Opinione scritta da Rebel Luck
95 risultati - visualizzati 1 - 50 | 1 2 |
"Leggero"
"Leggero" e piacevole romanzo giallo storico con venature di thriller.
Scritto bene, con una buona trama ed alcune idee interessanti, ma anche con diverse "situazioni riciclate" da altri romanzi e film (Cliché usati), qualche caduta di stile (poche) ed alcune ingenuità evitabili che rendono l'insieme troppo prevedibile.
Il libro è colmo di enigmi "alla Umberto Eco" un po' troppo forzati che in alcuni casi sembrano proprio "inseriti a forza" tra le pagine.
Il protagonista è Ignazio da Toledo alla ricerca dell' l’Uter Ventorum, manoscritto proibito (che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli) e del suo vecchio amico creduto morto Vivïen de Narbonne. Braccato dalla Saint Vehme una congregazione segreta, guidata dal temibile “dominus”.
Al suo fianco Willame il suo "fin troppo fedele" amico (sembra una macchietta) abile con la spada e coraggioso ai limite dell'impossibile e Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare a Venezia, il quale lascia sbigottiti per l'ingenuità (ma questo è molto più credibile vista l'età e la sua storia).
La storia nell' insieme è piacevole e si lascia leggere volentieri, come ho già detto è un buon romanzo scritto molto bene. Non mi sono piaciute invece le descrizioni dei duelli che risultano poco credibili ai limiti del "cartone animato per bambini".
Consiglio la lettura ma solo se partite senza grandi aspettative.
Indicazioni utili
Tu da che parte stai?
Avvincente romanzo storico ambientato intorno al 1450 in un Inghilterra in cui la morte del Re Enrico V il “leone d’Inghilterra” genera una lotta intestina per la corona. A succedergli è il figlio, Enrico VI, un uomo malato e senza ambizioni, debole e schiavo di una religione che lo ottenebra. Intorno a lui squali.
Intrighi di corte, congiure ,rivolte sanguinose e lotte per il potere generano morte, dolore e guerre.
Storia vera.
La storia medievale dell'Inghilterra raccontata in modo magistrale da un Conn Iggulden davvero ispirato
Personaggi memorabili, ben tratteggiati e caratterizzati. Veri. Palpabili.
I miei preferiti sono 3:
1) Thomas Woodchurch. Lo troviamo a difendere la fattoria nei territori Francesi che sono stati ceduti (restituiti) per la pace, ha militato nell’esercito inglese come arciere, è duro, lavoratore instancabile, forte, soldato esperto ma anche padre e non ha nessuna intenzione di rendere le cose più facili all’esercito francese.
2) Jack Cade. Rude e grezzo, bevitore ed attaccabrighe. Forte ed instancabile, ostinato e risoluto, ma sempre schiacciato dai "Lord" e dai potenti (per certi tratti mi ha ricordato mio nonno paterno), fino all'ultima disgrazia: la condanna a morte del figlio... Inizierà una rivolta, e riuscirà a raccogliere intorno a sè migliaia di inglesi oppressi.
3) Derry Brewer, capo delle spie, un personaggio complesso, fedele al suo re e alla sua patria, fedele ai suoi amici, fatale per i suoi nemici.
Ricostruzione storica non molto accurata ma credibile, romanzata sapientemente per creare un racconto godibile.
Le pagine si divorano velocemente lasciandoci immediatamente la voglia di cominciare il seguito (si Iggulden è diventato un gran furbone in questo...).
Indicazioni utili
Il volo dell'aquila.
Il popolo d'argento.
La città bianca.
Il signore delle pianure.
Le porte di Roma.
Il soldato di Roma.
Cesare, padrone di Roma.
La caduta dell'aquila.
Il sangue degli dei.
Magicamente malinconico
Malinconia ed ironia si mescolano lentamente in un lungo romanzo a metà tra lo storico ed il fantastico.
Il libro non parte lento ma lentissimo, per tutta la prima metà del racconto è difficile non trovare la maggior parte della lettura tediosa e sonnacchiosa. Troppo particolareggiata. Troppo complessa.
L'idea è senza dubbio originale e vincente: immergere una magia tanto credibile dal risultare concreta, in un periodo storico vero e ben conosciuto come l'inizio dell'Ottocento nel pieno delle guerre Napoleoniche.
L'unico difetto di questo libro è proprio la lunghissima partenza al rallentatore, quattrocento pagine di preamboli sono secondo il sottoscritto veramente un' esagerazione ai limiti del sadismo.
Coraggiosamente ho superato questo invalicabile ostacolo continuando imperterrito nella lettura, nonostante più volte mi sia addormentato con il libro in mano risvegliato dallo stesso che mi piombava sulla fronte... Avendo letto il romanzo "Piranesi" della signora Susanna Clarke, ed essendone stato incredibilmente e favorevolmente colpito, aspettavo che anche questo "mattone" raggiungesse il suo scopo.
Fortunatamente la seconda metà del romanzo risulta decisamente più gradevole, infarcendo la storia di situazioni, accadimenti, vicissitudini ed evoluzioni che finalmente danno un senso alla lettura dello stesso, ma non solo, proseguendo, si capisce anche il senso di tutta la prima lentissima parte!
Susanna Clarke utilizza una scrittura ricercata ed arcaica, non solo nei dialoghi tra i vari (molti e molteplici "forse troppi") personaggi, ma anche nella stesura stessa del racconto, rendendo il romanzo stesso "gotico" e romanticamente "d'epoca". Lasciando quindi al letture la favorevole e piacevole sensazione di leggere uno "scritto del tempo".
"Era una giornata grigia. Un vento gelido soffiava fiocchi di neve contro la finestra della biblioteca del signor Norrel, dove Childermass scriveva lettere d'affari seduto alla scrivania. Sebbene fossero soltanto le dieci del mattino erano già accese le candele. Unico rumore quello del carbone che si consumava nel camino e il grattare della penna di Childermass sul foglio."
Il finale, "aperto ma non troppo", ci lascia a metà tra il malonico e lo speranzoso.
Indicazioni utili
- sì
- no
squilibrato
Eccezionale Romanzo che si divora in pochi giorni.
Magnetico e magico ma anche e sopratutto marcio e malato come tutte le migliori opere del buon Chuck Palahniuk.
Lo scrittore riesce a tenerci incollati alle pagine del suo libro con una storia malata ed originale ai limiti dell'impossibile. SURREALE, instabile, squilibrato, delirante... Il racconto si attorcilia su se stesso e ci strangola lentamente permettendoci raramente di respirare. Il tanfo del marcio ci accompagna per tutta la storia insieme al pungente odore di candeggina. Il rosso del sangue ed il nero delle carni marce sono costantemente sfocati come in un incubo delirante da febbre alta, come una nebbia troppo densa che ci permette di scorgere una realtà offuscata e distorta.
La storia segue due linee narrative.
Da un lato Gates Foster l'uomo disperato, distrutto, il padre che ha "perduto" sua figlia di sette anni da diciasette anni e continua imperterrito la sua ricerca malata, non della figlia, ma dei carnefici, dei rapitori, distruggendo al contempo se stesso e tutto ciò che è il suo mondo.
Dall'altro Mitzi Ives giovane donna alcolizzata e drogata, esperta nel settore dei suoni per l'industria cinematografica, specializzata nella realizzazione di urla agghiaccianti, terroririzzanti e sopratutto "vere"...
Il loro incontro/scontro si avrà solo nel finale con la rivelazione della verità/falsità che li circonda anch'essa SURREALE, instabile, squilibrata e delirante. Purtroppo proprio il finale non è all'altezza del romanzo stesso e ne risulta il punto debole, davvero un peccato per un romazo comunque unico, maledetto e meraviglioso (nato da un'idea davvero geniale e speciale) che per un pelo non è un'opera d'arte perfetta come Fight Club!
Indicazioni utili
Strappato
Nel complesso un buon romanzo che mi è piaciuto ma che ha sicuramente dei lati negativi.
E' un fantasy "maturo" più per adulti che per ragazzini.
Lo stile dell'autore è sicuramente originale. Mi piace quando le scene di azione o gli allenamenti non vengono descritti ma "fatti vivere" tramite lunghi dialoghi fatti di botta e risposta. Questo lascia ampio margine all'immaginazione personale, anche se nel mio caso è impossibile non ricollegare il tutto alle immagini della serie TV.
In altre occasioni l'autore ci illumina con stralci di realtà palpabile:
"Tre zatterieri uscirono barcollando sulla banchina. Due di loro litigavano e si spintonavano, tirando a ripetizione le stesse bestemmie, fino alla nausea. Il Terzo appoggiato a un palo, pisciava nel canale fischiettando un'arietta stonata."
Descrizioni vere, sporche, reali e poco "fantasy"
Nel complesso però il romanzo risulta "caotico", io ho l'opinione che in origine dovesse essere una raccolta di racconti che poi lo scrittore ha deciso di collegare in un' unica storia (magari spinto da chi pagava per far uscire il libro). Così le varie sequenze sono state collegate a forza. Il problema è che i collegamenti risultano "strappati" ed alcuni parti invece proprio fuori contesto, come una coperta confezionata con pezzi di tessuti diversi per forma e colore e cuciti insieme a forza, con il filo di spago in alcuni punti e con niente in altri, lasciando così dei buchi vuoti (in uno di questi buchi è finita la maga Triss...).
Meravigliosi i personaggi tra cui sicuramente spiccano Yennefer e Geralt.
Pessimo il finale, semplicemente perché non è un finale... Io l'ho letto con il Kindle, all'ultima riga ho pensato non fosse finito ed ho cercato invano di "rientrare" nel romanzo per trovare le pagine mancanti fino a rendermi conto che "segnava 100%"... Insomma come andare ad un pranzo che viene interrotto dopo l'antipasto ed il primo e tu sei li seduto mentre tutti se ne vanno a chiederti quando arriverano i secondi ed il dolce... Purtroppo stavolta niente secondo, niente dolce e scordatevi gli amari!
Indicazioni utili
Roland cammina con me
Amo questo meraviglioso romanzo.
Lo amo profondamente.
Ho letto "La chiamata dei tre" diverse volte, la prima da adolescente.
L'adolescenza credo sia il periodo della vita dove ogni emozione si amplifica (nel bene ma anche nel male) e sono certo che sia il periodo migliore per gustare questa saga.
Io ai tempi ci sono entrato dentro sin da subito, ci sono sprofondato. Come un innamorato che non riece a pensare ad altro che alla sua "bella", io con la testa tornavo sempre "dentro" questa storia, "immerso" in questo mondo, circondato da questi personaggi. Vivevo con loro, respiravo la loro aria, sentivo le loro voci, intergivo con loro "fisicamente"...
Ricodo che mi guardavo intorno aspettandomi di essere "chiamato" anche io da Roland...
... Ed in un certo senso è stato così...
... Troppe volte in seguito mi sono chiesto:"Hai dimenticato il volto di tuo padre?"
Eddie Dean l'amico che non sono riuscito ad aiutare...
Odetta Holmes la donna troppo complicata che non sono riuscito a capire ...
JackyJacky oggi è con me, e cerco di essere il padre che dovrei essere, ci provo ogni giorno...
Roland è con me a volte, mi guardo dentro e lo vedo che mi consiglia, deciso, maschio, rude ma saggio. Semplice ma profondo.
Come questo romanzo perfetto in ogni pagina, semplice ma profondo.
Indicazioni utili
The Walking Dead.
Il signore degli anelli.
Fight Club.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis.
Tex.
EPICO.
EPICO.
Romazo epico davvero avvincente, riesce perfettamente nel suo compito: intrattenerci per alcune ore di svago facendoci immergere in un mondo "medioevale" e "magico".
Ho letto questo libro velocemente, come non mi succedeva da tempo, non riuscivo a staccarmi da lui. Bello, avvincente, semplice, lineare, veloce, pieno di emozioni ed azione.
Ormai leggo solo alla sera prima di dormire ed a causa di questo libro ho dormito sempre più tardi. Una storia davvero ben scritta. Un romanzo perfetto che ha l'unico difetto di essere troppo corto, come un antipasto troppo buono ma in una porzione troppo piccola che ci lascia troppa voglia di volerne ancora.
Prequel di "Game of thrones".
Il romanzo è composto da tre racconti lunghi o romanzi brevi strettamente collegati fra loro, la cui distanza temporale è minima.
I protagonisti sono Dunk e Egg, il primo è un giovane cavaliere errante di umili origini, il secondo diventerà subito il suo fedele scudiero.
Il libro mi ha portato subito ad affezionarmi ad entrambi ed a sperare che non muoiano, vista la tendenza dello scrittore a far crepare tutti i miei personaggi preferiti nella sua saga più famosa. Dunk invece metterà in ogni modo a rischio la propria vita, anteponendo sempre il suo onore ed i suoi principi ad ogni cosa (sicurezza, soldi, comodità, probabilità... Nulla riesce a dirottarlo dal suo ostinatissimo onore di cavaliere a cui sembra indissolubilmente ancorato).
I due protagonisti sono agli antipodi Egg è istruito, colto, estremamente intelligente ma troppo incline alla "sentenza", Dunk invece è analfabeta, semplice, poverissimo ma riesce nella sua estrema semplicità ad essere sempre profondamente onesto ed onorevole.
Concludo consigliando a tutti questo semplice romanzo epico, anche a chi non è un fan di Game of thrones, in quanto sono storie auto-conclusive. Si legge rapidamente e fa tornare la voglia di impugnare una spada e cavalcare un cavallo.
Indicazioni utili
Purtroppo sono deluso
Da tempo volevo leggere qualcosa del professor Barbero.
Il suo lessico e la sua vivace "verbalità" mi ha sempre favorevolmente impressionato.
Avendolo ascoltato con interesse ed ammirazione nella famosa trasmissione culturale televisiva a cui spessissimo ha partecipato ed andandolo a cercare nel suo canale Youtube, ho deciso di acquistare una sua opera e pieno di speranza ho iniziato la lettura...
Credo però di aver sbagliato libro...
Non vorrei mai fare recensioni negative perché, credo, che chi ha amato questo libro mi odierà, quindi chiedo a chi l'ha letto ed amato di non proseguire nella lettura di quella che è soltanto la mia personalissima opinione.
Il romanzo parte davvero bene, l'inizio è forte e colpisce dolorosamente come una lama arrugginita.
Siamo in mezzo ad una guerra, la battaglia di Mantinea, il nostro punto di vista è quello di due contadini Ateniesi lontani da casa, dalle loro case, dalle loro terre, dai loro vigneti, mogli e figlie; Costretti ad una battaglia che li terrorizza e che presto li segnerà per sempre.
Purtroppo però, la parte migliore, è proprio e solo questa... Il resto del romanzo è una lenta e poco interessante ricostruzione della commedia "Lisistrata" di Aristofane, alternata al racconto di uno stupro di gruppo che si svolge contemporaneamente alla messa in scena della stessa.
