivono un romanzo!", "Va matta per le storie poliziesche. E dato che non le racconto mai niente, pesca nei romanzi quello che può." oppure "Questa storia sta diventando più interessante di un romanzo giallo!", tanto per citarne alcuni.

Non capisco se utilizzando piccoli espedienti l'autrice voglia convincere noi o se stessa che il suo romanzo è davvero fuori le righe.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Luglio, 2018
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Protopensiero

Dopo l'epico Tempi glaciali, mi immergo con rinnovato entusiasmo ne Il morso della reclusa. La passione per gli animali e la sua formazione medievalista, sono riversate in questo romanzo tinto di giallo.

La trama è molto semplice, e l'ndagine sembra svilupparsi molto velocemente. L'impressione è che prima di metà romanzo, sia quasi tutto finito. Anche l'arma del delitto è nota sin da subito, veleno di ragno violino o ragno reclusa. Peccato che per le vittime è necessario essere morsi da circa sessanta ragni ma suoi loro corpi c'è un solo segno. Questo rompicapo ci accompagna per il resto del romanzo che man mano si aggiunge di particolari ma lascia sempre questo costante interregativo. Il ragno violino o ragno reclusa. Ma quanti significati può avere la parola reclusa?

Fred Vargas è un'autrice che ho conosciuto in ritardo ma non mi stanco mai di leggere.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    28 Giugno, 2018
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Il Clown

Da un giornalista e inviato di guerra non si può che aspettarsi un romanzo interessante. Stefano Tura ancora una volta non delude le mie aspettative con un racconto che danza tra l'Italia - con il commissario Alvaro Gerace - e la comunità italiana a Londra - con il detective Peter McBride. Uun po' c'è da aspettarselo visto che Tura è corrispondente Rai per l'Inghilterra.
Una storia più italiana che londinese quindi.

La presenza di una doppia indagine, una italiana ed una anglosassone, implica anche il raddopiarsi dei personaggi, agente e sovrintendente, commissario e detective. Tura riesce a caratterizzare diversamente ogni personaggio senza il rischio di sovrapporre le figure.

L'autore rispolvera un grande classico dell'horror. Il Clown. D’altronde la faccia completamente dipinta di bianco, la bocca rossa come se fosse piena di sangue, il loro urlare in continuazione con gli occhi completamente spalancati, fanno si che il personaggio si presti bene a questo genere letterario. Twisty, Pennywise, Joker e Krusty il clown ne sono un esempio.

Mi piace credere che tanti anni di cronaca nera abbiano contribuito ad una scrittura attenta al dettaglio e ad una conoscenza dei bassi fondi, con il conseguente aumento di suspense.

Tura ci offre un'immagine di Londra spaccata a metà. Da un lato troviamo la classe agiata nei quartieri del centro, dall'altra i poveri che abitano le periferie. Naturalmente i due mondi non sono separati e il romanzo ci svelerà tutto il marcio che si nasconde dietro l’ostentazione di ricchezza della classe dirigente anglo-italiana.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Giugno, 2018
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Di tutto di più

Donato Carrisi è tra I miei autori preferiti. Ho letto i suoi romanzi in ordine cronologico sparso. Ora che ho letto "Il suggeritore" noto l'insperienza di un autore agli esordi. Il romanzo è molto interessante e la trama ancora oggi è originale e geniale. E' facile pensare che Carrisi avrebbe avuto il successo che ha avuto e che merita.

Tuttavia cìè qualcosa che mi fa storcere il naso. Forse un autore più cauto, avrebbe lesinato sugli eventi o suoi colpoi di scena.

============================= SPOILER ma non troppo =============================
Carrisi invece ha voluto dare tutto, forse un po' troppo. Oltre la cruenza negli omicidi, gli innumerevoli assassini e le talpe, Carrisi opta anche per l'ipnosi, fenomeno che altri autori hanno sfruttato come filone principale (vedi Nella mente dell'ipnotista di Lars Kepler). Come se non bastasse tra un'indagine ed un'altra ecco che spunta una medium.
==============================================================================

Carrisi non ha avuto paura di rischiare, questo gli fa onore e sicuramente ha avuto il suo effetto.

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    18 Giugno, 2018
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Un libro già letto

Ci sono un vescovo, un rabbino e un allamah. No, non è un barzelletta, è l'ultimo romanzo di Dan Brown.

Dan Brown ci propone un libro già letto, da un certo punto di vista. Il professore Langdon vive nuovamente un'avventura a sfondo religioso. Lo stile di Dan Brown mi appassiona, tanto da concedergli la stessa favola raccontata in modo diverso, ma con la consapevolezza di non aspettarmi nulla di nuovo.

Mi scontro subito con un Langdon contraddittorio che esordisce con troppa ingenuità. Quando Kirsch espone le proprie preoccupazioni nei confronti del vescovo Valdespino, Langdon lo rassicura dicendogli "...è un prete, non un sicario". Ma come? Indipendentemente se Valdespino è coinvolto o meno, sono quasi vent'anni che qualche fanatico religioso cerca di ucciderti. Mi aspetterei almeno un po' di cautela.

Superato questo imbarazzante episodio, il romanzo prende un buon ritmo, il solito. Tutto si svolge nella frenetica lotta contro il tempo in cui Langdon deve risolvere il caso mentre, inevitabilmente, è vittima di equivoci che lo mettono contro le forze dell'ordine.

Come sempre Dan Brown arricchisce i suoi romanzi di innumerevoli riferimenti, sia in campo artistico, sia – come in questo caso – in campo tecnologico scientifico. Sinceramente trovo interessanti questi brevi riferimenti, specialmente quelli nel campo artistico, poiché mi danno uno spunto per approfondire temi appassionanti ma per me spesso lacunosi per via dei miei studi tecnici. Scrivo questo in merito ad un articolo dei Davide Brullo, che dichiara testuali parole "Le macchine si stanno evolvendo esponenzialmente, con rapidità rapace. L’uomo no. L’uomo sta implodendo. Sta regredendo. Regna nell’ignoranza. Le classifiche dei libri più venduti lo testimoniano. Per leggere Origin bisogna essere ignoranti".

http://www.linkiesta.it/it/article/2017/11/03/evitate-dan-brown-e-il-suo-stile-wikipedia-scoprite-il-tormentato-morg/36049/

In verità i riferimenti alla Fog Sculpture, all'artista Yves Klein e l'interpretazione del contrappunto nella Maman, gli ho trovati particolarmente interessanti. Non faranno di me un esperto ma, solo nei primi sei capitoli, ho interrotto la lettura più volte per "leggere" (non studiare) qualcosa in merito ciò che stavo apprendendo dal romanzo. Quindi mi domando se sono meno ingnorante di prima oppure se lo sono in più cose.

