Opinione scritta da IdaLikeMarilyn

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Racconti
 
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IdaLikeMarilyn Opinione inserita da IdaLikeMarilyn    20 Febbraio, 2015
  -  

Lontano dalla coerenza e dall'immaginazione

Ho letto questo libro per la scuola, e devo dire che le mie aspettative erano molto basse, anche perché non apprezzo particolarmente Calvino come scrittore (eh sì, proprio non riesco a farmelo piacere), e la trama del libro mi dava già un'idea di pesantezza.
Il protagonista è il vecchio Qfwfq, che in ogni cosmicomica assume un aspetto diverso, da dinosauro all'anfibio, fino ad arrivare alla molecola vagante per l'Universo prima ancora del Big Bang. Lo scopo di questi racconti è esporre una legge della fisica attraverso il romanzo, per cui in ogni storia il Qfwfq vive un'avventura ai fini di dimostrare ai lettori quella legge.
Durante la lettura di questo libro ho alternato momenti di assoluta noia a momenti di maggiore interesse, in cui riuscivo, per quanto possibile, ad immedesimarmi nella situazione. Il motivo? Nel mio caso, in parte per lo stile narrativo di Calvino, ma anche perché le Cosmicomiche vanno contro ogni logica da noi immaginabile, e per leggerle bisogna abbandonare le nostre convinzioni (ovvero sapere dov'è esattamente ambientata la storia, come sono fatti fisicamente i personaggi ecc.), il che non è semplice.
Come possiamo noi immaginare l'Universo prima del Big Bang? Non possiamo, dobbiamo limitarci a leggere senza porci troppe domande. Nonostante ciò, alcune storie sono più divertenti e fanno emergere il lato "comico" di questo libro. Poi invece ci sono cosmicomiche le cui ambientazioni sono più vicine alla nostra immaginazione, e le caratteristiche dei personaggi vengono espresse, anche se con molti elementi contradditori. Per esempio, riporto di seguito il finale di una cosmicomica in cui, fino all'ultimo momento, il lettore ha la convinzione che Qfwfq sia un dinosauro...
Dal testo:
[...] Percorsi valli e pianure. Raggiunsi una stazione, presi il treno, mi confusi con la folla.

Letto questo, a qualsiasi lettore, anche il più visionario, sorgono dei dubbi. Ed è proprio questo che disorienta, nel leggere le Cosmicomiche. Questa totale assenza di coerenza.
Ma è straordinaria la capacità di Calvino di inserire in un contesto così lontano dalla realtà, elementi che ricorrono nella vita di tutti i giorni, o luoghi comuni da tutti conosciuti. Riporto un pezzo della cosmicomica "Tutti in un Punto", che racconta di come, prima della nascita del cosmo, tutto fosse concentrato in un minuscolo punto della materia.
Dal testo:
[...] Anche gli altri però avevano i loro torti contro gli Z'zu, a cominciare da quella definizione di "immigrati", basata sulla pretesa che, mentre gli altri erano lì da prima, loro fossero venuti dopo. Che questo fosse un pregiudizio senza fondamento, mi par chiaro [...] Era una mentalità, diciamolo, ristretta, quella che avevamo allora, meschina [...] Una mentalità che è rimasta in fondo a tutti i noi, badate: continua a saltar fuori anche oggi.

Qui Calvino inserisce una riflessione su un luogo comune e un problema del presente, ma inserito in un contesto completamente diverso.
Il mio giudizio complessivo è che le Cosmicomiche sono un libro difficile, più che da capire, da apprezzare. Non lo consiglio in quanto non posso dire che mi sia piaciuto, ma se qualcuno sta cercando un libro "fuori dal comune", questa è la scelta giusta.

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Racconti di viaggio
 
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IdaLikeMarilyn Opinione inserita da IdaLikeMarilyn    16 Febbraio, 2015
  -  

Un viaggio di inaspettata modernità

Ho letto questo libro dopo averlo tenuto per quasi un anno sulla mensola dei libri mai letti, pensando fosse il solito classico "polpettone" e illeggibile, infarcito di descrizioni esageratamente dettagliate e poca azione.
Posso assicurarvi che non è nulla di tutto questo. Ovviamente, trattandosi di un romanzo d'avventura, l'incipit non è mai un tripudio di entusiasmo, in poche parole non ti ispira a continuare, bisogna superare il blocco iniziale della presentazione del protagonista, della sua routine e della scommessa.
Il personaggio principale, il ricco Phileas Fogg, è caratterizzato dalla stereotipata antipatia inglese che non permette ai lettori di affezionarvici, ma che si impara ad apprezzare durante il corso del libro. Tutti gli altri personaggi, in particolare Passepartout, sono descritti in modo più sommario, ed ci si deve avvalere della propria immaginazione. *Nota: il centro di questo romanzo è il viaggio, alle emozioni, al carattere, alle caratteristiche fisiche e psicologiche dei viaggiatori è data poca importanza. Vengono descritti giusto i pochi tratti necessari per non farli sembrare dei perfetti sconosciuti.*
La descrizione del viaggio intorno al mondo è semplicemente azzeccata. Naturalmente Jules Verne non ha potuto attribuire la stessa dose di importanza a tutti i luoghi visitati (alcune mete occupano venti pagine, altre poche righe), ma non avrete la sensazione di passare da Suez alla Cina senza rendervene conto, assolutamente.
Vorrei sfatare lo stereotipo di questo libro, ovvero: "è un trattato di scienze naturali". Non è assolutamente vero, altrimenti non sarei riuscita a superare le prime due pagine, detto sinceramente. Anzi, è proprio questa la cosa che mi ha lasciata più piacevolmente stupita di questo libro: il fatto che uno scrittore del calibro di Verne (che, oltretutto, non si è mai mosso dalla Francia) sia riuscito a descrivere un viaggio intorno al mondo senza annoiare, senza riempire il libro di inutili descrizioni o trattati scientifici che annientano la scorrevolezza. Bisogna ammetterlo, qualche descrizione di troppo c'è, soprattutto durante i viaggi in treno del signor Fogg, che Verne ripropone puntualmente ogni due capitoli. Ma dobbiamo anche pensare all'epoca in cui è stato scritto, non certo i nostri giorni.
Detto questo, consiglio questo libro a tutti, ragazzi e adulti. Dopo averlo letto mi rendo allo stesso tempo conto sia del perché "Il giro del mondo in 80 giorni" sia inserito nella lista dei classici, e sia di quanto si dissoci dagli altri classici conosciuti. Da un libro così noto ci si aspetterebbe una certa dose di pomposità, di lessico d'altri tempi, talvolta di voglia di saltare le pagine. Invece no, vi lascerà stupiti in senso positivo per la sua modernità.

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