Le due "ricostruzioni" si alternano da un lato tediandoci con una prosa lenta e ricca di dettagli che personalmente non mi interessano, dall'altra angosciandoci con il lento ed inesorabile stupro di due povere ragazzine "contadine Ateniesi". Da padre io certi dettagli non li riesco più a reggere.
Credo quindi di essere stato io il lettore sbagliato. Le pagine si sono trovate tra le mani della persona sbagliata...
Il libro forse non è brutto, ma io l'ho trovato brutto... Come il gelato al puffo o la rucola sulla pizza....
Mi spiace ma il mio primo romanzo di Barbero mi ha veramente deluso.
Indicazioni utili
Un paradiso "diverso".
Romanzo distopico, apocalittico e catastrofista che mi ha attratto ed intrappolato nei suoi contenuti fin dalla prima riga. Un vortice che mi ha avviluppato il cervello intrappolandomi nel suo mondo.
Ho letto questo libro due volte, la prima quando ero poco più di un ragazzino, ricordo ancora la sensazione di "vivere" sempre in quel mondo, guardarmi intorno e sperare che succedesse... Ne ero intrappolato, ne ero dipendente, lo desideravo come si desidera l'eroina in crisi di astinenza, lo sognavo come si sogna di fare sesso durante l'adolescenza. Un sogno vero reale, concreto... Bagnato... Ogni volta svegliarsi in questo mondo invece era una delusione cocente...
Il 99 percento della popolazione muore a causa di un virus creato in laboratorio (durante il primo lockdown ci ho ripensato spesso ed è allora che l'ho riletto), ed i pochissimi sopravvissuti si ritrovano a vivere in un contesto urbano senza ordine, né scopo anarchico e libero... Praticamente il mio personale paradiso terrestre...
Il filo conduttore, l'attrattiva principale, l'idea geniale dello "zio King" è proprio questa: "Come spostarsi in un mondo intasato di auto piene di morti che stavano scappando dall’ epidemia? Come ci si procura il cibo? Come ci si protegge? Come risolvere un problema di salute? Come si comportano uomini che "erano normali" ora che sono svincolati dall’ autorità della legge? Come sopravvivvere in una realtà senza autorità, senza leggi, senza istituzioni?"
Punto di forza l'ambientazione e lo sviluppo dei personaggi
La caratterizzazione dei personaggi è magistrale
Una quindicina di personaggi principali, "protagonisti", tira le fila di un vero e proprio mondo costellato di personaggi minori ma memorabili.
Stuart Redman per i buoni, e Lloyd Henreid per i cattivi sono i protagonisti principali, i primi a farci capire come la linea che divide il bene dal male non è poi così marcata, e forse il trovarsi da un lato o dall'altro a volte è solo dovuto al caso, alla situazioni, alla sfortuna, agli amici... Casualità? Predisposizione naturale? Destino?
Randal Flagg è il diavolo a cui si contrappone la veggente ultracentenaria, Mother Abagail, debole nel corpo ma con un cuore che scalda e spinge. Spinge forte i suoi adepti, troppo forte... Il "Bene" è sempre un "Bene" per chi lo subisce?
L'opera procede in un crescendo, intrappolandoci sempre di più tra le sue righe, innamorandoci delle sue pagine piene ed abbondanti ci perdiamo al suo interno come in un lungo, profondo ed interminabile atto sessuale tantrico, Tanto che il finale sembra troppo sbrigativo, troppo deludente, ma purtroppo quando amiamo tanto una storia, la sua fine non può che lasciarci una grande delusione dovuta al taglio netto che questa dolorosa separazione ci impone.
Indicazioni utili
Onirico
SURREALE
instabile
squilibrato
delirante, dissennato
romantico, utopico, immaginoso
Onirico.
Avete presente quando arrivi a casa ubriaco fradicio e ti catapulti nel letto? Avete presente i sogni deliranti causati da un livello alcolico ai limite del coma etilico? Ecco questo libro mi ha ricordato quei miei sogni: deliranti, squilibrati, a tratti romantici a tratti erotici, spesso instabili e squilibrati.
Immaginosi!
Grandiosi ma spezzettati.
In costante equilibrio tra "quasi reale" e impossibile, anzi mai in equilibrio. La sensazione di essere seduti su di un'altalena con le corde incrociate ed intrecciate più volte, che tendono a sbrogliarsi attorcigliandoti e ribaltandoti più volte.
Frasi sagge e filosofiche degne dei migliori filosofi greci si alternano a "cagate" ai limiti dell'impossibile.
Lo stile è meraviglioso.
La scrittura impeccabile, ineccepibile, irreprensibile.
I paragrafi strategicamente perfetti, regolano i tempi superbamente.
Straordinaria capacità inventiva e narrativa dello scrittore.
Una realtà onirica in bilico tra reale e magico, serioso e tragicomico, in costante equilibrio su di una corda che ondeggia e rimbalza.
Il contenuto però ha troppi sapori, troppi!
Come uno chef alla ricerca di una ricetta originale e che faccia colpo, esagera, inserendo troppi ingredienti diversi... Una macedonia con sapori troppo contrastanti,
... "troppa roba strana" in un contesto a tratti troppo semplice... ... "Troppa roba semplice" in un contesto a volte troppo strano... Caviale sparso sul cotechino, pagliuzze d'oro seminate sulla polenta...
senz'altro il titolo è azzeccato: Kafka sulla spiaggia.
Indicazioni utili
- sì
- no
Lascia comunque tantissime riflessioni e pensieri.
ARRICCHISCE IL LETTORE.
LABIRINTICO
Labirintico
il racconto inizia lento, difficile da seguire, quasi sconclusionato.
Personalmente facevo fatica a seguire il protagonista nelle sue descrizioni, nel suo vagare. trovavo quindi la lettura ostica, astrusa, complicata, quasi angosciante.
Sembra uno di quei libri che alla cinquantesima pagina ti sei già pentito di aver cominciato, ma che Ti costringi comunque a finire.
Dico sembra perché in realtà e' tutta un'altra storia.
Presto il racconto si sblocca ( o forse si e' sbloccato il mio cervello).
Nel giro di poche decine di pagine diventa interessante, arrivando alla meta' di libro l'interesse diventa morboso.
Ti incolla alle sue pagine.
Magnetico, affascinante, meraviglioso e dolcemente spiazzante.
Una storia vera ed estremamente originale.
Un romanzo spettacoloso, sbalorditivo, portentoso, magico, stupendo, incantevole, grandioso, strabiliante... Davvero fenomenale!
Tangibile come il rumore delle onde.
concreto come gli spruzzi delle acque dell'oceano sulla pelle.
Inusuale come le vesti di un'amazzone in pieno centro a milano, ma allo stesso modo estremamente affascinante.
Non un fantasy (come viene pubblicizzato) ma un racconto onirico, un viaggio "acido" nella nostra realtà.
Indicazioni utili
è colpa della serie TV
Premetto che non conoscevo questo autore e neppure questa serie letteraria.
Mi sono avvicinato a questo libro per necessità...
Ho visto la serie TV e l'ho trovata gradevole, appassionata, visivamente molto accattivante anche se molto sconclusionata e frammentaria.
Al termine della visione di tutti gli episodi disponibili, ho deciso (avendone scoperto l'esistenza via internet) di iniziare a leggerne la saga letteraria.
La necessità è dovuta dal fatto che la serie lascia troppi interrogativi irrisolti, troppe situazioni incompiute, troppi personaggi appena accennati,troppi dubbi e troppi buchi.
Questo libro è (credo perché non è chiarissima la cosa) il primo in ordine cronologico.
Al termine della lettura però, nessun dubbio è stato dissipato, nessun interrogativo ha trovato la sua risposta, nessun personaggio è stato sviluppato e nessun buco riempito... Anzi la serie TV ha aggiunto più che riassumere... Peccato.
Nel complesso è un buon libro fantasy, adulto e fuori dagli schemi.
Più una raccolta di racconti che un romanzo vero e proprio.
Sembra (magari è proprio così, non mi sono informato in merito) che l'autore abbia raccolto una serie di storie da lui scritte, con lo stesso protagonista "Geralt", e li abbia legati con l'espediente di un racconto che li potesse "legare tra di loro"...
Geralt viene ferito dopo un combattimento e trova rifugio presso il Tempio di Melitele, qui pensa e ricorda alcune avventure che sono appunto gli altri racconti del "romanzo".
Personalmente mi è piaciuto, però mi aspettavo molto di più.
Una buona lettura, originale ma non troppo.
Lascia troppi interrogativi aperti, troppi dubbi e troppi personaggi appena accennati.
.... (Io in questa recensione sono veramente troppo ripetitivo...)
Non ho ancora deciso se proseguirò con la lettura degli altri romanzi, ne avrei anche voglia, ma complice il successo della saga TV, i prezzi ora sono davvero troppo alti (se paragonati ad altri libri simili in edizioni similari.).
Indicazioni utili
- sì
- no
Amara malinconia
Romanzo agrodolce, profondo ed estremamente personale.
La "meraviglia" non è nella storia, ma nelle sensazioni che riesce a suscitare.
La "magia" non è nella prosa, ma nelle emozioni che si percepiscono tra le righe.
Le pagine sono "intrise" di un veleno, doloroso, non mortale ma angoscioso.
Come eroina tagliata male, ti attrae, ti risucchia nel suo vortice, ed è impossibile non proseguire nella lettura....
Leggendo il romanzo, mi è capitato più volte di sentire e ricordare, sensazioni ed emozioni, che avevo provato durante l'adolescenza.
Come quando sentendo un profumo, un odore oppure una canzone, ti torna alla memoria un avvenimento del passato che avevi lasciato a metà, che non avevi risolto. Qualcosa che senti avresti dovuto affrontare e chiudere, risolvere, ma così non è stato.
Una costante sensazione di incompiutezza. Qualcosa di leggermente triste ed amaro, ma sopratutto qualcosa che ti dispiace di non aver "chiuso".
L'ambientazione è del filone distopico, i personaggi immaginari. Tutto però riesce ad essere vero, tangibile, concreto, doloroso ed estremamente reale. Amara realtà.
Indicazioni utili
La rivincita dei Nerd.
Ho vissuto la mia infanzia negli anni 80.
Negli anni 90 ho vissuto la mia adolescenza.
La mia prima consolle è stata un Atari 2600 (volevo il sega master system, ma per i miei genitori costava troppo). Sono poi passato al SEGA (con i miei risparmi) e poi alla PS1.
Sono e sono sempre stato un amante della Fantascienza ed in passato del Fantasy.
Quindi questo libro l'ho amato e divorato in pochi giorni.
La sintassi è semplice, la linea narrativa lineare, le vicende facili da seguire.
Aiuta molto, leggerlo con a portata di mano una connessione Internet (Smartphone), per ricordarsi i vari giochi citati o i personaggi (tratti da cartoni animati, film e telefilm) che compaiono.
La storia è condita di tutta quella "cultura POP" che per me altro non è stato se non il mio mondo, quando il mondo esterno per me aveva ancora un senso.
Voto 10 e lode.
Ovviamente questo è puro intrattenimento, senza alcuna presunzione, senza alcuna altra pretesa.
Leggerlo è come giocare ad un videogioco anni 90, dove tu sei il buono, sconfiggi tutti muovendoti da sinistra verso destra, ed alla fine sconfiggi il "supercattivo" ed abbracci la "bella".
Divertente e spassoso.
Colorato e fantastico.
Indicazioni utili
42
La più pazza e sconclusionata storia di fantascienza mai realizzata.
Fantascienza con la F maiuscola, molto molto Fanta e poco poco scienza!
La terra deve essere distrutta per far spazio ad una superstradaspaziale, così comincia la comica fanta-avventura dello sfortunatissimo Arthur Dent e del suo amico alieno Ford Prefect.
Ritmo veloce e situazioni paradossali, scenette da comiche e personaggi impossibili, tutto l'impossibile e l'inimaginabile ma anche tutto ed il contrario di tutto.
C'è poco da commentare, conviene prendere il libro, una sera libera e leggerselo tutto d'un fiato, senza alcuna aspettativa ma solo con la voglia di una lettura leggera e diversa... Moooooooolto diversa!
Indicazioni utili
L'Axl Rose del tennis
Autobiografia ben scritta e dal "sapore vero".
Partiamo da un presupposto AMO Andrè Agassi perché mi ricorda di quando ero bambino, la sua è una delle figure più popolari della seconda parte degli anni '80 e dell'inizio dei '90.
Quando ero bambino Agassi era la "rockstar del tennis", l'Axl Rose della racchetta.
L'immagine che ho ancora scolpito nella mia mente è quella di lui con i capelli lunghi ed i Jeans tagliati.
Un tennista atipico, lontano dall'immagine stereotipata del tennista "sportivo nobile di bianco vestito".
Noi in strada giocavamo ad una specie di tennis sull'asfalto, con una rete fatta con la corda per stendere, ero solo un gioco, e tutti volevano essere Agassi. Io volevo essere Agassi.
Il libro in se vale tutti i soldi che costa, è scritto egregiamente (il ghost writer è J.R.Moehringer), si legge in un soffio, nonostante la mole, e lascia l'impressione di essere davvero sincero. Questo perché il protagonista non nasconde diverse ombre e verità scomode o vergognose.
La storia comincia dalla fine, Agassi è alla vigilia di quello che sarà il suo penultimo incontro, è un uomo maturo e profondo, ricco di contraddizioni e pieno di problemi fisici:
"Sono giovane, relativamente parlando. Trentasei
anni. Ma al risveglio me ne sento novantasei."
Ed anche:
"Di fronte allo specchio del bagno, asciugandomi,
fisso il mio viso. Gli occhi rossi, la barba grigia:
un viso completamente diverso da quello con
cui ho cominciato. Ma diverso anche da quello che
ho visto lo scorso anno nello stesso specchio. Chiunque
io sia, non sono il ragazzo che ha intrapreso
questa odissea. Non sono nemmeno l’uomo che,
tre mesi fa, ha annunciato che l’odissea era giunta
al termine. Sono come una racchetta da tennis
alla quale ho cambiato quattro volte l’impugnatura
e sette volte le corde: è esatto dire che è la stessa
racchetta?
Immediatamente ci rivela la più strana delle verità, la più incredibile delle sue certezze:
"Gioco a tennis per vivere,
anche se odio il tennis, lo odio di una passione
oscura e segreta, l’ho sempre odiato."
Alla fine dell'incontro Agassi, nello spogliatoio, semi-paralizzato dal dolore, ripensa alla sua vita, ed al suo tennis, che in fondo sono la stessa cosa, e così comincia a raccontarla.
L'infanzia con un padre che ha sempre creduto di poterlo trasformare in un campione, e che per questo gli ha rubato l'infanzia con allenamenti massacranti e mostruosi.
L'adolescenza nell'accademia Bollettieri dove è diventato un vero tennista e dove per sopravvivere ha imparato a "mostrarsi" ribelle.