Concludo con una considerazione su ciò che mi ha fatto sorridere di più: L'intelligenza artificiale Winston, così com'è presentata, sembra prendere spunto da Jarvis della Marvel CU oppure è "solo un sistema piuttosto molto intelligente" ?

PS: se vi è piaciuto questo libro, e non l'avete già fatto, leggete "L'enigma di Einstein" di José Rodrigues dos Santos. Se questo libro non vi è piaciuto allora leggete lo stesso "L'enigma di Einstein" perché ne vale la pena

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Consigliato a chi ha letto...
gli altri di Dan Brown
Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto
José Rodrigues dos Santos - L'enigma di Einstein
Ian Caldwell - Il quinto Vangelo
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Narrativa per ragazzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    12 Giugno, 2018
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Tutto agisce su tutto

Quando un'amica mi ha raccontato della serie prodotta per Netflix, sono rimasto molto interessato alla trama. Naturalmente alle serie tv preferisco i romanzi originali.
Ho trovato il romanzo della collana Chrysalide edito da Mondadori, dopo l'uscita della serie tv. Consiglio questa pubblicazione perché contiene anche degli extra interessanti.

Sin da prima di cominciare a leggere, ho avuto il sospetto che fosse un romanzo indirizzato principalmente agli adolescenti. Dopo poche pagine ho dovuto ricredermi. Consiglio la lettura a chiunque abbia figli o fratelli adolescenti, ai professori delle scuole medie e superiori e in generale ai corsi di psicologia. Le chiavi di lettura sono innumerevoli. Ognuno di noi dovrebbe ricordare (perché ce lo siamo dimenticati?) cosa passava nella nostre teste quando eravamo ragazzini.

Probabilmente, una lettura superficiale Hannah, la sfortunata protagonista, può sembrare debole, a differenza di noi "sopravvissuti" che abbiamo reagito alle angherie che la vita ci ha proposto con la pura forza di volontà. Forse siamo stati solo fortunati, o ben educati da genitori con una mentalità più rigida. Come direbbero i miei amati napoletani "Mazza e panella fanno 'e figlie bell; panella senza mazza fanno 'e figlie pazze".
Non penso che Hannah sia debole, ci vuole molta forza per compiere l'atto estremo. Penso che sia molto fragile, che è ben diverso.

In un finale alternativo, proposto negli extra di questa edizione, Clay si chiede se “Dobbiamo sempre mostrare compassione ed empatia verso gli altri”. Probabilmente la risposta è "no". Non si può fingere continuamente per evitare di offendere o ferire qualcuno.

Non si può pretendere che dei ragazzi dai 14 ai 19 anni possano avere la maturità di chi, come me, ne ha 40.
Vorrei proporre una massima che ho fatto mia, tratta dal film Wonder di Stephen Chbosky.
"Se dovete scegliere tra essere giusti o essere gentili, siate gentili"

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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    11 Giugno, 2018
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Ramba III

Normalmente nei romanzi, preferisco le protagoniste donne agli uomini. La caratteristica che ammiro maggiormente di Kathy Reichs è la capacità di creare dei personaggi femminili incredibili. Riesce a tirar fuori tutta la forza di cui le donne sono capaci ma non dimentica la loro fragilità e la loro sensibilità. Viene da se che Temperance Brennan è un personaggio al quale sono molto affezionato.

Il ritorno di Sunnie Night è un romanzo a cui non manca nulla. La lettura scorre sempre con molto interesse e la trama, forse non originale ma è molto attuale. Anche il finale mi ha sorpreso positivamente. Allora cosa manca? Cosa non mi convince? Sunnie Night è una donna forte, preparata, sempre seria; praticamente imbattibile - più tosta di Sarah Connor. Mi auguro che in futuro il personaggio si sviluppi ulteriormente e che lasci spazio a tutte quelle "debolezze" e a tutti quei "difetti" che rendono le donne così perfette.

NB: Naturalmente le parole virgolettate sono espresse con affetto. Amo le donne nella loro interezza.

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    06 Giugno, 2018
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L'ultima possibilità

La sintesi della trama proposta per questo romanzo termina con le parole "Un grande romanzo di guerra e d'amore. E di delitti". Sinceramente non sono d'accordo con il termine "grande romanzo" ma sicuramente è un romanzo di guerra, d'amore e di delitti. Ma Carlo Lucarelli dove vuole andare a parare? E' possibile che non riesca a metterci enfasi riducendo tutto ad una scrittura così didascalica? E' il terzo romanzo che leggo dell'autore e nessuno di questi mi ha mai entusiasmato più di tanto. L'unico libro che ho trovato apprezzabile è Serial Killer un libro di criminologia e approfondimento storico. Secondo me Lucarelli dovrebbe seguire proprio quel filone ed abbandonare la narrativa.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    01 Giugno, 2018
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Ecco perché odio i bambini

Forse sono diventato metereopatico, ma così come le giornate sono altalenanti, così lo sono anche i romanzi che sto leggendo.

Se Wulf Dorn è tra i miei autori preferiti, "Gli eredi" sicuramente non farà parte dei romanzi che annovererò tra i miei preferiti. Non sono riuscito a provare empatia per nessun personaggio e la trama di per se mi ricorda almeno una decina di vecchi film horror. Solo la capacità stilistica dell'autore e la tensione che ho trovato, almeno nel finale, fanno aggiungere una stella al mio voto.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Mag, 2018
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Il palcoscenico si tinge di giallo

Il teatro è da sempre stata la mia passione, non per niente le mie prime letture da ragazzo furono proprio Pirandello e Eduardo de Filippo (che proprio ieri compiva gli anni). La passione per i romanzi gialli è venuta circa quindici anni dopo.

Questo romanzo mette insieme il mio passato ed il mio presente di lettore e, come se l'autore sapesse, comincia proprio con una indovinata analessi.

La trama è avvincente e l'ambientazione teatrale rende tutto più poetico. Il romanzo si sviluppa mediante l'intreccio di più storia a corredo dell'indagine principale. Tuttavia non sono pienamente soddisfatto del ritmo diseguale proprio tra i vari episodi. Mentre l'indagine sull'omicidio di Fedora Marra, ha un ritmo incalzante, le storie a latere smorzano la lettura vanificando la tensione che stavo cumulando.

Detto questo, un gran bel libro.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    16 Mag, 2018
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La prossima volta vado alle Mauritius

Dopo aver scoperto Michel Bussi con "Tempo assassino", non potevo esimermi dal leggere quest'ultimo romanzo. Ho notato ed apprezzato lo stessa ambientazione insulare. Questo particolare, in un thriller noir, fa sì che l'assassino apparentemente abbia le ore (le pagine) contate proprio perché è difficile sfuggire senza lasciare tracce.

