Opinione scritta da Wasp98
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La Retorica per eccellenza
Platone asseriva con fermezza che la retorica non era altro che adulazione, lusinga e contraffazione del vero. Il retore è colui che ha l'abilità, nei confronti dei più, di essere persuasivo più di chi veramente sa, giocando sui sentimenti e sulle passioni. La retorica si rivolge quindi alla parte peggiore dell'anima, alla parte credula e instabile. E questa ideologia puo essere facilmente riscontrabile ne " La fattoria degli animali". Dopo la rivolta, infatti, i maiali utilizzando la retorica sono riusciti a camuffare il falso sotto le mere parvenze del vero, impossessandosi del potere e di tutti i privilegi del vecchio padrone della fattoria finché l'uguaglianza e libertà, di cui la rivolta si era fatta portavoce si trasformano in pochi semplici parole :" Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali di altri". La lettura è molto scorrevole e di immediata comprensione. Il sarcasmo permea alcuni passi veramente originali come d'altronde è originalissima l'idea alla base di questo libro, che si fa metafora indiretta della dittatura russa e riconducibile, a mio avviso, all'ideologia totalitaria in generale. Leggere questo romanzo significa trovare una nuova chiave di lettura, significa guardare sotto un'altra prospettiva quasi un secolo di storia.
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La Speranza...
"...fino al giorno in cui Iddio si degnerà di svelare all'uomo i segreti dell'avvenire, tutta la saggezza umana sarà riposta in queste due parole: aspettare e sperare". Si chiude pressappoco così il grande capolavoro di Dumas; e con queste poche parole (che sono rimaste impresse nelle mia mente) si può facilmente riassumere tutta l'opera. Quando il mondo è crollato addosso ad Edmond Dantès, l'unica cosa che lo ha salvato è stata la Speranza che tramite l'intervento della Divina Provvidenza, presentataglisi sotto il nome di Faria, è divenuta l'occasione che aspettava per il suo riscatto con la propria amata, con i propri amici ma soprattutto con i propri nemici. Speranza che poi si trasforma in Vendetta. Un proverbio dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo ed è stato così per Edmond che, con la sua astuzia e con le sue immense conoscenze, è riuscito con una destrezza e con una pazienza inequiparabili a vendicare il suo onore. Un viaggio all'interno delle passioni, dei vizi e delle virtù dell'uomo, il tutto pervaso da una forte fede cristiana. è inutile dilungarsi troppo perchè l'unica cosa da fare di fronte ad un'opera come questa, è aprire il libro, cominciare a leggere e perdersi nei meandri di un mondo così complesso, quale è la vita di ognuno di noi.
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Sorprendente...
Devo ammettere che questo romanzo mi ha davvero sorpreso e affascinato, facendomi avvicinare al genere horror e allo stile di Stephen King. Avevo letto di quest'autore solo "il miglio verde", che però è tutt'altra roba rispetto a "It". Ma It, in fondo chi è?, anzi che cos'è? È semplicemente paura, incubo, terrore allo stato più puro e incontaminato, sentimenti incamerati nella figura di questo mostro mutaforma che ha la sua tana nel sistema fognario di una cittadina del Main: Derry. It vive di paura e odio, elementi di cui Derry è impregnata fin nelle sue viscere. E di chi meglio dei bambini, i cui sentimenti sono amplificati dalla forza dell'immaginazione e dall'innocenza della loro tenera età, si possa nutrire It? Peccato che ad intralciare i suoi piani si sia intromessa la forza dell'amicizia che lega i 7 protagonisti della storia: sette bambini diversissimi l'uno dall'altro ma che in fondo rappresentano la spensieratezza e la forza di sognare tipiche dei bambini che tanto spaventano It. A coronare il tutto: l'amore, visto nelle sue prime manifestazioni della giovane età fino alla dura realtà del maltrattamento della donna. Sembra quasi un sogno in più atti in cui Pennywise il clown, con i suoi efferrati delitti, lo trasforma in un incubo. Eppure nell'insieme si ha una visione molto complessa del passaggio dalla fanciullezza all'età adulta perché, come scrive King nelle ultime pagine del suo capolavoro " Ma è bello[...] pensare che chi ha guardato in avanti deve anche guardare indietro e che ciascuna vita crea la propria imitazione dell'immortalità: una ruota". Poesia...
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