Poi il passaggio alla vita da professionista.
I suoi mille incontri.
Le sue vittorie.
Le sue cadute.
Le sue risalite.
Ma sopratutto le sue sconfitte, tutte le sue dolorose sconfitte.
Il tutto condito dalle più grandi contraddizioni che si possano nascondere in una persona che è l'esatto contrario di quello che tutti credevano, ma che proprio per questo, alla fine del libro amo ancora di più.
Quindi grazie Andrè, grazie perchè mi hai deluso, nella tua più profonda umanità, ti sei reso più vero, più concreto e più lontano da quel Dio che noi ti credevamo. Con i tuoi difetti ora ti vedo molto più vicino e molto più amico.
Indicazioni utili
Sbaglio per amore
Quando si legge un libro di questo tipo, bisogna utilizzare la propria intelligenza e saper cogliere i consigli meritevoli senza però prendere tutti i contenuti come verità assolute.
Inserire le indicazioni nella propria realtà e saper riconoscere quelli realmente attuabili.
Libro molto utile quindi, per aprire le menti e i cuori, contiene diversi consigli e ragionamenti intelligenti sull'educazione del proprio figlio. Leggendolo però, non bisogna dimenticare che non siamo in Danimarca e neppure in America.
Mi fermo qui perchè i consigli che io ho estrapolato sono davvero troppi,e la recensione diventa SPAVENTOSAMENTE LUNGA!
Di seguito quindi, tutto (ma veramente tutto) ciò che io (opinione personale) ho trovato utile ed utilizzabile
- P -
- Se i bambini si sentono sotto pressione, possono perdere l’entusiasmo in quello che stanno facendo, e ciò può causare paura e ansia. Invece i genitori danesi cercano di accompagnare i bambini nelle attività in cui si sentono sicuri e vogliono sperimentare una nuova capacità, e poi li spronano e li invitano ad andare oltre o a provare qualcosa di nuovo, mentre sono ancora eccitati e curiosi.
- Non si coltiva la resilienza evitando lo stress, vedete, ma imparando a controllarlo e padroneggiarlo.
- 7. Siate autentici
Se volete giocare con i vostri bambini, dovete essere autentici al 100% in quel che fate. Non abbiate paura di sembrare stupidi. Lasciate che siano loro a guidare. Smettete di preoccuparvi di ciò che gli altri pensano di voi o di ciò che voi pensate di voi stessi. Mettetevi al loro livello e cercate di lasciarvi andare almeno per venti minuti al giorno, se per voi è una cosa difficile da fare. Anche poco tempo passato a giocare al loro livello vale più di qualsiasi giocattolo che possiate comprare.
- 12. Lasciateli andare
Lasciate che i vostri bambini facciano le cose per conto loro. Quando sentite il bisogno di “proteggerli”, fate un passo indietro e un bel respiro. Ricordate che stanno imparando alcune delle più importanti abilità che serviranno loro nel corso della vita.
- A -
- ...le tragedie e gli eventi sconvolgenti siano anch’essi argomenti di cui si dovrebbe parlare. Impariamo di più, riguardo al nostro carattere, dalle sofferenze che dai successi; perciò è importante esaminare tutti gli aspetti della vita.
- Se insegniamo ai nostri figli a riconoscere e accettare i loro sentimenti autentici, buoni o cattivi che siano, e ad agire in un modo coerente con i loro valori, le sfide e i periodi difficili non li abbatteranno. Sapranno che hanno agito secondo quel che ritengono giusto. Sapranno come riconoscere i propri limiti e rispettarli. La bussola interiore, un’autostima autentica basata sui valori, diventa la forza più potente che ci guida nella vita, in grado di resistere alle pressioni esterne.
- R -
- Come americana sposata con un danese, Jessica ricorda la prima volta in cui si rese conto che suo marito si stava comportando diversamente da lei con i loro bambini. Ogni volta che si presentava qualche situazione negativa, lei tendeva a reagire un po’ troppo velocemente. Esasperata, alzava le mani. «La bambina non fa quel che le dico! Non ubbidisce mai!». Suo marito, nel frattempo, mostrava sempre più pazienza, più calma e aveva una frase magica a portata di mano per ogni situazione, cosa che meravigliava perfino Jessica. Era come una finestra che veniva aperta in una stanza buia, e che faceva apparire sotto una nuova luce una discussione che prima le era sembrata senza soluzione. Lui era capace di trasformare una cosa spiacevole illuminandola con una luce più favorevole. Era capace di rendere una situazione bianca o nera un po’ più grigia. Il dolore diventava meno intenso e la rabbia si stemperava.
- Pensiamo che la nostra percezione della vita sia la verità. La nostra verità. Non pensiamo che quel che percepiamo dipende dal modo in cui abbiamo imparato a vedere le cose (spesso acquisito dai nostri genitori e dalla nostra cultura). Riteniamo che le cose siano proprio così. Questo modo prestabilito del “così sono le cose” si chiama “cornice o contesto”, e questa cornice attraverso cui vediamo il mondo è la nostra percezione. E quel che percepiamo come verità ci sembra la verità.
- La ristrutturazione con i bambini implica che un adulto aiuti una bambina a spostare il fulcro della sua attenzione da ciò che pensa di non saper fare a ciò che sa fare. L’adulto aiuta la bambina a vedere le situazioni da una prospettiva diversa e la porta a concentrarsi su risultati o conclusioni meno negativi. Con la pratica, questo può diventare un automatismo – sia per il genitore che per la bambina.
Quando voi o i vostri figli usate un linguaggio sintetico dicendo «Lo detesto», «Non so farlo», «Non sono brava», e così via, create una trama narrativa negativa. Questa trama può averci convinto che non siamo bravi a far nulla o che facciamo tutto male. Un bambino a cui vengono raccontate trame sintetiche su “come è” o su come dovrebbe fare o sentire certe cose nelle diverse situazioni, inizia a costruirsi delle strategie di adattamento basate sul non avere fiducia nelle proprie abilità davanti a nuove sfide. «Non è molto brava negli sport»; «È così disordinato»; «Lei è troppo sensibile». Sono tutte affermazioni molto categoriche. Più i bambini sentono frasi del genere, più arriveranno a conclusioni negative su loro stessi.
--
3. Usate un linguaggio meno sintetico
Cercate di eliminare il linguaggio bianco e nero, sintetico: detesto questo, amo quello, io sempre, io mai, io dovrei, io non dovrei, io sono così, lei è così, e via dicendo. Il linguaggio sintetico lascia poco spazio di movimento e considera le cose solo da un’angolazione personale. Cercate di usare un linguaggio più equilibrato, meno severo. Giudicate di meno e accettate di più, e vi ritroverete ad affrontare meno occasioni in cui fare il braccio di ferro con i vostri figli e il vostro compagno.
- N -
- Ma ci facciamo mai la domanda: «Sgridare e sculacciare senza tregua è davvero necessario?». La verità è che molti di noi non si fanno questa domanda finché non è troppo tardi.
- Raramente in Danimarca sentirete sgridare i bambini e urlare contro di loro. Una famiglia dove si urla tanto è davvero un fatto estremamente insolito. Come fanno? Uno dei genitori che abbiamo intervistato lo ha riassunto piuttosto bene: «Prima di tutto, penso che dobbiamo restare calmi come genitori e cercare di non perdere il controllo di noi stessi. Perché, come possiamo aspettarci che i nostri figli si controllino se noi non riusciamo a controllarci? Mi sembra ingiusto».
- Genitorialità rispettosa
I danesi vogliono che i loro figli siano rispettosi, ma il rispetto deve essere reciproco.
- Comandare incutendo paura comporta un problema, perché non si promuove il rispetto; si promuove la paura. C’è differenza tra la fermezza e la paura. Se c’è la paura, la bambina non sempre capirà la vera ragione per cui dovrebbe fare una certa cosa; vorrà semplicemente evitare di essere picchiata o sgridata. Ciò non permette di sviluppare una profonda consapevolezza della propria identità.
-Smettete di preoccuparvi di quello che pensano gli altri
Smettete di preoccuparvi di quello che gli altri pensano di voi o del comportamento di vostro figlio.
- Concentratevi sul fare quel che ritenete giusto, e confidate nella buona riuscita. La maggior parte dei genitori ripete semplicemente i propri modelli. Voi fate una cosa molto più grande e molto più difficile scegliendo di cambiare. Cercate di formare un gruppo con genitori che condividano i vostri stessi valori del metodo danese, e sostenetevi a vicenda. Credete nei vostri valori e difendete quello per cui state lottando. La riuscita dell’impresa sarà l’aver cresciuto degli adulti più felici, più resilienti, e più equilibrati.
Il metodo danese funziona. Se vi sentite combattuti tra il fare o meno un braccio di ferro per il mangiare, o tra essere cortesi o polemici davanti ai vostri parenti o amici, non vi preoccupate. Respirate, restate calmi, pensate. Usate il senso dell’umorismo. Offrite una via d’uscita. Non preoccupatevi di come una vostra amica possa giudicare voi e i vostri bambini. I vostri figli, alla lunga, saranno più felici e più sani, ed è questo che conta.
- Esempi per evitare gli ultimatum: offrite una via d’uscita
La bambina lancia un oggetto e voi non volete.
La reazione tipica: «Non tirarlo! Se lo tiri un’altra volta, ti faccio vedere io!».
Toglieteglielo. Distraetela. Spostate la bambina. Usate il senso dell’umorismo. Quando dite no, fatelo con calma.
- Più spiegate le cose usando modi che i bambini possono capire, meglio è. Questo approccio trasmette rispetto, e aiuta a mettere voi e i vostri bambini dalla stessa parte...
------------------------------------------
Per chiudere, consiglio la lettura a tutti i papà ed a tutte le mamme intelligienti.
Il libro e leggero e veloce, ed i genitori non stupidi, avranno piacere di scoprire quante volte hanno sbagliato per amore.
Indicazioni utili
Romanzo illustrato senza illustrazioni
Romanzo illustrato senza illustrazioni...
Quarto capitolo della saga gestita dallo zio Martin.
Come i precedenti tre, anche questo è un romanzo corale, costituito da più racconti scritti da autori diversi, ma tutti redatti a costruire un romanzo a mosaico di altissimo livello.
Di grande qualità, come i tre precedenti, si evidenzia per la voglia degli autori di inserire argomenti politici e sociali.
L'asticella si alza, e tutti gli autori sembrano voler rendere la loro opera molto più profonda.
Per la prima volta nella saga, si ha l'impressione che la fantascienza sia solo il mezzo per parlare di argomenti sempre di attualità:
- Il razzismo nei confronti delle etnie più deboli.
- Il fanatismo religioso, ed i problemi sociali che esso genera.
- I politici, che hanno sempre due facce, quella che sfoggiano davanti alle telecamere e quella vera e più nascosta.
- La guerra, le guerriglie, che alla fine generano sempre e solo sofferenza alle categorie più deboli ed ai margini.
Il tutto ovviamente condito dalla solita fantasia esagerata, che pesca a piene mani dalla cultura pop, cinematografica, letteraria, ma soprattutto da quella dei fumetti.
In fondo questo romanzo, altro non è che un enorme "fumettone impegnato" privato dei disegni.
Un romanzo illustrato senza illustrazioni...
Ideale per chi vuole una lettura divertente ma di grandissimo livello.
Per tutti gli amanti dei super eroi, e dei fumetti in genere, della fantascienza e del fantasy.
Indicazioni utili
Ad alta voce
Premessa:
Ho letto questo libro per ragazzi a mio figlio di tre anni, come "storia" prima di dormire.
Lui aveva preso il vizio di addormentarsi sul divano e farsi poi portare a letto in braccio.
Per risolvere questo problemino ed eliminare questo vizio, sei mesi fa ho avuto l'idea di invogliarlo ad andare a letto per leggergli la storia della spada magica!
L'idea ha avuto un esito inaspettato, ora è lui che verso le nove, nove e mezza, mi dice:" papà andiamo a letto a leggere storia!".
Quindi: vizio eliminato, ed ottima abitudine creata!!!
Già solo per questo darei un ottimo voto al romanzo.
Commento:
Bravissimo l'autore, inventa una storia fantasy, a cavallo tra due mondi, originale e mai troppo infantile.
Non prende spunto da Tolkien, e questo per un fantasy è incredibile.
La storia parte nel nostro mondo, ma ci catapulta in un universo magico, immerso in una guerra mostruosa.
I protagonisti sono preadolescenti, alle porte dell'età della pubertà.
Tutte le "menate" di quell'età sono lasciate da parte per dare gran rilievo all'amicizia, quella vera, quella che si instaura solo quando si è bambini. L'amicizia, quella che non conosce sesso (in tutti i sensi), quella che non tradisce, quella che ti spinge senza pensarci troppo a rischiare la vita per il tuo migliore amico. L'amicizia senza cattiverie e senza gelosie.
L'azione è semplice da seguire, le descrizioni sono minuziose ma non esagerate, i dialoghi semplici ma non infantili, anzi spesso ci regalano un sorriso.
Un ottimo romanzo, da consigliare candidamente ai ragazzini di elementari e medie, oppure da leggere alla sera ai bambini più piccoli.
Conclusione:
Spesso mio figlio si addormentava dopo poche righe, ma io ero spinto dalla bontà della lettura a proseguire fino alla fine della pagina.
Consiglio l'acquisto ai ragazzi ed ai genitori per i loro figli, tra l'altro il libro si trova in internet a meno di €5 nella versione rilegata con copertina.
Indicazioni utili
Era high chaparral, come dico sempre. Era un gran
Ascolta/non ascoltare
"Era high chaparral, come dico sempre. Era un gran casino"
Partiamo dal presupposto che ho adorato sia il giocatore, che il personaggio.
In campo era uno che faceva sempre la differenza, ed in confernza stampa dava sempre prova di essere diverso e mai banale.
Sinceramente speravo che questa autobiografia fosse più cattiva, più "sporca".
E' una buona lettura, con diversi punti abbastanza forti, buona insomma, ma io speravo fosse esagerata, come lo è stato Ibra in campo: Esagerato!
Invece è solo buona.
Curiosa, anche se prevedibile la storia, Ibra risulta sicuramente avere una vita più tranquilla di quello che mi aspettavo.
La parte migliore è sicuramente la prima, Ibra inizia parlando del suo "momento" al cospetto di Guardiola, e non lesina certo le sue colorite opinioni.
Ci si apetta quindi un libro tutto così: schietto e cattivo, ma purtroppo non è così, Zlatan alla fine ne esce fin troppo un bravo ragazzo.
La frase per cui è famosa questa autobiografia ovviamente non è di Ibra, ma lo sembra, e ci stà
"Perché ricordate: si può togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo!"