Lo stile poetico sembra volesse coccolare la mia lettura che, pagina dopo pagina, si è trovata inconsapevole di fronte a episodi inenarrabili e truculenti.

La trama ingannevole e diventa sempre più avvincente dovuta anche all'empatia crescente che provavo verso la piccola Josapha.

Il finale a sorpresa ha sbriciolato tutte le ipotesi che man mano stavano prendendo forma nella mia mente. Davvero un gran bel lavoro.
Una volta tanto ho apprezzato il titolo in italiano rispetto al suo originale.

Constato che quest'autore mi piace, devo adesso recuperare i suoi primi romanzi.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    09 Novembre, 2017
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Napoli that's amore

Un poliziesco al ritmo di Tarantella.

Mi ha entusiasmato molto quest'ultimo capitolo del detective forense Lincoln Rhyme. L'ambientazione italiana ha reso la storia più vicina ed emozionante. Mi domando se gli americani abbiano gradito e se gli spostamenti lungo la geografia del Bel Paese abbiano o meno confuso le idee.

La storia è ben studiata e il tema scottante ed attuale. Ad onor del vero, il tema è attuale da decenni. Deaver sta ben attento a non schierarsi ne a favore dell'accoglienza dei profughi ne contro.

Nel frangente investigativo gli italiani non sfigurano, anzi sembra che tra i personaggi Amelia Sachs e Ercole Benelli si stabilisca un bella armonia. Ritengo che questo nuovo cast di personaggi abbia ringiovanito la serie, dandole più freschezza. Spero che la guardia forestale Ercole Benelli, possa far parte ancora di qualche altra storia avvincente.

Amo il personaggio del serial killer. Secondo me è studiato molto bene, l'unico che ha dato la giusta tensione al romanzo. Sembra saltato fuori da un romanzo di Sebastian Fitzek (che adoro).

Il romanzo è un giusto compromesso tra azione e tensione, ma la teoria del complotto finale, a parer mio, è eccessivamente arzigogolata forse pur di rimanere politicamente corretta.

Non male anche il titolo originale, L'ora della sepoltura.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Novembre, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Streghe di ieri e di oggi

Come al soltio lo stile dell'autrice mi ha catturato sin dalle prime pagine. Il tema, come suggerisce Belmi, è toccante. Difficile non provare rabbia per gli omicidi ai danni dei bambini.
La trama si sfolge piacevolmente fino ad un finale per niente scontato. La bravura dell'autrice sta proprio nel far ricadere i sospetti su un'indiziato per concludere l'indagine in modo differente a come l'avevamo immaginato, il tutto presentato tra i boschi magici e desolati della Svezia.
Secondo me, l'excursus storico nella svezia del 17° secolo, è un esercizio di stile che nulla aggiunge alla trama del giallo, se non la speranza che fino alla fine ci sia un intreccio o un colpo di scena tale da valerne la pena.

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    09 Ottobre, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

La paranoia degli scacchi

E' sufficiente leggere poche informazioni sulla sua vita per capire che grande autore sia stato. E' riuscito a portare in questo breve racconto la persecuzione che egli stesso ha vissuto durante la seconda guerra mondiale. Un vero peccato che la depressione l'abbia portato al suicidio prima della fine della guerra; avrebbe avuto molto di cui scrivere.

E' incredibile come l'autore sia riuscito a suscitare in me la sensazione di vuoto e di angoscia che il personaggio "dottor B" ha vissuto durante la sua carcerazione da parte della gestapo e contemporaneamente a far emergere un interesse per gli scacchi, che non sapevo di avere. Nonostante sia datato 1941, lo stile è moderno e fluido, in grado di tenere sempre alto l'interesse.
Superba la relazione tra la mente grezza e ignorante del campione del mondo, e quella dinamica ma psicotica del "dottor B" e come quest'ultimo riesca a soggiogare il campione nonostante fosse la sua prima vera partita a scacchi.

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Classici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    02 Ottobre, 2017
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Svegliati sognatore

Povero sognatore. Patetico innamorato al limite del supplichevole. Quanto ti odio, anonimo illuso; quanto mi somigli.

Continua la mia lettura di romanzi brevi di autori famosi d'un tempo che fu. "Le notti bianche" in poche pagine raccoglie due intense storie, anzi forse sono più due non-storie perché i due personaggi vivono le loro fantasie solo col pensiero e con ben poche azioni ma, nonostante tutto, queste non-storie sono ricche di sentimenti.

Impossibile non innamorarsi di questo romanzo. Impossibile non adirarsi con l'anonimo sognatore e non urlargli contro di prendere in mano la sua vita e di reagire con forza. Invece lui, come un moto perpetuo, ricade sempre nella stessa delusione, ma da ottimista conserva quell'attimo di illusione tra i bei ricordi della sua vita.

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Racconti
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Settembre, 2017
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Una verginità che si difende

Un bel romanzo d'altri tempi. La lettura scorre piacevolmente lenta. Pavese è attento a seguire un rigoroso ordine cronologico degli eventi ed una meticolosa descrizione degli ambienti.

Il tema è scottante. Un intreccio amoroso tra tre personaggi singolari e distanti, ambientati in un contesto culturale non molto diverso da quello attuale. La morale è cambiata, i vizi e le abitudini un po' meno.

Chissà quale fu la reazione nel '49, quando questo libro uscì carico di erotismo. I tempi sono cambiati, i ragazzi e le ragazze sono più svegli. Quello che mi chiedo è se i sentimenti e la fragilità che manifesta Ginia esistano ancora, magari mascherati da sicurezza e sfrontatezza. Credo e spero proprio di si, sarebbe davvero triste se fosse il contrario.

Mi ha stupito come l'autore sia riuscito ad immedesimarsi nella giovane mente di un'adolescente che cammina a grandi passi verso il mondo degli adulti.

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Romanzi
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    23 Settembre, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

L'onore

Il romanzo narra una tragica vicenda accadauta realmente in Colombia circa trent'anni prima che il libro venisse scritto. Ci troviamo nei primi anni '50. E' singolare come proprio negli stessi anni, il drammaturgo Friedrich Dürrenmatt, abbia scritto "La visita della vecchia signora" ambientato in svizzera. Entrambi i romanzi affrontano il tema dell'onore e delle vendetta, ed in un modo o nell'altro anche la cittadina è coinvolta. Dovevano essere anni duri quelli.

"Cronaca Di Una Morte Annunciata" racconta come il bigottismo e il maschilismo si confondano con la morale. Purtroppo questi sentimenti non hanno abbandonato quegli anni e ancora oggi, se non ci si scandalizza più difronte a rapporti pre-matrimoniali, ci si lascia andare a facili pettegolezzi. D'altronde l'onore rappresenta la dignità personale che si riflette nella considerazione altrui. E fin quando la considerazione di terzi è al centro del nostro universo, potrebbe essere possibile guadagnare l'onore ma sicuramente si perde la libertà di scegliere la propria vità, anche facendo scelte sbagliate.