Dopo il primo scontro con Guardiola, Zlatan comincia con una narrazione cronologica, si parte dalla sua infanzia e la difficile vita famigliare, ed è qui che ho trovato tutte le frasi più interessanti ed intense:
"
un giorno la polizia fece irruzione da noi e arrestò la mamma. Ho un ricordo vago, come una strana sensazione, tipo:
«Dov’è la mamma? Perché non c’è più?».
"
"Papà:
Quando tornava a casa nella sua tuta da lavoro, con tutte quelle tasche piene di cacciaviti e
arnesi, si sedeva accanto al telefono o davanti alla tv e non voleva essere disturbato. Era
come sprofondato in se stesso, e spesso infilava gli auricolari e ascoltava musica popolare
jugoslava."
"Io stavo fuori tutto il tempo a giocare a calcio e a pedalare su bici rubate, e spesso tornavo
a casa affamato come un lupo, spalancavo lo sportello del frigorifero e pensavo: “Ti
prego, ti prego, fa’ che ci sia dentro qualcosa!”. Ma no, niente,"
"Mi hanno chiesto spesso, ovviamente, che cosa avrei fatto se non fossi diventato un calciatore.
Non ne ho la più pallida idea. Forse sarei diventato un criminale. Io e i miei amici del
quartiere combinavamo parecchie cazzate."
"Erano anni inquieti. Cambiavamo casa di continuo, non so esattamente perché: restavamo
di rado più di un anno nello stesso posto, e gli insegnanti sfruttavano questa informazione
a loro vantaggio. «Devi andare alla scuola della tua zona» dicevano, non per pignoleria burocratica
ma perché vedevano una possibilità di liberarsi di me."
Zlatan ricorda i suoi primi anni da calciatore, quando era solo un ragazzino:
"Mio padre non c’era mai lì: né in mezzo agli jugoslavi né agli svedesi, e io non ricordo di
preciso che cosa pensassi. Era così e basta. Me la cavavo da solo. Ero abituato. Ma forse mi
bruciava comunque."
Lo straniero Zlatan in terra svedese, si costruisce un suo carattere orgoglioso, ribelle e testardo:
"Una volta mi diedero il rosso perché stavo urlando
contro i miei compagni di squadra.
«Non puoi fare così!» disse l’arbitro.
«Ma vaffanculo pure tu», sbraitai, e lasciai il campo."
Ed anche:
"Ma imparai una cosa importante in quegli anni: per essere rispettato, un ragazzo come me deve
essere cinque volte meglio di tutti i Leffe Persson o come diavolo si chiamavano. Deve allenarsi
dieci volte più duramente. Altrimenti non ha nemmeno una chance. Da nessuna parte!
Specialmente se è un ladro di biciclette."
Buona per il titolo la citazione:
"Era high chaparral, come dico sempre. Era un gran casino"
All'AYAX con i primi soldi Zlatan realizza i suoi sogni, spendendoli in auto...:
"Perciò adesso me ne stavo seduto lì a Diemen, senza un soldo e affamato, a sentirmi dire
da papà che ero stato un cazzone a comprare una macchina del genere per poi rimanere
senza un soldo. Indubbiamente era vero, ma non mi aiutava. Continuavo a non avere nulla in
casa e a odiare i frigoriferi vuoti"
Davvero fantastica la prima impressione che ha di Zlatan la sua futura moglie:
"Ero il tipico, dannato slavo, pensava lei, uno che gira sulla sua macchina lussuosa con la musica
a volume troppo alto. Insomma, quindi non il tipo giusto per lei. Ma di questo io all’epoca
non sapevo nulla."
Ovviamente bisogna prendere con le pinze, le situazioni descritte da Zlatan, sono infatti suoi punti di vista, ed in diverse occasioni è fin troppo evidente che cerca di farci una figura migliore di quello che è stato.
Chi come me ha vissuto lo Zlatan giocatore e personaggio, non potrà non ricordare in modo decisamente diverso certi avvenimenti, però è la sua storia, raccontata da lui, come lui vuole che sia ricordata... Bisogna semplicemente tenerlo presente mentre si legge.
La sincerità totale non si poteva certo pretendere, sicuramente il libro è coerente con il personaggio molto di più di quanto non lo sia con la realtà dei fatti.
Indicazioni utili
E' solo la mia opinione.
E' solo la mia opinione.
Partiamo da un presupposto, questa non è una recensione di un critico letterario ma solo la mia ignorantissima opinione.
Ora mettiamo le mani avanti:" chi ha amato questo classico è pregato di non leggere la mia opinione".
Concludo la premessa indicando a chi nonostante i precedenti avvertimenti abbia voluto comunque leggere la mia opinione e voglia insultarmi, che ha tutta la mia umana comprensione.
Ok adesso possiamo cominciare.
Il libro è un classico della letteratura, conosciuto in tutto il mondo e considerato dalla critica un capolavoro.
Invece a me non è piaciuto. Proprio per un cavolo.
Poco più di 100 pagine di noia. Pagine lente e piene di sbadigli. Nebulosi periodi sonnacchiosi...
Il libro me lo ha prestato mia sorella, dopo che io l'ho regalato a lei per Natale (penso che la sua sia stata una vendetta... Atroce vendetta...).
Ero arrivato stancamente e fumosamente alla trequarti del libro, quando lei mi ha chiesto cosa ne pensavo, ed io istintivamente ho risposto:" Non è ancora successo un cavolo."
Arrivato al finale mi sono reso conto che oltre la noia si finiva anche in un triste finale.
Triste ai limite della depressione.
Ora, io sono ignorante ed ottuso e quindi non capisco quelli che trovano all'interno di queste pagine mille significati.
Penso ad un imbianchino a cui cade della vernice colorata sulla tela di un quadro in un museo di arte moderna, lui si appresta a ripulire tutto ma la tela ormai è orribilmente macchiata e compromessa così si da alla fuga.
Arrivano i critici e vedendo che il quadro è firmato da un noto autore, cominciano a trovare mille significati nascosti nella macchia pastrocchiata...
Ecco per me questo grande classico è un'incomprensibile macchia su un foglio.
Ho impiegato più tempo a finire questo "grande classico" di poco più di 100 pagine, che a leggere "L'ombra dello scorpione" di King ( e ci sono circa 1000 pagine in più).
La storia dovrebbe essere quella di un grande amore incompiuto, ma tra le righe non c'è nessuna emozione.
Mi fermo qui, perché non vorrei offendere tutti quelli che questo libro lo hanno amato, perché sicuramente sono a milioni, dando la colpa a me che proprio non sono riuscito a capirlo.
Indicazioni utili
- sì
- no
Dentro la sua mente
Splendido e cattivo, come un'eclissi di sole.
Lascia senza fiato e senza parole, e mentre lo leggi sai già che ti farà male.
Energico come il film di Stallone, ma decisamente più complicato ed introverso.
Qui è sempre difficile capire chi sia il buono e chi il cattivo.
E' impossibile fino alla fine capire da che parte stia la ragione.
La storia, troppo famosa e troppo conosciuta, grazie alla versione cinematografica, qui viene raccontata attraverso la mente dei due protagonisti.
Il loro punto di vista è estremamente interiore, combattuto, incerto, Rambo sopratutto è molto lontano dal super eroe cinematografico. Paure ed incertezze si mescolano ad una rabbia interna, che viene dal passato.
Il personaggio, mi aveva conquistato sin da bambino grazie al film, tutti quelli della mia generazione, muniti di genitali maschili funzionanti, hanno giocato alla guerra impersonando l'invincibile Rambo.
Il libro me lo riconduce alla porta in una nuova veste, più vera e più matura, e grazie a questo romanzo mi trovo nuovamente ad impersonare Rambo.
Alla sera, quando sono distrutto dalla vita, ma ancora vivo, mi sento nuovamente Rambo.
A casa quando tutto sembra andare storto ma io devo continuare a combattere, mi sento nuovamente Rambo.
Al lavoro quando tutti sembrano remarmi contro, ma io imperterrito continuo a lavorare, mi sento nuovamente Rambo.
Ho amato profondamente questo romanzo, sin dalla prima riga.
Capolavoro assoluto, che si finisce per stringere al petto, quando senza energia, si giunge sfiancati all'ultima terribile parola.
Indicazioni utili
Mi ha convertito... O forse no?
E' il primo romanzo che leggo di questo autore, e devo dire che non sapevo che il protagonista di questo famosissimo romanzo fosse presente in storie precedenti.
Ero stato alla larga da questo bestseller proprio per il suo enorme successo.
Essendo io infatti uno stronzetto che cerca sempre di andare contro-corrente, mi trovavo bene nella veste di quello che legge sempre altro...
Ora però, dopo un anno esatto dal mio acquisto (avvenuto per un euro e cinquanta centesimi presso una bancarella dell'usato nel paesino di Iseo -BS-), mi sono messo a spulciarlo...
Così, con la mia solita aria "ghigna" sdegnata da "iononleggoquestarobafamosa", e con finto "non-interesse", ho iniziato a leggerlo... straleggerlo... superleggerlo... iperleggerlo... DIVORARLO!!!
Questo, che in questo esatto momento mi trovo tra le mani non è un romanzetto, ma un cavolo di capolavoro, questa è una stramaledetta opera di paurosa e peccaminosa tentazione e dubbio.
La mia traballante FEDE ha vacillato fin da subito, e le mie certezze correlate al mio forte carattere da criceto sulla ruota, sono facilmente saltate.
In pratica a metà libro l'autore mi aveva già convinto di tutte le sue tesi.
In pratica a tre quarti del libro ero già pronto a gridare al mondo la mia conversione al femmininio sacro (o femminio sacro non mi ricordo più come si scrive e non ho voglia di cercarlo).
Parlando seriamente, questo è davvero un ottimo romanzo.
Ovviamente bisogna prendere con le pinze tutti i suoi contenuti, e non prenderli ovviamente per oro colato.
E' un libro che gioca sui dubbi di ogni uomo normale dotato di un'intelligenza normale.
Gioca sui dubbi che qualsiasi Cristiano credente e dotato di una normale intelligenza si è posto più volte nell'arco della sua vita.
Con questi dubbi, con tante supposizioni, e con una miriade di intelligenti giochi e trabocchetti, l'autore orchestra una teoria plausibile come tante altre.
Su questa teoria, gira tutta la sua storia.
E bisogna ammetterlo gira proprio bene.
Penso proprio che il libro sia valso tutto l'euro e cinquanta che l'ho pagato! Anzi se ribecco la bancarella dell'usato cerco anche il suo seguito!
Indicazioni utili
- sì
- no
LA MAGIA TRA LE RIGHE
Primo capitolo di una saga fantasy di discreta qualità.
La particolarità più famosa di questo romanzo è che è stato scritto dall'autore quando questo, era ancora un bambino.
Proprio per questo si legge il romanzo pronti a concedere errori sviste e cadute di stile.
Forse anche per questo si rimane piacevolmente stupiti dalla qualità della scrittura. (Ovviamente i diffidenti come me pensano immediatamente che il bambino sia stato fortemente aiutato e corretto da genitori ed editori).
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il romanzo è MAGICO.
La magia è la cosa più difficile da mettere insieme, la magia è ciò che rende un romanzo magnetico.
Pur non portando niente di nuovo nel mondo del fantasy, questo piccolo capolavoro, regala gioia e dinamicità, e riesce nel difficilissimo compito di catapultarci nel suo mondo.
Riesce nel difficilissimo compito di farci entrare nel cuore dei personaggi
Come una canzone, che ti piace troppo e non sai neppure perché, questo romanzetto fantasy, ti entra nel cuore e ti rimane nella testa.
Indicazioni utili
estraneo ad ogni regola grammaticale
Completamente fuori da ogni schema.
Completamente estraneo ad ogni regola grammaticale.
Il mai banale autore ci scaraventa dentro la testa del protagonista.
Dentro la testa del piccolo terrorista.
Al centro dei suoi pensieri fortemente incanalati da una educazione forte e senza vie di fuga.
L'ordine del terrore l'ha educato con un unico scopo, con un unico fine.
La storia è per me molto ironica.
Ho trovato molto simpatiche le situazioni in cui il ragazzino straniero, si trova.
Il suo stupore verso situazioni per noi normali e all'ordine del giorno.
La sua "quadrata" determinazione.
La sua cultura così fortemente lontana dalla nostra.
Il suo far finta di...
Questo romanzo è l'ennesimo capolavoro di Chuck Palahniuk.
Si legge in poche ore, e regala un'esperienza importante, intelligente ma anche e sopratutto divertente.
Io non ho avuto problemi a seguire i pensieri sgrammaticati del protagonista, anzi mi ci sono trovato dentro. Infangato. Completamente rapito.
Indicazioni utili
Rabbia.
Gang Bang.
Soffocare.
la rabbia cresce
Ci sono libri che non ti puoi scordare,
libri che sono impossibili da dimenticare.
Storie che leggi su carta, e ti si scrivono a sangue sulla corteccia cerebrale.
Si incidono profondamente e dolorosamente nella testa e pensarci ti fa stare male.
Questo è uno di quelli.
La storia è profondamente triste e profondamente ingiusta.
La protagonista è tutto quello che vorremmo "non essere", ma è impossibile non riconoscere in noi stessi alcuni tratti di lei.
Alla fine mi sono trovato, ingiustamente, a fare il tifo per la MATTANZA TOTALE.
ALLA FINE è IMPOSSIBILE NON VOLERLI TUTTI MORTI. ORRENDAMENTE MORTI.
E' ingiusto questo pensiero ma è l'autore ad inviarcelo, in un crescendo di disgustosa ingiustizia.
Atipico per essere un King.
Strano per un libro del re dell'horror avere così poche pagine.
Questo è però il suo primo romanzo. Da qui è partita la sua corsa all'oro.
Non era ancora il re come lo conosciamo oggi, era giovane e povero, meno commerciale.
Ottimo libro ma si legge una volta sola.
Almeno io non ho nessuna intenzione di rileggerlo!
Indicazioni utili
META' DEL FERRO, DELLE PAROLE E DEL GHIACCIO.
FERRO, PAROLE E GHIACCIO.
Premessa:
Avevo chiuso con i libri Fantasy da oltre 15 anni, in passato ne divoravo ma poi sono passato ad altri generi che sono stati in grado di ”carpirmi e nel buio delle pagine trascinarmi”. Nell' Ottobre del 2012 mia sorella mi ha passato la prima stagione televisiva di questo ”Trono di spade”… Ed io senza troppo interesse sono andato a guardarmela, senza troppe pretese….
...CONQUISTATO!
Immediatamente, sono andato a comprarmi il primo libro: Il trono di spade-Il grande inverno. Vol. 1-2 (corrisponde ad A Game of Thrones), effettivamente sono stato diverse ore in internet per dare una logica o un ordine o almeno per capire quale fosse il primo… Non sono un asso col PC.
Il Libro si è rivelato un vero e proprio CAPOLAVORO! Non ho perso altro tempo e mi sono immediatamente preso anche i due seguiti: Il trono di spade. Il regno dei lupi e La regina dei draghi. Vol. 2 (corrisponde ad A Clash of Kings), Il trono di spade. Tempesta di spade-I fiumi della guerra-Il portale delle tenebre. Vol. 3 (corrisponde ad A Storm of Swords). PIU’ CHE LETTI DIVORATI!