La trama è accattivante e mi piace lo stile diretto nelle conversazioni ma ho trovato inappropriato il tratto poliziesco nel raccontare gli episodi.

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Classici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    19 Settembre, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Le buona vecchia lettura

Quello che accade ai ragazzi di oggi quando vedono un vecchio di film di fantascienza è soffermarsi sugli effetti speciali ritenuti ormai scadenti, dimenticando di contestualizzare il momento storico in cui il film stato realizzato.
A me, appassionato lettore di romanzi gialli, nel leggere dei racconti di più di 150 anni, è sembrato di tornare a scuola.
E' come se Poe volesse dire ai lettori ed agli autori moderni "Adesso vi spiego come si scrive un giallo deduttivo". La caratteristica che più mi ha stupito, specialmente ne "I delitti della Rue Morgue" è come Poe faccia apparire tutto così semplice.
Naturalmente non voglio paragonare Edgar Allan Poe ad autori moderni, che sicuramente hanno goduto dei suoi insegnamenti. Tuttavia non ho potuto non notare come due grossi calibri come Agatha Christie e Conan Doyle abbiano ereditato il primo l'acume e l'alterigia il secondo.
La lettura scorre velocemente e, com'era facile aspettarsi, il linguaggio più ricercato aggiunge un tocco vintage che non guasta.

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Classici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    11 Settembre, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Il migliore dei mondi possibili

L'ingenuo Candido, la bella Cunegonda e il fedele Cacambo. Tre personaggi, che sembrano saltar fuori da un romanzo di Cervantes, vivono una vita roccambolesca piena di alti e bassi. Questi alti e bassi rappresentano proprio "fortuna" o "destino" a secondo dei punti di vista.
Da un lato troviamo Pangloss, maestro e filosofo di Candido, che da buon leibniziano crede che il nostro mondo è il migliore possibile. Voltaire ha stabilito per questi personaggi un destino al quanto crudele.

Personalmente io sono fatalista. Non credo che sia il mondo "migliore" possibile, ma è l'unico che abbiamo. Le scelte mancate, e le possibilità che non abbiamo percorso sono solo rimpianti, tutto il resto lo lascio ai film di fantascienza in cui è possibile, non tanto avere una "seconda" possibilità, ma avere la "stessa" possibilità due volte.
Lo stesso Panglos, infatti, si ammala di sifilide ma non muore, sopravvive addirittura ad una impiccaggione. Quanti possono raccontare lo stesso?

Il pessimismo di Voltaire vince sull'ottimismo di Leibniz? Per chi vede il bicchiere mezzo pieno, forse no.

Il racconto è molto interessante e divertente che ci porta a riflettere sulla nostra vita anche se ormai è priva di duelli, avventure e "quarti di nobiltà".

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Racconti
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    07 Settembre, 2017
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Uomini psicopatici

"Palpebre chiuse uno schermo di pelle, onirodipinti attraversano l’oscurità colorata di Giorno. Stanotte, in una pausa non sfiorata dalle ali del tempo, lui viaggia a quanto pare all’indietro."

Credevo di aver letto autori di tutti i generi prima di imbattermi in David Foster Wallace. L'autore è in grado di passare da passaggi ordinati e poetici ad argomentazioni del tutto sconfusionate.
La serie di racconti sembra quasi una sperimentazione di stili diffenti. Alcuni passaggi sono molto veloci, ridondanti e prolissi da sfiorare un'incredula comicità.

Solo alcune interviste, in realtà, le ho trovate interessanti. "La persona depressa" a parer mio è il racconto scritto meglio. Forse la depressione, che ha portato alla morte l'autore, è il sentimento che meglio Wallace riesce ad esprimere.

Non sono d'accordo in pieno alla definizione di "schifosi". Johnny Moncherino lo è perché approfitta della sua menomazione per circuire le donne e portarle a letto. Badate bene che le impietosisce con la sua "malformazione". Sicuramente un atteggiamento discutibile, ma la focomelia è una malattia così brutale che non penso che aprioristicamente si possa pensare come affrontare la vita e quindi porre giudizi su coloro che la subiscono.

L'uomo sul punto di morte, soffre di una forte di depressione post parto rivolta verso l'uomo. Sicuramente in lui questo sentimento è amplificato da insicurezze varie. Più che "schifosi" direi "problematici".

Ad ogni modo, escludendo quei pochi racconti che hanno tenuta alta la mia attenzione, per il resto il libro non mi ha lasciato molto.

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Classici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    28 Agosto, 2017
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Innamorato cronico

Comincio col dire che è la prima volta in assoluto che affronto questo genere di lettura, per la quale devo ammettere non ero preparato. Leggendo quasi esclusivamente thriller volevo tentare un avvicinamento ad un classico, che non fosso molto lungo per evitare di interromperlo.

Provo a dare quindi una chance sia al romanzo, sia a me ed affronto le prime difficoltà.
Il linguaggio e il ritmo sono le caratteristiche che mi fanno tentennare. Ricordo a me stesso che I dolori del giovane Werther è stato pubblicato nel 1774.

La storia di per se è interessante. La figura di Werther è ricca di sfaccettature. Werther è soprattutto un innamorato cronico. Ama, nel senso più ampio del termine, anche Albert - il suo rivale in amore - poiché lo considera un buon amico, ma soprattutto ama la bella Charlotte.

Un innamoramento tenero ma introverso al limite dell'autolesionismo "io vado a Wahlheim e, quando mi trovo lì, sono soltanto a una mezz'ora di distanza da lei: respiro la sua atmosfera…".

Secondo me il suo amore non corrisposto si traduce in malumore e autocommiserazione quasi per la necessità di provare un'emozione forte. Non riesco ad amarla quindi mi rodo dalla sofferenza perché questo dolore mi fa provare qualcosa che non sia indifferenza o apatia. Come per dimostrare a se stesso che se "punto, sanguina".

Approfondendo I dolori del giovane Werther è impossibile non imbattersi nello "Sturm und Drang" - Tempesta ed Impeto - del quale Goethe sembra esserne il fautore.

-- ATTENZIONE SPOILER --

La Tempesta di emozioni e di eventi riesco a trovarla ma di Impeto ben poco – nelle azioni - , che ridurrei al secondo libro quando Werther ruba un bacio a Charlotte, suscitando finalmente tutta la mia approvazione, e naturalmente nel finale quando Werther si spara alla tempia con le pistole prestategli da Albert (il marito di Charlotte) regalandomi un gran finale e liberandomi dalla sofferenza Werther che come un contagio stava facendo soffrire anche me. Che lo Sturm und Drang fosse rivolto ai lettori e noi ai personaggi?