Questo è appunto, la prima parte dell primo capitolo della saga, pur essendo di ambientazione "fantasy", la storia è credibile, le leggi della fisica sono rispettate, ed il "medioevo" descritto è molto simile a quello studiato sui libri di storia.
Le tematiche trattate sono molto "adulte", questo è decisamente anomalo per un fantasy, ma è chiaro fin da subito che il lettore che lo zio Martin vuole attirare, non è il bambino, non è il preadolescente, ma è un adulto vaccinato.
Poca avventura, poco fantasy, molti intrighi, per un libro che rapisce sin dalla prima pagina, ma che ha la forza di magnetizzarti alle sue pagine da una prosa ed una strategia di scrittura furba e ben studiata.
Martin è vecchio del mestiere, e qui di "mestiere" ne usa in abbondanza.
CAPOLAVORO quindi, e non esagero, perché questo libro è perfetto in tutto, anche nel finale che ti spiazza, che non ti aspetti, e che ti spinge a comprare il seguito...
Commerciale, commerciabile e facilmente consumabile, nonostante la mole spropositata si legge rapidamente, gli innumerevoli personaggi descritti sono ben caratterizzati e non si fa per niente fatica a seguire i vari punti di vista.
Chiudo semplicemente consigliando il libro, vale la pena leggerlo, è appassionante ed il tempo speso viene ricompensato dalle emozioni regalate.
Consiglio però di non acquistare questa edizione ma quella che comprende Il trono di spade e Il grande inverno. Vol. 1-2 (corrisponde ad A Game of Thrones) è più economica e rispetta la pubblicazione originale.
Indicazioni utili
Corrente alternata
Sesto capitolo della serie, Hap & leonardo sono sempre fortissimi, ma i dialoghi e le situazioni cominciano a zoppicare un pochino.
Lo smalto che mi aveva conquistato nei precedenti capitoli sembra essersi un pochino sbiadito.
Forse è anche colpa mia, i libri sono stati scritti a distanza di anni, mentre io li ho letti tutti in pochi giorni, senza pausa tra uno e l'altro.
Una cosa che all'inizio del libro mi ha lasciato perplesso è che Hap non lavora più nell'azienda del padre della ragazza che ha salvato nel romanzo precedente.
Mi è sembrata un'incoerenza, ed a me le incoerenze rendono la lettura indigesta. Continuo a pensarci.
Altre piccole incoerenze affiorano nel corso del libro, come se l'autore non avesse riletto i precedenti prima di scrivere questo e gli fosse scappato qualche particolare.
Per fortuna l'azione non manca, anche se più "spezzettata" rispetto al solito
---
Continua la storia tra Hap e Brett, quella che sembra essere la sua anima gemella, come Leonard, solo più sexy:
"Io e Brett ce ne stavamo a letto, al piano superiore della nostra casetta in affitto, col
fiato corto perché appena arrivati al traguardo di una lenta, tenera corsa che, qualche
volta, potrebbe anche sembrare una competizione; ma basta impegnarsi nella maniera
giusta per sentirsi vincitori, anche se si arriva ultimi.
E, in quell’ istante, la vita era bella."
Non mancano le descrizioni della realtà che colora il libro ricche delle solite godibilissime e sboccate metafore:
"La nostra destinazione era una sorta di sobborgo da bianchi con le pezze al culo,
formato da un boschetto di alberi spennacchiati per via dell’autunno, qualche pino
sempreverde, una casamobile che pendeva da una parte e un cane accucciato a
scacazzare in quello che in teoria doveva essere un giardino. Il cane era di taglia
media, color giallo sporco, e l’ultimo pasto che doveva aver consumato sembrava
quello che stava giusto cacando. Si stava impegnando a tal punto, nel
confezionamento di quegli stronzi, da aver messo su uno sguardo strabico; e con una
concentrazione così intensa da far sospettare che fosse ormai in dirittura d’arrivo per
risolvere i problemi della teoria delle stringhe."
Dalla mente di Hap:
"Per un uomo, qualunque cosa può diventare un’arma, anche la lingua."
---
Nel complesso anche questo sesto romanzo della serie mi è piaciuto molto.
Alla fine l'ottimo livello qualitativo, la prosa veloce ed i dialoghi divertenti fanno passare in secondo piano le cadute di stile e le incongruenze riscontrate.
Mi è piaciuto ma non come i precedenti.
Mi ha divertito leggerlo ma non come i precedenti.
Salvo l'autore ed i protagonisti e leggerò sicuramente anche i due seguiti che ancora mi mancano, ma non subito!
Indicazioni utili
Irresistibili
Mi ero ripromesso di aspettare un po' prima di leggere questo libro, perchè sto effettivamente divorando questa serie, e non vorrei finirli tutti subito.
Poi però il libro l'ho trovato, l'ho preso, e visto che lo avevo tra le mani ho iniziato ad aprirlo, giusto per vedere che fine avessero fatto i miei amici Hap & Leonard...
Alla pagina 136 ho chiuso il libro e mi sono detto, anche stavolta i miei buoni propositi sono andati in fumo.
Leonard direbbe che sono come un drogato che vuole smettere davanti ad una siringa già pronta, o una prostituta con le stesse intenzioni e 100 dollari che gli sventolano sotto il naso.
Quindi ho riaperto il libro e l'ho finito, come un alcolizzato che dice ."Ma si dai solo un bicchierino"...
L'inizio del quinto romanzo della serie è come al solito pieno di azione, sangue ed adrenalina, non mancano neppure il solito umorismo grezzo e sporco.
Tutto a un tratto però il sentiero sembra virare, finalmente Hap ha un colpo di fortuna!
La sfigatissima coppia abituata ad essere presa a calci, pugni e proiettili nel sedere, ma che comunque ne esce sempre viva per un soffio e sempre più povera, questa volta parte per una vacanza di lusso.
Così commenta uno dei personaggi storici della serie, il poliziotto Charlie:
"«Bene,» disse Charlie. «Finalmente tu e Leonard andate a fare qualcosa di tranquillo Suppongo che il guaio peggiore che potrete combinare sarà mollare una scoreggia in sala da pranzo.»
«Già,» dissi. «Grandioso, no?»"
L'entusiasmo alla partenza, per i nostri amici, cala fragorosamente, lo scambio di battute è da suicidio:
Ci appoggiammo al parapetto e restammo a guardare New Orleans che si allontanava.
«Una volta non è successo che una nave è andata a sbattere contro il molo, qui?»
«Sì,» confermai. «Non è riuscita a fermarsi in tempo.»
«Avevano fretta di sbarcare, suppongo.»
«Credi sia troppo tardi per tornare a terra a nuoto?»
«Temo di sì.»
La prima fermata della loro crociera è in Messico a Tulum, uno dei posti dove sogno spesso di poterci andare, ed indovinate come Hap me lo smonta questo sogno:
"Come mai quel luogo aveva cominciato a popolarsi? Qualcuno a un certo punto doveva aver pensato: Ehi, che bella zona, fermiamoci qui. A me sembrava il punto dove il diavolo era andato a cagare."
Ovviamente non macano le mie amate metafore colorite e sboccate:
"Un cane giallo dall'aria moribonda giaceva al sole come una frittella sulla piastra. Quando gli passammo vicino agitò la coda, per farci sapere che non c'era bisogno
di seppellirlo."
Il rapporto tra Hap & Leonard viene condensato in una frase del secondo:
«Io ti voglio bene, fratello, ma quando siamo insieme finiamo sempre nella merda. Lo hai notato, vero?»
«L'ho notato.»
«Forse potremmo telefonarci
La saggezza grezza di Hap gli è stata tramandata dal padre:
"Come diceva mio padre, metti un desiderio in una mano e una merda nell'altra, e vedi quale mano si riempie prima. Lo stesso vale per le pre-ghiere. Una merda in una mano, e una preghiera nell'altra, e nel giro di pochi secondi si riesce a determinare il potere della preghiera."
ovviamente la fortuna di hap finisce molto presto, e cominciano le solite avventure e disavventure.
Chiaro che se così non fosse non ne sarebbe uscito il solito romanzo d'intrattenimento tipico della serie.
Ci tengo a rivelare un piccolo segreto, Hap & leonard hanno subito davvero di tutto in questa serie, ma io ho sempre letto tutto godendo un mondo delle loro disavventure.
Tanto sapevo che se c'erano dei seguiti di sicuro non potevano morire...
Questa volta però mi sono trovato più volte preoccupato per Hap, per la prima volta nella sua vita ha dei soldi, e li stà sperperando, spendendo, perdendo e buttando nel peggiore dei modi.
Mi preoccupo dei soldi di Hap.
Questo è davvero brutto e la dice lunga su come io sia diventato purtroppo un classico prodotto della nostra società del consumismo e dell'opulenza. A volte immagino me stesso a 25 anni che guarda me stesso come sono diventato e scuote la testa. Questa è una di quelle volte. Leonard invece mi darebbe uno scappellotto troppo forte dietro alla testa, e mi direbbe di non pensarci direbbe:"Sei quello che sei, non sei perfetto ma non sei neppure una merda, è inutile tirarsi troppe seghe mentali per questo Luca!"
Indicazioni utili
Mucho Mojo
Il mambo degli orsi
Bad Chili
Rumble Tumble
GLI ALIENI SECONDO KING
Fanta-Horror, che non fa mai davvero paura.
E' il solito King, ma non nella sua versione migliore.
Il solito mare di pagine, il solito mare di parole, ma questa volta, al contrario del solito, i tasselli non finiscono tutti al loro posto.
E' un buon romanzo, non bellissimo ma neppure da buttare.
Lo stile è proprio quello a cui l'autore ci ha abituato, un mare di avvenimenti che converge piano piano verso in centro del bersaglio.
Il problema è che il "piano piano", questa volta è davvero troppo "piano piano", e non tutte le situazioni descritte alla fine hanno una loro collocazione logica.
Per me leggere King è una sicurezza, quando non so cosa leggere, leggo un King, comunque vada so che non mi deluderà.
Leggere un romanzo di King per me è come andare in un ristorante dove andavo con mio padre fin da quando ero bambino, il locale è stato ristrutturato, diversi piatti sono nuovi o cambiati, ma alla fine sai che non rimarrai deluso da ciò che mangi.
In questo caso però, king mi ha portato un minestrone di trippa, e già la trippa non è il mio piatto preferito, in più nell'abbondante calderone ci ha infilato troppi ingredienti, davvero troppi, e la trippa alla fine era davvero troppo poca...
Il finale è un colpo di coda vigoroso, il ritmo si fa serrato, e tutta l'azione che ho aspettato per oltre settecento pagine sembra essere cacciata a forza nelle ultime venti.
Ma non basta.
Non basta perché questo libro è discreto, non male, ma sicuramente non un ottimo romanzo, troppo lento e troppo "pretenzioso".
King quindi non ha sparato la solita pallottola assassina, ma solo una cartuccia a salve che ha fatto un sacco di rumore, un sacco di fumo, ed alla fine mi ha anche fatto anche saltare sulla sedia, ma solo alla fine.
Indicazioni utili
- sì
- no
Rido e sorrido mentre leggo
Mi trovo di nuovo ad elogiare Lansdale ed il suo ciclo di Hap & Leonard.
Questo che ho appena divorato voracemente è il quinto capitolo della saga.
Inizialmente le pochissime pagine (poco più di 150) mi avevano lasciato perplesso, ho immediatamente pensato:"troppo corto".
Invece no. Troppo giusto.
Il racconto è veloce, dinamico e frenetico, così come la narrazione e la storia, in questo modo, l'autore ti inchioda alle pagine dall'inizio alla fine, non riesci a chiudere gli occhi, anzi non riesci neppure a sbattere le palpebre!!!
I pensieri dei protagonisti ti colpiscono in modo diretto ed è facile trovarsi a ridere e sorridere leggendo:
"L'età del rimbambimento per me era ancora lontana, ma comunque molto più vicina di quanto mi piacesse pensare."
Il rapporto di coppia tra Hap e la sua nuova fiamma dai rossi capelli è fantastico e surreale:
"Cosa farai adesso?
— Un pranzo leggero. Poi un po' di sesso.
— Con me?
— A meno che tu voglia propormi qualcun altro.
Scossi la testa. — Non mi viene in mente nessuno. Ma se vuoi possiamo dare un'occhiata agli annunci sul giornale.
— No, non importa. Mi accontenterò di te."
Le solite graditissime e coloratissime metafore colorano di humor ogni pagina:
"Forse sapevano solo che tu sei sua madre, e nient'altro, e hanno inventato tutta la storia mettendoci dentro un granello di verità qua e là, come dei semi di sesamo che passano interi attraverso l'intestino, sulla strada per diventare merda.
— È una metafora poetica per dire che secondo te ci hanno raccontato un mucchio di balle, vero?
— Vero.
Ma anche quella di Leonard su come si deve cambiare il rotolo di carta igienica è fantastica:
"Perché tutto ciò ti risulti più comprensibile, chiameremo «cazzo» il tubo di plastica e «fica» il buco al centro del rotolo. Perciò prendi il cazzo di plastica, lo infili nella fica e scopri che esce dal buco del culo, cioè dalla parte opposta del rotolo. A quel punto prendi il cazzo da entrambe le parti e lo incastri nelle tacche apposite del portarotoli. Ed ecco che all'improvviso è apparso un nuovo rotolo di carta da culo al posto di quello che era finito. È una spiegazione abbastanza semplice per te?
— Cristo, Leonard. Non ti sembra di esagerare?"
Sicuramente la migliore è quella dove Hap descrive un suo risveglio, che identifica appieno molti dei miei... Uguali:
"Quando alle otto del mattino suonò la sveglia, mi sentivo come un quintale di diarrea passato attraverso il tubo di scarico e arrivato al mare."
La descrizione del mondo dove si muovono i nostri amici, le cose con cui interagiscono, e le persone stesse, sono come sempre dettagliatamente spassose:
"Bill Uccello del Mattino guidava un vecchio pick-up Ford che sembrava scampato a una pioggia di meteoriti. Aveva stuccature dappertutto, e le parti senza stucco erano coperte da una vernice blu di qualità scadente. Ogni volta che Bill frenava, il furgone emetteva una specie di urlo di dolo-re. Le gomme erano così consumate che quasi si vedeva l'aria dentro."
Oppure:
Presi dal portafogli duecentocinquanta dollari, glieli appoggiai sulla mano, e lui li fece sparire dentro il giubbotto di pelle con la stessa rapidità di un adolescente che nasconde una rivista porno nel cassetto delle mutande.
Concludo consigliando a tutti di leggere tutti i precedenti capitoli della serie e poi ovviamente questo.
Io cercherò di aspettare un po' a leggere il prossimo romanzo, non perchè non ho voglia di farlo, ma perchè ho paura di finirli tutti troppo presto!!!!
Indicazioni utili
Mucho Mojo
Il mambo degli orsi
Bad Chili
Metafore che illuminano
Quarto capitolo di una saga che mi ha davvero conquistato.
Non mi aspettavo così tanto da questi romanzi brevi, ed invece eccomi qui, come un quattordicenne arrapato, che non vede l'ora di riavere tra le mani il suo oggetto del desiderio.
Ovviamente sto parlando del prossimo capitolo della saga, che sto già cercando.
Era da tantissimo tempo che non ero così preso da una serie letteraria. Così innamorato di un romanzo...
Complimenti all'autore, sopratutto per i personaggi che escono dalle pagine e mi abbracciano calorosamente, dandomi forti pacche sulle spalle mentre mi prendono in giro per come sono diventato crescendo...
I due protagonisti, Hap & Leonard fanno ormai parte della mia schiera di amici.
Ho scoperto che io ed Hap abbiamo la stessa opinione su alcuni programmi televisivi:
"La tivù era uno schifo. C'erano pochissimi canali, e tutti più o meno uguali. Ormai avevo già visto tanti di quegli stupidi talk-show sulle relazioni di coppia da bastarmi per la vita. Avrei potuto illuminare tutte quelle persone sul perché avevano tanti problemi con la vita e i rapporti di coppia: erano delle teste di cazzo, ed erano orgogliose di esserlo.
Avevo conosciuto gente come loro da sempre, semplicemente perché è impossibile evitarlo. Sono come merde che ti si appiccicano alle scarpe. Non avrei detto a quei coglioni-per-libera-scelta neppure che ora era, se me l'avessero chiesto, figuriamoci se avevo voglia di stare a sentire le loro stronzate in televisione."
Hap condivide anche il mio problema di perdita di capelli, nel mio caso non ho ancora una chiazza pelata, solo un leggero diradamento ma, il futuro è già scritto, ed io la penso come lui in proposito:
"Andai in bagno e mi pettinai, ma la pelata non scomparve. Non ero così idiota da farmi il riportino. Sarebbe stato come mettersi in testa un cartello con la scritta: non solo sono calvo, ma anche scemo."
Adoro la meschina concretezza, sempre velata da ironia, con cui l'autore illumina le righe, ed i pensieri dei personaggi:
"Mi piaceva il modo in cui il sole formava piccoli arcobaleni nell'acqua.
Quando arrivò la notte e i piccioni se ne andarono, riuscivo a vedere soltanto il tetto catramato e la luna riflessa nella pozzanghera, che mi scrutava dall'ombra come il viso di una prostituta anemica."
Oppure:
"Forse, se avessi avuto dei progetti reali, avrei potuto iniziare a vedere il bicchiere mezzo pieno, invece che mezzo vuoto con una mosca sul fondo."
Insomma questo romanzo come tutti i tre precedenti mi ha conquistato.
Joe Lansdale, in questa serie sembra non aver un limite umano, nell'illuminare la realtà con idee talmente logiche e scontate, palesi e vere, ma che mai nessuno dice:
"Però l'amore è l'amore, e anche se gli amanti sono dello stesso sesso i problemi non sembrano cambiare di molto, a parte il fatto che si scopa molto di più. Gay o no, gli uomini sono uomini, e agli uomini piace un sacco scopare. Potete scriverlo nel vostro libro nero, poi strappate la pagina, accartocciatela e fumatevela.
Oppure:
"È facile sparare stronzate sul fatto che l'apparenza ha poca importanza, e che più maturi e meno ne ha, ma negli uomini l'occhio è collegato direttamente all'uccello, e così va il mondo, tristemente, al di là di quanti volumi si possano scrivere sull'importanza di essere politicamente corretti. Il serpente con un occhio solo che vive tra le gambe degli uomini non sa leggere, e cerca solo la propria soddisfazione."
Ed anche, l'inizio delle storie d'amore è così come cazzo deve essere ed è davvero:
"L'unica cosa davvero buona in quei giorni fu Brett. Trascorremmo un sacco di tempo insieme, iniziando a conoscerci, solidificando la nostra relazione, cercando di fare in modo che le nostre due anime diventassero una sola, e naturalmente scopando come due anaconda nella stagione degli amori."
Chiudo con un ultima (ennesima) citazione da questo splendido romanzo, ma questa volta amara:
"Non era esattamente quel che desideravo, ma alla mia età quel che desideravo non potevo averlo, e quello che potevo avere non lo desideravo."
Indicazioni utili
Mucho Mojo
Il mambo degli orsi
AMICI VERI
Terzo capitolo della saga che ha per protagonista la strana coppia Hap e Leonard.
Rispetto ai capitoli precedenti c'è più azione ed un po' meno investigazione.
Le parti migliori del libro in ogni caso, come nei capitoli precedenti sono i dialoghi, sempre sopra le righe e sempre spassosissimi.
L'autore riesce a non essere ripetitivo, cosa che spesso capita nelle saghe di questo tipo.
Aumenta l'introspezione dei due amici protagonisti, aumenta la loro ricerca di "se stessi" del loro vero io...
Hap, Il protagonista è molto autocritico e molto auto-ironico, le sue introspezione sono spesso divertenti ma sempre con un retrogusto amato:
"E aveva ragione. Quello che interessava a me era vivere alla giornata, la sopravvivenza quotidiana, tutto qui. Quando ero giovane riuscivo ad avere delle prospettive, a guardare dietro gli angoli della vita. Ora, era già tanto se riuscivo a vedere a cinque centimetri dal mio naso."
Le descrizioni ed i dialoghi sono sempre molto colorite, è uno spasso leggere le metafore che l'autore si inventa per non lasciare mai una sola lettera banale o scontata:
"— Non era un lavoro decente comunque, — disse Occhio Marcio. — Abbiamo lavorato lì per dieci anni e più e non abbiamo mai avuto un au-mento. Quello stronzo era così tirato che quando sbatteva gli occhi gli si ri-
voltava il buco del culo. Spero che passi il resto della vita seduto in una di quelle cazzo di sedie che fabbricavamo noi, a riempirsi i pantaloni di mer-da e a farci il nido."
Il senso di se stessi, e di quello che si è, viene espresso in una frase diLeonard, che sembra uscire dalla mia testa, più che entrarci:
"— Ho vissuto con ciò che sono e con ciò che credo più a lungo di quanto abbia vissuto con te, molto più a lungo di quanto tu abbia mai dedicato un pensiero chiedendoti chi sei. Puoi anche essere qualcuno, nel profondo..."
Il romanzo, rispetto ai precedenti due, ha il merito di "fregarti" più di una volta, sbattendoti in faccia quella che sembra una soluzione scontatissima, salvo poi, appunto spiazzarti. (Cosa che nei due precedenti non riusciva mai).
Nell'insieme anche questo seguito mi ha più che piacevolmente intrattenuto, un'ottima lettura scanzonata ma con un anima.
Sicuramente mi metterò alla ricerca del quarto capitolo.
I due protagonisti mi sono entrati nel cuore come due buoni amici e non ho intenzione di perderli!
Indicazioni utili
Forza e divertimento, ma io tremo.
Ottimo seguito, maschio e forte come il primo, ma ancora più gustoso!!
La forza del libro come nel precedente sono i due protagonisti Hap & Leonard,
Ottimamente caratterizzati, geniali e cazzuti.
Originali e divertenti i loro dialoghi, molto coloriti e mai scontati!!
...
"Quello che non posso aggiustare, cioè niente, lo mando a puttane.."
...
...
"Cosa pensi di lei?"
"Be', non abbiamo spedito gli inviti per il matrimonio, però mi piace. È
furba. Intelligente. Divertente."
"E ti si scopa."
"C'è anche quello."
...
...
I dialoghi in genere sono esilaranti e non solo quelli dei protagonisti ma in tutto il romanzo è un piacere scorgere parole ricche di realtà
...
"Maledetta mosca," disse il poliziotto bianco.
"Cercano sempre la merda," disse quello nero.
"Già," replicò in fretta il bianco. "Tra un po' ti saranno tutte addosso."
...
Tra i protagonisti non mancano però discorsi più profondi, e ragionamenti più maturi:
PAG 63
"Un minuto qui le cose vanno male perché è la parte nera della città, e
un minuto dopo apri la bocca per dire che è colpa dei neri. O l'uno o l'altro."
"No. Non esistono sensi unici, Hap. Ogni moneta ha due facce, e a volte
gli stessi problemi hanno due risposte diverse. A questa gente mancano
ambizione e orgoglio. Non vogliono fare altro che esistere. Pensano che
Dio li debba mantenere in vita."
....
Le descrizioni sono particolareggiate ma sopratutto particolari:
PAG 126
"Certe mattine, il bel viso della mia ex moglie, Trudy, è sospeso sopra di
me come una luna, ma quando mi sveglio c'è solo la luce del sole filtrata
dalle lacrime. Certe mattine la luce stessa ha il colore dei suoi capelli, e il
profumo dei fiori dell'estate è il profumo della sua pelle."
pag 138
"Negli ultimi tempi, dopo tutto
quello che avevamo trovato e con quegli stronzi dei nostri vicini, se un
uccello cinguettava o Leonard mollava una scorreggia, io ero sempre pronto
a fare un salto.
La storia è veramente da brividi per chi come me è genitore.
Leggere di questi delitti sui minori quando si diventa padri è completamente diverso.
Prima potevo leggerli senza problemi, ora invece tremo pensando che possano succedere davvero.
I bambini sono magnifici, sono teneri e sorridenti, sono innocui e splendidi, gioiosi, solari.
Amo mio figlio in un modo in cui non ho mai amato niente prima.
Questo romanzo rende ombrosi e paurosi i padri come me.
Stempera il tutto, la prosa scanzonata e i dialoghi da bar per maschi.
Mi è piaciuto davvero molto sopratutto il finale, leggermente scontato ma lungamente atteso!
Indicazioni utili
Dentro la mia testa, dentro le mie vene.
L'uomo in nero fuggì nel deserto e il pistolero lo seguì
«The man in black fled across the desert and the gunslinger followed»
Così comincia il romanzo che apre il ciclo della "Torre nera".
Magico. Potente. Affascinante.
Questo romanzo è riuscito a carpirmi e trascinarmi nel mondo di Roland tantissime volte.
Avevo 14 anni quando ho rubato questo libro,e con il mio Fifty Top Mix rosso metallizzato, ed il libro dentro la cintura, nascosto sotto la maglietta, mi sentivo male per aver peccato, e mi sentivo eccitato per lo stesso gesto.
L'adrenalina mi pompava forte, quando arrivato a casa seduto in riva a un fosso, ho iniziato a leggere un romanzo che come un grande amore mi è entrato dentro, e come una droga non mi ha più lasciato in pace.
Al tempo i seguiti disponibili erano due "La chiamata dei tre" e "Terre desolate", li ho presi (stavolta pagandoli) e li ho divorati.
Anzi no sono loro che hanno divorato me.
Perchè questa storia mi è entrata nella testa, continuava a girarmi dentro come una canzone azzeccata, come "Sweet Child O' Mine" dei Guns, un delirio, un tormento bellissimo, un pensiero fisso, come l'amore a sedici anni.
Un grande amore, troppo forte, un amore che ti spezza le gambe, un amore che ti lascia senza fiato.
Faccio sempre molta fatica a scrivere la mia opinione sui miei romanzi preferiti, perchè non mi sembra mai all'atezza, continuo a scrivere e cancellare, riscrivere, rileggere e cancellare di nuovo, tutto quello che scrivo mi sembra inadeguato ad un opera così terribilmente bella!
Ho riletto questo romanzo almeno una decina di volte, e la sua magia, mi è sempre entrata dentro, ogni volta mi immergo nella sua trama, ed il mio personaggio affiora tra le sue righe. Io sono lì con loro. Io aiuto Roland nella sua ricerca spasmodica.
Ogni volta che veniva annunciato un seguito, l'ansia mi prendeva, e mi preparavo ad accoglierlo rileggendo quelli che avevo già.
"Figura enigmatica di eroe solitario alla ricerca della Torre nera"
Roland è Clint Eastwood, nella trilogia del dollaro, ma con ancora più carisma e determinazione, con più forza e magnetismo.
Lui ti trascina nella sua ricerca, ti strappa dalla tua realtà e ti catapulta nel deserto con lui.
La ricerca ti segna e ti lascia ogni volta lacerato dentro e fuori, sanguinante, ma pieno di forze per continuare la battaglia.
Indicazioni utili
Maschia e cazzuta
MASCHIA E CAZZUTA
L'autore Joe Lansdale, ci regala un romanzo breve davvero ben scritto.
Trovo questo autore molto altalenante, di lui ho letto romanzi che come questo rasentano la perfezione, ed altri veramente mediocri.
In questo caso però, non si può non riempirlo di elogi.
La storia è interessante originale e "quasi" credibile.
I personaggi sono molto originali, curiosi e ben caratterizzati.
I due protagonisti (Hap & Leonard) sono così ricchi di chiaro-scuri e di contraddizioni, che è impossibile non affezionarcisi.
Hap Il maschio, vecchio stampo, con un passato da idealista insurrezionalista, ma che si lascia irretire dalla bella Trudy come se fosse un adolescente arrapato.
Leonard il maschione muscoloso e nero, che pratica arti marziali, parla sporco, cattivo e senza peli sulla lingua, ed è omosessuale...
"«Brutto cazzone,» disse Leonard. «Ti ho detto che quella puttana è vele-nosa. Te l'ha detto anche Paco. La conoscono bene tutti eccetto quelli che s'innamorano di lei. Se non fossi frocio forse l'amerei anch'io. Ma dal mio punto di vista è solo una puttana con la lingua lunga, e tu un coglione di prima categoria che non sa distinguere tra un'erezione e il vero, dolce amo-re. Buonanotte.»""
Anche i personaggi di contorno non sono da meno, tra tutti spicca Paco, la cui storia è da brividi, come la sua "non-faccia"...
I dialoghi non sono solo ben scritti, ma addirittura spassosi, l'ironia e l'autoironia sono una goduria, i due protagonisti interagiscono e conversano con originalità difficile da trovare in un romanzo.
Il romanzo è davvero troppo corto, ma come una pizza troppo buona, ci lascia con la giusta voglia di mangiarne subito un'altra fetta!
Trovo che in questo scritto l'autore abbia davvero azzeccato tutto, arrivando davvero a sfiorare il racconto perfetto, non grido al capolavoro, solo perchè è evidentemente troppo breve, ma sicuramente sono contento di averlo letto e sicuramente leggerò il seguito.
Finale agrodolce, ma veramente col "botto", una forte badilata in bocca, di taglio, ma con il badile spalmato di miele...
Indicazioni utili
patriottismo, insegnamento e buonismo.
Cuore,
patriottismo, insegnamento e buonismo.