Anche se amo la lettura, ho affrontato solo studi tecnici, e sono a digiuno da quelli classici quindi spero di non aver scritto aberrazioni tali da fare impallidire professori e liceali.

Domanda: ma si può parlare di spoiler per un libro di 243 anni?

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Romanzi storici
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    18 Agosto, 2017
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Le pietre dei bastaixos

Prima di leggere La Cattedrale Del Mare avevo letto solo Gli eredi della Terra decidendo che Falcones non era un autore consono alla mia lettura.
Spinto da un consiglio fraterno, mi sono avvicinato a questo romanzo con un po' di sospetto e col timore di trovarlo lento.
Felice di essere smentito, mi sono imbattuto in una lettura veloce ed interessante, più dinamica ed essenziale de Gli eredi della Terra e de I pilastri della Terra, tanto per dare un termine di paragone con un altro autore.
E' un romanzo di riscatto e di libertà. Libertà affrontata da molti punti di vista. Come un povero contadino, fosse libero di coltivare la sua terra, ma servo del suo padrone; gli artigiani liberi ma schiavi della fame; i nobili liberi ma assoggettati al re ed alla chiesa.
Falcones racconta di come Arnau Estanyol, ancora in fasce, viene trascinato dal padre in fuga dal suo padrone. L'umiltà, l'onestà ed il senso del dovere che il padre ha impartito ad Arnau, sono le basi sulle quali il giovane affronta la sua personale scalata sociale. Durante questa lunga e penosa ascesa, Arnau inciampa nel destino che, con un insopportabile senso di ineluttabilità, l'opprime e lo costringe a ricominciare spesso daccapo.
Un inverosimile, ma sperato, lieto fine del romanzo ci mostra infine l'immagine di uomini ricchi e ambiziosi umiliati dalle conseguenze della loro tracotanza.
Falcones pone inevitabilmente l'accento sulle disparità sociali e di come, i poveri hanno il senso della famiglia e delle vita a differenza dei ricchi che danno un prezzo anche alla vita stessa.
Questa differenza è maggiore nel personaggio di Joanet, nato povero da una madre che non ha mai visto, perché rinchiusa in una stanza dopo aver tradito il marito. Joanet viene adottato da Bernat Estanyol, padre di Arnau, diventando per Arnau come fratello minore. Arnau, pur di mantenere agli studi il piccolo Joanet, ancora adolescente comincia l'attività di scaricatore di porto, bastaixos. Joanet , per conto suo, si impegna negli studi ed affronta la carriera ecclesiastica. Il cambio di posizione sociale, all'interno della chiesa, e la corruzione di cui la chiesa stessa è ricca, in epoca medioevale, spingono Joanet alla carriera di inquisitore "dimenticando" o "mescolando" la vera distinzione tra bene e male.
Sia ben chiaro che le considerazioni di Falcones non vogliono essere un attacco diretto alla religione ma solo alla chiesa mediovale, infatti Arnau è un profondo fedele della Madonna del Mare nella quale scorge un sorriso rivolto direttamente a lui.
Falcones crea dei co-personaggi fondamentali, le donne. La madre di Arnau, la moglie e l'amante. Tutte loro rappresentano un elemento del romanzo molto importante. La madre stuprata che abbandona il figlio riesce a trovare riscatto nel finale. La moglie, fedele e gentile, rappresenta il lato più dolce di tutto il romanzo. L'amante, passione e decisa, invece è un ostacolo, un muro che Arnau non può e non vuole superare.
Loro, e anche le altre di differenti scale sociali, saranno fondamentali per il sostegno della trama.

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Fantascienza
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    01 Agosto, 2017
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Orwell è vivo e ci sta guardando

Se mi dicessero che Orwell è la reincarnazione di Nostradamus, non stenterei a crederci.

Un romanzo di fantapolitica che sfiora solo da lontano la fantasia. Una chiave di lettura critica, il leggere tra le righe, danno una visione spaventosamente attuale per essere un romanzo scritto quasi 70 anni fa.

Orwell immagina uno scenario futuristico, per l'epoca, in cui esistono tre grandi potenze Eurasia, Estasia ed Oceania in perenne guerra tra loro. Winston appartiene proprio a quest'ultima potenza e lavora per il ministero. Il suo ruolo è "semplicemente" quello di rettificare le notizie delle testate giornalistiche in base alla volontà del Partito, un atto di per se pernicioso. Tutto è sotto l'occhio del Grande Fratello che controlla tutti e punisce chiunque osi il libero pensiero.

Lo scopo sta proprio nell'annichilire il pensiero della gente comune, omologandolo e livellandolo. Tutti devono dire, pensare e soprattutto crederci davvero a tutto ciò che dice il Grande Fratello.

I mezzi sono quelli a noi - ahimè - più noti.

Non è vero che le varie fazioni politiche dichiarano che non si alleeranno mai e poi accade il contrario?

Vi è mai capitato di intuire che politica manipola l'informazione? Politica a parte, quante notizie false (bufale) circolano in rete e quanti di noi ci credono solo perché l'abbiamo letto su internet. Se c'è su internet è vero, se lo dice il Grande Fratello è vero. Noto una forte ed inquietante analogia.

Preferiamo parlare, invece, delle varie riforme scolastiche che da quando ho memoria stanno abbassando il livello culturale degli studenti? Un popolo ignorante fa comodo al governo.



L'aberrazione più grossa del Grande Fratello sta nell'abolire la lingua. Questo passaggio è quello che più mi ha scosso e sul quale vorrei soffermarmi.

La neolingua adotta solo parole molto semplici e con le quali non è possibile formulare un pensiero complesso, perché dai pensieri complessi potrebbe nascere un sentimento di rivolta. Ma se la parola "prigionia" non esiste, e se il concetto si perde generazione dopo generazione, allora la prigionia stessa non esiste.

Mi è tornata alla memoria una vecchia lezione di storia dove studiai che le prime incursioni romano cristiane in Egitto, distrussero letteralmente tutte le pergamene con i geroglifici, ed imposero il divieto di utilizzo di quella scrittura a favore del latino; distruggendo di fatto la cultura egiziana. E' facile capire che dopo appena due generazioni, i nuovi nati, anche di fronte ad un ritrovato antico avrebbero, visto solo dei bei disegni senza capirli. Per fortuna grazie alla Stele di Rosetta sono riusciti a recuperare il significato alcune parole, perse per 1500 anni.

Quello della lingua tra l'altro è un problema piuttosto attuale. Andrea Camilleri, nella sua ultima pubblicazione "La rete di protezione" ci mostra Montalbano in un bar, raduno di ragazzini di 13 anni. Egli, nonostante il suo intento fosse quello di ascoltare una conversazione, non riesce a coglierne il significato perché le nuove generazioni hanno sviluppato un linguaggio sempre più semplice (Accademia della Crusca docet) e spesso mirato alla tecnologia – tanto da spingere il giornalista Davide Guadagni a scrivere un vero e proprio dizionario dell'antilingua.