Le colonne su cui costruire un Italia che non è mai esistita.
Romanzo per ragazzi, scritto sotto forma di diario,
Enrico Bottini, il protagonista, è un ragazzino di terza elementare,
che insieme ai suoi compagni amici e nemici, insegnanti e genitori, affronta sfide e vicissitudine quotidiane.
Il libro è una caposaldo della cultura Italiana, un mattone importante nel muro dei nostri classici.
Il buonismo ed il "politicamente-corretto", sono i pregi ed i difetti di quello che è da considerarsi comunque come un opera non criticabile.
Questo romanzo è un po' come Roberto Baggio per il calcio, è un libro di tutti gli Italiani, amato da tutti gli Italiani. Il 6 politico è di rigore in pagella, ed ogni "movimento" è un voto in più...
I personaggi sono molto bidimensionali, ci sono i buoni e ci sono i cattivi.
Questo per poter portare avanti lo scopo dell'autore con questo libro, e cioè, istruire gli Italiani ad essere buoni Italiani, con esempi facilmente comprensibili. (...un po' come delle parabole...)
Il padre e l'insegnante sono i punti cardine per la crescita e la "correzione" del bambino.
Il rispetto, la virtù, il patriottismo, la gratitudine, la buona educazione, il buonismo in genere vengono spinti nel libro oltre ad ogni livello.
Franti è il cattivo, l'esempio costantemente negativo, bambino di una famiglia del sottoproletariato, alla fine espulso dalla scuola.
Anni dopo aver letto il libro vi ricorderete però solo di lui.
Indicazioni utili
è dotato e si impegna
Compito in classe:
Rivisitate la saga di J. R. R. Tolkien, cercando di creare una nuova avventura, dei nuovi personaggi,
delle nuove tematiche, cercando di realizzare qualcosa di davvero nuovo.
Voto Ottimo.
Bravo signor Brooks il suo romanzo, ha compreso perfettamente lo scopo della richiesta.
Siamo rimasti piacevolmente stupiti dai paesaggi da lei inventati.
La trama da lei delineata è purtroppo molto simile all'originale di Tolkien, ma daltronde non si può certo rimproverarla per questo.
I personaggi da lei inventati sono a tratti troppo infantili, ma visto il lettore a cui è indirizzata la sua opera, possiamo sorvolare su questo piccolo difetto.
La Magia da lei creata è davvero portentosa, sembra che lei sia riuscito a plasmare qualcosa di nuovo,
pur partendo, e questo è palese, da basi ben collaudate dal suo maestro.
Nel complesso il suo compito mi è davvero piaciuto, i difetti (l'evidente plagio), sono abbondantemente e sicuramente controbilanciati dalla magia che pervade ogni pagina.
Bravo, anche per il finale inaspettato. Non mi aspettavo proprio che cosa fosse in realtà la "spada".
Conclusione: l'opera mi è piaciuta molto ma la invito ad inventare qualcosa di più originale.
Indicazioni utili
Ferro, parole e ghiaccio.
Premessa:
Avevo chiuso con i libri Fantasy da oltre 15 anni, in passato ne divoravo ma poi sono passato ad altri generi che sono stati in grado di ”carpirmi e nel buio delle pagine trascinarmi”. Nell' Ottobre del 2012 mia sorella mi ha passato la prima stagione televisiva di questo ”Trono di spade”… Ed io senza troppo interesse sono andato a guardarmela, senza troppe pretese….
...CONQUISTATO!
Immediatamente, sono andato a comprarmi il primo libro: Il trono di spade-Il grande inverno. Vol. 1-2 (corrisponde ad A Game of Thrones), effettivamente sono stato diverse ore in internet per dare una logica o un ordine o almeno per capire quale fosse il primo… Non sono un asso col PC.
Il Libro si è rivelato un vero e proprio CAPOLAVORO! Non ho perso altro tempo e mi sono immediatamente preso anche i due seguiti: Il trono di spade. Il regno dei lupi e La regina dei draghi. Vol. 2 (corrisponde ad A Clash of Kings), Il trono di spade. Tempesta di spade-I fiumi della guerra-Il portale delle tenebre. Vol. 3 (corrisponde ad A Storm of Swords). PIU’ CHE LETTI DIVORATI!
Questo è appunto il primo capitolo della saga, pur essendo di ambientazione "fantasy", la storia è credibile, le leggi della fisica sono rispettate, ed il "medioevo" descritto è molto simile a quello studiato sui libri di storia.
Le tematiche trattate sono molto "adulte", questo è decisamente anomalo per un fantasy, ma è chiaro fin da subito che il lettore che lo zio Martin vuole attirare, non è il bambino, non è il preadolescente, ma è un adulto vaccinato.
Poca avventura, poco fantasy, molti intrighi, per un libro che rapisce sin dalla prima pagina, ma che ha la forza di magnetizzarti alle sue pagine da una prosa ed una strategia di scrittura furba e ben studiata.
Martin è vecchio del mestiere, e qui di "mestiere" ne usa in abbondanza.
CAPOLAVORO quindi, e non esagero, perché questo libro è perfetto in tutto, anche nel finale che ti spiazza, che non ti aspetti, e che ti spinge a comprare il seguito...
Commerciale, commerciabile e facilmente consumabile, nonostante la mole spropositata si legge rapidamente, gli innumerevoli personaggi descritti sono ben caratterizzati e non si fa per niente fatica a seguire i vari punti di vista.
Chiudo semplicemente consigliando il libro, vale la pena leggerlo, è appassionante ed il tempo speso viene ricompensato dalle emozioni regalate.
Indicazioni utili
Finale stanco
Finalmente si chiude questa serie di romanzi storici.
Ultimo capitolo delle indagini del principe Meren, ambientate nell'antico Egitto ai tempi di Tutankhamon.
La serie non è mai veramente decollata, tutti i romanzi sono mediocri o poco più.
Io personalmente li ho letti soltanto perché li avevo già acquistati ad un prezzo veramente ridicolo (pochi spiccioli), Inoltre il numero di pagine di ogni volume è abbastanza basso, quindi l'impegno non è eccessivo.
Qualche capitolo è risultato poi avere qualche spunto positivo, che mi ha indotto a non abbandonare la saga.
Questo romanzo conclusivo è in linea con tutti gli altri: mediocre, senza infamia e senza lode.
Qualche spunto positivo ci sarebbe, l'ambientazione è affascinante, qualche personaggio è azzeccato, però niente riesce a sollevare il livello medio.
La lettura è infatti abbastanza noiosa, la scrittrice cerca di tenerci sulle spine, ed in un paio di occasioni "quasi" ci riesce, come quando viene rapita la figlia del protagonista.
Insomma come si capisce dalle mie parole sono abbastanza deluso da questa storia che non mi ha proprio soddisfatto.
Ripeto non è male, non è un libro da evitare a priori, ma non è neppure un libro che consiglierei.
Probabilmente adatto a chi è innamorato dei romanzi gialli ambientati in Egitto, sicuramente non è un capolavoro.
Indicazioni utili
- sì
- no
Bruciante realtà
"Lo vedo ancora bruciare".
Con queste lancinanti parole, l'autore inizia la sua opera di corteggiamento, nei confronti del lettore.
Avventuroso,
dinamico,
triste,
accurato,
struggente,
crudo,
reale,
vero,
storico,
appassionante,
VIVO.
Un superbo romanzo storico ricco di dettagli veri e verificabili, reso intenso da una storia tanto plausibile (perché ben inserita nel contesto storico), quanto inverosimile (per le coincidenze inserite nella trama), uno straordinario vigore narrativo, ci incolla alle sue pagine.
Mentre veniamo così brutalmente scaraventati in un mondo, in una realtà che non esiste più e non potrà mai più esistere, non possiamo non innamorarci, di questi personaggi, di queste situazioni, di queste avventure.
Mentre la rabbia per quello che le civiltà precolombiane hanno subito, ci monta dentro in un turbinio di emozioni, l'autore riesce ad istruirci amabilmente.
Amo Jennings.
Con estrema precisione storica e con uno studio approfondito degli usi aztechi di quell'epoca Jennings ci mostra il declino di una bellissima cultura. Che purtroppo non esiste e non esisterà più.
Indicazioni utili
"Hellzapoppin"
"Hellzapoppin"
Pazza, sconclusionata, e senza senso, questa storia colpisce per l'incredibile miscuglio di ingredienti miscelati a forza tutti insieme...
A tratti ridicola ed imbarazzante, accozzaglia di situazioni e generi letterari, miscelati senza nessuna remora da un autore che non pensavo proprio potesse scrivere anche questo...
Varie volte, durante la lettura si rimane basiti ed increduli...
In pratica non saprei come giudicarlo... Un bel "booooooo..." sarebbe la recensione più pertinente.
Questo romanzo breve, si legge in poche ore, riesce ad essere a tratti divertente, ma alla fine, chiudendo il libro si rimane senza nulla.
Nonostante i fatti, le situazioni ed i personaggi siano numerosi e mirabolanti, il susseguirsi di avventure e situazioni assurde, lascia sempre un senso indefinito di incompletezza.
Un susseguirsi di situazioni al limite dell'assurdo e del non senso, ci spiazzano ad ogni pagina, lasciandoci senza punti di riferimento.
Forse l'autore l'ha scritto da ubriaco.
Credo in ogni caso che durante la stesura della trama dovesse avere la febbre.
Sicuramente non stava bene, è l'unica spiegazione possibile per questa "roba"...
In questo minestrone "Wild Wild West Show", steampunk, fantascientifico, ucronico, viene "cacciato dentro" proprio di tutto: Buffalo Bill, Wild Bill Hickok, Annie Oakley, Toro Seduto, il mostro di Frankenstein, l'uomo di latta, Dracula, il capitano Bemo "Nemo", il Dr Momo (Monroe) e tutta la sua isola di "creature meta-umane", tra cui una caxxxo di foca che legge romanzetti western...
Una specie di romanzo Western quindi, credo, con forti pennellate di fantascienza, leggeri tocchi di horror, una spruzzatina di erotismo, ed un mare di stronzate atroci...
Indicazioni utili
- sì
- no
MEGLIO SUL CAMPO
Dejan Stankovic, detto “Deki” è uno dei miei calciatori preferiti.
Forte, dinamico, con un gran cuore ed un gran carattere.
Questo libro è la sua autobiografia, un buon libro, scritto bene, senza grossi difetti ma...
... Ma ...Purtroppo queste pagine non sono all'altezza del giocatore stesso.
Autobiografia di un calciatore magnifico sotto ogni punto di vista.
Il racconto parte davvero troppo male, ci si aspetterebbe un po' più di infanzia, ed un po' più di vita vissuta fuori dal campo, un poco di Storia nella "storia"...
ed invece ci si trova catapultati troppo presto in racconti di azioni di gioco dentro il campo, farcite da troppi nomi sconosciuti e stranieri.
Questo rende il tutto troppo difficile da seguire, macchinoso da leggere,difficile da digerire.
La prima parte del libro, che io ritengo dovrebbe essere quella più curata, in una autobiografia, visto che il finale, ovviamente, lo si conosce già, è purtroppo invece la parte più lenta e debole.
Fortunatamente la svolta arriva presto, quando poco più che ventenne, il meritevole giocatore arriva in Italia, nella Lazio.
Qui finalmente, se si è innamorati di questo gioco, non si può fare a meno di lasciarsi immergere nei ricordi dei, grandi giocatori ed allenatori con cui il protagonista si incontra o scontra,
e con i grandi inganni che hanno caratterizzato una brutta pagina del nostro calcio.
Le emozioni del campione escono dalle pagine con una semplicità ed una energia che erano anche le caratteristiche tecniche di Dejan, fare la cosa più semplice, ma farla al meglio.
I periodi neri, negativi, vengono sviscerati con un angoscia palpabile, generando quasi un malessere, mentre le gioie e le vittorie regalano sempre un sorriso.
Spesso il racconto arriva troppo rapidamente alla conclusione, alcune storie vengono raccontate in modo troppo frettoloso, ma Deki d'altronde non ci pensava certo troppo a tirare in porta, ad arrivare al dunque, la parola scritta però è diversa dal gioco del calcio, qui forse era meglio "indulgiare" su alcuni punti, tergiversare prima di tirare dritto al centro...
"Figliolo, non vai bene per noi. Puoi provare, se vuoi, per qualche altra squadra minore".
Era il 1988 e Dejan Stankovic aveva 10 anni. Con queste parole venne scartato a un provino con lo Zemun, una squadra dell'omonimo quartiere di Belgrado.
Le cose sono andate davvero in modo completamente diverso.
L'Uomo Stankovic è diventato un calciatore completo ma sopratutto un uomo vero, che nel calcio come nella vita è arrivato all'apice, ha raggiunto il massimo, vincendo tutto e convincendo tutti.
Lo racconta bene in questo libro.
Ma ha sicuramente giocato meglio di come lo ha raccontato.
Deki aveva il vizio di fare gol semplicemente stupendi, fucilate precise e inaspettate, il libro è scritto così: troppo semplice, troppo poco ricercato.
Indicazioni utili
sangue impazzito
Chuck Palahniuk è mio padre.
Finalmente ho un nome: il mio nome è Sebastian.
Che Tyler Durden non fosse morto l'avevo sempre saputo, è sempre stato lì, dentro di me, a guardare il mio mondo da dietro lo specchio che sono i miei occhi.
E' proprio lì, lo sento, sento la sua disapprovazione, sento la sua rabbia, lo vedo fare di no con la testa ogni volta che accetto un compromesso, lo vedo stringere i pugni ogni volta che chino la testa e porgo l'altra guancia.
Sento la sua rabbia crescere, la sua forza salire, i suoi demoni... I suoi pensieri.
Ogni tanto viene avanti, quelle volte sono libero.
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Tyler Durden
Così Chuck Palahniuk si è finalmente deciso, ha scritto il seguito del suo più grande successo.
Purtroppo non è un romanzo.
Per fortuna non è un romanzo.
In realtà, quello che in questo momento mi trovo tra le mani non è un fumetto, non è un romanzo illustrato, non è una "Graphic Novel" ... In realtà, quello che in questo momento mi trovo tra le mani è la mia vita.
Pazzo, sconclusionato, visionario, analitico, filosofico, rabbioso, anticonformista, questo libro è tutto ciò che si poteva desiderare dopo Fight Club.
Tutto ciò è quello che abbiamo sempre desiderato.
Tutto ciò è quello che non abbiamo mai voluto.
Quello che avevamo paura potesse essere è qui e non può più essere cancellato.
Quello che restava di Fight Club erano dei tessuti muscolari corrotti e marci che si annidavano nella parte più nascosta del cranio. Nero profondissimo e rosso opaco con spruzzate di lancianante e gioiso dolore cronico.
Quello che Chuck Palahniuk è riuscito a schizzare energicamente e rumorosamente sulla carta è un'opera d'arte, un dannatissimo e dolorosissimo, quanto mai aspettato e desiderato orgasmo.