Somiglianze sconcertanti tra 1984 (romanzo) e 2017 (oggi) che non è facile riassume per me in modo adeguato, ma sicuramente sufficienti a spingermi nel fare considerazioni a caldo. Per questi motivi, rispetto, ma non concordo con chi pensa che lo scenario proposto da Orwell non sia plausibile, perché ritengo che lo stiamo, un poco per volta, vivendo.

La parte centrale del romanzo, dove il personaggio principale comincia a leggere il libro della fratellanza, è un vero e proprio manuale di socio politica.



Di seguito uno stralcio del filosofo americano Noam Chomsky deliberatamente tratto da http://www.tecnicadellascuola.it/item/13705-chomsky-il-principio-della-rana-bollita-e-il-popolo-senza-nessuna-opposizione.html

Il principio della rana bollita: Immaginate in un pentolone pieno d'acqua fredda, nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l'acqua si riscalda pian piano.
Presto l'acqua diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole. La temperatura sale. Adesso l'acqua è calda, un pò più di quanto la rana non apprezzi. La rana si scalda un pò tuttavia non si spaventa. Adesso l'acqua è davvero troppo calda, e la rana la trova molto sgradevole. Ma si è indebolita, e non ha la forza di reagire. La rana non ha la forza di reagire, dunque sopporta. Sopporta e non fa nulla per salvarsi. La temperatura sale ancora, e la rana, semplicemente, finisce morta bollita. Ma se l'acqua fosse stata già bollente, la rana non ci si sarebbe mai immersa, avrebbe dato un forte colpo di zampa per salvarsi.

Società, ai Popoli che accettando passivamente, il degrado, le vessazioni, la scomparsa dei valori, dell'etica, ne accettano di fatto la deriva.
Questo principio può essere usato anche per il comportamento delle Persone inerti, immobili, remissive, rinunciatarie, noncuranti, che si deresponsabilizzano di fronte alle scelte.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    31 Luglio, 2017
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Anonymous

Il romanzo è il primo a non essere scritto, ma solo dettato da Camilleri. Questo ci propone due storie parallele, due rebus, ai quali Montalbano, non con poca fatica ed immaginazione, riesce a trovare una soluzione.

Da un lato troviamo delle vecchie pellicole che, anno dopo anno immortalano sempre lo stesso muro, lo stesso giorno e alla stessa ora. Dall'altro troviamo un incursione, con tanto di pistole e maschere di Anonymous, in una scuola media.

Montalbano dovrà confrontarsi, quindi, con dei ragazzi di circa tredici anni? Camilleri evidenzia il gap generazionale in termini di linguaggio, mentalità ed aggiornamento tecnologico. Montalbano riuscirà ad immergersi in questo mondo inedito, non senza difficoltà e commettendo errori grossolani che gli provocheranno notti insonni.

Così l'indagine prosegue tra il profumo salato del mare e dei purpiteddri, e quello acre della polvere da sparo. Due rebus con due finali amari, scritti per gli amanti del giallo deduttivo.

Camilleri mi piace, mi piace molto da leggere. Il modo in cui svela, pagina dopo pagina il mio amato Sud, "che 'ntender no la può chi no la prova", forse annebbiano la mia capacità di giudizio?

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Scienza e tecnica
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    31 Luglio, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Non c'è tempo da perdere

Sono sempre stato attratto dai libri di divulgazione scientifica sin da quando lessi "Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo" di Stephen Hawking. Per gli autori del genere la difficoltà maggiore è riuscire a esemplificare argomentazioni, spesso poco intuitive, per offrirle al grande pubblico. Naturalmente non lo consiglierei chi è proprio a digiuno delle basi di fisica o che non sia fortemente invogliato ad approfondire autonomamente.

Carlo Rovelli è più che in grado di spiegare concetti complessi con esempi abbastanza semplici. Alla fine di un paragrafo particolarmente contorto, l'autore suggerisce di fermarsi con la lettura per consentire a noi stessi di interiorizzare il concetto; nota degna di un professore.

La grandiosità di Rovelli non sta solo nel consistente contributo reso alla comunità scientifica ma anche quello di portare a galla l'interesse, a noi comuni mortali, degli ultimi cento anni di fisica che per un certo verso ci sembra ancora fantascienza.

Il concetto di tempo è sezionato, quasi dilaniato, ed affrontato nel tempo dal punto di vista filosofico e scientifico. Per gli scettici che non credono nel contributo filosofico sia stato fondamentale, senza scomodare Aristotele e Platone – all'epoca dei quali i pensatori erano filosofi e scienziati – pensiamo ai più recenti Leibniz (per il concetto di calcolo integrale) e Gödel (teoremi di incompletezza) .

D'altronde, come suggerisce José Rodrigues dos Santos, studiare il materiale che compone la carta e l'inchiostro di "Guerra e pace" non ci dirà mai nulla sul libro ma è necessario un approccio più astratto.

L'ultimo capitolo l'autore mette in ordine le idee ricapitolando tutti gli argomenti trattati, il penultimo forse è particolarmente complesso ed è necessario aver fatto propri i concetti precedenti.

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A chi preferisce la pura divulgazione scientifica suggerisco "La fisica in casa" di Emiliano Ricci e "La fisica dei supereroi" di James Kakalios.

Per chi ama i romanzi, invece, "L'enigma di Einstein" di José Rodrigues dos Santos.
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Romanzi storici
 
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2.8
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    28 Luglio, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Rivoluzione socialista.

Leggo questo autore per la prima volta. Lo stile mi ha catturato subito, ironico e leggero mi ha regalato una tranquilla lettura estiva. Towles ci offre innumerevoli piccoli episodi, ricchi di personaggi, che inevitabilmente tendo ad intrecciarsi gli uni con gli altri, in maniera armonica e naturale.

Il personaggio centrale, il conte Rostov, ha una personalità intrigante e notevole. Vive in esilio forzato in una gabbia dorata che gli permette di conoscere l'evolversi degli eventi in base ai personaggi, che nei decenni, sono di passaggio dal Grand Hotel Metropol. Nonostante tutto resta e rappresenta un vero gentiluomo, anche se ormai privo di libertà. Non perde energia e mantiene la testa alta e la sua compostezza, specialmente nei tentativi di corruzione da parte di bolscevichi per usare la sua figura per spionaggio.

Il tentativo dell'autore sta proprio nel proporre episodi interessanti nonostante tutto si svolga nello stesso ambiente.

Però, forse lo stile così sobrio, non sempre ha tenuto alta la mia attenzione più abituata al genere romanzo thriller. Quasi privo di azione, quindi, ma con un pizzico di romanticismo, musica, cibo e geopolitica, racconta gli anni bui dell'URSS sotto i ferrei governi intercorsi da Lenin a Stalin, che tenta il passaggio verso la modernizzazione col tentativo di non cadere nel capitalismo americano.
Ironico il passaggio in cui il primo governo Panrusso istituisce il proprio statuto dichiarando i diritti dei lavorati tra cui quello di coscienza, di espressione, di riunione e soprattutto li priva degli stessi se utilizzati a danno della rivoluzione socialista.

Ripetendomi, non sono solito a questo genere di lettura, che mi ha a tratti interessato e a tratti meno.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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2.5
Stile 
 
3.0
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3.0
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2.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    26 Luglio, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Non aprite quella porta

Elizabeth Brundage ci offre uno stile molto particolare. I dialoghi non fanno uso delle virgolette e a volte non c'è alcuna indicazione di chi sia a parlare poiché non esiste un inizio della frase. Questo tratto, che ho letto in giro essere fastidioso, a me ha affascinato perché mi ha trascinato in un'esperienza di lettura impegnativa, sicuramente diversa dal solito. Il libro è ben scritto, con un tocco di soprannaturale. L'impostazione ben strutturata e intuizioni interessanti mi hanno ricordato lo stile di Paula Hawkins. Inoltre, l'impostazione di Chosen, piccola città agricola, sembrava estremamente realistica.

Purtroppo le note positive finiscono qui. La storia è secca e poco produttiva, il ritmo lento e le transizioni brusche tra passato e presente fanno perdere i punti di vista.
Non ho stabilito alcun legame con nessuno dei personaggi. Non c'era profondità in loro. Dopo il capitolo iniziale con la morte di Catherine, ritorniamo immediatamente indietro con i giovani fratelli Hale. Non ero veramente interessato finché le strade degli Hale e di Catherine non si incrociano. Era la prima volta che la storia mi ha fatto provare un po' di tensione.
A metà strada, cominciamo a ottenere un quadro più chiaro del matrimonio di Clare attraverso le loro prospettive e le prospettive degli altri. Catherine sa che qualcosa e sospetta di George e del suo matrimonio, ma è troppo vicino per vedere l'immagine completa.

Dopo aver solleticato il mio interesse, ho incontrato lunghi paragrafi di descrizione e di introspezione ma non ho mai sentito un livello sostenuto di tensione.

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Avventura
 
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5.0
Stile 
 
5.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Luglio, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

La formula di Dio

Sicuramente il romanzo che più mi ha appassionato quest'anno. D'altronde con José Rodrigues dos Santos si vince facile. L'autore è un maestro dei misteri. Il lavoro di ricerca che ha svolto, per questo romanzo, è molto ricco. Matematica, Fisica classi e quantistica, Filosofia e Religione. Tutti argomenti approfonditi, legati tra loro e presentati a noi lettori nella maniera più semplice ed affascinante. Il tutto è legato da una trama interessante, ricca d'azione e sentimento.

In questo romanzo viviamo l'avventura di uno storico cripto analista al quale è stato commissionata la decrittazione di alcuni messaggi tratti da un manoscritto appartenuto ad Einstein. La formula di Dio. C'è chi pensa che sia una bomba atomica a basso costo, chi invece la formula che unisce le quattro interazioni fondamentali della natura (elettromagnetica, gravitazionale, nucleare debole e forte), che infine qualcosa di ultraterreno.

Un buon esercizio mentale ricco di concetti e disquisizioni filosofiche.
Per il finale è necessario aver capito tutto e soprattutto aver accettato tutto l'insegnamento impartito fino a quel momento. Solo così si potrà accettare concetti che si spingono al limite del fisico, metafisico e dell'universo.

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Jose Rodrigues dos Santos - Vaticanum. Il manoscritto segreto
Jose Rodrigues dos Santos - Il codice 632
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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.5
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4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    25 Luglio, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

The vampire diaries

Il racconto, dal tratto gotico, scorre tra le pagine grazie alla splendida ambientazione e alla ricchezza degli avvenimenti. I particolari descrittivi, danno spessore ai personaggi e una descrizione ricca dell’ambientazione, completano il quadro.

Purtroppo la suspense è smorzata verso metà racconto, a parer mio un po' prolisso, che vanifica la prima intenzione dell'autore. Tuttavia non ci sono punti deboli nella trama, che ho trovato originale. Il tema del vampirismo è affrontato in modo che possa sembrare reale e non cade mai nel fantasy, come inizialmente si è tentati a credere.

In quest'ultimo episodio, incontriamo un, ormai famoso, Harry Hole sposato e più vulnerabile poiché non riesce a reagire a questa nuova stabilità. Questa caratteristica ridimensiona il personaggio che francamente non è mai stato un "bravo ragazzo". Harry infatti, tra le altre cose, infrange la legge e disobbedisce agli ordini dai suoi superiori. I suoi tratti sono fin troppo drammatizzati, ma sono fondamentalmente umani, e questo è ciò che lo rende un personaggio così irresistibile. Per chi si avvicina per la prima volta al personaggio, tuttavia, troverà tante lacune e potrebbe non essere soddisfatto. Jo Nesbø tende a scrivere personaggi molto impegnativi quindi non è facile riassumerli in un solo libro. Invece per chi ha letto lunga serie di Harry Hole, che non si aspettasse un finale felice.

Come termine di confronto, i miei preferiti della serie sono Il pettirosso e La stella del diavolo

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Romanzi
 
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4.3
Stile 
 
5.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    12 Giugno, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

La maledizione della panetteria

Due simpatiche storie che mi hanno accompagnato una domenica pomeriggio. Come già è stato ampiente scritto, hanno una profonda chiave di lettura.

Più che storia, la prima, rappresenta uno stato fisico di fame atavica, primordiale, nella quale ahimè mi riconosco.
Uno dei fascini di questa narrazione è che non abbiamo bisogno di sapere nulla. In poche pagine descrive l'essenza dei personaggi.

Il secondo racconto invece è più uno stato d'animo. Le descrizioni oniriche lo dimostrano, infatti alcune questioni non hanno combinazione logica, creando un vero e proprio slittamento semantico.

La moglie è ben diversa dal marito. Nel primo racconto infatti è solo la fame a spingere il protagonista all'assalto. Nel secondo, invece, è la moglie – caratterialmente più violenta di lui – che mette in atto una vera e propria rapina per esorcizzare la maledizione.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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3.3
Stile 
 
4.0
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3.0
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3.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    08 Giugno, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Lascia che l’acqua ti racconti la sua storia

La caratteristica che più mi rapisce di questa autrice, è come riesce a creare armonia scrivendo un romanzo, corale, composto quindi da tanti frammenti di diari. Ogni singolo pensiero si incrocia con gli altri fino a creare un quadro generale. Di solito nei romanzi gialli c'è sempre l'effetto puzzle, ma mai come in questo caso le tessere compaiono in dissolvenza frase dopo frase.