Un esplosione nucleare che parte dal centro del nostro animo, passa inevitabilmente per forza dal cuore, ed esce in un turbinio di scintille luminosissime dalle nocche tagliate dei nostri pugni rabbiosamente chiusi.
Siamo una generazione di schiavi e non si può creare un nuovo popolo libero partendo da noi, per questo verremo fatti vagare nel deserto alla ricerca della terra promessa, fino alla nostra morte, solo così le nuove generazioni saranno libere, solo senza di noi le nuove generazioni potranno creare una società di uomini liberi, solo resettando tutto, solo annullando tutto.
Per concludere, consiglio a tutti i maschi adulti di leggere e rileggere Fight Club, e di leggere, rileggere e studiare i disegni di Fight Club 2.
Consiglio però a chi è debole di cuore di esercitare tale lettura solo sotto stretto controllo medico, non esimetevi dal farlo però ne vale della vostra stessa vita. La vita vera. Quella che vi sta scappando tra le dita. Quella che scorre lenta nelle pieghe del vostro tempo. Quella che consumate ogni volta che andate all' Ikea, o al centro commerciale a buttarvi via a riciclarvi come vacche da mungere.
La migliore lettura di questo decennio.
Indicazioni utili
Dentro il mio abisso
Meraviglioso romanzo di fantascienza, scritto impeccabilmente da Asimov negli anni 50.
Trattasi del romanzo di apertura di una fortunata saga di quattro libri comunemente chiamata "ciclo dei Robot".
Classico "detective story" ambientato in un futuro lontano, animato da due personaggi azzeccatissimi,
Protagonista principale è il detective terrestre Elijah Baley personaggio positivo ma ricco di difetti che lo rendono verosimile quasi reale.
Il co-protagonista è invece un robot umanoide R. Daneel Olivaw, che si scoprirà, nel prosequio della lettura, essere molto più profondo di quanto inizialmente possa sembrare.
L'indagine si sviluppa intorno ad un omicidio, grande rilievo all'interno della storia è data alle leggi della robotica, (inventate da Asimov nei suoi racconti precedenti), ed alla interazione che gli esseri umani hanno con i loro "replicanti".
Quello che maggiormente colpisce però è l'ambientazione.
La terra del futuro è un chiuso formicaio d'acciaio, un abisso pieno di scale mobili e nastri trasportatori a velocità variabile.
Tutto ciò per collegare i vari luoghi di lavoro, di vita, i quartieri, le case, i bagni comuni, i luoghi di ritrovo, le scuole... Senza mai dover uscire all'aperto.
La terra "sembra" infatti non essere più vivibile all'aria aperta, da qui la necessità di creare enormi città chiuse e protette dalle radiazioni esterne.
Ovviamente tutto ciò ha portato nel corso delle generazioni, alla nascita di una fortissima forma di agorafobia, una paura incontrollabile dei luoghi aperti.
Rimane sullo sfondo il conflitto "socio-politico-intellettuale", tra i terrestri, che a causa delle loro condizioni di vita sono diventati una società pseudo socialista, e gli Spaziali, cioè gli abitanti dei pianeti colonizzati.
Quest' ultimi hanno per scelta limitato le nascite e gli incontri infra-personali, rendendo la privacy una questione vitale, con l'aiuto dei robot, essi hanno una vita solitaria ed oziosa, resa ancora più lunga grazie alla ricerca scientifica.
Si sente il tempo che è passato, ma più per me che per l'opera.
Il problema dei classici di fantascienza, è con il passare degli anni diventano obsoleti, spesso infatti la realtà si evolve in direzioni completamente diverse a dove lo scrittore ha fatto dirottare la sua immaginazione.
Questo non è però il caso di "Abissi d'acciaio", l'ambientazione è plausibile, anzi è quasi un monito, e i limiti ovvi (Asimov non poteva certo prevedere tutto) sono accettabili.
Quindi un romanzo ancora leggibilissimo.
Un giallo in pratica, che si "apre" nella sua soluzione pagina per pagina, tenendo il lettore ben incollato alle sue pagine.
Veloce e godibilissimo, questo è stato per anni il mio romanzo preferito. Avevo poco più di 14 anni quando l'ho letto per la prima volta, nei primi anni '90, in quel periodo storico, pre-smartphone,
il libro sembrava fresco ed appena scritto, una vera gioia per il cervello ricettivo di un adolescente; E quando pochi anni dopo mi trovai nella metropolitana di Praga, mi sembrò di trovarmici dentro,
in quel momento, in quell'intrico di "scale e strade mobili" che collegavano una linea metropolitana all'altra, sentii il profumo degli abissi d'acciaio di Asimov.
Asimov con questo capolavoro mi ha fatto sognare, mi ha fatto amare la lettura, e mi ha indirizzato verso una smaniosità del leggere che, ancora oggi, grazie a questo libro, a tratti ritorna.
Recentemente ho voluto rileggerlo, ed è stato come ritrovare un vecchi amico, magari è un po' invecchiato, magari ha un po' di pancia e un poco meno capelli, ma è sempre lui e bastano due parole per ritrovare vecchie e forti emozioni...
Indicazioni utili
I robot dell'alba
I robot dell'impero
La fine del mondo, il fine del libro.
Atipico romanzo post-apocalittico con venature di Horror.
Voglio innanzitutto dire che nel complesso mi è piaciuto, vale la pena comprarlo, vale la pena leggerlo, però...
L'inizio è veramente promettente ed illusorio (verremo presto brutalmente disillusi).
L'ambientazione ed i personaggi sono godibili ma poco realistici.
La sensazione è quella di trovarsi a metà strada tra una puntata del cartone animato "Ken il guerriero" ed un filmetto Horror anni 80 tipo "Venerdì 13" o "Nightmare".
I personaggi principali che affrontano in gruppo questa "fine del mondo" sono infatti dei ventenni, freschi, amabili, carichi di aspettative, facili da inquadrare e facili alle esperienze sessuali (descritte troppe volte dall'autore e con troppa ripetitività).
I protagonisti sono belli, aitanti, atletici e carismatici. Vincenti e fortunati, positivi e buoni, belli da seguire, ma difficili da rendere reali.
Le altre "tribù" che si incontrano sembrano proprio i cattivi di "Ken il guerriero", troppo pazzi, troppo punk, troppo sadici, troppo coloriti e troppo poco credibili.
Le spiegazioni scientifiche a supporto degli eventi che scatenano la fine del mondo suonano un po' troppo ridicole, come se l'autore facesse finta di essersi documentato ma senza troppa convinzione.
I grigi, sono la nota paurosa del romanzo, inizialmente restano sullo sfondo poi entrano ed escono dalla trama ad intermittenza, rimanendo sempre misteriosi ed un po' avulsi dal disegno d'insieme.
Nel complesso un libro bello da leggere, con una buona trama, ma con troppe cadute di stile. Alcune davvero inspiegabili ed insopportabili.
Indicazioni utili
La nota stonata migliora la sinfonia
Il soprannaturale, sembra entrare nella storia del principe Meren.
Le avventurose indagini, che fino a questo capitolo erano state così concrete e reali, così vere, subiscono un'improvvisa svolta.
La divoratrice di anime, entità religiosa egizia, legata al giudizio delle anime dei defunti, sembra essersi materializzata improvvisamente, e semina il panico nelle vite degli sconcertati protagonisti.
La scrittrice non sbaglia, inserisce una nota insolita, che sembra stonata e che spiazza il lettore in modo insolito, ma assolutamente positivo.
Il risultato ottenuto infatti, è un guizzo inaspettato di energia e suspance, ed uno stravolgimento delle situazioni che troppo spesso nelle serie mancano.
Neppure questo capitolo è un capolavoro, ma al pari del precedente vale la pena di essere letto,
E' un ottimo romanzo giallo con ambientazione storica, ottima l'ambientazione, discreta la prosa, abbastanza affascinanti i personaggi, bella questa storia, bello questo quarto capitolo e belle le vicissitudini che si trovano ad affrontare i protagonisti.
Decisamente superiore rispetto ai primi due capitoli, che rasentavano la noia, qui si rimane non incollati alle pagine, ma almeno attratti.
Buono nel complesso, sicuramente da consigliare a chi ama il genere.
Indicazioni utili
L'ombra di Anubi.
Il papiro spezzato.
Il passato irrompe prepotentemente nelle indagini
Il passato irrompe prepotentemente nelle indagini del principe Meren.
Finalmente un capitolo avvincente, di gran lunga superiore ai precedenti.
Molto più "intimo" e strutturato, il terzo romanzo della serie stupisce, perchè finalmente riusciamo a scorgere il passato del protagonista.
Entriamo in casa sua, conosciamo i suoi famigliari, i parenti più odiati e le persone più care.
Molto intelligente, secondo me, il raffronto tra quelli che erano i rapporti e le persone vicine al protagonista durante la sua giovinezza e quello che sono diventeti.
Le aspettative, le prospettive, i sogni, i rapporti, si infrangono e si sciolgono di fronte alla vita che muta, la crescita delle persone che ci stanno intorno spesso non percorre il sentiero che tutti si aspettavano. Ed il grigio dei sogni spezzati corrompe l'anima più che le disgrazie.
La Malinconia regna sovrana in queste pagine, ma leggerla non ci rende tristi, ci rende partecipi.
Se i capitoli precedenti erano un compitino classico, senza infamia e senza lode, qui la scrittrice ci mette veramente del suo, e riesce nel difficile compito di conciliare la coerenza storica con una storia "inventata" ma plausibile.
Non è un capolavoro, ma dopo aver sbadigliato troppo con le precedenti puntate, sono stato piacevolmente smentito e stupito.
Consigliato quindi a chi ha letto i capitoli precedenti e pensava di dire basta.
Indicazioni utili
Giallo d'Egitto.
Secondo volume della serie che vede per protagonista il Principe Meren alla corte di Tutankhamon.
Molto simile nella trama e nello svolgimento al primo capitolo di cui ne è il seguito cronologico.
Non è di certo un capolavoro, ma un buon giallo con ambientazione storica, che ha qualche spunto positivo.
L'antico Egitto non rimane sullo sfondo, anzi è molto presente con i suoi luoghi e le sue tradizioni, sia nell'ambiente che nelle menti dei protagonisti, con le loro credenze e la loro cultura.
Non viene però "spiattellato" come una lezione di Egittologia, semplicemente affiora in ogni pagina.
La parte più negativa di tutto il libro sono i nomi dei vari personaggi: troppi e troppo difficili, io nonostante il romanzo sia davvero molto corto, ho fatto fatica a "riconoscerli" a ricordarli, dovendo, a volte, fare un passo indietro tra le pagine per "capire di chi stessi leggendo le gesta.
Fortunatamente, scopriamo qualcosa di più sul passato del protagonista e della sua famiglia, mo non troppo e sopratutto non abbastanza.
Bello il paragrafo:
"Di conseguenza Meren oscillava tra il senso di colpa per gli errori, i difetti, i fallimenti del fratello e della sorella, come pure di chiunque altro, e un risentimento furente per le responsabilità che doveva assumersi."
Molto bello anche il personaggio di Ebana, cugino di Meren e Gran Sacerdote di Amon.
Personaggio enigmatico e ricco di chiari-scuri.
Consigliato agli amanti dell'antico Egitto ed agli appassionati di gialli con ambientazione storica.
Io semplicemente leggerò anche il terzo volume perchè lo posseggo già, ma senza grandi entusiasmi.
Indicazioni utili
Sociologia Fantascientifica
L'espertissimo autore, ci fa sprofondare nel fango di una guerra sporca e sanguinosa, per insegnarci cosa vuol dire diritto sociale.
Romanzo di guerra fortemente fantascientifico, che ha il chiaro intento di educare i giovani lettori ai principi sociali, in cui l'autore stesso crede.
Lo stesso scrittore è presente all'interno del libro come un personaggio, è chiaramente lui infatti il professore, reduce di guerra, che instilla la scintilla della vocazione ad arruolarsi al protagonista.
Il romanzo ci pone direttamente all'interno di una società funzionale e funzionante grazie proprio alle teorie sociologiche in cui crede Heinlein
Innanzi tutto: Non esistono pasti gratis! Cioè, solo ciò che viene acquisito con fatica e sacrificio ha un reale valore per l'individuo. L'autore non crede al principio dell'attribuzione universale, "per diritto di nascita", dei diritti politici.
Per acquisire il diritto attivo e passivo al voto, si deve "donare" o "prestare" due anni della propria vita alla "Nazione" allo "Stato".
Ogni individuo nel libro ha ampie libertà personali, commerciali, sessuali e religiosi, ma solo chi si offre volontario per questo servizio di leva assolutamente volontario e mai imposto, acquisisce il totale diritto al voto, e quindi al governo o all'indirizzamento delle scelte comuni.
Questa non è assolutamente una società fascista, tutt'altro, tutti hanno grandi libertà e massima libertà di scelta, ma solo chi ha avuto la volontà di regalare una parte della sua vita alla società ha dentro di se le caratteristiche necessarie per "scegliere giustamente per gli altri".
Il senso del dovere, non può essere imposto, ne imposti con propagande fasciste, ed il farlo o il cercare di farlo è stato nella nostra storia chiaramente e fortemente deleterio. (vero e reale ed ampiamente evidenziato nell'opera). Così come il diritto al voto per diritto di nascita e non guadagnato non CONQUISTATO grazie al SACRIFICIO personale, hanno portato le società , sempre e comunque in situazioni insostenibili e mai realmente positive per tutti, come le masse lobotizzate vorrebbero farci credere.
La coscrizione obbligatoria e la totale subordinazione sono considerate assurde e deleterie.
Così come il diritto per nascita al voto ed alle decisioni.
Solo chi è pronto al sacrificio personale in modo reale e tangibile può umanamente e giustamente guidare i suoi simili, il sistema del Servizio Federale volontario viene presentato come un criterio meritocratico semplice ed efficace nel selezionare l'accesso ai diritti politici.
Una società non fascista quindi, ma semplicemente meritocratica e funzionale.
In questa società non esiste il carcere, la rieducazione viene ottenuta tramite punizioni fisiche fortemente dolorose, ma sotto assistenza medica.
Il dolore è infatti ritenuto, il mezzo stesso utilizzato dall'evoluzione per progredire e auto-migliorarsi, imparando dai propri sbagli (se ti scotti una vota toccando una fiamma, la volta successiva cercherai di non toccarla).
La condanna alla pena di morte e prevista solo per i crimini più gravi e per gli individui considerati non recuperabili, mentre la detenzione a vita è considerata un inutile crudeltà.
Tutto questo, ovviamente all'interno di un romanzo di fantascienza ricco di alieni, astronavi, armi futuristiche ultra-tecnologiche, tute spaziali ultra-potenziate autoguidate, mondi, e guerre spaziali...
Indicazioni utili
95 risultati - visualizzati 1 - 50 | 1 2 |