Questa alternanza di punti di vista, delinea differenti caratteristiche di ciascun personaggio. Per esempio Lena, come per tutti gli altri, si impara a conoscerla leggendo il suo punto di vista, ma il carattere che emerge a volte contrasta quando sono gli altri a parlare di lei. Questo fattore non disturba, anzi non fa altro che incrementare l'interesse per la storia stessa.

Naturalmente pian piano queste divergenze si attenuano fino a convergere verso un'unica, per quanto cruda, verità. Verità tra l'altro destinata al solo lettore che, fino alla fine, sarà l'unico ad avere un quadro completo.

Julia è il mio personaggio preferito, il rapporto con sua sorella Nel è così ordinario nel senso che, in alcuni passaggi, ricorda alcuni stupidi litigi che avevo da bambino con i miei fratelli. Proprio questo rapporto quotidiano e vero, è quello che consente ad alcune parole non dette, trasformarsi in equivoco, dall'equivoco al distacco, fino alla tragedia; passando così dall'ordinario allo straordinario.

Impossibile non fare un paragone con "La ragazza del treno" che l'ha resa celebre dal punto di vista commerciale. Rispetto a questo romanzo "La ragazza del treno" mi è sembrato più spontaneo, più passionale a differenza di "Dentro l'acqua" che, per quanto mi sia piaciuto per il suo tratto gotico, mi da l'idea di essere più studiato, più forzato specialmente nel finale. Ho avuto la forte sensazione che l'autrice abbia tentato di creare un giallo più impegnativo ma riuscendo solo a stendere una trama più articolata che nel finale non mi ha convinto del tutto.

A questo punto sono curioso di sapere se un successivo romanzo, affrontato con la stesso stile linguistico e narrativo, saprà stupirmi oppure deludermi.

"Non fidarti di una superficie troppo calma. Lascia che l’acqua ti racconti la sua storia."

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Gialli, Thriller, Horror
 
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
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4.0
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    30 Mag, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

I quadri eretici

Come tutti i thriller che si rispettino, anche questo comincia con un omicidio. La partenza è ad effetto e non si può fare a meno di aspettarsi una grande storia.

Personaggi ben caratterizzati e il disegno di Roma nel periodo dell'Inquisizione è il punto forte del romanzo.
La capacità descrittiva dei borghi, delle osterie, dei monasteri e dei labirinti sotterranei ricchi di artisti folli; i dettagli sugli strumenti di tortura e sui roghi mi hanno dato la sensazione di poter vedere con i miei stessi occhi quello che stava accadendo.

Tuttavia, l'inizio il romanzo si segue con più interesse rispetto al finale perché lo sviluppo delle vicende risulta un po' lento. E' privo di forti colpi di scena per questo faccio fatica ad annoverarlo come "Un grande thriller storico" - si veda la pubblicità in copertina- , se lo paragono ad autori come Zafón e Rodrigues dos Santos.

Ad ogni modo il desiderio di sbrogliare il mistero mi ha accompagnato fino alla fine del romanzo.

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Gialli, Thriller, Horror
 
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4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
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5.0
cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    22 Mag, 2017
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Il negozio all'angolo

"Egregi membri della Commissione, mi chiamo Susan Webster. Circa quattro anni fa ho ucciso mio figlio di tre mesi."

In medias res. Con un inizio simile, un amante del genere thriller non può che avere grosse aspettative, basta solo scoprirle.

Nonostante dovrei aver fatto l'abitudine, non smetto mai di stupirmi quando un romanzo di esordio, si rivela un gran bel romanzo. In effetti un giovane autore, o una giovane autrice, si giocano tutto con il primo libro. Dopo poche pagine ho dimenticato che stavo leggendo un romanzo della sconosciuta Jenny Blackhurst. Era come se mi fossi immerso nella lettura di Carrisi, Deaver, Grisham o Reichs, o comunque uno dei grandi.

Una vicenda davvero dolorosa, che sarebbe auspicabile leggere solo nei libri. All'autrice va il merito di non aver affatto banalizzato la depressione post parto. Con una inaspettata maturità, il romanzo si svolge su due linee temporali differenti e le continue retrospezioni (tanto per sostituire il più abusato ed anglosassone flashback) pian piano fanno prendere un alla trama un contorno inquietante. Personaggi caratterialmente completi e la continua ricerca di un antagonista, essenziale per la narrazione stessa, fanno si che non si perda mai di tensione sin dalla prima pagina.

Tanti colpi di scena nel finale, anche troppi. Jenny Blackhurst ha voluto strafare ma ho apprezzato l'intenzione dell'autrice a stupire sino alla fine.

A questo le punto ho delle forti pretese per i suoi prossimi romanzi – credo che in italiano non siano ancora usciti.

PS: Il titolo che ho scelto "Il negozio all'angolo" è tratto dal romanzo; l'autrice parla di un negozio all'angolo di una strada il cui nome è proprio "Il negozio all'angolo". Mi è sembrato geniale. Semmai avrò un negozio, sarà all'angolo e si chiamerà così.

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Avventura
 
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cosimociraci Opinione inserita da cosimociraci    15 Mag, 2017
Top 50 Opinionisti  -  

Chi vivrà vedrà

Nonostante il mio scetticismo sono molto attratto dal tema religioso poiché lo ritengo sempre molto stimolante soprattutto dal punto di vista storico. Dopo quello che ho ritenuto un flop, la trilogia dei Dannati, Glenn Cooper ci propone un romanzo molto interessante e dal tema delicato. Cooper mi spinge a cercare una convergenza tra fede spirituale e credenze scientifiche e mi conforta il fatto che l'autore ricorda quanto scetticismo c'è stato da parte della Chiesa nei confronti di Padre Pio per le Sue stigmate.
La trama è ben sviluppata e sovrappone diversi piani temporali facendo sì che il passato si intersechi con il presente nell’arco dell’intero romanzo. Il ritmo non è proprio incalzante come speravo.

Adoro il fatto che sia ambientata in Italia e che l'ispirazione di Cooper sia nata proprio da una vicenda raccontatagli da un arcivescovo di Lecce.

Ottimo il finale a sorpresa. Non voglio sbilanciarmi troppo su Cal Donovan poiché è un personaggio ancora da scoprire. Infatti, nonostante questo sia un romanzo autoconclusivo, Cooper ha promesso una nuova serie con Cal Donovan come protagonista (almeno 5 libri ha dichiarato in un intervista).

Se le premesse sono queste, c'è da sperare bene.

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